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Autore: fedetojen    20/02/2017    1 recensioni
La Carlton, scuola per sordi. Ebbene sì, dovrò andarci, data la mia metà sordità da un orecchio. Sono Cassie, all'ultimo anno di liceo pronta a trasferirsi a Los Angeles, o quasi.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bay Kennish, Daphne Vasquez, Emmett Bledsoe, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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1 - Welcome home, baby

Da quando mi hanno detto che potrei perdere l'udito anche dall'orecchio buono, sono sempre super agitata: grazie all'amica di mia madre, la signora Kennish, rimarrò nella loro casa, dato che mia madre non poteva spostarsi da Seattle per lavoro.

-La casa dei Kennish è davvero enorme!- esprimo il mio pensiero affianco a Dafne con enfasi, che ride, scuotendo la testa al mio fianco.

-Andiamo- mi dice velocemente, invitandomi a seguirla.

Il linguaggio dei segni ed io non andiamo molto d'accordo: mi limito a leggere le labbra di chi è completamente sordo. Dopo aver sistemato le mie valigie nell'enorme camera della casa Kennish, sono pronta ad affrontare un giorno di scuola bello lungo.

Dafne, si è offerta di farmi da sveglia e taxi mattutino, dato che entrambe andavamo alla Carlton e seguivamo anche gli stessi corsi. Ho avuto sempre una passione: le moto.

Vedo un sacco di ragazzi e mi avvicino ad una Triumph del 66 Boneville TT.
Ero completamente presa da quella bellezza. Mi sentii toccare la spalla e mi voltai.

Un ragazzo biondino mi stava guardando curioso, iniziando a fare dei segni con le mani.
Lo bloccai subito.

-Non ti capisco... Dafne!- urlai sporgendomi vedendola parlare con qualcuno che liquidò per poi raggiungermi.

-Hai conosciuto Emmett!- mi dice sorridente, Dafne, mentre gesticola per far capire cosa dice al ragazzo.

-Conosciuto è un parolone- scherzo ridendoci sopra.

Emmett guarda Dafne comunicandogli qualcosa con le mani che non comprendo.

-Mi ha chiesto come mai stavi fissando così intensamente la sua moto- mi fa sapere Dafne, sorridendomi.

-Boneville del 66, bella bestia. Dovremmo andare a lezione no?- chiedo verso di lei, mentre parla anche con Emmett che mi sorride compiaciuto.

-La prima lezione è uguale a quella di Emmett, io devo andare ho un'altra lezione. Ti accompagna lui ok?- dice velocemente Dafne scappando via.

-Okay...- dico con un leggero cenno della mano.

Emmett sorride e mi fa cenno di seguirlo.
Mentre siamo nel corridoio, sono circondata da ragazzi sordi che comunicano tra di loro con il linguaggio dei segni, facendomi sentire fuori luogo.

Emmett richiama la mia attenzione toccandomi la spalla, iniziando a gesticolare di nuovo.

-Non conosco il linguaggio dei segni, ma riesco a leggere le labbra- cerco di spiegargli fermandolo. Mi fa una faccia buffissima e scoppio a ridergli in faccia.

-Scusa, scusa- dico alzando le mani, difendendomi.

Sorride e lentamente mi parla, cercando di capire ciò che le sue labbra mi stanno dicendo.

-Dobbiamo andare al primo piano...aula di biologia?- chiedo incerta. Alza entrambi i palmi delle mani chiuse a pugni con i pollici alzati, soddisfatto.

-Vai!- dico dandogli il cinque.

Per fortuna la maggior parte dei professori è udente, quindi ho poca difficoltà, tranne nella materia di storia dei sordi che la professoressa, nonché madre di Emmett, è sorda come lui quindi è più difficile seguirla.

Finalmente pausa pranzo.
Mi sento toccare ancora la spalla.

-Com'è andata la giornata, Cassie?- mi chiede Dafne accompagnata da una ragazza mora ed Emmett che si siedono con noi al tavolo.

-Stancante, lei chi è?- chiedo verso la bruna.

-Bay, piacere- dice sorridendomi gesticolando.

-Cassie, sono per metà sorda, ti capisco quando parli. Tu senti?- gli chiesi, abbozzando un sorriso, iniziando a mangiare.

-Si si, pensavo fossi sorda anche tu- disse Bay, sorridendomi.

-Per metà- dissi facendo spallucce, vedendo Emmett sorridere, abbassando poi il volto.

-Mamma mi ha avvisato che è arrivata a casa la tua moto- a quell'affermazione sorrido a 32 denti come un'ebete verso Dafne che felicemente, ricambia il mio sorriso.

-Che moto?- chiede Emmett verso Dafne, per poi guardare me.

-Una Honda CB 250 dell'80' hunter- rispondo sorridente.

-Forte, devo assolutamente darle un'occhiata- risponde Emmett, su di giri.

-Certo- dico alzando il pollice.

Arrivo a casa Kennish saltellando quando poi la vedo: la mia bellissima bambina.

Mi avvicino correndo verso di lei, vedendola parcheggiata in solitudine

Mi avvicino correndo verso di lei, vedendola parcheggiata in solitudine.

-Dice Emmett che è davvero bellissima. Potreste fare qualche giro insieme, con le rispettive moto, che te ne pare?- mi chiese Dafne, facendomi sobbalzare, mentre guardai poi Emmett seduto sulla sua Triumph nera, a guardarmi sorridente.

-Potremmo, si perché no- dissi facendo spallucce.

Salii in groppa alla mia bambina, accendendola e sentendo il suo bellissimo rombo, chiudendo gli occhi, godendomi quel piccolo momento.

-Chiede se ti andrebbe di fare un giro adesso- interrompe nuovamente Dafne.

Guardai verso Emmett: non so cosa mi ha spinto ma ho annuito e gli ho detto che lo seguivo, indossando poi il casco.

Così partimmo, per le strade di Los Angeles, uno al fianco dell'altro, mentre mi godevo quel sole al tramonto e i rombi delle nostre moto andare in simbiosi.

Ci fermammo in un piccolo piazzale, proprio difronte al mare e al sole che tramontava, uno spettacolo. Ci togliemmo il casco entrambi, iniziando a parlare, seduti sulle nostre moto.

Poi arrivò quel momento.

-Quando sei diventata per metà sorda?- mi chiese, guardandomi con uno sguardo dispiaciuto. Abbassai lo sguardo e sorrisi amaramente.

-Stavo giocando con mia madre, un giorno come tutti gli altri, tranquillo e felice: ci fu una specie di black-out, non sentivo più dall'orecchio destro e appena me ne resi conto entrai nel panico. Iniziai a urlare e correre via dai miei genitori, ero solo una bambina di 14 anni allora, ma è come se non fosse cambiato niente. Ho paura di non sentire più nulla, ho paura che quando succederà, non riuscirò ad apprezzare pienamente la vita, come ora- dissi stringendomi nelle spalle, guardando Emmett che mi riservava uno sguardo davvero triste.

Si alzò dalla moto e si avvicinò a me.

-Sorridi...perché anche se perderai l'udito un giorno...il sorriso non perderlo, okay?- dissi ad alta voce, leggendo le sue labbra, che alla fine della frase si allargarono in un sorriso caloroso.

Non potei che sorridere di rimando.

   
 
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