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Autore: Stardust87    21/02/2017    7 recensioni
Il fidanzamento tra Ranma e Akane viene sciolto a causa di gravi problemi economici in cui si trova la famiglia Tendo.
La soluzione? Matrimonio combinato!
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Kodachi Kuno, Ranma Saotome, Tatewaki Kuno, Un po' tutti
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Squillino le trombe!
Sono riuscita a pubblicare l’ultimo capitolo! Spero ci sia ancora qualcuno interessato a leggerlo ^^’’
Mi dispiace avervi fatto aspettare tanto ma non ho passato un bel periodo, tra problemi personali e un grave lutto in famiglia :(
Colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che hanno letto la storia, chi l’ha inserita tra le seguite/preferite/ricordate e chi mi ha lasciato una recensione, anche piccola, spronandomi a continuarla *_*

Vi lascio al capitolo, buona lettura!

 
 





Capitolo 11   Non è mai troppo tardi
 
 
 





Ryoga fissava Akane come inebetito.

Cosa le aveva detto? Incinta?

No, non poteva essere vero. Non la sua Akane.

“Non è la tua Akane” gli mormorò puntigliosa una vocina nella testa.

Ma non era neppure di Ranma. Lui non la meritava. Anche se non conosceva il motivo per cui il codinato l’aveva allontanata, lui non era degno di possedere il cuore di quella splendida fanciulla e neppure di avere un figlio da lei.

<< D-dici sul s-serio? >> farfugliò il giovane, avanzando verso di lei con il cuore che gli batteva all’impazzata.

Lo sguardo serio di Akane lo convinse che non stava affatto scherzando.

Quella consapevolezza lo colpì come uno schiaffo. Il sudore iniziò a imperlargli la fronte e serrò con forza la mascella stringendo i pugni. Ma quando vide le lacrime affacciarsi in quegli occhi scuri che tanto amava il suo cuore si sciolse e con un solo scatto le cinse le spalle, facendole poggiare la testa sulla sua spalla.

<< Sfogati pure Akane, ci sono io adesso >> le mormorò all’orecchio cercando di confortarla.

La ragazza nascose il viso nell’incavo della sua spalla e si lasciò andare ad un pianto disperato e liberatorio. Ryoga la strinse forte, posandole il mento sulla nuca con una voglia pazzesca di dirle di dimenticare Ranma e di accettare il suo amore, pur sapendo che non aveva nessuna possibilità con lei.

“Sei un suo amico, solo un suo amico” si ripeté con angoscia, chiudendo gli occhi.

***

Ranma si aggirava nell’enorme casa dei Kuno come un automa. Lo sguardo spento, gli occhi vitrei e le mani indolentemente infilate nelle tasche dei pantaloni.
Le parole di Ryoga continuavano a bombardargli il cervello senza sosta, contribuendo ad aumentare l’angoscia nel suo cuore. Oltretutto, era la prima volta che una nuova e inaspettata domanda si poneva con forza nella sua mente:

Aveva davvero fatto la scelta giusta allontanando per sempre Akane dalla sua vita?

La sofferenza che aveva letto nei suoi occhi, nel momento in cui l’aveva lasciata, era stato un qualcosa di orrendo e disumano. Eppure, nonostante il modo in cui lui l’aveva trattata, non vi aveva letto né odio né rancore. Solo un enorme, indicibile dolore.
Quel dolore talmente forte da consumarti fin nel profondo dell’anima, ma non tale da ucciderti. Quel dolore che lui stesso provava, ma che (purtroppo) non portava alla morte.

“Se almeno fossi morto smetterei di soffrire!” constatò digrignando così forte i denti da sentire lo schiocco in bocca.

“Ma che vado a pensare?” pensò poi sentendosi accaldato, dirigendosi verso la porta finestra.

Afferrò la maniglia dorata ruotandola in senso antiorario e tirò la finestra verso di sé.
Uscì sul balcone e si poggiò con i gomiti sulla ringhiera nera, lasciando ciondolare la testa tra le spalle. Una leggera folata di vento settembrino lo investì in pieno volto asciugandogli il sudore e provocandogli dei leggeri brividi.

<< Saotome! >> tuonò una voce scura alle sue spalle.

Il codinato non si scompose e, girandosi lentamente, incrociò gli occhi scuri e irosi di Tatewaki Kuno.
Non lo aveva mai visto così infuriato, nemmeno il giorno in cui Akane era andata via da quella casa rompendo il fidanzamento con lui.

<< Cosa vuoi? >> gli domandò con voce atona, lasciando trapelare un sottile velo di irritazione.

Gli occhi di Kuno si strinsero in due fessure << Voglio la verità >> disse semplicemente squadrando il codinato dalla testa ai piedi.

<< Ossia? >> insistette Ranma spazientito.

<< Voglio conoscere il vero motivo per cui ora sei il fidanzato di mia sorella nonostante tu non sia più obbligato >> affermò in tono deciso, impugnando di getto la katana.

Ranma sogghignò << E perché? Cosa te ne importa? >>

<< Mi importa eccome. Se è vero quello che penso, mia sorella mi ha ingannato e io gliela farò pagare cara. Non sa ancora cosa vuol dire mettersi contro di me! >> decretò come una furia.

Lo sguardo del giovane si fece serio.

“Possibile che questo stupido abbia capito qualcosa?” pensò con inquietudine mista a sollievo.

 << Cosa intendi? >> gli domandò sentendo una speranza rinascere nel suo cuore.

<< Che non può fare sempre e solo quello che le torna più utile. Se ha allontanato Akane da me solo per aver libero accesso a te, beh.. >> affermò tagliente fendendo l’aria con la katana.

Ranma sospirò. Doveva dirgli la verità? L’avrebbe veramente aiutato ad uscire da quell’impiccio? Non sapeva decidersi.

Era pur vero che Kuno sembrava veramente ferito dalle azioni della sorella e forse poteva realmente sperare...

<< Dimmi cosa sai e chi te lo ha detto >>

Tatewaki ridacchiò << Sospettavo da parecchio tempo che ci fosse qualcosa sotto e ora, dalle tue parole, deduco che ho fermamente ragione >>

Il giovane gli raccontò brevemente del suo incontro con Nabiki e dei dubbi da lei sollevati riguardo la riappropriazione della palestra. Ranma ascoltò in silenzio lasciandosi andare ad un sorriso compiaciuto. Sapeva che la mezzana non si sarebbe lasciata fuorviare da quella storia campata in aria. L’aveva sempre considerata la più intelligente e scaltra della famiglia Tendo.

<< Quindi Nabiki sospetta già qualcosa.. >> mormorò pensoso.

<< Raccontami come stanno le cose Saotome >> gli ordinò il tuono blu imperioso.

Ranma evitò di rivelare i particolari imbarazzanti e gli raccontò del piano ordito da Kodachi ai danni suoi e a quelli di Akane.

<< Quindi ti sei fatto raggirare da mia sorella come un’idiota?! >> sibilò Tatewaki guardandolo di sottecchi << Sei solo un codardo! Hai rinunciato alla meravigliosa Akane senza combattere! >>

<< Cosa volevi che facessi? Avevo e ho le mani legate! >> sbuffò spazientito il codinato.

<< Dovevi chiedere aiuto razza di stupido! In questo modo cosa hai risolto? >>

Ranma lo guardò sentendo il cuore fermarsi. Non aveva tutti i torti, anzi.

Aveva lasciato che Kodachi facesse i suoi comodi costringendolo a spezzare il cuore di Akane, distruggendo così il loro amore. Strinse i pugni sentendo una furia cieca impossessarsi di lui.
Kuno lo guardò indolente, poi ripose la katana nel fodero lasciandosi andare ad un profondo sospiro.

<< Quell’approfittatrice di Kodachi pagherà per questo! >> sentenziò il tuono blu stringendo un pugno davanti al volto fino a far diventare le nocche bianche << Mi ha deliberatamente ingannato! Ha orchestrato tutto per i suoi comodi, anche tradendo me che sono sangue del suo sangue e non posso di certo tollerare questo affronto! Se io non posso avere quello che voglio non lo avrà neppure lei! >>

<< Calmati zuccone! Avrai la tua vendetta ed io la mia.. >> decretò Ranma ritrovando la freddezza che lo contraddistingueva nei combattimenti.

Alzò lentamente gli occhi su di lui, fissandolo sagace << Ma prima dobbiamo fare un’altra cosa >>

Tatewaki lo guardò interdetto. Una sorta di alleanza con Saotome?

“Beh, perché no!” pensò beffardo gongolando al pensiero dell’imminente rivalsa contro sua sorella, la spietata e crudele rosa nera.

***

Kodachi era impegnata ogni giorno ad organizzare le auspicate nozze con il suo adorato Ranma, in maniera quasi ossessiva. Ogni minuto della sua giornata era zeppo di impegni e appuntamenti, tra il fioraio, il catering e la preparazione degli inviti.
Aveva deciso di organizzare la cerimonia nel giardino della sua villa, lo reputava perfetto per ostentare agli ospiti sia la sua sfavillante ricchezza, nonché il suo fidanzato e molto presto marito. Non riusciva a non mostrare la sua gioia con chiunque le passasse accanto, le sembrava di toccare il cielo con un dito.
Finalmente il suo sogno si sarebbe realizzato e poco importava che Ranma non l’amasse: con il tempo avrebbe imparato ad apprezzarla e lei gli avrebbe fatto scordare dell’inutile esistenza di Akane.
La ragazza calzò ai piedi un bellissimo paio di decolleté bianche dal tacco vertiginoso e si piazzò davanti allo specchio con indosso il suo abito nuziale. Si vide bellissima in quell’abito color avorio rigorosamente stretto, talmente fasciante da mettere in risalto le forme sode del lato b, e con una profonda scollatura sull’abbondante seno. Una nuvola di tulle la copriva dalle ginocchia fino alle caviglie dandole un’infinita grazia. Aveva optato per un abito all’occidentale, indossare un kimono, seppur da sposa, dalla linea dritta che non valorizzava le sue splendide forme, non faceva proprio per lei.
Ripensò al momento in cui aveva comunicato al suo fidanzato la decisione di anticipare le nozze al weekend seguente. Il codinato era rimasto spiazzato, glielo aveva letto apertamente in viso, ma poi il giovane aveva comunque annuito senza fare obiezioni. Kodachi non ci aveva dato peso: era meglio non aspettare troppo per qualcosa di così ampiamente bramato, poteva esserci il rischio che qualcosa potesse sempre andare storto.

Fece una piroetta, scrutando per bene ogni più piccolo dettaglio dell’abito e sorrise rimirando la sua immagine riflessa in quella fredda e lucida superficie.

<< Non potrai sfuggirmi mio caro Ranma. Presto sarai mio e nessuno potrà mai dividerci.. >> dichiarò portandosi una mano alla bocca e scoppiando a ridere in maniera stridula ed esagerata.

***

<< Allora, è tutto a posto? >> chiese Nabiki fissando truce Tatewaki che avanzava dritto verso di lei.

Lo aveva aspettato fuori dalla banca per più di mezz’ora, appoggiata ad un lampione con le mani incrociate sul petto, battendo un piede per terra, impaziente. Voltava in continuazione la testa da una parte all’altra, restando sempre allerta.
L’ultima cosa che voleva era che arrivasse all’improvviso Kodachi e li trovasse proprio lì. Si sentiva nervosa, non ne poteva più di quella situazione, sua sorella Akane stava male e ora che aveva scoperto di essere incinta era addirittura peggiorata.
Nabiki le aveva raccontato tutto quello che avevano da poco scoperto, ma con sua somma sorpresa la sorella non aveva fatto i salti di gioia nello scoprire che Ranma, in realtà, le aveva mentito e l’amava ancora.

Fissò Kuno di sottecchi, aspettando fervidamente quella risposta che il giovane le stava facendo patire.

Aveva sempre ritenuto che Kuno fosse un giovane abbastanza ingenuo, per non dire fesso, ed era rimasta piacevolmente stupita nell’apprendere che, per una volta, il suo cervello avesse avuto la meglio sull’istinto. Non riusciva ancora a credere che avesse accettato di aiutarli per salvare Ranma dalle grinfie della sorella. Certo, Tatewaki non aveva preso bene il fatto di dover rinunciare definitivamente ad Akane e per farlo stare buono, il codinato aveva dovuto offrire qualcosa di molto appetitoso in cambio.

Qualcosa di pari valore.

E, a malincuore, si erano accordati per dieci appuntamenti galanti tra il tuono blu e la ragazza con il codino. Nabiki sapeva che Ranma avrebbe accettato di tutto pur di liberarsi di Kodachi e poter stare con sua sorella Akane.
Ora la sola cosa che mancava era trovare un modo per liberarsi della spada di Damocle che pendeva sulla testa del codinato: ossia riuscire ad appropriarsi del documento riguardante la palestra che la rosa nera utilizzava come arma di ricatto. La ragazza gli aveva più volte ribadito che la palestra sarebbe stata definitivamente della famiglia Tendo una volta celebrate le nozze.
L’atto di cessione non era stato ancora firmato e che quindi la legittima proprietaria era ancora lei, anche se Soun era tornata a gestirla personalmente.

<< Sì. Ho parlato con il direttore della banca e mi ha assicurato che non importa di chi sia il nome sulla firma, la cosa importante è sia un componente della famiglia Kuno a sottoscrivere l’atto di cessione >> rispose soddisfatto.

Le labbra di Nabiki si allargarono in un sorriso trionfante << Quindi puoi benissimo essere tu a firmare.. >>

<< Eh già. È il mio cognome che conta! >> esclamò il giovane gongolante.

Nabiki tirò fuori dalla tasca una dozzina di foto della ragazza con il codino e le porse a Kuno.

<< Queste sono per te. Te le sei ampiamente meritate. Ora finisci il lavoro e avrai la succosa ricompensa che ti abbiamo promesso >>

Gli occhi di Tatewaki si dilatarono a dismisura e un rivolo di bava gli scese dalla bocca spalancata.

<< Oh, che visione! Mio amore! Presto questo prestante uomo ti soddisferà in ogni modo >> mormorò emozionato sulle foto, baciandole una ad una con passione.

La ragazza storse le labbra in una smorfia di disgusto e voltò il viso evitando di guardare quella scena patetica e stomachevole.

<< Ok Kuno, basta così. Fai quello che devi e fammi sapere al più presto. Le nozze tra Ranma e Kodachi devono essere annullate quanto prima >> gli disse fermamente, voltandosi e andandosene.

***

Akane era ferma davanti alla finestra della sua camera e guardava fuori, gli occhi vuoti e incredibilmente tristi. Fissava un punto indefinito davanti a lei senza vederlo davvero. Ryoga era ripartito per uno dei suoi lunghi viaggi e lei si sentiva di nuovo sola. Ma erano state soprattutto le parole di Nabiki a sconvolgerla: le rimbombavano ancora nel cervello, martoriandole la mente e il cuore.

“Ranma ti ama Akane, ti ha mentito solo per aiutarti. Ha ceduto al ricatto di Kodachi solo perché tiene a te, perché vuole vederti felice”

Già, felice.

Come poteva essere felice senza di lui?
Come poteva essere stato tanto egoista da non dirle niente?
Da decidere per lei?

Le aveva deliberatamente spezzato il cuore, l’aveva umiliata, fatta piangere e soffrire senza un reale motivo. L’aveva fatta sentire una stupida, una ragazzina alle prese con un ragazzo che non la vuole e che la lascia per un’altra, forse migliore di lei.

Come aveva potuto pensare che a lei interessasse più di quella dannata palestra che non di loro due?

Il futuro che lei aveva sempre sognato non era la palestra, ma era stare insieme a lui.

In qualunque luogo, ma con lui. Per sempre.

Strinse forte i pugni sentendo di nuovo la rabbia assalirla. La voglia di prenderlo a schiaffi e di urlargli tutto il suo rancore era incommensurabile.

“È un idiota” pensò sconvolta mentre le lacrime le rigavano il volto “Uno stupido idiota!”

Si lasciò cadere in terra e si portò le ginocchia al petto, affondandovi la testa.

“Come posso perdonarlo? Come?” si chiese affranta, portandosi una mano protettiva al ventre “Lui non sa ancora di te… e forse è meglio così”

***

Kodachi si diresse nel grande salone della sua dimora dove si sarebbe svolto il ricevimento. Voleva controllare che tutto fosse stato disposto come lei aveva ordinato, non avrebbe tollerato nessun errore.
Aprì la porta aspettando di vedere i nastri di tulle bianco scendere dal soffitto e fiocchi di raso attaccati dappertutto. Invece, con totale sconcerto, notò che la stanza era ancora completamente spoglia.

Voltò lo sguardo stupito verso destra e vide suo fratello, Ranma e Nabiki seduti sul suo bellissimo divano di pelle a sorseggiare del tè.

<< Ma.. questo cosa significa? Voi che ci fate tutti qui? >> chiese meravigliata passando lo sguardo su ognuno.

<< Ti stavamo aspettando sorellina >> affermò Tatewaki alzandosi in piedi.

<< Per..? >>

Ranma lo imitò e si avvicinò alla rosa nera con un sorriso stampato sulle labbra.

<< Ma per darti la splendida notizia >> disse strizzandole l’occhio.

Kodachi strinse gli occhi fissandoli truce. Che ci facevano tutti insieme? E perché una della famiglia Tendo era in casa sua?

<< Quale notizia? >> chiese alzando la voce.

Nabiki prese la parola e le sorrise perfidamente << Una notizia favolosa cara Kodachi. La palestra Tendo è tornata ad essere proprietà dei Tendo >>

La rosa nera ridacchiò << E quindi il caro Ranma vi ha spiattellato tutto? Beh, non importa! >> affermò compiaciuta << La palestra non è ancora vostra Nabiki, non senza la mia firma >>

Kuno iniziò a sghignazzare e a battere le mani << Invece sì, cara sorellina bugiarda e meschina. Volevi farmela, eh? Beh, ancora non conosci il famosissimo tuono blu! >>

<< Cosa intendi? >> gli chiese, spaventata da quelle parole.

<< Che non servi tu per mettere quella famosa firma >>

<< No… Non puoi avermi fatto una cosa del genere! >> esclamò sconvolta sentendo tutti i suoi sogni infrangersi.

<< Invece è proprio ciò che ho fatto. La palestra non è più di tua proprietà! >> le rivelò ghignante.

Ranma le si avvicinò, guardandola disgustato << Io e te abbiamo chiuso, non voglio più vederti. Spero che un giorno capirai che non si possono avere le cose con la forza >>

Poi si rivolse a Nabiki << Vado da Akane >>

La mezzana annuì << Ti aspetta nel parco, credo sia impaziente come te >> gli disse strizzandogli l’occhio.

Il codinato si sciolse in un sorriso e si precipitò fuori dall’abitazione.

<< NO, RANMA NON LASCIARMI! >> gridò la rosa nera lasciandosi cadere in ginocchio.

Il fratello le posò una mano sulla spalla << È quello che meriti sorellina! >> le sibilò freddamente uscendo dalla stanza insieme a Nabiki e lasciandola sola con il suo dolore.

***

Ranma corse, corse il più velocemente possibile, con tutto il fiato che aveva nei polmoni.
L’avvistò da lontano e il cuore iniziò a palpitargli come una furia: la sua Akane era seduta sull’altalena, le gambe ciondolanti e lo sguardo rivolto verso il terreno. Indossava un abitino giallo senza maniche e delle bianche scarpe da tennis.

Si fermò a pochi metri da lei, ansante e con il respiro corto.

<< Akane… >> mormorò in un soffio allungando una mano verso di lei e stendendo le labbra in un sorriso.

La ragazza alzò lentamente gli occhi su di lui e il sorriso di Ranma si incrinò.
Lo sguardo di Akane era duro e contrito: nei suoi occhi vi scorse rabbia, tristezza, addirittura un accenno di odio.

No, non poteva odiarlo…

<< Akane >> ripeté deglutendo a fatica << Lo so che sei arrabbiata e ne hai tutte le ragioni, ma… >>

La ragazza si alzò di scatto e gli piantò gli occhi addosso. Occhi di fuoco che sembravano mandare stilettate al suo vulnerabile cuore.

<< “Ma” cosa?! >> lo canzonò << “Ma” scusami perché sono un’idiota? Uno stronzo? Perché questo sei, mio caro Ranma, un dannato stronzo egoista! >> lo accusò inondandolo di parole come una furia.

Ranma istintivamente indietreggiò di fronte a quel fiume di parole, parole pesanti che la ragazza gli rivolse senza pietà.

<< Puoi accusarmi di tutto, ma non di essere un egoista! >> si difese il codinato sentendo i nervi assalirlo.

Come poteva incolparlo di essere un egoista dopo tutto quello che aveva dovuto sopportare?

<< Ah no? E come lo chiami allora? >> gli chiese la ragazza sprezzante, resistendo alla voglia di mollargli un ceffone in pieno volto.

<< Lo chiamo amore >> rispose lui fermamente, lanciandole uno sguardo di sfida.

Akane spalancò gli occhi, sorpresa da quelle parole.

“Amore” pensò sconcertata.

Improvvisamente sentì la rabbia abbandonare il suo cuore, sostituita da un vuoto incolmabile.

<< Credi che io facessi i salti di gioia nel dover sposare quella pazza scatenata di Kodachi? E vivere per sempre sotto lo stesso tetto dei Kuno? >> affermò avvicinandosi a lei e afferrandole per le spalle, scuotendola leggermente << Che si possa chiamare vita, una vita senza di te? >>

Gli occhi di Akane si riempirono di lacrime, lacrima di rabbia, di amarezza ma anche di infinita gioia nell’ascoltare quelle parole.

Anche Ranma aveva sofferto per la loro lontananza, forse anche più di lei sapendo a quale crudele destino stesse andando incontro e consapevole di aver mentito proprio a lei.

Il giovane le prese il mento tra le dita e la costrinse a guardarlo.

<< Io non ho mai smesso di amarti Akane e mai potrò farlo. Il mio cuore appartiene a te, qualunque cosa succeda >>

Le lacrime presero a scorrere sulle guance della ragazza e Ranma gliele asciugò con la punta delle dita.

<< Però… mai più bugie, promettimelo >> sussurrò Akane abbozzando un timido sorriso.

<< Promesso, mai più >> soffiò Ranma sulle sue labbra prima di catturargliele in un bacio lungamente agognato da entrambi.
Il giovane la cinse per la vita facendo aderire il bacino a quello di lei e approfondendo il bacio.

Quanto le era mancata, se non si fossero trovati in un luogo pubblico l’avrebbe fatta stendere in terra e…

<< Ranma, fa piano, potresti fargli male! >> gli disse scostandosi leggermente da quella morsa in cui lui la teneva.

Il giovane spalancò gli occhi guardandola confuso. A chi avrebbe fatto male?

Akane si accarezzò la pancia e gli sorrise dolcemente.

<< Vuoi dire che tu… che noi… >> biascicò il codinato sconvolto.

La ragazza annuì timidamente.

Dopo lo sconcerto iniziale Ranma l’afferrò per la vita e la sollevò facendola girare intorno a lui come se fosse una trottola.

<< Ranma, sei impazzito ?! Mettimi subito giù! >> gridò la ragazza scoppiando però a ridere.

Il codinato ubbidì e se la strinse contro, mormorando frasi senza senso, con la testa affondata nell’incavo del collo della sua amata. Akane si aggrappò a lui con le gambe tremanti, godendosi il suo virile profumo e il contatto con la sua pelle calda.

***

2 mesi dopo…

Ranma l’abbracciò da dietro posando possessivamente le mani su quel prezioso ventre leggermente accennato, depositandole un leggero bacio sul collo. Akane lasciò andare la testa all’indietro, poggiandola sulla spalla del suo amato, aspirando a fondo il dolce profumo ambrato della sua pelle. Si lasciò sfuggire un lungo sospiro, un sospiro intriso di felicità, quiete e anche paura. Non le sembrava ancora possibile credere a tutto quello che le era successo. Coprì la mano sinistra del codinato con la sua giocherellando con il bracciale d’argento intrecciato, uguale a quello che circondava il suo polso.
Se lo erano regalato come pegno d’amore e, anche se non era di grande valore, per lei era qualcosa di inestimabile.

Erano seduti sul soffice letto, nella stanza della giovane. Ormai quella camera era diventata il loro rifugio, il loro talamo d’amore. Adoravano ritagliarsi qualche momento solo per loro durante la giornata, lontano da occhi e orecchie indiscrete.

<< A cosa pensi? >> le sussurrò suo marito all’orecchio, mordicchiandole il lobo con le labbra.

Akane rabbrividì di piacere a quel contatto e un sorriso le spuntò sul volto.

<< A noi. E al nostro bambino >> gli disse cercando di essere il più sincera possibile.

In realtà mille domande la tormentavano in continuazione.

Come poteva dirgli che, dopo tutto quello che avevano passato, aveva paura del futuro?
Che non credeva di poter provare una felicità da tale da sentire il suo cuore battere così violentemente da voler scoppiare?
Che non capiva come lui potesse amarla tanto, nello stesso modo in cui lei amava lui?
E sarebbero stati capaci di crescere un bambino? Erano entrambi molto giovani..

No, non poteva rovinare quel magico momento con tutte quelle domande pressoché inutili, a cui nessuno probabilmente sarebbe riuscito a dar loro una risposta veritiera.

<< Non preoccuparti, andrà tutto bene >> le mormorò dolcemente il codinato stringendola più forte.

Akane si voltò a guardando chiedendosi come potesse aver capito con uno solo sguardo tutti quei dubbi che l’assillavano.
Si perse, come sempre, in quelle pozze blu, brillanti e profonde, che avevano il potere di farle vibrare il cuore.

<< Sai cosa tormenta me invece? >> le chiese alzando un sopracciglio.

Akane sorrise e scosse la testa, sentendo le lacrime pungerle gli occhi.

<< Il sesso del bambino. Secondo te sarà un maschio o una femmina? >>

La giovane lo guardò stupita e si asciugò gli occhi con il dorso della mano.

 << Beh, non saprei. Se sarà un maschio sarà sicuramente forte come te >>

Il giovane annuì pensoso << Se invece sarà femmina… allora sarà una baby-maschiaccio >> dichiarò Ranma ridendo e Akane, per tutta risposta, lo colpì più volte sulla testa con un cuscino.

Il codinato le afferrò i polsi e, ridacchiando, avvicinò il volto al suo. Akane avvertì un tremolio sconquassarle il corpo sentendo il respiro caldo di lui sulla pelle.

Lui la fissò intensamente, comunicandole con lo sguardo tutto il suo amore. Uno sguardo così carico di passione che la fece tremare ulteriormente, che la fece sentire amata, protetta e preziosa come una gemma rara.

<< La mia bellissima baby-maschiaccio.. meravigliosa come la sua mamma >> le sussurrò dolcemente prima di baciarla.
Akane sorrise sulle sue labbra, sentendo il cuore scoppiare di felicità.

Sapeva che nessuno li avrebbe più divisi, esistevano l’uno per la gioia dell’altro.

 
 
 
 




“Ogni donna merita un uomo che la guardi
ogni giorno come se fosse la prima volta”
Wiz Khalifa
 
 








FINE
 
 







 
Ringraziandovi dal più profondo del cuore vi saluto! Forse in un futuro prossimo ci rivedremo su questo bellissimo fandom! Sarei felicissima di leggere le vostre opinioni!
Un bacione e tante cose belle a tutti voi! :*

 
 
 
 
 
 
 
  
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