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Autore: Stelena 4ever    21/02/2017    1 recensioni
Riprende dall'entrata di Hank nel bar di Banny non mi è piaciuto come lui se ne è andato e non credo fosse da lui quindi riprende lì
"Vieni via. Adesso" disse con voce incazzata un tono che non sentivo rivolto a me da almeno 2-3 anni sembra passato un secolo
"No non sei nessuno per ordinarmelo, ne mio padre ne altro" non lo vedo neanche arrivare ma di sicuro lo sento ed ecco il momento in cui Hank Voight ha raggiunto il punto di rottura e la sua mano ha raggiunto la mia faccia "Via. Adesso"
Molto momenti famiglia in questa one shot spero che vi piaccia
Genere: Fluff, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Erin Lindsay, Hank Voight
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Chicago pd
"È un po' presto per bere" disse Voight verso di lei
"Ho avuto una nottataccia" rispose evitando il suo sguardo 
"Si...l'abbiamo avuta tutti. Dai vieni ti offro un caffè mentre andiamo al distretto" continuo lui
"Sai Hank ci ho pensato molto... non sono altro che una portatrice di guai... sono cresciuta nei guai e a quanto pare non riesco a tenermene lontana e chi mi sta vicino ne fa le spese tutte le persone a cui voglio bene fanno sempre una brutta fine... quindi non...."    
"Smettila di essere così dura con te stessa"
"Ho anche già parlato con la mamma"
"E cosa avete deciso"
"Abbiamo pensato che sarebbe molto positivo per Erin se tu le lasciassi un po' più di spazio in modo che possa capire cosa è meglio per lei" parlò lei con falsità 
"Andiamo" ordinò lei scosse la testa "ho cercato di parlarti come amico ma adesso ti sto parlando come capo scendi da quello sgabello e andiamo a lavorare"
"Puoi chiedere a Platt del perché non sono al distretto ho un permesso per oggi" faccio segno a bunny di portarmi un'altra birra mi giro verso di lui 
"Ti faccio una domanda Erin quante possibilità ci sono secondo te che me ne vada e ti lasci bere quella birra" 
"Beh riflettendoci direi nessuna possibilità che tu te ne vada ma nessuna che tu mi possa impedire di bere questa birra sono maggiorenne " mi guarda chiudendo gli occhi in due fessure 
"Vieni via. Adesso" disse con voce incazzata un tono che non sentivo rivolto a me da almeno 2-3 anni sembra passato un secolo
"No non sei nessuno per ordinarmelo, ne mio padre ne altro" non lo vedo neanche arrivare ma di sicuro lo sento ed ecco il momento in cui Hank Voight ha raggiunto il punto di rottura e la sua mano ha raggiunto la mia faccia "Via. Adesso"
"Hank ma che cazzo fai?" Dissi portandomi una mano sulla guancia 
"Non pensavo le alzassi le mani sei peggio di quello che credevo" parlò bunny 
"Hai due possibilità o vieni via con me come una persona adulta o ti trascino io  come una ragazzina in memoria dei vecchi tempi no?" lo guardo incazzata e mi giro per afferrare la bottiglia ma mi afferra per le spalle e mi alza in piedi "in macchina adesso" io lo guardo negli occhi e so che non posso vincerla questa battaglia e obbedisco 
Pov's voight
"Ascoltami attentamente avvicinati ancora a lei e ti giuro che non resterai a Chicago libera ancora per molto" avverto
"Ti piacerebbe ci hai sempre voluto tenere lontane ma chiediti perché oggi non è venuta da me ma da te"
"Io ti avvertito"e con questa me ne andai
Pov's Erin 
"Sai quello schiaffo era veramente professionale, sergente" 
"Si come quella birra alle 9:30 del mattino"
"Dovevi girare di là per il mio appartamento dove stiamo andando?"
"Pensavi davvero che saresti restata a casa tua?"
"No" sbuffai e lo vidi ghignare 
"Non riesco a crederci" dissi ad un tratto 
"A cosa esattamente" 
"Al fatto che davanti a tutti mi hai tirato uno schiaffo a me ho 25 anni cioè sono un adulta"
"Ovviamente" disse in tono sarcastico io alzai gli occhi al cielo 
"E poi comunque sia non ci sarebbe stato se te ne saresti andata la prima volta che ti ho avvertito"
"Vuoi dire se ti avessi ubbidito" frecciai 
"Si come una brava bambina" 
"Fanculo" sibilai con gli occhi stretti 
"Come?"
"Niente lascia perdere" e continuava a ghignare non umoristicamente ma incazzato nero esattamente come quando avevo 16-17 anni 
"Mi sembra di tornare indietro nel tempo in questo momento" disse io mi girai verso il finestrino per non commentare 
*17.30 del pomeriggio*
Scendo dalla mia camera con un borsone per la palestra vado verso la porta quando mi sento chiamare 
"Dove stai andando?"
"In palestra posso papino o sono in punizione?" Dissi sarcasticamente 
"Sei in punizione" fece serio io sbarrai gli occhi
"Che cosa? Non puoi per l'amor del cielo"
"Io posso fare quello che voglio"
"D'accordo ammettiamo che sono in punizione come i bambini devo mantenermi in forma per fare questo lavoro mi serve la palestra" 
"Puoi andare ma ti avverto non fare altre deviazioni lo saprei" li lancio uno sguardo assassino e esco 
Arrivò in palestra saluto Antonio e mi avvio al sacco che iniziò a tirare pugni con tutta la forza per un quarto d'ora buono quando sento alle mie spalle urlare dal ring 
"Chi vuole fare un incontro?" È sicuramente più allenata  di me ma me ne frego 
"Vengo io" Antonio mi lancia uno sguardo confuso ma mi giro prendo il paradenti e salso sul ring e al suono del dong iniziamo mi arriva subito un pugno non mi fa male  non reagisco mi faccio solo colpire me lo merito pertutto il sangue sulle mie mani per il cadavere in quella tomba è tutta colpa mia e di quel figlio di puttana di Yates tutta la rabbia mi si accumula il sangue al cervello ed è lì che inizio tirare pugni contro quella ragazza che sventuratamente si è trovata lì vado avanti per qualche tempo finché mi chiede di fermarmi e ricomincio a ragionare mi levo il guanto e li porgo la mano 
"È stato un bell'incontro" lei annuisce mi stringe la mano vado avanti così a fare vari esercizi 
"Per caso sei incazzata con qualcuno" alzo lo sguardo e vedo Antonio 
"Sì più di qualcuno in realtà ma per adesso non voglio parlarne con nessuno"
"Sai è normale avercela con il mondo dopo una perdita"
"Credi? Io però non c'è l'ho con il mondo solo con me"
"Non è colpa tua " non rispondo e inizio a correre sul tapis roulant 
"Che è successo con Voight?"
"Niente di nuovo"
"Perché mi ha chiamato dicendomi di avvertirlo se non venivi in palestra?"
"Perché è un maniaco del controllo o perché forse voleva vedermi non lo so non sto nella sua testa"
"Sei incazzata con lui e mi stai mentendo te lo leggo in faccia" fermo il coso e lo guardo 
"Sinceramente non sono affari tuoi d'accordo" e con questo mi metto gli auricolari e vado in sala pesi tutti quanti sono così bravi a dare consigli ma si sono mai chiesti se li voglio i loro consigli posso capire da Hank insomma non fa altro che trattarmi come una figlia da quando avevo 12 anni anzi si comporta ancora come se ne avessi dodici dio quando mi ha tirato quello schiaffo l'avrei ucciso per non parlare del fatto che mi ha messo in punizione che poi cosa dovrebbe significare se voglio uscire non posso? E per quanto tempo? E poi perché cazzo dovrei seguire i suoi ordini d'accordo quando vivevo con lui ma ora ho un mio appartamento! Sbuffo e metto giù il peso guardò l'orologio sono le 20:30 cosa mi gioco che ora avrà da ridire per il tempo che sono stata qua mi vado a fare una doccia e ritorno a casa...Dio l'ho chiamata casa d'accordo che lo è stata per tanti anni ma non posso cominciare così altrimenti vincerà lui...sono patetica.
Arrivo che sono le 21:15 apro casa e vado in cucina per bere un po' poi vado per salire le scale ma lo vedo seduto sulla poltrona 
"Ti alleni molto" 
"Beh quando mi stressano capita...ho saputo che hai preso anche un babysitter avevi paura che ti mentissi è che non andassi lì?" chiedo vitrea
"Non è così volevo solo sapere se stavi bene" 
"Sto divinamente"
"Che cosa è successo sul ring?"
"Allora vedi che lo hai usato da babysitter comunque niente"
"Si ma all'inizio non ti muovevi incassavi solamente " mi appoggio al camino di fronte a lui
"Stavo studiando il suo schema" non lo guardò negli occhi mentre lo dico
"Ragazzina mi avevi promesso che mi avresti detto sempre tutto" 
"È stato tanto tempo fa" mi si incrina la voce mentre parlo 
"Il tempo non cambia un cazzo lo sai"
"È colpa mia Hank" mi scende una lacrima solitaria "se non mi avesse conosciuta sarebbe ancora viva in salute e felice invece io gli ho levato tutto, la possibilità di innamorarsi, una famiglia,un futuro, tutto" si aggiungono altre lacrime lui si alza e mi abbraccia appoggio la fronte sulla sua spalla e iniziò anche a singhiozzare dopo un paio di minuti mi riesco calmare e ci rimettiamo seduti lui sulla poltrona io sul bracciolo della poltrona 
"Ragazzina non è colpa tua se Yates era un assassino è lei prima che tu la incontrasti era una prostituta lo faceva per comprarsi la droga sarebbe morta per una dose bastarda o a causa di qualche scontro sulle strade tu gli hai regalato una vita migliore finita presto si ma migliore"
"Tu questo non lo sai per certo sappiamo solo che grazie a quel lavoro che gli ho procurato è morta"
"Hai ragione ma vuoi sapere cos'altro sappiamo per certo che lei ha visto in te qualcosa di buono e si è fidate della te sobria lavorativa è forte no dell'ombra di te stessa Erin" quelle parole ebbero lo stesso effetto di un treno in corsa mi investirono 
"D'accordo? Nessuno dice che è facile ma tu piccola non hai mai avuto una vita facile puoi superare tutto ok?" Io annui 
"Non ho sentito ragazzina "
"D'accordo" poi un sorriso sarcastico 
"Dovresti smetterla di chiamarmi ragazzina sai te lo dico da una vita" dissi alzandomi lo superai
"Non succederà mai" disse accompagnando il tutto da una schiaffo sul mio sedere 
"Ahi! Che ho fatto adesso?"
"Hai fatto comunque tardi " scossi la testa 
"Ah Hank mi dispiace per stamattina io non volevo dire che non sei ne mio padre ne altro era solo rabbia perché...ehm...ecco io...Hank tu per me sei un padre lo sai giusto?" Ero imbarazzata al massimo non sono da questi discorsi 
"Certo che lo so non avevo mica bisogno del tuo permesso" io annuisco e inizio a salire le scale per andare di sopra 
"Erin?" Mi giro verso di lui e mi avvicino sedendomi nuovamente affianco a lui 
"Dimmi" 
"Perché  sei andata da tua madre e non da me?" Abbasso lo sguardo per poi rialzarlo e guardarlo negli occhi
"Mi serviva un bar che non ti avvertiste" rispondo infine 
"Ce ne sono a decine a Chicago"
"Non volevo piangere e apparire debole di fronte a te" lui mi osserva ma non parla ma rimaniamo a guardarci lui mi scruta sembra confuso o incazzato o entrami c'è da dire che però lui sembra sempre incazzato ma come se "sembri essere sul punto di prendermi a schiaffi per la seconda volta oggi" non commenta continua a guardarmi....
"Che cosa significa che non volevi piangere davanti a me è già successo prima di oggi"
"Si ma ero un'adolescente ora si presume che sia più matura e comunque si possono contare sulle dita le volte che ho pianto con te certo sono di più rispetto a chiunque ma ora ecco io non volevo che tu camminassi sul vetro quando mi stai vicino ma evidentemente mi sbagliavo mi dispiace Hank davvero"
"D'accordo ragazzina siamo apposto" gli sorrido serenamente e me ne vado quando mi folgora un pensiero
"Non è vero il fatto della punizione giusto?"
"Certo che è vero non puoi uscire se non per andare a lavoro e in palestra un giorno sì e uno no per almeno un mese" lo guardo sconvolta ghigna alla mia vista e si alza per andare in cucina mentre io vado a dormire 
   
 
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