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Autore: Yumiko    21/02/2017    3 recensioni
I nostri beniamini sono guidati dai sentimenti: legami affettivi più o meno stretti, legami di natura molto diversa tra loro - legami che, in ogni caso, si trovano alla base dei rapporti umani. In questa raccolta la parola d’ordine sarà, appunto, legame – sia esso amore, amicizia, rispetto, rivalità.
01. Amore paterno: Vegeta puntò lo sguardo severo sul piccolo davanti a sé. [...] "Io non so cosa farmene di te." Trunks lo guardò con i suoi occhioni azzurri, un sorrisino accennato appena sul faccino tondo.
02. Amore fraterno: Il volto del bambino si rasserenò. Si strofinò la faccia per scacciare via le lacrime e guardò intensamente il fratello, colmo di speranza. “Me lo prometti, fratellone?”
03. Rispetto: L’Angelo gli rivolse un ultimo, gentile sorriso e si recò verso il banchetto che aveva adocchiato al suo arrivo, lasciando il Dio della Distruzione a bollire nel suo brodo di vergogna.
Genere: Commedia, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Legami: Rispetto




 


Lord Beerus era noto in tutto l’Universo 7 per il suo pessimo temperamento. E l’intero Universo 7 sapeva che l’unico in grado di tenere a bada il brutto carattere del Dio della Distruzione era nient’altro che Whis, colui che lo sopportava da tempo immemore e che, inspiegabilmente, provava nei suoi confronti una qual sorta di affetto.  
Adesso, nonostante la terribile reputazione, Lord Beerus se ne stava lì a crogiolarsi al sole, con un cocktail in una zampa e una variegata scelta di stuzzichini nell’altra. Quiete e tranquillità era tutto ciò che bramava in quel momento: un po’ assurdo, forse, considerato il compito di distruttore al quale doveva rispondere.
Sbadigliò rumorosamente, stiracchiandosi per bene, quindi aprì gli occhi e si grattò un orecchio, un po’ annoiato. Diede un’occhiata in giro con fare distratto, bevve ancora qualche sorso di quella dolcissima bevanda ghiacciata e si alzò, uno strano e preoccupante luccichio attraversò il suo sguardo divino.
I dintorni sembravano deserti: l’umana che riusciva a soddisfare il suo insaziabile appetito era rintanata da ore in una delle centinaia di stanze della sua enorme casa, il marmocchio dai capelli viola probabilmente era da qualche parte a bighellonare con il mostriciattolo uguale a quell’insopportabile di Goku, e Vegeta era da Whis per il consueto allenamento giornaliero.
Perfetto. Nessuno se ne sarebbe accorto.
Sgattaiolò con passo felino nel laboratorio di Bulma, un sorrisino malizioso tra le labbra. Quando raggiunse l’entrata, portò le zampe sui fianchi e si lasciò andare ad una risata malefica. Si sarebbe divertito parecchio, in quel posto. Cominciò a pigiare tasti e bottoni da tutte le parti, digitò parole incomprensibili sul computer, frugò nei cassetti, attivò vari prototipi lasciati incustoditi... Poco importava se avesse fatto esplodere tutta la residenza dell’umana – non era di certo affar suo: oltretutto, quella donna non gli stava nemmeno poi tanto simpatica.
All’ennesimo pulsante premuto, però, un rumore assordante e ripetitivo, accompagnato da luci rosse ad intermittenza che vorticavano sulle pareti, risuonò violento in ogni stanza della Capsule Corporation.
Lord Beerus imprecò sottovoce, ma non si scompose più del dovuto: uscì all’aria aperta lasciandosi alle spalle lo scompiglio che aveva provocato e tornò a sdraiarsi, beandosi dei caldi raggi solari, come se nulla fosse accaduto. Se l’era decisamente spassata, anche se per poco.
Addentò con voracità un pezzo di pizza ed osservò il cielo azzurro che si stagliava infinito sopra la sua testa. Quel pianeta aveva dei bei colori, doveva ammetterlo.  Pochi istanti dopo Bulma accorse in preda al panico, i capelli azzurri raccolti alla buona in un asciugamano bianco, la maglietta tempestata di gocce d’acqua.
“CHE DIAVOLO E’ SUCCESSO QUI?!”, urlò isterica, piombando nel laboratorio e mettendosi le mani sul viso, sconvolta da ciò le si presentò davanti. Fece un respiro profondo e poi, come risvegliatasi all’improvviso, cominciò a correre disperata in ogni angolo della stanza per cercare di riparare il danno – qualunque esso fosse – e far smettere lo scampanellio del segnale d’emergenza. Quel rumore le stava spaccando i timpani.
“CHI E’ STATO, CHI E’ STATO! TRUNKS! VIENI SUBITO QUI!”
Il bambino si presentò alla madre con uno sguardo da cucciolo bastonato, gli occhi bassi e le mani nascoste dietro la schiena. “Io non c’entro, mamma. Davvero! Ero fuori a giocare con Goten!”
La donna sbuffò e portò le braccia al petto. “Non si dicono le bugie, Trunks! Quante volte ti ho detto di non toccare niente qui dentro? Sai quanto tempo ci metterò a sistemare tutto adesso?! Cosa hai combinato!”
“Ma... MAMMA! Non sono stato io, ti dico!”
Goten sbucò da dietro l’amico e annuì, vagamente spaventato dall’umore distruttivo di Bulma. “Trunks era con me in giardino, non è stato lui. Stavamo giocando prima che ci chiamassi.”, asserì, sorridendo con cautela e dando una pacca di sostegno al ragazzino. Trunks gli sorrise appena, mortificato ma riconoscente dell’aiuto.
Bulma sospirò, alzando le mani in segno di resa. “Se non sei stato tu... Allora chi è stato?”
Lord Beerus, che fino a quel momento aveva origliato la conversazione senza smettere di abbuffarsi di pizza e tartine, sorrise sotto i lunghi baffi.
Nessuno se ne sarebbe accorto. Non ci sarebbero mai arrivati. Nessuno avrebbe mai sospettato di un’entità superiore come lu-
Non ebbe il tempo di finire di formulare il pensiero che una scia luminosa gli atterrò di fronte - facendo apparire la slanciata figura di Whis in tutta la sua maestosità, lo sguardo fiero e la schiena dritta come un fuso. L’Angelo gli rivolse un’occhiata gelida, ignorando le leccornie poste di fianco al Dio della Distruzione con inusuale facilità.
“Mi segua, Bills-Sama.”
Infastidito da quel tono tanto brusco e dalla venuta così improvvisa del suo Maestro, Lord Beerus obbedì di malavoglia e abbandonò l’ultimo stuzzichino sul tavolo.
Whis si schiarì la voce per attirare l’attenzione della sua amica umana, ancora intenta a litigare con il figlio innocente.
“Bulma-san, credo che qualcuno qui abbia qualcosa da comunicare a tutti noi.”, dichiarò ad alta voce senza scomporsi.
Beerus sbiancò. Se lo sarebbe dovuto aspettare: a Whis non sfuggiva mai niente. Non che gli fosse chiaro come avesse fatto a scoprirlo così presto, però...
Una goccia di sudore gli scivolò lungo la schiena, le orecchie in tensione ritte sulla testa.
Deglutì.
Sentì gli occhi di tutti puntati addosso, l’umiliazione che si avvinava repentina.
Whis tossì, dando una gentile gomitata all’Allievo, un lieve sorriso tra le labbra violette.
Bills esplose. “E VA BENE, SI’, SONO STATO IO!” , incrociò le zampe e si girò dall’altra parte, rosso come un pomodoro per la vergogna e l’imbarazzo.
L’Angelo annuì, non ancora soddisfatto. “Non sta dimenticando qualcosa, Bills-Sama?”
“No.”
Bills-Sama.”
Lord Beerus sospirò, sconfitto. “Mi disp.. Disp...iace... Dispiace.”
Whis rise contento, gli occhi vispi di nuovo sereni e rilassati.
Bulma ciondolò sui piedi, non sapendo cosa dire. Di norma gli avrebbe urlato addosso, ma vedere Bills così ubbidiente e remissivo nei confronti di Whis la fece rimanere senza parole. Era la prima volta che assisteva ad una scena simile.
Si scusò con Trunks, ancora imbronciato per essere stato accusato e sgridato ingiustamente. “Scusami tanto tesoro, non avrei dovuto dubitare di te in questo modo!”, gli schioccò un bacio sulla guancia. Il ragazzino scosse la testa e volò via con l’amico, troppo offeso per rimanere ed anche per ribattere.
Bulma lo guardò allontanarsi, quindi si voltò verso Whis.
“Vado a vedere se riesco a ripristinare il sistema, grazie davvero per l’aiuto.”
L’Angelo le fece un cenno col capo, inchinandosi appena.
La ragazza fece per rientrare ma, poco prima di varcare l’entrata del laboratorio, si girò ancora: “Sei perdonato, Bills.”
Il Dio della Distruzione avrebbe voluto sotterrarsi con le sue stesse mani. (Cioè, zampe)
“Che umiliazione...”, sussurrò a denti stretti, i pugni chiusi e i muscoli tesi.
“Se l’è meritato, Bills-Sama. Che non succeda mai più.”
Bills si calmò tutto d’un tratto, la soave voce di Whis arrivò fresca e chiara come un fulmine a ciel sereno. “C-Certo.”, balbettò, lo sguardo rivolto verso terra, il colorito ancora accesso sulle guance.
L’Angelo gli rivolse un ultimo, gentile sorriso e si recò verso il banchetto che aveva adocchiato al suo arrivo, lasciando il Dio della Distruzione a bollire nel suo brodo di vergogna.


Nonostante l’innata indole capricciosa, Lord Beerus non si sarebbe mai sognato di mancare di rispetto al suo Maestro: Whis - per lui - veniva prima di tutto, e ciò che diceva era legge.
Il più delle volte, almeno.  

 
*
 
“Whis?”
“Sì, Bills-Sama?”
“Chissà cos’altro potrei combinare se tu non mi tenessi d’occhio...”
Un attimo prima che i due amici toccassero il suolo del loro pianeta, una fragorosa e dolce risata risuonò nell’immensità dell’Universo.





Fine
 




Note:
Ecco il terzo capitolo di questa raccolta improvvisata ^^ (finalmente, aggiungerei, ci ho messo una vita a scrivere questa one shot XD)
Beh che dire... Whis e Bills sono due personaggi così antitetici da risultare complementari, secondo me, perciò il legame che li unisce maggiormente è senz’altro il profondo rispetto che nutrono l’uno per l’altro...  ^^
E nulla, ta-dàn! (L'immagine mi piaceva troppo, me lo sono immaginata proprio così, Bills, mentre veniva ripreso da Whis XD)
Non ho molto altro da dire, perciò spero che questo capitolo vi sia piaciuto e vi saluto!


Al prossimo aggiornamento!
 


-Yumiko


 
  
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