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Autore: Tinucha    22/02/2017    1 recensioni
E se Violetta arrivasse in tempo alla festa di compleanno di Francesca?
Se in un velocissimo, inaspettato, attimo si capovolgesse tutto e scoppiasse uno tsunami d'amore?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leon, Un po' tutti, Violetta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Non mi importa, Marotti. Preferisco perdere il mio lavoro, piuttosto che perdere la mia migliore amica.» la piccola Violetta puntellò i piedi sul pavimento, arpionando le dita ai fianchi magri. 

«Violetta, non scherzare con You Mix, lo sai che siamo molto esigenti. Una volta che avrai lasciato non potrai tornare indietro.» 

«Non mi importa. Oggi è il compleanno della mia migliore amica, ed io voglio esserci alla sua festa.» Senza aggiungere altro, lasciò l'uomo solo ed interdetto nella stanza, dirigendosi fuori dallo Studio, per essere, poi, raggiunta da uno svelto Diego. 

«Ehi, Vilu, vieni con me alla festa?» 

Lo guardò titubante, per poi annuire «Sì, ma prima dovrei passare da casa a cambiarmi.»

 Lo spagnolo le sorrise tranquillo. «Nessun problema, posso aspettarti.»

«D'accordo.»











Per la prima volta in diciassette lunghi anni di vita, Diego Casal, rimase estrefatto dalla bellezza di una ragazza. 

Violetta Castillo, racchiusa in un jeans aderente, un corpetto bianco lavorato, e delle scarpe col tacco, (pericolosamente alte), scese le scale, espandendo per la casa la scia del suo inebriante profumo. I movimenti erano aggraziati, sensuali, fanciulleschi. 

Suo padre seduto sul divano di fronte al ragazzo, si voltò incuriosito, guardando alle sue spalle, trovando così la sua bambina cresciuta e bella più che mai. 

«Andiamo?» sussurrò la riccioluta, dalle labbra perfette, evidenziate da uno splendido e rovente rossetto rosso. 

Il moro annuì, alzandosi dal divano come scottato e dirigendosi, lentamente, verso la ragazza, porgendole la mano. 

«Meglio di no» sorrise titubante lei, indugiando nel guardare la mano di Diego. «Papà, non farò tardi, per mezzanotte dovrei essere di ritorno.»

«Va bene, tesoro, ma fate attenzione. Divertiti senza esagerare e soprattutto..»

«..non toccare né alcool, né fumo..» ripeté l'argentina a memoria, roteando gli occhi e guardandolo. «Si, papà, lo so. Me lo ripeti ogni volta, sai bene che sono astemia e che odio anche solo l'odore del fumo.» Sorrise la ragazza, avvicinandosi ad abbracciarlo. 









Leon Vargas si guardò attorno preoccupato, mentre una Lara, abbastanza annoiata, roteò gli occhi osservandolo, e buttando giù un bicchiere di champagne. «Cerchi qualcuno, Leon?»

«No, no. Solo che..mi chiedevo dove fosse Violetta, è il compleanno della sua migliore amica e lei non è ancora qui. Credo le sia successo qualcosa.»

«No, non le è successo niente. È solo in ritardo, cerca di rilassarti.»

«Sono rilassato.» obiettò il messicano, intravedendo Camilla avvicinarsi, con un piatto da portata tra le mani, e bloccandola. 

«Che c'è, Leon?» sorrise la rossa, ancheggiando i fianchi a ritmo di musica, senza sapere di attirare su di se l'attenzione della persona più improbabile al mondo..Federico. 

«Sai dov'è Violetta?» 

La rossa aggrottò la fronte. «Non è ancora qui, ma credo arriverà pre..s..to?! E quella chi è? Che ne ha fatto della mia migliore amica?»

Vargas si voltò di scatto, come attirato da una calamita, schiudendo le labbra e spalancando le palpebre nel mettere bene a fuoco la figura dinanzi a se. Il respiro divenne corto e pesante. 
Sentì il fuoco ardere in ogni singola cellula, guardando la sua ex fidanzata, completamente diversa da come l'aveva sempre guardata. E forse non fu solo quello a spiazzarlo. Quando scese con lo sguardo, si accorse del braccio di qualcuno che le cingeva la vita con prepotenza, quasi come a dire che lei non fosse disponibile. 
Quel qualcuno, era Diego Casal.










«Forse dovrei tornare a casa e cambiarmi» ripeté Violetta per la millesima volta, ricevendo un'occhiataccia da parte del moro seduto al suo fianco.

«Stai scherzando? Sei uno schianto!»

«Almeno togliermi il rossetto, mi sento un pesce fuor d'acqua.»

 «No, stai benissimo. Smettila di farti complessi e slacciati la cintura, siamo arrivati.»

«Diego, aspetta.» ansimò la ragazza, bloccandolo.

«Che ti prende?»

«Ci sarà anche Leon?»

«Beh, suppongo di sì.»

«Oh no, non posso farmi vedere conciata così da lui. Non ne andrebbe fiero.»

«Vilu, tu e Leon avete chiuso, non sarà lui a dirti come devi vestirti.»

«Hai ragione» sbottò la castana, sorridendogli. «Andiamo a divertirci, spagnolo» rise, scendendo dall'auto per poi avvertire, una volta dentro, il braccio del ragazzo, circondarle la vita. 

Provò invano a scostarlo, ma lui fu più veloce, e avvicinandolesi all'orecchio le sussurrò le parole che mai avrebbe voluto udire
«C'è anche Lara con lui.»

Violetta si irrigidì all'istante e tornò a guardare Diego, con sguardo supplicante. «Lasciami, davvero, non fa niente, sto bene.» sorrise forzatamente, per poi avvicinarsi a Francesca Cauviglia, presa a discutere con Marco delle esibizioni, (a detta sua inappropriate), della Ferro. «Auguri, Fran.» l'abbracciò forte, intromettendosi tra i due e rischiando di cadere. 

«Vilu, ce l'hai fatta!» Sorrise l'altra estasiata, stringendola a se. 

«Ovvio, sei la mia migliore amica. Non me lo perdo il tuo compleanno.» Rise, porgendole la busta con il regalo che l'italiana tentò di aprire. «No, quello lo apri più tardi. Adesso vai a ballare con Marco!» Spinse i due in pista ridendo, e corse invece ad aiutare Camilla con le varie portate. 

«Te l'ho mai detto che ti amo?» Le posò una mano sulla spalla la rossa, facendola scoppiare a ridere. 

«No, non credo.»

«Bene, sappi che ti amo.» 









Una mezzoretta dopo, le due ragazze, decisamente stanche, e con i piedi doloranti, si posarono contro il tavolo, guardando gli invitati. 
«Non ce la posso fare.»

«Dai, Cami, forza e coraggio, manca poco.» Sorrise Violetta, ma quella curva le scomparì dal viso, non appena vide Leon e Lara strusciarsi in pista. «Sono carini.»

«Disgustosi oserei dire» sbottò l'altra, acchiappando un po' del cibo presente nel piatto che sorreggeva, ed assaggiandolo. «Mm..ma è squisito.» 

La castana la seguì a ruota, annuendo. «Hai ragione»

«Ma nessuno le ha insegnato che ballare non implica strusciarsi contro i pantaloni di un ragazzo?» sbottò con voce graffiata Camilla, indicando Lara. 

«Evidentemente a Leon piace.» scrollò invece le spalle Violetta.  

«Davvero? Non sembrerebbe, vedi come indietreggia, se continuano di questo passo, si ritroveranno nel capannone»

La riccioluta cominciò a ridere, dandole una leggera spinta.

«Ah, e detto tra noi, secondo me se fossi tu a strusciarti contro di lui, non indietreggerebbe affatto.» 

Avvampò di colpo, ogni suo nervo si tese.
Immagini mai riprodotte le oscurarono gli occhi.
Lei e Leon che facevano l'amore.
Lo stomaco le si annidò.
Il piatto le cadde dalle mani, tutti gli invitanti, comprese le sue migliori amiche e la sua acerrima nemica, si voltarono a guardarla.
Una lacrima rischiò di sfigurarle il viso, il petto le si squarciò e sovrastando il cibo, oramai inutile, gettato sul pavimento, corse via.
Corse all'aria aperta.
Anche se all'aria aperta ci era già.

Leon mollò Lara in pista, infischiandosene di chiunque lo circondasse. Le corse dietro, più veloce che poté, erano ormai lontani nel giardino, le agguantò i fianchi di spalle, stringendola forte a se, e scavando con il volto nell'incavo del suo collo. Riconobbe quel profumo che tanto amava.
Il tramonto non era mai stato così bello.

«Lasciami, Leon.» Lo supplicò.

Ma lui non lo fece, la strinse più forte, fino a farle avvertire ogni sua singola cellula fremere, ogni singolo capillare esplodere.

«Lasciami.» Ripetè.

No, non lo fece.
Anche il dolore andava saziato.

Si voltò prepotentemente, spingendogli una mano sul petto come ad ordinargli di starle lontano, di smettere di ucciderla. «Cosa non hai capito, eh? Tornatene da lei, siete felici, lei è felice, tu sei felice, io che c'entro?»

«Violetta»

«Violetta, un corno! Te ne sei sbattuto altamente, Leon, hai scelto lei, e mi andava bene, mi va bene, ma non dirmi che sei pentito, non dirmi che torneremo ad essere di nuovo noi, vivi.»

«Sei stata tu a scegliere lui.»

«Io, cazzo? Io? Non c'è mai stata nessuna scelta, sei sempre stato l'unico che è riuscito a staccarsi ed attaccarsi nella mia vita come un fottuto post-it! Ed io te lo permettevo, te lo permetto ancora. Entri, esci, entri, esci, entri, esci, come un dannato pugnale che spietato mi squarcia lo stomaco, il petto, il cuore. Tutta. Mi hai squarciata, Leon.»

«No, non c'è stata mai una volta in cui ho scelto lei. Mai.»








Ludmilla guardò Marco e Francesca ballare con destrezza, l'altro non osò guardarla, probabilmente aveva dimenticato la sera prima quando ubriachi avevano finito per fare l'amore in una dannata macchina. 
La sua prima volta.
La loro prima volta.
Si alzò, nessuno l'avrebbe più fermata, li raggiunse, scostò l'italiana e senza indugiare divorò le labbra del moro, facendo sì che le loro mani si stringessero, più forti di prima, liberarono il loro amore, amandosi con le labbra, con gli occhi.

Marco non la scostò, non ebbe la forza di farlo, Ludmilla era riuscita ad instaurarglisi fino al punto più profondo e nascosto del cuore, una mano finì tra le lunghe ciocche bionde, confondendosi, perdendocisi dentro come in un labirinto.

Francesca guardò la scena da spettatrice, non provò nulla, né un'emozione, né un dolore, indietreggiò, scontrandosi con un freddo metallo, tutti la osservarono. Trattenne il fiato, si aggrappò a qualcosa, poi nel nulla trovò una mano, qualcuno che le donava aiuto, qualcuno che la stava salvando. Alzò i suoi occhioni verdi, ne incontrò due altrettanto verdi ed elaborati, Diego le sorrise piano.

«Vieni via con me.» Sussurrò, dirigendosi verso l'uscita.

La mora non esitò nemmeno un secondo, lo seguì, senza fiatare, il fiato bloccatolesi in gola.

Camilla provò ad avanzare, fermata da due mani che la tirarono. 

Federico la guardò. «Va tutto bene.» La rassicurò.

«Fra-Francesca, V-Violetta.» Balbettò.

«Balla con me.» Le sussurrò solo.

Fu in mezzo a quel casino che nacquero nuovi amori. Chi gridava, chi ballava, chi cantava, chi faceva a botte..uno tsunami d'amore.





Marco e Ludmilla conobbero l'amore esattamente in quell'istante.






Federico posò dolcemente le sue labbra su quelle della rossa. 

Lei tremò, irrigidendosi, ma rilassandosi nell'avvertire quelle mani stringere le sue dita. Lentamente ricambiò quel bacio dal sapore di vaniglia.





Diego in piedi davanti all'italiana la guardò lasciarsi andare a tutto il dolore che teneva dentro, scavò nelle tasche della giacca, porgendole un fazzoletto.
Due enormi occhioni verdi lo imprigionarono.

Francesca lo guardò bagnata da lacrime amare, si alzò e senza aspettare ancora lo baciò, stavolta però sentì qualcosa dentro di se. Il cuore tornò a battere incessante, i battiti sempre più veloci ed irregolari.






Solo Leon e Violetta continuarono a guardarsi ansimanti, in quel giardino, per quanto si erano urlati contro ed amati. No, non ci fu bisogno di parole, si parlarono con gli occhi, urlando più forte fino a perdere le corde vocali, le loro labbra si incontrarono voraci, fameliche, affamate d'amore. Saziandosi. 
Sì, anche l'amore andava saziato.








Angoletto autrice momentaneamente romantica.
Noooo, sarò romantica ancora per poco, confidate in me, il troppo romanticismo mi fa venire il diabete.
Sono il genere di ragazza a cui piace lo stronzo che la fa sorridere, e che ogni tanto le afferra la mano, compiendo piccoli ed inaspettati gesti.
Odio, profondamente, che mi chiamino principessa.
È uno dei pochi nomignoli con cui odio essere chiamata da un ragazzo, perché così mi faccio chiamare da mio padre, al massimo!
Amo il soprannome bambolina.
Tornando alla OS, l'ho scritta tipo mesi fa, ma l'avevo lasciata a metà, qualche tempo fa mi è venuta l'ispirazione e l'ho continuata, che ne pensatee?❤️❤️
Grazie in anticipo a chi l'aggiungerà a preferite-da ricordare, leggerà e recensirà.❤️

"Conoscete i Green Day? Se sì, la vostra canzone preferita?"
AAAAH, tempo fa credevo di non conoscerli, se chiedete alla mia migliore amica l'ho torturata con questa storia! Poi mi sono accorta di amarli, e la mia preferita è '21 GUNS'

Bacioni, la vostra Tinucha.❤️

P.s. Sono tornata dopo mesi di assenza, il mio cellulare è tornato a dare segni di vita, quindi al più presto tornerò ad aggiornare.❤️❤️

P.p.s. Seguite su Instagram: vivoparaellos e su Twitter: @MydrugisJortini non ve ne pentirete!!

I miei Twitter ed Instagram: Almajortinista
   
 
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