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Autore: Il_Genio_del_Male    22/02/2017    9 recensioni
Tutti amano San Valentino.
Genere: Comico, Demenziale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Kai, Kai, Sehun, Sehun
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Quei fagiani maledetti'
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E’ verità universalmente ammessa che l’amore instupidisca le persone. Tutte quelle storie sulle lenti rosa, il canto delle campane, le farfalle nello stomaco con annessi e connessi non sono altro che metafore ingentilite del generale stato di rincoglionimento cerebrale ed emotivo in cui si versa quando la freccia di Cupido trafigge il cuore di un povero mortale.

Ma se ad innamorarsi sono due completi idioti, la situazione non può che degenerare.

 

 

A due giorni da San Valentino, Sehun è nel panico. Lui e Jongin escono insieme da due mesi, una settimana e tre giorni (non che tenga conto anche delle ore e dei minuti, anzi!) e ancora non hanno fatto fiki-fiki. Nessun biscotto è stato inzuppato, nessuna virginea galleria è stata attraversata da un treno espresso, non una trivella ha trapanato buchi promettenti alla ricerca di gemme preziose o petrolio. Insomma, lasciando da parte le figure retoriche (che non sono proprio il suo forte), la sostanza è che Sehun soffre di violente crisi di astinenza come gli eroinomani in disintossicazione.

Jongin è perfetto, il fidanzatino pucci-pucci che tutti vorrebbero e sognano in segreto. Dolce, premuroso, affettuoso senza essere melenso, attento, prodigo di regali… e totalmente, irrimediabilmente, sconsolatamente TARDO. Troppo ingenuo, eccessivamente timido. Pavido. Scemo. Tonto. Santo. Sehun non sa più dove sbattere la testa. Va bene giocare ai teneri piccioncini che tubano al chiar di luna, vanno benissimo le romantiche cenette a lume di candela e le coccole sul divano davanti a un film di serie B alla cui trama non badano nemmeno perché una bella pomiciata è sempre bene accetta. Però, però, però. Sehun vuole passare alla terza base, darsi al frinzi-frinzi selvaggio, scoprire le gioie della copulazione. Consapevole delle dimensioni abnormi della Sehonda, che potrebbero spaventare o (Satana non voglia) ammaccare seriamente il più normodotato Jongin, è persino disposto a stare sotto. Non gliene importa un fico secco, ad essere sinceri: non è la posizione che si assume sotto le lenzuola a rendere un uomo più o meno virile. L’importante è scopare. Tutto il resto è noia.

 

Pronto a dare voce ai propri istinti animaleschi, il quattordici febbraio Sehun riesce ad organizzare una sorpresa che Jongin non potrà non apprezzare. Lo invita a casa sua, prospettandogli una seratina all’insegna del buon cibo (d’asporto) e di mani rigorosamente sopra alla cintura. Si finge innocente, accomodante, privo di libido, e non il malvagio tricheco che è nella realtà. Sogghigna tra sé e sé mentre ultima i preparativi, canticchiando sulle note di una vecchia canzone di Rocky Roberts: “Stasera si tromba, stasera si tromba, si tromba con te~”.

 

 

Quando, poche ore più tardi, Jongin varca la soglia dell’appartamento del compagno, trova ad attenderlo uno spettacolo alquanto bizzarro. Dei faretti da pavimento, simili a quelli usati nelle piste di atterraggio degli aeroporti, sono disposti in modo da tracciare un sentiero che conduce sino alla camera da letto. Jongin batte le palpebre, poi guarda il mazzo di fiori (tulipani, i preferiti di Sehun) che ha in mano. Il messaggio è inequivocabile, benché non abbia senso. Sehun è un ragazzo così a modo, discreto. Che sia in vena di burle?

Aperta la porta della stanza, non prima di aver educatamente chiesto l’accesso, sente i propri neuroni, uno per uno, invocare a caratteri cubitali l’allarme rosso e, in contemporanea, gli ormoni minacciare il suicidio. Sehun è mezzo steso sul letto a cosce divaricate, vestito solo di un imbarazzante slip leopardato (felicissimo suggerimento di Zitao; a suo dire, infatti “quando li indosso a Jongdae parte un embolo da paura, non mi si stacca di dosso per delle ore!”) e un’espressione da sexy sarago dipinta in volto.

“Sehun, che diamine…?”

L’interpellato trattiene a stento un bestemmione epico, da tirare giù dal Paradiso tutti i santi del calendario. Perché, perché Jongin non capisce?? Come accidenti fa ad avere il raziocinio ancora funzionante? Perché lo guarda perplesso, incredulo, con un filo di timore negli occhi? Un altro uomo, un uomo normale, non perderebbe tempo a porgli inutili domande retoriche. Gli sarebbe già saltato addosso, irretito dalla sua biancheria intima; cercherebbe di possederlo o di lasciarsi possedere fino a perdere la ragione, un altro uomo. Jongin invece continua a fissarlo, adesso quasi compassionevole. Gli si avvicina, posa su una sedia un grande mazzo di fiori (tulipani, oddio che pensiero carino!) che ha evidentemente comprato pensando a lui, gli chiede come si sente, se non ha freddo così conciato. Dice aspetta, ti prendo un cambio e poi mangiamo, ho una fame da lupi, sapessi oggi in ufficio che delirio, devo proprio raccontartelo…

Ma Sehun ne ha avuto abbastanza di chiacchiere e apericene e cioccolatini e comprensione. E’ stufo di rassegnarsi all’idea che “anche oggi si tromba domani”, che il suo incantevole e bellissimo e pirla da morire fidanzato lo mandi in bianco ogni dannata volta. Ne ha, letteralmente, le palle piene. Sicché lo afferra per un braccio, brutale come gli aitanti maschioni protagonisti di Harmony scadenti. Se Jongin si ostina a fare lo gnorri, prenderà lui in mano la situazione.

“Buon San Valentino, amore” cantilena con chili di melassa nella voce prima di papparselo in un sol boccone.

 

 

 

 

Avevo promesso ad Alice G. che avrei scritto una ficcyna basata sul suo prompt (https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/16298812_1055232754588615_5913205331469268059_n.jpg?oh=cdb649659398d05eeb3b77b0d3d64b2c&oe=58FF157B) e finalmente ci sono riuscita. Ho dimostrato a me stessa di non essere una completa cialtrona, yay!

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