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Autore: lallaharley    23/02/2017    0 recensioni
Un personaggio lasciato nell'ombra. Camille de Chagny, madre del nostro amato Raoul, è molto più di un personaggio trascurabile. Questa è la storia mai raccontata, di un tempo lontano, in una lontana Persia dove una giovane nobildonna francese conobbe l'angelo della morte e fu la prima a mostrargli un po' di umanità...
- basato sul romanzo di Susan Kay con riferimenti significativi al romanzo di Gaston Leroux.
Genere: Dark, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erik/Il fantasma, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Gennaio 1850

Mentre scendevo dal' imbarcazione che mi ha portato dalla Francia in Persia un solo particolare mi saltò alla vista: il colore oro. Ogni cosa sembrava fatta d'oro, dalle case ai tappeti, dalla luce del sole alla sabbia del deserto.Era così diverso da Parigi, dove tutt'e le costruzioni sono regolari e distinte che, a contatto con queste città dell'oriente tutto appare esotico è anormale. Diverso.
Mi chiamo Camille de Moerogis de la Martyniere, moglie del conte Auguste de Chagny. Viaggiai alla volta della Persia in qualità di ambasciatrice francese, date le mie capacità nelle lingue e la mia vasta conoscenza delle culture orientali. Lasciai la mia famiglia, mio marito è il mio piccolo Philippe, per avventurarmi nella primitiva Persia e instaurare, secondo il ministro degli Esteri francese (un ciarlatano a mio avviso), rapporti con lo Shah in Shah ( Re dei Re). Ero stata affidata alle cure del Daroga di Mazenderan ( una delle capitali del paese ), un certo Nadir Khan, un membro della famiglia reale, che aveva dato prova di lealtà e fedeltà alla corona dello Shah.
Parlando di Nadir Khan, a quel punto avrei dovuto già incontrarlo, se non fosse per la folla che mi circondava. Mi sentivo sperduta in quella terra straniera. Era affascinante, questo sì, ma mi mancava comunque il profumo della mia Francia e ancor di più mi mancava il mio Philippe. Ovviamente mi mancava anche mio marito, pur non amandolo. Ero andata in sposa del conte De Chagny a sedici anni e avevo partorito Philippe a diciassette. Allora ero ancora una bambina sperduta usata come pedina da una madre troppo ambiziosa. Tuttavia devo ammettere che avevo preferito sposare un perfetto sconosciuto piuttosto che rimanere nella casa materna con quello zotico di mio padre. Il suo puzzo di tabacco e alcol e il suo tocco stomachevole infestavano ancora i miei incubi, incubi che solo le carezze di Auguste e l'amore per Philippe erano riusciti ad attenuare. Io non amavo Auguste e lui non amava me; tuttavia ci rispettavamo a vicenda ed eravamo diventati ottimi compagni di vita. Persa in questi pensieri, sussultai quando sentii una mano che si posava sulla mia spalla.
"Voi dovete essere Madame de Chagny?" Mi chiese l'uomo che ovviamente mi aveva riconosciuto per i miei singolari tratti europei. " io sono Nadir Khan , Daroga di Mazenderan e vostro  accompagnatore in questo paese". 
Aveva detto queste parole in uno stentato francese, del quale sorrisi.
" Non sapete quanto mi senta sollevata dall'avervi incontrato monsieur, mi sentivo un poco spaesata tra questa folla" risposi nel mio impeccabile persiano.
Il Daroga mi rivolse un sincero sorriso e disse:
" Sua Maestà imperiale lo Shah vi riceverà tra una settimana, nel frattempo vi offro la mia umile ospitalità nella mia dimora.
" Ne sarei onorata monsieur" risposi con un sorriso. Quell'uomo mi ispirava fiducia, non solo per l'amabile sorriso che gli solcava il volto ma anche per la generosità nei suoi occhi. 
Mi scortò fuori da quello che scoprii essere il mercato della città e mi condusse vicino a quella che sapevo essere una lettiga. Mi fece salire ( con non poca difficoltà devo aggiungere, data la lunghezza del mio vestito) e ci incamminammo verso Arshraf, 
la capitale persiana. Durante il viaggio Nadir ( mi aveva pregato di rivolgermi a lui con il suo nome di battesimo, come avevo fatto anche io), mi chiese della mia famiglia e io gli raccontai di Philippe e di Auguste e del mio ruolo nella società francese. Conversammo anche di musica, arte, letteratura e religione ( essendo lui musulmano e io cattolica).
" Siete sposato Nadir?" chiesi con semplicità, pentendomi tuttavia data la tristezza che si era posata nel suo sguardo.
" Mia moglie è morta di parto. Dopodiché non mi sono più sposato".
" Perdonatemi se vi sono sembrata indiscreta, non era mia intenzione turbarvi" risposo con tono colpevole.
"Oh Camille non vi preoccupate, non potevate sapere. Comunque conoscerete presto mio figlio di otto anni Reza" disse con semplicità.
Cercai tuttavia un altro argomento per distrarlo e così chiesi:" dove avete imparato il francese?"
Lui spostò lo sguardo verso il paesaggio e disse, con imbarazzo:
" Non siete la prima francese che incontro. Un... uomo a corte è francese come voi e mi ha insegnato un po' della vostra meravigliosa lingua".
Mi sentivo un po' allibita: non ero stata informata della presenza di un altro francese alla corte dello Shah. " Qual'è il suo nome?" Chiesi curiosa.
"Erik".
Prima che potessi aggiungere altro, Nadir mi informò che oramai eravamo arrivati davanti alla sua dimora. Non appena riuscii a scendere dalla lettiga mi accorsi subito della bellezza della " villa" del Daroga. Non era maestosa, come molti palazzi che mi aveva indicato durante il viaggio, ma ugualmente ricca e con una veranda immensa che trasmetteva pace e tranquillità. Non feci in tempo a fare i complimenti a Nadir che da dietro di noi una piccola voce esclamava eccitata:
" Papà!"






Nota dell'autrice

Salve ragazzi! È la mia prima fanfiction perciò siate clementi. L'idea per questa storia mi è venuta mentre rileggevo ( per la decima volta) il libro di Leroux e mi sono imbattuta nella presentazione dei genitori di Raoul, tuttavia non vi avevo prestato particolare attenzione. Poi mentre rileggevo il romanzo di Susan Kay mi è venuta questa idea : e se uno dei motivi per cui Erik non fosse riuscito ad uccidere Raoul, oltre a Christine ovviamente, fosse stato il ricordo di questa fantomatica donna? Da qui mi sono fomentata e ho cominciato ad organizzare la storia che è ambientata nel periodo della permanenza di Erik in Persia. Consiglio, soprattutto nei prossimi capitoli, di non sottovalutare il rapporto tra Cami e il piccolo Reza, perché ho in mente di utilizzarlo ( soprattutto in relazione agli eventi descritti dalla Kay) per un avvenimento della storia originale di Leroux.
Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto e sappiate che ho già scritto il secondo e devo solo correggerlo. Fatemi saper cosa ne pensate e a presto!
   
 
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