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Autore: AndreaBrivio17    24/02/2017    0 recensioni
Questa storia è nata come una sfida: ho aperto a caso il vocabolario e ho cercato di unire in frasi le parole che trovavo (per questo è nella categoria nonsense). Poi ha cominciato ad avere un senso ed io ho iniziato ad affezionarmi ai personaggi e alle loro vicende. Il risultato è una storia che parla di avventura ed amicizia nel lontano Cretaceo dopo che alcuni animali si sono ribellati ai Sauri fondando uno stato baronale.
Genere: Avventura, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’indomani si svegliarono presto con il cielo color cenere. “Non ci vuole una premonizione per stimare che sta per piovere. Prendiamo il Decumano Olente, è la strada più breve per la bollente distesa di carote”. Disse il piccione. Così fecero. Mentre passeggiavano, però, s’imbatterono in uno sgombro fruttivendolo che ex abrupto gli piombò davanti come un invettore: “Mandorle! Mandorle! Voi avete la faccia di gente che vuole mandorle. Sono mandorle dal tegumento non velenoso. Hanno un aspetto quadrato, vedete, ciò vuol dire che sono sufficientemente…”.

“Smettila di tormentarci. Quelle sono fave, idiota!” lo interruppe il piccione. Lo sgombro si allontanò borbottando “Se lo dite voi, ma la Giraffa Palliata le gradisce molto.”

“Ha ragione. – Disse il ratto al piccione – Se non diamo nulla da mangiare alla Giraffa, quella ci sbarrerà la strada e le uniche cose di cui si ciba sono quelle mandorle o la corolla di mughetto viola e, giacché di mughetti non ne incontreremo, meglio accontentarsi di ciò che ci offre questo sgombro in Dorsay”. Così decisero di comprare tre Mandorle da consegnare alla Giraffa e due noci che si sarebbero tenuti per il viaggio.

Ripresero a camminare. Passarono dieci ore quando il Sole calò e i due persero l’orientamento. Si fermarono nella locanda più famosa del Decumano Olente, dove mangiarono e si presero una bella sbornia. Il ratto intraprese una conversazione da ubriaco con il piccione: “La rivoluzione non ti ha fatto bene.”

“Ribellione, ribellione è il termine più appropriato. Che disdetta, nevvero? Il neonato Stato Baronale Anti-sauri sembrava funzionare a meraviglia per me e il mio commilitone, nonché grande amico, Drupa. Ma poi lui, in quanto pluripremiato sergente, è stato costretto a prendere in matrimonio la Baronessa e la situazione è degenerata. Io invece ero un “individuo psicolabile non consono a qualunque carica di comando” come disse la baronessa Ginger e, per colpa di quella puttan… – s’interruppe un attimo – meretrice, fui distaccato dal mio amico e costretto a vivere lontano dai suoi possedimenti. E lui cos’ha fatto? S’è forse opposto a quegli ordini dicendomi di rimanere? No, col cazzo che l’ha fatto. Ha indossato la maschera da barone e mi ha gentilmente chiesto di andarmene, altrimenti avrebbe usufruito dei poteri di legislatore per diramare un ordine di cattura nei miei confronti”.

“E tu che hai fatto? Sei stato ai suoi ordini diventando così un vagabondo?”

“Giammai! Mi opposi ma Ginger movimentò le guardie che mi cacciarono via come fossi un qualunque criminale. Dopo quest’avvenimento ho passato cinque anni della mia vita a cercare un luogo che, per quanto parco potesse essere, non fosse direttamente controllato dal Centro di Comando Baronale ma che fosse comunque all’interno dello Stato, altrimenti me la sarei dovuta vedere con i Sauri ed iniziare un’altra ribellione, da solo, ma sarei sicuramente stato scaraventato all’altro mondo. Ed è così che mi sono rifugiato sulla spiaggia, il mio “divino Eden”, indubbiamente dentro lo Stato ma comunque lontano dalla Città Capitale e dai possedimenti sotto il diretto comando del barone e del CCB”.

“Sarò pure imbriaco e non capisco nulla, ma allora perché hai accettato di venire con me dal Lemming, così facendo rientreresti nelle terre di Drupa e, in quanto pregiudicato, sarai catturato e punito, non potevi andare a caccia di un altro luogo nel quale potessi vivere?”

“Perché piuttosto che scappare ancora, preferisco l’espulsione o il patibolo. Ma ora sono stanco di rievocare ricordi che non sono di mio gradimento. Questa è l’ora di riposare”. Detto ciò i due salirono le scale della locanda ed andarono a dormire.
   
 
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