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Autore: Kitsunelulu    24/02/2017    0 recensioni
Sono i primi anni 20, ed a New York si festeggia. Siamo in un locale chiamato Little Paris. Tra la folla danzante spicca un giovane dai capelli lunghi e l’aria intraprendente, che sembra aver conquistato una giovanissima inglesina decisa a godersi la sua visita negli U.S.A.
Non troppo distante, ma con l’aria di essere completamente altrove, siede solitario un uomo dai capelli scuri, intento a sorseggiare il suo assenzio. Sembra stia attendendo qualcuno, perché rifiuta la compagnia delle ballerine che provano a svolgere il loro lavoro di coinvolgimento. Allontanatele, torna a bere accigliato.
Genere: Mistero, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Guerre mondiali, Dopoguerra
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Capitolo terzo: Se chiudo gli occhi, il mondo esiste ancora?


Nel 1914 Charlie non si presentò alla casa estiva. Precedentemente aveva scritto una lettera all’amico, spiegando che sarebbe rimasto in città poiché troppo impegnato nello studio del diritto. Aveva ricevuto la proposta di lavorare come apprendista per un avvocato, registrando i processi in tribunale. Ne era entusiasta, ed era molto energico nel suo primo incarico. Anche i genitori erano felici che approdasse nel mondo del lavoro, e speravano che fosse l’inizio di una brillante carriera come avvocato. Non ricevette risposta. Nel 1916 l’ormai ventenne Charles decise di andare a trovare George all’indirizzo dove aveva spedito le lettere per tutti quegli anni. Era una villa di campagna come tante ne aveva viste. L’aria bollente di agosto rendeva faticosi i movimenti. “Caro George, come ben saprai una grande guerra incombe sulle nostre giovinezze. L’Europa è ormai teatro di sangue, e tanti nostri compatrioti sono rimasti coinvolti nel conflitto a causa della follia tedesca. Di questo passo, e ti posso assicurare che se ne parla molto negli ambienti che mi è dato frequentare grazie al mio lavoro, anche la nostra America sarà costretta a rimanere coinvolta. La guerra non accenna ad arrestarsi. Io e te abbiamo vent’anni, capirai bene che siamo nell’età più pericolosa, poiché è possibile che ci sarà richiesto l’arruolamento in caso di intervento militare. E’ da molto che non ricevo tue risposte, perciò sono preoccupato che qualcosa possa esserti accaduto. Ho deciso che verrò a trovarti all’indirizzo dove spedisco queste lettere e se non ti troverò chiederò informazioni per poterti rintracciare. Con l’augurio che tutto stia andando per il meglio, tuo Charlie”. La casa era deserta. Il giovane riconobbe in un mucchio decine di lettere spedite da egli stesso, alle quali non aveva mai ricevuto risposta. Temette il peggio. Nessun modo di rintracciare l’amico. Lasciò tutto così com’era e scappò da quel posto dove faceva fatica a respirare. Presto arrivò il 1918. Charles aveva intrapreso una brillante carriera giornalistica. Erano anni di grandissimo fermento culturale, che la vittoria della guerra servì ad amplificare. Egli non aveva combattuto: potette prestare servizio civile negli uffici dell’esercito grazie alla sua posizione sociale. A partire per l’Europa erano stati soprattutto i giovani figli di famiglie operaie e contadine. George non si era fatto vivo, ma nel ragazzo la speranza di ritrovarlo era ancora forte. Era sempre stato ottimista. Nel frattempo, la famiglia di Charles auspicava che il ragazzo si trovasse una buona moglie. Egli non aveva mai mostrato interesse per l’altro sesso, tanto da suscitare preoccupazione nei genitori, rassicurati dalla solita scusa, “prima il lavoro”. Ma la realtà era diversa e Charles ne era consapevole: non aveva mai provato attrazione per le donne. Rifiutava con tutto se stesso l’idea che potesse essere attratto dagli uomini, ed infatti non lo era mai stato, per quanto potesse ricordare. “Chissà, magari non sono fatto per amare un’altra persona oltre me”, pensava.
   
 
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