Anime & Manga > Sailor Moon
Segui la storia  |       
Autore: ALE_87    24/02/2017    3 recensioni
Mamoru Chiba. Un dottore. Ma prima ancora un uomo. Un uomo che sembra essere senza amore. Un uomo con il freddo nel cuore. Un ujomo che sembra destinato a rimanere glaciale per sempre.
Ma sarà davvero così?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mamoru/Marzio, Un po' tutti, Usagi/Bunny | Coppie: Mamoru/Usagi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 4. Emozioni sbagliate.

Sono bagnata fradicia. Non ha smesso di piovere nemmeno per un secondo.

Ed io ovviamente sono in ritardo. Ulteriormente di più a causa di quel medico idiota. Anche correre sta diventando inutile.

Mi fermo un attimo, sono sfinita. Non ho più fiato.

Guardo l’orologio. Sono le 7.30. Motoki mi ammazzerà davvero questa volta. Anzi mi licenzierà sicuro ed io dovrò andare a vivere sotto i ponti.

Forse dovrei chiedere i danni a quel baka. Dopotutto è un dottore e sicuramente i soldi non gli mancano.

Sospiro. Alzo gli occhi al cielo. E’ inutile fare questi pensieri. Tanto rimuginare non mi farà arrivare prima a lavoro.

Tanto quell’idiota non lo rivedrò più. Per fortuna.

Tanto tra poco sarò morta. Sfortunatamente.

Devo pensare ad un piano B. Dove andrò ora che verrò licenziata?

Aish, sono io una vera idiota! Perché sono così? Perché non me ne va dritta una?

Cammino, preoccupata. No, forse amareggiata. Oppure rassegnata?

Mi fermo. Assolutamente! Non voglio assolutamente perdere il posto! Devo riuscire ad evitarlo in qualche modo.

Idea. Forse se corrompessi Motoki riuscirei a passarla liscia?

Forse se usassi la “sua ragazza” riuscirei a sopravvivere?

Forse Seiya metterà una buona parola per me ed io eviterò di essere cacciata?

Impossibile. Tutte e tre le opzioni.

Magari fosse così. Magari Motoki fosse influenzabile. E’ così preciso sul lavoro. Così testardo.

“Uff!”

Non c’è speranza. Solo un miracolo potrebbe salvarmi.

Ah, che triste il mio destino. Mi sembra di essere la protagonista sventurata di un dorama.

Ma non posso farci niente. Purtroppo.

Ricomincio a camminare. Furiosamente.

Dovrei essere vicina al bar. Al mio amato maid café.

Ho fatto così fatica ad ottenere questo lavoro. Un abile barista come me. Così versatile. Così competente a preparare caffè e cappuccini. Così brava a servire ai tavoli. Ah, quanti anni spesi a studiare il mondo della ristorazione.

Di nuovo sospiro.

Dovrei pensare al lato positivo della questione. Sono molto preparata. Non sarà poi la fine del mondo essere licenziata.

O almeno credo. Forse no. C’è sempre la crisi economica di mezzo.

Uff, in che razza di situazioni mi vado ad infilare.

E uff, questa pioggia mi sta facendo impazzire. Non riesco a capire se sono vicina al locale perché anche la nebbia non accenna a diminuire.

Non è proprio la mia giornata. Nemmeno il tempo è dalla mia parte.

“Usagi!”

Il rumore dell’acqua che scorre sulla terra sembra simile al mio nome.

 “Usagi!”

Di nuovo. Qualcuno mi sta chiamando davvero. Questa voce.. di chi è?

La sento distante, ma riesco a percepirne il calore.

“Usagi!”

E’ una voce insistente, ma allo stesso tempo è come se mi avvolgesse.

“Usagi!”

Vedo una sagoma nera. Si sta avvicinando.

Un codino svolazzante viene verso di me, con un grande ombrello in mano.

“Seiya…”

Seiya è davanti a me. Affascinante come sempre. Ancor di più con addosso la divisa da butler. Il suo volto sembra luminoso anche in questa giornata uggiosa. I suoi occhi neri risplendono. E il suo sorriso è sempre spiazzante. Lo sto guardando ammirata. O forse, imbambolata.

“Sei fradicia! Potevi portarti un ombrello! Finirai per ammalarti in questo modo.”

Che figo, mi sta sgridando. Ah, Seiya che si preoccupa per me riempie il mio cuore di gioia.

“Se non fossi uscito per buttare l’immondizia non ti avrei vista nuotare tra tutta questa acqua!”

Ah. Ah. Ah. Fai lo spiritoso. Ti diverte prendermi in giro, a giudicare dalla tua risatina.

Mi piace, però.

 “Guarda, stavolta non è colpa mia. Se tu sapessi..”

Non faccio in tempo a finire la frase che mi mette una mano dietro la schiena e mi avvicina a lui. Sotto l’ombrello, ovviamente.

Sento il viso paonazzo. Un po’ per l’emozione. Un po’ per la vergogna.

“Va bene, me lo dici non appena entriamo nel bar.”, mi ribadisce facendomi l’occhiolino.

Che significa? Non riesco a capire, ma sono talmente felice che mi tenga vicino a lui che niente mi importa più.

Né di maledire la pioggia. Né di quel baka idiota. Né di Motoki che probabilmente mi licenzierà.

Silenziosamente. Ci avviciniamo silenziosamente davanti la porta del nostro locale.

Un momento. Un brivido percorre la mia schiena. Non si tratta della mano di Seiya, che sento calda, morbida al tocco e che vorrei non si staccasse più da me.

Non posso non pensare al mio capo che mi ucciderà non appena varcherò la soglia. Cosa posso fare?

Mi fermo un attimo. Sono leggermente terrorizzata.

“Che ti prende, Usagi?”

Seiya mi guarda con fare interrogativo. Anzi mi scruta proprio, con fare accigliato.

E toglie pure la sua mano da me. Sfortunatamente.

Forse penserà che sia pazza. O addirittura lo sta pensando proprio ora.

“Ehm..”

Riesco a borbottare solo questo. Caspita come sei fifona, Usagi!

“Sei sicura di stare bene?”

Bene? No, non sto affatto bene. Mi sento girare la testa, a causa della preoccupazione.

“Beh, ecco. Il fatto è che…”

Di nuovo non riesco a concludere la frase. Il viso di Seiya si avvicina al mio. Riesco a vedere alla perfezione la forma dei suoi occhi, il loro colore. Sento il calore della sua fronte appoggiata alla mia.

Vorrei morire in questo momento. Tutte queste emozioni in così poco tempo.

“Non hai la febbre.”, mi dice con un gran sorriso. Poi si ritrae da me.

È così premuroso. Così sexy.

Mi piace un casino.

Io credo di essere rossa. A giudicare dal fuoco che sento avvampare sul mio volto.

“Me-meno male.”

Riesco a balbettare solo questo, mentre, ancora in uno stato di shock, Seiya mi trascina all’interno del bar.

Maledetto! Mi ha abbindolato e non mi sono resa conto di essere entrata.

Farsi trascinare dalle emozioni è sbagliato.

Ma dove è andato? È sgattaiolato via in un baleno.

Mi guardo attorno. Motoki sembra non esserci. Apparentemente. Anche il locale sembra vuoto. Di clienti sembra non ce ne siano.

 “Ehilà, buongiorno Usagi!”

Una ragazza mi sta salutando. Sbuca da sotto il bancone. Probabilmente stava cercando qualcosa, visto che quando sono entrata non ho notato la sua presenza.

È Makoto, un’amica stretta del proprietario. O forse è più di un’amica. O è la fidanzata del capo. Ancora riesco a capirlo. So solo che litigano di continuo, ma che non riescono a fare a meno l’uno dell’altro.

“B-buongiorno, Mako-san!”

Mi sorride dolcemente. È così gentile, Makoto. Così bella. Quei lineamenti garbati le danno una gran classe. I lunghi capelli marroni raccolti in una coda perfettamente perfetta, gli occhi verdi abbelliti con un tocco di mascara e la divisa in perfetto stile maid le donano un’eleganza che poche ragazze, a mio avviso, hanno.

“Sei in ritardo oggi, Usagi…”, mi dice.

Sembra arrabbiata. Mi sta rivolgendo uno sguardo sprezzante. O così pare.

“Ehm, mi spiace. Posso spiegare…”

Non so cosa dire. Anzi lo so, in realtà. Un cretino mi ha investito e ha causato il mio ritardo.

“Non è la prima volta che arrivi tardi.”

Cattiva. Questa era cattiva, Mako-san. È vero, ma stavolta è diverso.

Devo potermi difendere.

“Hai ragione, ma vedi la verità è che..”

Mi fermo. Mi sta scrutando e sembra ridere sotto i baffi. Non è molto seria.

“Ahahahah!”

Ride per davvero. Perché sta lasciando il bancone e mi sta venendo incontro?

“Usagi sei uno spasso!”, mi dice.

Uno spasso? Mi sento più un fenomeno da baraccone adesso. Ti stai prendendo gioco di me, Mako!

“Non preoccuparti! Ti è andata bene perché oggi Motoki non viene!”

Mentre pronuncia quelle parole, mi tira una pacca sulla schiena. Anche molto forte. Anche facendomi leggermente male.

“Davvero?”

Non posso ancora crederci. Lui non c’è. Sento i fuochi d’artificio sbucare fuori la mia testa.

“Non farai mica la spia, Mako?”

La guardo con sospetto. Non si può mai sapere. È meglio mettere le cose in chiaro.

“Certo che no, Usagi. Ti difenderò sempre contro quel cretino di Motoki!”

Ride fragorosamente. È una donna crudele contro il ragazzo che le piace, ma a me sta bene così.

“E tu?”, dico rivolgendomi a Seiya, che nel frattempo era sbucato dal magazzino con una confezione di acqua minerale, ma che aveva sentito tutto il discorso.

“Io? Sono una tomba!”, mi risponde in maniera così naturale che mi fa sciogliere come un ghiacciolo al sole.

Ah, mi sento più leggera. Che fortuna che il capo non ci sia oggi!

“Ma dove è andato?”, chiedo incuriosita a Makoto.

“Pare che sia passato in ospedale ad incontrare un medico che altri non è che un suo vecchio amico rientrato a Tokyo da poco.”

Un sorriso nasce involontariamente sulle mie labbra. Mako mi guarda divertita perché sul mio viso traspare la felicità.

Tiro un sospiro di sollievo.

Grazie.

Grazie Seiya.

Grazie Mako.

Grazie Dio.

Grazie soprattutto a te amico-dottore. Oggi mi hai salvato la vita.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Sailor Moon / Vai alla pagina dell'autore: ALE_87