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Autore: fly90    25/02/2017    1 recensioni
Una ragazza dall'aspetto singolare, due entità nascoste nel profondo dell'anima che la porteranno a dover affrontare una battaglia dall'esito tutt'altro che scontato.
Genere: Horror, Sovrannaturale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 18


Il viaggio dalla scuola alla casa di Maria fu silenzioso, di tanto in tanto la donna guardava di sottecchi la ragazza che puntava lo sguardo ovunque piuttosto che nello sguardo della madre.

Non sarebbe stato semplice, Maria lo sapeva bene.

Con un lungo sospiro parcheggiò nel vialetto e rimase per un attimo ferma in attesa.

Ariell scese quasi di corsa dall'auto come se trovasse insopportabile starle così vicino, Maria sentì una fitta al cuore che le fece riaffiorare le lacrime agli occhi.

Li strinse con forza e prese un profondo respiro prima di scendere a sua volta ed avvicinarsi alla ragazza che, con le mani in tasca si guardava attorno titubante.

Vieni, accomodati.” la invitò la donna dopo aver aperto la porta.

Non è una visita di cortesia.” la rimbeccò lei prontamente.

Ascolta, so che non vorresti essere qui ma ti ricordo che hai accettato di ascoltarmi.” Maria si fece prendere dalla frustrazione.

Ariell trasalì come se non si aspettasse la reazione della donna e senza dire una parola procedette spedita verso il comodo divanetto verde al centro della stanza.

Vuoi qualcosa da bere?” le chiese cercando di essere gentile.

Un tè” rispose secca “per favore” aggiunse poi in un raro momento di gentilezza.

Nessun problema.” Maria si tolse la giacca e andò in cucina dove riempì il bollitore e lo mise sul fuoco.

Ariell, approfittando del momento di solitudine si alzò avvicinandosi al mobiletto che ospitava diverse fotografie.

Ne prese una che ritraeva una giovanissima Maria, la somiglianza fra loro era a dir poco spaventosa.

La posò con un brivido e diresse la sua attenzione su quella affianco.

Ritraeva una coppia di cani dall'aria dolce e allegra.

Vedo che stai guardando Shawna e Billy, ti piacciono gli animali?” le chiese Maria posando il tè sul tavolino di fronte al divanetto.

Si, ma non ne ho mai potuto avere uno, papà è allergico al pelo.” rispose lei rimettendo la foto al proprio posto e voltandosi ad osservare la bellezza della donna mentre versava con grazia il tè nelle tazze.

Si sorprese a pensare se anche lei possedesse quella grazia.

Accorgendosi del suo sguardo Maria le sorrise, un sorriso luminoso che le fece brillare gli occhi di un verde indescrivibile.

Suo malgrado anche sulle labbra della giovane balenò un sorriso.

Era davvero bella.

Quanto zucchero ci vuoi?” le chiese sedendosi e prendendo il cucchiaino in mano.

Lo bevo senza, aggiungo solo un goccio di limone.” rispose Ariell sedendosi di fianco a lei.

Sorseggiarono la bevanda in silenzio, l'unico rumore presente era il ticchettio dell'orologio appeso in cucina che scandiva i secondi.

Ariell fu la prima a spezzare il silenzio.

Hai sempre saputo dove abito?” le chiese a bruciapelo.

Maria posò la tazza e serrò le mani in grembo osservando un punto imprecisato del tavolino.

No, in realtà l'ho saputo solo di recente.” Rispose con voce bassa.

Perché non mi hai mai cercata prima?” si lasciò sfuggire Ariell guardandola di sottecchi.

Non voleva farle capire quanto fosse importante per lei sapere il motivo dell'abbandono ma non riuscì a trattenere il tono concitato della voce.

Maria alzò lo sguardo e lo puntò su di lei ma la ragazza continuò a non intercettare gli occhi della madre.

Non è facile, i-io ero consapevole del fatto che tu non eri a conoscenza del fatto che sei stata adottata e non volevo sconvolgerti la vita...”

Però hai deciso di sconvolgermi la vita adesso.” la interruppe in un moto di rabbia.

Non è come pensi, io ho dovuto cercarti ora...” cominciò a farfugliare Maria ma si bloccò, pensò fosse meglio iniziare dal principio.

Quando sono rimasta incinta di te ero molto giovane, nonostante questo ero felice, avevo iniziato a sognare un futuro con te e il ragazzo che amavo ma, le cose non sempre vanno come vorremmo.”

Ariell era completamente persa ad ascoltarla, non lo avrebbe mai ammesso ma, moriva dalla curiosità di sapere cos'era successo in seguito.

Quando comunicai a tuo padre la notizia lui invece di abbracciarmi ed essere felice mi aggredì prendendomi a schiaffi e dicendomi chiaramente che non ne voleva sapere. Tornai a casa distrutta e mi gettai tra le braccia di mia madre in cerca di conforto. Purtroppo non appena mi aprii lei reagì molto male, mi disse che avrei dovuto abortire e che mio padre non ne avrebbe dovuto sapere nulla altrimenti avremmo passato dei seri guai sia lei che io. Mio padre era molto severo ma allora ero una ragazzina e vedevo le cose semplici, con l'immaturità dei giovani. Cercai di farla ragionare ma non ne volle sapere, la decisione era presa: avrei dovuto abortire il giorno dopo.” fece una breve pausa in cui Ariell non poté fare a meno si provare pena per quella ragazza che Maria era stata.

Passai tutto il giorno a torturarmi, a pensare se davvero ti volevo, cercai di convincermi che avere un figlio a quell'età non sarebbe stato facile e che la mia vita sarebbe stata meglio senza di te. Nonostante questo la notte decisi di scappare, non potevo abortire, dentro di me sapevo che non l'avrei mai fatto. Aspettai che i miei andassero a dormire e raggruppai le poche cose che possedevo, quindi mi calai dalla finestra e corsi più veloce che potevo. Avevo paura, ero sola nella notte e correvo senza una meta, non sapevo dove andare e con me avevo poco denaro, poteva bastarmi giusto per una settimana o forse due. Ero così spaventata!” la voce di Maria s'incrinò e dovette aspettare qualche momento prima di poter proseguire.

Corsi a perdifiato in mezzo al bosco fino a che non mi sentii stremata. Trovai una piccola grotta e caddi in un sonno profondo. Quella notte accadde qualcosa di strano, io ebbi una premonizione.”

Ariell la guardò sconcertata.

Una premonizione?” chiese confusa.

Maria annuì.

So che sembra una cosa strana ma...al mondo esistono cose a cui non si può dare una spiegazione razionale Ariell. Io sono una sensitiva e quella notte i miei “poteri” si manifestarono per la prima volta.”

La ragazza rimase in silenzio per un lungo tempo, tanto che Maria si aspettò di vederla schizzare via dal divano accusandola di essere pazza. Ma Ariell la spiazzò.

La guardò attentamente negli occhi e le mise una mano fra le sue stringendole le dita.

E che cos'hai visto?” le chiese docilmente.

Ho visto mia madre che si tagliava le vene.” sussurrò con lo sguardo perso nel passato.

Oddio! È terribile. E cos'hai fatto?” la incalzò cercando di non sembrare insensibile.

Poteva solo immaginare come si fosse sentita Maria in quel momento.

All'epoca non sapevo di avere dei poteri e lo presi come un incubo dovuto allo stress e al mio stato. Se solo avessi capito...” la voce le si affievolì fino a smorzarsi del tutto e grosse lacrime presero a rigarle il volto.

A quel punto Ariell non la vedeva più come una minaccia, come un nemico, vedeva una donna ferita che aveva affrontato situazioni più grandi di lei.

Prima che se ne rendesse conto la stava abbracciando stretta.

Non appena si riprese Maria si sforzò di continuare.

Per una settimana vagai per i boschi, avendo troppa paura di essere trovata, mangiando bacche e bevendo l'acqua che trovavo, poi però mi decisi ad uscirne. Per fortuna una donna mi diede un passaggio fino alla città vicina dove potei finalmente fare un pasto decente e una doccia. Ma non potevo certo fermarmi a lungo, i miei genitori sicuramente mi stavano cercando e non potevo permettere che mi trovassero. Nei giorni precedenti avevo preso la mia decisione: tu saresti nata. Mi sarei trasferita in una città lontana, avrei lavorato e fatto mille sacrifici ma, insieme, ce l'avremmo fatta.”

Gli occhi di Ariell si velarono di lacrime a quelle parole.

Se mi volevi così tanto perché mi hai abbandonata?” le chiese con la voce rotta.

Maria si vergognò per questo e tuttavia non rispose alla domanda ma continuò a raccontare.

Facendo l'autostop, prendendo bus e treni riuscii ad allontanarmi abbastanza da pensare di essere al sicuro e iniziai una nuova vita. Trovai lavoro come colf presso una ricca donna anziana che mi dava vitto e alloggio. Quando seppe che ero incinta non mi cacciò come temevo ma anzi, si offrì di aiutarmi. Era una donna straordinaria.” si soffiò il naso cercando di non piangere ancora “purtroppo le visioni si fecero più frequenti, a volte vedevo cose irrilevanti, altre invece cose che mi facevano paura. Finché mi resi conto di essere una sensitiva. Vedevo le cose prima che accadessero e un giorno arrivai addirittura a scoprire come un uomo del vicinato fosse morto per mano di un delinquente. Allora cominciai ad avere seriamente paura.”

Ariell annuì immaginando quanto dovesse essere spaventata, doveva proprio sentirsi come lei adesso, un mostro.

La mia gravidanza era agli sgoccioli, mancava una settimana quando ebbi una visione terribile. Ero in un letto d'ospedale e tra le mie braccia tenevo un neonato. Era così piccolo e fragile che quasi avevo paura a toccarlo. Lasciavo correre lo sguardo sulle guanciotte rosa, il nasino a punta, le mani strette a pugno. D'improvviso sentii una sensazione strana al petto e il neonato aprì gli occhi. Mi ritrovai a fissare lo sguardo in due occhi dal colore differente. In genere i neonati hanno gli occhi blu ma quello aveva chiaramente un occhio azzurro ghiaccio e uno così scuro da apparire quasi nero. Tuttavia non fu il colore degli occhi a terrorizzarmi. Lo sguardo del bambino non era quello di un neonato, so che sembra strano ma ti assicuro che non era uno sguardo umano.” si fermò rabbrividendo, ancora oggi poteva vedere chiaramente quello sguardo gelido incastonato nel viso innocente di un neonato.

Ariell sobbalzò ravviandosi i capelli nervosamente.

N-non ci posso credere...” riuscì solo a dire.

Da quel giorno ebbi la stessa visione tutte le notti fino al momento del parto. Ogni volta vedevo i tuoi occhi gelidi che mi guardavano con rabbia. Nonostante questo cercai di convincermi che non poteva essere vero, non poteva essere reale. Infatti, quando ti portarono finalmente tra le mie braccia, eri una normalissima bambina dallo sguardo innocente e dolce. La mia bambina.” disse dolcemente perdendosi nel ricordo di quel viso paffuto.

Anche la ragazza si trovò a sorridere suo malgrado.

Eri una bimba molto vivace, piangevi spesso e non volevi mangiare. Ma nonostante questo mi regalavi momenti preziosi fatti di mugolii che emettevi solo quando mi vedevi china sulla culla, fatti della sensazione del tuo pugnetto che stringeva le mie dita con una forza impensabile. Quando però tu avevi un mese le cose cambiarono drasticamente.” la voce di Maria tornò ad incrinarsi ma stavolta pareva per la paura e non per la tristezza.

Ogni volta che mi guardavi venivo oppressa da una sensazione di malessere, facevi cose strane come ad esempio fissare il soffitto anche per un intero pomeriggio senza nemmeno sbattere le palpebre. Una volta, non so come, riuscisti anche a romperti un dito semplicemente prendendolo con l'altra mano e girandolo all'indietro. Non versasti nemmeno una lacrima nonostante dovesse farti molto male. Fu allora che capii che qualcosa in te non andava. Lo sentivo nel profondo.” Maria guardò la figlia stringerle la mano mentre una lacrima le scendeva sulla guancia. “la cosa più spaventosa di tutte fu quando mi accorsi di una macchia azzurra in un occhio. Decisi che no era nulla di grave ma la macchia si allargava giorno dopo giorno fin quando il tuo occhio non divenne interamente azzurro. E allora mi tornò alla mente il sogno che mi aveva ossessionata poco prima che nascessi ed ebbi paura Ariell. Una paura incontrollabile. Diventavi sempre più strana, facevi cose che un neonato normale non fa e io ebbi la certezza che in te ci fosse qualcosa di malvagio.” a quel punto la donna prese a tremare convulsamente sbattendo i denti.


ANGOLINO DELL'AUTRICE:

Ciao a tutti, preferisco spezzare il racconto di Maria altrimenti rischia di venire troppo lungo e non mi piacciono i capitoli troppo lunghi.

Spero che vi piaccia come sta procedendo la storia.

Un bacione da Fly90.


  
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