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Autore: ItStartedOverSasuNaru1    25/02/2017    5 recensioni
TRADUZIONE dall'inglese, con permesso dell'autrice originale.
“Non è giusto, sai?”
Levò gli occhi da Naruto, impegnato a scartare un regalo che sua moglie gli aveva appena donato.
“Cosa non è giusto?”
L’espressione di lei era severa ed inflessibile, probabilmente anche afflitta e nostalgica.
Ritornò con lo sguardo su Naruto ed il suo cuore si strinse in una morsa quando il biondo gli sorrise, dimenando il regalo tra le sue mani. Naruto era parso estasiato quando Sasuke si era presentato per il suo 36esimo compleanno.
“Avresti dovuto dire qualcosa, avresti dovuto parlargliene”
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: Missing Moments, Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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ATTENZIONE!
La qui presente è una traduzione dell'opera originale dell'autrice "it-started-over-sasunaru", di cui potete trovare il lavoro sul link che segue:

http://it-started-over-sasunaru.tumblr.com/post/152348916512/after-all-these-years-always

La presente è stata pubblicata in seguito ad ottenimento del permesso dell'autrice stessa:

http://hreis123.tumblr.com/post/155548438523/hi-im-an-italian-narusasu-fan-who-reached 


Traduzione a cura di WalkingOnFire

Buona lettura a tutti :)



 
After all these these years?
Always

 
“Non è giusto, sai?”
Levò gli occhi da Naruto, impegnato a scartare un regalo che sua moglie gli aveva appena donato.
“Cosa non è giusto?”
L’espressione di lei era severa ed inflessibile, probabilmente anche afflitta e nostalgica.
Ritornò con lo sguardo su Naruto ed il suo cuore si strinse in una morsa quando il biondo gli sorrise, dimenando il regalo tra le sue mani. Naruto era parso estasiato quando Sasuke si era presentato per il suo 36esimo compleanno.
“Avresti dovuto dire qualcosa, avresti dovuto parlargliene”, non aggiunse altro e ritornò a giocare col lembo della sua maglia. Il sangue di Sasuke si gelò nelle vene.  Sapeva perfettamente a cosa si stesse riferendo ma aveva timore di chiedere.
“Sarada-“
“Non è giusto per te, non è giusto per la mamma, non è giusto per lui” aggiunse amaramente, indicando le persone che menzionava. La guardò leggermente scosso: era sempre stato così ovvio? Credeva di essere stato attento a non lasciarlo trapelare.
Aveva imparato a padroneggiarlo, a quel punto, o almeno così pensava.
“Mi sono sempre chiesta perché tu non avessi mai guardato mamma nel modo in cui Shikamaru-san guarda Temari-san”, spiegò, rispondendo ormai alla sua domanda, “poi mi sono resa conto che era per via di lui”. Sasuke si guardò intorno, per essere sicuro che nessuno li stesse sentendo, ma tutti erano troppo presi dal compleanno dell’Hokage.
Si sentì raggelare, sul punto di urlare e scappare via. Impotente e col cuore spezzato. Come se il fatto che sua figlia fosse capace di riconoscere la natura dei propri sentimenti, fosse per lui l’ultima goccia.
“Saresti potuto essere felice”, aggiunse lei, stringendogli la mano, riportando calore ad un corpo che pareva ormai gelato. Gli rivolse un leggero sorriso e continuò a guardarlo, mentre si alzava in piedi per raggiungere gli altri. Poi disse qualcosa che avrebbe cambiato la sua vita per sempre “Forse puoi ancora essere felice. Ho notato il modo in cui anche lui ti guarda”.

 
*****

Ad un certo punto della serata, si era finalmente ripreso dal suo shock, concedendosi una bottiglia di sake e provando ad ignorare nel migliore dei modi ciò che era successo precedentemente. Sarada continuava a inviargli di tanto in tanto qualche occhiata in maniera curiosa, quasi ad incoraggiarlo con uno sguardo che diceva “fallo”.
Avrebbe voluto. Desiderava poterlo fare.
Ma ovviamente le stelle e l’universo non si sarebbero allineati per lui. Perché Naruto era ancora un uomo sposato con due bambini, e non importava come si sentisse Sasuke.
Così prese un altro sorso del suo sake, trasalendo al gusto amaro che invase i suoi sensi, compensato da una sensazione di caldo tepore che scese lungo la sua gola e nel suo petto. Non si accorse del paio di occhi blu che lo esaminarono con preoccupazione quando si scolò mezza bottiglia in un solo colpo.

Avrebbe dovuto essere un uomo stoico, avrebbe dovuto portare avanti la sua recita per il resto della serata per poi andarsene e sfogare tutte le sue frustrazioni in un luogo isolato, dove nessuno avrebbe potuto sentire. Tuttavia, quella notte il suo cuore si era reso particolarmente piccolo, e dunque non c’era da stupirsi che si sentisse soffocare ed avesse bisogno di allontanarsi, prima di mettersi ulteriormente in imbarazzo.
Non seppe spiegarsi perché la realizzazione di Sarada lo avesse scosso così profondamente. Sakura lo aveva già compreso, due anni prima. Aveva pianto e lo aveva abbracciato, poi gli aveva detto che era meglio fare qualcosa a riguardo.
Ma non le diede mai ascolto, come previsto.
Forse, ciò che lo irritava, era il fatto che sua figlia fosse così giovane ma ugualmente in grado di vedere chiaramente attraverso la sua facciata.
Alquanto frastornato, fece del suo meglio per tirarsi in piedi senza cascare a terra. Con le ginocchia tremolanti, cercò di sgattaiolare fuori dal ristorante senza farsi notare. Ci era quasi riuscito, quando una mano si strinse al suo braccio, bloccandolo sulla porta.
“Che stai facendo? Si accorgerà in due secondi che te ne sei andato” voltò il viso verso la donna che in pubblico definiva sua moglie. Con la propria mente in quello stato, potè apprezzare quanto realmente fosse bella quella donna.
Avrebbe voluto essere stato capace di amarla: sarebbe stato più semplice, sarebbe stato giusto.
Le bastò una sola occhiata al suo sguardo per comprendere. Guardò Naruto, con un braccio attorno alle spalle di Gaara mentre rideva, e ritornò su di lui, col cuore che gli si contorceva dal dolore. Non ci fu bisogno di altre parole.
“Va’, ti copro io”. Annuì grato e scivolò fuori dalla porta, rilassandosi immediatamente quando la brezza autunnale colpì il suo viso ed il suono della musica e del chiacchiericcio si affievolì, mentre si dirigeva sempre più lontano dal ristorante.

Sarada, dopotutto, era una bambina piena di speranza, con uno sguardo più puro sulla vita. Di certo pensava che Sasuke avesse una speranza, lei voleva credere che l’avesse. D’altro canto, Sasuke aveva imparato la lezione.
Era tentato di lasciare il villaggio, ma sapeva che Naruto l’avrebbe scoperto e avrebbe chiesto spiegazioni, dal momento che non gli aveva affidato alcuna missione, così optò per uno dei campi di allenamento.
Il più distante dal villaggio che potesse trovare.
Si appoggiò contro un albero e sedette a terra, maledicendo se stesso per essere ancora così vulnerabile dopo tutti quegli anni.
Sarebbe sempre stato vulnerabile quando si trattava di Naruto.
Ricordò con amarezza il giorno in cui ricevette l’invito di partecipazione al matrimonio Uzumaki-Hyuuga: era via in missione ed il suo falco gli avava consegnato una busta bianca e argenetea.
Seppe all’istante di cosa si trattasse.
La diede alle fiamme e la vide consumarsi di fronte ai suoi occhi.  Inutile dire che non si presentò al matrimonio.

Gli occhi restarono chiusi per quelle che sembrarono ore, mentre cercava di quietare il tremore del suo corpo. Questi si aprirono di scatto, quando Sasuke notò la presenza di un chakra, per poi allargarsi maggiormente quando comprese a chi appartenesse.
Non osò pronunciare parola, quando la figura si accostò a lui e vi si sedette accanto. Le loro gambe si sfiorarono, ed il contatto divampò attraverso la pelle di Sasuke.
“Mi hai fatto preoccupare” disse Naruto, fissando davanti a sè. Sasuke sbuffò.
“Mi stavo annoiando, così me ne sono andato” gli occhi blu l’osservarono, incontrando finalmente i suoi, che l’osservò a sua volta. Lo sguardo di Naruto si addolcì improvvisamente e volse altrove.
“Potrei contare sulle dita della mia mano finta le volte in cui mi hai guardato negli occhi negli ultimi quindici anni” pronunciò fermamente,  gli occhi di Sasuke si spalancarono ancora di più. Restarono entrambi in silenzio per un po’. Dopo quella che sembrò un' eternità, Naruto parlò.
“Perché? Perché ho smesso di significare per te così tanto quanto tu ancora significhi per me?” Domandò con rabbia. Fu come gettare un secchio di ghiaccio su Sasuke.
Era questo che pensava realmente Naruto? Che non significasse più nulla per lui? Che Sasuke avesse trovato qualcuno migliore? Che fosse stato rimpiazzato? Sasuke non si sentì mai così furioso.
Era sempre stato un idiota.
Naruto gli stava porgendo quello sguardo, quello sguardo afflitto e straziato che riusciva sempre ad abbindolare Sasuke. Quello sguardo che gli rendeva impossibile stabilire un contatto visivo.
“Non fare certe insinuazioni se non sai nulla!” sputò, e qualcosa sembrò scattare in Naruto, perché mosse il suo corpo così da disporsi a cavalcioni su Sasuke e lo afferrò per il bavero della maglia, facendo urtare la sua testa contro il tronco dell’albero.
“Allora dimmelo! Illuminami!” urlò disperatamente, la voce di un’ottava più alta. Sbattè la testa di Sasuke ancora una volta, quando non ricevette alcuna risposta, imprecò e poggiò la fronte su quella dell’altro, rendendo teso quest’ultimo.
“Ti prego, dimmi che sono ancora il tuo solo e unico. Dimmi che non sto divorziando da mia moglie invano” sussurrò, le mani tremanti mentre afferravano i vestiti di Sasuke. L’aria abbandonò i polmoni del moro, quando questi registrò le parole di Naruto.
Non può essere.
“Tu... Tu stai divorziando da-“ le sue parole furono troncate dalle labbra di Naruto, premute teneramente contro la sua guancia, la sua gola a poca distanza da lui.
“Perché?” soffiò dopo un po’, sentendosi più frastornato di prima.
“Non posso più fingere” completò Naruto e i suoi occhi erano di un blu così intenso al chiaro di luna che Sasuke desiderò perdersi dentro. Stava provando disperatamente a credere alle parole di Naruto, stava provando a convincersi che quello non fosse un altro dei suoi sogni crudeli. Sapeva che avrebbe dovuto fare qualcosa subito, o quel momento sarebbe svanito per sempre, ma non riuscì a fare nulla se non annuire in maniera impercettibile col capo.
Eppure quello sembrò abbastanza per Naruto perché, lentamente, mosse la sua bocca dalla gota del moro alla sua fronte, e v’impresse un bacio, seguito da un altro dolce bacio sulle palpebre di Sasuke.
Le sue labbra erano delicate ed amorevoli sulla pelle lattea, e Sasuke non ricordò quando le sue mani si erano intrecciate tra i capelli di Naruto. Il biondo depositò le sue labbra all’angolo della bocca di Sasuke. Si spostò di poco e finalmente sigillò le loro labbra insieme.
L’intera vita di Sasuke, dal primo momento in cui aveva incontrato Naruto, balneò dinanzi ai suoi occhi, mentre rispondeva con disperazione al bacio, portando Naruto quanto più possibile vicino a sè. Ebbe timore che Naruto si sarebbe dissolto tra le sue dita.
Erano entrambi adirati e furiosi per essersi negati l’un l’altro tutto quello per così tanto tempo, ma al contempo erano felici, felici come mai prima di allora.
Naruto aveva ancora lo stesso sapore che aveva saggiato tutti quegli anni addietro, ai tempi dell’accademia, ma questa volta Sasuke non lo spinse via, non poteva allontanarlo. Naruto si sentì travolgere dal sapore di Sasuke, dal suo profumo, dalla consistenza di Sasuke sotto i polpastrelli. Pensava di non essere capace di sentire alcunché con la sua protesi, ma era quasi sicuro di percepire un formicolio attraverso essa, come in tutto il resto del corpo.
C’era ancora così tanto di cui parlare, così tanto da chiarire, ma in quel momento nulla aveva importanza, se non le loro labbra, le loro mani che vagavano senza sosta, i suoni che emettevano. Il mondo aveva semplicemente cessato di esistere.
Naruto si staccò e prima che Sasuke potesse rilasciare un gemito, quest’ultimo si rese conto che i pollici di Naruto stavano asciugando le lacrime sulle sue guance, le loro fronti accostate.
“Ti amo” disse Naruto con voce rotta e sincera. Sasuke si sentì vent’anni più giovane.
“Dopo tutti questi anni?” Lo schernì, e Naruto sorrise e posò un bacio sul suo naso.
“Sempre”.
 
 


Note finali della traduttrice:

Ripubblico la storia con account traduttore, come da regolamento.


Come annunciato sopra, questa è una traduzione dall'inglese. Questa è in assoluto la prima volta che traduco una fanfiction - e forse l'ultima - quindi potreste trovare un po' di errori o frasi tradotte in maniera troppo letterale e poco comprensibile.
La frase pronunciata da Naruto, ad esempio: “Perché? Perché ho smesso di significare per te così tanto quanto tu ancora significhi per me?”  preferirei tradurla in altro modo, ma lì per lì non avevo altro in mente.
Se qualcuno, leggendo, incontrasse qualche errore o avesse idee per migliorare la resa della traduzione, sono aperta a tutto! Quindi fatevi avanti! xD

Ho voluto imbattermi in questa esperienza mistica della traduzione perché la storia, per quanto breve e semplice, ha messo in pace il SasuNaruSasu, mantenendosi legata al canon. Ma soprattutto, ho adorato l'audacia di Sarada ed il suo rapporto col padre ed, ancora, l'interazione tra Sasuke e Sakura: Sakura si comporta da amica nei confronti del moro, è andata oltre il suo innamoramento ed ormai lo conosce così bene da capire i suoi sentimenti  con una sola occhiata. E insomma, è proprio come me li immagino io :').
Per altro la storia, nel finale, mi ha trasmesso una tenerezza unica per il ricordo di quel bacio lontano, per Sasuke che si sente l'adolescente di decenni prima.
E che dire poi della citazione di Harry Potter? Quella mi ha steso. Era dalla fine del manga che mi immaginavo un Sasuke/Snape pronunciare quella parola ad un Kakashi/Silente (blasfemia! xD) che gli poneva quella domanda riferendosi al suo legame con Naruto, e vederla sotto questo aspetto, è ancora più bella.

Niente, ringrazio il caso che mi ha fatto trovare questa fanfic e chiunque sia passato da queste parti per leggerne la traduzione.

Un saluto,

WalkingOnFire



   
 
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