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Autore: DreamWanderer    03/06/2009    3 recensioni
Di Voldemort non si parla, siamo a Hogwarts... Draco è ancora il solito perfido, ma una debolezza come un bicchiere infranto potrebbe fargli riconsiderare alcune cosette! __ Si chinò su di lei per sentirle il collo con le labbra, e fu felice di constatare che la medicina stava già facendo effetto. Poi, stanco, si distese accanto a lei e la strinse a sé con fare protettivo. Le baciò ancora i capelli, aspirandone il suo profumo. -Anche tu sai di buono.- __
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Blaise Zabini, Draco Malfoy, Il trio protagonista, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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|~*~|

Quel solo ricordo

.

Melanie si portò le mani alla testa, gli occhi socchiusi. Quella mattina la luce albeggiante della sala grande le stava dando un mal di testa senza precedenti…

Ron, seduto di fronte a lei, fece scorrere lo sguardo dal suo viso al piatto ancora pieno di cibo.

--Non mangi…-- constatò.

“Che genio!” si disse Melanie, ma ignorò il commento da cretino.

--Stai bene?-- continuò il rosso.

Lei annuì. --Solo un brutto mal di testa.--

La mano di Hermione le si posò delicata sulla fronte.

--Sei un po’ calda.-- l’informò l’amica.

Ginny le si fece subito vicino e le accarezzò amichevolmente una guancia. Harry si limitò a sorriderle incoraggiante.

Melanie li guardò tutti, piena di gratitudine. Non le avevano detto nulla di particolare, ma con quei semplici gesti le avevano dimostrato quanto tenessero a lei. Nonostante sapessero che aveva mentito in quanto alla sua salute. Nonostante lei fosse sempre schiva, fredda, a volte persino sgarbata. Eppure continuavano ad accettarla, ad apprezzarla. Loro che stavano al suo fianco, mentre buona parte della scuola la additava Serpeverde, apparentemente dimentichi del distintivo rosso e oro appuntato sulla sua divisa.

Sorrise ai suoi amici per provare che stava bene. Poi si sporse verso il tavolo ed afferrò un frutto tondo, rosso, succoso.

--“Una mela al giorno leva il medico di torno!”-- recitò allegra.

Ron per poco non imprecò.

--Dovresti mangiarla anche tu una mela!-- lo rimproverò invece Hermione. --Fanno bene alla salute e anche alla testa.--

--Alla testa, dici?--

--Sì, Ronald. Quella che si usa per ragionare, hai presente?--

Il rosso stette silenzioso per un secondo, poi fregò la mela dalla mano di Melanie.

--Ma ti sembra il modo!-- insorse Ginny.

La piccola Weasley detestava quando il fratello si comportava come un vandalo.

--Cofa?-- mugugnò Ron addentando il frutto senza preoccuparsi di deglutire prima di parlare. --Se daffero aiuta a racionare mi scerve per il compito di poffioni!--

E ovviamente tutti scoppiarono a ridere per il modo in cui aveva pronunciato la frase.

|~*~|

Draco Malfoy se ne avanzava baldanzoso per il corridoio quella notte mentre faceva la sua ronda da Caposcuola. Quanto gli piaceva avere quella carica… d’accordo, i controlli notturni erano una rottura ma il potere che aveva acquisito sulla maggior parte del corpo studentesco era una ricompensa più che soddisfacente.

Mentre passava davanti alla porta di un’aula udì un rumore lievissimo… una risolino, timido, malizioso, soffocato.

Il Principe delle Serpi sorrise maligno, poi si avvicinò alla porta incriminata e vi appoggiò un orecchio. Altre risate, un accenno di parole, respiri pesanti e veloci.

Il ghigno Made-In-Malfoy si allargò mentre il ragazzo faceva un passo indietro e lanciava un incantesimo contro il legno, che esplose verso l’interno dell’aula frantumandosi in mille schegge. Stesi sulla cattedra, pietrificati per lo spavento, un Grifondoro del terzo anno e una Tassorosso del primo.

La gonna della ragazza era sollevata, la camicia che già aveva buona parte dei bottoni slacciati. Il Grifondoro era già più avanti, senza maglietta e con i jeans aperti.

Draco ghignò.

--Ma bene bene… che abbiamo qui? Trevor, questo non è certo molto onorevole! Farsela con una mocciosetta del genere?-- infierì sottolineando la parola “onorevole”.

I due sussultarono. La Tassorosso arrossì all’istante e cominciò a sistemare i propri abiti.

--Stanne fuori, Malfuretto!-- sputò il Grifondoro con cattiveria.

--Occhio alla lingua, Trevor. Sono Caposcuola! Quindi venti punti in meno a Grifondoro per l’offesa, e poi altri cinquanta punti in meno per cercare di approfittarsi di un’ingenua Tassorosso del primo altro. E altri dieci punti in meno per il tuo cattivo gusto, persino tu con quella faccia da perdente che ti ritrovi avresti potuto fare di meglio. E poi altri venti punti in meno per essere fuori stanza oltre l’orario.--

--Ma come osi, viscido…!--

--Inoltre.-- continuò il Serpeverde come se nulla fosse. -- Venti punti meno a Tassorosso per aver infranto il coprifuoco, poi trenta punti in meno per la stupidità. E francamente nanerottola, comincia a risparmiare per farti fare una plastica.--

A quel punto la ragazzina scese dalla cattedra e scappò via, troppo umiliata.

--Mary, aspetta!-- gridò Trevor vedendola attraversare quello che restava della porta. --Questa me la paghi, Malfoy!--

--Quindici punti in meno per aver minacciato un Caposcuola.-- sghignazzò Draco impassibile.

Il ragazzo gli lanciò uno sguardo di puro odio, ma rincorse la ragazzina senza aggiungere altro.

Draco, senza smettere di godere della propria malignità, tornò nel corridoio.

--Era davvero indispensabile esagerare in quel modo?-- chiese una voce indispettita di fronte a lui.

--Impara l’italiano, Klarix.-- ribattè il Serpeverde. --Se qualcosa è un’esagerazione allora non è indispensabile.--

La proprietaria della voce uscì dall’ombra. Una ragazza, della sua età. Gli occhi cangiavano anche nella flebile luce della luna, i capelli ondulati e color miele che riflettevano il riverbero proveniente dalle bacchette.

--Era proprio necessario umiliare tanto quella povera ragazzina?-- continuò la Grifondoro come se niente fosse.

Questo irritò non poco il ragazzo. Ma come si permetteva quell’insulsa cretina a non prestargli attenzione?

--Sì.-- ribattè lui scocciato. --Io sono il Caposcuola, io decido cosa fare se gli studenti infrangono le regole. E questo mi porta a togliere venti punti a Grifondoro dato che sei fuori stanza oltre l’orario…--

Ma quella scosse la testa. --Scusa, ma stasera faccio io da Caposcuola per i Grifondoro.--

--La Mezzosangue?--

La ragazza lo avvelenò con lo sguardo. --Hermione era impegnata con i compiti.--

--Hai un permesso speciale?--

Gli porse un foglietto che Draco le strappò di mano semza troppi complimenti. Dannazione, era tutto in regola per davvero!

--Come ti pare, allora niente punti in meno.-- le concesse, visibilmente indispettito.

Sul viso della ragazza si allargò un sorriso trionfante, ma il Principe delle Serpi non aveva certo intenzione di dargliela vinta…

--Klarix, Paciok ti ha per caso usata come cavia per i suoi esercizi di Trasfigurazione? Perché oggi sei davvero uno schifo!-- la insultò maligno riferendosi ai capelli disordinati, gli occhi leggermente gonfi e la postura fiacca.

Lei incrociò le braccia davanti al petto e lasciò che il sorriso le sparisse dalle labbra.

--Malfoy io parlerei poco se fossi in te… sei pieno di schegge di legno, ma non ti vergogni ad andare in giro conciato così?-- fu la replica pungente.

Draco strinse gli occhi, ora arrabbiato. Cominciò ad avvicinarsi a lei con fare minaccioso, inchiodandola con le spalle al muro.

--Non osare mai più parlarmi in questa maniera, schifosa Grifondoro!-- le sibilò.

Gli occhi violetti della ragazza furono attraversati da un lampo d’ira.

I due rimasero così a fronteggiarsi per un po’, entrambi fieri e orgogliosi, entrambi decisi a non essere i primi a distogliere lo sguardo.

Così il Serpeverde giocò sporco. --Hai gli occhi umidi… che stupida che sei!--

Il riflesso incondizionato portò la Grifondoro a sbattere le palpebre, e il ragazzo ghignò trionfante.

La Klarix, ora furiosa, lo spinse via da sé mormorando un “ma vai al diavolo, Malfuretto!” e gli voltò le spalle per poi essere inghiottita dall’oscurità del corridoio.

Il Principe delle Serpi si permise un ultimo ghigno vittorioso e poi proseguì anche lui per la sua strada.

|~*~|

--Mel, stai bene?--

Melanie annuì con la testa, tenendo però gli occhi chiusi. La luce le dava ancora un fastidio…

Ma Hermione non demorse, e abbassò lo sguardo dispisciuta. --Scusa, non avrei dovuto chiederti di fare quella ronda al posto mio ieri sera! Avrei dovuto fare la ronda e poi studiare, altro che mandare te…--

--Ma no Herm, è tutto_--

--Guarda come ti ho ridotta… pallidissima e con delle occhiaie da vampira… accidenti Mel, mi dispiace davvero_--

Ma la Grifondoro posò una mano sulla bocca della compagna.

--È tutto ok.-- le ripetè. --Sono solo stanca perché non ho dormito molto. E il mal di testa è perché ieri sera ho incrociato Malfoy.--

--Oh no!-- esclamò Ronald inserendosi nella conversazione. --La serpe? Che tramava?--

--Umiliava una Tassorosso del primo anno che Trevor stava cercando di portarsi a letto.--

--E la Tassorosso che c’entrava?--

--Stiamo parlando di Malfoy, Ronald. Neanche voglio pensare a quanti punti avrà tolto a Grifondoro quel disgustoso Serpeverde platinato e_--

--Stai cercando di osannarmi, Mezzosangue?-- strascicò una voce.

--Parli del furetto…-- sputò Ron tra i denti per poi abbandonare momentaneamente il contenuto del suo piatto per alzare lo sguardo sull’indigesto ragazzo che lo guardava con sufficienza dall’altra parte del tavolo.

--Klarix, forse dovresti dire ai tuoi amici di non usarti più come loro galoppina quando non hanno voglia di fare la ronda, il tuo aspetto non è migliorato.-- infierì cattivo Malfoy.

Melanie sbuffò stanca. Stanca di quelle stupide litigate in cui si trovava sempre invischiata a causa della rivalità tra Case. Perché era sempre così ostile verso di lei? Non gli aveva mai fatto nessun torto, nessuno scherzo. Non l’aveva mai preso in giro, aveva sempe fermato i suoi amici quando si spingevano troppo oltre. E poi quel furetto non poteva lasciarla stare almeno per un giorno?

--Non sono la loro galoppina, Malfoy.-- ribattè scocciata. --Avevano bisogno di aiuto, mi hanno chiesto un favore, gli ho dato una mano. Si chiama amicizia… e ora mi lasceresti in pace per cortesia?--

Ma Malfoy ghignò. --Certo che sei proprio ingenua, Klarix… e anche parecchio stupida!--

Melanie alzò uno sguardo annoiato su di lui, ma Harry si alzò in piedi di scatto. --Ma perché non le dai un po’ tregua, Furetto?--

--Oh-oh, come ci scaldiamo in fretta, Potty! Non vuoi che la tua galoppina capisca la verità?--

Il Bambino Sopravvissuto fece un passo avanti, ma il Serpeverde lo scansò.

--Permettimi di aggiornarti Klarix, ma sappi che questi qui ti stanno intorno solo perché sei comoda, non perché ti vogliono bene. Sai, tu sei troppo docile, e faresti di tutto per loro… e loro usano il vantaggio. Quindi sì, sei la loro galoppina.--

--Malfoy, ma perché non ti tappi quella_--

CRASH!

Un calice d’acqua era appena scivolato dalle mani di Melanie spargendone il liquido vitale sul pavimento, mentre la ragazza fissava a bocca aperta il nemico di sempre. Poi, semplicemente si alzò in piedi e si avviò al portone. Hermione fece per rincorrerla, ma lei mormorò qualcosa tipo: “…scordata un libro di sopra.” e se ne andò senza aggiungere altro.

I Grifondoro si scambiarono sguardi angosciati.

Draco ghignò soddisfatto guardando la ragazza alzarsi dal tavolo e allontanarsi a testa bassa. Un ghigno che morì in fretta, non appena notò le lacrime che riempivano gli occhi della ragazza quando lei si voltò per impedire alla Mezzosangue di seguirla. Quell’immagine lo lasciò turbato e perplesso.

Aveva detto una cosa così grave? Non gli sembrava, anzi, paragonata a certi insulti era stato quasi gentile…

E come mai gli dava fastidio se quella piangeva? Farle del male non era forse quello che aveva cercato di ottenere?

Perché si sentiva chiamato in causa quando Melanie Klarix veniva nominata? Lui l’aveva sempre odiata!

… no, non sempre…

Solo da quando era stata assegnata a Grifondoro. La sua mente volò indietro, fino al giorno dello Smistamento…

--Melanie Klarix!--

Draco alzò lo sguardo sulla ragazzina minuta che camminava a passo sicuro e disinvolto verso lo sgabello sul quale l’attendevo quel vecchio cappello chiacchierone. Ghignò.

Era più che certo che quella sarebbe finita a Serpeverde; aveva tentato di avvicinarla aull’Espresso per Hogwarts, ma lei non aveva dimostrato alcuna intenzione di socializzare. Era rimasta fredda e distaccata, del tutto indifferente. Solo ogni qual volta gli aveva lanciato occhiate glaciali. Doveva essere per forza una Serpeverde… cominciò a immaginare diversi modi per comprarne l’alleanza… chissà se veniva da una famiglia ricca, e forse poteva anche…

--GRIFONDORO!-- strillò il Cappello Parlante.

Draco strinse i pugni, e gli occhi lampeggiarono quando vide quell’idiota di Potter e quel deficiente di Weasley sorridere ingenui alla nuova compagna di Casa.

Era guerra.

--Dray! Ma ci sei o no???--

Draco si riscosse di colpo, scuotendo la testa. Era stato portato via dai ricordi.

--Sì, certo Daphne, ero solo soprappensiero. Andiamo a lezione sennò si fa tardi, va’!--

|~*~|

“Stupida!” imprecò mentalmente Melanie. “Stupida, stupida, stupida!”

La ragazza si riavviò i capelli dietro un orecchio, asciugandosi le lacrime con un gesto esasperato. Detestava piangere, e detestava farlo per quei ricordi. Ma perché era così difficile dimeticare il dolore che le avevano fatto, nonostante fossero già passati tanti anni? Era come avere una scheggia piantata in una ferita, senza riuscire a toglierla. Dopo un po’ il corpo si abituava alla sua presenza, ma quando quel pezzo di legno veniva toccato o rigirato ecco il sangue ricominciava a scorrere.

Melanie si passò di nuovo una mano sugli occhi con stizza, asciugandosi definitivamente quelle gocce salate che tradivano quanto quelle memorie dolessero ancora.

In quel momento un’ombra più scura attraversò il cielo infiammato dal tramonto. Un ragazzo, a cavallo di una scopa. Si alzò veloce, temendo che fosse Harry impegnato a cercarla. Non voleva che la trovassero. Detestava farsi vedere debole e in lacrime, fosse anche solo per quello stupido orgoglio da Grifondoro.

Una volta in piedi vacillò, le gambe intorpidite. Era stata rannicchiata per ore all’’aperto, senza cambiare posizione. Un brivido le folgorò la schiena. Era appena iniziata la primavera, il vento serale ancora parecchio freddo, e lei indossava una maglietta che le lasciava le spalle e la schiena nude.

Si mosse agile, e si nascose dietro a un albero. Cauta, lanciò uno sguardo indagatore alla figura in volo. No, non era Harry. era Draco Malfoy.

Melanie chiuse gli occhi e si nascose di nuovo, affinchè non fosse scoperta. Fu per puro caso che guardò nella direzione opposta, e con la coda dell’occhio colse un movimento accanto a dei cespugli piuttosto lontani da lei. In quel momento un raggio di luce partì e serpeggiò fulmineo fino a colpire il ragazzo, che perse il controllo della scopa.

Gli occhi della Grifondoro si fecero grandi per la sorpresa e poi si riempirono di apprensione quando videro la sagoma del Serpeverde precipitare nelle acque gelide del Lago Nero. Si prese solo un mezzosecondo per realizzare la situazione, poi scattò in piedi e si tuffò tra i flutti senza pensarci due volte.

L’impatto con l’acqua fredda fu sorprendentemente violento, e talmente freddo che gli mozzò bruscamente il fiato accorciandogli ancora di più il poco ossigeno che gli riempiva i polmoni. Cercò di guardarsi intorno, ma ai suoi occhi ogni direzione pareva uguale. Sopra, sotto, destra, sinistra… non c’erano né superficie verso cui nuotare né un fondo per orientarsi. Solo acqua scura in cui affondare.

Draco chiuse gli occhi…

Un rumore ovattato e lontano, poi una presa tanto salda quanto delicata sul suo polso, un braccio avvolgersi attorno al suo petto. Si sentì tirare, e la pressione sulla sua testa diminuiva gradualmente. Poi la sua testa ruppe la superficie dell’acqua, e gli artigli del vento gelido gli graffiarono il viso bagnato. L’ossigeno gli invase il petto, facendolo tossire. Poi si sentì trascinare a riva. Il pensiero di essere salvo lo rilassò, spingendolo ad abbandonarsi contro il corpo morbido e caldo della persona che lo stava trascinando a riva.

La terra strusciò fastidiosa sotto la sua camicia quando il suo corpo fu issato sull’erba.

--E che cavolo Malfoy! Potevi provare a nuotare però!--

Il Serpeverde spalancò subito gli occhi e guardò al suo fianco, dove una ragazza era rannicchiata a riprendere fiato, scossa da una tosse piuttosto violenta.

E non una ragazza qualunque. Una Grifondoro.

E non una Grifondoro qualunque. Melanie Klarix.

Melanie Klarix, che lui aveva sempre insultato, ridicolizzato, detestato, ora l’aveva salvato.

La squadrò, ma il suo occhio critico e ostile si stemperò in uno più curioso. La ragazza stava indossando un paio di pantaloncini corti e bianchi e una maglia color blu intenso chiusa sulla schiena con un intreccio di lacci che lasciava le spalle del tutto scoperte. I capelli lunghi gocciolavano, e lei si spostò la frangetta bagnata dalla fronte con un gesto stizzito. Tossiva, sputando fuori quel po’ d’acqua che aveva bevuto. Lui invece respirava, assaporando l’aria che gli riempiva le narici.

--Che ti ha preso, Klarix, prima mi schianti e poi mi salvi? Cos’erano, vendetta e poi senso di colpa?-- sputò il ragazzo con cattiveria.

--Beh scusa se ti deludo, furetto, ma non sono stata io a cercare di ammazzarti.-- rispose lei lasciandosi cadere sulla schiena cercando di respirare.

Draco si mise a sedere, guardandola. Guardarla era interessate, una cosa nuova. Non le aveva mai dedicato nulla se non un’occhiata velenosa. Poteva approfittarne ora, che lei teneva gli occhi chiusi…

Aveva i capelli scompigliati, gli abiti fradici che le si erano appiccicati al corpo delineandone i contorni come solo il tessuto bagnato sa fare. Aveva una mano appoggiata sul ventre mentre l’altra era sopra la fronte. Una gamba era piegata, l’altra distesa. La bocca socchiusa, recuperando l’aria perduta a causa della linga apnea. Poi la tosse le graffiò di nuovo la gola e la guardò rannicchiarsi su un fianco portandosi una mano al collo e una alle labbra.

Distolse lo sguardo come lei cominciò ad aprire gli occhi.

--Adesso sarà meglio che vada.--

Melanie sentì il vento freddo sfregiarle la pelle, e la testa le girò leggermente. Scosse il capo per schiarirsi i pensieri, poi si riavviò di nuovo la frangetta bagnata oltre la fronte e si avviò al castello, seguita dal Serpeverde. Sentiva ancora il suo sguardo indagatore addosso che la studiava. E lei detestava essere osservata come una cavia da laboratorio.

--Ma la pianti di fissarmi?-- sbottò alla fine.

--Klarix, perché piangevi?--

La Grifondoro si bloccò. Dentro di lei emozioni di paura, vergogna, sorpresa e stupore infuriarono come una tempesta oceanica, ma la sua espressione rimase impassibile.

--Non ho pianto.-- negò.

Malfoy le sorrise e si avvicinò, sistemandole una ciocca di capelli gocciolanti dietro un’orecchio.

--Brava a mentire come sei, saresti dovuta finire a Serpeverde.-- le sussurrò guardandola negli occhi.

--Perché sei così gentile con me?-- mormorò lei, sentendosi di nuovo sul punto di piangere. Dannazione, da quando era così debole?

Il ragazzo si strinse nelle spalle. --Perché mi hai salvato.--

Poi si volse e se ne andò.

Melanie rimase incantata e confusa per un altro paio di minuti finchè un nuovo accesso di tosse non la riportò con violenza a sé stessa.

Allora si voltò e tornò in sala comune, che purtroppo era gremita di gente…

Subito le furono tutti intorno, una calca di compagni. Per lei, una marea di conoscenti.

Si sentì sommersa, ma le braccia protettive di Ginny la circondarono e la guidarono fuori dalla folla, davanti al caminetto.

--Mel che ti è successo?-- le chiese Harry preoccupato.

--Io…-- si bloccò. “mi sono tuffata nel lago per salvare la pelliccia a Malfuretto” decisamente non suonava. Avrebbe portato troppe domande… --Sono caduta nel lago. Passeggiavo sulla riva e sono scivolata.--

E sorrise, contagiando anche i suoi amici.

Già, i suoi amici… Harry Potter, Hermione Granger, Ronald e Ginevra Weasley. Ricordò quello che Malfoy le aveva ditto solo poche ore prima e si sentì morire… la verità era che quei ricordi ancora facevano troppo male. Ma sapeva che di quegli unici, meravigliosi quattro amici si poteva fidare. E poi quel Serpeverde da strapazzo voleva solo farle del male, non stava dicendo la verità.

Diede la buona notte e se ne andò in camera per asciugarsi.

|~*~|

Draco si abbandonò su uno dei divanetti della sala comune, pensieroso.

Sapeva che la Klarix gli aveva mentito, ma era il vederla così… distrutta che lo disturbava. Perché Draco in realtà le pensava spesso. Non aveva mai del tutto digerito il fatto che lei fosse una Grifondoro.

I due non erano mai davvero entrati in contatto fino al quarto anno, quando Potter era tutto preso dal suo Torneo Tremaghi. Per Draco lei era stato un raggio di sole, un colpo di folgore. Bella, molto bella, e gentile, e aggraziata, e dolce, e timida, e fredda, e scostante, e affascinante, e misteriosa… poi Piton li aveva messi come compagni di banco a pozioni, perché lei era una frana in quello, e avevano cominciato a parlare. Certo, non erano mai state grandi conversazioni, solo poche parole. Abbastanza però per fargliela apprezzare. Lei era sincera e diretta ma con tatto, intelligente e furba ma con simpatia, innocente e simpatica ma con malizia, malinconica e sola ma sorridente.

Ma poi, al quinto anno, lei si era messa dalla parte di Potter, e rideva con loro. Di lui. Rideva alle loro prese in giro su di lui. E la cotta che lui aveva si era trasformato in dolore. E il dolore in risentimento, e poi in rabbia. Poi la rabbia si era rivolta verso gli altri Grifondoro che raccontavano tutte quelle storie dettate dai pregiudizi. E la rabbia si era tramutata in gelosia. E la gelosia in odio. Un odio che era evaporato quando l’aveva vista piegata in due a causa di una tosse violenta che si era presa salvandolo.

Un fischio acuto nelle orecchie lo distolse da questi pensieri.

--Ahia Blaise! Ma porca trota, ti ho detto cento volte di non farlo!--

--Come, solo cento? Io ne ho contate mille…-- rispose Blaise Zambini, guadagnandosi così un’occhiataccia da parte del biondo. --Scusa Dray, ma sembravi in coma! Mi ero preoccupato…--

Draco ghignò. --D’accordo mammina, allora la prossima volta che mi immergo in una riflessione costruttiva mi appiccicherò un post-it sulla fronte!--

Risero, e si avviarono insieme al dormitorio.

--Allora, a che pensavi?-- gli chiese quindi il moro sedendosi sul suo letto, mentre l’amico si lasciava cadere prono sul proprio.

--Alla Klarix. Sai, oggi è successa una roba strana…--

E, mentre Draco si decideva a cominciare il suo racconto, la mente di Blaise viaggiava a ritroso.

--Blaise, l’effetto che lei mi fa… mi sento così leggero, non saprei spiegarlo. Lei non vuole niente di terribile, da me, mi permette di godermi la scuola senza pensare alle pressioni che ho addosso. Mi fa venire voglia di essere migliore della persona che sono e che potrei diventare se continuo così.--

--Sai Dray, io penso che tu ti sia preso una bella cotta!--

…mesi dopo…

--Sta con loro, Blaise. Sta con lui! Io, io… io la odio!--

--Calma, amico. Calma e sangue freddo. La scorderai, ci vorrà solo un po’ di tempo.--

Blaise sorrise. Il tempo era passato, e Draco aveva finalmente capito che all’amore non si sfugge nemmeno in un milione di anni. Perché per quel biondastro da strapazzo era sempre stato il colpo di fulmine, anche se lui aveva scelto di ignorare la realtà e provare a dimenticarla.

--Ti piace ancora.-- constatò infine Blaise, dichiarando l’ovvio.

--Beh…-- fece per obiettare Draco, ma poi si rasegnò. --Sì. Credevo di odiarla, ma…--

--Tranquillo, non devi spiegarmi niente. Capisco perfettamente.--

Il biondo gli sorrise grato.

--Che faccio ora però?--

Domanda da un milione di dollari!

--Io direi di andarci piano piano, gradualmente. In fondo siamo al settimo anno e la guerra è alle nostre spalle. Sarebbe anche ora di piantarla con tutte queste stupide litigate e cercare di andare d’accordo una buona volta. E poi tanto lei è una Serpeverde mancata, lo sa tutta la scuola.--

Draco ghignò. --Non è che sei così cauto in materia perché hai una sbandata per una Grifoncina?--

Il moro divenne di una tonalità molto simile ai capelli di Lenticchia, ma per fortuna il suo cosiddetto “amico” lasciò cadere il discorso.

|~*~|

--Mel, senza offesa ma davvero non mi sembri in gran forma-- disse Ron a cena, delicato come suo solito.

Melanie scosse la testa. --Non è niente, davvero. La mia tosse è peggiorata a causa della caduta nel lago ma sto bene.--

Hermione però stava squadrando l’amica. Era pallida e aveva delle occhiaie scure, come se non avesse dormito per niente quella notte. Sembrava stanca, non solo fisicamente. Aveva gli occhi gonfi, come se avesse pianto a lungo. Qualcosa non quadrava, ne era certa.

--Non è che hai avuto un incubo per colpa di quello che Malfoy ti ha detto ieri, vero?--

Vide Melanie sobbalzare e capì di aver fatto centro. Sapeva anche che lei ora avrebbe smentito, detto che non era così, assicurato che andava tutto bene. Ma lei ormai aveva inquadrato il problema e almeno sapeva la ragione della tristezza dell’amica.

--Malfoy non c’entra nulla…--

--Parlando del Furetto.-- s’inserì Harry. --Non vi sembra che se ne sia stato un po’ troppo tranquillo oggi? Niente frecciate, niente incantesimi, niente risse_--

--Ma scusa, e ti lamenti???-- si sorprese Ginny.

--No, ma che dici… solo, non vorrei che stesse tramando qualcosa.--

Hermione si abbandonò alle riflessioni. In effetti Malfoy era stato davvero tranquillo. Non aveva attaccato briga in alcun modo, con nessuno di loro. Però poteva giurare di averlo beccato a guardare Melanie.

Malfoy era sempre stato… strano, quando lei veniva tirata in ballo. Come se la sua rabbia non nascesse dal disprezzo ma da qualcos’altro. In ogni caso, tanto meglio.

--In ogni caso, Mel… sicura che va tutto bene? Perché se tu hai bisogno noi ci siamo…--

E prima che quella potesse dare false rassicurazioni come suo solito, Ronald le ficcò una mela in bocca.

--Mangia, che ti fa bene!--

Draco sorrise dall’altra parte della Sala Grande. Melanie con quella mela in bocca, così a mezz’aria, e gli occhi grandi per la sorpresa era davvero buffa.

Aveva sentito per sbaglio parte della loro conversazione mentre si dirigeva al suo tavolo, e aveva capito che i gli insulti che le aveva rivolto il giorno prima avevano sbloccato qualche ricordo doloroso. Per questo aveva deciso di provare a parlarle. Così quando la vide alzarsi per andare a letto la seguì.

La fortuna era dalla sua parte quella sera, perché la ragazza camminava a passo lento. Con poche falcate la raggiunse e le prese il polso. Lei girò su sé stessa, i capelli color miele che ondeggiarono morbidi seguendone il movimento.

Draco si mise un dito sulle labbra e poi la guidò in un’aula vuota.

--Che ti ho detto di così orribile, ieri?-- le chiese subito, diretto.

Lo sguardo della Grifondoro s’indurì, gli occhi violetti si fecero impenetrabili.

--Non sono affari che ti riguardano, Malfoy.-- ringhiò, poi si avviò verso la porta per andarsene senza doverlo affrontare.

Ma il Serpeverde le si parò davanti. Si era aspettato che lei avrebbe resistito, era una ragazza difficile. La spinse delicatamente contro il muro alle spalle di lei e le si premette contro per tagliarle la fuga. Avrebbe dovuto usare un po’ di persuasione con lei…

--Ma perché devi proprio appiccicarti a me quando ci sono altri dieci metri di spazio vuoto e confortevole???-- sbottò Melanie.

Il biondo ghignò. --Perché se non lo faccio tu mi scappi… dai, dimmi che ho detto di così brutto da farti piangere…--

Ma la ragazza lo spinse via da sé. Come si permetteva quel Serpeverde platinato di torturarla in quel modo? Non era abbastanza per lui averla ferita? Davvero non poteva fare a meno di umiliarla?

Cercò di allontanarsi ancora, ma Malfoy la bloccò e la rimise con le spalle al muro senza troppa delicatezza. L’impatto con la parete non fu duro, ma la testa cominciò a girarle. Oppure era solamente il profumo inebriante di lui, o la sensazione del suo corpo scolpito premuto contro il proprio, o forse l’intensità con cui la stava guardando.

Sentì una strana pressione stuzzicarle i timpani, come se fosse sott’acqua a grande profondità…

Il ragazzo si mosse contro il suo corpo e lei non potè trattenere un mugolio di piacere. Era come se la stesse coccolando, proteggendo, passando le mani lisce e curate sulla pelle nuda delle sue spalle per riscaldarla. Reclinò la testa da un lato e lui posò il capo sulla sua spalla rendendo le distanza ancora più minime.

…come se stesse volando ad alta quota…

Sentì le labbra del Serpeverde posarsi sulla pelle delicata del collo, e la testa cominciò a girarle ritmicamente, quasi ipnotica, confondendola. Sentì le dita di lui giocherellare con i lacci della maglia e poi scivolare su e giù lungo la spina dorsale provocandole brividi di piacere.

…come se…

Percepì la sua determinazione inginocchiarsi, la sua volontà farsi più pieghevole. Aveva la mente ovattata, non riusciva a pensare, a riflettere, a dare un senso a quello che stava succedendo. Il suo istinto sembrava volerla avvertire che qualcosa non quadrava, che quelle carezze erano tese a un altro fine…

…come se qualcuno stesse cercando di entrarle nella mente.

Melanie spalancò gli occhi di scatto, ma oramai era troppo tardi. Avvertì la bacchetta del nemico premuta contro la tempia, e poi lei non aveva le forze per resistergli. Il biondastro l’aveva coccolata per indebolirla, per farla cadere docilmente ai suoi piedi. E ora lei avrebbe dovuto pagare per la sua stupidità.

--Legilimens!-- pronunciò Draco.

I suoi occhi divennero istantaneamente ciechi alla realtà e si proiettarono nella mente della debole Grifondoro. Incontrò una leggera resistenza, ma distrusse l’ostacolo con la sua sola determinazione. La Klarix era troppo stanca e confusa per respingerlo.

Ben presto si ritrovò a camminare tra i ricodi passati e recenti della ragazza. C’erano lacrime, sorrisi, canzoni, soli e tempeste. Ma a lui interessava una cosa sola. Voleva capire. E come pose le domande con la sua mente, le risposte scivolarono docili verso di lui. E comprese ciò che l’aveva ferita tanto.

Aveva sempre pensato che il dolore emotivo che una persona potesse provare fosse il tradimento da parte della persona che si ama. Ma, guardando i quei ricordi e sentendo quelle emozioni, capì che era ancora peggio quando si viene traditi dai propri amici e incompresi dalla propria famiglia, tutto in un colpo solo. E la ferita brucia ancora di più se si ha solo cinque anni. Perché a cinque anni non si è pronti ad affrontare una realtà che nemmeno alcuni adulti sono in grado di superare.

C’era solo una parola per descrivere il gelido vuoto che regnava incontrastato dentro la ferita di Melanie: abbandono. Assoluto, totale, crudele, spietato. E assassino.

Draco, ancora con quel sapore amaro di dolore in bocca, si ritirò piano dalla mente della ragazza.

--Felice di constatare che hai finito di torturarmi.-- sputò la Grifondoro con risentimento.

Aveva le guance rigate da lacrime incontrollabili, che continuavano a scenderle sul viso. Rivedere le immagini di quei ricordi in modo così vivido le aveva fatto troppo male.

Il biondo non sorrise, non ghignò, non si mosse. Si limitò a guardarla, cercando di trasmetterle quanto fosse dispiaciuto per averle fatto rivivere una cosa del genere. Se avesse saputo, se avesse anche solo immaginato cosa poteva esserci dietro a tanta freddezza e timidezza non l’avrebbe mai fatto.

--Io_--

--Guarda, taci e basta.-- lo interruppe lei. --Ma lasciami andare.--

Draco chinò il capo e si spostò per lasciarla passare, lanciando solo uno sguardo alla figura esile che scappava dall’umiliazione e dal dolore per cercare un po’ di pace nell’oblio del sonno.

|~*~|

Melanie si svegliò di soprassalto.

Ansante, si guardò attorno mentre si tirava a sedere. Le coperte del letto erano tutte attorcigliate, la sua sottoveste spiegazzata, la sua pelle madida di sudore freddo, i capelli disordinati. Le vennero le vertigini e divette portarsi una mano allo stomaco presa da una nausea improvvisa.

Aria. Aveva bisogno d’aria.

Si districò dal groviglio di lenzuola e si mise in piedi senza nemmeno prendere una vestaglia. Il pavimento sotto di sé era gelido, ma non ci diede troppo peso. Silenziosa, sgattaiolò in sala comune e spalancò la finestra. Il venticello freddo della sera era una carezza rinfrescante, e ne respirò quanto più poteva. Cosa che purtroppo scatenò un colpo di tosse.

Si stiracchiò portando una mano alla schiena, che la sottoveste lasciava nuda, e la sentì fredda al contatto con la pelle. Quando provò a chiuderla a pugno però la sentì tiepida. Quindi era il resto del corpo a essere caldo. Si sentì la fronte, e la trovò bollente, il collo in fiamme.

Sbuffò esasperata. Ora sarebbe dovuta andare in infemeria, e lei detestava essere ammalata. Lo detestava e basta.

Uscì dal buco del ritratto, ma la Signora Grassa la bloccò. --Dove pensi di andare a quest’ora? È contro le regole.--

--Lo so, mi scusi.-- mormorò lei debole. --Non sto bene, volevo solo andare in infermeria.--

La Signora Grassa si addolcì un poco. --Molto bene allora.--

Melanie fece un cenno col capo e poi si avviò lungo i corridoi. Però aveva la vista annebbiata, e si sentiva vacillare a ogni singolo passo, la testa che girava. Perse il senso del tempo e dell’orientamento. Continuò solo a vagare, scossa da brividi e colpi di tosse occasionali. Poi l’ennesima sensazione di vertigini. Si portò una mano alla testa come per sorreggerla, ma il mondo divenne un’indefinita macchia di colori sfocati davanti ai suoi occhi umidi. Cadde in ginocchio, esausta. Poi tutto si fece buio, e si sentì sprofondare in avanti.

|~*~|

Draco si svegliò a causa di un qualcosa di gelido che gli aveva sfiorato la spalla. Balzò a sedere e si trovò davanti il Barone Sanguinario.

--Le mie scuse, Signor Malfoy.--

--Non è nulla, Barone. Chi è stavolta?-- fece lui.

Capitava spesso che alcuni Serpeverde restassere troppo a lungo fuori la notte ai loro festini disseminati in tutto il castello, e regolarmente uno di loro finiva per terra mentre tornava al dormitorio. Se il Barone trovava uno di essi, si premurava di andare ad avvertire il Caposcuola di Serpeverde, in modo che la Casa non perdesse punti.

--Non sono sicuro… aveva il viso coperto dai capelli, ma dato che portava una sottoveste verde smeraldo e se ne stava in giro a quest’ora ho supposto che fosse di Serpeverde. È al corridoio del quinto piano.--

--Vado subito. Grazie mille, Barone.--

Il fantasma tolse il disturbo e Draco si alzò per mettersi una felpa. Lui detestava essere imbacuccato, ma non poteva certo andare in giro per il castello a torso nudo e pantaloni (ovvero il suo “pigiama”) altrimenti si sarebbe beccato un raffreddore della malora!

Veloce e furtivo sgattaiolò fuori dal dormitorio, e in un lampo fu al quinto piano. La ragazza era lì, proprio come il Barone aveva riferito. I capelli biondi le coprivano il viso, la sottoveste succinta lasciava poco spazio alla fantasia.

--Daphne.-- chiamò lui piano, ma la ragazza non si mosse.

Fu allora che Draco notò un piccolo dettaglio… i capelli non erano più corti di quello della sua compagna di casa.

Il Serpeverde rigirò la giovane con delicatezza, e per un attimo rimase senza fiato.

Non era Daphne.

Era Melanie Klarix.

Le posò una mano sulla spalla cercando di risvegliarla, ma la pelle era bollente. Doveva avere la febbre, ma probabilmente era svenuta cerando di andare in infermeria.

Lui adesso però che avrebbe dovuto fare?

Andare da Madama Chips era fuori discussione! Erano le quattro di notte, e nemmeno i Caposcuola avevano il permesso di stare in giro a quell’ora. Se si fosse presentato dall’infermiera ci sarebbero state domande, e conseguenze.

Non poteva nemmeno portarla a Serpeverde, o i suoi compagni di casa lo avrebbero scannato. E le cose non si sarebbero messe troppo bene nemmeno per lei…

L’idea di lasciarla lì non gli sfiorò la mente nemmeno per un secondo.

Così fece l’unica cosa che in quel momento poteva avere un briciolo di senso: andare nella Stanza delle Necessità. Fortuna voleva anche che il giorno seguente era un sabato, quindi niente scuola. L’avrebbe portata lì, poi corso di sotto a preparare una pozione per guarirla premurandosi di lasciare un biglietto per Blaise in modo di assicurarsi una copertura.

Prese in braccio il corpo leggero e minuto della Grifondoro e si diresse al settimo piano. La Stanza si materializzò al suo terzo passaggio, aprendosi su una camera da letto semplicemente stupenda.

Un grande letto a baldacchino davanti a un gigantesco caminetto, scrivania, armadio, libreria e mobilia in solido ebano, una finestra che dava sul giardino coperta da grandi tende svolazzanti, un lampadario di candele e cristalli appeso al soffitto.

Posò la Grifondoro sul letto e poi andò di sotto per prendere una medicina e lasciare una nota per Blaise.

|~*~|

Quando Melanie si risvegliò rimase completamente disorientata.

Le ultime cose che si ricordava era che aveva cercato di andare in infermeria, ma poi era svenuta. Ricordava il freddo, le vertigini, gli occhi umidi e il dolore alla testa.

Ora, invece, non aveva più freddo. Era avvolta da coperte morbide e liscie, probabilmente di seta, il lieve scoppiettio di un fuoco in sottofondo. Era tutto così accogliente…

--Ti sei svegliata.--

Una constatazione, ma lei non riuscì a riconoscere la voce. Non tentò nemmeno di aprire gli occhi. Percepì la persona avvicinarsi, e ne respirò il profumo. Poi la sensazione di qualcosa di freddo contro le labbra.

--Bevi.--

Lei lo fece, e l’altra persona l’aiutò. Poi la fece ridistendere tra i cuscini e le rimboccò le coperte, posandole un bacio affettuoso e fresco sulla fronte.

--Sai di buono…-- sussurrò lei a chiuque quella persona fosse prima che l’incoscienza l’accogliesse di nuovo tra le sue braccia nere e ristoratrici.

Draco non potè trattenere un sorriso di fronte alla dolcezza di quella piccola Grifondoro. Si sedette sul letto accanto a lei e cominciò ad accarezzarle i capelli. Notò che erano morbidi come aveva sempre immaginato. Le sfiorò il viso, lasciando correre la punta delle dita sulle tempie, tracciando il profilo degli occhi e delle labbra, dando un leggero buffetto al naso.

Si chinò su di lei per sentirle il collo con le labbra, e fu felice di constatare che la medicina stava già facendo effetto. Poi, stanco, si distese accanto a lei e la strinse a sé con fare protettivo. Le baciò ancora i capelli, aspirandone il suo profumo.

--Anche tu sai di buono.--

.

|~*~|

Fine!

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.

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L'Ora del Tè

OMG, la mia prima FF pubblicataaa! Sono estatica!
Voi cosa ne dite, la lascio one-shot o la continuo ancora un po'?
Clarisse

   
 
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