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Autore: vivodisperanze    25/02/2017    0 recensioni
Perchè quando qualcuno ci manca, l'unica cosa che possiamo fare è scrivergli, nonostante tutto. Ma in questo caso, non ci sarà risposta.
861 parole. || Larry. ||
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Caro Amore,
oggi ho trovato il nostro vecchio album di foto. L’ho aperto e la prima foto che mi è apparsa è stata quella di te che cercavi di cucinare, successivamente il mio viso pieno di farina e subito dopo una tua foto mentre facevi la linguaccia all’obbiettivo.
Ti ricordi?
Mi sono seduto sulla tua poltrona rossa, quella che, ogni volta che tornavi da lavoro o da una partita di calcetto, ti ci buttavi sopra, sospirando di stanchezza o di gioia, chiamandomi subito dopo ed io, prontamente, mi sedevo sulle tue gambe, lasciandoti un bacio sulle labbra di buon ritorno.
Ho iniziato a sfogliare quelle pagine tanto amate da noi, piene di ricordi belli, ma dolorosi. Mi è uscita una foto di quando, stanchi, siamo scappati in una fuga d’amore, sul lago e lì, ci scattammo una foto dove, nudi, eravamo stesi fuori, sulla sdraio sotto le stelle, dopo aver fatto l’amore.
Ho pianto, ma è normale.
Subito ho trovato una seconda foto di noi, questa volta era il compleanno di tua madre, il suo 45esimo compleanno. Eri raggiante in quella foto mentre abbracciavi me e tua madre, dichiarando che eravamo le ragioni delle tue gioie infinite.

Dopo, al posto di una foto, ho trovato una rosa essiccata. La prima rosa che mi regalasti, per conquistarmi. Era il 13 marzo, ricordo ancora. Fu un incontro per caso, per me, ma tu mi rivelasti di averlo già pianificato 4 settimane prima, quando mi vedesti per la prima volta. Ero così impegnato a leggere il mio libro che non ti vidi nemmeno arrivare, ritrovandomi una rosa rossa davanti, subito dopo. Alzai lo sguardo e ricordo benissimo cosa vidi. Due pozzi, due gemme. Erano gli occhi blu più profondi che io avessi mai visto. La rosa fu solo un optional, la vera cosa bella che mi regalasti, per la prima volta, fu il tuo sguardo su di me.
Vicino alla rosa, c’era incollata un semplice fazzoletto di un bar, precisamente quello vicino al Louvre, che io amavo tanto. C’era scritto un semplice “l’opera d’arte più bella.” Che mi passasti in silenzio, dopo che ebbi finito di raccontarti i tanti particolari dei quadri presenti nel Louvre, che tu non guardasti tanto, giustificandoti così che ero meglio di loro. Pazzo, questo ti dissi.
Questa volta, la foto successivamente al biglietto, raffigurava il tuo viso rilassato sul cuscino e tra le mani stringevi una camicia rossa e nera, la mia. La tua giustificazione era che, ti piaceva dormire nudo per farmi impazzire, ma avevi bisogno del mio profumo costantemente, poiché molte volte la sera tornavo tardi da lavoro. E così ti trovai, quella sera. La mattina successiva, al mio risveglio, mi ritrovai il tuo corpo minuto rannicchiato dietro la mia schiena con il tuo respiro calmo a soffiare contro la mia pelle nuda.
Scorrendo c’erano altre foto di eventi importanti, momenti intimi, del matrimonio di tua madre, dei compleanni, dei viaggi. Tutte foto che, purtroppo, non hanno mai completato tutto l’album.
Mi sono fermato ad osservare quelle pagine nere ed ho pianto. Ho pianto lacrime di stanchezza, di mancanze, di tristezza. Ho pianto così tanto che forse ho esaurito l’acqua nel mio corpo.
Perché ci siamo ridotti a questo? Dovevi andarci per forza, in guerra?
Ho abbracciato l’album, mi sono portato le ginocchia al petto e ho iniziato a tremare, da solo, su quella poltrona. Sai chi è corso da me? Lucas.
Lucas, il tuo bambino, il nostro. Quel bambino che tu hai insistito nell’adottare, perché ti eri innamorato dei suoi occhi verdi, uguali ai miei.
Lucas è corso da me, mi ha chiesto cosa fosse successo. 8 anni, il nostro ometto.
Il nostro bambino mi ha chiesto se poteva prepararmi il latte al cioccolato, quello che preparo a lui quando è triste, ho riso ed ho scosso la testa. Perché ci hai lasciati?
La sera, dormire in quel letto grande, senza di te, è un vuoto non solo al mio fianco, ma anche nel mio cuore. L’unica cosa che mi rende forte, è quella promessa che ti feci.
Ricordi? “Qualunque cosa succede, io vivrò per Lucas e farò in modo che il mondo non si dimentichi del suo eroe.”
Il mio libro ha sfondato, ora tutti mi chiamano per sapere chi è il protagonista di quella struggente storia d’amore e del perché finisce in modo incompleto. Quando racconto che sei tu, che parlo dell’amore della mia vita, morto per la patria, sorridono tutti.
Mi manchi. Eri il mio sole.
Ora sei la mia luna.
Ti sei spento, portandoti via una parte di me.


 
Buonanotte, Amore mio.
Tuo per sempre, Harold.”

 
Riposi la lettera, ripiegata, nel cassetto insieme alle altre 99 lettere scritte in quel lungo anno. Mi stropicciai gli occhi e mi alzai, andando verso il solito letto matrimoniale, prendendo il mio posto al lato destro. Sospirai, coprendomi con la trapunta. Chiusi gli occhi e mi chiesi perché. Forse doveva andare così, in fondo è morto da eroe, o  meglio, da supereroe, come si descriveva lui. Ripensai al suo viso ed immaginai le sue braccia a stringermi, mentre accarezzavo la fede d’oro presente all’anulare della mia mano sinistra, con inciso il suo nome dentro.
 
Louis Tomlinson.
 
  
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