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Autore: Blue Owl    26/02/2017    7 recensioni
AU. Viaggi nel tempo. Piton torna indietro nel tempo, con la consapevolezza di ciò che accadrà nel caso in cui fallisse. Senza più serbare rancore, cerca di modellare Harry per renderlo il più grande mago di tutti i tempi, a partire dal giorno in cui Hagrid condusse Harry a Diagon Alley.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton, Un po' tutti
Note: AU, Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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To Shape and Change - Modellare e cambiare
di Blueowl

tradotto da Mezzo_E_Mezzo


Rinuncia: né io né l’autrice possediamo Harry Potter.


Note: Il futuro da cui l’autrice ha fatto partire Piton è diverso da quello immaginato dalla Rowling. Non ci sono Horcrux.

Capitolo 1: [A New Beginning] Un nuovo inizio


Severus Piton aprì gli occhi con un singulto. Aveva funzionato? Era tornato indietro? Aveva avuto quello che poteva essere considerato un sogno in cui volava al di sopra di Hogwarts e veniva scagliato all’interno del proprio corpo, ma pregò Merlino che non fosse stato un sogno. Sperò disperatamente che fosse successo davvero. Tirandosi su a sedere e spostando le coperte, guardò l’ambiente che aveva intorno.
Non si trovava più nello stanzino di una fabbrica babbana fatiscente ai margini di una città in rovina. Invece, era nei propri vecchi alloggi ad Hogwarts.
Severus guardò sopra il suo comodino e trovò il calendario. Era il primo agosto del 1991.
Aveva funzionato.
Un sollievo inimmaginabile lo inondò, un sentimento così estraneo e potente che ne fu quasi sopraffatto. Era passato così tanto tempo da quando aveva avuto qualcosa per cui sentirsi sollevato o felice. Sollevando la mano destra, si strinse la base del naso, ricacciando indietro delle lacrime indignitose, e respirò profondamente per qualche minuto.
L’ultima cosa che aveva visto, prima di svegliarsi qui, nove anni nel passato, era stato Harry.
Un viaggio nel tempo di questa portata richiedeva un’elevata concentrazione di magia. Molto elevata. L’ammontare che può essere dato soltanto da un Arcimago risvegliato e completamente sviluppato. E così, Harry aveva prosciugato il proprio nucleo magico e lo aveva riversato nel circolo runico, fornendo tutto il potere necessario per rimandare indietro l’anima di Severus. L’insegnante di pozioni deglutì. Alla fine, per garantire un nuovo inizio, Harry aveva sacrificato la sua vita.
Dopo un altro istante, Severus ebbe la meglio sulle proprie emozioni e si alzò, richiamandosi la bacchetta nella mano.
Non aveva tempo da perdere. C’erano molte cose da cominciare oggi.

O o O o O

Severus si trovava davanti alla Farmacia, in attesa che la larga figura di Hagrid entrasse a Diagon Alley con al seguito il piccolo Harry. Non ebbe bisogno di aspettare a lungo, così li guardò avvicinarsi tenendo il proprio nervosismo accuratamente celato. Harry saltellava felice dietro il mite mezzogigante, assorbendo gli incredibili panorami e suoni della strada affollata.
«Buongiorno, Hagrid.» Esclamò tranquillamente Severus, scivolando nella loro traiettoria e rimanendo in attesa.
Hagrid si riscosse, leggermente sorpreso. «Ah, buongiorno, Professore,» rispose giovialmente. «Stavo soltanto aiutando il nostro Harry, qui, a prendersi le sue cose per la scuola.»
«Vedo,» replicò Severus bruscamente, mantenendo i propri vecchi atteggiamenti. Guardò Harry e quindi rispostò lo sguardo su Hagrid, sollevando un sopracciglio.
«Oh! Oh, mi scusi, Harry, questo è il Professor Piton. Lui sarà un altro dei tuoi insegnanti. È pure Capo della Casa di Slytherin*. Professore, questo qua è Harry Potter.»
Harry gli porse la mano. «Salve, Professor Piton.»
Severus gli prese la mano, stringendola strettamente per un intero momento prima di lasciarla. «Salve, Signor Potter.» Si voltò con gli occhi nuovamente ad Hagrid, decidendo di essere anche più diretto di quanto fosse usualmente. «Hagrid, capisco che tu abbia una commissione da sbrigare. Se vuoi, potrei accompagnare io Harry a munirsi della sua attrezzatura scolastica. Così sarebbe, oltretutto, molto più efficiente. Lo accompagnerò anche a casa nel caso in cui tu non riuscissi a tornare in tempo.»
Hagrid sbatté le palpebre, un po’ confuso. «Ehm, beh, il Professor Silente mi ha chiesto-»
«Di prenderti cura in modo sicuro di quella faccenda e di assicurarti che Harry avesse il suo materiale scolastico prima di far dilungare troppo i tempi. Quindi, non vedo alcun problema in ciò che ho proposto. Avrò soltanto bisogno della chiave del Signor Potter e del suo biglietto. Ti dò la mia parola che il Signor Potter avrà tutto ciò di cui ha bisogno per Hogwarts prima della fine della giornata.»
Harry seguì attentamente la loro conversazione, guardando alternatamente Severus e Hagrid.
«Uh, beh, se lei è sicuro, Professore. Grazie. Rende tutto un po’ più facile.» Hagrid abbassò lo sguardo su Harry. «Harry, starai a posto col Professor Piton e lui ti saprà rispondere a qualsiasi domanda sulle lezioni. Ok?»
Harry scrutò Severus, incerto, quindi tornò a guardare Hagrid. Sentiva con evidenza di non avere una reale possibilità di scelta. Annuì lentamente.
«Bravo ragazzo. Proverò a tornare per salutarti, ma se non ci riesco, ci vediamo a Hogwarts.»
Harry provò a sorridere, ma era comprensibilmente un po’ sopraffatto e abbastanza ferito dall’essere mollato con così tanta rapidità e facilità a quel professore vestito di scuro e dall’aria severa. Ma che cos’era quella faccenda?
«Okay, Hagrid. E, grazie per avermi portato via da quell’isola e per avermi accompagnato qui.» Disse Harry.
«Nessun problema, Harry, e se i tuoi parenti ti danno qualche altro problema, scrivimi pure.»
Hagrid sorrise, come se avesse appena formulato un pensiero meraviglioso.
«Okay» rispose Harry, al momento senza pensare al fatto che non aveva alcun mezzo per contattare Hagrid.
Con un cenno del capo, Hagrid si tirò fuori dalla tasca la chiave e il biglietto di Harry e li porse a Severus prima di affrettarsi giù per la strada.
«Allora, Signor Potter, andiamo?» Domandò Severus, fermandoglisi accanto e posandogli gentilmente una mano sulla spalla.
Harry deglutì - Severus si sarebbe potuto spingere fino a classificarlo come un singulto. «Sì, Signore.» Harry sollevò la propria lista scolastica. «Um,che dovremmo prendere per primo dalla lista, Signore?»
«Non c’è bisogno della lista. La conosco a memoria, e vi aggiungerò alcune cose che più tardi ti renderanno la vita più facile, quindi puoi anche metterla via.» Affermò Severus mentre lo guidava nell’odorosa Farmacia. Harry non fece resistenza, probabilmente non volendo correre il rischio di far arrabbiare l’intimidatorio Professore.
Mentre stavano percorrendo un corridoio, tutti gli altri occupanti del negozio guizzarono via al vedere Severus. Per fortuna, non c’erano molte persone, ma Severus era certo che Harry avesse notato lo sfacciato spostamento. Nessuno fece caso al ragazzo al suo fianco, perché i capelli di Harry coprivano la famosa cicatrice.
Severus si fermò, voltandosi verso uno scaffale. Harry osservò il negozio, talvolta facendo una smorfia al notare bizzarre parti di animali chiuse nei barattoli o storcendo il naso quando vide qualcosa dall’aspetto particolarmente ripugnante.
«Secondo la lista dovresti procurarti un kit con ingredienti per le pozioni basilari, ma voglio che tu prenda due dosi di tutti gli ingredienti che trovi etichettati qui con il colore bianco, per farti il tuo kit personale. La lista comprende tutte queste cose, ma prevede una sola dose per ciascuna. Le prime volte gli studenti commettono errori, ma poi, a causa del fatto che non possiedono ingredienti in più, non si preoccupano di correggere i propri errori e di fare le cose nel modo giusto. Non voglio che tu faccia in questo modo.»
«Sissignore, ma allora perché la lista non dice direttamente di prendere due dosi?» Chiese Harry, con la tensione sulle sue spalle che si allentava un po’ grazie al tono calmo e gentile di Severus.
«Perché il Consiglio di Amministrazione riteneva che così i costi si sarebbero alzati troppo, invece di capire che i pochi Zellini risparmiati dai genitori stavano ostacolando la capacità di imparare degli studenti.» La mascella di Severus si serrò con oscuro risentimento. Il Consiglio aveva di sicuro mandato in malora le cose nel futuro, e lui sapeva che lo avrebbero fatto di nuovo se non fosse cambiato presto qualcosa.
«I pochi Zellini?» La fronte del ragazzo si aggrottò al di sotto dei capelli al sentire il termine sconosciuto.
«Ah, vedo che Hagrid non aveva ancora provveduto a insegnarti il valore del denaro.» Severus si mise la mano in tasca e ne tirò fuori alcune monete. Spiegò rapidamente quanto valeva ognuna.
Dopodiché, Harry impallidì. «Che cosa c’è?» Chiese Severus.
«Beh, io non ho soldi.»
«Sì che ce li hai. I tuoi genitori te ne hanno lasciati molti alla Gringott, ma pagherò io per te adesso. Potrai ripagarmi più tardi.»
Gli occhi di Harry si spalancarono. «Lo farò, Signore, lo farò! Grazie!»
«Non c’è problema, ora smettila di smaniare.» Affermò piattamente Severus, poiché l’enfasi del ragazzo gli aveva ricordato che quello non era l’Harry che lui aveva lasciato - o almeno non lo era ancora.
Harry si zittì all’istante e arrossì. Fu molto grato ora che fossero soli nel retro del negozio.
Severus guidò Harry verso i contenitori vuoti messi a disposizione accanto agli scaffali. In un silenzio confortevole, iniziarono a mettere gli ingredienti necessari in singole ampolle (due dosi in ognuna), prima di sistemarli in una valigetta che sarebbe stata il kit di pozioni di Harry.
«Non lanciare incantesimi vicino agli ingredienti se puoi evitarlo. Potrebbe contaminarli inavvertitamente. È un’altra delle ragioni per cui serve la valigetta - agisce come una barriera magica,» lo informò mentre richiudeva la valigetta di pelle nera.
«Sì, Signore.»
Quindi si diressero alla cassa dove Severus pagò, poi uscirono per entrare nel negozio di calderoni dall’altra parte della strada, il kit di pozioni rimpicciolito così da entrare in una tasca.
«Ora, bisogna prenderti un buon calderone. Non uno di peltro, quelli si squagliano con una facilità ridicola. Che Consiglio idiota. Per te ci vorrà ottone o rame,» disse Severus, dirigendosi in un’area tranquilla del negozio.
«Quale sarebbe meglio, Signore?» Chiese Harry con curiosità.
«Beh, dipende se vuoi un calderone che sia più stabile nel mescere le pozioni - ottone, oppure un calderone che aiuterà a produrre pozioni più potenti - rame.»
«Um, probabilmente preferirei un calderone d’ottone che aiuterebbe la stabilità,» ammise Harry.
«Mmm, non ne sono così sicuro. Tua madre aveva talento per le pozioni.» Commentò Severus frettolosamente.
«M-mia madre?» Domandò Harry.
«Oh sì, era piuttosto portata in Pozioni, anche se era leggermente più dotata negli incantesimi.»
«Lei conosceva mia madre?» La voce di Harry era lieve, come se avesse timore di sperare. Il verde dei suoi occhi sembrò scurirsi di emozione al di là degli spessi occhiali.
Severus lo guardò negli occhi per un momento, decidendo qualcosa. «Eravamo nello stesso anno e siamo cresciuti nello stesso quartiere.»
«Wow. Eravate amici?» Chiese Harry ansiosamente.
Severus fece un piccolo, triste sorriso. «Sì.»
Harry deglutì, fissando Severus. «Allora prenderò un calderone di rame.»
«Molto bene. Sento che troverai Pozioni molto naturale se vi metterai un adeguato impegno.»
«Davvero?»
«Fidati di me, Signor Potter, ho un sesto senso per questo genere di cose,» affermò misteriosamente Severus.
Nel futuro, Severus e Harry avevano messo da parte le animosità reciproche e avevano lavorato assieme. Presto, erano diventati buoni amici ed erano stati entrambi sorpresi nello scoprire che Harry era piuttosto dotato in Pozioni, oltre che nella magia in generale. Nel diciannovesimo anno di Harry, la sua magia si era totalmente risvegliata, ma era oramai troppo tardi per salvare il Mondo Magico, che era rapidamente caduto sotto Voldemort e i suoi potenti alleati già alla fine del sesto anno scolastico di Harry.
Guardando il ragazzo davanti a lui ora, Severus si domandò quanto prima si sarebbe potuta svegliare la magia di Harry con il suo aiuto.
«In che materie andrò male, Signore? Può percepirlo?» Domandò Harry, inconsapevole dei pensieri di Severus.
Severus si sentì un po’ riportato indietro nel presente, alle parole del ragazzo, ma era anche compiaciuto. Mettendo da parte i vecchi rimpianti col ragazzo, afferrò l’opportunità che gli si presentava.
Severus tirò fuori la bacchetta e la agitò al di sopra di Harry, non senza prima aver alzato delle barriere per la privacy, di modo che nessuno facesse caso a loro.
Harry provò una sensazione di calore che lo avvolgeva, prima che fosse risucchiata nel centro del suo corpo. Severus quindi diede un colpetto alla fronte di Harry con la bacchetta.
Le sopracciglia di Harry si sollevarono e sparirono sotto il margine della frangia mentre sentiva un’invisibile bolla che gli spuntava proprio in mezzo agli occhi, al di sotto della cicatrice, e che poi scoppiava.
Severus mostrò di proposito un sussulto d’impressionata sorpresa. Aveva un piano e doveva seguirlo per bene.
«Interessante.»
«Signore?» Chiese Harry, esitante.
«Quello che ho fatto era un incantesimo che rivela, a colui che lo lancia, il potenziale di un individuo nelle cose e talvolta alcune parti importanti del suo lignaggio. L’incanto dell’Eredità. Apprezzerei il fatto che tu non dicessi a nessuno che l’ho eseguito. Per qualche ragione, alcuni trovano che sia un potere oscuro conoscere le possibili abilità di qualcuno e cose del genere.» Severus roteò gli occhi. «Come se saperlo incatenasse l’essenza della persona a ciò che ha trovato, invece di capire che a renderci le persone che siamo veramente sono le nostre scelte, molto di più di quanto possano influire le nostre abilità o il sangue.»
Harry annuì lentamente, assorbendo le sue parole. «Beh, volevo solo sapere se ci sarebbe stata una materia in cui mi sarei dovuto impegnare di più. Capisco che il solo sapere ciò in cui sarò bravo non mi modellerà in modo assoluto.»
Severus dedicò ad Harry un sorriso d’approvazione. «Ed è proprio per questo che ho fatto ciò che ho fatto.»
Harry sollevò lo sguardo verso di lui con aspettativa, e Severus si fece molto serio e si inginocchiò per mettersi a livello dei suoi occhi.
«Non ti mentirò, Harry, quindi ascolta bene che cosa devo dirti, perché quell’incantesimo mi ha detto un sacco di cose. La tua magia è molto forte, e hai un potenziale quasi illimitato, ma è… sigillata, in qualche modo.»
«Sigillata?» Chiese Harry, con voce tremante. «Perché? Ho fatto qualcosa di sbagliato?»
«No, non hai fatto nulla di sbagliato, e che sia bloccata in realtà è una cosa buona, se agirai nel modo giusto.»
«Che cosa intende?»
«Beh, se il tuo corpo non avesse posto inconsciamente un sigillo su parte della tua magia, potresti trovare quasi impossibile controllarti. Il fatto che sia sigillata ti permette di sviluppare la magia rimanente e affinare il tuo controllo, rendendolo più forte. E questo è il punto. Devi imparare a padroneggiarla prima di avere la reale possibilità di usarla tutta, e per acquisire il necessario controllo devi allenarti e lavorare duramente per imparare tutto ciò che puoi sulla magia.»
«Farò del mio meglio, Signore. Ehm, ha scoperto qualcos’altro?»
Severus fece un sorriso molto tenue. «Hai molti talenti magici, anche se molti di essi saranno fuori dalla tua portata ancora per un po’. Te ne parlerò quando sarai diventato più forte. Comunque, ci sono alcune abilità di cui puoi usufruire già da ora. Puoi parlare il Serpentese, che è la capacità di parlare ai serpenti e di capirli; lo sapevi?»
«Sì, sono andato allo zoo quest’estate. Ho parlato con un Boa Constrictor e… l’ho più o meno aiutato a scappare.» Harry abbassò gli occhi, e le orecchie gli si tinsero di rosa.
Severus sollevò un sopracciglio. «Aiutato a scappare?»
«N-non volevo. Dudley mi ha spinto e il vetro è semplicemente sparito!»
Severus represse una risatina divertita. Harry sembrava pietrificato. «Non preoccuparti, Signor Potter, si è trattato solo di magia accidentale, posso capirlo. Ma torniamo al parlare con i serpenti. Tu parli il Serpentese, che è un’abilità fraintesa dal Mondo Magico. Le persone qui ne hanno paura, a causa del Signore Oscuro. Confido che Hagrid ti abbia parlato di lui, no?»
Harry annuì e i suoi occhi si spalancarono. «Vuole dire che lui sapeva parlare con i serpenti come me?»
«Sì, quindi io credo che sarebbe saggio da parte tua comportarti con prudenza a questo proposito, ma Signor Potter?»
«Sì, Professore?»
«Pondera su quando mostrare le tue capacità, ma non metterti in mostra. E non tentare nemmeno di occultarle o nasconderle per paura che siano scoperte.
Farlo non aiuterà te né nessun altro.»
«D’accordo, Professore. Quindi questa capacità può essere positiva?» Chiese Harry a disagio.
«Molto positiva. I più potenti incantesimi di guarigione e protezione sono i Serpincanti**, e solo i Rettilofoni possono usarli. Ti darò un libro sull’argomento se sei interessato.»
Harry sorrise e annuì. «Mi piacerebbe leggerlo.»
«Penso anche sarebbe meglio per te se avessi un serpente. Possono aiutare nel focalizzare i Serpincanti.»
«Voldemort usava i Serpincanti?»
Severus fece una smorfia. «Non aveva la pazienza né il desiderio di impararli. I Serpincanti si focalizzano sulla cura e sul manipolare la magia a beneficio degli altri. Il Signore Oscuro si interessa solo di sé stesso, perché avrebbe dovuto sprecare del tempo in una magia devota al prossimo?»
«Oh,» disse Harry, pensieroso. «Crede che la gente avrebbe ancora paura del fatto che parlo con i serpenti se aiutassi le persone?»
Severus sorrise. «Speravo che ci avresti pensato. Il simbolo Babbano per la medicina è il Caduceo - due serpenti che si arrotolano a un bastone alato - per una ragione. Penso che se imparassi i Serpincanti e li usassi, ciò aiuterebbe gli altri ad accettare la tua abilità.»
Harry sorrise.
«Il che ci porta alla prossima cosa che ho scoperto e che dovresti sapere. La tua abilità di Rettilofono non proviene da ciò che ti è accaduto quando eri un neonato.»
«Che cosa vuole dire?»
«Non hai ottenuto quell’abilità dal Signore Oscuro, come alcuni facilmente saranno portati a credere quando scopriranno che ce l’hai. Essa proviene dal tuo lignaggio.»
Era stato solo dopo la morte di Silente che avevano scoperto il lignaggio di Harry e l’eredità che esso gli aveva portato - quando avevano scoperto l’Incanto dell’Eredità. Silente non lo conosceva ed era giunto a delle conclusioni sbagliate, nonostante i suoi sforzi. Severus pensava alla futura reazione di Silente quando avrebbe scoperto la verità questa volta.
«Mio padre o mia madre potevano... ?»
«No. È qualcosa che viene innescato da alcuni fattori individuali.»
«Vuole dire come la genetica,» disse Harry, prima di continuare, al sollevarsi delle sopracciglia di Severus. «Ho visto mia zia che guardava un documentario sulle malattie genetiche e cose simili. Alcune cose succedono solo se un bambino ottiene un certo tratto genetico sia dalla mamma che dal padre. Se lo riceve solo da uno dei due, il tratto rimane dormiente, o una cosa così.»
Severus annuì. «Sì, è una cosa del tutto simile. Il gene del Rettilofono, per così dire, è attivo in te grazie al fatto che lo hai ottenuto da entrambi i tuoi genitori. Ci sono eccezioni alla regola, ma non ci inoltriamo in questo.»
«È strano.»
Severus fece un piccolo cenno col capo. «La genetica e il lignaggio lo sono spesso.» Severus fece una pausa, tentando di decidere come manovrare la discussione nella direzione che desiderava.
«Signore?»
Severus sapeva che stava mettendo molto peso sulle spalle di Harry e tutto in una volta, dandogli molto materiale su cui riflettere… ma aveva poca scelta. Se voleva salvare il futuro, doveva offrire ad Harry tutte le opzioni che aveva a disposizione non appena esse si presentavano.
Prima che tornasse indietro nel tempo, Harry glielo aveva chiesto espressamente. Gli aveva detto che voleva che Severus facesse tutto quello che poteva per dare al suo sé più giovane gli strumenti per essere tutto ciò che era in grado di essere, per essere pronto e allenato. E così, Severus aveva giurato che lo avrebbe fatto.
Con questo proposito ben chiaro in mente, Severus andò avanti, decidendo di affrontare per primo l’argomento cruciale.
«Tu sei una celebrità qui, Signor Potter. Le cose che farai saranno osservate molto da vicino. La gente avrà fatto delle supposizioni su di te e si aspetterà determinate cose. Voglio che tu ne sia consapevole.»
Harry represse uno sbuffo. «Hagrid mi ha detto che sono famoso. Non gli credevo, finché siamo entrati al Paiolo Magico. Il “Ragazzo-Che-è-Sopravvissuto”.» Harry scosse la testa. «Io sono solo Harry.»
«Mi spiace dirti che non sarai mai “solo Harry” per il Mondo Magico, Signor Potter, e dovrai accettarlo.»
«A lei però non sembra che importi chi sono. Non mi tratta come una celebrità.» Harry fece una smorfia, come se stesse cercando di immaginare le motivazioni di Severus o classificare il modo in cui Severus lo stava trattando.
Vedendo ciò, Severus decise di commentare, con sincerità evidente nella sua voce tranquilla: «Voglio aiutarti perché tua madre era una mia amica, e ho capito che investire su di te sarebbe di beneficio per te e per il suo ricordo. Sono molto… esigente sulle persone con le quali spendo il mio tempo. In te, vedo un futuro mago di cui i tuoi genitori sarebbero orgogliosi, e voglio far parte di tutto questo.»
Harry era visibilmente toccato. Nessun adulto gli aveva mai detto una cosa del genere prima, e sebbene Hagrid sembrava preoccuparsi per lui e lo aveva trattato con gentilezza, non era davvero la stessa cosa rispetto a questo.
«Grazie, Signore.»
«Prego, Signor Potter.» Rispose lui, prima di voltarsi verso lo scaffale e di prendere un calderone di rame.
Con ciò, Severus rimosse la barriera per la privacy ed andarono entrambi a pagare il calderone, prima di rimpicciolirlo e uscire.
Appena giunti vicino alla porta, Severus ingoiò una maledizione nel notare qualcuno che aveva sperato di evitare. Fermandosi all’improvviso, strinse forte la spalla di Harry.
«Nasconditi dietro di me, vai nel retro del negozio e rimani fuori dalla visuale fino a che verrò io a prenderti, adesso!» Sussurrò precipitosamente.
Harry fece all’istante quello che gli era stato detto, senza alcuna intenzione di disobbedire all’uomo che parlava in tono così autoritario. Sparì dietro gli scaffali così in fretta che nemmeno il proprietario del negozio lo notò.
«Ah, Severus!» Lo chiamò una voce maschile.
«Lucius,» salutò lui con tono neutro, allontanando con forza il ricordo del corpo esanime del purosangue accartocciato davanti a un piangente, ma furioso Draco.
«Hai bisogno di qualche altro calderone?» Domandò, con la voce pomposamente levigata.
«Sto solo controllando la qualità di quelli in commercio. Avrò bisogno di prenderne qualcuno non molto tempo dopo l’inizio delle lezioni, come ogni anno.» Severus sogghignò.
«Mi chiedo quale sarà la sfortunata anima che squaglierà il primo quest’anno. Io punto sul ragazzo dei Paciock. Piccolo maghetto pietoso come non ne ho mai visti. Non riesco a credere che abbia ricevuto la lettera. Silente deve aver dato qualche spintarella a causa dei genitori del ragazzo,» si lamentò Lucius.
«Probabile,» affermò Severus, apparentemente del tutto d’accordo.
«Bene, devo andare. Draco ha appena ottenuto la sua bacchetta ed è andato via con Narcissa. Ho ancora delle faccende da sbrigare a Nocturne prima di tornare a casa.»
«Molto bene. Non vedo l’ora di vedere Draco a lezione.» Disse lui, le sue parole genuinamente sincere stavolta.
Lucius sorrise e se ne andò con un cenno di commiato.
Non appena Lucius se ne andò, Severus si diresse sul retro del negozio dove aveva detto ad Harry di andare. Lo trovò non lontano dal retro, vicino abbastanza da ascoltare ciò che era stato detto.
«Signor Potter,» disse, «suppongo che tu abbia ascoltato tutto?»
«Sì Signore. Mi scuso se non avrei dovuto farlo.»
«Fintanto che segui le mie istruzioni e usi il cervello, non mi interessa tutto il resto di ciò che fai.»
Harry inclinò la testa di lato al sentire ciò. «Okay.»
«Quell’uomo era Lucius Malfoy. Stai alla larga da lui se puoi, ma se lo incontri e non puoi svignartela educatamente, sii fermo e cortese.»
«Perché Signore? E perché non voleva che mi vedesse?»
«Te lo spiegherò più tardi oggi, basta che ti fidi di me se ti dico che non è un uomo con cui scherzare.»
Harry annuì mentre gli camminava accanto, e Severus lo condusse al negozio di animali - il Serraglio Stregato.
«I serpenti sono laggiù,» disse piano Severus, e Harry lo sentì a stento al di sopra di tutto il rumore del negozio.
Arrivando davanti alle teche di vetro, Harry si fermò, prima di lanciare un rapido sguardo a Severus.
«Ma la lista menziona soltanto gufi, gatti e rospi, sarà permesso un serpente?» Chiese Harry.
«E non so se i Dursley saranno felici se porto un animale in casa.»
«Gli animali esotici sono permessi se vengono approvati da un Capo-Casa.»
Harry fece un piccolo sorriso. «E lei è un Capo-Casa.»
«Sì, lo sono,» affermò lui con semplicità, prima di continuare. «Una volta che avrò approvato il tuo animale, avrò bisogno di lanciare degli incantesimi su di lui - per impedirgli di avvelenare un altro studente, nel caso in cui fosse un serpente velenoso, e cose del genere. Ma riguardo alla tua… famiglia… non c’è bisogno che ti preoccupi. Avrò una conversazione con loro.»
Gli occhi di Harry si spalancarono, ma venne confortato da quelle parole; comunque, non poté evitare di sentirsi un po’ in ansia riguardo a cosa questa ‘conversazione’ avrebbe comportato. Harry aveva la sensazione che a Severus non piacessero così tanto i Dursley e si chiese il perché. Non poteva mica sapere che cosa succedeva in quella casa, giusto? Però le lettere erano state indirizzate allo sgabuzzino del sottoscala…
Harry rivolse nuovamente lo sguardo ai serpenti che sibilavano al di là del vetro prima di darsi un’occhiata intorno.
«Ti avverto se qualcuno si avvicina tanto da poterti sentire.» Affermò Severus.
Harry lo ringraziò con un cenno del capo, prima di sibilare qualcosa a uno dei serpenti, fatto che portò tutti i rettili a voltarsi verso di lui e a sibilare in risposta.
Harry ridacchiò, e Severus desiderò, non per la prima volta, conoscere il Serpentese.
«Professore, mi piacerebbe quello lì,» disse Harry dopo un momento, indicando un serpente rosso, nero e dorato.
Severus lo riconobbe come un serpente corallo magico. I serpenti corallo magici avevano, accanto alle bande rosse, delle bande dorate al posto di quelle gialle. Questo serpente era lungo soltanto 25 centimetri, e Severus sapeva che ci sarebbe voluto un po’ di tempo prima che si allungasse oltre i 60 centimetri. Bene, sarebbe stato in grado di nascondersi facilmente sotto gli abiti del ragazzo.
«Maschio o femmina?» Domandò.
«È una lei, Signore. Si chiama Coral,» rispose Harry.
Severus sogghignò. Veramente? Coral il serpente corallo magico. Giusto.
«D’accordo, dai un’occhiata alle lucertole laggiù, mentre la prendo.»
Harry sorrise e si voltò verso le lucertole mentre Severus fece cenno al commesso.
«Salve Professore, come posso aiutarla?»
«Vorrei quel serpente, laggiù. La piccola femmina di serpente corallo.»
«Sì, Signore,» replicò l’altro, non domandando come Severus sapesse che il serpente era femmina.
Severus si chiese se l’uomo pensasse che avrebbe usato l’animale in una pozione. Beh, gli avrebbe lasciato credere quello che voleva. Severus acquistò anche quello che occorreva per prendersi cura del serpente. Una volta finito, fece cenno a Harry di avvicinarsi.
Mettendosi da parte e fuori dalla visuale delle persone vicine, Severus fece sparire la teca. Tenendola gentilmente, ma proprio dietro la testa, per precauzione, Severus agitò la bacchetta su di lei, lanciando i necessari incantesimi di protezione.
«Eccoci qui, Signor Potter. Tienila sempre con te e fuori vista se puoi. Le persone hanno paura dei serpenti, sfortunatamente.»
Harry la prese con gioia, lasciando che gli si arrotolasse intorno al polso sinistro e coprendola facilmente con la manica.
«Grazie, Professore. Che tipo di incantesimi le ha fatto?»
«Un leggero incantesimo di protezione, così se qualcuno la urtasse accidentalmente non verrebbe seriamente danneggiata, e un incantesimo di intenzione. Confido che tu possa dirle che inietterà il proprio veleno in ciò che morde solo se desidera realmente uccidere la propria vittima.»
Harry annuì, sibilando brevemente nella propria manica per dirglielo.
«Molto bene. Procuriamoci il resto dei tuoi materiali scolastici.»
Presero rapidamente il resto delle cose necessarie, sebbene Severus insistette perché Harry prendesse anche dei nuovi abiti babbani, scarpe e un cappotto invernale.
Si sarebbero sbarazzati il prima possibile degli abiti smessi dei Dursley. Aiutò anche Harry a scegliere un libro che lo avrebbe aiutato a prendersi cura di Coral e un altro che avrebbe cominciato ad assisterlo nell’ottenere un maggiore controllo sulla sua magia. Severus confidava che Harry sarebbe stato in grado di leggerli prima dell’inizio della scuola, come anche i primi capitoli dei suoi libri di testo - specialmente dopo che lui avesse parlato con i Dursley.
Harry però lo sorprese quando scelse e aggiunse ai libri da comprare anche un piccolo libro di pozioni. Era una guida approfondita per principianti per capire le reazioni delle pozioni e descrivere le qualità di una pozione.
«Beh, devo iniziare da qualche parte, giusto?» Chiese Harry, vedendo la reazione di Severus e sperando di ottenere la sua approvazione.
«Sì, devi.»
«Quindi, um, chi insegna Pozioni? Spero che non siano troppo duri, ma suppongo che debbano esserlo se le pozioni possono anche esplodere o roba del genere. Lei prima ha detto che i calderoni si possono squagliare?»
«Sì, lo fanno, e troppo spesso perché gli studenti non sanno come seguire le semplici istruzioni scritte alla lavagna o stampate sui loro libri. Non so quante volte ho dovuto dire alla classe di mettersi in piedi sulle sedie mentre una pozione rovinata si spargeva sul pavimento, rischiando di erodergli le dita dei piedi.»
Gli occhi di Harry si spalancarono comicamente. «È lei il professore di Pozioni?»
«Sì, e mi aspetto che i tuoi voti in Pozioni siano delle E e delle O, quindi usa bene quel libro e leggi un capitolo del tuo libro di testo prima di ogni lezione,» disse Severus severamente, desiderando imprimergli, ancora una volta, l’importanza dei suoi studi. Non avrebbe accettato dal ragazzo un rendimento al di sotto degli standard, specialmente perché conosceva il suo vero potenziale. Harry sarebbe stato messo alla prova e, quando assolutamente necessario, allenato sin dall’inizio. Era cruciale.
«Sì, Signore.» Rispose rapidamente Harry, sentendosi un po’ stupido a non aver realizzato prima quale materia insegnasse Severus.
«Ti darò quel libro sui Serpincanti di cui ti ho accennato prima quando ti riporterò dai Dursley.»
Harry annuì, avvicinandosi alla loro ultima tappa a Diagon Alley.
Entrando da Olivander, Severus si diresse verso uno degli scaffali e ne prese due oggetti.
«Userai questi. I foderi per bacchette sono importanti e ogni mago o strega saggio li usa.» Affermò Severus.
«D’accordo, Professore,» rispose Harry, prima di guardarsi davvero intorno nel negozio.
«Buongiorno, Signor Olivander,» esclamò Severus, decidendo di apostrofarlo prima che l’uomo potesse cominciare la sua spaventosa presentazione.
«Ah, Severus Piton. Quercia, corde di cuore di drago, 12 pollici. Ti ha trattato bene, spero?»
«Sì,» replicò semplicemente, il tono che indicava in modo esplicito che ogni ulteriore conversazione non era desiderata.
Olivander guardò Harry, cogliendo saggiamente il messaggio silenzioso.
«Mi domandavo quando l’avrei vista, Signor Potter. Sembra solo ieri che diedi a sua madre e suo padre le loro bacchette,» disse, mettendo via una delle strette scatole prima di venire vicino al bancone principale del negozio.
Severus si appoggiò al muro mentre Olivander blaterava a proposito delle bacchette dei genitori di Harry. Sapeva che ci sarebbe voluto un po’, così iniziò ad avventurarsi mentalmente tra le cose che doveva fare una volta che avessero terminato a Diagon Alley.
«No, non questa bacchetta,» disse Olivander per la quinta volta.
Harry alzò lo sguardo nervosamente verso Severus, mentre una bacchetta dopo l’altra non si dimostravano adatte a lui.
«Va tutto bene, Signor Potter; per alcuni maghi ci vuole più tempo che per altri.» Lo rassicurò Severus.
Harry annuì, sebbene apparisse ancora un po’ a disagio mentre Olivander spariva nel retro.
«E Signor Potter, una volta che avremo preso la bacchetta, andremo in banca.»
«Sì Signore.»
Poco dopo, Harry finalmente trovò la sua bacchetta, la bacchetta sorella a quella di Voldemort, proprio come l’ultima volta - con scintille rosse e dorate. Sopportando la filippica di Olivander, pagarono la bacchetta e i due foderi. Olivander non fece domande sul secondo fodero.
«Quell’uomo è inquietante,» affermò Harry mentre si dirigevano alla banca, la bacchetta riposta nel fodero sul suo braccio destro.
«Abbastanza.»
Harry camminò più vicino a Severus quando entrarono nella banca, guardando a disagio verso i folletti.
«Questi sono folletti. Gestiscono la banca e il sistema finanziario del Mondo Magico. Trattali con grande rispetto e fai loro un piccolo inchino prima e dopo avergli rivolto la parola. Non ringraziarli mai, di’ solo che è stato un onore scambiare affari. Puoi approfondire che cosa sia stato un onore, ma non fare il lecchino.»
Harry annuì, cercando di mandare tutto a memoria.
Con la chiave, andarono alla sua camera di sicurezza senza problemi. Una volta lì, Harry fu irremovibile nel ripagare il professore di tutto, e avrebbe voluto pagare anche degli interessi (dopo aver realizzato che aveva di che spendere), ma Severus rifiutò di prendere più di quanto avesse speso. Fatto ciò, Severus si voltò verso il folletto che li accompagnava. «Suggerisco di condurre il Signor Potter alla sua camera blindata di famiglia. Ho fondata ragione di credere che ci sia un oggetto che possa ritirare prima di diventare l’erede del Casato dei Potter.»
«Se insiste, Signore,» replicò lui piattamente, ma non rudemente.
«Insisto.»
«Molto bene, da questa parte.»
Harry guardò Severus mentre seguivano il basso folletto, ma la sua attenzione fu rapidamente rapita dall’aprirsi della sua camera blindata di famiglia.
«Dovrebbe esserci una scatola piccola e sottile decorata con una scritta dorata da qualche parte lì dentro. Entra e prendila, ma non toccare nient’altro.» Disse Severus.
«Okay, Signore. Che cosa c’è dentro?» domandò lui, entrando nella camera mentre Severus e il folletto rimanevano indietro. A loro non era permesso entrare, poiché era accessibile solo ai discendenti dei Potter.
«La bacchetta di tua madre. Sfortunatamente, non è stato possibile recuperare quella di tuo padre da Godric’s Hollow.»
Al sentire questo, Harry raddoppiò gli sforzi nel trovare la scatola.
«L’ho trovata!» Esclamò, la sagoma nascosta dietro una larga pila di vecchie scatole.
«Bene, Signor Potter. Ora esci e portala con te.»
Harry lo fece, portandola con evidente reverenza.
Severus rimosse gentilmente il coperchio dalla scatola. «Prendila, Signor Potter. Dovrebbe essere un’ottima seconda bacchetta per te.»
Harry la prese lentamente, dando a Severus la metà inferiore della scatola mentre lo faceva.
Un fascio di scintille colorate sfiammò dalla punta della bacchetta non appena le sue dita si avvolsero attorno al manico, leggermente differenti da quelli rossi e oro della bacchetta di fenice che aveva preso da Olivander.
«Wow» alitò Harry.
«Voglio che tu ti allacci questo al polpaccio destro e vi riponi questa bacchetta. Usala solo per le emergenze,» affermò Severus, tirando fuori il secondo fodero che avevano comprato.
Harry si inginocchiò e obbedì. «Pensa che ci saranno delle emergenze?»
«Non fa mai male essere prudenti, e i maghi sottovalutano gli avversari che sono convinti di aver disarmato.»
«Ok. Um, sa che cosa c’è nella bacchetta di mia madre? Olivander non ha parlato del nucleo, solo che era di salice e buona per gli incantesimi.»
«Non lo so, sfortunatamente. Olivander non ha creato la bacchetta di tua madre. Gliel’ha solo venduta. Da chiunque abbia avuto la bacchetta, non gli ha detto che cosa c’era nel suo nucleo, o almeno questo è quello che tua madre mi disse.»
Harry si morse le labbra, prima di carezzare piano la bacchetta di sua madre e di tirare giù la gamba dei pantaloni per coprirla.
«Voglio che tu porti entrambe le tue bacchette sempre, anche mentre dormi. È una buona abitudine da prendere. Ho messo alcuni incantesimi di sicurezza sui foderi prima di darteli. Nessuno oltre te può rimuovere o sfoderare le tue bacchette. I foderi sono anche a prova d’acqua, quindi assicurati di lavarli occasionalmente. Le bacchette funzionano meglio se sono tenute pulite.»
«Sì, Signore.»
«E se vuoi che ripeta qualunque cosa di ciò che ti ho detto oggi, basta che tu lo dica. So che è una gran quantità di informazioni da assorbire.»
Harry annuì, mentre la porta della camera si richiudeva dietro di lui.
«Il resto del contenuto di questa camera lo potrai prelevare solamente quando sarai più grande. La camera altrimenti non si sarebbe richiusa,» lo informò Severus, prima che uscissero dalla banca e tornassero al Paiolo Magico.
«Adesso mi riporterà dai Dursley?» Chiese Harry mentre il muro di mattoncini si sigillava dietro di loro e i due lasciavano rapidamente il pub prima che qualcuno potesse riconoscere di nuovo Harry.
«Dopo che avremmo mangiato, sì,» rispose Severus, ora accompagnandolo attraverso la Londra babbana e puntando verso un piccolo ristorante. «Abbiamo saltato il pranzo, dopotutto.»
«Oh, non ci avevo fatto caso,» disse Harry, impacciato.
Severus sollevò un sopracciglio. «Hai bisogno di mangiare di più. Quello che mangi influenza la forza della tua magia.»
«Davvero?» Harry apparve un po’ preoccupato, e Severus sapeva il perché.
Ecco un altro fatto che avrebbe dovuto correggere. L’ultima volta, l’alimentazione scarsa di Harry (a causa dei Dursley) aveva avuto conseguenze nefaste sulla sua magia.
Ogni estate, la mancanza di pasti buoni e consistenti aveva impedito al suo nucleo magico di svilupparsi appieno. L’estate era un periodo importante per lo sviluppo dei bambini magici. Essa forniva il tempo necessario al loro nucleo per riposarsi e rigenerarsi dopo nove mesi di esercizio magico e apprendimento, ma questo periodo di pausa poteva produrre beneficio soltanto se il corpo riceveva il nutrimento appropriato per procurarsi gli strumenti di guarigione. Nella linea temporale originaria, Harry non aveva ricevuto un vero riposo, e il suo nucleo aveva dovuto resistere nell’affrontare un anno dopo l’altro di allenamento senza alcun periodo di recupero.
Era come un culturista che si allenasse mangiando soltanto riso e qualche carota. Non poteva funzionare.
Se Harry avesse avuto ogni anno ciò di cui aveva fisicamente bisogno durante i suoi anni a Hogwarts, forse la guerra sarebbe potuta andare diversamente. Dopotutto, vitamine e minerali non solo abilitavano il corpo a usare appropriatamente la magia, ma contribuivano allo sviluppo fisico e mentale. Per fortuna, Severus era certo che stavolta sarebbe stato in grado di far regredire il danno già fatto e di prevenire quello futuro - che ai Dursley piacesse o no.
Severus pose una mano salda sulla spalla sottile di Harry. Non era esattamente denutrito, ma Severus sarebbe stato sorpreso che non fosse anemico.
Dubitava che i Dursley fossero preoccupati del livello di ferro di Harry, probabilmente non davano al ragazzo molta carne, per non parlare di un pasto completo.
Si diressero a un tavolino all’angolo del locale casalingo, indirizzati da un’attempata cameriera dal sorriso gentile. «Sarò subito da voi,» disse, prima di sparire nella cucina.
«Harry, a partire da oggi, le cose andranno in modo diverso. Avrai quello che avresti dovuto avere da sempre, e non ti mancherà mai più ciò di cui hai bisogno - non se posso evitarlo.» Severus pizzicò l’abito di Harry all’altezza della spalla, lasciandolo poi lentamente con una smorfia disgustata. «I Dursley hanno molto di cui rispondere.»
Gli occhi di Harry si spalancarono e Severus sentì il senso di disagio crescergli internamente mentre delle lacrime iniziarono a scintillare nel verde brillante.
Rendendosi conto che gli si stavano riempiendo gli occhi di lacrime, Harry se le asciugò bruscamente e abbassò lo sguardo, con le orecchie che si tingevano di rosa mentre si sedeva al tavolo. Severus gli diede un momento e fu grato che Harry riuscì a ricomporsi prima dell’arrivo della cameriera.
«Che cosa desiderate?» Chiese la donna con un sorriso.
Severus rispose per primo, affermando che voleva una tazza di tè nero bollente con una zolletta di zucchero, prima di suggerire a Harry di prendere del latte al cioccolato. Con un sorriso, Harry chiese proprio quello.






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Note della Traduttrice:

* Ho deciso di mantenere i nomi delle Case in lingua originale, per l’uso che se ne fa in seguito nella storia. Per chi avesse dei dubbi, sono: Grifondoro = Gryffindor, Serpeverde = Slytherin, Corvonero = Ravenclaw, Tassorosso (o Tassofrasso, nella più recente traduzione) = Hufflepuff.
** Ho scelto la parola “Serpincanti” per tradurre l’originale “Parselmagic”, in affinità con la traduzione ufficiale italiana “Serpentese” per “Parseltongue”, mentre “Rettilofono” è quella ufficiale per “Parselmouth”.

Nota a parte: per chi conoscesse già l’originale, mi sono permessa di adattare leggermente i font allo stile italiano, mettendo ad esempio il corsivo per i pensieri diretti, con lo scopo di agevolare la lettura e l’interpretazione.

Nota finale:

Hey lettori!
Benvenuti, questo è l’inizio della fanfiction che volevo tradurre da tanto tempo! Spero che vi piaccia, e soprattutto, spero di riuscire a mantenere un ritmo regolare di pubblicazione, visto che studio e lavoro, ma davvero non potevo più aspettare per cominciare a far scoprire anche in italiano questa storia che ho amato molto. Per ora punto a una cadenza di 7/10 giorni, proprio per tenermi larga, e in ogni caso vi terrò aggiornati.
Per critiche, domande e altro la sezione Commenti è disponibile (e anch’io)!

A presto con il prossimo capitolo,Chiacchierate.

Mezzo_E_Mezzo



   
 
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