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Autore: effie_    26/02/2017    2 recensioni
(Cap.13) Nel mentre lo guardava, la giovane Evans capì che Potter era esattamente come tutti gli altri, se non peggio. Senza uno stuolo di oche adoranti non si sentiva completo ed era certa che una volta alla settimana ne scegliesse una a cui far provare il paradiso, per poi mollarla dopo tre giorni con la stessa noncuranza di un vaso rotto. Era davvero un essere abominevole.
(Cap.26) - Ce la caveremo, Potter?
- Certo che sì. Alla fine, Evans, siamo una bella coppia. Tu sei tante cose belle messe assieme e io tanti disastri collegati. Direi che così ci completiamo. Anche perché voglio incasinarti la vita nel modo più dolce possibile.
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily, Sirius Black/Marlene McKinnon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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Il mattino seguente, James si svegliò con un insolito buon umore. Era sabato, dunque avrebbe potuto tranquillamente restarsene a letto fino a tardi, ma si sentiva arzillo come non mai, grazie ad un bellissimo sogno che gli aveva migliorato la nottata. Non poteva che essere considerato come una premonizione: Lily Evans, dopo un’eccitante partita di Quidditch contro Serpeverde, l’aveva baciato sulle labbra. Il tocco di quel suo bacio era stato talmente dolce e intenso che James si era svegliato con un terribile senso di languore, tanto che era stato tentato di indossare il Mantello dell’Invisibilità e precipitarsi immeditamente nel dormitorio femminile per colmare quei pochi metri che li separavano.
<< Ram, cosa cavolo fai? >> borbottò Sirius, aprendo piano un occhio e vedendo il suo migliore amico che, alle otto di mattina, si stava già vestendo per uscire << Dormi un po’, è sabato >>.
<< Non ci riesco, Felpato. Questa notte ho avuto un sogno premonitore e devo assolutamente approfittare della situazione >>.
<< Ma di che stai parlando? >>.
<< Ascolta >> James si avvicinò al suo letto e gli parlò in modo concitato, gli occhi febbrili per l’emozione << Le cose fra me e Lily Evans stanno migliorando. Ora siamo quasi amici e parliamo anche molto più di prima. Secondo il sogno di stanotte, lei mi bacerà dopo la partita di Quidditch contro Serpeverde >>.
<< Il che dovrebbe accadere ad aprile…>>.
<< Esattamente >>.
<< Quindi, mi stai dicendo che…>>.
<< Devo approfittare della situazione e fare in modo che si innamori di me entro aprile. E di questo passo lo sarà, fidati >>.
Sirius sbadigliò sonoramente << Ma tu sei tutto matto, Ram. Non puoi affidarti a sogni e profezie…>>.
<< Hai frequentato anche tu il corso di Divinazione >>.
<< Appunto, un mucchio di scemenze. Non puoi sperare che la Evans ti baci dopo la partita…solo perché tu l’hai sognato! >>.
<< Pensa come vuoi. Comunque, anche solo il fatto che Remus si sia messo con Mary mi dà speranza: se loro due stanno insieme, avrò modo di frequentare Lily molto di più rispetto a prima >>.
<< Ma io non so perché sei ancora fissato su di lei, quando hai una Rose King che aspetta solo un tuo segno…>>.
<< Dimentica Rose, non mi interessa. In fondo, senti questa teoria che ho elaborato: ci sono gli opposti, come te e la McKinnon…>>.
<< Ma…>>.
<< Fa’ silenzio e non interrompermi, tanto so che fra voi è successo qualcosa e non vedo l’ora che tu ti decida a parlarmene. Dicevo, gli opposti si attraggono, i simili, come Remus e Mary, si prendono, le anime gemelle, come Frank e Alice, si incontrano…e poi ci siamo io e Lily Evans: due imbecilli che si aspettano >>.
Sirius ridacchiò << Interessante teoria, Ram. Dunque è questo che fai la notte, anziché dormire? >>.
<< Mi serve solo un’occasione…un’occasione per dimostrare a Lily quanto saremmo fatti l’uno per l’altra…>>.
<< Allora continua a sognare, tanto lei non cederà mai. Ora, col tuo permesso, vorrei tornare a dormire…>>.
<< Oh, no >> James lo trascinò giù dal letto << Esigo che tu venga a fare colazione con me. Così per strada parleremo di Marlene >>.
Sirius si lanciò in una serie di imprecazioni così colorite che avrebbero fatto inorridire persino il diavolo in persona, tuttavia James sapeva che non sarebbe mai stato in grado di dirgli di no e lo osservò con un sorrisetto trionfante mentre iniziava a vestirsi di malavoglia. Era forse la prima volta in sette anni che i due Malandrini si svegliavano così presto, infatti non si sorpresero di trovare nella Sala Comune solamente tutti quei secchioni impegnati a portarsi avanti con i compiti per la prossima settimana.
<< Ma che voglia hanno? >> commentò Sirius con gli occhi fuori dalle orbite, mentre passavano loro accanto.
<< Non ne ho idea >> gli rispose James << Muoio di fame…>>.
Non appena oltrepassarono il buco del ritratto e raggiunsero le porte della Sala Grande, subito sentirono il delizioso profumo delle uova e del bacon pronti per la colazione e i loro stomaci si strinsero in una morsa. Erano sul punto di fiondarsi al tavolo di Grifondoro quando un uomo panciuto bloccò loro il passaggio.
<< Ah, Potter e Black! >> esclamò Lumacorno, gioviale << Proprio voi speravo di incontrare…>>.
<< Professore >> lo salutarono educatamente i due.
<< Signor Potter, devo dirle che sono rimasto molto colpito dalla sua bravura nel Quidditch…un talento come il suo va decisamente coltivato! Che ne dice di partecipare alla mia piccola festicciola natalizia? Oh, e naturalmente anche il signor Black sarà il benvenuto, sebbene non abbia mai risposto ai miei precedenti inviti…>>.
Prima che Sirius potesse rispondere con qualcosa di stupido, James gli diede una gomitata nelle costole e si esibì nel suo miglior sorriso raggiante << Ma certo che verremo, professore. Ne siamo entusiasti >>.
<< Splendido! Contavo proprio su voi due, ragazzi, sarete un’ottima aggiunta alla mia collezione…meraviglioso! >>.
James continuò a sorridere finché Lumacorno non si fu allontanato, poi si dedicò ai lamenti del suo migliore amico.
<< Non vorrai andarci sul serio, vero, Ram? >>.
<< Perché no? >> gli domandò James, mentre si accomodavano al tavolo e iniziavano a riempirsi i piatti di cibo << Le cene sono così terribili? >>.
<< Peggio. Un mucchio di Serpeverde snob e i cocchi di Lumacorno che si danno un sacco di arie. E poi c’è Regulus…Credimi, non è posto per noi >>.
<< Ma non capisci, Felpato? Questa è l’occasione che aspettavo! Lumacorno non mi aveva mai invitato prima, ma so che invece Lily fa parte della sua cerchia più intima…se riuscirò a portarla alla festa con me, le dimostrerò quanto sono cambiato! >>.
Sirius sospirò << Ottimo, allora vacci tu, io resterò con Remmy, Peter e Frank a fare qualcosa di veramente utile >>.
<< Eh no, vecchio mio, non posso permettertelo. Alla festa verrà sicuramente anche Marlene…>>.
<< Ancora con questa Marlene McKinnon! Ti ho già detto che abbiamo solo fatto sesso, non c’è nulla di più! >>.
<< Ma io so che ti piace >>.
<< Ram, questa mattina sei veramente insopportabile. Non vorrei arrivare a fine giornata con il brutto desiderio di lanciarti una maledizione, quindi, per piacere, dacci un taglio >>.
James intuì che l’amico non era ancora pronto ad ammettere la verità a sé stesso, così cambiò argomento e i due discussero amabilmente di motociclette per tutta la durata della colazione. Quando furono sufficientemente sazi, dopo un’innumerevole quantità di pancake, uova, bacon e porridge, i due Malandrini si avviarono verso il parco, decisi a fumarsi qualche sigaretta prima di tornare alla Torre di Grifondoro e dedicarsi alla catasta di compiti. Ma, non appena furono nei corridoi, da lontano James individuò subito la chioma rosso scuro di Lily Evans. Il suo stomaco fece una capriola quando si ricordò del sogno e dei suoi progetti al riguardo, così obbligo Sirius ad accelerare il passo fino ad essere a poca distanza da lei. Lily stava camminando con il suo solito passo di marcia insieme ad Hestia e, dalla pila di libri che entrambe avevano in mano, probabilmente si stavano dirigendo in biblioteca.
La fanciulla era tutta impegnata a discutere di Antiche Rune con l’amica, ma non appena James pronunciò il suo nome ad alta voce, un gemito le salì fin dal profondo. Ma cosa voleva ancora da lei? Sapeva perfettamente che ignorarlo non sarebbe servito a farlo andare via, anzi avrebbe aumentato la sua determinazione, così si fermò e si girò nella sua direzione, incrociando le braccia sul petto.
<< Buongiorno, ragazze >> disse James, cercando di raggiungerle.
Lily sospirò pesantemente. Anche Hestia, che invece stava ancora camminando, si fermò e allungò il collo, mentre un sorriso strano le spuntò sul volto.
<< Ma che cosa vuole? >> sussurrò a Lily, muovendo appena le labbra.
L’unica risposta dell’amica fu sollevare gli occhi al cielo e scuotere il capo. Aveva appena cominciato a ricredersi su James…ed ecco che lui ora tornava a tormentarla. Fantastico.
<< Ehi >> le salutò James, pur avendo occhi solo per Lily << Evans, sei uscita prima che potessi accompagnarti a colazione >>.
Alle sue spalle, Sirius strabuzzò gli occhi di fronte a quella bugia spudorata, ma per fortuna nessuna delle due ragazze se ne accorse.
<< Mi sono alzata presto >> rispose Lily, evitando lo sguardo indagatore di Hestia << E poi conosco perfettamente la strada >>.
<< Ieri sera non mi è parso che ti dispiacesse farti riaccompagnare fino al dormitorio >> replicò lui, mellifluo, con un tono allusivo che non sfuggì ne a Felpato né a Hestia.
Lily rimase impietrita in mezzo al corridoio, le labbra contratte in una smorfia seccata. James si riferiva sicuramente a quando, dopo la ronda, si era sentita così stanca che aveva rischiato di addormentarsi per strada, così lui aveva insistito per accompagnarla fino alla porta della sua stanza. E lei che credeva si trattasse di semplice cortesia! Forse per questo lui ora era convinto che ben presto sarebbe caduta ai suoi piedi…
Hestia, attontita, spostava continuamente gli occhi da lei a James con la bocca spalancata, incapace di perdersi anche un solo dettaglio di quello spettacolo.
<< Vuoi qualcosa, Potter? >> domandò Lily << O cercavi solo di rovinarmi la giornata già di prima mattina? >>.
Una strana scintilla, che avrebbe anche potuto essere dolore o tristezza, attraversò lo sguardo di James. Non appena fu sul punto di aprire bocca, Lily si rese conto che stava per scusarsi. Per le mutande di Merlino! Non era abituata a questo James tutto scuse e gentilezze. Ora si sarebbe anche dovuta sentire in colpa per averlo ferito.
<< Lascia stare >> lo fermò con un cenno della mano, prima che lui potesse dirle effettivamente qualcosa << Non volevo prendermela con te, ma oggi non è giornata >>.
Hestia e Sirius, entrambi attentissimi a seguire ogni fase di quel dialogo, per poco non si strozzarono dalla sorpresa. Felpato si passò una mano sulla fronte: forse James non aveva del tutto torto, riguardo al cambiamento epocale del suo rapporto con la Evans…
Nel mentre i due amici erano impegnati a tirare ciascuno conclusioni diverse, James si avvicinò a Lily e, a voce bassissima, in modo che solo lei potesse sentire, le mormorò << Scusami. So benissimo che…che fra di noi le cose non cambiano >>.
Poi Ramoso abbassò lo sguardo e le sue ciglia nere si allargarono a ventaglio sui suoi bellissimi occhi nocciola. Lily avvertì il cuore stringersi in una morsa e, per tirarlo un po’ su di morale, gli diede due leggeri colpetti sulla spalla.
<< Non fa niente. Ora vado in biblioteca >>.
Prima che James potesse trattenerla, Lily afferrò la mano di Hestia e la trascinò in avanti.
Rimasto solo, James si voltò verso Sirius, abbattuto << Forse mi sono sbagliato >>.
Felpato sospirò. Non voleva dare a James false speranze, eppure aveva osservato Lily nel mentre gli parlava…e gli era parsa molto nervosa, agitata. Un po’ come faceva Marlene con lui. Dunque, forse Ramoso non le era del tutto indifferente…
<< Conosco un modo per tirarti su il morale, Ram. Non vorrei dire, ma Gazza sta vivendo tranquillo e felice da troppo tempo…>>.
La tristezza si dissipò all’istante dagli occhi di James e un sorriso malefico, quello che Felpato amava tanto, comparve sul suo volto. Avrebbe pensato più tardi a come riconquistare Lily Evans. Per il momento, doveva dedicarsi ai suoi doveri di Malandrino.
<< Allora bisogna rimediare subito >>.
E i due ghigni che si scambiarono non promettevano nulla di buono.



Con l’arrivo di dicembre, tutta la scuola era a conoscenza del fatto che due misteriosi malfattori avessero completamente ridimensionato lo studio di Gazza, dopo la strepitosa vittoria di Grifondoro, dipingendo le pareti di rosso e oro; naturalmente tutti sapevano chi fossero i colpevoli, ma nessuno volle parlare, soprattutto i Grifondoro, orgogliosi di quella manifestazione.
Lily si accomodò al tavolo della colazione e sbuffò quando vide Potter e Black circondati dalla solita folla di idolatratori, nel mentre raccontavano la loro eroica impresa con tutti i particolari. E, come suo solito, Potter si arruffava i capelli con una mano, mentre con l’altra giocherellava con il suo Boccino. Alcune ragazze di Tassorosso lo fissavano come incantate dall’altra parte della sala. Possibile che quel ragazzo non sarebbe mai maturato? Negli ultimi giorni aveva quasi avuto la sensazione che potesse essere diverso, non solo uno stupido pavone arrogante…ma evidentemente si era sbagliata. Non avrebbe mai potuto sperare che all’ultimo anno di Hogwarts Potter la lasciasse in pace. Anzi, da quando era cominciata la scuola, aveva la sensazione di essere ritornata ai tempi delle elementari: ad ogni ora, ma soprattutto a Trasfigurazione, quando si posizionava sempre dietro di lei, Potter non faceva altro che chiamarla, solo per darle fastidio, ovviamente. Se l’avesse mai trovata, l’avrebbe bruciata, quella sua dannata piuma. Il suo scopo nella vita sembrava quello di tormentarla. Anche se, ogni tanto, si sentiva lusingata che lui le desse tante attenzioni, alla fine era divertente…a parte le volte in cui finivano per litigare, cioè quasi sempre.
Un esempio lampante accadde quella volta in cui David, poco prima che la McGranitt arrivasse, le aveva chiesto di studiare insieme per il compito della prossima settimana. Lily non aveva fatto neanche in tempo a rispondere che immediatamente la cartella di David era volata in fondo all’aula, svuotandosi del tutto durante il tragitto. Rosso in viso, il ragazzo era stato subito distratto dalla risata generale e si era scordato della sua richiesta, affrettandosi a raccogliere quaderni e libri da terra.
Lily si era voltata immediatamente, certa che Potter fosse il colpevole, ma lui era seduto comodamente con le mani incrociate dietro la testa e si era limitato a sorriderle come se nulla fosse. Proprio in quel preciso istante la professoressa era arrivata, dunque non aveva avuto il tempo di dirgliene quattro, ma, alla fine della lezione, non si era lasciata sfuggire l’occasione.
<< Ma che problemi hai? >> gli aveva domandato inviperita, inseguendolo fuori dalla classe << So che sei stato tu >>.
Con sua grande sorpresa, Potter aveva scrollato le spalle << Allora? >>.
<< Allora?! >> Lily si era avviata verso i bagni e, come al solito, lui l’aveva seguita << Sei solo un maleducato, Potter. L’hai messo in imbarazzo davanti a tutti. Dovevi proprio? >>.
James si era chinato verso di lei con espressione seria << Evans, guarda che ti ho fatto un favore >>.
<< In che senso? >>.
<< Fidati, studiare non era l’unica cosa che il tuo Fawcett aveva in mente >>.
A quel punto era toccato a lei fare l’indifferente << E allora? >>.
<< Mi stai dicendo…che ti piace, Evans? >> James aveva sollevato il mento di colpo e un lampo d’ira gli aveva attraversato lo sguardo.
<< Non vedo dove sia il problema, Potter. Sei geloso, per caso? >>.
Lui aveva fatto marcia indietro all’istante << No che non sono geloso, ma stavo solo cercando di levarti un impiccio. Ai ragazzi come lui interessa solo una cosa >>.
<< Oh, allora sareste ottimi amici! >>.
<< Evans…>> Potter si era chinato di nuovo verso di lei e i suoi occhi avevano iniziato a bruciare << Io…non ti farei mai una cosa del genere, se tu…se tu non lo volessi >>.
Arrossendo, Lily aveva continuato a fissarlo con aria truce << Credi sia l’unico motivo per cui un ragazzo potrebbe interessarsi a me? >>.
James aveva aggrottato la fronte, confuso << No, io non intendevo…era tanto per dire…>>.
Prima che Lily avesse avuto il tempo di approfittare di quella breccia nel suo muro difensivo, lui era scomparso fra la folla. Ora, nel mentre lo guardava, la giovane Evans capì che Potter era esattamente come tutti gli altri, se non peggio. Senza uno stuolo di oche adoranti non si sentiva completo ed era certa che una volta alla settimana ne scegliesse una a cui far provare il paradiso, per poi mollarla dopo tre giorni con la stessa noncuranza di un vaso rotto. Era davvero un essere abominevole.
<< Ehi, Lily! >> Emmeline richiamò la sua attenzione << Ci sei? >>.
Lily sbattè le palpebre e abbandonò subito i suoi pensieri su James Potter, tornando a concentrarsi sul discorso delle amiche. Stavano parlando della festa che Lumacorno avrebbe organizzato per Natale, come accadeva ogni anno. Era un evento esclusivo, a cui a solo un quarto della scuola era permesso partecipare, motivo per cui i non fortunati cercavano disperatamente di trovare qualuno con cui andare alla festa, visto che, putroppo, era richiesto l’accompagnatore.
<< Insomma, Lumacorno non mi aveva mai invitata e non so nemmeno con chi andarci…>>.
<< Tranquilla che troverai qualcuno, Emmeline >> la rassicurò Lily.
<< Remus e Mary staranno insieme in Sala Comune, Alice porterà Frank…>>.
<< Se vuoi posso chiedere a mio cugino Gideon >> intervenne Alice, staccandosi un attimo dal suo fidanzato.
<< E tu, Lils? >>.
Lily sospirò pesantemente. Nemmeno lei aveva ancora un accompagnatore. Gli anni precedenti era sempre andata con Sev, dunque non aveva mai pensato al fatto di doversene trovare uno. Aveva provato a convincersi che andare da sola non sarebbe stata poi la fine del mondo…tuttavia non le andava proprio di fare da tappezzeria o da terzo incomodo.
<< Non so ancora, ci penserò >> rispose, stando sul vago << Ci conviene andare, o arriveremo in ritardo >>.
Lily passò le successive due ore di Pozioni a cercare di ignorare la presenza di Severus, il cui sguardo continuava a cadere su di lei. Non aveva affatto dimenticato il loro bisticcio in biblioteca; anzi, da quel giorno, avevano inziato una silenziosa gara su chi fosse il pozionista più bravo di tutta Hogwarts, ma era una lotta terribilmente alla pari. E poi c’era anche Potter. Durante la lezione era stato particolarmente silenzioso, e l’aveva chiamata solo una volta per chiederle quale fosse il modo migliore per ottenere il colore violaceo previsto sul libro di Pozioni Avanzate. Strano, molto strano.
Fu così che Lily, troppo stufa di tutta quella tensione, saltò il pasto e si diresse insieme a Remus e Mary a fare una passeggiata prima di Trasfigurazione. La neve era caduta durante tutta la notte e non passò molto tempo prima che i tre iniziassero a prendersi a palle di neve. Remus e Mary erano una bellissima coppia: affiatati, certo, ma stare in loro compagnia era esattamente piacevole come quando erano amici. Tutto l’opposto di Alice e Frank.
Poco prima di Trasfigurazione, Lily fece una corsa in Sala Grande, sperando di trovare qualche avanzo per tappare il buco della fame, ma, involontariamente, andò a sbattere contro un ragazzo alto e muscoloso.
Il Capitano di Corvonero si voltò e, dal suo metro e novanta, sorrise, vedendo che si trattava di lei << Ehilà! >>.
<< Ops, scusa, David >>.
<< Figurati. Volevo chiederti…tu ci capisci qualcosa di quello che ha detto la McGranitt a Trasfigurazione? Per me ha iniziato a parlare un’altra lingua >>.
Considerando che aveva passato praticamente tutte le lezioni a cercare di ignorare il ragazzo alle sue spalle, Lily replicò ridendo << Non ci capisco più un accidenti. Un tempo era una materia facile…>>.
<< Lascia stare, vale lo stesso per me. Invece ora…>> David la fissò intensamente con i suoi occhi turchesi << Dovremmo studiare insieme >>.
La fanciulla gli sorrise ancora << Andata. Quando vuoi >>.
Ad un tratto, lui le passò un braccio attorno alle spalle << Saremmo davvero una bella squadra insieme >>.
<< Già >> rispose lei, cercando di non arrossire sotto le lentiggini. Insomma, uno dei ragazzi più belli di Hogwarts, il Capitano della squadra di Corvonero…la stava praticamente abbracciando!
David la strinse a sé e Lily avvertì alcune scintille in ogni punto di contatto fra i loro corpi, e così abbracciati si avviarono verso i corridoi, diretti all’aula di Trasfigurazione. Nel mentre giravano l’angolo, anche lei gli posizionò un braccio dietro la schiena, cercando di sembrare disinvolta.
<< Senti, Lily, volevo chiederti una cosa…>>.
Lily cercò di ignorare le occhiate sconvolte delle amiche ferme davanti alla classe << Dimmi pure >>.
<< Come sai, Lumacorno darà una festa per Natale…così, io…io mi stavo chiedendo se…>>.
Lily non riuscì a udire la parte finale della sua domanda, poiché, non appena vide Potter, la voce di David passò in secondo piano. In teoria quello fra di loro era solo un abbraccio fra amici…tuttavia era certa che a James, e anche a tutto il resto della scuola, non sembrasse affatto così. Percepì fin da lontano la sua rabbia, che la travolse come un’onda in piena, e vide che nei suoi occhi si erano dipinte le fiamme dell’inferno. Oltretutto, stringeva i denti così forte che Lily ebbe paura potesse romperseli. Poi li raggiunse in così poche falcate che si chiese come diamine avesse fatto a essere tanto veloce.
<< Evans >> sibilò James, senza rilassare la mascella. Tuttavia i suoi occhi infuocati rimasero incollati su David << Fawcett >>.
Lily spostò gli occhi dall’uno all’altro, senza sapere bene che cosa fare. Erano alti uguali, anche se David era di corporatura molto più massiccia. In quel momento, però, James aveva un’aria più da cattivo. Dal modo in cui aveva pronunciato il cognome di David, era abbastanza chiaro che lo stesse minacciando. Anzi, per la precisione non aveva solo detto il suo cognome, l’aveva ringhiato.
Poi, prima ancora che Lily potesse comprendere quel che stava succedendo, avvertì le braccia di Potter avvolgersi attorno a lei. D’istinto, afferrò i suoi avambracci per levarselo di dosso, ma lui non glielo permise.
<< Sei molto fortunato che io non sia un tipo geloso, Fawcett >> commentò James con studiata noncuranza << Visto che stavi per invitare Lily alla festa. Peccato che l’abbia già fatto io >>.
Lily intuì che stava sorridendo e quella consapevolezza la mandò in bestia << Cosa? Potter, ma che dici? >>.
Tuttavia, prima che potesse spiegare a David come stavano davvero le cose, lui indietreggiò di qualche passo << Oh, non lo sapevo. Beh, meglio che rientri in classe >>.
<< David…>>.
Tentare di richiamarlo fu completamente inutile. Non appena David sparì oltre la porta dell’aula, Lily non diede a Potter neanche il tempo di aprire bocca. Gli si gettò addosso con tutta la forza che aveva e lo scaraventò contro il muro. James sbattè le palpebre, sconvolto dalla sua reazione.
<< Ma sei cretino? >> gli urlò, furiosa, cercando di tempestarlo di pugni << Finalmente un ragazzo stava per invitarmi e tu…tu…>>.
<< Lily! >> intervenne Marlene, che aveva visto tutto << Attenta! >>.
<< Che c’è? >> gridò lei in risposta, prima di rendersi conto che la McGranitt stava avanzando nel corridoio insieme a Vitious.
Per tutti i gargoyle, cosa stava combinando? Quel tipo di violenza non era da lei. Oltretutto era una Caposcuola e quel suo atteggiamento avrebbe potuto provocarle l’immediata sospensione dall’incarico. Ma era tutta colpa di Potter, come sempre. Potter, che in quel momento era ancora immobilizzato contro il muro con le sue mani premute sul petto - il che naturalmente era possibile solo perché lui glielo stava permettendo, non certo per una sua misteriosa forza fisica -.
Sopraffatta dalla situazione, Lily mollò la presa. All’improvviso si sentì completamente esausta e, quasi senza rendersene conto, abbandonò la testa sul petto di James. Era stanca, stanca di tutti loro, stanca di lui. Ma, per una strana magia che non riuscì a spiegarsi, si sentì meglio non appena lo sfiorò, come se tutta la rabbia fosse svanita solo grazie a quel semplice contatto.
<< Perché >> mormorò piano, affinché la sentisse solo lui << Devi sempre rovinarmi tutto? David mi stava solo invitando alla festa…>>.
<< Non mi piace vedervi insieme >> borbottò James, lasciando che lei rimasse appoggiata a lui << Il solo pensiero mi fa ribollire il sangue >>.
<< Ma è la mia vita, Potter! Non puoi impedirmi di uscire con dei ragazzi…solo perché a te non piacciono >>.
<< Hai ragione, Evans. Ma giuro che smetterò di infastidirti non appena mi renderò conto che sarai davvero innamorata >>.
Lily sbuffò e girò la testa, ma James le afferrò il mento con una mano e la costrinse a guardarlo << Perché l’amore di per sé è davvero la magia più potente al mondo >>.
Lei scoppiò a ridere come una pazza isterica. Era chiaramente convinto di ciò che diceva, credeva nella natura onnipotente dell’amore…eppure andava in giro a fare l’idiota con tre ragazze diverse alla settimana. Quanta ipocrisia. Tuttavia non avrebbe mai detto che, nel profondo, fosse tanto romantico.
<< Allora, vieni alla festa con me? >>.
<< Nemmeno fra un milione di anni >>.
<< Ma avevi detto che ti serviva un accompagnatore…>>.
<< Infatti, un accompagnatore…non tu >>.
<< Potter, Evans, entrate in classe >> sbraitò la McGranitt, venendo verso di loro.
<< Sì, professoressa >> rispose subito James. Poi si girò a guardarla << Ti farò cambiare idea, Evans >>.
La prese per mano e la trascinò nell’aula, accomodandosi poi, come sempre, alle sue spalle. Tuttavia Lily non si accorse nemmeno che la stava chiamando con la piuma; aveva la mente ancora in corridoio, poiché non riusciva a smettere di pensare alla versione romantica di James Potter. Era abituata a quella arrogante, a quella prepotente, a quella cretina, ma quella romantica… Dove diavolo l’aveva tenuta nascosta in tutti quegli anni?



Passò una settimana di relativa tranquillità. La neve ricominciò a vorticare fuori dalle finestre e la temperatura si abbassò così tanto che divenne impossibile camminare nei corridoi senza essere dotati di sciarpe o guanti. Il lago si ghiacciò e molti studenti, non appena avevano un minuto libero, avevano preso l’abitudine di pattinarci sopra. Anche il Natale si avvicinava in fretta e la stessa Hogwarts si era trasformata, divenendo un luogo ancora più incantato. La Sala Grande era stata decorata con i consueti dodici alberi di Natale, ghirlande di agrifoglio erano state avvolte attorno alle balaustre delle scale, candele che non si spegnevano mai brillavano dentro gli elmi delle armature ed enormi mazzi di vischio erano stati appesi nei corridoi. Inutile dire che ampi gruppi di ragazze tendevano a convergere da quelle parti tutte le volte che passavano James Potter o Sirius Black, creando spaventosi ingorghi durante le pause delle lezioni.
L’orario di Lily e Marlene divenne così fitto che le due amiche riuscivano a parlare davvero solo la sera, quando ogni tanto si ritrovavano in biblioteca per studiare insieme; l’unica pecca era che dovevano sussurrare tutto il tempo per non farsi sentire. Una sera, dopo aver svolto i compiti di Pozioni sugli Elisir Eterni, Marlene toccò uno dei tasti dolenti della settimana: James Potter.
<< Come vuoi che vada, Marlene >> sospirò Lily, chiudendo i libri << Quell’idiota ha fatto scappare a gambe levate ogni singolo ragazzo che abbia tentato di invitarmi alla festa. Finché starò in questa scuola, sarò condannata alla solitudine >>.
<< Allora perché non vai con James? >>.
<< Con lui?! Ma sei matta? Nemmeno per sogno. Rischierei di commettere un omicidio dopo i primi dieci minuti >>.
<< In fondo, è quello che si aspettano tutti >>.
<< Già, so bene che l’intera scuola non vede l’ora che cada ai suoi piedi >>.
<< Oltretutto, lo guardi in un modo che solo tu riesci a fare >>.
Lily si passò una mano fra le lunghe ciocche rosse, preoccupata << Tipo? >>.
<< Non so, a volte è come se vedessi solo lui, nient’altro che lui. Come se tutti scomparissero quando James è presente >>.
<< Che sciocchezza! >>.
<< Ma c’era qualcuno, fra quei ragazzi, che ti piaceva particolarmente? >>.
<< Mmm…no, a dire la verità, però sarebbe comunque stato meglio che andare alla festa da sola! >>.
<< Allora, visto che James impedisce ai ragazzi di invitarti, vorrà dire che sarai tu a invitarne uno >>.
<< Dici? >>.
<< Se vuoi un cavaliere, devi agire da sola, amica mia >> Marlene annuì con aria convinta << Sei una donna forte ed emancipata, puoi invitare chi ti pare. E a quel punto James non potrà dire nulla. Anche se credo si aspetti di venire con te >>.
<< Allora può anche aspettare in eterno. Tu con chi vai? >>.
<< Non lo so ancora >>.
Uscirono dalla biblioteca e si avviarono verso la sala comune di Corvonero. Era già ora di cena, tuttavia gli studenti del settimo anno avevano avuto la loro stessa idea e probabilmente erano ancora tutti chini sui libri a cercare di studiare, per questo i corridoi erano praticamente deserti.
<< Marlene >> Lily la obbligò a fermarsi e la scrutò con aria indagatrice << Non ti aspetterai…un invito da Black, vero? >>.
L’amica evitò i suoi occhi e quell’atteggiamento fu la conferma definitiva per Lily.
<< Oh, lo sapevo…>>.
<< Non è come pensi, Lily >> intervenne subito l’altra << Non sono innamorata di lui, ma non ho intenzione di rompere il nostro patto. Non ancora, almeno >>.
<< E dunque continuerai a lasciarti usare? >>.
<< Non è farsi usare, se io sono d’accordo. E poi ormai il nostro è un rapporto così >>.
<< Mmm >> Lily la guardò di nuovo con gli occhi socchiusi << Non mi convinci del tutto, ma fingerò di crederti. Però ti avverto: non aspettarti che ti inviti >>.
<< No, infatti. Credo che lo chiederò a…>>.
Marlene non fece in tempo a finire la frase che in quel preciso istante Sirius Black comparve davanti a loro. Era stranamente solo e passeggiava tranquillo per i corridoi, sgranocchiando una mela. Non si era ancora accorto delle due amiche, così Lily cercò di trascinare via Marlene, ma lei non si mosse, curiosa di vedere che cosa avrebbe fatto. Infatti, dopo appena qualche secondo, l’arcano venne svelato: un immenso esercito di ragazze, di età compresa fra i tredici e i sedici anni, lo seguiva a ruota, probabilmente per riuscire ad invitarlo alla festa prima che lo facesse qualcun'altra.
Marlene storse la bocca. La passione che li aveva colti durante quelle settimane era stata travolgente: entrambi erano dotati di un coraggio folle che permetteva loro di correre dei rischi, tanto che, quando era all’apice, il loro desiderio si poteva cogliere con l’olfatto anche in una stanza piena di gente. Molto spesso le loro schermaglie verbali erano diventate preliminari amorosi e l’effetto era stato sconvolgente e irresistibile insieme.
Fu questione di un attimo. Marlene avvertì la gelosia diffondersi in lei come un veleno mortale, così afferrò la bacchetta e pronunciò silenziosamente un incantesimo che le aveva insegnato tempo prima Bellatrix Black, quando erano ancora amiche. In men che non si dica, le ragazze si bloccarono e cominciarono a portarsi le mani sul viso, che sentivano bruciare. Qualche istante dopo, una tremenda eruzione di brufoli si dipinse sulle loro guance, sulla fronte e sul collo, facendole gridare di paura.
Sirius, avvertendendo tutto quel trambusto, si voltò e osservò con aria sconvolta quelle ragazze un tempo così carine e ora orribilmente deturpate da tutti quei brufoli. Allora iniziò a guardarsi attorno, credendo che i colpevoli fossero senza dubbio i suoi amici.
Lily, che non era riuscita a trattenere una risata di fronte a quello spettacolo, se ne accorse subito << Fra poco ci vedrà, andiamocene >>.
<< No >> ribattè Marlene, serissima << Voglio che mi veda. Così capirà che non deve fare troppo il cretino con altre, mentre si diverte con me >>.
Lily la guardò con aria divertita, poi, non appena vide che Black si stava avvicinando, la lasciò sola, in modo che potesse fargli una ramanzina coi fiocchi. Quanto le sarebbe piaciuto imparare quell’incantesimo e applicarlo ogni volta che Potter era in compagnia delle sue ochette da giardino…
<< McKinnon! >>.
Marlene non riuscì a trattenere un sorriso e, non appena Sirius Black venne verso di lei con un’espressione furiosa sul volto, si girò a guardarlo con aria innocente.
<< Oh, buonasera, Black >>.
Senza dirle altro, Felpato le indicò la porta dei bagni dei Prefetti e la ragazza lo seguì al suo interno senza protestare.
<< So che sei stata tu >> attaccò subito Sirius, irato << Sei impazzita? >>.
<< Oh, suvvia, non subiranno alcun danno permanente. Sparirà tutto nel giro di qualche giorno >>.
<< Ma perché? >>.
<< Perché sono piuttosto possessiva e mi dà fastidio che tu esca con altre…durante il nostro patto >>.
Sirius trasalì e dovette trattenersi dallo scoppiare a ridere. Allora non le era poi così indifferente…tuttavia cercò di mascherare quanto piacere gli avessero fatto quelle parole e mantenne lo stesso un tono freddo e distaccato.
<< Questo non c’era negli accordi >>.
<< Lo so bene >> Marlene si avvicinò a lui sempre di più << Ma speravo di convincerti lo stesso >>.
Lui ridacchiò, sebbene alcune gocce di sudore avessero iniziato a imperlargli la fronte << Non credo che ci riuscirai, McKin…>>.
Prima che potesse completare la frase, Marlene gli passò una mano fra i capelli morbidi e lo tirò a sé per baciarlo con passione. Accadde esattamente come la prima notte che avevano fatto l’amore: in pochi istanti Sirius si ritrovò completamente in suo potere e non poté fare altro che ricambiarla, gemendo piano mentre lei gli mordicchiava il labbro inferiore. Si unirono in un bacio di fuoco, le lingue intrecciate e avide. Tutta la rabbia si dissipò in un istante.
Sirius non l’avrebbe mai ammesso neanche con sé stesso, tuttavia era bastato appena quel bacio per convincerlo che effettivamente non aveva bisogno di nessun’altra ragazza, se non di lei. Una volta giunto a quella consapevolezza, provò a scostarsi, per non farle vedere quanto ormai fosse coinvolto, ma lei non glielo permise e continuò a baciarlo. Poi, come presa da una lussuria incontrollabile, Marlene si staccò dalla sua bocca e iniziò a slacciargli la cintura dei jeans, liberandolo ben presto da quel fardello insopportabile.
<< Mi leggi nella mente, McKinnon? >> rantolò Felpato.
<< Non credo si tratti proprio della tua mente…>>.
<< Hai ragione >>.
I due non persero tempo e Marlene mugolò di piacere. Probabilmente nessun altro ragazzo sarebbe riuscito a soddisfarla in quel modo, poiché Black, suo malgrado, le stava diventando indispensabile come l’ossigeno. Ma quello non era certo il momento per simili pensieri. Più andavano avanti, più i loro respiri si facevano affannosi, più le loro mani diventavano insistenti. Ad un certo punto Sirius dovette rallentare l’andatura, o credeva che sarebbe impazzito.
<< Stai ferma, Marlene >> la supplicò, ansimando << Solo un attimo >>.
Ma stare ferma era l’ultima cosa al mondo che lei desiderava. Voleva muoversi, anzi, doveva muoversi. E così fece, ignorando del tutto le sue suppliche. Continuò a spostarsi, su e giù, avanti e indietro, con mosse sempre più audaci che non aveva mai sperimentato, lasciando che l’istinto prendesse il sopravvento.
Non aveva mai provato nulla di simile, nemmeno quando stava con Rodolphus. Lui non faceva altro che farla sdraiare sul letto e le impediva di muoversi, guadagnandosi da solo il suo piacere. Una volta che aveva finito, si rivestiva come se niente fosse e la lasciava lì, inerte e insoddisfatta, senza preoccuparsi minimamente dei suoi bisogni. All’inizio aveva creduto che quello significasse fare l’amore, non sapeva che in realtà c’era un altro modo, molto più sensuale, fino a quando non si era concessa a Sirius Black.
Con lui era tutto diverso, una continua altalena di emozioni e sensazioni indescrivibili; Sirius si preoccupava che lei raggiungesse e provasse lo stesso piacere che provava anche lui, si impegnava per fare in modo che fosse così. Suscitava in lei emozioni contrastanti: la forza del suo desiderio la faceva sentire sperduta, vulnerabile, ma tra le sue braccia non si era mai sentita così a suo agio. E quei sentimenti la spaventavano a morte. Quello che c’era fra loro, qualunque cosa fosse, andava oltre qualsiasi logica. Era impossibile provare qualcosa di così intenso e passionale per un ragazzo che conosceva appena. Un ragazzo che voleva strozzare e baciare insieme.
Lo baciò di nuovo e in pochi istanti la situazione fu fuori controllo: le loro mani si cercavano, toccavano, graffiavano, veloci, capaci, esperte. Ben presto l’orgasmo li travolse entrambi, potente e intenso come un’onda.
Un’ora dopo, giacevano sul pavimento del bagno dei Prefetti, ancora mezzi svestiti. Sirius non si era mai sentito così in pace con il mondo come il quel momento. Non sapeva bene che potere avesse quella ragazza su di lui, ma, qualunque cosa fosse, era meraviglioso. Si era già completamente dimenticato di tutte quelle povere ragazzine piene di brufoli.
Ad un tratto, Marlene si sollevò sui gomiti e lo guardò alla luce della luna, premendo le labbra sulla sua tempia << Pronto per ricominciare? >>.
<< McKinnon…>> Felpato scosse la testa, incredulo << Che ti è preso? >>.
Lei ridacchiò, accarezzandogli i capelli << Sei già stanco? >>.
<< No. Ma così mi ucciderai >>.
Marlene prese l’iniziativa e si stese su di lui, lasciando vagare le labbra sul suo viso, sulla gola, sul petto << La tua pelle assomiglia al gelato che preferisco, quello al caramello. Anzi no, alla crème brulée. L’unica differenza è che tu sei caldo >>.
<< Mmm…così sarei meglio del gelato? >>.
<< Sì >> con la bocca risalì fino alle sue labbra e lo baciò piano << Sai, Black, per qualche motivo che io ignoro, mi piaci molto. Niente di irragionevole, direi quel poco che basta per far sì che, di notte, mi svegli e, non riuscendo ad addormentarmi, inizi a sognarti >>.
Il cuore di Felpato accelerò << Davvero? >>.
Lei ridacchiò << Ti piacerebbe. Allora, ti ho convinto abbastanza? >>.
Il ragazzo sospirò, deluso << Un pochino >>.
<< Un pochino?! >> un sorriso malefico spuntò sul volto della fanciulla << Dunque dovrò impegnarmi di più >>.
Sirius si sollevò sui gomiti e la fissò a bocca aperta. Marlene gli baciò il petto, ascoltò il suo cuore, che batteva come impazzito contro le costole, poi si spinse ancora più in basso e si inginocchiò fra le sue gambe.
<< Marlene…>>.
Di fronte a quel suo tono così supplichevole, lei capì di essere sulla strada giusta. Dapprima cominciò piano, lasciando che lui si riprendesse dalla sorpresa, poi passò a muoversi più velocemente. Felpato le afferrò i capelli e si esibì in una serie di rantoli così animaleschi che Marlene si fermò un attimo per trattenere una risata.
<< Per favore, non fermarti. Marlene…non fermarti…>>.
<< Ti ho convinto adesso? >>.
<< Sì, sì, andremo alla festa insieme. Però ti prego…>>.
<< Lo prometti? >>.
<< Lo giuro su quello che vuoi. Ora continua...>>.
Soddisfatta, lei riprese il suo lavoro e Sirius si lasciò cadere all’indietro, in preda ad un piacere indescrivibile. Aveva quasi le lacrime agli occhi, talmente era intenso ciò che stava provando. Non sapeva proprio come avrebbe fatto a sopravviverle. Marlene McKinnon l’avrebbe ucciso di desiderio, ne era certo.



Nel frattempo, Lily, dopo aver lasciato che Marlene se la sbrigasse con Sirius, si avviò nei pressi della Sala Grande. Era ancora ora di cena, dunque, con un po’ di fortuna, avrebbe potuto incrociare David da qualche parte e sperare di potersi scusare per il comportamento indecente che aveva avuto James Potter l’altro giorno. Il destino fu dalla sua parte: aveva appena imboccato il corridoio che conduceva alla Sala Grande che David comparve di fronte a lei. Aveva un’aria parecchio stanca e si stava stropicciando gli occhi dal sonno.
<< Ciao >> Lily gli andò incontro sorridendo, e sperò intensamente che Potter non fosse nei paraggi << Hai sonno, eh? >>.
Lui scoppiò a ridere << Stavo per addormentarmi all’allenamento di Quidditch e sognavo Trasfigurazione…un vero incubo >>.
Lily rise a sua volta << Già, posso immaginare. Senti, volevo dirti una cosa…in realtà, non andrò alla festa di Lumacorno con James Potter >>.
David si fece di colpo più interessato << Ah no? >>.
<< No, è lui che si è inventato tutto >>.
<< Ah, buono a sapersi >>.
Alla fine, David non era affatto male. Era alto, muscoloso, il Capitano della squadra di Quidditch di Corvonero. Aveva un bellissimo sorriso, candido e luminoso, e due meravigliosi occhi color mare. Eppure non erano nocciola e le labbra erano poco carnose. Lily si diede mentalmente della sciocca. Un sacco di ragazze avrebbero voluto uscire con lui…non poteva certo paragonarlo a James!
<< So che volevi chiedermi qualcosa l’altro giorno…>>.
<< Sì >> David assunse un’aria solenne << Ora che quello sfigato di Potter ha ritirato le sue pretese su di te…beh, ti piacerebbe andare alla festa di Lumacorno con me? >>.
Nonostante se lo aspettasse, sulle prime Lily fu tentata di rispondergli di no, soprattutto perché aveva dato a James dello sfigato. Si potevano dire molte cose di James Potter, che fosse un donnaiolo, un damerino arrogante, uno sciocco esibizionista…ma non di certo uno sfigato. Tuttavia ad un tratto le ritornarono in mente le parole di Marlene: se non avesse accettato l’invito di David, sarebbe dovuta andare da sola. E in fondo andare insieme ad una festa studentesca non voleva certo dire che si sarebbero sposati, o messi insieme. Sarebbe semplicemente andata al ballo con lui, punto. Poi un altro pensiero malizioso le balenò nella mente: chissà che faccia avrebbe fatto Potter, quando l’avrebbe vista arrivare con David…
<< Certo >>.
<< Perfetto, allora ti aspetterò nella Sala d’Ingresso alle otto >>.
Prima che Lily potesse muoversi, lui si inclinò verso di lei e le depositò un bacio sulla guancia. Lei sorrise impacciata, arrossendo come un pomodoro, e lo guardò andare via in preda alle vampate di calore. Beh, se David le faceva quell’effetto, allora non le era poi tanto indifferente. Raggiunse in fretta le amiche in Sala Comune e raccontò loro la novità.
<< David Fawcett ti ha invitata alla festa? >> ripetè incredula Alice. Smise persino di accarezzare i capelli di Frank per cinque secondi interi.
<< E tu hai accettato? >> le domandò Mary.
<< Sì, perché? >>.
<< Mi ero accorta che eravate amici, ma…insomma, lui non ha una bella reputazione, Lily >> continuò Alice << Per lui le ragazze sono come le biciclette >>.
Lily la fissò con aria interrogativa << Cioè? >>.
<< Vuole solo farci un giro >> le chiarì Frank, ridendo.
<< Dai, però alla fine è un bel ragazzo >> intervenne Emmeline a suo favore.
<< Solo perché ha questa reputazione, non vuol certo dire che io lo asseconderò >> dichiarò Lily << Alla fine, è stato l’unico ad avere il coraggio di invitarmi >>.
<< Devi scusare James >> le disse Remus, mentre se ne stava abbracciato a Mary << Lui è un po’…pressante, ecco >>.
<< Me ne sono accorta >> Lily guardò le amiche con aria preoccupata << Dite che Hestia se la prenderà molto? >>.
<< No, non credo. Ha iniziato a uscire con quell’idiota di Stebbins >>.
<< Ah, meno male. Che altro sapete su David? >>.
<< Mi sembra di ricordare che tempo fa uscisse con una del sesto anno, Lucy >> Alice aggrottò la fronte << Ma la tradiva con una certa Katy, di Tassorosso…>>.
<< Cos’è, ha la fissa per quelle con il nome che finisce per Y? >>.
Emmeline ridacchiò << Ah, beh, allora è destino. Sei a posto >>.
Lily alzò gli occhi al cielo, ma l’amica la precedette << Chi se ne frega, ora sai con chi andare. Io andrò con il cugino di Alice, Gideon Prewett, e Alice porterà Frank. Ora siamo tutte accoppiate. Ci mancano solo i vestiti >>.
Nel mentre Emmeline ciarlava senza sosta di abiti e accessori, Lily si mise a riflettere su quello che aveva appena appreso. D’accordo, David non aveva una bella reputazione…ma non bisognava giudicare le persone solo dall’apparenza, no? Forse alla festa l’avrebbe sorpresa in qualche modo.
<< Ehi, Evans! >>.
Lily si voltò, riconoscendo all’istante quella voce. Gli amici, seduti accanto a lei, si girarono a loro volta, ansiosi di godersi lo spettacolo. James Potter era appena entrato dal buco del ritratto e la sua espressione non prometteva nulla di buono. Lily capì all’istante che lui voleva parlarle in privato e quella consapevolezza le fece pulsare il cuore nelle orecchie, tuttavia non accennò a spostarsi e continuò a sfogliare il libro di Aritmanzia come se niente fosse.
James la raggiunse e si posizionò di fronte a lei << Posso parlarti? >>.
Lily sollevò gli occhi, come se si fosse appena accorta di lui << Oh, ciao Potter. Non vedi che ho da fare? >>.
<< Ci vorrà solo un minuto. Riguarda le ronde >>.
Sospirando, Lily lo seguì accanto ad una delle finestre, dove potevano parlare lontano da tutti quegli occhi indiscreti, e attese che lui cominciasse. Di certo, dallo sguardo serio e dall’espressione tirata, era piuttosto arrabbiato.
<< Ho sentito dire che vai alla festa con David Fawcett >>.
<< Ma non dovevi parlarmi delle ronde…>>.
<< Evans, in questo momento non me ne importa niente di quelle stupide ronde. Allora, è vero o no? >>.
Lei si scostò una ciocca di capelli dal viso << Le notizie viaggiano davvero veloci a Hogwarts >>.
<< Sì, visto che Fawcett lo va urlando a quattro venti >>.
La seconda volta fu James a scostarle i capelli dagli occhi e a fissarglieli dietro l’orecchio. Quel semplice gesto le provocò un formicolio allo stomaco e un brivido le corse lungo la schiena, ma Lily decise di non farvi troppo caso.
<< Non è male. Poi è molto gentile. Mi ha invitata e ho detto sì, fine della storia >>.
<< Cioè ci vai solo perché te l’ha chiesto? >>.
<< Non vedo dove sia il problema, Potter. Non funziona così? >>.
<< Non proprio >>.
<< Allora sentiamo, tu con chi vai alla festa? >>.
James le si avvicinò << Ha importanza? >>.
<< No, per l’appunto. Vedi? Non è difficile. A me non importa con chi tu vada, così come a te non dovrebbe importare con chi vado io >>.
<< Non dovresti andarci con qualcuno solo perché te l’ha chiesto >>.
Lily sollevò gli occhi al cielo, esasperata << Senti, non ho intenzione di stare qui a discutere con te tutta sera, quindi risparmia il fiato. Non rinuncerò solo perché a te non sta bene >>.
Convinta di averlo messo a tacere, la ragazza si avviò verso il dormitorio, ma lui, borbottando imprecazioni fra i denti, la seguì.
<< Non voglio che tu ti metta nei guai, Evans >>.
<< Di che tipo di guai stai parlando? >>.
<< Tu mi mandi in bestia >> sbottò James, con lo sguardo carico di frustrazione << Quel tizio non ha una buona reputazione >>.
<< Grazie, Potter, sono già stata sufficientemente informata su questo. C’è altro? >>.
<< Vorrei solo che stessi attenta >>.
Lily lo fissò per un istante. Che fosse davvero sinceramente preoccupato per lei? La sola idea era così strana che la scartò subito.
<< Grazie per le tue raccomandazioni, ma so badare a me stessa. Ora, se hai finito, vorrei andare a letto >>.
James aprì la bocca, come se fosse sul punto di lanciarsi in un’altra delle sue filippiche contro David, ma alla fine parve rinunciarvi. Si limitò solamente a stringere le labbra e disse << Come vuoi. Ma non venire a dirmi che non ti avevo avvertita, Evans. Divertiti con Fawcett >>.
<< Lo farò senz’altro. Addio >>.
Orgogliosa del suo piccolo trionfo, Lily lo piantò in asso e si diresse saltellando su per le scale. Naturalmente non aveva accetato l’invito di David soltanto per dar fastidio a Potter…ma, se ciò accadeva, era ancora più felice di averlo fatto. Era ora che qualcuno desse un po’ di filo da torcere a quel damerino arrogante.
   
 
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