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Autore: Rooosteerr    26/02/2017    2 recensioni
❝ Non smettevo di guardarlo: il mondo intero si annullava quando ero con lui. Perché badare agli altri quando una bellezza simile era al mio fianco? Perché posare lo sguardo su altro quando nei suoi occhi leggevo un amore impossibile da descrivere con parole? ❞
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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La prima volta che i miei occhi hanno incontrato i suoi, eravamo in una libreria: è stato uno di quegli incontri che accadono solo nei film per quanto sono bizzarri; eravamo nello stesso reparto e, Dio, non avrei mai pensato che qualcun altro potesse essere appassionato o anche solo incuriosito da un genere noioso e ripetitivo quanto quello storico. Ci siamo guardati, ecco.
Io gli ho sorriso. Lui mi ha sorriso.
Volevo parlargli ma… ma quella timidezza che mi ha sempre caratterizzato mi impediva di farmi avanti e dire anche solo un semplice “Ciao”. Eppure morivo dalla voglia di farlo e, magari, di sbirciare anche la copertina dell’oggetto che teneva stretto tra le mani, in modo da prolungare la conversazione. Non volevo farlo andare via. È stato… strano, sì. Il mio stomaco tutt’a un tratto è finito sottosopra, la pelle mi bruciava e sapevo fosse passata da un candore quasi spettrale a un rosso bruciante come il fuoco. Non credevo nel colpo di fulmine, tutt’ora storco il naso al sol pensiero, ma con lui è successo.
Solamente con lui.
Penso che mi abbia letto nel pensiero quel giorno o forse è stato spinto dal mio sguardo insistente e dall’espressione “Fatti avanti tu che io non ci riesco”, comunque si è avvicinato e abbiamo parlato.
La sua voce… 
Le mie orecchie non hanno mai udito un suono più melodioso della sua voce: era… calda, ammaliante, quella tipica voce che ti fa dire di sì a tutto.
Amava la storia classica: da bambino i suoi genitori gli leggevano la notte prima di andare a dormire qualche mito greco e da allora è stato sempre un amore crescente per quel periodo così lontano, ma sotto certi aspetti vicino. Ho pensato quanto fosse strano avere dei genitori che ti raccontavano favole… A me non era successo, non avevo avuto quella fortuna. Mi chiese di rimando cosa ci facevo in quel “reparto polveroso” ─ tutt’ora al solo pensiero rido di quella battuta per nulla divertente o comica.
«Pura e semplice curiosità». Non ho mai capito come abbia fatto ad appassionarmi ad un periodo storico simile, del quale a momenti non ci rimane più nulla: ma è successo.
Più parlavamo, più notavo che nei nostri occhi si leggeva uno sguardo comune: entrambi non volevamo che finisse lì. Allora decidemmo di andarci a prendere un caffè ─succede anche questo molto spesso nei film. Non riuscivo a smettere di guardare le sue labbra così perfette, carnose, senza alcuna imperfezione; nessuna cicatrice di alcun genere deturpava il suo viso, la pelle era scura, bruna, abbronzata.
Gli occhi…
Gli occhi erano altrettanto scuri, ora dal colore della terra bagnata ora neri come la notte. Tutt’ora non riesco a dimenticarli, li sogno ogni notte. Sogno il suo corpo accanto al mio, mentre mi stringe, mentre mi accarezza il ventre, mentre mi bacia la spalla e il collo scoperti. Mi manca l’intimità con lui e non posso che piangere quando mi volto e lui non è accanto a me, l’altra metà e vuota.

Lui non c’è.
Non c’è da un bel po’.
E non ci sarà mai più.
Me l’hanno portato via.

Non avevo mai provato sulla mia pelle il vero odio della gente quando decisi di uscire con lui mano nella mano. Fu la nostra prima volta e pensammo ce ne sarebbero state delle altre, ma così non fu.
Non smettevo di guardarlo: il mondo intero si annullava quando ero con lui. Perché badare agli altri quando una bellezza simile era al mio fianco? Perché posare lo sguardo su altro quando nei suoi occhi leggevo un amore impossibile da descrivere con parole? E fu anche per questo che non capii molto di quello che successe. Sentivo voci confuse, ma era normale, dato che nulla era più importante di lui in quei momenti, in qualsiasi momento. Me lo strapparono dalle braccia con tanta forza che, tutt’ora, le sento bruciare, un dolore che non se n’è andato con il tempo, ma che si è amplificato.
Erano in quattro: due si occuparono di lui, due di me.
Ci trascinarono in una stradina lì vicino, o almeno così credo: non ricordo molto e ho paura a ricordare.
Ci presero a calci, a pugni. Io ero a terra, con le ginocchia premute contro il petto. Lui cercava invece di stare in piedi, incassando ma colpendo, forse nel misero tentativo di sconfiggere chi ci aveva aggredito. Urlava il mio nome e di lasciarmi stare, di lasciar andare almeno me. Mi rifiutai: scappare senza di lui non aveva un senso. Ma non avevo il fiato per rispondere e rimasi inerme, senza proferire parola, tossendo solo saliva e sangue.

Poi un tonfo.
Immagini confuse.
Movimenti accavallati.
Lui a terra.
Nessun segno di vita.
Allora mi avvicino.
Non reagisce.
Gli sfioro la mano.
Niente.
Gli sfioro il petto.
Nessun suono.

Forse qualcuno sentì tutto, ma non ne sono sicuro: si tende ad essere così ciechi di fronte a manifestazioni di violenza nei confronti di chi è diverso, o almeno così lo si vede.
Lui non respirava da un po’. Avrei voluto farlo anche io.

Mi sono innamorato solo una volta nella mia vita e da allora ho sempre paura.
Non credo riuscirò mai ad amare un altro uomo come ho amato lui.
E nessuno riuscirà mai ad amarmi come lui ha amato me, un povero sconosciuto incontrato in biblioteca.

 

 

NOTA DELL'AUTRICE: Salve cari lettori! Vi presento una storia che ho cominciato a scrivere un bel po' di mesi fa per un concorso letterario ─a breve pubblicherò invece l'altro desto destinato al medesimo concorso─, ma non sono mai stata convinta di questa storia per diversi fattori. Come forse avrete intuito, parla delle discriminazioni contro coppie omosessuali ─in questo caso sono due uomini─, ma ho voluto deliberatamente celare la questione fino all'ultimo rigo, nel quale si spcifica che il narratore è un uomo. È un racconto molto breve, ma spero vi sia piaciuto. Ho intenzione in un futuro prossimo ─non so quanto─ pubblicare una serie di racconti di stralci di vita da diversi punti di vista. Se questa idea vi entusiasma, se volete darmi alcuni consigli o, non so, farmi sapere del vostro parere su questa breve storia, lasciate una piccola recensione: ne sarei molto felice!

  
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