Dal capitolo 1:
"Sakura, vuoi sposarmi?"
Era stata una serata come tante passate con Sasori: cena nel miglior ristorante di Kyoto, chiacchierata sulla giornata appena trascorsa al lavoro, un bicchiere di whisky sorseggiato nel salotto di casa mia e poi calde carezze e baci affamati che ci portavano a stenderci sul primo mobile disponibile - divano, letto, cassettiera, poco importava - e dare sfogo a quell'imperativo genetico che dominava ogni donna e uomo, rendendoli schiavi della passione.
Dopo aver raggiunto l'orgasmo, soffocando l'ultimo urlo di gioia contro la sua clavicola destra, giacevo sfinita e senza fiato sul divano di pelle nera, ancora tremante e stretta a lui, quando Sasori aveva incrociato i suoi occhi castani con i miei e mi aveva posto quella domanda.
Qualunque donna sarebbe stata felice di ricevere una proposta simile da un uomo come lui, geniale imprenditore appena trentenne, proveniente da una famiglia ricca e abbiente, gestore di diversi enti benefici e... ottimo amante, ma non io.
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