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Autore: Meramadia94    26/02/2017    2 recensioni
Riguardando gli episodi riguardo al caso dell'uomo che fischiettava mi è venuta un'improvvisa ispirazione e non ho resistito.
E se quella notte le cose fossero andate in maniera leggermente diversa?
Riusciranno Sato e Takagi a dirsi ciò che provano l'uno per l'altra prima che sia troppo tardi?
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Detective Boys, Miwako Sato, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Wataru Takagi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Le porte del pronto soccorso si spalancarono non appena l'elicottero riuscì ad atterrare sul tetto dell'ospedale.
In un modo o nell'altro, il poliziotto era riuscito a non perdere i sensi per tutto il tragitto, un fatto davvero fuori dalla norma considerato che il colpo aveva perforato il fianco ed il sangue aveva continuato a scendere copioso malgrado i paramedici avessero subito applicato una medicazione e gli avessero tenuto sotto controllo i parametri vitali.
Una volta atterrati, gli infermieri che si erano occupati di lui avvisarono subito il primo chirurgo disponibile dell'emergenza e si diressero verso il reparto di traumatologia.
Sakura e Sato erano pressochè incapaci di sillabare una sola parola, limitandosi a supplicarlo con gli occhi di non lasciarle, mentre la prima si era presa l'incarico di sorreggere la soluzione fisiologica che l'infermiere aveva messo in vena al fratello.
'' Ha qualche allergia, malattia cronica o ha subito un trattamento farmacologico?''- s'informò il paramedico.
'' Non ha nessuna allergia.''- rispose Sakura -'' Ma nei giorni passati pare che abbia avuto qualche linea di febbre e gli hanno perscritto delle aspirine.''
'' Va bene, grazie.''- fece il paramedico.
Sakura e Sato si fermarono una volta che i paramedici ebbero portato il poliziotto in barella dentro il reparto.
Nessuna delle due sarebbe potuta entrare per assistere alla visita preliminare, nemmeno Sakura che era una sua parente.
L'attesa logorante che le aveva consumate fino a poche ore prima e l'incertezza di non riuscire più a rivedere il poliziotto nel mondo dei vivi, era ricominciata.

'' Uomo, ventisei anni, colpo d'arma da fuoco all'addome.''- fecero i paramedici entrando al pronto soccorso, dove erano già stati allertati sia un chirurgo che una ferrista.
'' Interrompere il massaggio.''- fece il medico fermando la barella del pronto soccorso -'' Pressione?''
'' Ottantasei su sessanta, respirazione debole, ma è ancora cosciente...''- fece il paramedico controllando i riflessi della pupilla sinistra -'' Incredibile, considerato che ha perso molto sangue...''
'' Dobbiamo intubarlo quanto prima dottore...''- fece la ferrista.
'' C'è qualche parente qua fuori?''- fece il medico.
'' L'hanno accompagnato sua sorella e la sua fidanzata.''- fece il paramedico. Il chirurgo uscì immediatamente per cercarle.

Shiratori entrò dentro l'ospedale subito dopo aver parcheggiato in fretta e furia per poi iniziare a correre.
Chiese alla reception dell'ospedale se sapevano dove era stato portato un uomo ferito da un' arma da fuoco ed una volta saputo la locazione precisa si precipitò subito al reparto di traumatologia.
'' Come sta?''- fece l'ispettore correndo incontro alle due ragazze.
'' Lo stanno visitando...''- fece Sakura avanzando qualche passo verso l'ispettore tenendo gli occhi bassi -'' ma...''
L'ispettore l'abbracciò fraternamente, cercando di calmarla.
'' Calmati...''- fece l'ispettore accarezzandole i capelli mentre l'abbracciava -'' Ha superato di peggio... non gli farà niente una pallottola... vedrai che si risolve tutto.''- cercava di essere ottimista per non farla agitare, ma Sakura aveva ragione di essere spaventata.
Vero, Takagi era sopravvissuto a due bombe e non si come, gli era riuscito il miracolo di far ragionare Nabei... ma la verità era che nemmeno i poliziotti erano eterni e non potevano prevedere quando, come e dove sarebbe accaduto...
Ma morire per l'errore di un cecchino troppo nervoso, abbattuto dal '' Fuoco Amico'' era la morte più stupida che poteva esserci per un rappresentante della legge.
'' Giuro...''- fece Sato tremando da capo a piedi -'' che se l'avessi tra le mani io...''- e non si stava certamente riferendo a Nabei.
Certo, aveva rapito Takagi per coprirsi la fuga, ma al momento della loro irruzione sul posto in cui aveva trovato rifugio, aveva manifestato fin dal principio la sua intenzione ad arrendersi... poi quell'idiota del SIT aveva premuto il grilletto... e Takagi ci era finito in mezzo.
Lo avrebbe gonfiato di botte se solo l'avesse avuto davanti in quel momento.
'' Di lui si stanno occupando il questore ed il capo della squadra tattica.''- fece Shiratori -'' Per il momento lo hanno solo sospeso, ma stanno già pensando di trasferirlo all'officina della centrale dove l'unica cosa che potrebbe sbagliare è il cambio dell'olio.''
'' Solo?!?''- fece Miwako -'' Dovrebbero metterlo in manette per tentato omicidio.''
'' A cosa fare con lui, pensiamoci dopo, va bene?''- propose Sakura -'' adesso chi merita davvero attenzione è di là... su una brandina del pronto soccorso.''
Sato annuì, calmandosi.
In quel momento  vennero raggiunti dal chirurgo di turno quella sera e dalla sua assistente.
'' E' lei la sorella?''- fece il chirurgo.
'' Sì...''- annuì la piccola di casa Takagi con un filo di voce -'' Come sta mio fratello?''
'' La situazione purtroppo è molto delicata...''- fece il medico -'' Il proiettile che l'ha colpito ha perforato l'addome sul lato sinistro, ha per poco sfiorato un rene. L'emorragia è piuttosto dirompente... temo che dovremmo operarlo d'urgenza...''
'' E allora che accidenti fate ancora qui a chiacchierare?!?''- lo aggredì Miwako con i lucciconi agli occhi -'' Fate il vostro dovere, no?''
Il medico alzò le manì come per volersi difendere da quell'attacco.
'' E' proprio questo il punto...''- fece il medico -'' Se non erro quando è arrivato qui avete subito fatto presente che ha avuto la febbre e che ha preso delle aspirine, giusto?''
'' Sì....''- fece Sakura -'' Lo ha detto il dottor Kataoka che lo ha visitato e che poi è andato a riferire tutto alla polizia... potete chiedere a lui...''
'' Purtroppo mi rincresce informarvi che purtroppo il virus non è ancora guarito. La febbre non è così alta, ma non si è ancora ripreso del tutto... inoltre, ha perso molto sangue.''- spiegò il medico -'' Non ha le energie sufficienti per affrontare un intervento di questa portata.''
'' Ma...''- fece Shiratori che fino a quel momento era rimasto in silenzio, prevedendo cosa il chirurgo stesse cercando di dire -'' Il proiettile si è fermato in un punto abbastanza pericoloso... non potete di certo lasciarlo lì...''
'' Esatto.''- fece il medico -'' E credo sia il caso di avvertirvi... un intervento in anestesia totale, senza avere riserve di energia sufficienti potrebbe essere molto pericoloso. Il paziente potrebbe anche collassare.''
Quelle parole furono una doccia gelata per i presenti.... in quei casi, dire quelle cose non era solo informare i parenti dei rischi annessi all'operazione ma anche un modo implicito per chiedere ai consanguinei di dare o meno il loro consenso all'atto operatorio ed essere così sollevati da ogni responsabilità, nel caso l'operazione si rivelasse un fiasco totale.
'' C'è...''- fece Sakura senza nemmeno sapere dove aveva trovato il coraggio di proferire parola -'' Qualche modo per diminuire i rischi...?''
'' Possiamo fare molto poco per lui da questo punto di vista...''- fece il medico -'' Tutto quello che possiamo fare è cercare di aiutarlo con delle trasfusioni di sangue non stop durante l'intervento...''
Sakura si guardò attorno alla disperata ricerca di un punto di riferimento o come minimo di qualcuno che potesse dirle che cosa dovesa fare... perchè lei, in nome di tutto quello che era buono e puro nell'universo, non lo sapeva davvero.
Se dava il consenso per l'operazione, aveva solo il 50% di certezza che sarebbe andato tutto bene, ed anche se ci avesse creduto con tutto il cuore... cosa impediva alle possibilità avverse di realizzarsi...? Se suo fratello fosse collassato sul letto operatorio, in quelle condizioni così precarie, quasi certamente non sarebbe sopravvissuto... e lei avrebbe dovuto fare i conti con il rimorso di aver mandato il fratello a morire senza essere riuscita ad aiutarlo...
Ma se avesse preferito non correre questo rischio, gli avrebbe tolto anche quelle poche possibilità che aveva di cavarsela...
S'infilò le mani nei capelli dalla disperazione.
'' Mi scusi dottore...''- fece Shiratori comprendendo che la ragazzina stava per avere un esaurimento nervoso -'' Ma le faccio notare che la ragazza è minorenne, non può chiederle di prendere una decisione simile e senza la presenza di un avvocato.''
'' Mi creda.''- fece il medico con un'espressione sinceramente addolorata dipinta in volto -'' Se ci fosse un'altra soluzione, le giuro che l'avremmo già messa in pratica... ma il tempo purtroppo stringe. Se aspettiamo che il virus influenzale sparisca, lo condanniamo a morte.''
Bastarono queste ultime parole a convincere Sakura di quello che doveva fare.
Se ne sarebbe pentita e si sarebbe odiata per tutta la vita se le cose fossero andate male, e questa era la sua unica certezza al momento...  provava a pensare a cosa avrebbe fatto Wataru se al suo posto ci fose stata lei... ma non funzionava...
'' Va bene.''- fece Sakura -'' Do il mio consenso... ma la prego.... faccia tutto quello che può...''
'' Di questo non si preoccupi...''- la rassicurò il medico  per poi riferirsi alla ferrista -'' Per favore, dica di preparare la sala operatorie e prepari il paziente.''
'' Sì, subito...''- nel dir così si allontanarono entrambi.
'' ASPETTI!!!''- li fermò Miwako -'' Posso... possiamo vederlo prima...?''
Il medico ci pensò su per un attimo e poi fece -'' D'accordo, ma solo per poco, va bene? E' già molto debole, non deve affaticarsi ulteriolmente.''
Sato annuì, per poi rivolgersi a Sakura -'' Sakura... immagino vorrai vederlo...''
Sakura fece cenno di sì con il capo, ma le fece cenno di andare per prima. In fin dei conti, era la donna che lo amava più di qualunque altro presente in quel mondo quasi dimenticato da Dio... ed aveva più diritto di lei di vederlo prima che si avviassero lentalmente e forse inesorabilmente verso una fine non troppo rosea.
'' Prima tu...''- fece Sakura -'' Ti raggiungo...''

Quando Sato raggiunse l'uomo che amava, questi ebbe la mezza idea di essere già morto.
'' Che ci fa un angelo qui...?''- ma il dolore che avvertiva al fianco era abbastanza vivo da fargli capire che era ancora su quella terra, anche se non sapeva ancora per quanto avrebbe potuto rimanerci.
'' Ciao...''- la salutò cercando di alzarsi facendo leva sui gomiti.
''  Nononono... sta giù.''- fece Sato costringendolo a distendersi- '' Risparmia le forze...andrà tutto bene...''- fece Sato carezzandogli il viso -'' Vedrai che andrà tutto bene.... guarirai presto...''
Takagi si aggrappò al lembo della giacca della donna, sforzandosi di sorridere -'' Ascolta... non c'è molto tempo...''
'' Nononono... shhh...''- fece lei mettendogli l'indice sulle labbra -'' Non ti sforzare... sei molto debole, devi risparmiare le forze...''
'' Lo so...''- altrochè se lo sapeva. Aveva la febbre, perdeva sangue, con la fortuna che aveva il colpo aveva preso un organo vitale, e quasi certamente il calcolo delle probabilità e la legge di Murphy erano contro di lui... e non poteva rischiare di andarsene senza essere certo che il suo bocciolo sarebbe stato al sicuro -'' Ma mi sa che andiamo proprio male e abbiamo troppo poco tempo... devo chiederti un favore...''- avrebbe voluto dirle tante cose... ma al momento c'era una cosa in particolare che gli premeva.
Sato ingoiò un singulto. Non potevano già essere al momento dei saluti e al momento in cui doveva farsi carico delle sue ultime volontà... ma annuì.
'' Qualsiasi cosa...''
'' Bene.''- fece lui leggermente più tranquillo -'' Sakura... vorrei che tu ti occupassi di lei.... puoi farlo? Per me.''
'' Non dirle nemmeno per scherzo certe cose...''- fece Sato -'' sei scampato a due esplosioni, vuoi non sopravvivere ad una pallottola... guarirai, tornerai da lei... da noi... da me.''- fece imponendosi tutto l'autocontrollo di cui disponeva per non scoppiare a piangere come una bambina.
'' Una volta un grand'uomo mi ha detto che i poliziotti non sono immortali... e aveva ragione, purtroppo.''- fece Takagi -'' Te l'affido. Ti rispetta molto... mi è bastato guardarvi... e se il fidanzato cerca di fare il furbo, puoi ucciderlo.''
Momento poco adatto per concedersi una risata, ma nessuno dei due riuscì a farne a meno.
'' Sì... te lo prometto.''- fece Sato trattenendo un singulto.
'' E c'è un'altra cosa... se non chiedo troppo...''
'' Certo che non chiedi troppo...''- fece Sato -'' Chiedi tutto quello che vuoi...''
...
...
...
'' Baciami...''- quasi supplicò il poliziotto.
Sato fu colta di sopresa da quella richiesta, ma a ben vedere... era la cosa che anche lei desiderava di più al mondo.
Non era mai stata una ragazza romantica... non aveva mai immaginato di baciare per la prima volta l'uomo che amava su un'altalena per due sotto l'ombra di un portico o durante una passeggiata in riva al mare magari mentre il sole entrava nelle acque dell'oceano... ci avevano provato un paio di volte, ma non c'era certo l'atmosfera strappalacrime che invece piaceva tanto a Yumi... ma che avrebbe baciato per la prima ( e forse l'ultima) volta il suo amato, sulla brandina del pronto soccorso in attesa di entrare in sala operatoria... nemmeno questo l'aveva immaginato. Mai.
Si chnò su di lui, gli prese il viso tra le mani e gli diede un lungo bacio, mentre i lucciconi che aveva agli occhi si erano trasformati in vere lacrime che bagnavano il viso dell'amato ed anche la brandina su cui era steso.
Fece molto fatica a staccarsi da lui, ma alla fine si convinse a lasciarlo andare visto che a breve sarebbe arrivato il medico per l'anestesia
In quel momento vennero raggiunti dalla ferrista.
'' Signor Takagi...?''- fece l'infermiera scocciata di dover interrompere il momento -'' Siamo pronti.''
Takagi inspirò per farsi coraggio. Anche se sapeva fin dal giorno in cui aveva votato la sua vita alla carriera di poliziotto, che la morte sarebbe stata sempre in agguato, in quel momento ebbe davvero paura di non farcela, più per il rimpianto di tutto quello che lasciava che per il terrore di non svegliarsi più.
'' Può dargli ancora qualche minuto...?''- fece Sato quasi pregandola.
'' Beh... veramente...''- fece la ferrista poco convinta.
'' Qui fuori c'è la sorella: una ragazzina di diciotto anni che ha solo lui al mondo.''- fece Sato decisa come non mai -'' Per favore.''

'' Taru...''- fece la ragazza precipitandosi dal fratello. Non avrebbe mai ringraziato abbastanza Miwako, per aver convinto i medici a lasciarle vedere il fratello prima di perderlo, forse per sempre.
'' Ciao Bocciolo...''- fece il poliziotto sorridendo leggermente.
'' Ti prego...''- lo implorò la ragazzina sul punto di scoppiare a piangere -'' Ti prego non morire... non voglio restare da sola...''
Takagi sorrise tristemente. Per tutta la vita, si era promesso di proteggere la sorellina, evitarle qualsiasi dolore, e che non l'avrebbe abbandonata per nessun motivo al mondo... ma lui era un agente di polizia, e quelle erano promesse che non sempre con il suo lavoro si potevano mantenere... quello che non riusciva proprio a perdonarsi, era che forse le avrebbe dato un dolore simile a quello che aveva squarciato il loro cuore quando i genitori erano morti... anzi, peggio. Perchè quando erano morti i genitori, si erano dati reciproco supporto... ma se adesso se ne andava... sarebbe rimasta sola.
Aveva chiesto a Sato di prendersi cura di lei nel caso le cose per lui fossero finite tragicamente ed era certo che per Sakura, sarebbe stata come una sorella maggiore... ma non sarebbe mai stata la stessa cosa.
'' Mai. Non lo sarai mai...''- fece Takagi -'' Non morirò. Non oggi. Te lo prometto.''
'' Non... non lo dire...''- fece Sakura ingoiando per non scoppiare in lacrime. Anche i loro genitori avevano detto così.... avevano in programma un viaggio per due, ed una volta tornati ed avuto il tempo di riposarsi dal viaggio di ritorno, avevano promesso ai due figli che il fine settimana seguente sarebbero andati al mare tutti assieme per una breve vacanza.
Invece... il fine settimana successivo a quel viaggio, erano stati portati alla casa famiglia, dalla quale non sarebbero più usciti se non al ventesimo compleanno del poliziotto.
'' Non lo dire se non lo puoi fare... per favore...''
'' Piccola...''- fece il poliziotto -'' Guardami. Sono ancora vivo. Febbricitante e con una brutta ferita, ma sono ancora vivo. E finchè c'è vita, c'è ancora speranza. Aspetta che non ci sia più la speranza per disperarti... va bene?''
La ragazza pareva poco convinta da quel discorso che sicuramente era sensato e logico e forse l'avrebbe fatto anche lei, se al loro posto ci fosse stato qualcun'altro... ma era difficile essere ottimisti quando certe situazion si vivevano in prima persona.
'' Scusate...''- fece l'anestesista -'' Ma non possiamo aspettare oltre... mi dispiace molto.''
Fu una tortura separarsi dal fratello, ma alla fine dovette lasciare la saletta attigua alla sala operatoria e tornare in corridoio per iniziare l'attesa che alla fine le avrebbe detto come si sarebbe conclusa quella brutta avventura.
E quando la scritta '' Surgery'' s'illuminò di rosso, l'incubo iniziò seriamente.
'' Prendi...''- fece la voce dell'ispettore Shiratori. Alzò gli occhi e vide che il poliziotto le stava offrendo una barretta energetica ed una lattina di tè al limone -'' Mangia. Tuo fratello è giustificato, ma tu sei pallida come un cadavere...''
'' L'ho condannato a morte.... vero?''- fece Sakura -'' Io sapevo che era troppo debole per sopportare un intervento... ma ho dato il permesso lo stesso... se dovesse morire...''
Shiratori si sedette su una delle poltroncine e le fece cenno di prendere posto vicino a lui.
La ragazza obbedì.
'' Ascolta... hai ragione. Permettere un'operazione in queste condizioni è da folli.''- fece Shiratori -'' Ma se non l'avessi fatto, gli avresti negato anche l'unica possibilità che aveva di riuscire a salvarsi.''
'' Ma ho nemmeno uno straccio di sicurezza che questa possibilità vada a buon fine... forse gli ho solo prolungato l'agonia...''- fece la ragazza, che malgrado il tono di voce fraterno e rassicurante del collega del fratello, non riusciva in alcun modo a darsi pace.
'' Sai...''- fece Shiratori -'' Mio padre quasi certamente non è come era il tuo. Non l'ho conosciuto... ma vedento te e Takagi posso avere un'idea di che tipo fosse...
Il mio non c'era mai. Viveva per il lavoro, lo metteva al di sopra di tutto e di tutti, se volevo vederlo dovevo prendere un appuntamento con la segretaria e non ricordo di aver passato con lui più di una mezz'ora consecutiva... ma una cosa me la ricordo. Lui la usava come regola personale per concludere un affare... io ho imparato ad usarla come massima di vita... non lasciare che le possibilità negative abbiano il controllo, o la battaglia è persa in partenza.''
Sakura si sforzò di fare un sorriso, per lo meno per non far dispiacere a Shiratori che si tava letteralmente facendo in quattro per cercare di tenerle il morale alto, malgrado lui stesso sapesse che non era una situazione da prendere  con leggerezza.
'' Senti..''. fece Shiratori -'' Io dovrei tornare alla centrale per l'interrogatorio di Eiki Nabei...''
'' Certo.''- fece Sakura -'' Va pure... io me la caverò...''
'' Sato li ha già raggiunti.''- fece Shiratori riferendosi a Megure, il sospettato ed il questore Matsumoto... -''e ci sono anche i ragazzini, erano preoccupati... ma Nabei ha chiesto di vederti.''
Sakura lo guardò stupida -'' Vedere me? E a che gli servo?''
Shiratori alzò le spalle come per dire che nemmeno lui ne era certo -'' Non lo so. Ha detto che avrebbe confessato tutto nei minimi dettagli, ma solo se ci sei anche tu... sembrava sconvolto e preoccupato quando gli abbiamo detto che tuo fratello era grave... forse vuole chiederti perdono per averlo coinvolto...''
'' Sì, ho capito...''- fece Sakura - '' Ma non posso lasciare...''
'' Il direttore dell'ospedale ci ha messo a disposizione una sala per le infermiere. Così nessuno di noi deve muoversi di qui.''- spiegò Shiratori.
Sakura ci pensò su per un attimo e poi annuì. Almeno avrebbe potuto distrarsi anche se solo per poco... anche se indugiò molto nell'alzarsi da quella poltrona per andare nella stanza delle infermiere vicina... il pensiero di suo fratello, completamente solo la annientava...
'' Ci rivederemo... te lo prometto....''- fece finalmente muovendo quei pochi passi che servivano per raggiungere gli altri.

'' Ok detective...''- fece l'anestesista somministrando al poliziotto un sonnifero per via endovenosa -'' adesso le diamo un calmante... e quando si sveglierà si sentirà meglio di prima.''
Il poliziotto annuì debolmente, sforzandosi di credere con tutte le sue energie residue che sarebbe stato così.
Prima che il sonnifero iniziasse a fare il suo lavoro, al posto del conto alla rovescia che gli avevano consigliato, ripetè i nomi della donna amata e della sorella quasi come se fosse un mantra che gli avrebbe permesso di restare in vita.
'' Bisturi.''- fece il chirurgo non appena ebbe la certezza che il poliziotto dormisse profondamente.

 

  
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