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Autore: lele06    26/02/2017    2 recensioni
Salve a tutti. Sono tornato con una nuova storia , nella quale Naruto ed Hinata dovranno condividere un piccolo monolocale.
Tratto dal testo:
. Quando aprì la porta, fu meravigliato di vedere di fronte a lui, una ragazza bellissima, il cui volto divenne subito rosso alla sua vista
< Chi sei? > domandò non riuscendo a ricordare chi fosse
< S-sono la tua nuova vicina di casa > rispose balbettando distogliendo lo sguardo da lui < S-scusa potresti vestirti > chiese balbettando nuovamente con il viso in fiamme. Sentendo ciò il ragazzo abbassò lo sguardo, rimanendo sconvolto da ciò che vide. L’asciugamano che prima teneva legato alla vita, adesso si trovava ai suoi piedi. Imbarazzato si coprì il suo uccello chiudendo la porta
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Naruto
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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                                                            CAPITOLO 1

< Sono proprio stanca > esclamò una ragazza dagli occhi bianchi come la luna, dopo aver poggiato sul pavimento l’ultimo scatolone. Si asciugò le piccole gocce di sudore sulla fronte con la manica della maglia per poi prendere un piccolo respiro, iniziando ad osservare il minuscolo monolocale, nel quale avrebbe vissuto per tutto il periodo universitario.
Aveva deciso di essere indipendente, in quanto non voleva gravare ancora sulle spalle della madre, la quale si doveva concentrare sulla carriera da idol della sorella minore. Quando aveva avvertito la madre che sarebbe andata a vivere da sola, inizialmente fu contraria, ma alla fine accettò la sua scelta. Voleva solo essere indipendente, consentendo alla madre di concentrare tutte le sue energie sulla sorella minore. Aveva deciso di trovarsi un piccolo lavoro part-time, grazie al quale avrebbe potuto sostenere le piccole spese, come ad esempio l’affitto e altre cose.
Aveva scelto di andare a vivere in quel monolocale, in quanto era situato vicino la sua università, ma la cosa più importante, la quale la fece decidere all’istante, fu il fitto molto basso. Questo fu un fattore determinante per la sua scelta. All’inizio non riusciva a comprendere il motivo dell’affitto così basso, ma appena mise piede nel locale, capì da cosa fosse giustificato: appena si entrava si trovava un piccolo corridoi, grande quanto una scatola di scarpe, dove si potevano sistemare le proprie calzature. Oltre si entrava nella stanza principale, al centro della quale si trovava un piccolo tavolino, dove si poteva mangiare e studiare. Nell’angolo della stanza si trovava il letto. Di fronte al piccolo tavolo era situata una porta che portava nella minuscola cucina, nella quale c’erano un piccolo frigo, il piano cottura ed un impercettibile lavello, ma quello che la colpì fu il bagno, nel quale era situata una vasca, talmente piccola che appena la vide non riuscì a credere ai suoi occhi. Pensò che molto probabilmente non sarebbe riuscita a lavarsi in quella cosa, nonostante non fosse molto alta. Osservando tutto ciò, in quel momento capì il perché l’affitto fosse molto basso. Nonostante ciò, a lei questo andava bene, in quanto credeva che nella vita si dovessero fare molti compromessi e questo era una di quello.
< Vedo che hai finito > esclamò il proprietario, fermo all’ingresso, notando che la ragazza avesse portato tutti gli scatoloni da sola nel suo appartamento.
< Signor Kakashi > disse voltandosi sorpresa di vederlo lì
< Ti avevo detto che ti avrei aiutato io a salire le scatole > osservo incrociando le braccia
< Non si preoccupi, non volevo disturbarla > disse, in quanto non voleva già creare fastidio al proprietario dell’immobile
< Non ti devi preoccupare per questo. Io sono qui per essere d’aiuto a tutti voi > la informò sorridendo, anche se questo non si vedeva in quanto le labbra erano coperte da una mascherina. Appena la vide, Hinata pensò che molto probabilmente la indossasse perché fosse raffreddato, ma quando gli parlò notò che Kakashi stesse bene. Non mostrava nessun sintomo di influenza. Era stata tentata molte volte di chiedergli il motivo di quella mascherina, ma alla fine optò per farsi gli affari proprio, in quanto pensava che ognuno era libero di indossare ciò che preferisse.
< Lo terrò a mente > ricambiando il sorriso, avvicinandosi alla finestra, appena Kakashi chiuse la porta lasciandola sola, per far passare un po’ di aria ma anche per far illuminare la stanza dal sole.  Rimase qualche secondo, fuori al piccolo balcone, recuperando le forze, utilizzate per salire i pacchi nell’appartamento.
< Adesso è meglio sistemare tutto > affermò piena di energia, tornando dentro, avvicinandosi ad un preciso scatolone, dal quale, una volta aperto, estrasse una cornice con all’interno una foto, che rappresentava la sua famiglia. Si guardò intorno, cercando di individuare un posto adatto per posizionarla.
< Credo che qui vada bene > alzandosi ed avvicinandosi al mobile su cui posizionò la cornice, iniziando ad osservarla, ripensando al giorno in cui l’avevano scattata.
 
*Inizio flashback*
< State attente > urlò una donna, dai capelli lilla legati a coda di cavallo, verso le figlie, le quali stavano giocando a rincorrersi nel giardino di casa
< Lasciale divertite > disse con voce dolce l’uomo, seduto al fianco della donna, osservando le figlie giocare beatamente.
< Se continuano in quel modo, molto probabilmente potrebbero farsi male > fece notare, stizzita dalle parole del marito, voltandosi verso l’uomo, incredula di aver ascoltato quelle parole uscire dalla sua bocca, in quanto sapeva che l’uomo fosse iper protettivo verso le figlie
< Ci preoccuperemo quando accadrà > affermò sorridendo, facendo rimanere di stucco la moglie, incredula a quella frase. Pensò che forse molto probabilmente sarebbe venuta la fine del mondo, in quanto credeva una cosa impossibile che il marito avesse detto delle parole come quelle
< Per caso hai la febbre? > domandò poggiando la mano sulla fronte dell’uomo, sorpreso da quello che la moglie avesse detto. Credeva di non aver detto niente di male. Il fatto era che si stava divertendo un mondo osservando le figlie giocare e voleva solamente che continuassero, senza che nessuno le interrompesse
< Mai stato meglio > rispose sorridendo, riportando nuovamente lo sguardo verso le bambine, le quali si stavano ancora rincorrendo, noncuranti dell’avvertimento della madre, la quale iniziò ad insospettirsi del comportamento del consorte, il quale nell’ultimo periodo sembrava agire in modo diverso. Pensò che fosse dovuto quasi sicuramente all’avanzare dell’età.
< Bambine > urlò attirando l’attenzione delle figlie, che fermarono la corsa volgendo lo sguardo sul padre < Che ne dite se scattiamo una bella foto ricordo? > propose
< Sii > risposero entusiaste le bambine iniziando una corsa verso il padre, contento di quella risposta
< Aspettate qui. Vado a prendere la macchina fotografica > le informò la donna alzandosi dalla sedie per entrare in caso e prendere l’oggetto. < Mettetevi in posa > esclamò la madre raggiungendo il marito e le figlie, posizionando l’apparecchio sul tavolo impostando il timer, raggiungendoli e collocandosi di fianco al marito
< Mi raccomando fate un bel sorriso > le informò l’uomo sorridendo, mostrandone uno che non aveva mai esibito prima d’ora
*Fine Flashback*

Ricordava quell’avvenimento più unico che raro, in quanto quella fu l’ultima foto scattata di famiglia, poiché il padre dopo tre mesi morì a causa di un tumore. Non aveva informato nessuno della sua malattia. Piccole lacrime scesero dai suoi occhi ricordando quell’avvenimento. Istintivamente le asciugò con il pollice continuando ad osservare la foto, venendo interrotta dal suono del telefonino. Estraendolo dalla tasca, sorridendo leggendo il nome sullo schermo
< Mamma > disse
< Com’è andato il trasloco? > domandò subito
< Bene, ma è stato faticoso portare tutte le scatole nella camera > rispose sospirando al solo pensiero della faticata che avesse fatto poco prima
< Non ti ha aiutato nessuno? > chiese con voce indignata, non credendo possibile che nessuno avesse soccorso una ragazza.
< Non c’era nessuno libero > rispose mentendo, in quanto il proprietario dell’immobile si era offerto, ma nonostante ciò aveva deciso che era molto meglio fare da sola, non volendo scomodare Kakashi dai suoi doveri.
< È una cosa inaccettabile > fece notare sospirando, pensando che ormai oggi giorno la galanteria fosse morta
< Dai non dire così > disse < Com’è Kyoto? > chiese cambiando discorso
< È davvero bellissima, anche se non abbiamo avuto nemmeno il tempo di visitarla > rispose entusiasta per quella domanda < Spero che domani avremmo un po’ di tempo per dare un’occhiata in giro > aggiunse, augurandosi che il giorno seguente le riprese della figlia terminassero ad un orario decente per permettere loro di fare una visita veloce di Kyoto
< Inviatemi qualche foto > la informò curiosa di vedere se veramente Kyoto fosse bella come le persone dicevano
< Non ti preoccupare, ti manderò talmente tante foto da riempirti la memoria > disse in modo scherzoso la madre, spaventando Hinata, in quanto sapeva che la madre sarebbe stata capace di fare una cosa del genere
< Mi bastano solo due o tre foto > la informò < Non esagerare > aggiunse sperando che la madre capisse quel semplice concetto
< Uffa > disse < Comunque com’è l’appartamento? > chiese curiosa di sapere come fosse il posto in cui la figlia avrebbe vissuto da lì in poi. Sentendo ciò Hinata diede una piccola occhiata intorno a se
< In una sola parola > iniziò < Piccolo > rispose credendo che quella semplice parole potesse descrivere adeguatamente il suo appartamento
< Se non ti trovi bene, puoi sempre tornare a casa > la informò
< Ti ho detto mille volte, che non ti devi preoccupare di questo > disse < Mi troverò benissimo > aggiunse cercando di tranquillizzare la madre
< Ok > affermò sospirando credendo che la figlia quando si impuntava su una cosa, era davvero dura farle cambiare idea
< Adesso è meglio che mi metta a sistemare tutto > la informò < Ciao > la salutò attaccando la chiamata e riponendo nuovamente il telefonino nella tasca della tuta, pregando che la madre la smettesse di dirle sempre le solite cose. Aveva deciso di andare a vivere da solo, perché in questo modo il suo genitore avrebbe avuto più tempo da dedicare alla carriera della sorella ed inoltre perché la sua casa era molto distante dall’università che aveva scelto. La sua attuale situazione era molto più conveniente.
                                        
Dopo aver ordinato tutti gli oggetti presenti nelle scatole, decise di stendersi qualche minuto sul letto per riprendersi dalla fatica. Appena poggiò la schiena sul materasso, dovette ammettere che era molto comodo, anche se non sapeva se questo fosse dovuto al fatto che fosse stanca oppure che il letto fosse veramente confortevole. Prese dei grandi respiri, beandosi del silenzio che regnava nella sua stanza, per poi alzare di poco il capo e vedere che di fianco al letto fosse posizionato uno specchio. Più lo guardava e più credeva che doveva cambiargli posizione. Controvoglia si alzò, dirigendosi vicino allo specchio, afferrandolo ai lati per poi piazzarlo di fianco alla finestra. Guardò soddisfatta di quello che avesse fatto, credendo come lo specchio stesse meglio lì che di fianco al letto. In quel momento pensò che dove prima si trovasse lo specchio, avrebbe potuto appende un’altra foto di famiglia. Immediatamente prese il martello ed un piccolo chiodo, avvicinandosi alla parete pronta ad inchiodarlo, per poi fermandosi notando una piccola fessura nel muro. Curiosa si abbassò per osservare dalla piccola apertura, notando che da questa si potesse vedere nella stanza di fianco alla sua. Pensò che sicuramente dovesse essere di un ragazzo, in quanto era in un totale stato di caos. Vestiti e indumenti intimi sparsi per tutta la stanza, inoltre riconobbe scatole di ramen istantaneo sul pavimento. Pensò che al ragazzo non dovesse importare molto la pulizia, in quanto la sua stanza era in un totale disordine. Allontanò l’occhi dalla piccola fessura incredula da quello che avesse visto, in quanto non credeva possibile poter lasciare una stanza in quello stato. Già il fatto di aver notato delle scatole di ramen istantaneo per terra, le fece intuire che il ragazzo non mangiasse in modo sano. Pensò che molto probabilmente avrebbe fatto bene a preparare qualcosa e darglielo, in modo da fargli mangiare qualcosa di sano e nutriente. Facendo così si sarebbe anche presentata. Trovò quell’idea una cosa da attuare, così prese un giubbino leggero e scese di casa pronta ad andare in un supermercato per comprare gli ingredienti. Ma prima di fare ciò ritené opportuno di girare per qualche negozio per chiedere se a qualcuno servisse qualche lavoratore part-time.
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< Uffa > sospirando uscendo dall’ennesimo locale. Non poteva credere che nessuno cercasse personale. Era entrata in moltissimi locali, ma ogni volta che chiedeva se cercassero personale, ogni volta i proprietari dicevano sempre le stesse parole “Adesso non ci serve nessuno”.
< Uffa > disse sbuffando nuovamente al pensiero di non essere riuscita ancora a trovare nessun lavoro. Era riuscita a trasferirsi grazie ai suoi risparmi, ma questi, a causa del trasloco e dell’affitto erano molto pochi, quindi l’unica cosa che gli era rimasta da fare, era quella di trovare al più presto un nuovo lavoro, che le permettesse anche di studiare, altrimenti avrebbe trovato difficoltà con l’università.
Estrasse il telefonino per controllare che ore fossero, impallidendo notando che fossero le otto di sera, in quanto non solo fosse tardi ma non avesse ancora fatto la spesa. Iniziò a correre verso il supermercato che aveva visto precedentemente, prima che questo chiudesse. Se avrebbe trovato abbassate le serrande, quella sera avrebbe fatto digiuno in quanto il suo piccolo frigo era completamente vuoto. Pensò che al massimo poteva chiudere al suo vicino una porzione di ramen istantaneo, anche se l’idea di mangiarlo non le piaceva, poiché preferiva mangiare sempre cose fresche e non confezionate anche se delle volte queste ultime le avevano salvato la vita. Nonostante ciò non le andava minimamente di mangiarlo in quanto sapeva che non era sano sfamarsi con quel cibo. Di solito li utilizzava solo in casi di emergenza.
Arrivata di fronte al supermercato, si fermò poggiando le mani sulle ginocchia, prendendo fiato a causa della corsa. Anche se era giovane, non era una persona atletica a differenza della sorella minore molto brava negli sport.  Alzò il capo, dopo aver ripreso fiato, abbassandolo nuovamente scuotendolo, notando la saracinesca chiusa.
< Adesso come faccio? > si chiese sospirando, pensando che molto probabilmente avrebbe dovuto chiudere aiuto al suo vicino, sperando che quest’ultimo le avrebbe donato una ciotola di ramen istantaneo. Sconsolata da ciò, si diresse verso casa a passi lenti con capo chino, pensando che l’inizio della sua vita da ragazza indipendente non fosse iniziata nel migliore dei modi.

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< Capo > urlò un ragazzo dai capelli biondi e occhi azzurri verso il suo datore di lavoro < Ho finito, ci vediamo domani > aggiunse salutandolo
< Grazie per oggi > disse l’uomo salutando il ragazzo, il quale uscì dal negozio con in mano una busta della spesa con all’interno quattro porzioni di ramen istantaneo. Non vedeva l’ora di arrivare a casa e di godersi il suo pasto. Pregustava quel momento da tutto il giorno. Iniziò a correre in quanto non voleva perdere altro tempo prezioso. Solo pensare che tra poco avrebbe mangiato il suo adorato ramen, gli fece venire l’acquolina in bocca, quindi decise di aumentare ancora di più il passo.
Appena aprì la porta di casa, rimase spaventato dal disordine presente nella camera. Pensò che in suo assenza fosse aumentato, in quanto trovò altri boxer, i quali credeva di aver perso, sul pavimento.
< Credo che dopo deve mettere un po’ in ordine > disse sospirando in quanto non gli piaceva molto pulire. Credeva che fosse inutile in quanto prima o poi la stanza si sarebbe sporcata di nuovo. Poggiò la busta, contenente la sua cena, sul tavolo dirigendosi verso il bagno. Si svestì velocemente per poi buttarsi sotto la doccia per levarsi il sudore di dosso causato dalla corsa che avesse appena fatto. Dopo neanche cinque minuti chiuse l’acqua, credendo che per oggi potesse anche bastare così, per poi uscire dalla doccia afferrando l’asciugamano, poggiato sul lavandino, stringendoselo alla vita. Decise che prima di asciugarsi, avrebbe mangiato così quando si sarebbe asciugato lo avrebbe fatto meglio in quanto il suo stomaco era pieno. Credeva che qualunque cosa si facesse, si facesse meglio a stomaco pieno. Quando aveva detto ai suoi amici questo suo pensiero, loro lo presero in giro per giorni affermando continuamento che il loro amico fosse davvero un baka. Nonostante ciò, lui continuava a credere fermamente alle sue idee.
Estrasse dalla busta le quattro porzioni di ramen, per poi dirigersi in cucina, dove mise sul fuoco una piccola pentola con all’interno dell’acqua. Proprio quando stava per accendere sotto il tegame, per far scaldare l’acqua, sentì dei piccoli colpi vicino la sua porta. Sorpreso da ciò, si diresse immediatamente ad aprire, curioso di sapere chi fosse a quell’ora poiché non aspettava nessuno. Quando aprì la porta, fu meravigliato di vedere di fronte a lui, una ragazza bellissima, il cui volto divenne subito rosso alla sua vista
< Chi sei? > domandò non riuscendo a ricordare chi fosse
< S-sono la tua nuova vicina di casa > rispose balbettando distogliendo lo sguardo da lui < S-scusa potresti vestirti > chiese balbettando nuovamente con il viso in fiamme. Sentendo ciò il ragazzo abbassò lo sguardo, rimanendo sconvolto da ciò che vide. L’asciugamano che prima teneva legato alla vita, adesso si trovava ai suoi piedi. Imbarazzato si coprì il suo uccello chiudendo la porta all’istante per poi correre verso l’armadio e prendere un paio di boxer, un pantalone ed una maglietta
< Scusa per prima > disse, aprendo nuovamente la porta, grattandosi il capo con fare imbarazzato < Comunque piacere sono Naruto Uzumaki > continuò porgendo la mano
< Sono Hinata Hyuga, piacere di conoscerti > stringendo la mano del ragazzo
< Ti sei trasferita oggi? > domandò Naruto
< Si, precisamente stamattina > rispose la ragazza, riuscendo a guardare negli occhi, per la prima volta, il ragazzo < Ti potrei chiedere un favore? > domandò con tono pacato abbassando il capo
< Dimmi > rispose
< S-sai > iniziò balbettando < Questa mattina sono stata impegnata a sistemare e a trovare un lavoro. Non mi sono resa conto di che ora fosse e quando sono andata al supermercato per comprare qualcosa, questo era chiuso. Visto che non ho molti soldi per andare a mangiare fuori, per caso non è che puoi offrirmi qualcosa? > chiese imbarazzata, da quello che avesse detto, torturando il bordo della maglia
< Se ti va ho del ramen istantaneo > rispose Naruto
< Va benissimo > affermò alzando il capo < Appena trovo un lavoro, te ne comprerò dieci > aggiunse
< Non ti preoccupare, non devi > disse il ragazzo < Prego entra > aggiunse premettendo alla ragazza di entrare, ma appena questa si avvicinò alla porta, Naruto le impedì di entrare, ricordandosi in quel momento che la sua camera fosse in un totale caos.
< Che ne dici se li porto da te? > propose
< Ok > rispose Hinata non capendo il motivo del perché il ragazzo le avesse impedito di entrare nella sua stanza
< Allora dammi due minuti e sono da te > affermò il ragazzo chiudendo la porta
 
Quando Hinata tornò nel suo appartamento, si diede un piccolo pizzicotto sulla gambe, per rendersi conto se tutto quello che avesse visto prima fosse reale. Quando sentì dolore, capì che sfortunatamente quello accaduto poco prima non lo avesse sognato. Non poteva credere di aver visto il suo vicino completamente nudo. Di sicuro adesso non sarebbe stato facile avere una conversazione normale con lui. Questi pensieri vennero interrotti dai rintocchi provenienti dalla porta. Voltandosi aprì la porta senza chiedere chi fosse, in quanto già sapeva chi si celava al di fuori di essa. Senza dire nessuna parola, fece spazio per permettere al ragazzo di entrare, il quale, senza dire niente, si addentrò nell’appartamento della ragazza. Hinata pensò che molto probabilmente anche lui dovesse essere imbarazzato per quell’avvenimento di poco prima.
< Poggio qui? > chiese indicando il piccolo tavolo
< Si > rispose Hinata osservando Naruto estrarre dalla busta quattro porzioni di ramen istantaneo < Perché ne hai portate quattro? > chiese non capendo perché il ragazzo ne avesse portate così tante
< Due sono per me e due per te > rispose come se fosse una cosa normale mangiarne due
< A me basta anche solo una > lo informò sconvolta da quelle parole
< Sei sicura? > domandò inclinando il capo non riuscendo a credere che alla ragazza bastasse mangiarne solo una
< Sono serissima > rispose meravigliando Naruto
< Allora vuol dire che la mangerò io > affermò contento di mangiare una porzione in più
< Non credo che sia una cosa saggia la tua > lo avvisò volendo fargli capire di non esagerare
< Non ti preoccupare alle volte ne mangio anche cinque o sei > disse sorridendo fiero di quello che avesse detto, mentre sul volto di Hinata faceva largo un’espressione schioccata. Non poteva credere alle parole dette dal ragazzo
< Per caso mi stai prendendo in giro? > chiese con voce tremante, iniziando a credere che molto probabilmente quello che il ragazzo avesse detto poco prima fosse la verità, in quanto appena aveva finito di porgli la domanda, il suo viso assunse un’espressione seria
< Sono serissimo > rispose < Una volta ho fatto una sfida con un mio amico. In quell’occasione ne ho mangiate sei > aggiunse, mentre Hinata scuoteva il capo non credendo a quello che avesse appena sentito < Se non mi credi posso anche chiamare il mio amico e fartelo dire per telefono > le propose vedendo il volto di Hinata incredulo alle sue parole
< Ti credo, ti credo > si affrettò a dire prima che Naruto chiamasse veramente il suo amico. Lo aveva appena conosciuto e poteva già affermare che il suo vicino era alquanto strano.
< Dove sono le pentole? > domandò il ragazzo incamminandosi in cucina
< Sono nel mobile > rispose Hinata < Non ti preoccupare sei un mio ospite > aggiunse raggiungendo il ragazzo, intuendo che quest’ultimo volesse cucinare lui
< Non se ne parla proprio > disse scuotendo il capo < Questa sera ti farà assaporare una mia specialità > continuò sorridendo, mentre Hinata pensò che molto probabilmente quella sera avrebbe avuto mal di stomaco < Quindi vai nell’altra stanza e lascia il mago dei fornelli da solo > aggiunse cacciando dalla cucina la ragazza, alquanto titubante di voler lasciare Naruto da solo ai fornelli. Nonostante ciò si sedette al tavolo, notando però che subito dopo Naruto ritornò nella stanza, estraendo dalla busta che aveva portato una bottiglia di vino.
< A-a cosa ti serve? > domandò balbettando spaventata da ciò
< Per cucinare > rispose Naruto come se fosse una cosa normale
< Sei sicuro di quello di fai? > chiese
< Fidati di me > rispose Naruto lasciando nuovamente la ragazza, sola seduta al tavolo, la quale sentiva l’agitazione crescere in lei.
 
< Tutto bene? > domandò a voce alta, sentendo sfrigolare l’olio, non capendo a cosa servisse in quanto per mangiare il ramen istantaneo serviva solo scaldare un po’ d’acqua
< Tutto ok > rispose il ragazzo aprendo la bottiglia di vino rosso, pronto per versarla nella pentola. Quando lo versò, questo provocò una grande fiamma e una grande quantità di fumo che fecero scattare i rilevatori nella stanza
< Cosa hai fatto? > domandò Hinata correndo in cucina, appena vide entrare in funzione i rilevatori di fumo
< Ho solo aggiunto un po’ di vino > rispose non riuscendo a credere a quello che fosse successo, mentre la ragazza pensò che ne avesse aggiunto una bella quantità
< Apri la finestra, così il fumo uscirà > gli comunicò, mentre lei posizionò la pentola nel lavandino per poi aprire l’acqua, nel tentativo di spegnere il fuoco.
Dopo mezz’ora i rilevatori di fumo fortunatamente si spensero, ma sfortunatamente in quel poco lasso di tempo avevano fatto un bel danno. L’appartamento della ragazza era completamento rovinato: le pareti ed il pavimento erano entrambi bagnati. Sicuramente non avrebbe potuto alloggiarci per un bel po’ di tempo.
< Scusa > disse Naruto abbassando il capo, consapevole che quello che fosse successo fosse tutta colpa sua
< Non ti preoccupare > affermò Hinata notando che il ragazzo fosse veramente dispiaciuto per quello che avesse fatto < Il problema è che adesso non sa dove andare > aggiunse afflitta da ciò, in quanto non solo non aveva soldi per affittare un altro appartamento, ma non ne aveva neanche per pagare nuovamente un altro trasloco
< Mi è venuta una grande idea > la informò Naruto, attirando l’attenzione della ragazza, la quale appena vide la sua espressione, pensò che quasi sicuramente si sarebbe trattata di una pessima idea < Divideremo il mio appartamento > continuò, mentre Hinata pensò sul fatto che avesse proprio ragione sul suo presentimento
< Non possiamo farlo > gli comunicò
< Non ti devi preoccupare di niente. È solo colpa mia se è accaduto tutto ciò, quindi l’unica cosa che posso fare è quella di ospitarti nel mio piccolo e confortevole appartamento > affermò
< Davvero non …. > iniziò Hinata
< Adesso vado ad avvisare Kakashi > disse interrompendo la ragazza, uscendo dalla porta per informare il proprietario dell’immobile della sua idea.
Hinata rimase immobile, pensando che i giorni a seguire sarebbero stati tutto all’infuori che tranquilli.
 
Note autore:
Salve a tutti. Sono tornato con una nuova storia, la quale mi era già venuta in mente mentre stavo scrivendo la storia precedente. Visto che non mi piace avviarne una nuova mentre sono impegnato nel scriverne già una, appena ho finito la precedente, mi sono subito messo all’opera su questa. Spero che il primo capitolo sia stato di vostro gradimento. Mi scuso per eventuali errori grammaticali.
Alla prossima.

   
 
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