Spazio D'autrice:

Buongiorno, stronzetti belli.

Diciamo che questa è stata più una prova. Non ne avevo mai scritta una, quindi spero che vi piaccia.

Ringrazio chiunque seguirà questa storia. Ringrazio anche la mia ragazza per aver letto e revisionato questa cosina.

Eh... Niente, vi lascio alla lettura.

-Buona giornate, bellezze!!!**

***

Ero seduta sul divano del bunker, aspettando pazientemente che Sam e Dean facessero ritorno.

Sbuffai, trovando un modo per passare il tempo. Guardai l'ora, erano più di tre ore che erano usciti, perchè ancora non si facevano vivi?

Sentivo l'ansia scorrere nelle vene, così decisi di alzarmi e cominciare a pulire. Dovevo tenermi impegnata in qualche modo.

Pulii a fondo tutto il salone, le loro camere, le prigioni e riodinai i fascicoli in ordine alfabetico e annuale. Quando mi resi conto che non c'era più nulla da fare, risalii. Mi sedetti di nuovo sul divano, sbuffando sonoramente.

Presi il mio cellulare. Spinsi il pulsante laterale, facendo illuminare il display. Erano le nove e mezzo e loro stavano fuori da almeno sei ore. Non ci pensai due volte, lo sbloccai e andai sulle chiamate rapide.

Cliccai sul numero di Dean, portando l'oggetto all'orecchio, in attesa che rispondesse. 1, 2, 3 squilli e partì la segreteria telefonica.

<< La prossima volta se non mi portano con loro, se la vedranno con me. >> Ringhiai frustrata, riavviando la chiamata. Niente.

Scenari degni di film horror presero forma nella mia mente. E se gli fosse successo qualcosa? No, loro erano i fratelli Winchester, non era possibile.

Provai a chiamare Sam, ma anche lui aveva la segreteria. Maledizione.

Cominciai a fare avanti e indietro per tutto il perimetro della camera, passandomi una mano nei capelli ogni due secondi. Cominciai a pregare tutti i santi che conoscevo che stessero bene.

Un attimo dopo Castiel si materializzò nella stanza, non me ne ero nemmeno resa conto. Mi voltai, trovandomelo praticamente difronte.

Urlai spaventata, portandomi una mano sul cuore.

<< Porca puttana, Castiel. Avvisa quando entri >> respirai affannosamente, cercando di regolarizzare il mio battito.

<< Prima o poi morirò d'infarto se continui così.>> Lo guardai male.

Lui mi rivolse uno sguardo confuso, allontanandosi leggermente da me.

<< Sembri tesa, T/N>> Disse, piegando leggermente la testa.

Sbuffai, lasciandomi cadere nuovamente sul divano.

<< Sam e Dean sono usciti più di sei ore fa, non rispondono e non tornano. >> Gli spiegai, tamburellando con la gamba.

Lui annuì, mentre qualche secondo dopo la porta principale si aprì. I due fratelli entrarono in casa. Sam aveva quattro cartoni di pizza in mano, mentre Dean teneva la busta con un paio di birre all'interno.

<< Eccoci!>> Urlarono in coro, prima di entrare nel salone e posare le cose sul tavolo.

Mi alzai velocemente, in meno di due minuti ero già davanti al ragazzo dai capelli biondi. Lo colpii in pieno volto, non me ne ero nemmeno resa conto.

<< Ahì!>> Sibillò, accarezzandosi la guancia colpita. << E questo per cos'era?>> Mi domandò, aggrottando le sopracciglia e guardandomi allibito e confuso.

<< Perché non hai risposto! Mi hai fatto preoccupare moltissimo!>> Alzai la voce, puntandogli l'indice contro, sotto lo sguardo divertito di Sam e di Castiel.

Mi voltai verso il castano, fulminandolo con gli occhi.

<< Sono arrabbiata anche con te, non credere.>> Lo colpii sul petto con il dito. Lui cercò di tornare serio, ma dopo qualche secondo scoppiò a ridere.

Incrociai le braccia al petto, assottigliando le mie iridi C/O. Sam mi scompigliò i capelli, liquidandomi con un "Adorabile", mentre faceva segno a Castiel di seguirlo nell'altra stanza e lasciarmi sola con Dean.

Oddio, non volevo rimanere sola con lui. Oh mio Dio, l'avevo colpito. Io T/N avevo colpito Dean Winchester. Me l'avrebbe fatta pagare, me lo sentivo.

<< Io.. mi.. mi dispiace..>> Mi scusai, mettendo distanza tra di noi. Lui alzò un sopracciglio, provando a parlare, ma io ripartì in quarta.

<< E' solo.. E' solo che tu non rispondevi, stavate fuori da tantissimo tempo e io ho.. ho avuto paura!>> Sentivo il tremolio nella mia voce, l'adrenalina dovuta alla preoccupazione lentamente lasciava il mio corpo. << Ho.. pensato che tu, voi, foste morti durante la caccia. Se.. se tu morissi io, io non.. >>

Feci in tempo a vedere il suo volto rilassarsi e addolcirsi, che chiusi gli occhi. Cercai di riprendere il controllo di me stessa, mentre portai una mano a sorreggermi la fronte, per poi lasciarla cadere tra i capelli. Sospirai, incapace di continuare a quella conversazione. La sola idea di perderli, di perdere lui, era troppo. Sentivo le mie iridi C/O ricoprirsi di lacrime.

Qualche istante dopo, avvertii una leggera pressione sulle mie spalle. Aprii le palpebre, chiedendomi quando si fosse fatto così vicino.

Strusciò entrambe le mani sulle mie braccia, in un gesto caldo e rassicurante. Mi abbracciò subito dopo, facendomi posare la testa sul suo petto forte e muscoloso. Potevo sentire il suo cuore battere furiosamente nella cassa toracica.

<< Pensavi di liberarti di me così facilmente, ragazzina?>> Scherzò, stringendomi forte. Non risposi, non riuscivo più a parlare.

Mi allontanò dolcemente da lui, prendendomi il mento tra il pollice e l'indice. Inchiodò i suoi occhi nei miei, regalandomi quel sorriso così radioso, quello che solo lui era in grado di fare. Mi asciugò una lacrima con il pollice della mano libera- quando avevo cominciato a piangere?- e posò delicatamente le sue labbra sulle mie.

Erano proprio come le avevo immaginate, morbide e con un sapore buonissimo. La sua lingua pressò sul mio labbro inferiore, un tenero invito a schiutere la bocca, e così feci. Il baciò fu dolce e pieno di passione, amore, come non lo avevo mai dato prima.

Se fossi stata lucida, in quel momento, mi sarei chiesta quando gli avevo parlato dei miei sentimenti- se mai lo avessi fatto- e quando lui si era accorto di provarne per me, ma in quel momento non importava.

Portai una mano dietro la sua nuca bionda, accarezzandogli i capelli, il collo. Mi sembrava quasi di esser entrata in paradiso.

Quando il fiato cominciò a mancare, ci allontanammo. Lui continuò a sorridermi, mentre io mi morsi il labbro. Cosa dovevo dire adesso?

<< Abbiamo perso i nostri cellulari durante la caccia, per questo non abbiamo risposto.>> Mi spiegò.

Io annuii, prima di tornare completamente in me.

<< Ma alla prossima caccia voglio esserci.>> Constatai, mettendomi a braccia conserte.

Lui sbuffò una risata. << Non se ne parla, tigre. Lascia la tua furia sotto le coperte.>> Ghignò, facendomi l'occhiolino. Avvampai imbarazzata, dandogli una leggera pacca sul petto. << Sì! Violenta, proprio così, dolcezza>> Continuò, facendomi ridere.

<< Ma smettila, idiota!>> Risposi, scuotendo la testa.

Sam e Castiel, intanto, si godevano la scena nascosti dietro la parete. Il minore dei Winchester sorrise grato guardando la nuova coinquilina, pensando che gli piaceva vedere suo fratello così rilassato e felice. Felice per la prima volta da quando ne aveva memoria.

<< Perché deve lasciare la sua furia sotto le coperte?>> Chiese ingenuamente Castiel, facendo scoppiare a ridere il castano.