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Autore: effie_    27/02/2017    2 recensioni
(Cap.13) Nel mentre lo guardava, la giovane Evans capì che Potter era esattamente come tutti gli altri, se non peggio. Senza uno stuolo di oche adoranti non si sentiva completo ed era certa che una volta alla settimana ne scegliesse una a cui far provare il paradiso, per poi mollarla dopo tre giorni con la stessa noncuranza di un vaso rotto. Era davvero un essere abominevole.
(Cap.26) - Ce la caveremo, Potter?
- Certo che sì. Alla fine, Evans, siamo una bella coppia. Tu sei tante cose belle messe assieme e io tanti disastri collegati. Direi che così ci completiamo. Anche perché voglio incasinarti la vita nel modo più dolce possibile.
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily, Sirius Black/Marlene McKinnon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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L’atmosfera che c’era nell’ufficio di Lumacorno era decisamente troppo sopra le righe per i suoi gusti, ma tutto sommato Marlene McKinnon si stava divertendo. Sirius era andato a prenderle da bere e lei era rimasta ad aspettarlo seduta ad uno dei tavolini illuminati. Si godette per un po’ lo spettacolo di Lily e James che ballavano insieme: erano una coppia così deliziosa che non si poteva fare a meno di ammirarli. Peccato che fossero entrambi due sciocchi e non si decidessero a capirlo.
Poi il suo sguardo saettò rapido verso Sirius, che in quel momento stava chiacchierando con Frank Paciock all’angolo del bancone. Due sere prima avevano combinato l’impensabile sul pavimento del bagno dei Prefetti e quel ricordo la fece stranamente sorridere. Chissà che faccia avrebbero fatto i Prefetti, se solo avessero saputo…
<< Come mai così assorta, McKinnon? >>.
Marlene sussultò di colpo << Black! Mi hai spaventata >>.
<< Scusami, non ho potuto resistere. E’ tremendamente bello beccarti mentre sogni a occhi aperti >>.
Felpato le allungò una Burrobirra ghiacciata e poi si sedette accanto a lei.
<< Stavi forse pensando a due sere fa? >>.
Marlene si voltò a fissarlo. Aveva utilizzato lo stesso tono di quando facevano sesso, sensuale e al tempo stesso autoritario. Sebbene fossero andati a letto insieme un sacco di volte, le capitava di reagire a quella voce ancora come un’automa. Non appena la sentiva, si trasformava in una creatura il cui unico obiettivo era soddisfarlo. Inutile dirlo: Sirius Black aveva qualcosa che le faceva perdere la testa.
Incrociò il suo sguardo e gli disse la verità << Sì, pensavo proprio a quello >>.
<< Bene. Nemmeno io riesco a levarmelo dalla testa. Quindi adesso potremmo andare nei bagni e…>>.
<< Insomma, Black! Siamo ad una festa, è maleducazione isolarsi >>.
Marlene ridacchiò di fronte alla sua espressione sbigottita e gli posizionò una mano sulla coscia.
Sirius deglutì piano << Attenta. Se continui a provocarmi così, sarò ben felice di essere maleducato >>.
Un brivido di passione le corse lungo la schiena, così Marlene afferrò la sua Burrobirra e ne bevve metà in un sorso. Sirius, divertito, rise di gusto e la imitò subito. Poi fortunatamente ebbe la saggia idea di proporle di ballare, poiché Marlene era sul punto di saltargli addosso. Fu più che felice di seguirlo in mezzo alla pista da ballo. La musica le piaceva da impazzire, così cominciò ad ancheggiare a tempo. Poi Felpato le posizionò le mani sui fianchi e la attirò verso di sé.
La fanciulla intrecciò le dita dietro la sua nuca << Non avrei mai detto che tu ballassi >>.
<< Infatti detesto ballare. Ma credo che il ballo sia un po’ come il sesso: con la partner giusta, ci si lascia guidare dall’istinto >> Sirius si inclinò verso di lei e le sussurrò all’orecchio << Mi sembra di averti dimostrato che sono bravo in quel settore >>.
Ballarono insieme parecchie canzoni, alcune lente e altre più movimentate, a seconda dei gusti della band. Ogni volta che Marlene gli dava le spalle per fare una giravolta, Sirius la prendeva per i fianchi e le bisbigliava tutto quello che aveva intenzione di farle non appena si fossero appartati. Tanto per cominciare, le avrebbe sfilato il suo meraviglioso vestito acquamarina. Poi…
Il ballo e tutta quella tensione sessuale seccarono terribilmente le loro gole, così Sirius le disse di aspettarlo e andò a prendere altre due Burrobirre. Marlene si guardò attorno e vide che Lily era scomparsa. Sperò fosse con James, ma poco dopo lo vide ballare con Rose King, anche se non aveva un’aria molto felice. Ma allora dove diavolo era finita Lily? Non fece in tempo a preoccuparsi che avvertì una mano posizionarsi da dietro sulla sua pancia.
Per un attimo pensò che fosse Sirius, già di ritorno, ma poi udì una voce fastiosamente familiare << Sapevo che ti saresti liberata in fretta di quello smidollato >>.
Il cuore di Marlene perse un battito dalla paura. Si voltò di scatto e si ritrovò di fronte il ragazzo che non avrebbe mai più voluto rivedere per il resto della vita.
<< Che cosa vuoi, Rodolphus? La mamma non ti ha insegnato che prima di allungare le mani su una donna è d’uso chiederle se vuole ballare? >>.
La pista era molto affollata, dunque non poteva allontanarsi da lui. L’alito di Rodolphus sapeva di vodka e il suo volto, di per sé molto attraente, era rovinato dalla smorfia arrogante e dallo sguardo pieno di lascivia.
<< Non fare la timida con me. Tanto lo so che te la fai con quel rinnegato di Black. Quel tizio è sempre piuttosto allegro, ma, vedendo come ti guarda, sono pronto a scommettere che lo stai facendo divertire parecchio. Esattamente come facevi con me >>.
Lestrange si allungò per sfiorarle una guancia, ma Marlene lo allontanò con un gesto deciso prima che potesse toccarla. Il solo fatto che le stesse così vicino la riempiva di disgusto. Come aveva potuto starci insieme per tanto tempo?
<< E dove hai lasciato Bellatrix, per curiosità? >>.
<< La cosa non ti riguarda >>.
<< Beh, credo che lei non ti soddisfi affatto, se ora sei qui a fare il cascamorto con me >>.
Il viso di Rodolphus si trasformò in una maschera d’odio << Non ti convinene fare la stronza con me, Marlene >>.
<< Oh, e invece ti sbagli, Lestrange >>.
In men che non si dica, Sirius si insinuò fra loro e, nel vederlo, Marlene si tranquillizzò all’istante. Era molto sollevata dal fatto che fosse tornato, tuttavia sapeva che Rod l’avrebbe ridotto subito a pezzettini, quindi si parò davanti a lui come scudo, ma Felpato la scostò e la affiancò, stringendole forte una mano. Per poco Marlene non si sentì svenire dal calore: con quella mossa, Sirius intendeva dirle che l’avrebbero affrontato insieme.
<< Vattente, Lestrange. Se non la lasci stare, dovrai vedertela con me >> ringhiò.
<< No, Sirius >> intervenne rapida Marlene << Non voglio che scateni una rissa per me. Rodolphus se ne stava andando >>.
Felpato, senza staccare gli occhi dal suo nemico, le accarezzò un braccio << Lo stavo solo informando che la sua presenza qui non è più gradita. Quindi, se ci tiene a riportare tutte le ossa a casa, gli conviene levarsi dai piedi, prima che sia troppo tardi >>.
Rodolphus lo squadrò, come se fosse la personificazione dell’arroganza << Sai che prima di te ci sono stato io, no, Black? Non credo che un rinnegato come te sia in grado di soddisfare una ragazza più di un vero Purosangue >>.
Marlene avvertì il corpo di Sirius irrigidirsi, il che non era un buon segno. Se Rodolphus avesse continuato a provocarlo, era certa che gli sarebbe saltato addosso, così decise di intervenire.
<< Pensa quello che ti pare, Rodolphus. Resta e divertiti, tanto noi abbiamo ballato abbastanza. Addio >>.
Prima che potesse trascinarlo via, Rodolphus decise di dare a Sirius il colpo di grazia << Fammi sapere quando ti stanchi di lei, Black. Me la scoperò finché non mi supplicherà di smettere >>.
A quelle parole, Marlene si fermò. Di colpo le tornarono in mente tutte le notti che aveva passato a piangere quando Rodolphus la trattava male e non la degnava di alcuna attenzione. Si ricordò di come lui fosse rimasto impassibile a guardare, la notte in cui suo fratello Rabastan…Lasciò la mano di Sirius, avanzò di un passo e lo colpì sul naso con tutta la forza e la rabbia di cui era capace. In quel gesto ci mise tutto l’odio e il disgusto che provava per lui e per tutti quegli esseri della sua specie.
Subito un fiotto rosso colò giù sul viso di Lestrange, che sgranò gli occhi, incredulo. Si portò le mani al naso rotto, sporcandosi le dita con il suo prezioso sangue. Un attimo più tardi, lo sconvolgimento iniziale lasciò il posto ad una rabbia cieca. Sirius capì ciò che stava per succedere prima ancora che Rodolphus estraesse la bacchetta; era miracolosamente riuscito a resistere alle sue provocazioni, ma non avrebbe mai permesso che facesse del male a Marlene. Afferrò il suo braccio con una mano e lo torse all’indietro, facendogli volare via la bacchetta di mano. Alle volte, gli scontri alla babbana erano decisamente più soddisfacenti. Poi gli assestò una ginocchiata alle costole e Rodolphus cadde in ginocchio, ansimando.
In quel momento, Sirius vide che la sua combriccola lo stava raggiungendo, con la sua terribile cugina in testa, così afferrò Marlene, che sembrava pietrificata, e la trascinò via dagli appartamenti di Lumacorno. Non aveva ancora pienamente realizzato che quella ragazza così esile e delicata aveva appena messo al tappetto un ragazzo grosso il doppio di lei, ma si sentiva estremamente orgoglioso. La fece sedere sui gradini della sua Sala Comune, si stracciò un pezzo di camicia e le pulì il sangue che le era schizzato sul viso e sul collo. Poi afferrò la bacchetta e fece apparire dal nulla un cubetto di ghiaccio.
Marlene si riprese proprio in quel momento << Oh, che cosa ho fatto? >>.
<< Hai dato una bella lezione al tuo ex fidanzato >>.
Sirius si sistemò accanto a lei e la aiutò a distendere le dita. Lei gemette di dolore e arrossì. Lui controllò cautamente i movimenti e la forza della sua mano, poi le appoggiò il ghiaccio sulle nocche.
La fanciulla sospirò di sollievo << Grazie >>.
<< Sei stata fortunata. Non credo sia rotta, ma ti farà male per qualche giorno >>.
<< Mi dispiace. Non capisco come sia potuto accadere >>.
<< Capita a tutti di perdere il controllo >>.
<< A me mai >>.
<< Sei un essere umano, rassegnati >>.
Lei scoppiò a ridere, ma una fitta di dolore smorzò subito la sua allegria, sebbene avesse cercato di fingere che non fosse successo nulla.
<< Non c’è nulla di male ad ammettere che sei in difficoltà, sai? Non devi sempre essere forte >>.
<< Sì, è solo che io non…non ho mai…>>.
<< Lo so, capisco come ti senti. Non avresti voluto che la violenza facesse parte ancora della tua vita. Ma il fatto che tu abbia dato un pugno sul naso a un idiota non significa che tu sia una persona violenta >>.
Marlene lo osservò << Come facevi a saperlo? >>.
<< Riconosci subito chi è tormentato quanto te. Credo che tu abbia sentito parlare della mia famiglia, la Nobile e Antichissima Casata dei Black. I miei genitori non sono altro che due parassiti di Voldemort e il mio fratellino…beh, è diventato come loro. Ma almeno la tua famiglia si è ribellata in tempo alle idee dei Mangiamorte >>.
La fanciulla rimase in silenzio per qualche istante, poi sospirò profondamente e disse << Sì, i miei genitori si sono ribellati. Dopo aver constatato le assurdità dei discorsi sulla purezza del sangue, mio padre e mia madre hanno chiesto di potersi ritirare dai Mangiamorte. Naturalmente a nessuno è concesso questo permesso senza un’adeguata punizione, così…>>.
Si fermò e Sirius capì che, se non l’avesse forzata a parlare, non avrebbe mai potuto capire fino in fondo da che cosa era tormentata << Di me puoi fidarti, lo sai >>.
Lei annuì e alcune lacrime iniziarono a rigarle le guance << Fa così male ricordare…due anni fa, appena prima che rompessi il mio fidanzamento, Rodolphus e suo fratello maggiore, Rabastan, vennero a casa nostra. Dovevano aver appena saputo della nostra ritorsione ed erano venuti per parlare con mio padre, ma lui non c’era. Avevo appena quindici anni ed ero sola con mia madre…non riuscimmo a difenderci. Rabastan…lui…ci bloccò entrambe a terra e…e abusò di noi. Ci chiamò “le puttane rinnegate” e disse che avrebbe riportato al Signore Oscuro ogni nostro grido, ogni nostro lamento e ogni nostra supplica. Da quel momento nessun altro Purosangue avrebbe potuto rivolgerci la parola perché, ai loro occhi, eravamo peggio della feccia. E durante tutto quel tempo…Rodolphus rimase a guardare. Non fece nulla, capisci? Diceva di amarmi, ma rimase a guardare ridendo suo fratello che mi stuprava, senza muovere neppure un dito. Quando mio padre tornò, ci trovò in un lago di sangue e questo…questo fu il prezzo che dovette pagare, per aver abbandonato Voldemort >>.
Felpato rimase senza parole. Non si sarebbe mai aspettato che la vita di quella fanciulla avesse tante ombre quanto la sua, eppure erano più simili di quanto immaginasse. Un odio viscerale si impadronì di lui, lo stesso odio che l’aveva costretto a fuggire di casa, lontano da quegli esseri abominevoli che non si potevano neanche definire persone. Le vedeva, proprio sotto i suoi occhi: la giovane Marlene, con i capelli lunghi legati in due trecce, e sua madre, una bella strega che gli era capitato di intravedere alle cene Purosangue, costrette a giacere immobili mentre un uomo con la faccia identica a quella di Rodolphus Lestrange le violentava…era una scena così raccapricciante che si portò una mano sulla bocca, trattenendo un conato di vomito.
<< Adesso lo sai >> singhiozzò Marlene, gli occhi azzurri pieni di lacrime << Ora conosci il mio terribile segreto, il marchio che mi segnerà a vita >>.
<< McKinnon…>>.
<< Ora non mi vorrai più, ti farò certamente ribrezzo, dopo questa rivelazione…>>.
Sconvolto, Sirius la prese fra le braccia e la strinse forte, baciandole i capelli.
<< Marlene McKinnon, hai almeno una vaga idea di quanto tu sia fantastica? Io ammiro il tuo coraggio, ammiro tuo padre per le sue idee, ammiro tua madre per sua forza di volontà…ma soprattutto ammiro te, sciocco esserino meraviglioso. Hai dimostrato di essere una ragazza degna delle tue origini e io…io…non posso nemmeno esprimerti a parole la mia stima >>.
Marlene si abbandonò fra le sue braccia e lui le accarezzò la schiena con dolcezza, lasciando che le sue emozioni venissero finalmente a galla.
<< Sei la creatura più bella e coraggiosa che io abbia mai conosciuto, McKinnon. E anche la più stronza >>.
Marlene ridacchiò piano, poi lasciò andare la testa sulla sua spalla << Sirius…perché non mi chiami mai per nome? >>.
Felpato trasalì, così le passò la sua giacca << Tieni, mettiti questa. Ti terrà caldo >>.
Le concesse di restare appoggiata a lui e giocherellò con i suoi capelli di ebano, restando in silenzio a riflettere su quanto aveva appreso. Poco dopo Marlene si addormentò, esausta dopo aver pianto a lungo, ma Sirius continuò lo stesso ad accarezzarla. Poi si ricordò tristemente che, fra non molto, il loro patto sarebbe scaduto.



Nel mentre la festa raggiungeva il suo culmine, David condusse Lily a passeggiare in un corridoio poco illuminato. Erano appena le undici, tuttavia la fanciulla si sentiva già terribilmente stanca e non vedeva l’ora di tornare al suo dormitorio. Quella serata era stata un vero e proprio sfacelo da quando era iniziata; gli unici momenti in cui si era veramente divertita erano stati i balli sfrenati con Alice ed Emmeline…e poi il lento con James Potter. Per il resto, voleva soltanto dimenticare tutto con una buona dormita.
In quel momento David le porse l’ennesimo bicchiere di vino elfico che si era portato dietro dalla festa e ruppe la quiete << Oh, finalmente soli >>.
Lily annuì, cercando di essere felice della cosa << Già, non siamo riusciti nemmeno a scambiarci due parole, stasera. La musica era davvero troppo alta >>.
Lui le passò un braccio attorno alle spalle, barcollando leggermente << Mmm, un vero peccato. Avrei voluto parlare con te tutta la sera >>.
<< Davvero? E di che cosa? >>.
David finì il bicchiere tutto d’un fiato e lo scaraventò via << Di qualunque cosa. Non so, per esempio…sai già che cosa farai dopo Hogwarts? >>.
Lily sospirò << Sto prendendo in considerazione diverse ipotesi…da un lato mi piacerebbe continuare con Pozioni, che è la mia materia preferita, e fare qualcosa nel campo della Medimagia, ma in realtà…so che può essere un sogno stupido, ma mi piacerebbe anche essere un Auror >>.
David annuì, anche se aveva un’aria vagamente perplessa << Gli Auror…cioè quelli che combattono i cattivi, no? >>.
Lei finse di sorridere alla sua battuta << Qualcosa del genere >>.
<< Che forza, la mia piccola Lily che spedisce in prigione tutti quei brutti ceffi…>>.
Lily sorvolò su quel “mia” che non le era affatto piaciuto e gli domandò << Invece tu cosa farai? >>.
<< Mah, forse farò le selezioni per i Tornados…ma chissene importa ora, è ancora presto per pensarci >>.
David andò avanti a blaterare su diverse squadre di Quidditch per cui avrebbe voluto giocare, mentre Lily gli camminava in fianco, cercando di evitare che barcollasse troppo dalla sua parte. Senza che se ne fosse resa conto, si erano allontanati parecchio dalla festa, tanto che non si sentiva più nemmeno il rumore della musica.
Ad un certo punto David si fermò e lei, ancora assorta nei suoi pensieri, per poco non gli andò a sbattere contro. Lui la afferrò per le spalle appena in tempo e la fece appoggiare alla parete, chiudendola così fra le sue braccia.
<< Cosa c’è? >> gli domandò Lily, preoccupata.
David abbassò lo sguardo su di lei, fissandola come in trance, poi le strinse forte una spalla e Lily iniziò ad avvertire il panico montarle dentro come una valanga impetuosa. C’era qualcosa che non andava nei suoi modi. I suoi occhi…aveva le pupille dilatate, e continuava a inumidirsi le labbra.
<< David, ti senti bene? >>.
<< Non preoccuparti >> le gracchiò lui con la voce ad un tratto roca << Fra poco faremo qualcosa che mi farà stare meglio >>. 
E lo sguardo gli cadde sulla scollatura dell’abito.
Imbarazzata, Lily si portò una mano sul seno con aria pudica e chiese preoccupata << Vuoi che chiami qualcuno o...? >>.
Ma lui non le diede neanche il tempo di finire la domanda. In men che non si dica si avventò con foga su di lei e tentò di baciarla, ma Lily reagì in tempo e voltò il viso dall'altra parte. Tuttavia David non si diede per vinto, anzi; mugolò e si spinse contro di lei, in modo che non potesse opporsi, continuando a premere come un pazzo sulle sue labbra serrate. A quel punto Lily gli mise le mani sul petto e cercò di allontanarlo con tutta la forza che aveva.
<< David, stai esagerando. Capisco che tu sia ubriaco, ma…>>.
La fanciulla cercò di divincolarsi, ma lui non aveva alcuna intenzione di mollarla << Avanti, Lily. So che mi vuoi >>.
Lei lo spinse via di nuovo << No che non ti voglio! Non sono venuta qui per questo >>.
David scoppiò a ridere << Tutti vengono qui per questo. Dai, divertiamoci un po’…alla fine non c’è nulla di male. Anzi, se preferisci, resterà un segreto fra di noi >>.
<< Ma io non…>>.
<< Tanto so che è quello che vuoi. Aspetti solo che qualcuno agisca, non è così? Non come Potter, che ancora spera di conquistarti…no, tu vuoi un ragazzo che ti prenda e ti faccia godere come si deve! >>.
<< Ma che cosa dici?! >> strillò Lily, terrorizzata << David, lasciami subito…>>.
Tutta la sua resistenza non fece altro che aumentare il suo furore, perché ad un tratto con una mano cercò di strapparle il vestito di dosso per infilarla sotto il corpetto, mentre con l’altra si stava già levando i calzoni. Lily urlò per il disgusto e cercò di lottare per liberarsi dalla sua presa; non voleva essere profanata da quel verme schifoso. Come diavolo aveva fatto a non accorgersi della sua vera indole? In tanti l’avevano avvertita che non godeva di una buona reputazione, ma lei come una stupida non li aveva ascoltati...
Quando comprese che non sarebbe riuscita a bloccarlo, tentò di gridare di nuovo, ma David fu più veloce e le tappò la bocca con una mano, facendola quasi soffocare.
<< Shss, sta’ buona…sarà molto soddisfacente, vedrai…>>.
Lily sentiva disgustata le sue mani formicolare e strisciare sul suo corpo e per poco non le venne da vomitare. Il vestito non era ancora caduto, ma ormai era solo questione di attimi. Poi ad un tratto lui cercò nuovamente di ficcarle la lingua in bocca e Lily, approfittando della situazione, con un atto di coraggio gli morsicò forte le labbra, lasciandovi impressi i denti.
Lui imprecò a gran voce e si ritrasse, così Lily urlò a pieni polmoni << Aiuto! Vi prego, aiutatemi! >>.
Di fronte a quel suo tentativo, David sputò a terra e le sorrise divertito con i denti tutti macchiati di sangue << Non verrà nessuno, Lily. Rassegnati. So che sei un tipo passionale…dimostrami cosa puoi farmi >>.
Subito ricominciò a spingersi contro di lei e, per qualche strano motivo, all’improvviso Lily desiderò che arrivasse James. Era un’assurdità, perché di sicuro lui non l’avrebbe potuto sentirla da così lontano, ma alla sola idea si sentì battere forte il cuore e la speranza tornò a rinascere…
David le afferrò il volto e cercò ancora baciarla, ma Lily lo mosicò di nuovo. Questa volta lui gridò e iniziò a ricoprirla di insulti terribili, schiacciandola contro la parete fin quasi a soffocarla e infilandole le mani al di sotto dellla gonna. Lily riuscì a divincolarsi per un attimo, ma lui la riprese e le bloccò le braccia in alto; ora era completamente in suo possesso e le sue forze iniziarono a venir meno. Alla fine, lui era un ragazzo molto forte e non sarebbe riuscita a trattenerlo ancora per molto...
David stava per avventarsi di nuovo su di lei con più furia di prima, quando la porta del corridoio si aprì violentemente e comparve la persona più sbagliata, o forse la più giusta, del momento. Lily ammutolì, cercando di vedere meglio attraverso le ciglia piene di lacrime. Non era possibile che fosse arrivato proprio mentre lo pensava.
Ubriaco com’era, David non si rese conto della sua presenza, così James avanzò indisturbato alle sue spalle con un’espressione terribile sul volto. Quando alla fine David si accorse di lui, rise di nuovo come un ebete e mollò Lily contro il muro, fronteggiando James. Non aveva uno straccio di possibilità, Lily lo sapeva benissimo: James era forte e sobrio, mentre David barcollava da una parte all’altra, completamente ubriaco. Infatti con un solo colpo James lo mandò al tappeto, spaccandogli la mascella. Lily notò i suoi occhi resi folli dalla rabbia e ne rimase affascinata. Lo guardò finché lui non girò la testa verso di lei, allora si accasciò per terra, sospirando di sollievo. Finalmente era finita e la sua virtù era ancora intatta.
In quel momento David si rialzò in piedi, sputando grumi di sangue, ma, prima che potesse colpirlo, James lo spinse nuovamente a terra.
<< Sparisci >> gli sibilò << E se proverai anche solo a guardarla di nuovo, giuro che sarà l’ultima cosa che farai >>.
David divenne pallido come un fantasma << Potter, io…>>.
<< Ho detto vattene >> scandì minacciosamente James, facendo un passo in avanti.
Fu allora che David si voltò e iniziò a correre, barcollando di qua e di là e andando a sbattere continuamente contro le pareti. Lily e James rimasero a guardare quello spettacolo con aria disgustata finché non si fu allontanato del tutto, poi fra di loro calò un silenzio di tomba. Lily si rannicchiò su sé stessa tremando e non riuscì a impedire che una lacrima le scendesse sul volto. La sua umiliazione non avebbe potuto essere più completa.
James le si accovacciò vicino, con aria stranamente preoccupata << Tutto a posto, Evans? >>.
Lily avrebbe voluto dirgli grazie, ma una domanda più spontanea le salì sulle labbra prima ancora di averci pensato << Perché l’hai fatto? >>.
James si rabbuiò di colpo << Scusa tanto se ho cercato di salvarti da un pervertito, spero tu riesca a superare la delusione >>.
<< No, intendevo dire che ne sono sorpresa. Non me lo sarei mai aspettato da te >>.
James abbassò la testa << Detesto quelli che fanno del male ad una donna. Non credo esista qualcosa di più ignobile >>.
Con la luna che gli illuminava i capelli neri di riflessi argentati era la cosa più bella che Lily avesse mai visto.
<< Grazie >>.
La seconda volta riuscì a dirlo e fece un sorrisetto timido. Non avrebbe mai ammesso che alla fine lui aveva avuto ragione su tutto…ma forse si era meritata quello che era successo. Alla fine, lui aveva cercato di avvertirla in tutti i modi. Borbottando qualcosa fra i denti, James allungò una mano e con un dito raccolse la lacrima che le stava rigando il viso. Lily rimase a bocca aperta e si sentì bruciare nel punto in cui lui l'aveva toccata. Vergognandosi per essersi fatta sorprendere in un momento così vulnerabile, spostò lo sguardo sulle sue nocche e notò che erano tutte rosse.
<< Niente di rotto? >> gli chiese.
James sollevò le sopracciglia. Lily allora gli indicò la mano ferita e lui aggrottò la fronte << A quell’idiota servirà soltanto un po’ di ghiaccio >>.
Lily sorrise. Credeva che gli stesse chiedendo di David << Mi preoccupavo della tua mano, James Potter >>.
<< No >> mormorò stupito James << Mi sono trattenuto >>.
<< E così…per una volta, avevi ragione tu >>.
<< Mi fa piacere che tu lo ammetta, sarei stato troppo meschino a ricordartelo >> poi suo tono cambiò di colpo, lasciando trapelare tutto il disprezzo che nutriva per David << Sei sicura di stare bene? >>.
<< Sì, ora va molto meglio. Grazie, James >>.
James sorrise con quel suo fare magnetico, poi il suo sguardo si fissò sul vestito di Lily. Anche lei si guardò e vide con orrore crescente che era totalmente stracciato: il seno si intravedeva da sotto il corpetto sfasciato e aveva un enorme spacco sulle gambe; evidentemente la debole seta non aveva retto alle mani forzute di David.
Lily arrossì furiosamente: perché quell’anno Potter doveva sempre vederla nei suoi peggiori momenti di vulnerabilità e non al massimo della sua forma? Ricominciò a piangere e tentò di coprirsi con quei pochi brandelli di stoffa che restavano.
James emise una specie di risata sommessa nel vederla arrossire, così si levò la giacca dello smoking e gliela passò << Tieni, usa questa >>.
Lily rimase sbalordita; non era abituata a questo James tutto sorrisi e carinerie. Un bel problema, visto che si era riproposta di odiarlo per sempre. Tuttavia accettò riconoscente la giacca e vi si avvolse dentro. Era calda e cosparsa dell’odore di James, tanto che ebbe il miracoloso potere di farla sentire al sicuro.
<< Vuoi tornare alla festa? >>.
Lily scosse la testa. Non aveva alcuna intenzione di ripresentarsi conciata in quel modo. Di fronte al suo abito stracciato tutti si sarebbero chiesti che cosa le fosse successo e i più maliziosi non ci avrebbero messo molto a fare due più due. Peggio ancora se fosse arrivata con James, poiché si sarebbe potuto pensare che il colpevole era lui.
<< Allora ti va una passeggiata nel parco? Un po’ d’aria fresca magari ti farà sentire meglio >>.
<< Diciamo, Potter, che non voglio la tua compagnia, ma, se te ne vai, vengo con te >>.
<< Alquanto complicata la ragazza >>.
Lily non poté fare a meno di sorridergli << Da quando sei così premuroso nei miei confronti? >>.
<< Da sempre, mia cara Evans >> le rispose lui, aiutandola ad alzarsi << Solo che tu hai sempre rifiutato le mie attenzioni. E poi, se resto in tua compagnia, almeno non mi viene l’istinto di rincorrere Fawcett e trasformarlo in un verme per il resto dei suoi giorni >>.



Nel mentre camminavano affiancati verso il Lago Nero, Lily si strinse nel suo mantello invernale, cercando di trattenere più calore possibile. Fortunatamente James aveva pensato bene di passare prima dalla Sala Comune, così lei si era potuta cambiare, nascondendo sotto il cuscino l’abito tutto stracciato mentre Mary e Hestia dormivano. Emmeline e Alice invece non erano ancora tornate e ciò l’aveva colmata di sollievo; in tal modo avrebbe avuto tutto il tempo necessario per elaborare una scusa decente a giustifica dello stato pietoso del vestito la mattina seguente.
Quando poi aveva raggiunto James davanti al buco del ritratto, aveva notato subito che anche lui a sua volta si era cambiato e bardato di tutto punto, inoltre aveva anche avuto la saggia idea di prendere una coperta da poggiare a terra per sedersi, la stessa del loro picnic. Lily aveva trattenuto a stento un sorriso trionfante: se James si era cambiato, ciò significava che non aveva alcuna intenzione di tornare alla festa più tardi…e che quindi avrebbe lasciato da sola la povera Rose King. Ma alla fine aveva stabilito di tenere per sé i suoi pensieri e l’aveva seguito senza fare commenti.
Ora, camminando di fianco a lui, pensò che sarebbe stato un vero miracolo se il giorno dopo entrambi non avessero avuto la febbre, ma poco importava. Un po’ d’aria fresca era davvero ciò di cui aveva bisogno, dopo tutte le emozioni di quella serata. Per fortuna non nevicava da alcuni giorni, pertanto il prato era solamente ghiacciato. Stabilirono di accomodarsi a poca distanza dal lago Nero e si sdraiarono l’uno accanto all’altra a osservare le stelle. Senza tutte le luci del castello, offrivano davvero uno spettacolo meraviglioso.
<< Wow >> commentò Lily, rompendo il silenzio << Preferisco decisamente questo all’ora di Astronomia >>.
<< Già >> rispose James << Guardarle attraverso un binocolo è bello, ma qui…è tutta un’altra cosa >>.
Lily rimase in silenzio ancora per qualche istante. In quel momento, al buio, fu sconvolta dalla consapevolezza che James fosse a pochissimi centimetri da lei. Si sentiva stupita dall’elettricità imprevista che si sentiva scorrere nelle vene, meravigliata di poter avvertire la sua presenza ancora più del solito. Per un attimo fu quasi vinta dal folle impulso di cercarlo, toccarlo, accarezzargli il viso almeno una volta, approfittando dell’oscurità.
Si tirò su di scatto, arrossendo << Non ti ho ancora ringraziato a dovere per questa sera. Se non fosse stato per te…>>.
Incrociò le braccia, badando a tenerle bene strette attorno al suo corpo, e strinse i pugni. Stava certamente impazzendo.
Anche James si mise a sedere, passandosi una mano fra i capelli << Non dirlo neanche, Evans >>.
Lily lo studiò affascinata, sorridendo come una stupida quando notò che le loro posture erano identiche. Non aveva mai notato quanto fossero belli e morbidi i suoi capelli, quanto i suoi occhi nocciola brillassero attraverso le lenti degli occhiali, quanto fosse regolare il profilo del suo naso, persino con la punta leggermente arrossata per il freddo, quanto fossero carnose e invitanti le sue labbra…scosse la testa e tornò a guardare il cielo, pensando a qualcosa da dire per distrarsi. Era assolutamente ridicolo che si sentisse così elettrizzata.
<< Non mi hai mai parlato della tua famiglia, Potter >>.
Le sopracciglia di lui si sollevarono dalla sorpresa << La mia famiglia? >>.
<< Sì. Non so neanche se hai fratelli o sorelle, un cane o un gatto, un pesce rosso o un criceto…non so nulla >>.
<< Non pensavo ti importasse >>.
<< Beh, ora mi importa >>.
James sorrise e i suoi denti bianchi luccicarono nell’oscurità << Molto bene. I miei genitori si chiamano Charlus e Dorea Potter. Mia madre era una Black, una cugina del padre di Sirius, ma ha scelto di rinnegare la sua famiglia e ha sposato mio padre che, per le sue amicizie babbane, viene considerato un traditore del suo sangue >>.
<< Allora dev’essere una donna coraggiosa >>.
<< Lo è, ma soprattutto è tremendamente testarda >>.
<< Come qualcuno >> rise Lily.
James sorvolò su quella frecciatina e proseguì << Voglio molto bene a mia madre, anche se a volte mi sta troppo addosso. Essendo figlio unico, mi riempie di attenzioni, per non parlare poi di quando vengono i miei amici…una cosa imbarazzante. Tutto l’opposto di mio padre, invece. Lui è uno che sta al suo posto. Lavora al Ministero della Magia, perché presta servizio come Auror…un giorno spero di prendere il suo posto >>.
Lily trasalì << Vorresti diventare un Auror? >>.
<< Penso sia il mio sogno nel cassetto. Tu ne hai qualcuno? >>.
<< Diventare la più grande pozionista di tutti i tempi >>.
Lui scoppiò a ridere << Ah beh, sono scelte >>.
<< Quindi in questo momento tuo padre combatte contro i Mangiamorte? >>.
<< Gli sta dando la caccia, sì >>.
<< E non hai paura per lui? >>.
<< Mio padre è uno dei maghi più abili che io abbia mai visto. Ce ne vuole, di fegato, per riuscire a tenergli testa >>.
A quel punto Lily rimase in silenzio, a meditare su quanto aveva appreso. Se il padre di James era un Auror, avrebbe potuto chiedergli alcune informazioni su che tipo di lavoro fosse, come fossero gli esami necessari per diventarlo…finalmente aveva trovato qualcuno che condivideva i suoi stessi sogni e progetti.
<< Ora tocca a te, Evans. Parlami della tua famiglia >>.
Lily ritornò alla realtà e abbassò lo sguardo, sbuffando << Oh, beh…è complicato >>.
James le sorrise in modo incoraggiante << Farò uno sforzo >>.
<< Come sai, i miei genitori sono babbani. Vivono una vita piuttosto tranquilla in un piccolo villaggio di nome Little Whinging, nel Surrey. Mio padre lavora nel campo della ferramenta ed è una delle persone più curiose che io abbia mai conosciuto. Si interessa di tutto, dalla politica allo sport, ma ama soprattutto conoscere i dettagli del mondo della magia. Non a caso lui è stato il primo a sostenermi, quando ho ricevuto la lettera per Hogwarts. Invece mia madre è un’ impiegata, lavora nell’ufficio di un avvocato, ed è una donna molto pragmatica e sicura di sé. Quanto a mia sorella, beh…io e Petunia non ci parliamo veramente da anni >>.
<< Come mai? >>.
<< Un tempo eravamo molto unite, ma non appena ho scoperto di essere una strega, lei ha iniziato a evitarmi. Pensa, ora arriva persino a negare di avere una sorella! >> Lily si lasciò andare ad un lungo sospiro << All’inizio credevo che i rapporti fra noi sarebbero migliorati con il tempo, ma ormai credo che ciò non accadrà mai. Per questo io ho iniziato ad uscire con…>>.
<< Piton >> concluse James per lei.
<< Sev è stato il mio unico amico per anni. Quando tornavo a casa per l’estate, non ero triste perché sapevo che ci sarebbe stato lui a tenermi compagnia. Siamo stati buoni amici per un sacco di tempo. Fino a quando, quel giorno…>>.
<< Mi dispiace per come ci siamo comportati >> la interruppe James, la voce ad un tratto tesa << Io…ammetto di essere solo un idiota, il più delle volte >>.
Lei si voltò a fissarlo, sorridendo nell’oscurità << Vorrai dire sempre >>.
James ridacchiò piano << Ehi, ora non esageriamo. Ogni tanto faccio anche qualcosa di buono >>.
Lily scoppiò a ridere, poi abbassò lo sguardo sulle sue mani, che stavano tremando dal nervosismo. Improvvisamente si rese conto che non provava più freddo da un po’, anzi si sentiva pervasa da un piacevole calore. Non avrebbe mai creduto che si sarebbe trovata tre giorni prima di Natale a chiacchierare con James Potter come se niente fosse. E stava pure iniziando a ricredersi sul suo conto…
<< A che pensi? >>.
Lily scosse la testa << Niente, solo…sono felice di essere qui >>.
James le sorrise << Anch’io >>.
<< Ho un’altra domanda, signor Potter >>.
<< Mi dica >>.
<< Anche se, forse, è un po’ personale…>>.
<< Non ha importanza, chiedi quello che vuoi. Mi piace soddisfare ogni tua curiosità >>.
<< Perché proprio un cervo? Voglio dire…una volta completata la formula da Animagus, perché hai scelto di trasformarti in un cervo? >>.
James sospirò e rimase in silenzio per qualche istante, poi, improvvisamente si alzò in piedi << Te lo faccio vedere >>.
Lily si sentì immediatamente in colpa e fece retromarcia, sebbene fosse estremamente curiosa << Se è una cosa troppo privata lascia perdere, non volevo certo…>>.
<< Ma no, Evans. Solo, ti prego, non rivelare questo mio lato romantico a troppe persone. Ho una certa reputazione >>.
Lily rise di nuovo, mulinando la chioma rossa << D’accordo >>.
Con sua grande sopresa, James estrasse la bacchetta. Lei rimase a fissarlo incantata, mentre chiudeva gli occhi e faceva dei respiri profondi, come se cercasse di rilassarsi. Poi la sua espressione divenne talmente intensa e concentrata che la fanciulla smise di sorridere e iniziò a pensare che forse le ragioni della scelta di James avessero radici più profonde di quanto pensasse.
<< James? >>.
Lui le fece cenno di fare silenzio e Lily gli obbedì, assolutamente rapita.
<< Expecto Patronum >> mormorò a quel punto James.
Trascorsero alcuni istanti, poi, improvvisamente, uno strano flusso argentato, simile a vapore, scaturì dalla sua bacchetta; Lily scattò in piedi per la sorpresa, ma in attimo James fu al suo fianco per tranquillizzarla.
<< Non avere paura >> le sussurrò << Guarda >>.
La fanciulla osservò con stupore crescente che la misteriosa scia aveva assunto ora dei contorni più definiti, ma era di una luce così abbagliante e accecante che dovette socchiudere gli occhi per riuscire a capire che cosa fosse. Poi tutto le fu chiaro: un cervo. Galoppava con aria solenne, mulinando le lunghe corna; i suoi zoccoli non lasciavano tracce sul terreno, mentre la guardava con i grandi occhi d’argento. Era semplicemente la cosa più bella che Lily avesse mai visto. Ed emanava energia pura, così intensa e positiva che si sentì subito meglio solo a guardarlo.
Lentamente, la ragazza tese una mano tremante, nella speranza di toccarlo. La creatura si avvicinò a lei e abbassò il capo sormontato dalle grandi corna, come una sorta di saluto, ma, all’ultimo secondo, quando ormai era sul punto di sfiorarlo, svanì. Lily rimase bloccata a fissare il punto in cui era scomparso, la mano ancora protesa in avanti. Solo dopo parecchi minuti riuscì a riprendersi dallo stupore e si voltò a guardare James, che era alle sue spalle e la fissava in un modo talmente intenso da farle tremare le ginocchia.
<< Come…>> le mancava quasi il fiato << Come ci sei riuscito? Quello…quello è un incantesimo di altissimo livello. Nemmeno i maghi adulti ci riescono >>.
James le si avvicinò, continuando a fissarla << Mi sono allenato. Ora hai scoperto anche il mio lato romantico, Lily Evans >>.
Lei sostenne il suo sguardo << Sì, ora mi è tutto chiaro. Anche il tuo soprannome, Ramoso…ora capisco ogni cosa. Ma come hai fatto a evocarlo? >>.
<< Beh, bisogna concentrarsi su un solo ricordo molto felice. Il più felice di tutti >>.
Lily deglutì piano << E…qual è il tuo? >>.
James scosse la testa. Ormai le era così vicino che le nuvolette provocati dai loro fiati si condensavano insieme.
<< Non posso dirtelo. Ti arrabbieresti >>.
<< Perché? >>.
<< Perché riguarda te >>.
<< Il tuo ricordo più felice riguarda…me? >>.
<< Lily…>> James chiuse gli occhi, sospirando << Tu non hai idea di che cosa significhi per me. Non sai che effetto ha su di me il solo guardarti, oppure il vederti ridere…non lo sai. Non sai quanto tempo potrei restare anche solo fermo a fissarti, l’unico problema è che poi non riuscirei a resistere dal baciarti >>.
Lily si limitò a guardarlo. Tremava, e non certo per il freddo.
<< Sono così…stanco di tutto questo >>.
Lei lo fissò << Di cosa? >>.
Quando aprì di nuovo gli occhi, James aveva davvero l’espressione più triste del mondo e sembrava esausto.
<< Spiegami, James >> mormorò Lily con voce tremula.
Lui scosse la testa. Le loro labbra, però, erano talmente vicine che Lily avvertiva il suo respiro. E lo sguardo di James era così magnetico, così intenso…come avrebbe potuto resistergli?
<< Sono…sono stufo di dover nascondere ciò che provo per te >>.
A quel punto, Lily decise finalmente di lasciarsi andare. Non gliene importava nulla delle conseguenze, ci avrebbe pensato più tardi: in quel momento contava solo James. E sapeva perfettamente cosa doveva fare. Anzi, non riusciva ad immaginare qualcosa di più giusto.
Da lontano, l’orologio del castello rintoccò piano la mezzanotte. Un suono lugubre, lento e cadenzato. Allora Lily si sollevò piano sulle punte dei piedi e si allungò verso di lui, tremando per la tensione. Gli appoggiò una mano sulla guancia, assorbendone tutto il calore, e James sbattè le palpebre dalla sorpresa, ma non si mosse.
<< Non starmi mai più lontana, Lily. Ho bisogno di te >>.
Completamente in trance, Lily annuì, comprensiva << Lo so, James >>.
Fu la prima ad avvicinarsi, piano, molto piano, come se temesse di spaventarlo, quando in realtà era lei quella più terrorizzata dei due. Il cuore le batteva così forte che ormai era diventato come un rombo sordo nelle sue orecchie, ma non le importava. Alla fine, quando ormai furono così vicini che non riuscì più a distinguere i contorni del viso di James, chiuse gli occhi e posò le labbra sulle sue.
Fu un contatto lievissimo, leggero come una piuma, tuttavia Lily si sentì come attraversata da un fuoco improvviso: il sangue le ribollì nelle vene e il suo stomaco si contorse dal piacere, mentre ogni pensiero o preoccupazione svaniva completamente dalla sua testa. In quel momento c’erano soltanto James Potter e le sue labbra, che avevano il potere di farla sentire più viva che mai. E in quello stesso istante comprese che voleva tutto di lui. Esattamente così com’era.
Ad un tratto, le braccia forti di James le cinsero la vita. L’attirò a sé e Lily avvertì i loro corpi aderire l’uno all’altro, le gambe che si allacciavano, i fianchi premuti contro i fianchi, i petti che si sollevavano allo stesso identico ritmo, come se fossero una cosa sola. James la sospinse leggermente contro il tronco di un albero e si strinse a lei, impedendole di muoversi, bloccandola con il suo corpo, come aveva fatto David un’ora prima. Ma ora era una situazione completamente diversa, perché lei voleva che James la stringesse, voleva sentirsi sua, in tutti i sensi, esattamente come aveva sempre desiderato.
James continuò a baciarla, dapprima con dolcezza, riservandole dei piccoli, deliziosi baci agli angoli della bocca, poi più a lungo, con tenerezza, scendendo anche fino al collo, mentre Lily rovesciava la testa all’indietro, sprofondando pian piano in un oblio di piacere che non credeva potesse esistere. Si arrese completamente ai sensi, al sapore di lui, al profumo della sua pelle. Il suo corpo era scosso da continui brividi, eppure si sentiva così in fiamme e piena di vita che avrebbe potuto evocare un Patronus all’istante.
Alla fine James tornò alle sue labbra, baciandole con un’intensità straordinaria e sfiorandole con la lingua il bordo dei denti. A quel punto Lily aprì un po’ di più la bocca, in attesa di baci ancora più profondi, senza più timore di mostrargli quanto in realtà lo desiderasse. Per baciarlo con la stessa intensità e con lo stesso ardore con cui lui baciava lei.
Poi, con suo enorme sgomento, James si fermò e allontanò la bocca dalla sua, sul volto un’espressione pietrificata << Scusami, Lily…mi sono lasciato prendere la mano. Pensavo…>> scosse la testa e si mise le mani fra i capelli << Con te, io…Lily, non volevo…>>.
<< Basta >> rantolò Lily. Non riusciva a sopportare il fatto che lui si scusasse per averla baciata; non lo sopportava perché era stata lei a volerlo, e avrebbe anche voluto che lo rifacesse. Subito.
James continuò a farfugliare << Scusami, ho fatto la figura dell’approfittatore…e non volevo assolutamente obbligarti…>>.
Lily lo zittì all’istante con un altro bacio, tirandolo verso di lei e premendo le labbra sulle sue. Sapeva che non c’era alcuna logica nel suo atteggiamento, ma, per una volta, al diavolo la razionalità. Non riusciva a smettere di volerlo. Il bacio di James si fece sempre più intenso, disperato, e Lily non fu certo da meno. Non si era mai sentita così vicina al paradiso e in quel preciso istante, mentre lo baciava con passione, capì che avrebbe dato qualsiasi cosa per lui.
Anche la sua stessa vita.
   
 
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