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Autore: Blunder    27/02/2017    3 recensioni
Ciao a tutti, questa è la mia prima ff, dopo aver letto tanto, sto cercando di cimentarmi in questa nuova esperienza.
Usagi è una neodiplomata che si trova ad affrontare le incertezze del suo futuro immediato, potrà contare sulle sue inseparabili amiche. Ma cosa le riserverà il futuro? Riuscirà a trovare l'amore?
Tratto dal primo capitolo "....chiuso il telefono Usagi si mise distesa sulla schiena e incominciò a ripensare alle parole di Mina, i ragazzi, già, chissà se prima o poi qualcuno avrebbe fatto breccia nel cuore spento e triste di Usagi, anche se all'esterno era sempre vivace e allegra, da sola era sempre malinconica,come se non si sentisse completa, con questi ultimi pensieri si addormentò." Spero che la mia prima ff possa piacervi.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mamoru/Marzio, Seiya, Un po' tutti, Usagi/Bunny | Coppie: Mamoru/Usagi
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
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I giorni passarono velocemente e quel pomeriggio Usagi aveva in programma la simulazione dei test di ammissione all'università con le altre, ma il test era l'ultimo dei pensieri di Usagi in quel momento.
<< Mamoru...dove sei...perché non mi hai chiamata in questi giorni...perché non mi rispondi al telefono..ti sei preso gioco di me? No, non ci credo...io sento che ti è successo qualcosa, questa sensazione è troppo forte, devo capire, devo sapere come stai e dove sei, c'è qualcosa che non va...oppure mi sto solo illudendo che ti importi realmente qualcosa di me? >> - << chissà se Motoki sa qualcosa, chissà se ha sue notizie, forse Mamoru è passato al Crown in questi giorni...forse Motoki può aiutarmi..magari potrei passare da lui prima di raggiungere le altre da Rei... >> Usagi era incerta, impaurita e dubbiosa al riguardo e prima di andare al Crown ci pensò su parecchio, camminando più lentamente del solito, poi prese coraggio e una volta entrata trovò Reika al bancone che discuteva animatamente con Motoki.
<< Reika ora basta, devo lavorare, ne parliamo stasera, e comunque sai benissimo come la penso su tuo zio e soprattutto sul mio...>>
<< e tu sai benissimo che questa situazione non può cambiare e nessuno può impedirlo... >> 
I due furono interrotti dall'arrivo di Usagi
<< ah guarda è arrivata l'amichetta di Chiba...oggi sei sola biondina? Le tue amichette non vengono a salvarti da una brutta situazione anche oggi? >> disse Reika con tono acido,
<< Reika lascia stare Usagi e per favore vattene ora.... >>
<< no Motoki lasciala parlare...non ho paura di una gallina come lei... >> rispose Usagi con tono di sfida,
<< come ti permetti piccola...sei solo una poco di buono che ronza intorno a ragazzi più grandi e ti meriti una bella lezione! >> urlò Reika che stava per schiaffeggiare Usagi ma la mano di Motoki la bloccò, << Reika ora basta...stai esagerando...ti prego di uscire da qui, rischi di spaventarmi i clienti, ti ripeto, ci vediamo alla chiusura e ne parliamo... >> disse Motoki in tono serio guardando Reika negli occhi,    << bene Motoki...ora la difendi anche...che succede? Fa la carina anche con te? >> disse Reika staccandosi con forza dalla presa di Motoki,
<< come ti vengono in mente certe cose??? Sai benissimo che rapporto ho con Usa e sai benissimo che per me è come una sorella minore...ti conviene chiedere scusa a me ed Usagi per queste insinuazioni... >> rispose Motoki serio,
<< non chiedo scusa a nessuno io! Motoki...non credo proprio che alla chiusura ci vedremo...pondera bene le tue future azioni! >> così dicendo, Reika uscì fuori dal locale non dando possibilità di rispondere ai due.

<< Mo-motoki grazie...e scusami per aver causato tutto questo... >> disse Usagi mortificata,
<< tranquilla Usa...Reika è insopportabile...sai forse lo è sempre stata e io sono uno stupido...Mamoru mi dice che merito di meglio...chissà... >> rispose Motoki triste.
A quel nome il cuore di Usagi si fermò
<< Motoki...dov'è Mamoru? >>
<< eh? >>
<< ti ho chiesto dove sta...ecco...non lo sento da giorni e sono preoccupata... >>
<< Usa...Mamo sta attraversando un periodo particolarmente difficile...e io non posso parlatene...deve essere lui a dirti tutto...so che ha fatto un grosso sbaglio a sparire cosi improvvisamente, ma vedi, lui è fatto così, è una persona complicata...ha sempre avuto un carattere difficile, e gli ultimi avvertimenti non lo aiutano di certo, però da quando ti conosce l'ho visto diverso sai? Magari puoi aiutarlo in questo periodo...sai difficilmente lui avvicina le persone, in particolar modo le ragazze...dopo l'ultima esperienza poi.. >> - << che pettegolo che sono...scusami >> concluse Motoki,
<< Motoki...io non so come rintracciarlo... >> rispose triste Usagi,
<< tieni Usa...questo è il suo indirizzo...non so se lo trovi in casa, però è un tentativo no? >> Motoki sorrise alla ragazza sperando di incoraggiarla,
<< grazie...magari ci passo stasera...ora ho appuntamento con le altre... >>
<< va bene Usa, salutami Mako e le altre >>
<< ok, grazie di tutto, grazie per avermi difeso prima e grazie per il resto... >> rispose Usagi forzando un sorriso, uscì dal Crown con tanti dubbi e poche certezze, il sole estivo del pomeriggio picchiava sulla nuca della bionda, che con passi lenti si recava al tempio da Rei e le altre << Chissà cosa preoccupa tanto Mamoru...devo passare da lui o dargli spazio e tempo? In fondo se non mi ha cercata in questi giorni evidentemente non vuole coinvolgermi nella sua vita...sono cosi confusa... >>.

Usagi giunse al tempio e con espressione afflitta entrò in camera di Rei
<< ehi Usa che succede? Oggi sei stranamente in orario... >> domandò Rei spalancando gli occhi
<< beh questo vuol dire che la nostra Usagi sta prendendo seriamente la preparazione al test giusto Usa? >> Chiese Ami
Le 4 guardavo Usagi che ancora sulla porta non aveva pronunciato una parola, la bionda prese posto al tavolo senza rispondere o guardare le amiche,
<< Usa che ti prende? >> Chiese preoccupata Minako
<< stai bene? >> Aggiunse Makoto
Usagi alzò lo sguardo verso le sue amiche e iniziò a piangere << no, non sto bene, non sto per niente bene, io, io non so cosa fare! >>
Parole e lacrime si mischiavano, singhiozzi e rabbia uscivano dalla bocca di Usagi che si sentiva piccola e impotente di fronte quella situazione e sentiva che era giunto il momento di parlarne con loro, le sue più care amiche, la sua ancora, loro erano una certezza nella sua vita.
<< Usa che succede? Parla ti prego... >> Rei preoccupata supplicava Usagi, le 4 si avvicinarono alla bionda abbracciandola, cercando di farla calmare <>.

Cosi dicendo Usagi si liberò delicatamente dall'abbraccio delle amiche e iniziò a raccontare tutto, dal bacio, alla litigata tra Motoki e Reika, non tralasciando nulla, era come un fiume in piena << e quindi non so cosa fare... >>  concluse la bionda
<< Usa che ci fai ancora qui? Va da lui... >> disse dolcemente Rei, cercando di chiarire le idee della sua amica
<< eh? E il test? >> Chiese sorpresa la bionda
<< Usagi...il test lo faremo tra qualche giorno...hai bisogno di chiarire con lui... >> le disse Ami rassicurandola
<< dai muoviti su! Vai da Mamoru e non perdere altro tempo! >> La incitò Minako
<< Usa...quella stregaccia di Reika non me la racconta giusta e la discussione alla quale hai assistito al Crown potrebbe riguardare anche Mamoru...se non mi sbaglio Motoki ha nominato suo zio...cioè il padre di Mamoru, giusto? >> Chiese Makoto
<< si credo di si...ecco...credo che solo Mamoru potrebbe chiarire questa situazione...grazie amiche mie..io..io vado da lui! >> , Usagi si alzò in piedi e guardando con gratitudine le sue amiche uscì fuori dal tempio per raggiungere l'appartamento di Mamoru.

Correva, correva a perdifiato, e nel frattempo ripensava alle parole di Motoki "...Mamo sta attraversando un periodo particolarmente difficile...e io non posso parlatene...deve essere lui a dirti tutto..." Ma davvero le avrebbe detto tutto? In fondo loro due cosa erano? Presa da questo dubbio Usagi si bloccò, cercava di riprendere fiato. Mentre goccioline di sudore scendevano dalla fronte accaldata, il caldo e i pensieri le facevano esplodere la testa.
In fondo che diritto poteva avere lei? Cosa poteva pretendere da lui? Si conoscevano da pochi giorni e lei non si credeva meritevole di spiegazioni o altro, ma la sua cocciutaggine prese il sopravvento e ricominciò la sua corsa. Interminabili minuti dopo Usagi si trovava fuori quella palazzina residenziale e si avvicinò al citofono cercando l'appartamento di Mamoru.
"Mamoru Chiba terzo piano scala A" ma prima di bussare fu colta nuovamente dai dubbi e titubava, bussare o no? E cosa gli avrebbe detto?
Nel frattempo una coppia di anziani stava rientrando e non prestarono molta attenzione alla ragazza, aprirono il portone ma viste le numerose buste della spesa si trovavano in evidente difficoltà, Usagi notò la coppia e si precipitò a dare una mano.
<< grazie tesoro, stai cercando qualcuno? >> chiese la donna anziana
<< io, ecco, sto cercando un amico...Mamoru Chiba >>
<< ah Mamoru, quel giovanotto cosi garbato, è da qualche giorno che non si vede, vero caro? >> Chiese la donna al marito
<< beh dopo la visita di quell'uomo, non l'ho più visto >> rispose distratto l'anziano.
Usagi si bloccò un attimo a quelle parole '...un uomo...che sia suo padre? O lo zio di Reika e soprattutto Reika cosa c'entra in tutto questo?'.
I pensieri di Usagi furono interrotti dall'anziana donna
<< cara come hai detto che ti chiami? >>
<< eh? Usagi signora, Usagi Tsukino >>
<< bene Usagi, io sono Kioko e lui è mio marito Jin,vuoi entrare a bere qualcosa di fresco? Sei stata così gentile ad aiutarci >> disse l'anziana sorridendo,
<< la ringrazio ma ora devo andare e si figuri per l'aiuto >> con un breve inchino Usagi salutò la coppia e si diresse all'appartamento di Mamoru, ormai era lì, non aveva il coraggio di bussare, era troppo confusa e non sapeva nemmeno da dove inziare...

Tre giorni prima: appartamento di Mamoru ore 9:00
Un bussare insistente e insopportabile aveva svegliato Mamoru
<< ma chi può essere a quest'ora? >> aveva bofonchiato il ragazzo ancora con la bocca impastata dal sonno e gli occhi semichiusi, Mamoru aprì la porta non aspettandosi minimamente di vedere quella persona nel suo appartamento,
<< Papà??? cosa ci fai qu? >> chiese Mamoru sorpreso e infastidito contemporaneamente, sapeva che prima o poi quel momento sarebbe arrivato, sopratutto dopo le sue ultime mail.
<< Mamoru cosa significa che rinunci? ti sei bevuto il cervello! >> disse l'uomo entrato di prepotenza nell'appartamento
<< oh ciao anche a te papà, prego accomodati pure! >> rispose Mamoru con un tono ironico ma infastidito
<< Mamoru non è il momento di fare lo spiritoso! mi spieghi cosa significano quelle mail? cosa hai intenzione di fare? >> , Mamoru ancora fermo sulla porta osservava suo padre che aveva preso posto sul divano nero in ecopelle in salone, Hitoshi Chiba, un uomo sulla sessantina, capelli neri pettinati all'indietro, basette e baffi brizzolati, vestito elegante come sempre, guardava suo figlio con sguardo serio aspettando una risposta, << beh? che fai lì impalato? ti decidi a rispondere? >>
Mamoru chiuse violentemente la porta e preso da un'insolita furia e si piazzò davanti al padre e  con sguardo deciso quasi a sfidarlo iniziò a parlare << vieni qui senza preavviso, fai baccano, mi aggredisci e pretendi pure delle risposte? >>
<< fino a prova contraria quest'appartamento è mio, quindi posso venirci quando voglio e perfino sbatterti fuori figliolo... >> Hitoshi disse quest'ultima frase con tono di sfida, ma Mamoru non si lasciava intimidire << a che gioco stai giocando papà? >>
<< questo devi dirmelo tu Mamoru... >>
<< sai benissimo cosa significano quelle mail...io rinuncio al lavoro.. >>
<< cosa??? Tu hai firmato un contratto Mamoru! >>
<< e non ho intenzione di rispettarlo! >>
Il tono della voce di Mamoru si fece più alto, tanto da lasciare suo padre con un'epressione  quasi impaurita, Mamoru prese ancora più coraggio alla vista di quel cambiamento << non mi interessa di lavorare li, non dopo quello che mi è stato fatto... >>
<< Mamoru quella è stata una ragazzata...qui c'è ben altro in ballo e lo sai benissimo... >>
<< si, i tuoi fottuti soldi papà! >> , Mamoru continuò ad alzare il tono della voce, ormai era una furia,
<< i miei 'fottuti' soldi ti hanno permesso una vita agiata e un'istruzione d'elite ed è grazie a me che sei un medico a 26 anni Mamoru! >> Hitoshi aveva ripreso il controllo di sè e della conversazione guardando fisso Mamoru,
<< oh grazie mille paparino! grazie per avermi scelto la carriera, grazie per avermi scelto il futuro! >> Mamoru tratteneva le lacrime provocate dalla rabbia,erano lì, sospese.
<< stare con quel fallito di tuo cugino Motoki ti ha rammollito Mamoru... >>
<< non parlare di lui in quel modo...non te lo puoi permettere... >> Mamoru stringeva i pugni, le nocche si fecero bianche per il nervoso,
<< oh io posso Mamoru, posso tutto, ti do un mese e mezzo di tempo, a settembre ritorni a Miyako, non ho investito tutti quei soldi nella nuova ala ospedaliera per beneficenza, ma per farti avere un lavoro >> detto questo Hitoshi si alzò e si avvicinò al figlio << un mese e mezzo Mamoru...non oltre >>.
Mamoru era ancora lì fermo impassibile, fissava nel vuoto, non aveva degnato di uno sguardo il suo interlecutore e non gli rispose nemmeno, nel frattempo alle sue spalle la porta si chiuse e calò il silenzio in quell'appartamento, dopo qualche secondo, preso da una furia cieca, Mamoru inziò a buttare a terra e rompere tutto ciò che si ritrovava avanti, lampade, libri, vasi << maledetto! tu! il tuo appartamento! i tuoi soldi! ti odio! >> un oggetto e un altro ancora scaraventati a terra , scandivano le parole di Mamoru,
<< Usagi...come farò ora...devo rinunciare a te...perdonami... >> ,Mamoru si accasciò a terra stringendo i pugni e piangendo, non piangeva da anni, ma in quel momento era l'unica cosa che riusciva a fare, piangeva per la rabbia di non riuscire a tener testa a suo padre e piangeva per Usagi, quella ragazza che gli aveva rubato il cuore...

Dopo tre giorni Mamoru era ancora in casa, il disordine era sovrano, cocci a terra, avanzi di cibo in giro per casa e tapparelle abbassate, in quel momento qualcuno stava bussando alla sua porta, un tocco incerto e delicato, Mamoru raggiunse velocemente la porta e aprendola << cosa vuoi ancora?? >> senza guardare chi fosse gridò con cattiveria , poi si rese conto di chi fosse,
<< U-Usagi...che ci fai qui? >>
Usagi era ancora imobilizzata, il tono usato da Mamoru poco prima l'aveva praticamente pietrificata << Io..io...ecco...tu...eri sparito...io ero preoccupata...scusami... >> Usagi balbettava e ancora imbarazzata fece per andarsene ma Mamoru la bloccò per il polso,
<< Usa, scusami, vieni entra...devo parlarti... >> rispose Mamoru in tono serio, era meravigliato di se stesso e del coraggio che aveva fatto capolino in quel momento ,Usagi allentò la presa ed entrò nell'appartamento, lo spettacolo che le si presentava davanti era come un campo da guerra, Mamoru si rese conto delle condizioni in cui viveva da 3 giorni solo in quell'istante, come se la presenza di Usagi lo avesse risvegliato , << scusa il disordine... >>.
<< Mamo...prima di parlare...che ne dici se mettiamo tutto in ordine? >> chiese Usagi abbozzando un sorriso
Mamoru sorrise, Usagi era davvero speciale, nonostante il silenzio di quei giorni, lei era li, senza fare scenate, e si era anche offerta di aiutarlo.
<< si Usa, è un ottima idea >> concluse Mamoru più rilassato di prima, i due ragazzi iniziarono a sistemare casa, spazzando, raccogliendo e cercando di sistemare il più possibile, scambiandosi sguardi e sorrisi.

<< che faticaccia... >> sospirò Usagi
<< sei stata gentilissima Usa, vuoi qualcosa di fresco? >> , la ragazza annuì e prese posto sul divano, mentre Mamoru era in cucina a prendere del thè fresco. 'Chissà cosa gli è successo, era sconvolto...non ho il coraggio di chiedergli nulla, forse dovrei andare via, non so che fare...',il ritorno di Mamoru interuppe i pensieri di Usagi, che era seduta sul divano, esattamente nello stesso posto di suo padre e in quel momento Mamoru capì, doveva dirle tutto, non aveva senso continuare a farla soffrire, per loro non esisteva futuro, nessun noi,niente di niente, solo il ricordo di qualche giorno di felicità. Prese posto accanto a lei e iniziò a parlare.
<< tieni Usa... >>
<< oh grazie.. >>
<< Usagi, vedi, io, io devo raccontarti delle cose... >>.
Usagi temeva il peggio osservando il viso scuro e serio del ragazzo
'sicuramente tutto questo riguarda la visita di quell'uomo a cui accennava il signor Jin e sicuramente centra anche la discussione di Motoki e Reika...' pensò Usagi, nel frattempo Mamoru raccontò ad Usagi della visita di suo padre, era come un fiume in piena, dell'obbligo che doveva rispettare e quindi del suo imminente trasferimento.

Usagi per tutto il tempo aveva fissato il bicchere mezzo pieno, non trovando le parole adatte a quella situazione, ma in quel momento preferiva essere egoista piuttosto che comprensiva, voleva ancora quelle labbra, desiderava ancora stringersi a lui, anche se per poco, non voleva ancora dirgi addio,non ancora almeno.
<< ...e quindi a settembre devo andare via...perdonami Usagi, avrei dovuto dirti tutto subito...perdonami... >> disse mortificato Mamoru,
<< no Mamoru, io non sono nessuno nella tua vita, non avevi l'obbligo di dirmi nulla...però...se vuoi...fino a settembre possiamo continuare a vederci... >> disse la ragazza con un tono sereno ma triste, Usagi sapeva che a settembre sarebbe stato tutto più difficile, ma non voleva rinunciare a quel poco di tempo insieme a lui.
Mamoru la guardò sorpreso, non riusciva a credere a quelle parole, chissà forse non tutto poteva andare perso. Anche se sapeva che dopo sarebbe stato puù difficile dirle addio, ma non voleva lasciarla andare, voleva illudersi per una volta.
<< Usa, io, ecco...si, lo vorrei tanto >> ,detto questo Mamoru si piegò verso Usagi si avvicinò quasi a sfiorarle le labbra, Usagi a quel leggero contatto avvertì una serie interminabile di brividi dietro la schiena e si avvicinò alle labbra del ragazzo che la attiravano come miele, Mamoru l'avvolse tra le braccia e la baciò, un bacio intenso, in cui le lingue danzavano lentamente,un bacio pieno di gioia e dolore, pieno di dolcezza e amarezza, un bacio che sapeva di lacrime, di sofferenza, di perdono, un bacio che segnava l'inizio della fine di una storia d'amore che non era destinata a nascere
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