Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: nena_hope    27/02/2017    0 recensioni
Dal Prologo:
"Un cuore perse un battito, forse anche due e poi ricominciò a battere ma faceva male, era come se urlasse. Quello fu l’inizio della fine."
Dal capitolo 4:
"Jungkook non si innamorava mai e tutte le persone che gli stavano intorno lo sapevano."
Arte, musica e ballo si incontreranno e la vita adolescenziale di alcuni liceali verrà messa sotto sopra. Incontri del passato si uniranno a quelli del presente. Il destino aveva deciso di voler giocare e si sa: nessuno si può opporre al suo gioco.
[IN PAUSA]
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V, Park Jimin, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO

Una canzone risuonava nelle orecchie di Haru ma non ci prestava molta attenzione, troppo assonnata per poter percepire qualsiasi cosa. Mettere le cuffiette ormai era diventato un gesto automatico, a volte le metteva che senza che la musica risuonasse nelle sue orecchie, le usava come tappi giusto per attutire i rumori esterni. Era arrivata alla sua fermata e, continuando ad essere immersa nei suoi pensieri, i piedi cominciarono a muoversi da soli, anche perché ormai dopo quasi 3 anni quel suo piccolo corpo ricordava a memoria il percorso da fare, tanto che avrebbe potuto percorrere quella strada ad occhi chiusi. Purtroppo però dopo tutti quei viaggi quel corpo non aveva ancora cominciato a sopportare il viaggio in metro. L'unico modo che aveva per non pensarci era, appunto, di tapparsi le orecchie e cercare di non pensare.
La canzone che stava ascoltando ormai era finita, e come ci si poteva aspettare dalla riproduzione automatica partì la canzone successiva. Ad Haru stava cominciando a piacere quella canzone tanto che i suoi passi stavano andando a tempo di musica.
Persa nei suoi pensieri non si era accorta della persone che le si era affiancata. Quella persona si era stufata di aspettare una qualsiasi reazione alla sua presenza. Haru si sentì afferrare il braccio, era una presa molto salda ma non da farle male, aveva riconosciuto immediatamente quel tocco.
-Eun!
-Oh grazie alla fine ti sei accorta di me!
-Scusa ero persa nei miei pensieri..
-Una cosa nuova mi dicono.. sei di nuovo affannata, stavi facendo di nuovo tardi?
Infatti chi conosceva Eun sapeva benissimo che non era mai orario e che si divertiva a raccontare le proprie avventure per cercare di essere puntuale ma ogni volta con scarsi risultati.
In realtà anche il loro primo incontro si basò sul ritardo..

Haru non ci poteva credere. Era in ritardo, lei non era mai in ritardo specialmente il primo giorno di scuola. Stava correndo. Per lei era una cosa impensabile e nel frattempo cercava di immaginare la faccia della madre quando quella sera le avrebbe raccontato il fatto. Stava correndo talmente tanto che era arrivata ad avere il fiatone.
-AHI-
Haru sentì gridare e poi un tonfo, stava cominciando a pensare che quella non fosse la sua giornata ma presto si sarebbe accorta che quel ritardo le aveva portato una ventata di aria nuova.
-Come ci sei finita per terra?-
-io? Tu? Cosa? Mi hai vista!? Cazzo che figura-
-Mi dicono che la delicatezza è il tuo forte!-
-Ehi non sei tu che sei scivolata su un pezzo di carta!-
-Su questo hai ragione-
-Andiamo a scuola insieme?-
Haru era sorpresa da quella richiesta, nessuno le aveva mai chiesto di andare a scuola insieme. In realtà non aveva avuto molti amici con cui uscire oppure andare a scuola insieme, non sapeva come comportarsi, non era molto brava nel relazionarsi con gli altri.
-Come?-
-Abbiamo la stessa uniforme e siamo entrambe in ritardo quindi che ne dici di andare insieme?-
-Beh se continui a stare per terra vedo difficile la cosa.-

Mentre le ragazze parlavano del più e del meno arrivarono davanti al cancello della scuola.
Davanti ai loro occhi non si presentava nulla di nuovo: ragazzi che correvano per i corridoi, altri che urlavano e altri ancora che facevano gruppetto. Insomma come inizio giornata era tutto nella norma ma si sa che le sorprese sono sempre dietro l’angolo.
Al suono della campanella erano già tutti seduti ai propri posti ma stranamente il banco di fianco ad Eun era vuoto. Haru era una frana nel ricordare i nomi e le facce ma ben presto avrebbe ricordato il volto e il nome del proprietario di quel posto vuoto. Il professore aveva appena finito di fare l’appello quando un ragazzo apre la porta dell’aula tutto affannato e chiedendo scusa.
-Kim Taehyung le sembra per caso l’orario per entrare?-
-Le chiedo veramente scusa per il ritardo, posso assicurarle che non capiterà più.-
-Lo spero vivamente.-
Il ragazzo a testa bassa si mise al banco vuoto. È vero Haru non ricordava facilmente i volti delle persone ma in quell’occasione era assolutamente sicura di non averlo mai visto prima anche se stavano frequentando la stessa classe. Stava pensando che magari quello era il ragazzo di Eun gli aveva parlato il primo giorno di scuola: il nuovo arrivato. Eun sembrava molto elettrizzata dal fatto di avere il nuovo compagno di fianco a lei e per di più era pure carino.
Nella pausa successe qualcosa che mai Haru si sarebbe immaginata. Il ragazzo, che quella mattina arrivò in ritardo, si presentò a loro dato che, a quanto pare, Haru ed Eun erano le uniche ancora a non essersi presentate. Inaspettatamente, per Haru, Taeyhung si era già ambientato alla perfezione nella classe e si chiedeva in continuazione come mai non si era accorta di lui.
-Piacere io sono Kim Taehyung-
-Io sono Eun e lei è Haru ma non ti aspettare troppo da lei, è una ragazza di poche parole-
Haru non poteva darle torto ma aveva ancora un po’ di orgoglio che la spinse a rispondere all’affermazione dell’amica.
-E ma grazie.. meno male che sono una tua amica, non vorrei immaginare se non lo fossi... -
Taeyhung scoppiò a ridere ma le due ragazze rimasero a fissarlo non capendo il perché.
-Ragazze davvero siete la coppia più strana che io abbia mai visto-
-Strana? -
E ma era vero. Il loro rapporto alla vista degli altri era un po’ strano ma non che gliene importava più di tanto. Era anche vero che Eun sapeva relazionarsi meglio ed era quella più loquace. Haru era silenziosa più che timida, non parlava molto con persone che non conosceva. Il problema di Haru era uno solo: non si fidava di nessuno. Questo le creava problemi nel farsi nuove amicizie ma lei era forte, o almeno così pensava.
-Si strana! Ma non in senso negativo eh, era un complimento..-
E come da copione fu Eun a rispondere:
-Davvero? Buono a sapersi-
-Voi mi ricordate tanto la mia infanzia, avevo un amico con cui giocavo sempre, eravamo inseparabili solo che poi mi sono trasferito.. mi dispiace magari ora vi sto anche annoiando con la mia storia..-
-E sei tornato qua per cercarlo?-
La voce di Haru comparve quasi dal nulla, per la seconda volta in quella conversazione parlò e ciò sorprese un po’ tutti. Haru aveva scambiato Taehyung per un bambino in cerca di attenzioni e di un po’ di compagnia. Aveva notato qualcosa di positivo in quel ragazzo anche se lo aveva ascoltato solo per pochi minuti. Se ne sarebbe accorta in futuro che Taehyung sarebbe stato un amico fedele e forse anche qualcosa di più.
-In verità si, magari può sembrare infantile ma lui mi capiva e in tutti questi anni non sono più riuscito a trovare nessuno come lui.-
-E se non è più come te lo ricordi? Se fosse cambiato?
-E qual è il problema? Se Tae non lo ritrova oppure questa ricerca non va a finire come sperato può sempre stare con noi no? Siamo brave ragazze eh, non ti preoccupare.. Ah ti posso chiamare Tae vero?-
E con la sua solita enfasi Eun parlò, è ancora difficile se era più esaltata del fatto che Haru stesse partecipando attivamente a quella conversazione o se era riuscita a farsi un nuovo amico.
-Si, certo!-
-Beh comunque ora scusate ma non vorrete passare tutta la pausa pranzo qui vero?-
Haru aveva veramente fame e non si trattenne nel farlo sapere anche agli altri. Tae e Eun cominciarono a ridere e alla fine anche Haru non si trattenne.
Riuscirono a trovare un posto abbastanza calmo dove poter mangiare e parlare. Haru si accorse subito che in quella pausa pranzo non ci sarebbe stato un attimo di tranquillità ma non sapeva che anche in futuro sarebbe stato così e non sapeva nemmeno che da quel momento in poi non solo la pausa pranzo sarebbe stata così chiassosa.
I tre parlarono tanto, ma specialmente Tae che non faceva altro che raccontare le sue avventure infantili con il suo amico Chimchim. Tae si ricordava tutto di quel ragazzo: gli occhi, il viso, le mani, la voce e più ne ha più ne metta ma solo una cosa non riusciva a ricordarsi: il vero nome di Chimchim. Le ragazze risero tanto per quel soprannome che Tae aveva assegnato al suo amico e lui si giustificò dicendo che era un bambino.
Alla fine la pausa pranzo volò come anche le ore di lezione tanto che Haru non si accorse di come il tempo passò velocemente quel giorno.
Haru si era ritrovata a camminare da sola fino alla metro. Eun era rimasta a scuola perché era il suo primo giorno al club di canto. Taehyung, invece, era deciso di andare al parchetto dove da piccolo giocava con Chimchim sperando in un miracolo.
Un cuore perse un battito, forse anche due e poi ricominciò a battere ma faceva male, era come se urlasse. Quello fu l’inizio della fine.
  
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