Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: __Lily    27/02/2017    2 recensioni
"Nonostante tutto Jon rimase nell’ombra mentre Sansa Stark fece un passo verso l’oscurità. [...] Jon aveva osservato la sorella: la veste smossa dal vento, il metalupo degli Stark ricamato nel suo vestito e i suoi occhi blu come quelli della madre si erano fatti freddi - quasi glaciali - come il vento del Nord. 
I suoi capelli rossi come le fiamme del fuoco illuminavano l’oscurità nella quale si stava addentrando.

«Fai ciò che devi Sansa» aveva sussurrato guardando la sorella scomparire dentro quel canile."
Genere: Azione, Drammatico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cersei Lannister, Daenerys Targaryen, Jon Snow, Sansa Stark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo
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  PROLOGO





 

La battaglia era finita, quella stessa battaglia che già veniva chiamata ‘La battaglia dei bastardi’, sarebbe passata alla storia come un tempo era accaduto per ‘la Ribellione di Robert Baratheon', che lo aveva portato a diventare il re.
Sansa Stark si sentiva sporca, nessuno più dell’uomo che aveva lasciato ai cani meritava quella fine, eppure lei si sentiva sporca; indegna.
Indegna di essere guardata da chiunque, soprattutto da suo fratello Jon.
Ricordava di come Jon si fosse avventato su Ramsay Bolton, dei suoi pugni che si abbattevano su di lui come una tempesta feroce, Sansa era rimasta a guardare.
Non aveva mai visto Jon pervaso da tanta rabbia, lei tremava guardandolo ma poi il fratello aveva spostato i suoi occhi su di lei e la sua mano stretta a pugno si era fermata a mezz’aria, e il pugno si era nuovamente abbassato ma questa volta non per colpire Ramsay.
Si era alzato, ancora tutto sporco di sangue e di fango, non aveva detto  nulla a Sansa solo uno sguardo che però valeva più di mille parole, poi se ne era andato mentre i suoi uomini portavano via Ramsay, dando così a Sansa tutto il margine d’azione possibile.
Jon sapeva; Jon aveva capito.
Sapeva che doveva essere lei a finirlo, eppure non voleva che le mani di sua sorella si macchiassero come le sue, aveva giurato di proteggerla non di farle uccidere un uomo, anche se Bolton non era possibile definirlo uomo.
Nonostante tutto Jon rimase nell’ombra mentre Sansa Stark fece un passo verso l’oscurità.
Era la prima volta che si concedeva di cedere al male, di varcare quella porta ormai socchiusa da anni, da i tempi di Approdo del Re, da quando aveva tentato di uccidere Joffrey e il Mastino l’aveva fermata.
Così si era accomiatata da suo marito giurandogli che tutto ciò che lo riguardava - inclusa la sua casata - sarebbe scomparso.
Aveva lasciato il padrone ai suoi cari mastini, ma non era rimasta a guardare no, si era voltata verso l’uscita mentre Ramsay urlava di dolore e ogni suo grido, ogni suo lamento erano una rivalsa per lei, per il male che notte dopo notte e giorno dopo giorno lui le aveva fatto.
Avrebbe voluto che anche Joffrey fosse morto in quel modo atroce, il veleno era stato troppo poco per lui.
Jon aveva osservato la sorella andare verso il canile con la veste smossa dal vento, il metalupo degli Stark ricamato nel suo vestito e i suoi occhi blu come quelli della madre si erano fatti freddi - quasi glaciali - come il vento del Nord.
I suoi capelli rossi come le fiamme del fuoco illuminavano l’oscurità nella quale si stava addentrando.
«Fai ciò che devi Sansa» aveva sussurrato guardando la sorella scomparire dentro quel canile.
Era giusto così, giusto che fosse stata lei a finirlo e lui lo sapeva. 





 
  
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