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Autore: kuutamo    28/02/2017    1 recensioni
'Mystic Falls. L'aria che si respira in questa cittadina mi è sempre sembrata ambigua. All'inizio sembra di trovarsi in un posto normale, ma basta poco per scoprire che pullula di esseri immondi e crudeli, degli assetati di sangue. Io sono uno di loro.
Il punto è che questa volta Mystic Falls sembra davvero una normale cittadina, tranquilla e felice.
Forse dovevo davvero lasciar perdere e non tornare: forse tutti qui sono stati meglio senza il vecchio e cattivo Damon. Ma ahimè, la felicità altrui non mi è mai interessata molto.'
Gli eventi sono stati ambientati (e scritti) durante la 6a stagione: Elena e Damon si sono lasciati, lei non è caduta nel sonno di Kai e gli eventi della 7a e 8a stagione non sono avvenuti. Inizialmente partita come una one-shot (dal nome "Dressing coffins for the souls I've left behind in time") e ora diventata una long. Buona lettura!
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie Bennett, Damon Salvatore, Matt Donovan, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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  White Empty Eyes


 

Quindi Damon era un vampiro. Suo fratello era un vampiro. Persino quella bionda antipatica era una di loro. 

Danaë si domandava perché sua nonna non le aveva detto niente in merito a quelle creature, di sicuro lei ne era a conoscenza. Aveva mille domande per la testa e non sapeva a chi rivolgerle.

Passò qualche giorno, durante le giornate in negozio non faceva che pensare a quello che era successo: dalla violenta visione avuta, la scioccante rivelazione, fino ad arrivare a soffermarsi ancora una volta sul vampiro. Ripercorse quei momenti, per niente chiari, e rivide gli sguardi, come i loro corpi si erano trovati vicini l'uno all'altro. Cercò di sfuggire a  quei pensieri così frivoli, imponendosi un contegno. Non era una ragazzina, ormai era diventata una donna: avrebbe fatto di tutto per non buttare via la propria dignità e per quanto potesse andargli a genio quell'uomo, voleva stargli lontana. Infondo era pur sempre un succhiasangue, sarebbe stato saggio da parte sua rimanergli alla larga. 

 

Quando Bonnie entrò con nonchalance nel negozio lei rimase di stucco. 

" Ciao " provò a dire. 

" Ciao, molto piacere, io sono Bonnie " allungò amichevolmente la mano.

" Lo so - accennò un sorriso - Io Danaë "

" La nipote di Meredith " 

Le due ragazze si sorrisero, una di loro era più in imbarazzo dell'altra.

" Se ti stai chiedendo chi è stato a dirmi il tuo nome, beh " 

" Damon " disse convinta Danaë annuendo.

" Già, non sa proprio farsi i fatti suoi, vero? Spero non ti abbia spaventata. Non è così tutto il tempo, poteva andare peggio " provò a scherzare. Stranamente l'altra però pensò che forse non stesse proprio scherzando. 

" Ti ha detto quello che è successo? "

Bonnie annuì. 

" Io.. io non sapevo che tu.. "

" Che io fossi una strega? Neanche io di te "

" Non mi hai percepita? "

" Diciamo che non ne ho avuto l'occasione, non ho usato molto la magia ultimamente " si morse il labbro.

" Ecco perché non lo avevo capito.. Pensavo d'essere un'incapace "

" Sono sicura che sei in gamba. Meredith lo era " 

" La conoscevi? "

" Le nostre nonne erano amiche, a volte litigavano, ma alla fine tornavano sui loro passi. Sai, tua nonna e tua madre, e ora anche tu, rappresentate l'altra congrega di Mystic Falls "

'Mia madre?! Perché la nonna non me lo ha detto?' pensò. Abbassò lo sguardo.

" Tutto ok? " le chiese Bonnie.

" Sì, certo, ero solo sovrappensiero. Posso chiederti perché tu non usi più la magia? " 

" Non è che io l'abbia totalmente abbandonata - si avvicinò al bancone prendendo in mano uno dei pendoli vicino alla cassa - È solo che qui non è più successo nulla di grave da un bel po' di tempo, quindi non c'è stato bisogno di usarla "

" Grave? Perché cos'è successo? "

" Beh, mia cara, Mystic Falls è uno dei centri nevralgici dove il male sembra attecchire e manifestarsi. È successo di tutto, te lo assicuro. Vampiri, licantropi, sciamani.. "

" Licantropi? Ok, è normale. Tutto perfettamente normale " si ripeté la ragazza. Bonnie le sorrise, ricordandosi com'era stato per lei scoprire tutto per la prima volta, molti anni prima. La capiva benissimo. 

" Non preoccuparti, ti abituerai a tutto questo. Dopotutto siamo a Mystic Falls, io non starei troppo tranquilla. Non lo dico per spaventarti, ma non voglio neanche raccontarti favole. Bisogna prenderla per quello che è "

si riferiva all'essere una strega, condanna o vocazione che fosse. 

" So che queste capacità,  'poteri', non sono solo per far crescere il mio orto o per capire che tempo farà domani "

" Io.. io credo che il nostro sia un dono. Abbiamo la possibilità di proteggere le persone che amiamo e io non cambierei questo fatto per niente al mondo " Bonnie pensò per un attimo alla sua amica Elena, che non viveva più lì e che non vedeva da molto, molto tempo. Non si sentivano neanche più tanto spesso. Si erano semplicemente, lentamente allontanate. 

" Allora spero di poter aiutare le persone il più possibile "

" Ma certo - rispose abbozzando un sorriso - se hai bisogno d'aiuto puoi chiedermi tutto ciò che vuoi "

" Grazie, Bonnie. Sei molto gentile con me "

" Si vede che sei una brava ragazza, e poi sei simpatica. Mi dispiace che tutti con te si comportino in quel modo odioso. Ho visto come ti guardano.. Ti ho vista fare la spesa una volta, è una piccola città" si giustificò.  

" Ah sì? Spero che non si sia visto quanto li stessi odiando in quel momento " sorrise.

" Non pensarci. La gente è fatta così purtroppo "

" Che vadano al diavolo, non m'importa di loro " 

" Ecco, esatto " approvò Bonnie scuotendo il capo. 

Dopo aver fatto un giro nel negozio decise di comprare degli incensi. 

" Hai fatto un bel lavoro qui, mi piace la nuova disposizione " 

" Grazie! Sai, a volte ci si annoia talmente tanto qui.. Non so starmene con le mani in mano "

" Beh, qualche giorno di calma piatta, se ti va, potremmo vederci. Anche per un caffè. Oppure potresti andare dai Salvatore " buttò lì Bonnie. Danaë abboccò perfettamente al suo amo.

" E perché mai? " esclamò dubbiosa. Bonnie in quell'esatto momento ricevette una conferma ai suoi dubbi. Aveva notato lo sguardo di lei quando le aveva detto che era stato Damon a raccontargli che era una strega. 

" Loro hanno moltissimi libri e grimori che ti potrebbero essere utili nella loro gigantesca biblioteca - si guardò intorno - anche alcuni piuttosto antichi, per lo meno più antichi di questi che hai in negozio " 

" Ah.. Sì, certo. Sono sempre pronta ad imparare cose che non so " 

L'altra annuì in segno d'assenso.

" Allora.. tu e Damon vi siete scontrati, vero?  Spero non ti abbia fatto del male " 

" No, cioè, sì. Per un momento ho pensato che mi avrebbe sbranata. La notte in cui ci siamo incontrati mi ha aggredita " 

" Quell'idiota! Devi scusarlo, a volte si comporta come un vero deficiente. Non sa quando fermarsi "

La ragazza le sembrò seriamente preoccupata dal modo in cui aveva appena sgranato gli occhi. 

" Ma tranquilla, gli parlerò e dirò che deve lasciarti in pace. Ora che ci penso però tu potresti benissimo dargli una lezione da sola se si avvicina un'altra volta a te.. contro la tua volontà " Bonnie ebbe un'ulteriore conferma. A Danaë Damon piaceva. Chissà se lui se n'era accorto. Pensò che non c'era il bisogno di antenne da strega per capirlo. 

" Già, suppongo d'esserne capace - arrossì - In effetti credo di averlo ustionato l'altra mattina. Spero non si sia arrabbiato " 

" Oh, gli passerà, vedrai! - Bonnie gli mise una mano sul braccio - Ora devo andare, ma mi ha fatto piacere conoscerti di persona. Ci vedremo in giro allora " 

" Certo! Anche per me è stato un piacere Bonnie, sei stata gentilissima a passare. Grazie "

" Figurati, non devi ringraziarmi. Tra di noi ci si aiuta " s'incamminò verso l'uscita.

" Allora a presto, Bonnie " disse la ragazza. Quella chiacchierata le aveva davvero migliorato la giornata.

 

 

 

Damon sedeva su una delle poltrone davanti al camino, il fuoco scoppiettante di fronte a sè. Le fiamme danzavano nei suoi occhi mentre si perdeva rapito in quella visione. Sorseggiava del buon bourbon quando non voleva pensare troppo, quella bevanda su di lui faceva uno strano effetto però: all'inizio era come se il liquido gli tenesse la mente lucida e poi glie la offuscava mano mano che i bicchieri diventavano vuoti. 

Caroline gli aveva detto che ora, finalmente, lei era felice. Pensava a tutte le possibilità e le variabili, tutte le interpretazioni che quelle parole potevano avere. Quella in cui Elena si fosse innamorata di un altro uomo e che avesse potuto avere dei figli era quella che lo spaventava di più. 

L'aveva odiata, dio, quanto la aveva odiata. La aveva amata, forse troppo. Ogni volta che ripercorreva la loro storia gli era sempre più evidente come il suo amore per lei fosse smisurato, sconfinato rispetto a quello di lei. Ad ucciderlo erano quelle tantissime, piccole cose che gli piantavano un pugnale dietro la schiena ogni volta che ripensava al passato. 

L'aveva odiata e poi amata di nuovo. C'era stato un periodo in cui era tornato a Mystic Falls all'insaputa di tutti e l'aveva spiata dal bosco. Si era reso subito conto fortunatamente, che non poteva fare quello che stava facendo. Non poteva farlo a se stesso. Egoisticamente, forse per la prima volta per quanto riguardava Elena, mise al primo posto se stesso e andò via. Qualcosa dentro di lui aveva capito che ciò che c'era stato era davvero finito, si sentiva nell'aria di quella notte passata fra gli alberi. Il loro tempo si era esaurito. Ma allora perché continuava a sentire quelle orribili, fastidiosissime fitte al petto?

L'aveva odiata, amata e poi odiata di nuovo. Se era vero che la cura a tutte le cose era il tempo, lui ne avrebbe avuto a sufficienza. Voleva guarire, lo voleva davvero. In qualche modo era consapevole che lei avrebbe abitato sempre nel suo cuore, ma doveva chiudere quella parte di quel muscolo idiota. Doveva costruire un muro attorno a quel sentimento che irradiandosi in tutto il corpo lo stava distruggendo. Poi un giorno, dopo  qualche anno, scoprì una cosa inaspettata. Una notte, dopo una lotta con un altro vampiro si squarciò una spalla, la carne dilaniata: sentì un dolore fisico acutissimo, irrorava tutto il corpo e gli toglieva il fiato. Non aveva mai provato una simile sensazione, sembrava che le cose attorno a lui non avessero più alcun senso, tutto si scioglieva, diventava polvere. In quei momenti di profonda agonia ed orribile lucidità si rese conto che qualcosa in lui era cambiato: non sentiva più quel dolore nel petto, o almeno non era più forte come prima. Ma che cosa significava? Credeva fosse per via del dolore pulsante in ciò che rimaneva della sua spalla, ma quando qualche giorno dopo le sue condizioni migliorarono, si accorse di come quella sensazione persisteva. Stava quindi iniziando a dimenticare Elena? La domanda più importante però era, voleva dimenticarla? Se lo chiese spesso, e altrettanto spesso non aveva trovato una risposta, come in quel momento davanti al fuoco scoppiettante. 

L'aveva odiata, ma ora la stava allontanando e lei diventava sempre di più un'ombra dissolta. 

 

In quel momento qualcuno bussò alla porta. Il vampiro schiuse gli occhi, risvegliandosi quasi come da un sonno profondo. Poi bevve ciò che era rimasto nel bicchiere di cristallo e si diresse verso l'ingresso.

" Chiunque tu sia, sai che diavolo di ore sono? " chiese arcuando le sopracciglia quando si accorse a chi stava parlando.

" Scusami.. Io non volevo disturbare "

" Allora non saresti dovuta venire " 

" Ho avuto un'altra visione.. Un incubo "

" E sei venuta qui perché io ti consoli? Tesoro, non faccio queste cose, mi spiace " disse gelido.

" Damon.. Nella visione tu morivi " disse sussurrando Danaë. Notò che aveva l'aria preoccupata.

A quelle parole il vampiro si fece serio e la invitò ad entrare con un gesto della mano. 

La ragazza varcò la soglia di casa Salvatore e nonostante la preoccupazione fu momentaneamente rapita dalla bellezza di quella casa così antica. Pensò che fosse meravigliosa, unica.

Entrambi presero posto sul divano, la stanza era abbastanza buia, c'era solo la luce soffusa che proveniva dal camino. Danaë si strinse ancora di più nel suo cardigan blu notte.

" Ho visto molto di più questa volta - esordì sollevando lo sguardo - C'era un altro vampiro, almeno credo che fosse un vampiro. Eravate in una cappella, in un cimitero e stavate combattendo. Parlavate, ma io non riuscivo a sentirvi, era tutto un tonfo sordo. Come se fossimo sott'acqua. Lui ti ha sconfitto, Damon. Aveva degli occhi orribili - disse tremante. Il vampiro le mise automaticamente una mano sulla spalla, cercando di calmarla. Poi la ragazza riprese a parlare - I suoi occhi erano bianchi, come se fosse cieco. L'ultima cosa che ho visto era che ti teneva alzato per la gola e che i tuoi occhi si spegnevano, fino a diventare bianchi come i suoi.. È stato orribile " 

Damon assimilò tutto ciò che gli era stato riferito. Non aveva mai sentito parlare di un vampiro, ammesso che lo fosse, con quelle caratteristiche. Aveva mille domande.

" Tu stai bene? Sembri sull'orlo del pianto " si pentì subito di essere stato indelicato. Era più che ovvio che lei fosse provata.

" Sì.. È stato molto strano "

" C'eri anche tu nella visione? " chiese.

" Sì, di solito sono una spettatrice, ma stavolta ero dentro. Correvo verso di te, ma qualcosa mi tratteneva. Era come correre a rallentatore e vedere il traguardo allontanarsi sempre di più "

" Capisco la sensazione. E dimmi, quel vampiro, lo avevi mai visto? Sapresti riconoscerlo se lo vedessi? " 

" Beh, Io non saprei.. Non l'avevo.. " 

Damon vide le pupille di Danaë dilatarsi di colpo rendendo i suoi occhi quasi completamente neri. Impallidì, se possibile ancora di più di quanto già non fosse. Smise di parlare e quando il vampiro si voltò nella direzione in cui guardava la ragazza, vide Stefan scendere le scale e raggiungerli in soggiorno. Tornò poi su di lei.

" Danaë, cosa c'è? " chiese impaziente, ma la ragazza non parlò. 

Quando Stefan entrò nel soggiorno sorridendo all'ospite mostrando le buone maniere di casa, lei indietreggiò aderendo alla spalliera del divano e stritolando il braccio di Damon. 

" È lui " sussurrò più a se stessa che a chi le stava accanto. I suoi occhi non si scollarono da ciò che stava guardando. 

" Lui? Sei sicura? "

Lei annuì " Che cosa ci fa qui? "

" Lui è mio fratello "

A quel punto la ragazza guardò Damon, quasi in lacrime " Tuo fratello? No, non può essere "

" Ehm.. mi spiegate cosa sta succedendo? " 

" Ok, Naë, rilassati. Stefan è mio fratello, è tutto apposto. Era solo una visione. Forse non dovremmo prenderla sul serio "

" Ma lui.. "

" Scusate? Mi rendereste partecipe? Tu chi sei? " chiese alla ragazza dubbioso.

" Io.. " la ragazza lo fissava ancora imbambolata. 

Damon liberò il braccio dalla sua stretta e si alzò in piedi. Ora la ragazza si sentiva molto, molto vulnerabile. 

" Lei è .. è una strega. Lavora al negozio della vecchia Meredith, in realtà è la nipote.. Ha avuto una visione su di noi "

" Una visione? Perché mai ha paura di me? " sussurrò al fratello per non farsi sentire dalla ragazza dietro di loro. 

" Perché tu nella mia visione uccidi tuo fratello " rispose lei guardandolo.

" Oh.. Che cosa? " disse. 

" Già - disse Damon alzando le braccia al cielo - Ma non vuol dire niente "

" Tu dici? " disse scettica lei. 

" Beh, lo spero " si voltò verso Stefan.

" Sei serio? Perché dovrei ucciderti Damon? " 

Il più impulsivo dei due fratelli rifletté un attimo e poi azzardò un'ipotesi.

" E se quello che ha visto fosse lo squartatore? "

Danaë rimase in silenzio anche se non riusciva a seguire interamente la loro conversazione. 

" Impossibile, non è mai più successo dall'ultima volta, non si è mai verificato nulla. Lo sai "

" Già " Damon lo sapeva, era per questo che non sapeva come interpretare quella visione.

" Quindi tu hai visioni? - chiese Stefan. Danaë annuì abbassando lo sguardo, aveva la testa altrove - Sono state affidabili le altre volte, cioè si sono verificate? " 

" Non sempre. A volte quello che vedo è solo un monito o una rappresentazione simbolica di ciò che succederà "

" Quindi potrei anche non essere io "

" ..Sì, suppongo di sì " disse lei seguendo il suo ragionamento.

" Ehi, potrei sapere perché mi date per morto? Cristo santo, mi sono così rammollito? " si guardò ad uno specchio. 

" Forse.. Forse avete ragione. Potrebbe darsi che sia tutto uno sbaglio, un'illusione "

" Mhm. Beh potremmo fare delle ricerche " disse Stefan.

" Ah, sì? E da dove vorresti cominciare? "

" C'è qualcuno che vi vuole male? " chiese la ragazza.

" No, nessuno. Almeno che io sappia. Ci sono dei vampiri nelle vicinanze, ma sono innocui, me ne sono accertato "

Damon ascoltava, intanto la sua testa vagava in cerca di risposte. Da un lato si sentiva un'idiota a credere ad un sogno, ma dall'altro aveva uno strano presentimento. Questo bastava a tenerlo sulle spine. 

Stava per sedersi di nuovo sulla sua poltrona quando Danaë emise un respiro strozzato e i suoi occhi divennero bianchi, opachi. Le si avvicinò in un attimo e la scosse.

" Ragazzina, ci sei, ragazzina? "

" Non fare così, lasciala. Credo che stia avendo una visione proprio ora " disse sconvolto Stefan trattenendo il fratello.

" Damon - disse in tono spaventato la ragazza, le sue mani tremavano. Intanto nella sua testa le immagini sognate la notte prima si susseguivano, ma in un ordine diverso: stavolta era Damon che uccideva Stefan nello stesso identico modo - No! Damon no! "

" Sono qui. Calmati, Danaë. Non è reale " continuava a ripeterle. 

La ragazza corse più veloce e si avvicinò di più ai due fratelli, ma non riuscì a toccarli e fermarli neanche stavolta. Era assolutamente impotente. Damon aveva sollevato l'altro prendendolo per la gola, e ora lei poteva vederlo benissimo: il vampiro stava succhiando l'energia vitale direttamente dalla bocca di suo fratello e sembrava non volersi fermare. La vista si annebbiò e la visione finì di colpo. 

" No, no no! " si lamentò, avrebbe voluto vedere di più per capire cosa diavolo stava succedendo. Si gettò all'indietro sul divano poggiando la nuca sul poggiatesta, era esausta. Cercava di fare lunghi respiri, come le aveva insegnato sua nonna. Teneva gli occhi chiusi, sapeva che ci sarebbero voluti alcuni minuti prima che la vista tornasse totalmente. Si strinse del suo cardigan e solo in quel momento si accorse della presenza di Damon vicino a lei che le appoggiava una mano sul ginocchio. 

" Chiama Bonnie " disse solo lei. 

 

 

  
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