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Autore: LittleBloodyGirl    28/02/2017    0 recensioni
"Hiro distolse per un attimo lo sguardo dalle nuvole davanti a lui per osservare il suo riflesso in quegli specchi. Guardò il suo viso, i suoi occhi che brillavano di eccitazione e felicità. E sorrise, lasciando che un dolce ricordo ritornasse a illuminare la sua mente che era rimasta all'oscuro troppo a lungo in quei giorni di tempesta interiore.
Aveva volato da piccolo sulle spalle di suo fratello. Era sempre riuscito a volare grazie a lui.
E ora era lì, sospeso nell'aria a giocare con le nuvole mentre osservava il ricordo di quei momenti nel riflesso di uno dei grattacieli più alti della città.
Ed era felice, come se Tadashi fosse sempre stato lì con lui. Come se Baymax fosse sempre stato lì con lui."
In occasione della serie tv che andrà in onda quest'anno, una versione scritta di uno dei film più belli che siano mai stati creati. Un'analisi oggettiva delle emozioni e dei momenti più importanti che Big Hero 6 ha regalato al suo pubblico. Naturalmente ricoprirò l'intera trama del film, quindi se non lo avete ancora visto fate attenzione agli spoiler!
Spero che vi piaccia.
Genere: Azione, Drammatico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Una bianca luce inondò i corpi di Hiro e Baymax mentre attraversavano il portale. Quando si affievolì, la visione che si parò davanti ai loro occhi era inquietante e spettacolare al tempo stesso. Una distesa di colori, sfumature di viola e blu che si arpeggiavano in nuvole di cotone, svanendo in spirali bidimensionali. Un paesaggio surreale e onirico. L'inter-dimensione.
Era come se ogni frase letta nei libri di fantascienza e teoria scientifica avesse improvvisamente preso vita e si fosse trasformata in un elemento di quel luogo. Colori, luci, nubi sfumate. Ma era tutta un'illusione. L'inter-dimensione era un luogo pericoloso, se era davvero un luogo. Per quanto affascinante e meravigliosa, essa era l'incarnazione del vuoto. Era solo una maschera, un trucco per far impazzire e inghiottire ogni cosa precipitasse al suo interno, come un enorme buco nero. Hiro questo lo sapeva, e nonostante lo stupore iniziale, vedere i tanti frammenti del campus di Krei che fluttuavano in quel miscuglio di colori gli fece ricordare perchè era lì. E soprattutto, che doveva sbrigarsi.
<< Attento, è pieno di rottami della KreiTeck! >> Avvisò Baymax, prima di lanciarsi in mezzo ai vetri taglienti e ai muri pesanti che si sgretolavano man mano a causa della pressione.
Il piccolo avvertì la nausea e lo stomaco contorcesi ogni secondo che passavano a inoltrarsi in quel tunnel di colori senza fine. La testa si svuotò per un istante e fu molto difficile cercare di mantenere la concentrazione. Baymax fece una giravolta per evitare alcune vecchie finestre dell'edificio di Krei, e Hiro si ritrovò a testa in giù all'improvviso, rischiando di avere un conato di vomito. Il robot si stabilizzò appena in tempo per fargli recuperare lucidità. Hiro scosse il capo, cercando di ignorare la nausea che andava prendendo piede dentro di lui e schiacciò forte i palmi contro i propulsori sulla schiena di Baymax. Non fecero in tempo a stabilizzare il volo che la vista di una lunga finestra sopravvissuta al disastro del portale si avvicinò pericolosamente come una lama affilata per trafiggerli entrambi. Bayamx si abbassò, passando sotto la vetrata, ma Hiro, preso alla sprovvista, ebbe l'istinto di saltare. I suoi piedi si ritrovarono a calpestare il vetro infranto con una macabra leggerezza, tanto che gli sembrava di dover faticare a tenersi incollato alla superficie. Gli occhi nocciola, sgranati e concentrati, seguivano Baymax sotto di lui. Entrambi si scambiarono uno sguardo preoccupato e Hiro lo spezzò solo per constatare che mancava poco alla fine della vetrata. Non aveva altra scelta se non fidarsi dell'amico e una volta arrivato sul bordo, si lanciò nel vuoto colorato che lo circondava. Le braccia di Baymax lo accolsero con tutta la sicurezza di cui erano dotate, strappandogli un sorriso sollevato.
<< Ho intercettato il paziente. >> Disse il robot, indicando un punto preciso nell'inter-dimensione.
Hiro seguì il suo sguardo, notando quella che sembrava una piccola capsula grigia, un insetto sperduto in un  mare di arcobaleni. Lì dentro c'era Abigail Callaghan. Il piccolo si risistemò sulla schiena di Baymax e insieme volarono fino alla suddetta. Il robot planò con i razzi, aggrappandosi delicatamente ai lati della navicella. Hiro passò una mano sul vetro sporco, liberando la visuale all'interno. La giovane donna che avevano visto nelle riprese del laboratorio sull'isola Akuma, piena di grinta e vita negli occhi, era condannata ad un sonno profondo. Era pallida e smagrita, profondi solchi erano scavati intorno alle palpebre nivee e le labbra sottili erano increspate nello spettro di un sorriso.
<< Forza amico, portiamola in salvo. >> Ordinò Hiro, lasciando che Baymax volasse intorno alla capsula e la spingesse davanti a loro, prima di attivare i propulsori e recarsi nuovamente verso l'uscita del portale.
<< Ti guido io! >> Esclamò il ragazzino, mentre facevano ritorno nel tifone di macerie del Campus KreiTeck.
I suoi occhi seguivano attenti ogni movimento delle rovine, la sua mente li registrava, la sua bocca parlava.
Sferzarono a destra, poi svoltarono a sinistra, virarono su se stessi e infine continuarono dritto, passando lungo un tunnel composto da vetro e cemento. Furono nuovamente nell'area libera, davanti a loro la luce del portale li attendeva con trepidazione. Hiro urlò di gioia, il sapore dell'adrenalina sulla sua lingua era dolce come un tempo. Le grandi iridi nocciola osservavano i colori sgargianti, illuminandosi di gioia per quella missione impossibile che era stata finalmente risolta proprio da lui, da loro. Ce l'avevano fatta. Erano davvero invincibili insieme.
E quando Hiro rivolse a Baymax il suo sguardo felice non potè accorgersi che un grossa parte di muro ancora intatto si stava avvicinando sempre di più a loro con troppa velocità.
Ma Baymax lo vide. Le sua mani si staccarono dalla capsula per avvolgere Hiro.
L'impatto fu più violento di quanto avesse sperato.
<< Baymax! >>
Hiro si ritrovò improvvisamente solo. Solo sulla capsula, insieme ad Abigail. Baymax era lontano da loro, scaraventato via dalla potenza dell'urto da cui lo aveva appena protetto. La parete si era disintegrata, e così la sua armatura rossa. Il robot battè le palpebre meccaniche, come se si stesse riprendendo da un sonno brusco e tentò di accendere i razzi sotto i suoi piedi. Inutilmente. L'impatto era stato troppo forte.
<< I miei propulsori sono fuori uso. >>
<< Forza, afferra la mia mano! >>
Hiro allungò il braccio verso di lui. Non era molto lontano, sapeva che poteva riuscire a prenderlo. Sarebbe bastato poco, solo un poco, solo un po' più vicino...
La sua piccola mano venne avvolta da quella grande e morbida del robot. Lo trascinò verso di sè, permettendogli di aggrapparsi nuovamente alla navicella. Si volse verso la luce, e la vide affievolirsi ogni secondo un po' di più. Non avevano più scampo. Baymax non poteva volare, e loro non potevano uscire dal portale.
Abigail non sarebbe stata tratta in salvo.
Sarebbero rimasti lì dentro per sempre...
<< C'è ancora un modo per mettervi in salvo. >>
La voce di Baymax apparve improvvisamente più debole alle orecchie di Hiro. Si volse verso di lui, osservandolo mentre posizionava il pugno-razzo, l'unico pezzo dell'armatura rimasto intatto, all'interno del motore della navicella. Oh, no. Oh, no, no, no. Aveva capito che cosa aveva intenzione di fare e pregò fino alla fine di sbagliarsi. Pregò di non sentirlo pronunciare quelle esatte parole.
<< Posso disattivarmi se mi dici che sei soddisfatto del trattamento. >>
<< No, no, no! Io non ti lascio quassù. >>
La sua mente lottava strenuamente contro l'idea di abbandonare Baymax e la ricerca di una soluzione che prevedesse un lieto fine tanto desiderato. Ma era tutto così confuso, non riusciva a pensare chiaramente.
E in quel momento, tutto ciò che regnava dentro di lui era una paura che distruggeva lentamente la sua anima già ferita. 
<< Voi siete miei pazienti. La vostra salute è il mio solo scopo. >>
<< Baymax, smettila! >>
Non poteva lasciarlo lì. Non lo avrebbe accettato. Non se lo sarebbe mai perdonato. Baymax era il suo migliore amico, il suo eroe...
<< Sei soddifatto del trattamento? >>
<< No! Non ho intenzione di lasciarti qui! Troverò una soluzione, deve esserci un altro modo! >>
Baymax era...
<< Non c'è più tempo. Sei soddisfatto del trattamento? >>
<< Per favore... No... Non posso perdere anche te... >>
Tadashi. Aveva perso suo fratello per una promessa che non sarebbe mai stata mantenuta. Lo aveva perso perchè non era stato in grado di tenerlo stretto, di tenerlo accanto a sè un po' più a lungo. Tadashi era morto per salvare la vita di una singola persona, rinunciando alla sua. E ora Baymax, esattamente come il suo creatore, si stava offrendo sull'altare sacrificale con il solo scopo di salvare Hiro e Abigail.
Non di nuovo... Non poteva rivivere quel momento ancora una volta. Non voleva. Era troppo per lui. Non ce l'avrebbe fatta, non lo avrebbe sopportato.
Un forte nodo alla gola cominciò a risalire su per la trachea, mozzandogli il respiro, costringendolo a piegarsi su se stesso come un cucciolo impaurito. Gli occhi gli bruciavano.
<< Hiro... >>
La mano morbida di Baymax si posò teneramente sulla testa di Hiro, sfiorandogli la chioma ribelle e nera come la notte. Una carezza. Il modo più gentile che aveva per convincerlo a non arrendersi. Il piccolo riaprì gli occhi, incontrando quelli neri e meccanici dell'amico. Era così strano... La linea sul volto era sempre la stessa, ma sembrava quasi che Baymax stesse sorridendo. Appariva... Sereno.
<< Io sarò sempre con te. >>
E in quell'istante, la voce di Baymax cambiò. Non era più un'amichevole voce robotica, ma una voce umana, una voce familiare che Hiro conosceva benissimo.
La voce di Tadashi. La sua promessa mantenuta. Il suo regalo per lui.
Ora tutto era più chiaro.
Tadashi non gli aveva mai mentito. Era tornato da lui, lo aveva aiutato a rimettersi in piedi dopo la caduta, lo aveva fatto volare oltre le mura del lutto e della depressione, lo aveva abbracciato con le sue ali d'angelo. Lo aveva salvato una volta, fuori dalla scuola infuocata, impedendogli di seguirlo nella morte.
E ora lo stava salvando di nuovo.
Perchè per quanto doloroso e lungo, quell'addio era necessario per entrambi. Se Hiro fosse morto, nessuno avrebbe potuto mantenere vivo il ricordo di Tadashi.
Per questo era necessario che Hiro vivesse. In questo modo, una parte di Tadashi avrebbe continuato a vivere. Hiro doveva andare avanti per lui, doveva finire ciò che Tadashi aveva iniziato. Era lui il vero eroe di quella storia, era l'eroe e il protagonista della sua stessa vita. E ora doveva continuare.
Senza accorgersi delle lacrime che scivolavano giù lungo le sue guance rosee, Hiro si gettò alle braccia di Baymax, stringendolo più forte che potè, aggrappandosi a lui come ultimo appiglio. Fu così bello sentirsi avvolgere da quell'abbraccio. Quel contatto gli era mancato per troppo tempo. Baymax chiuse gli occhi, godendo del calore di quell'affetto e delle lacrime dolci di quel ragazzino che aveva protetto fino all'ultimo. Aveva svolto correttamente il suo compito, e adesso era giunto il momento di andare.
Con un ultimo, grato sorriso spezzato dal pianto, Hiro pronunciò le sue parole d'addio. La voce rotta, gentile e delicata, poco più di un sussurro. Erano rivolte solo a Baymax. Solo a Tadashi.
<< Sono soddisfatto del trattamento. >>
Si allontanarono in silenzio, gli ultimi istanti racchiusi in uno sguardo incatenato fino alla fine della luce. Hiro lasciò andare Baymax, esattamente come aveva lasciato andare Tadashi. Ancora una volta.
Stava tornando a casa, da solo.


 (•—•)

Il portale espulse la capsula con una violenta esplosione e si disintegrò in una nube di cenere nera. Hiro riaprì gli occhi, incontrando la strada distrutta, le macerie e la distruzione che segnavano l'immane scontro che c'era stato poco prima tra i sei amici e il professor Callaghan. Erano vivi. Stavano bene, e Abigail era salva. Ma mancava qualcosa... Qualcuno.
<< Hiro! >>
<< Si, ce l'hanno fatta! >>
Le grida di gioia di Fred e Wasabi si interruppero subito non appena notarono che Hiro non appariva affatto felice del compimento della sua missione, e che uno di loro mancava all'appello.
<< Baymax...? >> Azzardò il ragazzo di colore con la voce tremante, temendo il peggio.
Il piccolo amico non rispose, limitandosi a voltare le spalle al gruppo, specchiandosi nel vetro sporco della navicella.
Abigail era salva, respirava e di lì a poco si sarebbe svegliata. Avrebbe rivisto suo padre ed entrambi avrebbero avuto il loro lieto fine.
Nessuno parlò di quella mattina. La realizzazione di aver perso ancora una volta un amico, un compagno di squadra li atterrì, rendendoli partecipi dell'agonia di Hiro.
Hiro, che così giovane aveva provato più sofferenza di chiunque altro.
Hiro che aveva perso tutto nel giro di poco tempo.
Hiro che aveva salvato la causa della sua stessa sofferenza.
Hiro, che era stato salvato.
Hiro, l'eroe caduto che doveva rialzarsi.
Non avrebbe mai avuto un lieto fine, Hiro.
Forse non lo meritava? Forse la vita era davvero così ingiusta?
Non lo sapeva. L'unica cosa di cui era sicuro era che Tadashi aveva mantenuto la sua promessa. E ora toccava a lui mantenere la sua.
Doveva andare avanti. Avrebbe continuato a vivere, anche se nel dolore.
Per Baymax.
Per Tadashi.
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Chiedo scusa a tutti per l'eventuale sparizione del capitolo! Ora dovrebbe comparire normalmente.
  
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