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Autore: Heaven Black    28/02/2017    0 recensioni
DAL TESTO:
-Chi ti credi di essere per poter venire qui a farmi il terzo grado!?-, sbottò la ragazza dai lunghi capelli corvini.
-Non sono nessuno, solo uno che vuole aiutarti. Ti stai distruggendo e nemmeno te ne rendi conto.-, rispose il batterista senza distogliere lo sguardo da quello della giovane.
-Ho smesso di rendermi conto di molte cose, non vedo perché dovresti preoccupartene-
-Hai ragione, non me ne preoccupo-.
La ragazza lo guardò inarcando un sopracciglio.
-E allora...che cosa vuoi da me?-
-Ogni cosa-
---
Non intendo offendere nessuno con questa Fanfiction e i fatti narrati sono frutto della mia fantasia.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Synyster Gates, The Rev, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Capitolo diciotto : You had my heart, at least for the most part

"Amare significa mettere il bene di un altro prima del tuo. Significa dedicarsi alla persona amata in tutto. Significa desiderare la felicità, solo ed esclusivamente della persona amata. Per sempre." ~Heaven

Passarono un paio di giorni prima che Jimmy potesse tornare a casa, aveva bisogno di riprendersi dell'operazione e secondo i medici era meglio se stava al riposo. 
Quel pomeriggio fu Matt ad andarlo a prendere all'ospedale e Jimmy non era mai stato più felice di vederlo, quel posto iniziava davvero a metterlo in ansia e per questo non vedeva l'ora di andarsene.
Matt era stato così premuroso, inoltre, da aver messo in macchina un seggiolino per bambini, quando James lo vide scoppiò a ridere seguito da Matt e passarono i successivi quindici minuti a cercare di capire come si allacciassero le cinture di quell'oggetto infernale.
Gwen si addormentò a metà viaggio, non che avesse fatto molto altro durante quei quattro giorni in ospedale.

-Ho parlato con Val, se vuoi puoi venire a stare da noi per un po', sai per non ritrovarti completamente in balia di una marmocchia da solo-, ridacchiò Matt continuando a guidare con più prudenza del solito.

-Grazie Shads, ma credo di poter sopravvivere-, sorrise Jimmy per poi sporgersi nei sedili posteriori in modo da guardare la figlia, dormiva beata con il ciuccio in bocca.

-Per qualsiasi cosa sai che puoi contare su di noi-

-Certo-

-...Hai intenzione di dirlo ai tuoi?-, chiese Matt a bruciapelo.

-No. So bene che le voci girano in fretta, probabilmente già mezzo mondo è al corrente di cosa sia successo negli ultimi giorni...così come so che molto probabilmente verrò contattato dai miei genitori. Ma se ciò non avverrà io non li cercherò. Non gli farò mai conoscere mia figlia.-

Parole fredde quanto giuste, Matt capiva Jimmy, sapeva che aveva avuto una vita difficile a causa dei suoi genitori, quelli stessi genitori che non si fecero scrupoli a sbatterlo fuori casa all'età di sedici anni. Jimmy non era mai stato un santo, e questo lo sapevano tutti, ma amava la sua famiglia nonostante tutte le botte che aveva preso, fin quando non si ritrovò solo...fuori casa, senza un soldo in tasca, senza un posto dove stare ...l'unica cosa che gli rimaneva erano i suoi migliori amici. Per questo motivo, quella notte, si diresse subito a casa Haner, bussò alla porta terribilmente imbarazzato a causa dell'ora e dei fatti, ad aprirgli fu l'ultima persona che avrebbe voluto vedere, Brian Haner Senior...

"-Ti pare l'ora di venire a disturbare ragazzino?-
-Mi scusi non...ehm...-
-Risparmiami le tue parole e vedi di sparire, mio figlio non ha tempo da perdere con un mascalzone come te!-
-Papà, chi è?-
-Nessuno Brian, torna in camera tua-
-Jimmy! Ma che ci fai qui?-
James non rispose a quella domanda, non lo avrebbe fatto davanti al padre di Brian, si limitò a lanciare uno sguardo supplichevole al suo migliore amico che subito capì che qualcosa non andava, un tuono ruppe il silenzio di quella notte e subito dopo delle goccie di pioggia iniziarono a bagnare l'asfalto. 
-Allora non hai sentito? Ti ho detto di sparire! Muoviti prima che chiami la polizia!-
-Tu non chiamerai proprio nessuno papà-, disse Brian sicuro di se mettendosi accanto al padre.
-Vieni dentro Jimmy, ti prenderai qualcosa se stai lì-, allungò la mano verso Jimmy invitandolo ad entrare e il ragazzo dagli occhi di ghiaccio mosse quei pochi passi per entrare in casa. Si sorrisero prima di venire interrotti da Haner Senior.
-Tu mi disgusti! Credi che ci metterei tanto a sbattervi fuori entrambi?!-
-Non sbatteresti mai fuori casa tuo figlio, hai una reputazione troppo alta per rovinartela-, il padre di Brian alzò la mano destra per poi posarla con violenza contro la guancia di Brian, il colpo era stato così forte che il ragazzo voltò anche il viso di lato, quando ripuntò i suoi occhi color cioccolato contro quelli grigi del padre non fece trapelare nessuna emozione, semplicemente si voltò, prese sottobraccio Jimmy e si avviarono sulle scale.
-Sei una delusione, Brian! Sei una vergogna!-, quelle parole cattive e prive di amore paterno arrivarono come un secondo schiaffo a Brian che si limitò a sbattere la porta della camera con forza, per poi invitare Jimmy a sedersi sul letto e fare come se fosse in camera sua. 
-Mi dispiace Bri, non volevo che...-
-Non è colpa tua, non preoccuparti. Ma dimmi, che ci fai qui?-
-Mio padre mi ha sbattuto fuori casa...non sapevo dove andare e ...-
-Puoi restare fin quando lo vorrai-
-...Grazie-
-Spero non ti scocci dividere il letto, non abbiamo camere per gli ospiti-
-No, Brian, posso anche dormire sul tappeto non c'è bisogno che ti sacrifichi a dormire per me-
-Il letto e da due piazze, sta zitto e sdraiati. Se mi avessi dato fastidio ti avrei lasciato per strada-"

Da quel giorno Jimmy non vide mai più i suoi genitori, smise di studiare per un breve periodo perché era in cerca di un lavoro part-time che gli permettesse di guadagnare qualcosa e, magari, pagarsi un'affitto, iniziò a lavorare ad una lavanderia e quello che guadagnava lo mise da parte, intanto riprese a studiare e nonostante quegli anni furono difficili riuscì a diplomarsi e a prendersi un piccolo appartamento in centro. Sarebbe sempre stato in debito a Brian per averlo aiutato quella notte.

-Eccoci-, Matt fermò la macchina sul vialetto di casa Sullivan, si voltò a guardare la piccola e si addolcì immediatamente nel vederla dormire.

-Dio è bellissima-

-Non sciupare mia figlia Sanders, potresti pentirtene-

-Devo ancora metabolizzare che tu sia diventato padre prima di me, almeno fammi fare i complimenti-

-Dovresti farli a me, non alla bambina-

-Ma tu non hai fatto niente! Ti sei limitato ad una buona scopata senza profilattico!-

-E infatti guarda cosa ne ho ricavato da quella buona scopata!-

-Idiota!-

-Io? Ma se hai iniziato tu!?-, scoppiarono a ridere come dei ragazzini per poi abbracciarsi velocemente, dopo di che Jimmy scese dalla macchina e recuperò la bimba cercando di non svegliarla.

-Anche se c'è la piccola, sapete che la casa è sempre aperta per voi, anche all'improvviso-

-Ovvio Rev, ci vediamo!-

-Salutami Val, ciao Shads!-

Una volta entrato in casa, Jimmy, capì che i ragazzi erano andati a casa sua in quei giorni di sua assenza. Lo capiva dal profumo di lavanda che proveniva da delle candele accese, sicuramente merito delle gemelle, lo capiva dal profumo di pulito e dall'ordine, di sicuro merito di Johnny e Diana, tenendo la bimba in braccio gli venne in mente di non aver pensato a tutte le cose che servivano alla piccola, si diresse in cucina per cercare del latte ma quando vi entrò vide un sacco di oggetti sul tavolo della cucina, biberon, latte in polvere, ciucci, bavaglini, si avvicinò e notò un bigliettino, lo lesse e si fece scappare un sorriso.

"Abbiamo pensato noi a sistemare ogni cosa per la piccola Sevenfold, e ricordi la tua seconda camera per gli ospiti? Beh...l'abbiamo rivoluzionata! Inizia a preoccuparti, nel caso non l'avessi ancora vista, troverai tutto l'occorrente per la bambina. Non manca nulla.
Vi vogliamo bene.
Brian"

Oddio cos'avevano combinato alla camera? 
Leggermente preoccupato Jimmy si diresse quasi correndo in camera, la trovò chiusa e quando la aprì ne rimase stupito. 
Le pareti non erano più bianche, ora presentavano un grazioso color lilla, al centro della stanza c'era un grande tappeto nero con sopra disegnata una chiave di violino argentata, vicino alla finestra, coperta da una tenda viola, c'era una culla mentre a destra della stanza si trovava una piccola libreria affiancata da una poltrona, mentre a sinistra della stanza si trovava un fasciatoio munito di quattro cassetti, Jimmy aprendoli vide che nel primo erano presenti pannolini, salviette e quant'altro, nel secondo tutine e pigiamini, nel terzo vestitini estivi e nell'ultimo dei vestitini più pesanti per l'inverno. James si voltò verso l'intera camera e nella parete vicino alla culla trovò alcune foto, una rappresentava la band al completo nel loro primo concerto, un'altra vedeva ritratti Jimmy con in braccio la bambina, doveva avergliela fatta Johnny mentre lui non guardava dato che era di profilo e si trovavano ancora in ospedale. L'ultima foto ...era la più bell quanto straziante. Ricordava bene quel giorno, erano andati poco fuori città e si ritrovarono tutti in un prato enorme pieno di spighe di grano, non c'era nulla se non il prato, le spighe e un salice piangente. Quella foto la fece Brian e rappresentava Jimmy e Arwen, il ragazzo rideva, non era mai stato bravo a sorridere nelle foto, mentre teneva le mani sul pancione della ragazza che era al settimo mese di gravidanza, Arwen sorrideva radiosa e felice e teneva le mani su quelle di Jimmy, entrambi guardavano l'obbiettivo e nel vedere gli occhi neri della ragazza Jimmy si sentì una morsa ferrea al cuore, passò la mano sul viso di Arwen, immaginando di accarezzarle la guancia come faceva spesso prima di baciarla, sorrise tristemente e venne riportato alla realtà da un lamento da parte della piccola Gwen, si era svegliata e si stava guardando intorno per poi puntare gli occhi in quelli del padre e sorridere felice.
Era assurdo come quella piccola creatura sorridesse in continuazione.
Muovendosi andò a battere la testa contro il petto di Jimmy e il ragazzo sorrise.

-Benvenuta nella tua cameretta Gwen-, la tirò su e poi decise di lasciarla sul tappeto al centro della stanza, la bambina si girò subito a pancia in giu mostrando una forza assurda nelle braccia.
James le si sedette vicino e non fece altro che osservare quella neonata che gli assomigliava così tanto da far paura. La guardava in quegli occhietti visoi e svegli e non poteva far altro che pensare a quanto fossero rari, era l'incastro perfetto dell'amore che c'era tra lui e Arwen.
La piccola iniziò a piangere di punto in bianco, sicuramente per la fame, Jimmy sorrise e in quel sorriso nascose un momento di panico, non sapeva cosa doveva fare, non sapeva se la piccola aveva fame, doveva essere cambiata o semplicemente aveva sonno, un istinto prese il sopravvento sul giovane batterista e fece tutto senza nemmeno accorgersene, semplicemente la prese in braccio e andò in cucina, prese il biberon, un cucchiaino e il latte in polvere, riempì il biberon con l'acqua e poi ci mise il latte in polvere, lo scaldò nel microonde per pochi secondi e lo sbattè con energia, il tutto fatto con una sola mano dato che con l'altra reggeva la bambina mentre continuava a piangere.
Camminò fino al divano dove decise di sedersi e posizionare meglio la bambina per poi portarle il biberon alla bocca, dopo qualche lotta riuscì a farla mangiare e la piccola Gwen si appoggiò al suo petto mettendo una manina sulla sua e chiudendo quei magnifici occhi.

-Ti amerò sempre Gwen...e ogni cosa che sono...e ogni cosa che ho, sarà tua...per sempre-

Quando la piccola finì il latte si addormentò tra le braccia del padre mentre Jimmy, stanco, decise di poggiare il biberon sul tavolino, si sdraiò sul divano facendo piano per non svegliare la sua bambina e si addormentò...con Gwen sul suo petto e le manine chiuse in pugno sulla sua maglietta, mentre le grandi mani del batterista tenevano salda la presa sul corpicino della neonata.

Fu svegliato da una strana sensazione. Come se all'improvviso gli mancasse qualcosa.
Voltò il viso mantenendo gli occhi chiusi e strinse le mani sulla schiena della bambina ma...sentì la stretta sulla sua stessa pelle, aprì di scatto gli occhi e vide di non avere più in braccio la bambina. Preoccupato e disorientato si alzò dal divano notando che la luce della camera della piccola era accesa, la poteva notare dal fondo delle scale, più preoccupato che mai iniziò a percorrere i gradini a passo svelto ma più si avvicinava più il silenzio regnava sovrano. 
Arrivato alla cima e all'inizio del corridoio vide la porta della camera del tutto aperta e accesa c'era solo la piccola aboujur posta, lo sapeva, sulla piccola libreria. Mosse quei pochi passi e arrivò alla soglia della camera, davanti ai suoi occhi si presentò la scena più tenera che avesse mai visto negli ultimi giorni.
Sospirò di sollievo passandosi una mano tra i capelli vedendo la piccola tra le braccia del suo migliore amico.
Brian era seduto sulla poltrona e teneva lo sguardo puntato sulla piccola che dormiva beata tra le sue braccia tatuate, era così preso che non si accorse della presenza di Jimmy fin quando lui stesso non tossicchiò, Brian alzò di scatto lo sguardo sobbalzando e incrociò lo sguardo rilassato del padrone di casa.

-Jim...scusa, io non volevo ma...-

-Sta tranquillo. Solo, la prossima volta svegliami, mi sono spaventato-, seguì una breve pausa in cui Brian ripuntò lo sguardo sulla bambina.

-Cosa ci fai qui?-

-Ho litigato con Michelle...-

-Come mai?-

-...-

-Bri?...-

-Ho...fatto una cosa che...avrei dovuto evitare-

-L'hai tradita?-, chiese allarmato Jimmy, ma l'altro negò con la testa mantenendo lo sguardo basso.

-Hai bevuto troppo?-

Negò ancora.

-Hai invaso la casa dei tuoi, ti sei cannato di nuovo, cosa, cosa hai fatto Elwin?!-, si irritò Jimmy, e Brian sapeva bene che quando lo chiamava con il suo secondo nome erano guai...ma più di quello...aveva paura della sua reazione...
Alzò lo sguardo su James mordendosi nervosamente il labbro e alzandosi, andando a lasciare Gwen nella sua culla e lasciandole un bacio sulla fronte, si voltò verso Jimmy con la faccia di una persona disperata e lo prese per un braccio trascinandolo senza sforzi fuori dalla stanza. Jimmy seguì Brian fino alla cucina dove si sedettero intorno al tavolo.

-Allora?-

Brian non rispose, semplicemente allungò il braccio sinistro e tirò su la manica della maglia fino al gomito, voltò il braccio verso l'alto rivelando a Jimmy dei buchi violacei sulle vene...James semplicemente si sentì morire.

-Dimmi che è uno scherzo...-

Nessuna risposta.

-Brian Elwin Haner Jr...dimmi, per l'amor di Dio, che è un fottutissimo scherzo!-

-James io...-, non fece in tempo a finire la frase che si ritrovò pressato per terra con Jimmy sopra di lui che lo teneva per il colletto della maglia e lo guardava così arrabbiato che Brian ebbe davvero paura, paura che potesse davvero ucciderlo.

-Dove cazzo hai la testa Brian!? Come ti è venuto in mente di fare una cosa del genere!?-

-Non lo so...-

-Non lo so? Non lo so? Brian che cazzo ti sta prendendo!?-

-I-io non lo so...Jimmy...non...è stato più forte di me e con tutto quello che è successo in questi giorni, la tensione, la tristezza avevo bisogno di staccare-

-Tu avevi bisogno di staccare?! Ho perso la mia ragazza! L'amore della mia vita, lo persa e mi sono ritrovato da solo con una figlia a cui pensare! Mi hanno trapiantato il cuore cazzo! Dimmi per quale cazzo di motivo tu avresti dovuto staccare!-

-Non potrò mai avere figli Jimmy! Ecco perché mi sono drogato, per dimenticarmi le parole che mi sono state dette da quel medico!-, sbottò Brian con le lacrime agli occhi facendo del tutto bloccare Jimmy.

-C-che vuol dire che non potrai mai avere figli?-, gli chiese stranito.

-Sono mesi che io e Michelle ci proviamo...alla fine abbiamo deciso di fare dei controlli entrambi per capire se avessimo qualche problema noi e ...dalle analisi è risultato che il problema sono io...sono sterile...-

-Cazzo...-

-Mi sono drogato perché mi sono sentito un verme, è colpa mia se Michelle non potrà avere figli con me, è colpa mia se non avrà mai la famiglia che tanto desidera ...non sapevo più che fare...-

-Da... quanto lo sai?-

-Da un paio di giorni...-

-Perché non me lo hai detto subito?-

-Non volevo che ti preoccupassi per me...hai già tanto a cui pensare...-, rispose Brian alludendo alla piccola Gwen.

-Brian, sei il mio migliore amico, avrei potuto...-

-No. Non avresti potuto far nulla...non questa volta-

-Michelle come l'ha scoperto?-

-Oggi pomeriggio, dopo che sono uscito dall'ospedale, sono andato da uno spacciatore che gira spesso a pochi isolati dall'ospedale e ho comprato una piccola dose di cocaina...sono arrivato a casa, ero da solo, preparai la roba e me la ignettai...quando Michelle entrò in casa...-

"-Brian...oh mio Dio...ma cos'hai fatto?!-, urlò preoccupata Michelle vedendo il suo ragazzo steso a terra, nel salotto, il respiro irregolare, i brividi che gli scuotevano tutto il corpo, le pupille tremendamente dilatate e un laccetto rosso stretto intorno al braccio...fece scorrere lo sguardo e vide una bustina vuota e una siringa poco distante dal corpo scosso di Brian.
Gli si avvicinò con le lacrime agli occhi e gli prese il viso tra le mani cercando di farlo riprendere.
-Brian, amore, ti prego parlami!-
-M-Mich...?-
-Sono qui! Oddio, sono qui Brian!-
-Perdonami...-, mormorò iniziando a piangere. 
-Brian, ma che dici?-
-È colpa mia...è solo colpa mia...vattene Mich...rifatti una vita...vattene e lasciami morire...-
Michelle non sapeva più cosa fare, sapeva che non era in lui ma non riusciva a vederlo così, fece l'unica cosa che poteva. 
Tirò su il busto di Brian con tutte le sue forze e lo abbracciò forte fino a rompergli le ossa, il ragazzo iniziò a tossire con forza per poi iniziare ad urlare per il dolore che la droga gli stava procurando.
Urlò per mezz'ora fin quando non si addormentò tra le braccia della sua donna.
Quando si svegliò, non riuscì a capacitarsi di quello che aveva appena fatto, cercò di avvicinarsi a Michelle per parlarle e chiarire ma lei, spaventata, indietreggiò e gli urlò contro. Aveva avuto paura di perderlo. 
-Mich...ti prego lasciami spiegare ...-
-Vattene! Esci da questa casa Brian! Non voglio più vederti!-"

-Mi dispiace Brian ...ma la droga non è una via di fuga ...-

-Lo so...ma non sapevo cosa fare ...Dopo esser uscito di casa sono venuto qui, ti ho visto dormire ma la piccola era sveglia, allora lo presa le ho fatto il latte, lo cambiata e poi siamo andati in camera e si è riaddormentata-, ammise Brian ad occhi bassi vergognandosi.
Jimmy non disse nulla, si alzò dal corpo di Brian e lo aiutò a rialzarsi, non fece altro che tirarlo contro di lui e stringerlo forte. Non poteva capire come si sentisse ma sicuramente avrebbe fatto di tutto pur di non farglielo pesare.

-Non fartene una colpa, Bri, ormai ci sono decine di metodi per poter avere figli, troverete una soluzione-

-...ma non saranno mai del tutto miei...-, Brian sospirò e lasciò una pacca sulla spalla a Jimmy per poi separarsi.

-E...c'è un'altra cosa che devi sapere-, disse ancora il chitarrista tirando fuori dalla tasca dei jeans un foglietto ripiegato con cura. Biglietto che poi gli porse con gentilezza e uno strano sguardo.

-Che cos'è?-

-Arwen...mi ha pregato di fartelo avere-, a quelle parole Jimmy sbiancò e dovette sedersi per non cadere a terra.

-La scritta per te...e...c'ero anch'io quando la scrisse-

-Leggila-, disse semplicemente Jimmy con sguardo perso, Brian sospirò e apri con delicatezza il foglio, si sedette accanto a Jimmy e iniziò a leggere.

"Jimmy...
James...
Amore mio, scusa, ma non so bene come iniziare una lettera, non ne ho mai scritte...credo che si possa iniziare con un semplice Amore mio, in caso non si possa beh...io sono io.
Non finirò mai di ringraziarti per tutto quello che hai fatto per me, e non troverò mai il modo perfetto per farlo. Mi hai rivoluzionato la vita come una catastrofe naturale e non potrei esserne più felice. 
Mi hai insegnato a vivere la mia vita, mi sei stato accanto, mi hai fatto dannare, mi hai fatto capire cosa vuol dire amare...mi hai fatto così tanto del bene che ora mi sento in colpa di non aver fatto lo stesso per te, o come minimo non averti dato tutto quello che tu hai dato a me.
Ho parlato con il tuo dottore, so tutto. Perdona Brian per quello che è stato costretto a lasciarmi fare ma non sarebbe riuscito a fermarmi. Vedila come un ringraziamento a tutto.
Hai avuto il mio cuore Jimmy, e ora lo avrai per sempre. 
So che farai un ottimo lavoro con la bambina, e so che ce la farai.
Inoltre, Jimmy, voglio che tu vada avanti con la tua vita, voglio che, quando sarai pronto, ti rimetta in gioco, hai tanto da vivere e tanto amore da dare, voglio che tu ti rifaccia una vita, con una nuova compagna di vita e con nostra figlia. Non dimenticarmi mai, amore, e non dimenticare che io ti sarò per sempre vicino. Sarò il tuo angelo, e quando sentirai il vento soffiare cerca di acciuffarlo, perché sarò io che ti starò abbracciando. Ti amo, Jimmy. 
Per sempre tua,
Arwen."

Brian finì di leggere quella lettera e strinse le labbra per poi alzare lo sguardo, Jommy sorrideva, aveva lo sguardo perso nel vuoto e sorrideva come se fosse stato Natale.

-Ti amo anch'io piccola-, sussurrò, come se si stesse riferendo ad Arwen, Brian capì e si limitò a sorridere felice per il suo migliore amico.

-Vieni Brian, ti sistemo la camera-

-No, non ce ne bisogno, posso dormire in macchina-

-Non dire cazzate. La casa è grande e non mi da fastidio averti per casa. Basta che mi prometti una cosa...-

-Quello che vuoi-

-La prossima volta che penserai di drogarti, riflettici bene, hai troppo da perdere e non ne vale la pena. Ma se vuoi, per una bevuta con i contro cazzi, ci sarò sempre!-

-Sei ...unico fratello-

-Lo so, dai giura-

-Giuro che non mi drogherò mai più, che la mia chitarra si infiammi durante rovinandomi a vita, se dico il falso!-

-Bene, e ora a nanna-

E Brian mantenne quella promessa. 
 

***

SETTEMBRE

Il campanello di casa suonò rimbombando per tutta la casa, quando Jimmy aprì la porta di casa si ritrovò davanti i suoi migliori amici, sorridenti come al solito.

-Jimbo!-

-Shads!-

-Dai levati bestia, facci entrare che fa troppo caldo!-

-Sempre il solito delicato del cazzo, eh Gates?-

-Mi pare ovvio, Rev-, il padrone di casa fece entrare tutti per poi richiudere la porta di casa alle sue spalle, erano i primi mesi di Settembre, ma nonostante questo il tempo non era esattamente fresco, com'era tipico in California. 
Si diressero tutti in salotto come da manuale quando un urlo acuto e per niente normale rimbombò per tutta la sala, i ragazzi si voltarono allarmati verso Brian e lo videro mentre correva con le braccia protese in avanti fino ad arrivare a Gwen.

-Da quando sei così tanto checca, Brian?-, chiese Matt iniziando a ridere come un pazzo.

-Checca isterica, ti correggo!-, rise Zacky piegandosi in due.

-Ma chi è la preferita di zio Brian? Chi è? Ma certo che sei tu!-, parlò Brian con una voce assurda facendo ridere la bambina, mentre la prendeva in braccio e poi lanciarla in alto e riprenderla, cosa che fece per vari minuti fin quando Jimmy non lo fermò.

-Smetti di lanciare mia figlia, o il prossimo che farà un bel volo sarai proprio tu-

-E dai Jimmy, guarda come ride! Avanti Gwen, di a papà di lasciarti in pace-, la piccola non la smise nemmeno per un secondo di ridere mentre allargava le braccia e si stringeva al collo di Brian andando a nascondere la testa sul suo petto.

-L'amore dello zio-

-Ti rincoglionisci troppo con i bambini...-, disse Johnny sorridente.

-Non con tutti, con te non faccio così-, Johnny gli rispose alzando il dito medio suscitando le risate di tutti gli altri.

Era un giorno di prove, avevano deciso di fare una pausa per qualche mese per permettere a Jimmy di abituarsi ad avere una marmocchia per casa e il batterista aveva passato quei lunghi mesi a prendersi cura della figlia, per qualche settimana, soprattutto nei primi mesi, non aveva chiuso occhio perché la piccola piangeva e non voleva saperne di addormentarsi, per questo delle volte Matt o, più probabilmente, Brian andavano da lui e lo aiutavano, per molto tempo Brian si era praticamente trasferito da Jimmy e lo aiutava in tutti i modi con la bambina, aveva di certo più manualità nell'accudire un neonato dato che aveva badato a sua sorella Mckenna dal primo giorno fino ai suoi dieci anni...e ora che ne aveva diciotto la cosa non era troppo cambiata. 
Nonostante tutto James se la cavò al meglio e presto capì ogni cosa che doveva sapere riguardo i bambini. Certo era strano, per lui che non aveva mai voluto troppe responsabilità, e alla fine era stato il primo della band ad avere una figlia. Destino? Forse...
Ma ora era tempo di andare avanti con la band, quella sera avrebbero avuto il concerto a Long Beach e doveva essere tutto perfetto.

-E dove sistemerai la piccola stasera?-, chiese Matt con in braccio Gwen che si divertiva a mettere le dita nelle fossette del cantante.

-Ci penseranno le gemelle, non vedevano l'ora di passare del tempo con lei-

-Bene, allora, tutti pronti?-

-Pronti!-, urlarono in coro.

-Let's rock!-, screamò Matt sul microfono mentre la piccola Gwen lo guardava stranita.
 

QUELLA SERA.
LONG BEACH.
 

La folla di fans che urlava i loro nomi, l'adrenalina, la tensione, il cuore che batteva a mille.
Gli era mancato tutto quello ai ragazzi, erano pronti e carichi a spaccare e lo avrebbero fatto in grande stile, la scaletta era perfetta, a detta di Larry, il loro manager, e nulla sarebbe potuto andare storto.
Mancavano pochi secondi e poi sarebbero usciti allo scoperto.

-Jimmy...-

-Dimmi, Bri?-

-...grazie-

-Per cosa?-

-Grazie e basta-

-Mi manchi-

-Mi manchi anche tu-, Brian si sporse per lasciare un bacio sulla tempia di Jimmy mentre il ragazzo iniziò a ridere di gusto e insieme si avviarono alla scaletta posta lateralmente al palco. 
Un abbraccio di gruppo. 
Un urlo di incoraggiamento.
E fu il delirio.

-Long Beach!-, urlò Matt al microfono mettendosi al suo posto al centro del palco.

-Voglio vedervi impazzire!-, screamò per poi partire con "Critical Acclaim".

Passò un'ora intensa e piena di felicità da parte della band e dei fans. A fine concerto Matt si riposizionò al centro del palco schiarendosi poi la voce.

-Bene, ed ora cambiamo tonalità. Questa canzone, parla di un amore non corrisposto ma che si rivelerà il più grande mai visto in vita e ...oltre alla morte. Chi ha capito urlì!-

In risposta a quelle parole ogni singola persona iniziò ad urlare, mentre Matt scrutava con i suoi occhi smeraldini le prime file. Quando trovò ciò che stava cercando continuò a parlare.

-Vogliamo coinvolgervi con questa meravigliosa creazione del nostro batterista, The Rev, e vogliamo farlo come si deve. Chi vuole salire sul palco a cantare?-, altre urla e braccia che richiamavano l'attenzione si alzarono verso il cielo ma Matt aveva già le idee chiare, si avvicinò a bordo palco e aiutò la sicurezza a far salire una ragazza sul palco.
La ragazza in questione aveva più o meno la loro stessa età. Occhi neri, capelli tinti di azzurro, jeans neri strappati un po' ovunque, una canotta della band, i guanti senza dita alle mani e una collanina raffigurante il Deathbat.
Matt non avrebbe potuto scegliere di meglio.

-Bene, ti chiami?-

-Amy-, disse timidamente la ragazza, Matt le diede una pacca sulla spalla incoraggiandola e iniziò subito dopo la canzone.

Era il suo turno, di solito quel duetto spettava a Jimmy, avevano deciso di lasciare a lui quel pezzo così tanto significativo. E nel sentire la voce candida della ragazza che duettava con lui alla perfezione gli venne un brivido.
Quando la canzone finì Brian fermò la ragazza, che stava già per scendere dal palco, la prese per mano e la condusse da dei tecnici dicendo di portarla nel backstage.
Il concerto finì in bellezza, non per niente si chiamavano Avenged Sevenfold.
Corsero nel backstage dopo aver lanciato qualche plettro firmato e le bacchette della batteria, anch'esse firmate.

-Cazzo è stato perfetto!-, urlò Johnny abbracciando Jimmy.

-Si cazzo, abbiamo spaccato!-, confermò Zacky.

I loro festeggiamenti vennero fermati dalla giovane ragazza che aveva cantato con loro A Little Piece of Heaven, in imbarazzo si avvicinò ai ragazzi non riuscendo a credere di essere davanti ai suoi idoli e si schiarì la voce per attirare la loro attenzione.

-Siete...stati meravigliosi..-

-Grazie...Amy, giusto?-, chiese Zacky ricevendo in risposta un gran sorriso.

-E da tanto che ci segui?-, chiese curioso Brian.

-Si, da quando avete pubblicato il primo album-

-Grandiosa, quanti anni hai?-

-Ventotto-

-Beh, l'età è questa alla fine-, ridacchiò Johnny, ma notò che l'attenzione della ragazza era totalmente rivolta alle sue spalle, Johnny si voltò e vide Jimmy mentre guardava curioso quella ragazza.
Brian, illuminato da un fulmine, diede una spintarella a Jimmy facendolo andare avanti di qualche passo.
Il batterista si voltò verso il suo migliore amico incenerendolo con lo sguardo ma l'altro sorrise beffardo, Jimmy notò in quegli occhi nocciola una strana scintilla, non ci fece troppo caso e tornò a guardare la ragazza che aveva davanti. 
Sembrava così tanto piccola da ricordarle la prima volta in cui vide Arwen, ma c'era qualcosa di diverso, in confronto al suo grande amore questa ragazza era timida e arrossiva in continuazione. Jimmy la studiò dalla testa ai piedi e le porse la mano destra.

-Piacere di conoscerti, Amy-

-È un onore The Rev-

-Chiamami solo Jimmy-

E fu un attimo. Le loro mani si strinsero e sentirono una scossa piacevole entrambi.
Un pensiero balenò la mente di Jimmy e non poté fare a meno di pensare che fosse la verità.
Era arrivato il momento di ricominciare?
Solo il tempo lo avrebbe potuto dire... ma lui aveva tutto il tempo del mondo.

The end ~
 

SPAZIO AUTRICE

Ebbene si, è finita! Spero di avervi lanciato un messaggio ben preciso con questa storia ovvero che non si deve mai avere paura di amare e di vivere. Questa vita può essere difficile ma se ci impegniamo al massimo riusciremo a lasciare una traccia, un ricordo indelebile del nostro passaggio.
Jimmy meritava una seconda chance, una seconda possibilità di vivere. Non so se c'è un'aldilà dopo la morte, ma l'idea mi consola e pensare che in una prossima vita Jimmy possa avere più tempo, mi fa semplicemente sorridere, magari potrebbe averla proprio con i suoi storici compagni di band ...ma non possiamo saperlo.
Non abbiate mai paura di ricominciare. La vita è troppo breve per vivere nei rimorsi e nel passato, per vivere nella paura...andate avanti e date quello che vi dice il cuore, non fermatevi alla mente.
Fatemi sapere le vostre opinioni su questa fanfiction, sapete che amo i vostri commenti e sapere come l'avete trovata quindi, non siate timidi, fatevi avanti! 
Vi premetto che a breve uscirà una nuova fanfiction che mi gira da un po' in testa, ed uscirà molto presto!
Un grande abbraccio, dalla vostra...

~Heaven

 
   
 
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