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Autore: nancy89    28/02/2017    0 recensioni
Benvenuti nel mio nuovo delirio delirante! Quello che vi aspetta è una storiuncola senza pretese (come al solito) totalmente frutto della mia malsana immaginazione. Qualcuno potrebbe dire che mi drogo. Ma sì!
Scherzi a parte, ho appena partorito questa stereotipata e mi farebbe piacere se qualcuno la leggesse, la recensisse. Poi se qualcuno si lasciasse prendere dalla mia follia e addiruttura si emozionasse al punto da richiedere altri capitoli allora ci vado a nozze.
Buona lettura compagne di avventura! (Se non si era capito, oltre alle streotipate mi piacciono le rime banali. Adesso si è anche capito che mi piace la vita facile. Grrr!)
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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-Ciao desaparecida! Di nuovo tra noi? Come stai?- L’esordio da tacchino impettito, pronto per essere cotto in forno -Bene, grazie.- rispose laconica. Non aveva voglia di iniziare una nuova partita proprio oggi che era rientrata dopo tre lussuriosi giorni a letto con i suoi nuovi amanti: Mr. Termometro e Mr. Supposta. -Sei guarita?- Chiese con fare circospetto. -Così pare…- rispose di getto, ma subito la domanda le apparve sospetta e rilanciò: -Eri forse preoccupato?- -Beh, certo non sarebbe il massimo avere un’untrice a piede libero tra le corsie di un ospedale. Sarebbe in antitesi con il ruolo che ricopri, volto a favorire il benessere ai degenti e non a mettere in atto un piano di appestaggio.- -Ah. Beh, come vedi il peggio è passato. Immagino tu sia contento adesso.- Rispose delusa dalla conferma appena ricevuta dalle sue parole. - Non lo sono. Sei convalescente. Tecnicamente sei ancora un rischio per i pazienti. E non possono permetterselo.- - Non so perché ma ho come la sensazione che non siano solo i pazienti a starti a cuore in questa faccenda.- - Ah no? E chi altro? Sentiamo.- Rispose mimando una riverenza che nascondeva il timore di essere stato scoperto. - è ovvio: te stesso! Ma non c’è problema, non hai tutti i torti. Il bel dottorino non può correre il rischio di farsi appestare da un’untrice ambulante come hai ben detto tu. Farò attenzione a non starti addosso, manterrai salva la pelle.- Il sarcasmo era la sua arma prediletta in quelle lotte clandestine che li vedevano duellare quotidianamente. – Ora, se permetti, ho del lavoro da continuare.- E nel superarlo lo urtò con un colpo di spalla. Un colpo a tradimento, quello che sferrano i combattenti più infidi, quando ormai si trovano al tappeto. Questa piccola vendetta le procurò una tale soddisfazione che ignorò deliberatamente il pensiero di aver compiuto un gesto meschino. Ma quello era un gioco senza regole. E lo sapevano entrambi. Un ghigno le comparì sul viso trionfale ma non fece in tempo a superarlo che si sentì afferrare il braccio da una presa salda. - E se invece volessi correrlo il rischio?- le alitò all’orecchio. - Tu non vuoi fare amicizia con i miei bacilli, cocco.- Cercò di non lasciarsi turbare da quella strana vicinanza. - Cocchi.- - Mi riferivo a te, cocco. Sei proprio un cocco imbecille! Ti conviene mantenere la distanza di sicurezza, cocco imbecille.- Cominciava ad agitarsi, doveva svincolarsi da lui al più presto. - Ah beh, sai com’è… deformazione professionale.- Tentò di difendersi lui. - Eh no caro, non mi incanti. La tua è deformazione mentale!- - Cocco.- - Ma sei totalmente ottuso allora! Ti ho detto che i miei germi non vogliono neanche salutarti…- - Mi sa che in questo caso sei tu che hai perso un colpo. Devi deciderti: o cocco o caro.- - Ah ma quindi ci prendi gusto a farti prendere per il culo?!- - Mettila come vuoi.- Affermò accorciando ancora di più le distanze. - Va bene, Cocco. Adesso però la questione è diventata seria per entrambi. Molla la presa e nessuno si farà male!- - Beh non era proprio quella la mia intenzione.- E così dicendo la attirò a sé stabilendo un contatto diretto con i suoi occhi terrorizzati. - Cocco, attiva le sinapsi e rifletti. Il piano è vantaggioso per entrambi: salvi il mio braccio dal rischio di un’ipossia e te stesso dal rischio dell’appestaggio. Hai passato una vita a studiare tomi su tomi di medicina. Questo dovrebbe essere semplice da comprendere.- Ma cosa stava facendo? E quella mano che si stava insinuando tra i suoi capelli? La situazione le era sfuggita di mano, esattamente come la sua che in quel preciso istante venne liberata. Ma ciò non le procurò sollievo perché adesso erano due le mani che le avvolgevano la testa. -Ma mi stai ascoltando? Cosa stai facendo?- Farfugliò annaspando in quella tempesta improvvisa di emozioni. - Sto correndo il rischio.- E un’onda la travolse completamente. Fu come uno tsunami che si abbatté improvviso sulle sue labbra sconquassando tutte le sue certezze, facendole mancare il terreno sotto ai piedi. In effetti ormai erano solo le punte ad assicurarle di essere ancora sul luogo di lavoro e non nell’abisso oceanico in cui si persero i suoi occhi. Ma ben presto anche quella certezza venne a mancare e la paura di annegare le fece avvinghiare le gambe intorno a lui. Colpita e affondata. Adesso doveva imparare a tenersi a galla.
  
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