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Autore: Heaven Black    01/03/2017    0 recensioni
DAL TESTO:
"La giovane si fece accompagnare fino ai piedi delle scale che conducevano al piano superiore, senza indugi decise di seguire il ragazzo dalle manette tatuate sul collo e, quando arrivarono in cima, poté notare un corridoio abbastanza luminoso, le pareti erano di un tenue color crema e su ogni lato delle pareti si vedevano chiaramente sei porte, per lato s'intende. Le porte erano in legno di quercia bianco, perfettamente tenute tanto da sembrare nuove.
Il particolare che la incuriosì fu il fatto che le scale proseguivano, fece scorrere lo sguardo fin in cima alla seconda rampa e intravide un corridoio del tutto buio, privo di luce e dava l'impressione di essere freddo.
-Dove portano ancora le scale?-, chiese curiosa al giovane.
Lui si girò con un sorriso complice e sincero.
-Nulla di interessante-.
Nel momento stesso in cui se ne andarono, Morgana sentì come un urlo lontano provenire proprio da quel corridoio nascosto e in distacco con quella meravigliosa villa.
***
Storia precedentemente pubblicata su Wattpad
Written by Heaven Black
Genere: Horror, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates, The Rev, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo uno : La porta nera


"Non hai mai visto niente di simile. 
Eppure sai con certezza che non sarà l'ultima volta."~Cit.


La storia che sto per narrarvi non è come tutte le altre.
C'era un tempo, in cui ad Huntington Beach, una piccola cittadina californiana, le giornate erano belle e serene, il sole splendeva ogni giorno, l'Oceano viveva la sua vita e i fiumi facevano il loro corso, la vita di ogni singolo abitante era piena di allegria e spensieratezza in quanto nulla non andava in quella graziosa cittadina piena di piccole e grandi ville.
Poco spostata dalla città, precisamente al centro del grande bosco dopo la periferia, si ergeva una lussuosa villa a tre piani, una modesta casa abbandonata da lunghi anni e caduta nelle mani spietate del tempo. La casa venne abbandonata subito dopo un violento massacro, essa era infatti appartenuta ad un ricco uomo, elegante e rispettato da tutti, l'uomo una notte, preso da una folle pazzia, uccise la moglie e le proprie figlie di dieci e dodici anni, strappò loro il cuore e lo chiuse in un piccolo portagioie, dopo di che si tolse la vita tagliandosi la gola.
Molte furono le leggende che si raccontavano in città e molte furono anche le famiglie che si trasferirono in quella lussuosa villa, ma di quelle tante famiglie non rimasero che cadaveri su cadaveri. L'unico ad essere mai sopravvissuto era un ragazzino di nome Alek, di origini canedesi, il giovane fu ritrovato dalla polizia quattro giorni dopo l'omicidio della sua famiglia e venne portato alla centrale di polizia nel tentativo di far luce sulla faccenda, poche furono le sue parole, ma tra i balbettii e i tremori causati dal pianto gli agenti riuscirono a capire appena tre parole "Sangue...coltello...mostro...", avendo a che fare con un ragazzino di tredici anni credettero che fosse sotto shock e quindi non diedero importanza a quelle parole così terrorizzate. 
Il povero ragazzino si uccise due mesi dopo, abusanto degli psico-farmaci assegnateli dal suo psicologo.

20 ANNI DOPO

La nostra storia comincia con una ragazza di venticinque anni di origini inglesi, la giovane rispondeva al nome di Morgana, presentava una lunga cascata di capelli neri leggermente ricciolini sulle punte, gli occhi azzurri come il mare in tempesta, un nasino tenero ed elegante e su di esso svettavano delle lentiggini appena visibili, vestiva principalmente di nero, in uno stile puramente gotico e inusuale, aveva un tatuaggio sulla mano sinistra, una croce celtica, sull'avambraccio destro presentava un teschio avvolto in una rosa nera e sulla schiena ha il logo degli H.I.M, la sua band preferita. Una ragazza semplice quanto curiosa e intrigante, visse un'infanzia felice accanto alla sua famiglia in un cottage situato sul confine della Cornovaglia, la sua vita la portò ad intrapendere un viaggio oltre oceano in cerca di se stessa.

Il tramonto era prossimo nella piccola Huntington Beach, Morgana era appena scesa dall'aereo e aveva già quella luce particolare negli occhi, quella luce che solo poche persone potevano comprendere. La luce di chi sta per ricominciare una nuova vita. 
Non aveva un programma e non aveva nemmeno prenotato un posto in albergo, era fatta così, viveva alla giornata ed era pronta a tutto, per questo motivo uscì dall'aeroporto con il suo borsone in spalla e si diresse subito verso dei taxi, riuscì a trovarne uno libero e ci si infilò dentro senza troppe cerimonie.

-Dove la porto signorina?-, chiese gentilmente il tassista, avrà avuto più o meno sessant'anni.

-In città, per favore-, rispose in fibrillazione la giovane.

-Non ha un indirizzo preciso?-

-No, mi spiace. Mi porti semplicemente al centro, grazie-

Dopo una ventina di minuti passati con il naso schiacciato contro il finestrino l'auto gialla si fermò, proprio davanti ad una strada stracolma di locali, Morgana pagò il viaggio e quando stava per andarsene il vecchio autista la fermò.

-Cosa porta una ragazza come lei in questo posto?-, chiese con un'aria quasi misteriosa.

-Non lo so, il destino... forse-

-Mhmh...sembra una ragazza in gamba. Ma, se mi permette, vorrei darle una piccola dritta...nulla in questa città è sicura, faccia attenzione alle persone che incontrerà e, soprattutto, non oltrepassi il bosco ad est di qui-

L'uomo sussurrò quelle parole mantenendo gli occhi grigi e sapienti in quelli pieni di vita di Morgana e lei poté notare un bagliore di paura nell'uomo.

-La ringrazio ma...credo di sapermela cavare da sola-, rispose dopo essersi morsa il labbro.

-Arrivederci signorina-

L'auto ripartì e Morgana si ritrovò da sola in una strada piena zeppa di locali, vi erano ristoranti, pub, pizzerie, night club, persino un supermercato aperto ventiquattro ore su ventiquattro. Il suo sguardo puntò su un pub che faveva angolo nella medesima via, sarà che la sua indole inglese aveva scelto per lei, ma era sicura che in un pub avrebbe trovato quello che cercava. 
Si avviò a passo deciso verso l'ingresso del locale e da fuori il pub sembrava proprio come il "Drago Verde", il pub che frequentava in Inghilterra da quando era una neonata, appena entrata le luci soffuse e il profumo di moquette la accolsero, per un attimo credette di non essere mai partita. Si avvicinò a passo deciso al bancone notando che non c'erano troppe persone, il barman era un uomo tozzo e barbuto e aveva i capelli lunghi per metà grigi raccolti in una coda bassa.

-Buona sera, cosa posso offrirle?-

-Una Guinness media, grazie-

-In arrivo-

Morgana si guardò un po' intorno e notò subito un'ombra al tavolo più nascosto del locale, su quel vecchio tavolino in legno altro non svettava che una candela e un boccale di birra quasi vuoto, la figura seduta lì era appoggiata alla parete e teneva lo sguardo basso, Morgana si sentì rabbridire e decise di voltarsi subito.

-Non sei di qui, vero?-, il barman attirò la sua attenzione mentre posava il calice davanti a lei.

-È così evidente?-

-Beh, con il tuo aspetto insolito non passi di certo inosservata...da dove vieni?-

-Dall'Inghilterra-, rispose schietta prima di bere con foga la sua Guinness, arrivando quasi a metà.

-Ci vai giu pesante vedo!-, ridacchiò l'uomo.

-Abitudine. Sa dirmi se nei dintorni ci sono hotel?-

-Si certo, c'è il Paradise Hotel a dieci isolati da qui, sono più o meno un'ora e mezza a piedi-

-Cazzo...e...qualcosa di più vicino?-

-Ci sarebbe un motel, ma non te lo consiglio, ci gira gente pericolosa-, borbottò pulendo alcuni bicchieri.

Morgana sbuffò mentre pensava sul da farsi, sicuramente avrebbe dovuto scegliere quell'hotel, era la scelta più ovvia. 
Finì la sua birra nel momento stesso in cui un braccio si posò sul bancone per lasciare poi un boccale vuoto, Morgana non si girò ma decise di guardare l'ora. 
Erano le nove.

-Jack, una Heineken per me e ...una Guinness per la ragazza-

-Subito!-

Morgana si voltò quasi sconvolta per poter incrociare i suoi occhi con quelli di un ragazzo.
Altissimo, con i capelli neri e un'acconciatura assurda, gli occhi azzurri ma non come i suoi...avevano qualcosa di particolare, un giacchetto in pelle copriva la maglietta dei Pantera, mentre intravide le mani tatuate del ragazzo.

-Scusa...ma io non ti ho chiesto di offrirmi una birra-, rispose indispettita Morgana.

-Ho sentito che sei nuova di qui, prendilo come un "benvenuto"-, disse il giovane sedendosi sullo sgabello vicino a lei.
La guardava con una strana luce negli occhi tanto che Morgana fu costretta ad abbassare lo sguardo, imbarazzata.

-Cosa ti porta qui?-

-Affari personali-

-Hai bisogno di un posto dove stare?-

-Si, credo che farò un salto a questo "Paradise Hotel"...-, mormorò prendendo il calice di birra tra le mani.

-Potrei darti una mano, divido la casa con degli amici, siamo persone apposto, non dovresti nemmeno pagare-

-Perché mai dovrei accettare? Non so chi tu sia e non so cosa vuoi da me. A quanto ne posso sapere potresti derubarmi e violentarmi!-

-James, piacere di conoscerti-, il ragazzo allungò la mano destra verso la giovane e la guardò con insistenza, uno sguardo tagliente come quello Morgana non lo aveva mai visto prima.

-Morgana...-

-Nome affascinante-, mormorò James.

-Parli sempre come un lord medievale o solo per far colpo sulle ragazze?-

-Principalmente per far colpo, ma so che alle ragazze piace un certo tipo di comportamento, volevo solo essere gentile-, ridacchiò.

-Wow...beh...allora, la tua proposta?-, chiese Morgana recuperando il suo tipico coraggio.

-Ti ospiterei per stanotte, è tardi e non è sicuro girare per queste strade, soprattutto se non le si conosce, abbiamo diverse camere per gli ospiti e nessuno ti oserà sfiorare-

-E dovrei fidarmi?-

-Di me, puoi fidarti-, sorrise sincero alzando la sua bottiglia di Heineken, Morgana lo squadrò per poi alzare il suo stesso boccale e farlo scontrare con la bottiglia.

-Va bene-

***

Usciti dal locale James condusse Morgana verso la propria macchina, una Range Rover grandissima e confortevole, partì e si diresse verso delle vie buie e sempre meno frequentate, per un attimo Morgana temette di aver fatto una grande cazzata a fidarsi di quel tipo, ma subito il ragazzo si accorse del suo disagio.

-Ehy, tranquilla, non ho cattive intenzioni-

-Lo dici perché è la verità o per farmi pesare di meno il fatto che mi sto fidando di un completo sconosciuto?-

-La prima opzione-

-Ma ...dove stiamo andando?-, domandò Morgana notando un bosco davanti a loro che si faceva sempre più vicino.

-La mia casa è all'interno del bosco...non avrai paura spero-

" ...nulla in questa città è sicura, faccia attenzione alle persone che incontrerà e, soprattutto, non oltrepassi il bosco ad est di qui"

Le parole del vecchio tassista le rimbombarono nella mente e d'istinto ebbe un tremore, cercò di cammuffarlo il meglio possibile dando la colpa al freddo della notte.
Si inoltrarono nel bosco ed era così buio e spettrale da farla rabbrividire, ad ogni curva sembrava che un mostro o uno psicopatico dovessero uscire allo scoperto con l'intento di ucciderli, Morgana deglutì rumorosamente iniziando a tormentarsi il labbro inferiore.

-Ci vuole ancora molto?-, chiese impaziente e spaventata.

-No, ci siamo quasi...che succede? Guardi troppi film horror?-

-Abbastanza da avere paura di bosco-

-In questo posto il vero terrore non si vive all'esterno-, sussurrò appena James.

-Come scusa?-

-Niente-

Passarono ancora dieci minuti prima che uno spazio aperto si stagliò davanti a loro, un viottolo di ghiaia apriva un sentiero che portava ad una meravigliosa villa a tre piani, il piano terra era visibilmente illuminato mentre il portico all'ingresso era illuminato da qualche lampione.
Una grande siepe faceva da contorno e il portico era bianco come il resto della facciata, le finestre erano coperte da delle tende chiare e all'interno si poteva notare un clima tranquillo e casalingo. Morgana si pentì di aver pensato il peggio di quel ragazzo, si voltò per dargli delle scuse ma lui era già sceso dalla macchina e la aspettava sui tre gradini all'inizio del portico. 
La giovane si sbrigò a raggiungerlo e subito dopo entrarono in casa.
Un profumo di legna che ardeva le invase le narici mentre alla sua vista si aprì un immenso salotto, le pareti erano di un rosso opaco mentre la parete intorno al caminetto presenta dei mattoni classici, al centro della sala vi erano tre divani grandissimi e al centro un tappeto di pelliccia finta con sopra un tavolino in legno scuro, appese alle pareti svettavano dei quadri riguardanti delle fotografie, sul lato sinistro vi era un televisore a plasma piatto che si poggiava su un mobile antico con svariati cassetti e cassettini.

-Ti farò fare il tour della casa domani mattina, ora sarai stanca-, ruppe il silenzio James, allungò una mano verso Morgana invitandola ad avvicinarsi e la condusse al secondo piano, percorsero veloci un lungo corridoio fin quando James non si fermò davanti ad una porta aperta, la fece entrare e la seguì a ruota per poi avvicinarsi con sicurezza al letto per accedere la piccola lampada posta su un comodino.

-Questa è la tua stanza, se hai bisogno io sarò nella porta accanto, di là c'è il bagno privato-, disse indicando una porta nella stanza vicina all'armadio. Fece per uscire ma Morgana lo fermò.

-James...se ...se non sono troppo indiscreta potrei...chiederti di dormire qui, con me?...-, chiese arrossendo come un pomodoro.

-Come mai?-, chiese curioso e divertito il giovane.

-Temo che non riuscirò a dormire stanotte...-, ammise la ragazza puntando lo sguardo contro il pavimento, James si intenerì, di sicuro non era facile per lei trovarsi lontana da casa e da tutto per ritrovarsi in una città straniera e in una villa enorme come quella. 
Annuì senza parlare e si avvicinò al letto per poi sdraiarcisi sopra, dopo aver tolto solo le scarpe. Morgana lo seguì a ruota e si infilò sotto le coperte con il ragazzo appena conosciuto.

-Dormirai meglio ora?-

-...credo di si...posso...?-

-Si-

James allargò le braccia per fare spazio a Morgana e subito dopo la ragazza si strinse nelle braccia del ragazzo, andando ad appoggiare la schiena contro il petto di lui che intanto portò una mano su quella della ragazza, abbandonata sul materasso.

-Buona notte-

-Anche a te...-

Il ragazzo spese la luce e si addormentò subito dopo come un bambino mantenendo la mano su quella della ragazza e avvicinandosi di più a lei.
Morgana non sapeva quanto tempo fosse passato, forse dieci minuti o forse due ore, ma proprio mentre stava per addormentarsi tre colpi secchi rimbombarono in quelle mura.
Morgana sussultò e si voltò contro James andando a nascondersi contro il suo petto in un gesto puramente istintivo, il ragazzo le avvolse la schiena con le braccia e la strinse a lui.
Che fosse sveglio?

***

Il mattino dopo Morgana si sveglio di buon ora, cosa alquanto strana per lei, e si ritrovò da sola sul un enorme letto matrimoniale. Si guardò intorno per studiare la stanza e la trovò molto carina, le pareti erano di un tenue color grigio, a sinistra c'era un grande armadio antico e subito accanto la porta bianca che portava al bagno privato, sotto i piedi del letto si trovava un tappeto simile a quello che aveva visto in salotto, a destra si presentava uno specchio abbastanza grande da poterla raffigurare per intero, sul comodino vicino al letto c'era una lampada piccola quando classica seguita da una sveglia r un telefono, infine la grande finestra accanto al letto era coperta con una tenda chiara che ricadeva fino al pavimento.
Sbadigliò per poi stiracchiarsi e scendere dal letto, lo rifece alla bella e meglio e si avvicinò alla tenda, con uno scossone tirò la tenda e davanti a lei si aprì un panorama mozzafiato. 
Il cielo azzurro solo per metà le ricordava terribilmente quello di casa sua, il bosco si ergeva davanti e tutto intorno alla villa, il viale dell'entrata si poteva benissimo notare mentre si andava a nascondere nel bosco in lontananza riusciva a vedere l'Oceano, una linea sottile più blu del cielo e che l'attirava tremendamente. 
Si mise le scarpe per poter scendere nella cucina, che la sera prima aveva intravisto subito affiancata al salotto, lì per lì si sentì a disagio nel camminare per una casa che non conosceva, per fortuna le scale erano vicine e senza indugi tenne lo sguardo basso e iniziò a scendere trotterellando.
Quando rimise i piedi in salotto lo vide in tutta la sua bellezza, illuminato dalla luce del sole faceva davvero un altro effetto. Sentì un vociare dalla porta ad arco che conduceva alla cucina e si decise di andarci subito, un po' per la fame e un po' per poter ringraziare James.
Si fermò sulla soglia notando quattro ragazzi, sospirò di sollievo nel vedere che era presente anche James, che parlavano del più e del meno, delle volte ridevano per poi riprendersi e continuare a mangiare.

-Giorno...-, mormorò appena imbarazzata e torturandosi le mani.

Subito gli occhi dei quattro furono su di lei e James le sorrise rassicurante.

-Ben svegliata! Ragazzi lei è Morgana, la ragazza di cui vi ho parlato prima-

Subito dopo un ragazzo dai corti capelli castani, gli occhi smeraldini e delle fossette adorabili si alzò dal suo posto per avvicinarsi a Morgana, la ragazza non poté non notare le braccia muscolose ricoperte di tatuaggi e il portamento fiero. Le si avvicinò tendendo la mano destra e Morgana la strinse subito, ritrovando una presa salda.

-È un piacere conoscerti, io sono Matt-

-Piacere mio-, rispose semplicemente un po' impacciata.

-E loro sono Zacky e Johnny-, indicò prima un ragazzo dai capelli neri abbastanza corti e tenuti in un'acconciatura simile a quella di Elvis Presley, con la differenza che non presentava il ciuffo...ma vederli laccati perfettamente glielo fecero venire in mente...gli occhi cerulei e leggermente in carne ma pur sempre un bel ragazzo, due piercing al labbro inferiore e non meno tatuaggi di Matt. 
Il secondo era abbastanza bassino, i capelli biondi e neri presentavano una cresta mezza sfatta, gli occhi castani tendenti al grigio e con molti tatuaggi anch'esso a ricoprirgli le braccia. Spostò lo sguardo su James che le sorrideva e notò che anche lui aveva le braccia ricoperte di tatuaggi, la sera prima erano coperti dal giacchetto, e intorno al collo svettavano delle manette tatuate.

-Piacere di conoscervi...-, l'imbarazzo che provava era palese, di solito non si vergognava mai per nulla ma chissà come si sentiva quasi a disagio e, soprattutto, fuori luogo.

-Avevi ragione Jimmy, è davvero carina-

-Non la importunare Zacky, rischi di spaventarla con quelbtuo brutto muso-

-Parla per te Christ-

Christ? Ok, non ci capiva più nulla, chi diavolo era Christ? 
James si alzò dal suo posto e le si avvicinò tranquillo con un gran sorriso.

-Vieni, ti mostro la casa-

-Oh...no io ...ehm...non vorrei disturbare, davvero-

-Nessun disturbo piccola, abbiamo parlato e abbiamo deciso di offrirti la possibilità di fermarti qui da noi, per quanto vuoi è chiaro-, ammise Jimmy sorridendo.
"Ma sorride sempre questo ragazzo?", si chiese Morgana.

-E poi, tu non conosci nulla di questa città o di questo paese, è il minimo che potremmo fare per te, e detto sinceramente ci stai già simpatica-, aggiunse Matt dando man forte al suo amico.

Morgana si ritrovò senza parole, in effetti l'idea di ritrovarsi del tutto da sola in una città di un paese che non aveva mai visitato prima non era molto allettante, una mano le avrebbe fatto comodo, e poi quei ragazzi sembravano dei tipi apposto.

-Beh, allora va bene-, sorrise felice venendo ricambiata subito da tutti e quattro.

-Ottimo! Avanti, vieni con me-, James le porse una mano e laa ragazza non ci pensò troppo ad afferrarla, era incredibile la differenza di grandezza tra le due mani e Morgana si sentì una bambina in confronto. James la condusse fuori dalla cucina e si schiarì teatralmente la voce.

-Dunque, salotto e cucina li hai visti, in fondo a questo corridoio puoi trovare le scale per il garage e dalla parte opposta per la cantina...-, indicò il corridoio che affiancava le scale e Morgana poté intravedere due porte, una di fronte all'altra, che portavano ai rispettivi locali.

Dopo di che la giovane si fece accompagnare fino ai piedi delle scale che conducevano al piano superiore, senza indugi decise di seguire il ragazzo dalle manette tatuate sul collo e, quando arrivarono in cima, poté notare un corridoio abbastanza luminoso, le pareti erano di un tenue color crema e su ogni lato delle pareti si vedevano chiaramente sei porte, per lato s'intende. Ora aveva finalmente modo di osservare meglio il corridoio, dato che la notte appena passata non le era stato possibile. Le porte erano in legno di quercia bianco, perfettamente tenute tanto da sembrare nuove. 
Il particolare che la incuriosì fu il fatto che le scale proseguivano, non se n'era nemmeno resa conto prima, fece scorrere lo sguardo fin in cima alla seconda rampa e intravide un corridoio del tutto buio, privo di luce e dava l'impressione di essere freddo.

-Dove portano ancora le scale?-, chiese curiosa al giovane.

Lui si girò con un sorriso complice e sincero.

-Nulla di interessante, c'è un vecchio ripostiglio che non usiamo praticamente mai, è stracolmo di polvere, non te lo consiglio-.

Morgana si limitò ad annuire tranquilla e dopo che James le confermò che i bagni si trovavano in ogni singola camera decisero di tornare dagli altri. Nel momento stesso in cui se ne andarono, Morgana sentì come un urlo lontano provenire proprio da quel corridoio nascosto e in distacco con quella meravigliosa villa. Un urlo di sofferenza e paura, nonostante fosse lontano e appena percettibile le sembrò perfettamente chiaro e vicino, si fermò in mezzo alle scale e puntò lo sguardo in alto.

-Che cos'era?...-

-Cos'era cosa?-, chiese James con uno sguardo corrucciato.

-Quel rumore...ho sentito urlare-

-Nessuno ha urlato, devi essertelo immaginato-

-No io...sono sicura si trattasse di un urlo, arrivava da sopra-

-Piccola qui non c'è nessuno, apparte noi, devi aver preso una svista-, disse James riprendendo a guardarla con dolcezza.
La giovane non fece in tempo a parlare che una terza figura si unì a loro, Matt si era fermato vicino a Jimmy, in mano aveva una catena abbastanza spessa e dalla tasca dei jeans Morgana poté intravedere un rialzo, non riuscì però a capire di cosa si potesse trattare.

-Oh, siete ancora qui-, borbottò il ragazzo rivolto più a James che a Morgana.

-Si, stavamo giusto per scendere-

-Zacky e Johnny stanno per uscire a fare un po' di spesa, dobbiamo festeggiare la nostra nuova coinquilina, perché non andate con loro?-

-Si, sarebbe una grande idea!-

-A che ti serve quella catena...?-

Morgana non aveva nemmeno sentito le parole e non aveva tanto meno seguito il discorso dei due, la vista di quella catena l'aveva scossa e non riuscì a negarsi delle domande.
Matt sbiancò e Jimmy si irrigidì, si scambiarono uno sguardo intenso per poi sorridere e rivolgersi alla ragazza.

-Faccio sollevamento pesi e tiro a box, devo riattaccare il sacco da box al soffitto perché recentemente è caduto-

Le parole di Matt per quanto potessero sembrare vere e sincere nascondevano qualcosa, e Morgana se ne accorse, era ovvio.
Ma decise di giocare d'astuzia, sorrise e scese per un po' le scale sorpassando i due.

-Va bene! Allora, usciamo?-

Avrebbe avuto tutto il tempo di esplorare quella villa a dir poco enorme e lo avrebbe fatto...chissà magari avrebbe potuto iniziare quella stessa notte.
 

***
 

MEZZANOTTE

Morgana si assicurò che tutti i ragazzi si fossero addormentati e dopo di che scese dal suo letto, a piedi nudi e coperta solo da una t-shirt over size che utilizzava come pigiama recuperò il suo cellulare e uscì dalla camera.
L'intera villa era immersa in un silenzio quasi spettrale e il fatto che i lampioni nel giardino illuminassero di poco l'interno non le piaceva per niente in quanto sembrava che disegnassero delle ombre scure e inquietanti.
Accese la torcia del suo cellulare e la puntò a destra del corridoio, le camere erano tutte chiuse e questo le era a favore, la ripuntò verso sinistra e vide che anche da quel lato tutte le porte erano perfettamente chiuse, le sembrava che persino il suo respiro faceva troppo rumore rispetto a quel silenzio.
Si diresse a sinistra, oltrepassò la camera di James e quella di Zacky e si ritrovò subito dopo davanti alle scale, la rampa di destra portava al corridoio che tanto l'aveva attirata quel mattino, puntò la luce e ora, forse a causa della notte, quella parte di casa le sembrò ancora più tetra, mosse un passo e salì di un gradino...e ancora ...e ancora...
In breve tempo arrivò in cima e davanti a lei si aprì un corridoio leggermente più piccolo in lunghezza di quello al secondo piano, le pareti erano dello stesso colore ma non c'era nemmeno una porta ai suoi lati, in compenso, un'unica porta si trovava in fondo al corridoio.
A differenza di tutte le altre quella era dipinta di nero. 
Con la luce puntata sulla porta, Morgana si mosse, un groppo le si formò in gola e iniziò ad avere dei brividi, non sapeva perché lo stesse facendo ma sentiva come una forza particolare che l'attirava a quella porta nera. 
Quando si ritrovò davanti ad essa la osservò per qualche minuto e notò che era ricoperta di alcuni graffi, il legno era lucido. La maniglia era in oro ma non si azzardò a toccarla, invece, avvicinò l'orecchio alla porta per cercare di sentire un qualsiasi rumore.
Nulla.
Deglutì e si decise a battere tre tocchi su quel legno scuro.
Toc-toc-...-toc
Fece una piccola pausa tra il secondo e il terzo tocco.
Passarono pochi secondi, e quando Morgana stava per andarsene si bloccò e divenne più bianca della neve, il suo stesso respiro le si mozzò.

Toc-toc-...-toc

Qualcuno o qualcosa aveva bussato dalla parte opposta della porta.
Spaventata, Morgana, corse il più veloce possibile verso il secondo piano e altrettanto velocemente si richiuse nella propria camera e si nascose sotto le coperte. Come quando era piccola e aveva paura dei mostri nell'armadio. 
Mentre la giovane si stringeva più che poteva nelle coperte, un urlo straziante rimbombò in tutta la villa.
 

SPAZIO AUTRICE

Sono tornata! 
Ho poco da dire, semplicemente spero di avervi incuriosito e spero che lascerete una piccola recensione a questo primo e nuovo capitolo! 
Alla prossima ...

~Heaven

 
   
 
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