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Autore: Reika_Kun    01/03/2017    0 recensioni
Itachi, stanco di una vita vuota e carica di sofforenze decide, nonostante la promessa fatta a Sasuke, di lasciarsi andare. Ma cosa potrebbe succedere se Sasuke, tornato a Konoha di soppiatto, dovesse trovare un diario segreto nella vecchia stanza di Itachi nel quartiere degli Uchiha?
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Itachi, Sasuke Uchiha
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Naruto Shippuuden, Contesto generale/vago
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Pagine di Diario 5

Pagine di Diario

“Sensation washes over me
I can't describe it
Pain I felt so long ago
I don't remember
Tear a hole so I can see
My devastation
Feelings from so long ago
I don't remember”

Disturbed - Remember

 

C’erano tante cose che Itachi avrebbe voluto conoscere nella sua vita, inutile citare le emozioni e i sentimenti che più di tutto il resto gli erano state negate da un destino crudele e un passato alleato del dolore; poi c’erano tante altre cose che una piccola parte di lui voleva imparare, il suo essere curioso era sempre stato implacabile quando la sua fame di conoscenza si faceva sentire. E ancora, in un remoto angolo di lui, nei meandri delle sue cicatrici spirituali se ne stava nascosta da tutto il resto una piccola, microscopica, innocente richiesta: quella di poter dire a suo fratello di averlo sempre amato. Perché anche se non ne aveva ricevuto molto in tutta la sua vita, Itachi non aveva mai detto di non aver provato almeno un po’ di affetto per Sasuke. E sapeva di non essere mai stato ricambiato dal minore, sapeva che ad un certo punto la sua vita aveva preso una piega strana che lo aveva posto al centro dell’attenzione agli occhi dei genitori, soprattutto del padre che, da figura cupa che lo detestava da sempre e che era stato causa dei suoi più spaventosi incubi la notte era diventato quello stesso uomo che non perdeva occasione per ripetergli “questo è il mio ragazzo” o “sono fiero di te, figlio mio”. Oh, quanto Itachi aveva imparato ad odiare quelle parole e quelle attenzioni! Per tanto tempo le aveva desiderate con ogni fibra del suo essere bambino e quando le aveva ottenute non erano più ciò che voleva. Potrebbe sembrare sciocco, ma la mente di Itachi bramava solo i sorrisi del suo dolce ed ingenuo fratellino. E al punto cui era giunto Itachi, lì, diretto verso il nulla gli sembrava stupido che riaffiorassero alla memoria proprio quei desideri cosi innocenti e allo stesso tempo amari. Forse sarebbe stato più saggio per lui ritornare sui propri passi e affrontare Sasuke quando fosse giunto il momento, ma sapeva che il suo animo carico di dolore e sentimenti negati non avrebbe retto il viso carico d’odio che suo fratello gli avrebbe rivolto non appena avessero incrociato i loro sguardi. Era buffo, sotto certi aspetti, pensare che colui che lo odiava era anche l’unica persona verso la quale Itachi avesse mai provato davvero… amore. O almeno, cosi lo definiva Itachi stesso e lui di amore non ne sapeva granché, era il suo istinto a dirglielo.

 

Sasuke aveva trovato riparo un rifugio abbandonato appartenuto ad Orochimaru, li nessuno avrebbe potuto disturbarlo. Si diresse verso una delle poche stanze risparmiate dalle macerie e incurante della polvere che albergava in ogni dove si sedette sotto una grande scultura di serpente, stranamente integra nonostante il disastroso stato del rifugio. Con la luce soffusa dei due grandi fuochi accesi ai lati della statua, riprese la sua lettura curioso di sapere quali altri pensieri aveva riposto in quel diario suo fratello Itachi. Superò rapidamente le pagine gia lette e quelle poche lasciate vergini e ripartì da una pagina narrante i pensieri del fratello maggiore sulla sua vita con l’allora piccolo Sasuke.

 

Caro Diario,

Sasuke ha uno strano comportamento in mia presenza. Non capisco bene perché, ma quando è con me sembra contento e non piange quasi mai. Credo sia per questo che i nostri genitori hanno affidato a me il compito di badargli e a me non da affatto fastidio, non più ormai. Anzi. E’di questo che volevo parlarti, Diario. Di recente ho cominciato a provare una strana emozione nei confronti di Sasuke, non so spiegarla, ma è una cosa bella. Credo. È proprio questo il problema, purtroppo. Ho imparato che ogni volta che provo quel sentimento verso qualcuno, succede sempre qualcosa di orribile, proprio come con il nonno. Anzi, forse stavolta è anche più intenso. Ed io ho paura che qualcosa gli accada, sono terrorizzato, se Sasuke dovesse andarsene come il nonno non me lo perdonerei mai. Vorrei stare con lui quanto più possibile, ma so già come andrà a finire quindi è meglio che non lo faccia. Devo stare lontano da Sasuke, lui non deve sapere che io gli voglio bene, anche se è così. Io voglio bene al mio fratellino Sasuke. Tanto. Ma non posso, non deve soffrire, il mio fratellino. Ho pensato che potrei regalargli i miei giocattoli, non ne ho molti, quasi tutti regali del nonno in realtà, ma li può avere. Ho visto che ha una vera e propria passione per il mio pupazzo a forma di dinosauro verde, quello gli piacerà sicuramente.

Sono combattuto, vorrei stare con lui, essere un bravo fratello maggiore eppure sono certo che se sto vicino a lui, se cerco di essere felice lui soffrirà per causa mia. Diario, io devo fare il modo di rendere felice il mio fratellino senza fargli capire quanto io in realtà gli voglia bene altrimenti lui soffrirà.

Perdonami, si è fatto tardi.

A presto.

 

Quando il suo sguardo torno alla realtà dopo un lungo cammino nel vuoto, Itachi si osservò attorno e notò vagamente di essere finito in un piccolo fraticello nel profondo della boscaglia con un enorme albero al centro. Sarebbe stato un buon posto per riposare in pace, l’Uchiha dubitava che qualcuno si spingesse così in là nel bosco, soprattutto a quella tarda ora di notte. Perché era tardi, vero? A ben pensarci, non sapeva che ore fossero, ne che giorno era. La sua cognizione del tempo era molto sballata in quel momento. Sapeva che la sua ora era vicina, o ci sperava almeno. Sentì un brontolio provenire dal suo stomaco, l’ennesimo di tanti altri che aveva ignorato distrattamente tant’era preso dall’essere rinchiuso nella sua mente. Non aveva toccato cibo per giorni prima di allontanarsi dal rifugio dell’Akatsuki e le sue energie scarseggiavano, ma nonostante tutto lui era ancora sveglio e camminava anche se a fatica. Raggiunse l’albero al centro del piccolo prato e vi accasciò contro crollando sulle ginocchia per poi appoggiarsi con la schiena al tronco, la testa reclinata verso la spalla e gli occhi affaticati che pregavano per un po’ di pace, il corpo che chiedeva cibo, acqua e riposo. Itachi non permetteva nulla di tutto ciò, restava sveglio, senza cibo né acqua. “Fratellino... Perdonami...” Una piccola richiesta che sapeva sarebbe rimasta inascoltata, perché Sasuke non era lì e non poteva, non doveva sapere che sentimenti Itachi aveva taciuto a quel piccolo, ingenuo fratellino che invece era sempre stato un libro aperto per lui.

 

Sasuke sembrava apprezzare la presenza di Itachi e lo dimostrava emettendo strani versetti e piccole risate, non piangeva quasi mai quando era in presenza del fratello e questo in qualche modo faceva sentire il maggiore speciale. Ma quei piccoli attimi di felicità non erano destinati a durare a lungo. Ben presto Itachi cominciò a scostarsi da Sasuke, non gli dimostrava più il suo affetto apertamente come prima anche se ora aveva tutti i suoi vecchi giocattoli, aveva anzi iniziato a prendere le distanze da lui e crescendo il più piccolo cominciò a mettere in dubbio l’affetto del maggiore, certo era gentile e qualche volta passava del tempo con lui e gli insegnava nuove tecniche non erano solo quelli i momenti che avrebbe voluto trascorrere con Itachi. Gli aveva regalato i suoi giocattoli era vero, ma a Sasuke cominciava a venire il dubbio che forse per Itachi lui non fosse niente di differente da un vecchio giocattolo che non interessava più.

 

Era rimasto immobile su quella pagina per cinque minuti buoni, la mente che tornava furiosamente indietro nel tempo fino alla sua infanzia e ai bei momenti vissuti con Itachi. Era stato sempre gentile con lui, ma mai realmente fraterno. Non gli dimostrava mai affetto, era molto raro che lo facesse ed ora Sasuke sapeva perché. Itachi aveva avuto paura di amarlo come un fratello per ciò che aveva vissuto e la causa di tutto era proprio l’uomo di cui lui stesso aveva sempre cercato l’approvazione, suo padre. Aveva traumatizzato Itachi al punto tale da farlo spaventare dei suoi stessi sentimenti, come se il suo affetto avesse davvero potuto uccidere qualcuno. O almeno se quello che era scritto su quel dannato diario era vero, allora il suo ragionamento non faceva una piega. “Tu avevi paura... Itachi?”

 

“Tu mi consideri solo una seccatura, non è così, Itachi?”

Non hai idea di quanto male mi facessero quelle parole, fratellino mio.

“Perdonami, fratellino. Faremo la prossima volta.”

“Sempre la solita storia, Itachi. Dici sempre cosi, ma chissà come mai ‘la prossima volta’ non arriva mai.”

Non dire cosi, non vorrei andare, ma devo.

“Sono solo una seccatura per te.”

Io non posso amarti come vorrei, perdonami per questo. Perdonami. Io ti voglio bene.

“Seccatura”

Sono io l’unica seccatura qui. Io non ci sarei dovuto essere nella tua vita. Guarda, guarda le mie mani. Sono sporche di sangue, il loro sangue. Io non volevo ferirti, ma alla fine il mio amore mi ha portato a questo. So che avresti preferito andare via con loro, ma io non posso farlo. Io non posso ucciderti fratellino. Mai.

Perdonami...

 

*****

Cari lettori, sono nuovamente in ritardo annuale a quanto pare. Ci stiamo avvicinando alla fine della storia. Secondo voi come andrà a finire? Mi spiace per gli aggiornamenti cosi distanti gli uni dagli altri, ma non posso farci niente. L

Alla prossima,

Reika-Kun

 

  
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