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Autore: Oducchan    02/03/2017    0 recensioni
È estate, la prima volta che si conoscono.
[Ryoma - Kintarou]
Genere: Angst, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kintaro Tooyama, Ryoma Echizen
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nick autore: Oducchan
Titolo: 
Un'estate che (vorrei potesse non finire mai)
Fandom: Prince of tennis
Personaggi: Echizen Ryoma, Kintarou Tooyama
Pairing:  Super Rookies Pair (RyoKin)
Genere: angst, sentimentale, leggermente erotico?
Avvisi: future fic, OOC

Rating: arancione anche se non si vede nulla
Conteggio parole: 527
Note: 

Per il COW-T, prompt "estate"
 
Un'estate che (vorrei potesse non finire mai)

È estate, la prima volta che si conoscono. Kintarou è chiassoso e infantile e lo chiama nel modo sbagliato e Ryoma non lo sopporta, ma quel mezzo punto è la chiave di volta di entrambe le loro vite.

È estate, la prima volta che riescono a giocare una partita vera, ufficiale. Ryoma è tornato dall’America e lo sconfigge sonoramente ma Kintarou ride, illuminato dai riflessi del Pinnacolo, e Echizen non riesce a trattenere un ghigno di euforia.

È estate, ed entrambi sono i peggiori capitani che le loro squadre abbiano mai visto, eppure si scontrano con la furia di due tornadi ed è meraviglioso e distruttivo allo stesso tempo. Ryoma vince di nuovo e stavolta Kintarou ha un’ombra negli occhi.

È estate, ed è la prima volta che Kintarou riesce a sconfiggerlo. Torreggia su di lui con quella chioma rossa smossa dal vento, circondato dai suoi senpai, e Ryoma prova rabbia e un sentimento devastante che ha sempre riservato per i propri compagni di squadra (gioia? Rispetto? Orgoglio?) e ne resta annichilito.

È estate, e Kintarou trova il coraggio di invitarlo a restare da lui a dormire, finita la partita. Hanno sedici anni e il mondo ai loro piedi e quella rivalità che sfuma nell’interesse morboso che hanno coltivato l’uno per l’altro inizia a sfociare in sguardi furtivi, in batticuori incontrollati, in caprioli allo stomaco, in lenzuola bagnate e sogni, troppi troppi sogni.

È estate, e Ryoma lo bacia per la prima volta. È diventato alto e flessuoso come un giunco, bello da togliere il fiato, con quegli occhi da gatto che fanno impazzire le ragazzine, e la sua bocca sa di Ponta e di sudore e Kintarou si scorda il rancore per aver perso ancora una volta.

È estate, ed è la prima volta che fanno l’amore, e Ryoma cerca di nascondere il fatto che le sue mani tremano e non ha idea di come stringerlo, di come lasciarlo andare. A Kintarou non interessa, perché vuole qualunque cosa che Koshimae è pronto a dargli, e quando finalmente diventa tutto perfetto quella è l’unica cosa che gli esce di bocca, una trafila ansimante di “Koshimae, Koshimae, Koshimae, R y o m a” a cui Echizen risponde con una spinta dei fianchi e un gemito morbido mentre viene.

È estate, e Ryoma gli confessa fissando il pavimento che finita la scuola si trasferirà in America definitivamente, per entrare nel circuito professionistico, e che non si sarà una prossima volta. Il cuore di Kintarou si sbriciola, perché quella che era un’amicizia si è trasformata nell’aria stessa che gli riempie i polmoni, ma gli giura che si ritroveranno su un qualche campo, perché il grande salto ha intenzione di farlo pure lui.

È estate, e il sole colora d’oro gli occhi di Ryoma, quando scende dall’aereo e gli dice che non se ne andrà mai più, non senza di lui, e Kintarou ride e piange assieme, perché non è più un bambino, e lo bacia e lo bacia ancora, perché Koshimae è il perno della sua vita da quell’estate dei loro dodici anni e la vita non ha alcun senso, senza di lui al suo fianco al di là della rete. 
 
   
 
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