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Autore: Sokew86    02/03/2017    4 recensioni
L'erede di Gaia è lo Shitennou a cui è richiesto rispettare la sua verginità, Jadeite non aveva mai avuto problemi a rispettare tale voto finché non si era innamorato della principessa dell'amore e passione Marte.
DAL TESTO
Jadeite era tormentato e si domandava continuamente se lei si fosse accorta di quel cambiamento , lei che era la principessa della passione.
Fan Fiction nei tempi del Silverium
MarsXJadeite
Genere: Drammatico, Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Rei/Rea, Shitennou/Generali
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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PREMESSA


Questa fanfiction è ispirata alla larga alla canzone Mi distruggerai ,che fa parte della colonna sonora del musical Notre Dame, e troverete delle citazioni nel testo.
Per chi la conoscesse non deve interpretarla come una visione fedele dei sentimenti contrastanti di Jadeite(che realtà vedo più in linea con la versione inglese della stessa canzone Your love will kill me
) per Mars, ma di entrambi, quando leggerete sarà più chiaro. Questa ff è un po' strana rispetto a quelle che scrivo di solito, perché è romantica e sinceramente non è stata facile per me riuscire scriverla senza sentirmi banale e accordarla a certe mie headcanon.
La mia teoria è che Jadeite fosse il sacerdote nella sua prima vita e queste sono le mie ragioni:
1)Al contrario degli altri Shitennou è l'unico che utilizza un altarino per i suoi poteri(per la creazione di yoma)
2)La Jadeite è un tipo di giada ed una pietra di tipo spirituale, utilizzata dai sacerdoti cinesi nel passato

3)Il character design dell'autrice: accanto a Jadeite è disegnata una croce
Ovviamente è una teoria, ma mi piace l'idea di pensare alle reincarnazione di questi personaggi non come un semplice copia e incolla del passato ma come qualcosa di più complesso,convergente oserei dire. Per esempio nel passato Zoisite,potrebbe aver subito l'influenza di Mercury ,che gli ha mostrato l'avanzata tecnologia lunare e per cui il Zoisite moderno è diventato un'appassionato/esperto di tecnologia.

In pratica che qualsiasi relazione abbiano avuto  le senshi e gli shitennou li abbia influenzati.

Specifico che le Senshi del passato subiscono una caratterizzazione più cinica e più vicina alla mitologia, per cui Marte come sarà caratterizzata in modo diverso.


Ringraziamento specialmente a mia sorella Roberta e la mia amica Sara, che più d'avermi supportato mi hanno sopportato XD.




ooO YOUR FINAL KISS BELONGS TO ME Ooo


Your love will kill me


Era stato nel momento stesso che aveva smesso di cercare di sedurlo e iniziato a rispettarlo per quello che era, che Jadeite, cavaliere della pazienza e equilibrio(1),aveva iniziato a trovare interessante la principessa Marte e infine lentamente a innamorarsene, ricambiato.

Un amore sotterraneo di quelli che non facevano scandali e pettegolezzi, come quello del principe terreste Endymion e la principessa lunare Senerity,ma non meno proibito.

Jadeite era uno Shitennou e il suo potere derivava direttamente dalla Dea Gaia, nello specifico lui era associato allo Shitennou Seiryuu,che era legato all'elemento della terra, e per questa ragione i suoi voti era più stretti rispetto a quelli dei suoi tre compagni d'armi.

Jadeite era il sacerdote del gruppo, il suo altro titolo era "erede di Gaia": a Jadeite non solo era proibito sposarsi, come accadeva anche per altri Shitennou, ma gli era anche richiesto castità fisica assoluta, al contrario dei compagni che potevano godere di eccezioni duranti alcuni periodi dell'anno.

Inizialmente, era stata proprio la verginità del sacerdote-guerriero ad attirare la principessa marziana: una situazione del genere era impensabile sul suo pianeta che era diviso fra vergini vestali o guerrieri, dediti a tutti gli aspetti del dio Marte tra cui la fertilità.

Dopo una lunga e decisa resistenza da parte di Jadeite la principessa marziana aveva smesso quella assurda seduzione e godersi semplicemente la sua amicizia, per finire a incuriosirsi sulla cultura terreste e perciò si erano incontrati sempre più spesso a discutere le loro idee politiche e culturali, spesso assai differenti.

I loro sentimenti erano cresciuti lentamente tra una visita di cortesia e l'altra, ma entrambi, anche la principessa conosciuta per il suo carattere duro e determinato, avevano taciuto poiché i rapporti tra terresti e lunari erano proibiti e Jadeite non avrebbe mai aizzato la furia della Dea, già disgustata da quello che stava succedendo tra Endymion e Senerity.

Eppure il sacerdote non poteva negare a se stesso che certi pensieri si formavano sempre di più nella sua mente e che provasse certe sensazione quando era in vicinanza della principessa marziana.

Perché,nonostante tutto, Jadeite sapeva benissimo che cosa fosse il sesso: da un lato era circondato da persone che avevano voti altrettanto severi ma dall'altra parte era un generale e la sua vita era tra i soldati, che non avevano nessun pudore sul discutere dell'argomento neanche di fronte al loro generale,nonostante conoscessero la sua condizione

"santificata".

Jadeite ricordava con chiarezza l'episodio in cui uno dei suoi sottoposti, particolarmente ubriaco a causa della celebrazione di una festa, aveva chiesto chiarimenti sul voto del proprio generale per poi dichiarare, senza mezzi termini,- E' un vero peccato Generale, lei non proverà mai la gioia di far godere la sua donna-.

Negli ultimi tempi quelle parole tornavo spesso nella mente di Jadeite, che aveva pensato di rintracciare più di una volta il sottoposto e strozzarlo con le sue stesse mani.

In quei momenti cercava di razionalizzare, come regola lui non avrebbe dovuto avere nessun rapporto con la spaziale( era il termine comune di tipo dispregiativo per indicare i non terresti) neanche uno di amicizia e poi si irritava.

Si poteva amare anche senza sesso, i suoi predecessori l'avevano fatto eppure, ogni volta che razionalizzava in quel modo, sentiva una parte di sé reclamare un gesto fisico e si rendeva conto che stava affrontando una battaglia silenziosa, contro un'ombra che non aveva mai affrontato: la passione.

Jadeite era tormentato da ciò e si domandava continuamente se lei si fosse accorta di quel cambiamento , lei che era la principessa della passione.

Si poteva nascondere tale sentimento? Jadeite non né aveva idea, finché un giorno arrivò il fatidico punto di non ritorno.

Il generale aveva portato la principessa marziana a visitare un tempio in una delle sue terre più lontane, il Giappone,e il luogo scelto era sacro alla dea del Sole giapponese e per questo l'energia dell'elemento del fuoco era così potente che la marziana, una volta arrivata, aveva esclamato con stupore- Sembra di essere su Marte- poi aveva respirato profondamente con gli occhi chiusi e con un sorriso soddisfatto sulla bocca.

Jadeite aveva sorriso anche lui a quella reazione, sapeva quanto potesse essere difficile comunicare con la principessa a causa della focosità del suo carattere.

-Sono contento che le piaccia questo posto-disse semplicemente mentre Marte si era voltata, ancora sorridente,mentre gli domandava dove fossero.

-Questo è il tempio della dea del Sole Amaterasu -, la principessa annuì capendo perché percepisse quella energia così simile al suo pianeta natio.

-Ma perché mi ha portato qui?- chiese mentre il generale le si avvicinò cautamente e le disse con un'espressione incoraggiante- Le vorrei insegnare a meditare-.

Durante quei famosi incontri, con sorpresa di entrambi, Marte e Jadeite avevano scoperto che la principessa possedeva un forte lato spirituale, ma a causa della rigida cultura marziana non era mai riuscito a esprimersi.

Il sopracciglio della principessa si alzò mostrando il suo disappunto a quel pensiero, fedele alla sua educazione, ma dietro a quella espressione Jadeite ci vide un silenzioso dubbio e la sottile e profonda paura dell'ignoto.

-Non è il mio compito- contestò la marziana mettendo le mani sui fianchi, scoccò un'occhiata severa al generale e scandì le sue parole- Sono una guerriera, non una sacerdotessa. A Marte sono le vestali che si occupano della preghiera-.

-Sulla Terra si può essere entrambe le cose- fu la risposta secca del generale indicandosi: era vestito con la sua divisa da Shitennou in cui una spada affilata batteva sul fianco e, nonostante che Marte non potesse vederla,Jadeite indossava una croce sotto il colletto della giacca.

-E' diverso, voi terresti … - iniziò Marte mentre osservava che il generale aveva assunto un'espressione dannatamente seria.

-... avete una mente più elastica, su certe cose- precisò Marte mentre il generale sorrideva teso e confermava con un laconico “già”.

La principessa aveva ragione, per alcune cose gli spaziali tendevano ad avere una mente più elastica, come ad esempio sull'avere rapporti con i terresti ma a questi ultimi tendevano a vedere solo nero e bianco: il divieto della Dea Gaia era inviolabile, un voto fatto alla terra era una condanna non una preghiera.

Molti neanche sapevano perché ci fosse quel divieto ma Jadeite era uno Shitennou, era un diretto sottoposto della dea, e gli era stato spiegato più di una volta: quando la regina-madre Senerity era arrivata nel Sistema Solare e aveva creato la vita con la propria magia e tecnologia, sconosciute ai terresti, la Dea Gaia si era offesa mortalmente dell'affronto e aveva proibito relazioni tra le parti.

Nel tempo ,avvertendo questo snobismo da parte dei terresti,gli spaziali, soprattutto quelli appartenenti ai ceti più alti, avevano capovolto la verità e iniziato a raccontare che fossero loro ad aver proibito le relazioni.

Jadeite era neutrale a quella situazione, ben consapevole che normalmente non avrebbe dovuto neanche esser amico di una spaziale ma poiché la dea madre non l'aveva sotterrato vivo, deduceva che ci fosse un limite di tolleranza.

Ci fu un lungo silenzio in cui si udì il frusciare delle foglie degli alberi del giardino del tempio, Jadeite assaporò quel suono sentendo la calma tornare in sé e ,quando aprì gli occhi, il suo sguardo si era addolcito e disse alla marziana- Se non vuole provare non mi offende in alcun modo-, lei non rispose immediatamente, persa nei suoi pensieri, ma poi disse coraggiosamente-No, vorrei provarci-.

Quando Marte entrò nel tempio rimase colpita dalla spartana struttura, l'architettura dei precedenti templi che aveva visitato sulla Terra non erano di quella semplicità,specialmente quelli che aveva visto nella zona euroasiatica.

Jadeite la guidò davanti a un fuoco accesso e le spiegò che era altarino che avrebbero utilizzato insieme per pregare, Marte annuì percependo le similitudini con le vestali del suo pianeta.

-Prima di iniziare dovrebbe cambiarsi d'abito-spiegò Jadeite.

-Che cosa?- mormorò sorpresa la marziana ma il generale parve ignorare volutamente quello sgomento.

-Ogni buon guerriero, prima di una battaglia, indossa la sua miglior armatura-.

-Non c'è nessuna battaglia-,replicò seccata Marte chiaramente infastidita dalla richiesta: non aveva paura che il generale l'attaccasse se non avesse avuto la sua uniforme da Senshi ... la verità che non voleva che lui la vedesse in altre vesti oltre quella da guerriera o da principessa.

-La preghiera esige la sua armatura o se preferisce preparazione specifica nel vestiario-,commentò serafico Jadeite- Ovviamente anche io mi cambierò d'abito- e gettò un'occhiata alla spada al suo fianco,-In questi tipi di tempi non sono ammesse le armi. Come lei sarò disarmato ...- il generale si bloccò prima di dire– -...e in un' altra veste -, con i pensieri che ultimamente aveva quelle parole trattenute gli parvero oscene e si ripeté mentalmente,- Mi vedrà nelle mie vesti da sacerdote, nelle veste dell'erede intoccabile di Gaia, questo metterà fine a miei incresciosi pensieri-.

Titubante Marte accettò,consapevole del suo disagio, ma voleva disperatamente provare quella esperienza che le era stata sempre negata perché nata sotto il segno della guerra.

-Così sia, mi dia la mia armatura per pregare- dichiarò la marziana così solennemente che Jadeite sorrise e tornò poco dopo con uno strano abito.

La maglia di questo vestito aveva delle larghe maniche e una struttura che ricordava la lettera L, tanto era dritta, e aveva dei pantaloni a campana color rosso.

-Questo è un kimono- e il generale le spiegò come indossarlo mentre Marte lo girava divertita tra le mani e le fu indicato di cambiarsi in una piccola stanza.

Poco dopo sia la principessa e sia il generale tornarono nella stanza principale, l'abito del generale era simile all'altro,ad eccezione del colore celeste dei pantaloni, e Marte per la prima volta vide la pelle del collo del generale libera dal collare rigido della sua divisa e una croce che pareva d'oro.(2)

Marte fissò la croce incuriosita e Jadeite lo notò, chiuse gli occhi e in un'istante attorno alla croce comparve un cerchio concentrico di pura energia magica di un tenue colore giallo: la croce e il cerchio avevano formato il segno della terra.

Il generale la fissò e disse- E' il simbolo dell'Erede di Gaia-, quelle parole pesarono più di quanto avesse voluto il generale che si schiarì la voce e iniziò la sua spiegazione e nel frattempo scompariva il cerchio attorno alla croce.

Jadeite iniziò alla preparazione la marziana chiedendole di lavarsi le labbra, il viso, le mani e il collo(3) e poi la portò davanti all'altarino di fuoco e la fece sedere sui talloni seguito da lui stesso.

-Pensavo che lei fosse legato all'elemento della terra, come può utilizzare il fuoco per la preghiera?- domandò Marte curiosa mentre Jadeite la fissava gentilmente e con un sorriso di soddisfazione, era lusingato che fosse il mentore di uno spaziale sulla cultura del suo pianeta- Noi Shitennou siamo legati a un elemento specifico però è anche vero che apparteniamo al “sistema” della Terra, perciò la maggior parte dei nostri poteri sono condivisi ma l'elemento a cui siamo legati influenza le nostre capacità nello specifico-.

-Capisco, se il vostro potere deriva da un unico pianeta è ovvio che abbiate un legame più indissolubile. Per me sarebbe impensabile utilizzare i poteri dell'acqua delle guerriere Mercurio o Nettuno-.

Marte fissò il fuoco per un lungo attimo e poi parlò-La ringrazio in anticipo per l'opportunità che mi sta offrendo- sorrise nel dire quelle parole, un sorriso così dolce che le illuminò il viso accentuando non solo la sua bellezza esteriore ma anche quella interiore, che con il tempo aveva conquistato il cuore del sacerdote-guerriero.

Il generale si perse solo per un attimo in quei pensieri, sentì le guance bruciargli dalla vergogna e sperò che la luce soffusa della stanza mascherasse il rossore della sua pelle.

Le spiegò le basi della meditazione e insieme iniziarono ,passò un bel po' di tempo e Jadeite ammirò la feroce determinazione della principessa a non perdere la concentrazione o cedere al dolore di quella posizione scomoda. Gli sforzi della principessa furono ricambiati, Jadeite avvertì prima di lei l'energia sotterranea che stava diffondendo, e in un attimo il fuoco cambiò colore in una violenta fiammata blu.

Marte aprì gli occhi di scatto, inizialmente impaurita ma poi così eccitata da parlare senza riserve- Ho sentito qualcosa. Non so come spiegarglielo eppure so che ce l'ho fatta-.

-Ha ragione, è riuscita nel suo intento. So bene cosa intende dirmi che non riesce a spiegarmi ciò che prova ...- prima che Jadeite potesse continuare a parlare, Marte prese le sue mani tra le sue in un gesto fulmineo e gli disse sinceramente emozionata-La ringrazio ancora una volta per la sua premura, Jadeite-.

Il generale si pietrificò,sentì un brivido profondo attraversare lentamente il suo corpo, non seppe descriverlo ma era consapevole che non fosse freddo: non in una stanza così riscaldata da quel bel fuoco scoppiettante.

Jadeite non poté far nulla se non fissare Marte davanti a sé, perdersi nei suoi stupendi occhi viola, che nascondevano ben oltre la tenacità di una capace guerriera, e si sentì incapace di rimanere solo l' erede di Gaia.

Le mani della donna erano ancora tra le sue quando le avvicinò a sé per posare un timido bacio, eppure Marte ne percepì la potente passione del generale che era stata soffocata per troppo tempo, nel tentativo disperato di nascondere la persona dietro al ruolo.

La principessa rabbrividì ma di paura, quel gesto che con un'altra persona avrebbe significato poco, con Jadeite era troppo: lui non era più una semplice conquista, era una persona che aveva imparato a rispettare profondamente e ammirare, nonostante le convinzioni così differenti dalle sue.

Si allontanò fermamente da lui e lo fissò, sulle guance del generale c'era tutta la sua vergogna e imbarazzo mentre gli occhi severi di lei pretendevano una spiegazione.

Jadeite iniziò a parlare con una voce così fragile e timorosa che Marte si stupì provenisse da lui, un uomo sempre pacato ma autorevole.

-La verità è che sono innamorato di lei e la desidero-, quelle parole avevano un'onesta così disarmante che sciolsero il cuore di Marte, inconsapevolmente.

La donna sentì la sua gola bloccarsi e lei, che era il fuoco, percepì la sua passione alimentarsi di quell'amore che provava per il generale ma era sbagliato … lo era? Come poteva essere l'amore sbagliato?

Avrebbe voluto fermarsi e cercò anche lei di ricordare il suo personale voto di vivere la sua vita a servire la principessa della luna Senerity, ma in lei c'era la passione ,che scorreva nelle sue vene, e insieme all'amore per il generale alimentarono il fuoco del suo essere la principessa di Marte.

-Jadeite- cominciò la donna avvicinandosi- … se andiamo avanti ... dovremmo rimetterci al giudizio dei nostri dei- la voce di Marte tremava mentre osservava il viso del generale che provava le sue stesse emozioni: paura, desiderio, vergogna e amore.

Marte lo baciò, su quella bella e maledetta bocca straniera che era riuscita a soffiare inconsapevolmente sul suo fuoco, e Jadeite ricambiò come un inesperto fanciullo, che sopperiva alla sua mancanza di esperienza con un ardore che riuscì a sorprendere la principessa dell'amore e della passione.


Marte alzandosi sulla schiena guardò Jadeite ,che era supino e aveva la testa appoggiata lungo le sue braccia nude e muscolose; i loro sguardi si incrociarono e il generale sorrise imbarazzato e i suoi occhi si addolcirono. Marte sorrise di riflesso e pensò a quanto fosse stata attratta da quegli occhi freddi, per via del colore, ma capaci di nascondere così tanta passionalità interiore.

Gli accarezzò il viso e Jadeite baciò delicatamente la sua mano ma senza tentarla di catturarla e Marte si commosse a quel gesto: quell'uomo aveva capito che combattere la sua natura indomita era inutile e dannoso,capirla e accettarla era l'unico modo per non restarne bruciati. Si chinò per baciarlo quando sentì distintamente una suoneria provenire dall'altra stanza, qualcuno la stava contattando dalla Luna sul suo cerca-persone magico.

Marte e Jadeite si fissarono e il generale si alzò iniziando a vestirsi mentre lei rispose al contatto...


I due amanti dovettero separarsi, Marte era stata chiamata d'urgenza dalla sua regina e Jadeite ,con il cuore ancora accelerato da tutto quello che era successo, la lasciò andare con un sorriso incerto sul volto, consapevole che gli aspettasse un periodo duro e così fu.

Jadeite era nervoso quando tornò ai suoi doveri dalla corte del principe Endymion, si domandava ingenuamente se qualcuno potesse accorgersi della rottura del suo voto ma nessuno parve intuire nulla, neanche notare quel nervosismo che per il generale Jadeite appariva fin troppo evidente.

In realtà Jadeite non temeva di essere scoperto dalle graziose sacerdotesse della dea Gaia o dai suoi rissosi sottoposti(4), temeva che i suoi compagni d'armi, gli altri Shitennou, vedessero in lui qualche cambiamento: il suo timore non lo portò neanche a confidarsi con Nephrite, il compagno d'armi con cui riusciva a essere più aperto e libero sui propri sentimenti.

In altra misura temeva anche Beryl, la grande maga del consiglio di Gaia, e la papessa della dea perché entrambe donne lo conoscevano incredibilmente bene e, ovviamente, temeva l'ira della dea in sé.

Eppure i giorni passarono e tutto sembrò tranquillo ad eccezione dell'umore del generale, il quale alternava momenti in cui si sentiva fiero dei sentimenti che aveva per la principessa marziana ma in altri si vergognava di aver ceduto ai suoi istinti.

La dea, dall'altra parte, non manifestava la sua presenza e Jadeite cominciò a sospettare che fosse già stato in qualche modo punito e il generale decise che era il momento d'accettarsi della situazione e affrontare la dea.

Entrò nel tempio più sacro di Gaia, dove la papessa officiava regolarmente le messe, e rimase lì seduto su una panca a pregare per la sua manifestazione: al contrario degli altri Shitennou, Jadeite, in quanto erede di Gaia, poteva contattare direttamente la dea senza l'ausilio delle sacerdotesse che facessero da tramite.

La sua situazione quindi poteva rimanere segreta e continuò a pregare in attesa che la dea manifestasse la sua presenza, ma le parole del generale sembravano essere incapaci di raggiungere l'unica signora della Terra.

Il generale non sapeva che cosa pensare, in verità lui non aveva mai fatto irritare precedentemente la dea e infatti aveva degli attriti con Zoisite, l'altro Shitennou,per quella innata capacità di perfezione che sembrava possedere Jadeite.

Proprio per questo Jadeite si terrorizzò ancora di più, doveva confessare tutto ai suoi compagni e deludere anche loro? E se il principe l'avesse saputo?Gli Shitennou dovevano essere dei modelli da seguire e Jadeite aveva rotto il suo voto secolare.

La consapevolezza di ciò che aveva fatto gli sembrò ancora più reale e tragica,forse... la dea l'aveva addirittura rinnegato?

Jadeite sentì la sua voce tremare mentre invocava il perdono di Gaia che taceva e quel spettrale silenzio ghiacciò il sangue nelle vene di Jadeite, quasi come se il suo potere del controllo degli elementi atmosferici gli fosse ritorto contro.

Quel momento di paura però ebbe la capacità di illuminarlo.

Il ghiaccio … perché non ci aveva pensato? Non aveva ancora effettivamente testato i suoi poteri, si alzò dalla panca alla ricerca di una zona del tempio che avesse un altare nascosto:per evitare indiscrezioni avrebbe potuto provare nelle sue stanze private ma in quel momento,spaventato come era, si sentiva più fiducioso a utilizzare i propri poteri in un' ambiente già favorito da una potente energia magica.

Trovò un piccolo altare, era pronto a utilizzare i propri poteri e provò con quello più semplice, l'invocazione del ghiaccio.

Al primo tentativo si auto incoraggiò, al terzo s'impose di restare calmo ma dopo vari tentativi si innervosiva sempre di più mordendo con forza le sue labbra,ancora un po' gonfie, però riuscì a invocare una lastra e Jadeite si calmò all'istante a vederla.

Non era stato rinnegato... sarebbe stato punito ma... e, mentre stava per accennare un sorriso ,0il ghiaccio si sciolse istantaneamente bagnandogli violentemente le mani , per poi sparire come se non fosse mai esistito.

Le mani del generale si mossero in un spasimo incredulo, Jadeite non sentì più il suo corpo, si vide e ascoltò la sua voce disperata dall'esterno, una voce che continuava a negare e pregare mentre le mani continuavano a muoversi nel tentativo di invocare qualsiasi cosa.

Jadeite vide, o gli parve di vedere, il suo potere scivolare via da lui e abbandonarlo a quella disperazione.

Sarebbe rimasto in quello stato di dissociazione, se una voce familiare non l'avesse continuato a chiamare insistentemente fino a costringerlo a riprendere il controllo del suo corpo.

-Jadeite, che cosa stai facendo?-,Kunzite guardava il suo compagno d'armi con la sua solita espressione stoica ma la sua voce era mossa da chiara preoccupazione.

-Io … io ...- iniziò a balbettare Jadeite tremando visibilmente... non riuscì a rimanere calmo, crollò: afferrò le braccia del compagno d'armi e abbassò il capo nascondendolo-Ti prego aiutami-,disse con un filo di voce, la pelle del suo viso pallida era lucida di sudore e risaltava il colore tenue delle sue labbra.

-Hai giaciuto con la principessa marziana?- la domanda di Kunzite fu così diretta che Jadeite arrossì violentemente.

-Hai perduto i tuoi poteri?- Kunzite continuava con il suo tono stoico e Jadeite, che aveva rialzato lo sguardo, lo ringraziava mentalmente: se l'altro generale avesse avuto un tono incredulo,deluso o qualsiasi altra emozione, ne sarebbe morto per la delusione che ne avrebbe letto.

Guardandolo con un'espressione indifesa e timorosa rispose con un filo di voce-Sì-.

Kunzite sciolse delicatamente il gesto disperato dell'altro e passò un suo braccio sulle spalle del sacerdote-guerriero.

Ciò era un gesto inconsueto per Kunzite, il quale non tendeva a comunicare con la fisicità del suo corpo, ma che Jadeite apprezzò tantissimo: se fosse stato un altro momento il sacerdote-guerriero si sarebbe fatto domande in proposito e soprattutto su come Kunzite fosse a conoscenza di quello che era accaduto tra lui e Marte.

-Seguimi- Kunzite ordinò perentoriamente e Jadeite lo seguì docilmente a testa bassa, entrarono infine nei sotterranei del tempio, dove tempo prima avevano trasportato uno strano meteorite che sembrava composto da un materiale sconosciuto sia ai terresti e sia agli spaziali.

Il meteorite era chiaramente pericoloso, per questo motivo era stata scelta un'area isolata per collocarlo e per effettuare degli studi erano stati scelti i più forti terresti, quelli dotati di una grande potenza spirituale, tra cui la papessa e la grande maga del consiglio di Gaia, Beryl, e in misura minori gli stessi Shitennou.

Il luogo di collocamento era una grande stanza rettangolare, in cui il meteorite era separato da una massiccia porta interna a doppia anta.

Quando furono lì le sensazioni di vergogna e disagio aumentarono drasticamente in Jadeite, che sentì le sue guance bruciare e non osò fare domande.

Poco dopo entrarono nella stanza sia la papessa e sia la gran Maga con degli sguardi dolci ma con le bocche piegate in dei sorrisi severi, Jadeite intuì che sapessero e tenne gli occhi fissi per terra.

-Ti prego fratello mio,alza il tuo sguardo-,disse la papessa, Jadeite era l'unico che chiamava fratello per indicare il suo essere sacerdote della dea Gaia , seppure di grado inferiore al suo.

Jadeite alzò timidamente lo sguardo, la papessa era una donna dai caldi occhi verdi e la pelle scura della regione indiana.(5)

-Sei sempre uno dei quattro generali celesti, nulla porterà via la tua nobiltà- continuò Beryl con un sorriso dolce.

Beryl era la grande maga del consiglio di Gaia per cui era sempre stata un'alleata per gli Shitennou, era anche una cara amica e con Jadeite si era spesso cimentata in lotte amichevoli di magia.

Entrambe donne erano conosciute per nobiltà d'animo e capacità.

Jadeite fissò le due donne riconoscente,avrebbe voluto aprire bocca e accennare una spiegazione o una richiesta di perdono, ma non ci riuscì e preferì un dignitoso silenzio.

Beryl prese il viso del generale tra le mani e lo guardò con sentito affetto-Non vergognarti di ciò che è successo-,la papessa aggiunse-I tuoi sentimenti sono sinceri e anche quelli della principessa marziana-.

Jadeite sorrise istintivamente a quel pensiero, quando Kunzite lo fissò per un attimo con uno sguardo glaciale e disse,-E' innamorata di te, ma ciò non esclude che possa essere stato un piano per farti perdere i poteri-.

Jadeite reagì impetuosamente e disse con tutta la sua convinzione- Non lo farebbe mai-.

A quel punto Beryl lo guardò con un sorriso triste-Tutti noi sappiamo i trascorsi della principessa-, e a quelle parole Jadeite si ammutolì.

La principessa era stata chiamata per lungo tempo la Luna rossa,era stata una guerriera senza ideali o signori da servire che osannava la guerra concepita nell'ottica violenta di Ares, addirittura.

Era stato l'incontro fra lei e la principessa di Venere ad aver cambiato tutto: Venere le aveva dato una causa e l'amore di servire la principessa della luna Senerity ed Marte era diventata così la sua più fedele guerriera.

Era stata la marziana stessa a raccontargli quella parte del suo passato ai tempi della loro peculiare amicizia.

-E' fedele alla Luna e la famiglia lunare che cerca di controllarci e non farci acquisire il potere necessario per dichiarare la nostra piena indipendenza- commentò Kunzite,lo sguardo glaciale di prima era scomparso, che continuò-Quindi non puoi escludere che inizialmente fosse quello il suo piano ma … che abbia sviluppato dei sinceri sentimenti per te-, concluse leggermente imbarazzato l'altro Shitennou.

-Marte non sapeva quanto fosse importante il mio voto-,replicò Jadeite mentre Kunzite lo fissò severamente e replicò causticamente- Esistono le spie. Magari quelle dei lunari non saranno brave come il generale Zoisite e la sua squadra scelta, ma non puoi escludere che non si siano appropriate di alcune nostre informazioni-.

La papessa interruppe una possibile replica prendendo le mani del fratello Jadeite tra le sue e dicendogli gentilmente, - Probabilmente la principessa si è sentita in colpa di quello che ha fatto, ma noi non siamo qui per discutere di ciò-.

Beryl con un'espressione serissima annunciò- Dobbiamo restaurare i tuoi poteri-.

Jadeite pensò che era tutto sbagliato quello che dicevano, Marte non sapeva che cosa gli era accaduto, ma dall'altra parta quella partenza precipitosa della guerriera significava qualcosa?

Nonostante i dubbi non riuscì a controbattere le obiezioni logiche del suo compagno d'armi e delle due donne, in quella stanza si sentiva inibito come se ci fosse qualcuno di superiore che l'osservasse: una sensazione simile la provava ogni volta che era nella casa della dea Gaia e si sentì rincuorato perché preferiva il disprezzo della dea al suo abbandono.

-La dea non ti ha rinnegato fratello Jadeite-,annunciò la papessa mentre Kunzite e Beryl annuirono altrettanto gravemente.

Con un viso che non nascondeva l'eccitazione la papessa dichiarò- La dea si è trasformata ed è dalla nostra parte!-, quella affermazione fu accolta con sconcerto dal generale Jadeite.

- Il meteorite, fratello mio, è la manifestazione della dea ed è pronta a combattere per noi. Dobbiamo renderci indipendenti dal regno lunare!-.

-Il meteorite?- Jadeite mostrò il suo disappunto tornando a essere l'autorevole generale che era,- Quel meteorite è portatore di Caos!-.

-Non è forse la dea Gaia la primogenita del Caos?-, intervenne Kunzite con un sorrisetto ironico.

-Sì però...-

-Non è forse così, Jadeite?- commentò severamente la papessa per continuare con tono ancora più duro-Secondo le nostre sacre scritture?-, impossibilitato di negare Jadeite annuì ma specificò con forza- Gaia è la primogenita del Caos ma quel meteorite è Caos puro! Lo stesso nobile Zoisite ha difficoltà a sopportare la sua presenza perché contrasta i suoi poteri di purificazione!-.

Jadeite stava tornano a combattere, a essere un generale arguto e non gli piacevano quei discorsi, i quali sembravano minacciare ciò che lui intimamente credeva:l'armonia tra i popoli.

-Non è precipitato il meteorite quando abbiamo iniziato a lavorare ufficialmente sulla pace con i lunari? Durante la cerimonia in cui sono stati firmati i primi trattati?- Beryl fu dura a pronunciare quelle parole.

-Suggerite che la dea madre preferirebbe una lotta sanguinolenta che strapperà delle vite a una Pace? In cui Lei si può dedicare alla creazione della vita stessa?-.

-L'esistenza stessa degli spaziali è un affronto per la dea. La loro regina ha creato la vita con un manufatto “ il cristallo d'argento”, che è più potente della dea stessa-, dichiarò Beryl mentre la papessa le afferrava un braccio quasi incapace di ascoltare quell'affronto.

-Questo...- Jadeite esitò- … non è possibile-, disse a voce bassa come se non potesse neanche pensare che la dea madre fosse inferiore a qualcosa.

Kunzite sospirò e lo fissò con uno sguardo rassegnato- Sono più potenti di noi grazie a quel cristallo e non solo. I loro eserciti anche e hanno degli ottimi comandanti,le Senshi, che rappresentando ognuna di loro un pianeta per cui sono di gran lunga superiore a noi prese anche singolarmente. Prima che tentino di sopraffarci dobbiamo agire e cogliere i lunari di sorpresa-.

-Non ci sarà nessun tentativo di sopraffazione, voi … siete impazziti: prima dichiarate che la dea Gaia manifesta il suo disappunto alla pace con … con una stella cadente e adesso parlate di un'imminente lotta di sopraffazione e sopravvivenza, non ci sono i presupposti per pensarlo- ribatté energeticamente Jadeite, questa volta spinto dalla sua forza interiore, che era come un fiume sotterraneo di cui tutti ignoravano la conoscenza, e che invece lo rendeva il cavaliere della pazienza, intesa come persistenza(7).

-Quanta focosità nelle tue parole, Jadeite- Beryl incrinò la sua voce al nome del generale-Si vede che hai giaciuto con la marziana-,a sentire quelle parole Jadeite si ammutolì nuovamente mentre Beryl lo fissava con occhi duri e lo stesso Kunzite con sdegno, Jadeite si inibì nuovamente e si sentì la gola arsa dalla mortificazione e non poteva reagire altrimenti … il peso della sua educazione da erede di Gaia lo colpiva ogni volta che ricordava di non essere stato abbastanza forte per mantenere il suo voto.

-Fratello, la dea ha dovuto manifestare il suo scontento in questo modo perché era l'unica soluzione in questo tempo di debole pace: abbiamo commesso l'errore di fidarci dei lunari offrendo loro la nostra cultura e fiducia- spiegò la papessa con un'espressione triste, sembrava l'unica in quella stanza a non provare sdegno per Jadeite forse perché consapevole della difficoltà di un voto che avevano entrambi.

-Abbiamo offerto loro solo strascichi della nostra cultura-, sottolineò a voce bassa Jadeite- Di certo non la nostra fiducia o segreti-.

-Eppure non sei senza potere?-,domandò Kunzite spietatamente e Jadeite aprì la bocca per rispondere ma non ci riuscì e distolse lo sguardo, con le guance rosse di vergogna.

Kunzite lo afferrò per le spalle e costrinse Jadeite a guardarlo in viso e con un tono che apparve mosso dalla disperazione disse- Non voglio credere che i tuoi sentimenti ti abbiano reso cieco al tuo dovere. Gli spaziali dicono di sorvegliarci con lo sguardo amorevole di una madre,per guidarci dicono eppure sai bene che vogliono solo controllarci! Altrimenti perché adesso ,l'unica volta che hanno riconosciuto la sovranità dei terrestri sul nostro pianeta, hanno fatto di tutto per rimanere in qualche modo nei nostri affari? Mascherando il loro interesse in desiderio in cooperazione di pace tra le parti-.

Gli occhi di Jadeite si indurirono e fissò l'altro Shitennou con uno sguardo,per prima volta, sdegnato- Non dubitare mai la mia fedeltà verso il mio ruolo, servirò il mio signore e la Terra fino al mio ultimo respiro-.

-Fidati di me,allora- le parole di Kunzite non furono pronunciate con l'autorevolezza di un superiore, ma con il sentito affetto di un fratello e con un'onestà tale che Jadeite iniziò a riflettere se quelle congetture fossero vere. Kunzite evidentemente lesse quel dubbio nel viso del compagno d'armi e per cui continuò- Rifletti Jadeite. Il comportamento del principe, le strane coincidenze degli ultimi anni(8), come il meteorite precipitato durante i trattati di pace, e le Senshi che hanno cercato di carpire i nostri segreti in ogni modo: tutto ciò non può essere un caso-.

Jadeite chiuse gli occhi come se stesse cercando di raffigurasi ogni singola informazione fornita da Kunzite, quando li aprì disse pensosamente-Potrebbe essere un piano della regina madre lunare Senerity?-.

Kunzite non disse nulla e vide che Jadeite richiudeva gli occhi mentre il suo pensiero andava irrimediabilmente verso Marte, se era stato un piano della regina madre Jadeite non dubitava che la principessa avesse partecipato perché ,per quanto entrambi avessero potuto essere innamorati dell'un altro, avrebbero eseguito ogni cosa dettata dai loro signori perchè la loro fedeltà andava prima verso di loro.

Non dubitava che Marte avesse dei sinceri sentimenti per lui, ma non poteva escludere l'esistenza di un piano superiore che le fosse sfuggito di mano.

Jadeite ora capiva perché gli era sempre stato proibito di amare oltre la Terra e il suo signore, era un sentimento troppo potente e gli aveva fatto perdere gli obiettivi di una vita, sentì la sua croce sul suo petto ed era rimasta sempre lì, anche nel momento di intimità con Marte: lui era l'erede di Gaia, in ogni caso, e la sua fedeltà al suo ruolo era incrollabile.

Sorrise tristemente, sapeva che era il momento di trovare una soluzione a quell'attimo in cui aveva dimenticato i suoi doveri.

Fissò Kunzite, i suoi occhi di ghiaccio si incontrarono con quelli di metallo del suo leader, compagno d'armi di una vita a servizio di un unico signore e dea.

-Insinui che sia stato un piano della regina madre lunare?- Kunzite annuì aspettando le altre domande di Jadeite- Il cristallo d'argento di cui parlate è in grado di deviare anche la mente più salda e ferma, come quella del nostro principe Endymion?-,questa volta Jadeite rivolse la domanda direttamente alla papessa e alla grande maga, quest'ultima si affrettò a prendere la parola e con un tono che non ammetteva repliche dichiarò- Assolutamente. Non si può escludere che anche la principessa Senerity abbia un suo cristallo-.

Jadeite annuì e guardò a lungo la porta che sigillava il meteorite/Gaia e poi tornò a fissare l'altro Shitennou,- Kunzite, mi fido di te come il mio leader, come amico e fratello. Se tu credi che la Luna stia cercando di assoggettarci ti credo-.

Kunzite lo fissò silenziosamente, un silenzio che valeva più di mille parole e Jadeite accettò quella verità e si spostò dall'altro e si pose davanti alla porta che lo divideva dalla nuova Gaia: non aveva bisogno di spiegazioni doveva essere riniziato dalla Dea.

Poggiò la mano sulla porta e la spinse, il meteorite lo attendeva immobile e oscuro ma, quando la porta si chiuse dietro di sé, si animò e comparve un'inquietante fiamma viola che aveva le fattezze di un volto umano.

Jadeite,solo per un istante, si immobilizzò e cercò di razionalizzare le sensazioni che provava: il disagio che sentiva era dovuto alla potenza del caos puro ma non era dissimile da quello provato in precedenza nella casa della dea Gaia e perciò continuò a camminare, fino a quando non toccò la pietra davanti a sé.

Fuori dalla stanza Kunzite e le due donne sentirono un lacerante urlo di dolore e una violenta luce viola filtrò da dietro la porta, il generale Kunzite fu il primo a muoversi e trovò Jadeite a terra pallido, sudato e con gli occhi chiusi.

-Jadeite, come ti senti?-.

Gli occhi di questo si aprirono di scatto e dentro di essi si leggeva la sete di sangue di un drago e pronunciò con la soddisfazione di carnefice queste parole,-Mi sento invincibile-.

Kunzite sorrise soddisfatto rivelando finalmente la corruzione interna della sua anima, che aveva così ben nascosto al suo principe e ai suoi compagni.(9)

-...Nephrite e Zoisite dovranno soltanto accettare il nostro punto di vista-,Jadeite parlò, mentre si rialzava utilizzando come appoggio la mano di Kunzite e si guardò intorno,finché non incontrò lo sguardo della papessa e Beryl.

Jadeite puntò la mano destra verso di loro e partì un violento colpo magico che si trasformò in due spade, che si auto-offrirono elegantemente alle due donne.

-Sì... è necessario. Dovremmo convincere anche il principe-, continuò Jadeite mentre la papessa a sentire quelle parole sorrise fiduciosa, rasserenata e sussurrò a Beryl- Il fratello Jadeite ha visto finalmente la luce- ma l'altra donna non rispose, afferrò silenziosamente la spada che le era stata offerta e costatò che era fatta di materiale spaziale.

Beryl guardò il generale avanzare verso di loro con un'aura diversa, era stato corrotto e aveva infranto qualcosa di ben più importante della sua verginità: aveva infranto uno dei tre tabù sacri alla dea cioè creare qualcosa innaturale,in quel momento aveva sfidato la dea Gaia stessa e lo Shitennou non avrebbe potuto tornare facilmente su i suoi passi.

Beryl sorrise camminando dietro a quelle tre persone che erano diventate inconsapevolmente delle sue pedine, tutto stava andando secondo i suoi piani.


Marte non poteva credere ai suoi occhi, la festa che avrebbe dovuto essere una celebrazione di pace era stata un agguato(10): gli Shitennou avevano portato i rispettivi eserciti sulla Luna, uomini di tutte le razze e con una moltitudine di armi sfilavano in quella parata di Morte.

Jadeite non aveva solo portato con sé il suo esercito ma collaborava anche con le sacerdotesse di Gaia, quelle fanciulle normalmente tranquille e serafiche erano coperte di sangue e avevano gli occhi deformarti dalla violenza mentre sferravano attacchi di magia potentissimi.

Marte era sconvolta a vederle in quel modo, normalmente quelle fanciulle erano delle pie donne che prestavano la loro vita ad occuparsi dei meno fortunati con dolcezza e fermezza, guidate dalla fede che riponevano della Dea Gaia.

La principessa marziana fu dolorosamente colpita anche dalla vista di Jadeite, che indossava una divisa nera, con una elaborata spallina la quale sembrava voler ricordare le squame di un drago(11), con gli occhi così scuri da sembrare di un altro colore e con uno sguardo deviato dalla violenza e dalla soddisfazione di un brutale animale, freddo e letale nei suoi attacchi.

Marte ricordava con disgusto quando era stata anche lei solo un'arma al servizio della guerra e non poté sopportarlo.

-Jadeite-, gridò con tutta la sua rabbia e il cavaliere la osservò per un attimo a spada sguainata, poi disse alla papessa, che gli era affianco, di andare via che era una faccenda privata e questa ultima annuì e scomparì teletrasportandosi.

-Mia cara-,disse educatamente il generale che invocò una spada e la lanciò ai piedi della principessa che con sdegno la allontanò da lei, Jadeite sorrise quasi divertito e rifoderò la sua spada.

-Se vuole un incontro di magia lo avrà, ma non si aspetti che combatterò come prima- dichiarò il generale e Marte invocò velocemente il suo arco di fuoco puntandolo verso l'amante ma, prima che potesse scoccare la freccia, delle mostruose mani uscirono dalla terra e la afferrarono.

La marziana si rese conto subito di quello che era successo, negli anni i lunari avevano effettivamente raccolto informazioni e le era stato spiegato l'esistenza di tre tabù dei servitori della dea Gaia.

Marte,mentre era trascinata verso il generale, afferrò la spada che aveva sdegnato e la usò per tranciare le mostruose mani, si rialzò e toccò velocemente la lama e ,come aveva sospettato, era dello stesso materiale della spada magica lunare per cui era indistruttibile.

-Jadeite, che cosa stai facendo? Stai oltraggiando la tua Dea e il tuo signore!-,gli urlò Marte abbandonando qualsiasi formalità mentre riprovava a colpirlo con uno dei suoi attacchi di fuoco ma il generale continuava a giocare bene in difesa con invocazioni di scudi e sfere d'energia.

-Dunque è vero, la Luna aveva mandato delle spie per scoprire i nostri segreti … - disse semplicemente, quasi pensieroso, Jadeite mentre Marte replicò caustica indicando la spada- Anche voi mi sembra, non credo che puoi invocare un materiale non terrestre senza non averlo prima studiato a fondo!-.

Jadeite rispose all'accusa con un sorriso gentile e con una spiegazione- Sto salvando il mio signore, è stato deviato dal cristallo d'argento della tua principessa-.

-Che cosa stai dicendo?La principessa non ha il cristallo d'argento-,questa volta Marte riuscì a scoccare una freccia e colpire sulla spalla il generale, che rimase immobilizzato dal dolore per un attimo ma riprese velocemente controllo di sé.

-Volete assoggettarci con esso. Non mentirmi Marte perché non lo sopporterei-ringhiò il generale che invocò del ghiaccio per bloccare le mani dell'avversaria, Marte non poté fare nulla, in un attimo le sua mani si ghiacciarono e Dio quanto bruciavano!

-Non ti sto mentendo! Ti stai comportando come un folle!- disse la donna mentre Jadeite la fissava con occhi feroci-Folle? Cerco di salvare il mio signore e il mio pianeta come tu hai adempiuto ai tuoi doveri seguendo il piano della tua regina-.

Marte non capiva di che cosa parlasse, le sue mani erano ancora intrappolate nel blocco di ghiaccio e cercò di liberarle utilizzando il fuoco ma Jadeite manteneva il controllo del suo incantesimo, così la guerriera fu costretta a un atto estremo e ruppe il blocco sbattendolo violentemente a terra: pezzi di ghiaccio le ferirono le mani e il corpo e del sangue iniziò a sgorgare, come accadeva con la spalla di Jadeite che ignorava la ferita e Marte immaginò che il generale stesse controllando il dolore attraversò l'automedicazione magica.

Marte rimase impressionata perché Jadeite era sempre stato assai modesto sulle sue capacità magiche eppure, a vederlo combattere senza remore e limiti, capiva l'attribuzione del titolo erede di Gaia.

-Se ti riferisci a cosa è successo tra di noi non c'era nessun piano della regina madre-,urlò rabbiosa Marte- Ho agito per mia passione,esattamente come hai fatto tu!-.

Jadeite indietreggiò a quelle parole-Non sono caratterizzato dalla passione, non è il mio titolo-.

Marte vide il conflitto nei suoi occhi, vide quello che le aveva rivelato tempo addietro la regina madre Senerity, prima di quello che era successo con Jadeite.

-Marte, i terrestri non sono onesti come voi marziani sui loro sentimenti e la passione è un sentimento che li spaventa particolarmente- poi l'aveva fissata con un sguardo severo- Tu quando ami una persona pretendi tutto, vuoi tutto, è la tua passione, la tua anima indomita a farlo … sii molto cauta perché potresti prosciugare l'essenza di chi ami-.

Le parole del generale riportarono la principessa marziana alla realtà.

-Se ho avuto quell'attimo di smarrimento è perché mi hai mostrato una via che non è la mia- disse cautamente Jadeite, era chiaro che avesse dei dubbi in proposito delle sue stesse parole, Marte approfittò per attaccare e il generale parò, ma sembrava che avesse iniziato a perdere la sua freddezza di calcolo e la sua difesa si stesse indebolendo.

Marte gli urlò contro,-Jadeite, sei spaventato dalla passione che hai avuto SEMPRE dentro di te!Se non l'affronterai e se tenterai di sigillarla ti soffocherà!-.

Gli occhi di Jadeite si scurirono di astio e questa volta gridò con una rabbia ,che non sembrava appartenergli poiché gli deformò il viso- Non parlarmi in questo modo! Avrai scoperto tramite spie che se avessi rotto il mio voto di castità sarei stato punito,avrei potuto perdere i miei poteri... sfortunatamente per te, la dea Gaia non mi ha rinnegato!-, così dicendo sbottonò la giacca della divisa e tirò violentemente la croce e la mostrò, il cerchio attorno a essa era di un'inquietante energia viola.

Marte si immobilizzò e barcollò per attimo scioccata, lui avrebbe potuto veramente perdere i suoi poteri dopo aver fatto l'amore con lei? Era davvero come una vestale sul suo pianeta?

-Jadeite ...- lo fissò negli occhi senza parlare, si poteva leggere il sincero amore di lei e lo Shitennou addolcì lo sguardo- Ti amo anch'io, tanto che non mi importava di esser punito dalla Dea Gaia ma, come te che faresti qualunque cosa per il bene della famiglia lunare, io farei qualunque cosa per il mio signore e la Terra-, Jadeite impugnò saldamente la spada e fissò negli occhi l'amata- … anche ucciderti-.

Marte sorrise a quella sincera dichiarazione e gli disse tristemente- Quello che provi per il tuo ruolo, la tua fedeltà è alimentata anche della tua passione nascosta, Jadeite-.

Il generale la guardò interrogativo ma poi nuovamente severo e pericoloso, Marte sapeva che se voleva vivere avrebbe dovuto combattere con tutte le sue forze.


Era stato un combattimento intenso quello tra Marte e Jadeite, il generale non si era arreso fino all'ultimo respiro e ora giaceva tra le braccia di Marte che gli toccava la ferita bruciata sul suo cuore, aveva dovuto colpirlo lì con il suo arco incantato di fuoco.

Il viso del generale era tornato sereno come un tempo, era il volto di un uomo severo, autorevole ma con un profondo amore per il prossimo … il volto di colui che aveva conquistato nel tempo la principessa marziana.

-Jadeite … mi dispiace, ti ho fatto scoprire la tua passione e ti ha prosciugato, ti ha ucciso: aveva ragione la regina madre-,Marte parlava con una voce rotta dall'emozione di tutto quello che era successo: tutto era distrutto e perduto … la sua principessa era morta.

Marte toccò la lacerante ferita sul fianco che le aveva procurato Jadeite con un'improvvisata spada di ghiaccio e pensò, che poco tempo prima quel fianco era stato sfiorato con l'inquietudine e l'accortezza di quel inesperto amante che era il generale.

-Non dimenticherò quello che mi hai insegnato, una vita spirituale può essere soddisfacente come quella di un guerriero- disse quelle parole con un sorriso mentre il suo cuore piangeva, gli accarezzò la guancia ancora calda e si chinò per baciarlo ma si fermò esitando, aveva perso già il suo ultimo bacio quando era vivo … Marte poggiò la sua fronte su quella del generale e ,a un soffio dalla sue labbra, disse-Spero che tu sia in grado un giorno di perdonarti-, la marziana si rialzò lentamente camminando a fatica verso il palazzo lunare, facendosi largo tra il sangue viscido di entrambi eserciti: la regina madre e pochi superstiti(12), tra cui alcuni terrestri ancora ragionevoli, avevano bisogno di aiuto per sigillare il mostro che era dietro tutto questo Metaria.


Rei sapeva che quella era la sua strada, non aveva dubbi in proposito: avrebbe un giorno gestito da sola il tempio di famiglia e avrebbe continuato a servire, come la guerriera di Marte, la principessa fino all'avvento di Neo-Tokyo.

Suo padre aveva cercato di ostacolarla negli anni e per cui aveva preso misure drastiche: aveva iniziato una pratica legale che le avrebbe permesso di diventare un'adolescente emancipata, in poche parole un'adulta anche a livello legale invece di aspettare i fatidici 21 anni.

La giovane era stata fortunata perché aveva trovato come avvocato un bravo uomo, il signor Guiffrey, che sembrava seriamente interessato a aiutarla e si era conquistato la sua fiducia nonostante la sua famosa diffidenza.

Rei non aveva molto fiducia negli altri, in particolar modo negli uomini, ma il signor Guiffrey era diverso perché aveva qualcosa di speciale che la ragazza stranamente non sapeva definire.

Aveva un appuntamento proprio con lui e la ragazza uscì dalle stanze di preghiera insoddisfatta e nervosa perché era da alcuni giorni che il fuoco sembrava volerle mostrare qualcosa ma che si ritirasse spaventato; l'unica visione percepita da Rei era stata l'immagine di una persona, di sesso indefinito, dal volto coperto da un velo in cui si vedevano solo dei magnetici occhi, occhi di chi era capace di rovesciare il mondo, e la persona aveva in una mano una rocca di un filato.

Rei aveva provato a meditare più di una volta ma senza risultato, c'era qualcosa di strano in quella visione perché normalmente sarebbe stata in grado di capire se la persona in questione fosse stata un alleato o un nemico, eppure la sacerdotessa era certa ,che in entrambi casi, quel qualcuno sarebbe stato pericoloso.

Frustata si incamminò verso l'entrata del tempio dove l'attendeva un uomo distinto dai capelli biondi e ricci che sembrava rapito ad osservare i ciliegi in fiore.

-Mi scusi se l'ho fatta venire fin qui avvocato ma …- Rei si interruppe quando vide il rossore negli occhi dell'uomo, sembrava che avesse pianto.

-Si sente bene?-,L'avvocato colto in fragrante si stropicciò gli occhi e disse- Si figuri signorina Hino, sono solo un po' stanco- e come per confermare le sue parole si passò una mano sul viso sciupato.

-Se preferisce rimandiamo l'incontro ...-,la reazione dell'avvocato fu insolita e esclamò velocemente permettendo che il suo accento francese si sentisse mentre parlava- Per amor del cielo, no! Non posso restare a casa, oggi-.

Rei rimase stupita da quella reazione, vi lesse tanta pena e si rese conto di non sapere nulla a livello personale di quell'uomo, una solo volta le aveva accennato di essere stato un diplomatico e che per motivi personali avesse rinunciato alla carica per rimanere in Giappone.

-Signor Guiffrey, che cosa le succede?-,domandò amorevolmente Rei che essendo una sacerdotessa doveva occuparsi delle anime affrante.

L'avvocato sospirò e si schiarì la voce, l'espressione del suo volto era tristissima-Oggi...oggi è l'anniversario della scomparsa di mio figlio:sono anni che non so dove sia e lo sto cercando-,Rei percepì tutta l' angoscia di quell'uomo, non notò che aveva estratto dalla giacca il suo cellulare e aveva iniziato a giocherellarci sopra.

-Ha pochi anni più di te. Questo è lui con un suo amico,Sergej-, Rei prese il cellulare tra le mani e per poco non lo lasciò cadere a terra quando riconobbe il soggetto della foto sullo schermo,era un ragazzo quindicenne dai bei occhi verdi da gatto che,senza ombra di dubbio,erano appartenuti al generale Zoisite del Dark Kingdom,e l'avvocato lo indicò-Si chiama Aaron- poi puntò un altro ragazzo,poco più grande e dietro al primo, e disse- Mentre lui è Sergej -.

Rei era già scioccata ad apprendere che Zoisite fosse stato umano che quando vide Sergej sentì il suo volto sbiancarsi, quel ragazzo dal sorriso modesto era Jadeite.

-Non hai idea di quanto mi manca- il padre soffocò un gemito e Rei ,con il cellulare ancora tra le mani, lo guardava incapace di parlare o poterlo rincuorare.





NOTE DELL'AUTRICE

1) La titolo è preso dal doppiaggio amatoriale di Thuderstudio, non ho idea di come sia stato tradotto nel doppiaggio ufficiale poiché non ho avuto occasione di vederlo.
2)La famosa croce disegnata accanto a Jadeite in uno dei suoi profili ufficiali.
3)Nelle cerimonie shintoiste è richiesto lavarsi queste parti del corpo
4)Anche se in generale parlo al femminile delle sacerdotesse di gaia, è sottinteso che esistono anche i sacerdoti della Dea,idem per i soldati: una delle sottoposte di Zoisite è infatti un generale celtico/scozzese che ha un esercito di arcieri. Non si fanno discriminazione di genere qui XP
5) E' Anthy della rivoluzione di Uthena, non riesco a immaginarle un aspetto differente^-^
6) Il termine pazienza usato nel titolo di Jadeite ha anche questo significato tecnicamente, almeno da quello che ho letto in alcuni analisi di altre ragazze.
7)Nella mia testa la caduta del regno della luna non accade in giorno, per me il processo è stato lungo, forse di due anni circa.
8) Ho usato il termine corruzione ma ciò non significa che Kunzite abbia subito un lavaggio del cervello, per me gli Shitennou del passato avevano dei buoni motivi per non credere alla bontà del regno lunare o nel comportamento assurdo di Endymion; Metaria ha enfatizzato le loro paure e dubbi ma non li ha convinti di qualcosa a cui non credevano già. Se così fosse avrei scritto di come Jadeite fosse stato costretto a "toccare" Metaria.
9)Citazione al musical della Recoquista.
10) Draghi e draghi ma perché vi domanderete, perché lo Shitennou associato a Jadeite è Seiryuu, il drago azzurro.

12)Mia sorella mi ha suggerito di specificare che alcuni terrestri fossero fuggiti dal maleficio di Metaria. Chi mi segue in Before Beryl
  (La mia ff principale che racconta la vita degli Shitennou da umani prima di incontrare Beryl) sa già che credo che Nephrite non fosse finito sotto controllo di Metaria e ,a cuor mio, non riesco neanche a immaginare lontanamente Cristobàl (un sottoposto di Nephrite) fosse sotto il controllo di Metaria.


   
 
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