Anime & Manga > Fairy Tail
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Autore: daimler    02/03/2017    7 recensioni
Otto brevi storie, spaccati di vita e momenti d'amore tutte scritte con un paio di cuffie nelle orecchie...
{Nalu} ♡ {Stingyu} ♡ {Gale} ♡ {Gruvia} ♡ {Coberza} ♡ {Miraxus} ♡{Romeldy} ♡ {Zervis}
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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-1- Urlo e non mi senti-


Alessandra Amoroso


~Il chiacchiericcio della gente mescolato alla voce metallica dagli altoparlanti, intervallata a seconda della chiamata dei voli, avvolgevano Juvia in un dolce sottofondo. Distratta dai suoi pensieri e in coda per gli ultimi controlli prima di imbarcarsi, sobbalzò nel sentirsi chiamare dal fondo della sala. Girandosi vide proprio lui precipitarsi a tutta velocità verso di lei e fermarsi giusto a qualche metro di distanza.
-Gray?- esordì ancora incredula scrutandolo con palese stupore. Piegato a metà con le mani premute sulle ginocchia, il ragazzo riprese fiato e  -Che diavolo stai facendo?!- esclamare qualche istante dopo tra i respiri sommessi.
E Juvia avvertì una fitta allo stomaco scrutando ancora il ragazzo che imperterrito la fissava terribilmente serio ma -Che diavolo stai facendo tu!?- si ritrovò a sbottare mentre il nervosismo l'assaliva.
Perché Gray era lì? Perché proprio ora che aveva deciso una volta per tutte di lasciarselo alle spalle...
-Mi hai detto che ci saremmo visti domani e adesso sali su un aereo del cazzo?-  ringhiò lui, una donna più avanti coprì le orecchie del figlio con le mani e un: -Mi scusi- mormorato da un Gray più lucido e imbarazzato non tardò ad arrivare, era quella situazione a renderlo impulsivo.
Aveva saputo della partenza di Juvia per puro caso e si era sentito tradito, preso in giro e di certo non poteva lasciarla partire senza dirgliene quattro perché era per questo che si era precipitato all'aeroporto  come una furia... giusto? Perché voleva dirle quanto fosse stata ingiusta nel non avvisarlo... certamente per questo!
La fila avanzò e di conseguenza Juvia.
 -E' stata una decisione presa all'ultimo minuto, l'offerta che la Panthom lord ha fatto a Juvia e dieci volte superiore alla Fairy Tail- snocciolò, con Gray a seguirla parallelamente.
-A te non è mai fregato nulla dei soldi! Adori lavorare in questa società, con tutti noi!- replicò intestardito.
-Te ne stai andando per colpa mia vero?- soffiò avvilito facendole contrarre il cuore in uno spasmo dolente ma Juvia non rispose, colta in flagrante avanzò di qualche passo.
-Perché dopo quel tuo: -Ti amo- ti ho detto che tra di noi ci sarà mai nulla a parte il sesso..- continuò senza guardarla sentendosi uno schifo per aver reagito in quel modo così vigliacco difronte all'amore di Juvia, riportando l'attenzione su di lei a quel: -Gray per la miseria! Ti sembra il luogo dove parlarne?-  bisbigliato con imbarazzo.
-Juvia- masticò tormentato.
-Gray- provò lei con tono calmo nonostante quel palpito di esitazione nella gola a tradirne l'intenzione -Torna a casa, è imbarazzante-  mormorò sentendosi osservata, la fila si mosse ancora e Juvia compì qualche passo in avanti.
Ma Gray avanzò lateralmente fino a raggiungerla. Con solo il cordone di sicurezza a dividerli -Non salire su quell'aereo- pronunciò spietato e con freddezza ma il suo viso era implorante tanto da mozzarle il fiato.
-Il tuo posto è qui, a Fairy Tail, con noi... con me-
Ma -Smettila ti prego- soffiò lei  a causa di quell'ultima affermazione, che di illudersi un altra volta proprio non ne aveva le forze. Ci aveva provato con Gray, con tutta se stessa e solo Dio sapeva quando lo amava ancora nonostante la delusione di quel rifiuto. Ma aveva raccolto con dignità tutti i cocci del suo cuore frantumato  e non poteva permettere a Gray di distruggerla di nuovo.
-Non c'è ragione per cui Juvia debba restare-
-Si che c'è, maledizione.. c'è-
La fila avanzò, un ultima persona davanti e Gray serrò gli occhi -Ti prego- soffocò in un gemito -Sono innamorato di te- scoppiò a ridere poi nervoso.
-Il prossimo!- Ulrò l'agente di sicurezza indicando a Juvia di avvicinarsi al banco libero, era rimasta in silenzio, il suo cuore era come scoppiato  ma -Il prossimo! Signorina!- fu richiamata con un tono un po' più spazientito.
-Ti voglio al mio fianco-  aveva mormorato Gray, uno strano sorriso trapelava dalle sue labbra nel rendersi conto di ciò che voleva, senza paura di ammetterlo.
-E' troppo tardi, mi dispiace- soffiò Juvia meccanicamente, aveva sofferto troppo per lui -Juvia deve andare ora- aggiunse quando lo vide annuire verso il pavimento, leggendo dai tratti del suo viso la totale sconfitta prima di darle le spalle e, a mani infossate nelle tasche dei jeans, confondersi tra le gente.
Juvia porse il biglietto e il documento all'agente mentre il magone allo stomaco si allargava rapidamente -Signorina sta bene?- borbottò lui scribacchiando qualcosa sul biglietto e quel: -No- singhiozzato da Juvia gli procurò uno sbuffo.
La vide con gli occhi pieni di lacrime e :-Sa, non è mai troppo tardi- la spronò con un eloquente gesto del capo verso il punto in cui Gray era sparito prima di porgerle il biglietto.
E Juvia annuì asciugandosi le lacrime con un veloce tocco di polpastrelli prima di sparire dalla parte opposta del gate determinata a ritrovare Gray e riprovarci ancora una volta.
 

-2-Troublemaker-
Olly Murs


~Spostò appena una delle falange apostate sugli occhi, creando un varco per la sua vista e impedirsi così la mancata visone di quel terribile spettacolo a cui era sottoposto da circa quindici minuti ormai. Ma a Laxus bastò sbirciare l'ennesima testa mozzata volare via a causa di un colpo di katana per ritornare a tapparsi, entrambi gli occhi stavolta, con l'intero palmo sudato e ringhiare tra i denti un silenzioso: -Bixlow idiota-
Non avrebbe dovuto ascoltare quel deficiente del suo migliore amico e sopratutto seguire quelle sue stupide strategie amorose!  Ritornò a maledirsi quando delle urla strazianti raggiunsero le sue orecchie facendolo rabbrividire, anche senza guardare la pellicola poteva immaginare che cosa stesse capitando a quella poveretta e la cosa gli creò un conato di vomito ben trattenuto con la mano.
Fortuna che l'oscurità in cui era immersa la sala nascondeva lo stato miserabile in cui si trovava attualmente: rannicchiato quasi in posizione fetale sulla poltroncina, con lo stomaco contorto a causa del totale disgusto per la visione di quell'horror splatter che lui stesso aveva scelto con spavalderia.
Ma -Vedrai è automatico! La porti a vedere un horror, lei si spaventa e cercherà il contatto con te e tu potrai approfittare della situazione!- gli aveva suggerito Bix in uno schioccare di lingua, talmente convincente da persuadere Laxus seduta stante, peccato che il ragazzo non aveva preso in considerazione che quello a spaventarsi a morte sarebbe stato proprio lui e non Mira.
Inclinò lo sguardo provato verso di lei, seduta nella postazione accanto si era messa comoda non si sa bene come su quella poltrona dal terribile design, dallo schienale duro e nella quale la sporcizia era penetrata da secoli. Il viso della ragazza era completamente immerso nella visione della pellicola e a Laxus non sembrava per niente turbata dai vari smembramenti il cui film la sottoponeva. Mangiava pop-corn a grandi manciate e il biondo si perse a guardarla ancora un po', le piaceva e anche tanto e ormai le stava ronzando intorno da settimane ma la bella Mirajane Strauss si stava rivelando un osso fin troppo duro da conquistare, per un istante concepì che fosse l'unica che gli avesse mai fatto un effetto così strano e duraturo.
-Che c'è?- gli bisbigliò d'un tratto, Laxus batté le palpebre un paio di volte nell'essere colto di sorpresa, Mira aveva inclinato il viso verso il suo e squadrato con cipiglio.
-Niente- borbottò tentando una posizione più virile e falsamente indifferente, riportando lo sguardo sullo schermo.
-Allora perché continui a fissarmi?-
-Questo film mi annoia- soffiò piccato celando la frustrazione di quella bugia, non era proprio in quel modo che aveva immaginato il loro appuntamento. Roteò gli occhi vero di lei, un miscuglio di grigio e tenebra, quando la sentì ridacchiare.
-Ti spaventa, ammettilo- infierì Mira ricevendo una rigorosa occhiataccia da parte del biondo.
-No, se ti guardavo era perché mi serviva vedere qualcosa di bello per distrarmi- borbottò fissando lo schermo.
-Be se è una distrazione ciò che ti serve...- la sentì soffiare con voce dolce e prima che Laxus potesse ribattere con quella battuta già pronta nella mente, le dita di Mira premute introno alla sua mandibola ne bloccarono l'atto compreso quel ghigno sulle labbra nel coprirle con le sue.
Laxus sgranò gli occhi dallo shock ma in un istante concepì ciò che gli stava succedendo, portò una mano ad accarezzare lo zigomo di Mira, incastrando le punta delle dita tra i suoi capelli morbidi nel ricambiare il bacio.
Si scostò per mancanza di fiato, ancora un po' frastornato, il sorriso radioso di lei gli trasmise una scarica elettrica lungo la spina dorsale e -E' abbastanza come distrazione?- gli soffiò furba, aveva piegato il capo di lato assottigliando gli occhi fino a ridurle in due mezze lune ma -Sai credo me ne serva ancora un po'-  replicò Laxus nel circondarle le scapole con un braccio a spingersela addosso, trascinando entrambi verso il fondo delle poltrone in una posizione più comoda.
La baciò ancora, godendo del calore delle sua labbra, sorridendo quando pensò che quel film sarebbe diventato uno dei più belli che avesse mai "guardato".
 

-3-Tra il male e Dio-

Pierdavide Carone


~Sollevò i suoi occhi scuri quanto la notte su di lei che, aggrovigliata tra lenzuola, dormiva ancora profondamente. I capelli biondo cenere e tutti arruffati le coprivano un po' il viso e Zeref non resistette, con le dita andò a scostarle qualche ciocca dietro l'orecchio, ostacoli della  visione del suo viso bellissimo. Un polpastrello  scivolò involontariamente sulle labbra ancora gonfie a causa di tutti i morsi che le aveva inferto durante la loro notte di passione e serrò gli occhi quando  un pensiero lo colpì: era successo di nuovo, lui e Mavis avevano fatto l'amore per l'ennesima volta dopo tutta la rabbia, il rancore e il dolore che li legava in quello che era solo un triste destino.
Perché sì, l'amava da morire ma non poteva negare di come quel loro amore li portava a distruggersi a vicenda ogni volta perché con Mavis era sempre così. C'erano i sorrisi, il batticuore, i baci e le parole sussurrate durante i loro rapporti ma c'erano anche le litigate furiose, la gelosia morbosa di Zeref, la sua instabilità emotiva dovuta a un passato difficile, i suoi malumori improvvisi e i pianti arrendevoli di Mavis che servivano solo a farlo innervosire di più.
Ma era successo di nuovo e non poteva farci niente se non quello di sparire nuovamente dalla sua vita, forse sta volta per sempre...
Fece per sollevarsi dal letto, seduto sul bordo era rimasto a fissare Mavis per un tempo indefinito ma le dita di lei aggrappate a un lembo della sua camicia  ne arrestarono l'atto.
-Non te ne andare- soffiò con voce roca, sollevandosi col busto nell'azzerare le distanze.
-No io..- cercò di formulare ma -Non te ne andare- gli ripeté con voce soffocata circondandogli la mandibola con le mani, sfiorandogli le labbra con la bocca -Ti prego, ancora un ultima volta-
-E' sempre un ultima volta- protestò lui chiudendo gli occhi per inspirare meglio l'odore di lei e riempirsi le narici di quel suo profumo tentatore, rabbrividendo  nel percepire la pelle calda di Mavis irradiargli di calore la sua con i suoi seni, schiacciati contro il torace scoperto dalla camicia lasciata sbottonata.
-No- mormorava Zeref, non voleva ucciderla di nuovo perché era questo che le faceva ogni volta che la baciava e possedeva, dopo finiva per ucciderla e proprio perché l'amava doveva allontanarsi da lei.
Ma -Non mi importa niente... resta qui.. resta con me amore mio- continuava lei come un mantra, incenerendo la sua forza di volontà con quel bacio.
E Mavis si abbandonò con la schiena sul materasso quando sentì la lingua di Zeref solleticarle il palato, facendosi sovrastare dal suo corpo possente e dalle sue mani che ruvide percorrevano ogni centimetro di pelle nuda.
Perché  l'avrebbe uccisa di nuovo dopo ma ora voleva solo abbandonarsi al male di Zeref e al suo amore oscuro che, tra quelle lenzuola aggrovigliate, le riempiva il cuore di luce.


-4-Il bene-

Francesco Renga


~Portò indice e pollice a sfregarsi le palpebre abbassate prima di risollevarle e fissare le innumerevoli confezioni che gli si presentavano davanti perfettamente ordinate sullo scaffale. Erik sospirò incurvando appena le spalle, non poteva crederci che stava per fare proprio quell'acquisto, da quando Erza era riuscito a manipolarlo in quel modo? Non erano nemmeno una coppia vera dannazione!
Loro facevano solo sesso, meraviglioso e soddisfacente sesso occasionale, be forse non era proprio sempre occasionale dato le numerose volte in cui si ritrovavano sudati, ansimanti e ingarbugliati nelle stesse lenzuola e ripensando alla sera prima e a quella nuova posizione testata, ad Erik scappò un ghigno da ebete.
Ma si riscosse immediatamente scrollando il capo, insomma lui non era di certo come uno di quei ragazzi ridotti in schiavitù dalle proprie fidanzate!
Sgranò gli occhi a quel pensiero, Erza non era di certo la sua fidanzata!  Non poteva considerarla nemmeno la sua "scopa-amica" dato che uno dei due termini non era propriamente azzeccato per descrivere il suo rapporto con lei e no, non era il primo dei due.
Era solo sesso, soddisfacente e meraviglioso sesso ma poi ricordò i suoi occhi nocciola e le sue labbra piene piegate in un sorriso lezioso, atipico per un tipo come lei eppure quando gli aveva fatto quella richiesta, Erza gli era sembrata piuttosto... dolce?
-Tsk- sbuffò, lui non si faceva abbindolare da nessuno e ignorando le innumerevoli confezioni marcò verso la cassa posizionando tutto il contenuto del suo cestino sul nastro.
Annoiato aspettò con l'espressione assente che la cassiera battesse tutti i prodotti acquistati almeno finché il suo sguardo ricadde su quel pacchetto rosso che in mezzo a gli altri spiccava particolarmente. I suoi occhi si spalancarono con orrore nel riconoscere la confezione... ma quando diavolo lo aveva preso? Lo aveva fatto inconsciamente e neanche se ne era reso conto!
Erza lo stava plagiando fino a quel punto?
Ma se pensava che il peggio fosse stato solo quello, dovette ricredersi quando la cassiera, arraffato il prodotto e notato un mancato codice a barre, premette sull'amplificatore  del microfono divulgando la sua voce per tutto il supermercato e poco servì quel: -No- sbottato da Erik con tanto di gesti nevrotici.
Soppresse un rantolo  a mascella serrata a quel: -Mancato codice a barre su profilattici delicious gusto fragola- diramato in maniera altisonante tra corsie e reparti mentre la vergogna prendeva su di lui il sopravvento.
Maledetta Erza e le sue strane voglie!
 

-5-Something just like this-

Coldplay ft Chainsmokers
 

~Si inerpicò su per la grondaia, puntando con meticolosità i piedi e  conficcando le dita tra le insenature dei mattoncini che ne coprivano la facciata della villetta. Ok, dal basso e con i piedi ben ancorati sul manto erboso del giardino, a Sting era sembrata davvero una brillante idea quella di scalare la parete della dimora  fino a raggiungere il davanzale della finestra che dava proprio sulla camera della sua, ormai per poco, fidanzata.
Ma ora a sette metri da terra, col vento serale a scompigliargli le ciocche bionde e i tremiti alle gambe dettati da quell'accenno di vertigini, la consapevolezza che no, forse l'idea non era stata così brillante, lo colpì peggio di una bastonata.  Si fermò un istante a ponderare la situazione in cui si era ficcato da solo... dannato Peter Parker, perché lui le faceva apparire così semplice le scalate  in verticale? Ok  forse perché  era stato punto da un ragno riadioattivo ma...
-Sting, amore sei tu?- sobbalzò dimenticando le sue congetture inutili su Spider-man nel registrare quel bisbiglio perplesso provenire a poca distanza e, sollevato lo sguardo verso la fonte, focalizzare i tratti palesemente sorpresi sul viso di Yukino, sportasi col busto oltre al davanzale.
-Ei principessa- soffiò lui smagliante, anche se la voce uscita un po' tartagliata dalle corde vocali esplicava chiaramente lo stato poco stabile in cui si ritrovava.
Con estrema fatica avanzò gli ultimi centimetri che gli restavano da fare per raggiungerla.
-Ho sentito dei rumori e.. ma che cavolo ci fai qui?- sbottò Yukino serrando i pugni sui fianchi avvolti dal top a fascia aderente che indossava, abbandonando lo sguardo perplesso per uno più torvo nel fare qualche passo indietro e accogliere  con cipiglio il tonfo dei piedi di Sting, saltato all'interno della stanza con non poco sforzo.
-Vattene via subito!- ordinò perentoria puntandogli l'indice contro -Lo sai benissimo che non dovresti essere qui!- ma -Senti piccola devo parlarti- soffiò lui e a Yukino, quell'espressione al gusto di senso di colpa stampata sul volto del suo, ancora per poco, ragazzo, non piacque proprio.
-Sting...- mormorò afflosciando le braccia verso il basso -Non ci starai  ripensando proprio ora, vero?-  sussurrò tremendamente timorosa.
-Cosa? No, no!- esclamò lui -Yuki, sposarti domani è una delle poche cose di cui io sia pienamente convinto nella mia vita, come quella di amarti-  disse sollevandola immediatamente nel coprire in una sola falcata la distanza che lo divideva da lei.
-Ma  mi chiedevo se a te convenisse davvero sposarmi- aggiunse facendole aggrottare le sopracciglia interdetta -Insomma tu sei perfetta e io.. io soffro addirittura di chinetosi!- sbottò stendendo un palmo verso di lei.
-Non dovrei sposarmi con te perché non sopporti i mezzi?- si ritrovò a domandare una perplessa Yukino.
-No, ma quello che voglio dire è che se tu domani dovessi per un qualunque motivo scappare via dall'altare, io potrei accettarlo-
-Sting ma per quale motivo potrei mai fare una cosa del genere?!- esclamò stralunata, dopo istanti di silenzi e sospiri pretese da lui risposte più chiare nell'incitarlo con un movimento del capo.
-Mi sono a malapena diplomato, il mio lavoro ci garantisce appena un tetto sopra alla testa e poi sono disordinato, capriccioso e piuttosto infantile a volte- snocciolò in una risata nervosa nel passarsi le dita dietro la nuca mentre il viso di Yukino si era distorto in un' espressione eloquente nell' aver intuito l'antifona.
Sting per un attimo aveva pensato a quanto fosse fortunato ad avere Yukino nella sua vita ed era stato proprio in quel momento che l'atroce dubbio, se anche la ragazza potesse godere di tale beneficio, lo aveva colto sottoforma di spasmo violento allo stomaco.
-Quindi se..-
-Sting Eucliffe, ascoltami bene!- lo interruppe Yukino nel premere l'indice contro il suo petto -Io Yukino Auguria prenderò te come tua sposa domani e non voglio sentire queste sciocchezze!-  ringhiò perentoria, spaventandolo un po' con quell'attacco di aggressiva determinazione.
A Sting non restò che annuire, le mani di Yukino si posarono sul suo petto in una lenta carezza e -Perché mi basta l'amore che mi dai, tutto il resto è  dettagli, sei il mio eroe Sting non scordartelo mai- gli sussurrò dolce e commossa facendogli sprofondare il cuore nello stomaco.
I dubbi erano spariti e immergendosi nei suoi occhi, Sting si appuntò mentalmente di non dubitare mai più di quanto Yukino avesse bisogno di lui.
-Scusa piccola, ho dimenticato di aggiungere che sono anche un idiota, nella lista di prima- ghignò  strofinando il naso contro la sua guancia, aspirando a pieni polmoni il profumo di pesca che Yukino emanava.
-Emm Sting.. se volevi parlami, perché non sei salito dalle scale?- mugugnò lei ad occhi chiusi, inclinando il capo di lato per lasciare spazio alle labbra di Sting, mentre la stringeva tutta.
-Ciò provato, Sorano ha minacciato di spezzarmi un braccio se ti avessi incontrato la sera prima del matrimonio, a quanto pare porta sfortuna- sbiascicò lui ridente e completamente rapito dal corpo caldo del suo amore, troppo perso in ciò che lei gli suscitava per accorgersi di come Yukino avesse sgranato gli occhi, all'improvviso conscia dell'attuale condizione.
-Ma a noi non c'è ne importa vero amore mio?-  appurò sornione infilando le dita oltre l'orlo degli indumenti di Yukino per tastarne la pelle delle costole con le mani, in quella che non era niente altro che una implicita proposta osé.
-Yuki che?- Sussultò quando la sua amata gli bloccò i polsi costringendolo ad allontanarsi dalla sua pelle profumata -Sting! Sparisci da qui!- urlò stridula spintonandolo verso la finestra e Sting indietreggiò finendo per battere la schiena contro il davanzale , riprendere posizione in piedi su esso ma caracollare dalla parte di sotto a causa di quella sua protesta nel restare, negata da uno spintone di Yuki.
-Oddio! Sting stai bene?!- urlò la ragazza preoccupata nel sporgersi oltre al davanzale per focalizzare Sting, con quella spinta voleva solo spronarlo a scendere e non di certo buttarlo giù dal secondo piano, ma -Si! I cespugli hanno attutito la caduta! Notte quasi signora Eucliffe-
E yukino sorrise scuotendo il capo nel chiudere le imposte -Signora Eucliffe.. suona proprio bene!- ghignò in preda a confortanti aspettative.
 

-6-Il diario degli errori-

Michele Bravi


~Prese un respiro profondo nel posizionarsi meglio la sacca sulla spalla e, avanzando a passo spedito verso il portone di metallo, degnò soltanto di una fugace occhiata silenziosa la guardia penitenziaria  che gli sostava accanto.
Non c'era traccia di severità negli occhi dell'uomo, solo un: "comportati bene" muto e rimasto incastrato tra le rughe del suo viso, testimoni di storie viste e riviste come quella di Gajeel. Un ragazzo allo sbando, la cui vita sembrava riservare solo guai ed errori e la galera come ultimo atto finale.
Il freddo che trapelò dalla sottile fessura del portone finì per investirlo in pieno una volta spalancato del tutto e Gajeel si strinse meglio nel suo giubbotto di pelle avanzando i passi verso l'esterno nel varcarne la soglia. Una morsa dolorante gli prese lo stomaco, la paura di affrontare il mondo si tramutò sottoforma di spasmo violento contorcendogli le viscere ma poi incrociò gli occhi di lei, mielati di speranza e commozione, ad aspettarlo dall'altra parte.
Levy era lì, ridente nonostante le lacrime a rigarle il volto, sul ciglio della strada, con le mani unite tra loro e un cappotto beige a ripararla dalle intemperie di dicembre. Era lì ad aspettarlo, come gli aveva promesso un anno fa.
E  a Gajeel scappò un sorriso mentre il terrore di non essere all'altezza di una vita in piena luce si affievoliva sempre più, perché la galera non sarebbe stato il suo atto finale, ora ne era più sicuro che mai nel stringere la sua Levy tra le braccia, lei che rimaneva fuori da ogni suo errore.
 

-7-Love show-

Sonorha
 

~Gonfiò il petto di coraggio e a pugni stretti si diresse a grandi falcate verso la residenza dei Dragneel. I piedi di Lucy battevano il vialetto con una intraprendenza innata e un sacco di buone motivazioni che martellavano furiose nella testa... o forse quello era il diaframma a picchiare violentemente contro la cassa toracica, così tanto che se Lucy non avesse al più presto tirato fuori il rospo, probabilmente il suo cuore sarebbe schizzato via sfondandole il petto.
Ma l'audacia in quel momento era più forte dell'ansia, della paura e delle mani sudate. Lucy le aveva intrecciate tra loro pasticciandosi nervosamente le dita nel fermarsi davanti alla soglia e prendere una serie di lunghi respiri, ma ormai aveva deciso e non sarebbe tornata indietro.
Perché Natsu, il suo migliore amico, la sua spalla, il suo complice, il suo compagno di banco dei suoi ultimi due anni di liceo sarebbe partito dopo l'estate per uno stupido stage,  fino a dicembre, e lei non poteva lasciarlo andare via così senza prima confessargli il suo amore.
Perché si era innamorata di lui dannazione! Si era innamorata di Natsu in maniera così viscerale e possessiva da mascherare quel suo sentimento in profonda amicizia ma ora che se ne era accorta non c'era più tempo da perdere in sciocche riflessioni e in un movimento veloce di dita premette sul campanello.
Solo una manciata di secondi restanti, Lucy fissò la porta d'ingresso aprirsi e creare un angolo sempre più ampio nell'elencare mentalmente tutti i passaggi dell' accurato discorso che si era preparata a casa usando Plue, il suo cagnolone, come cavia.
Avrebbe iniziato con calma e tranquillità, girandoci ampiamente intorno, usando parole ferme colme di sicurezza e... e...
-Oi ciao Luce! - esclamò lui bello e sorridente nel metterla fuoco dietro la sua porta ormai totalmente aperta, meravigliosamente spettinato come al solito ma l'espressione del suo viso si tramutò presto in cipiglio nel non ricevere risposte se no qualche rantolo soffocato e -Lu che..-
-Io ti amo- soffiò Lucy preda ad un panico assurdo rendendosi conto solo l'istante dopo di ciò che aveva sputato e la faccia di Natsu accartocciata nel totale stupore di certo non serviva a rassicurarla. Sembrava sorpreso o forse terrorizzato.
Mugugnò uno:  -Scusa- impastato d'imbarazzo e rossa come un peperone gli voltò le spalle ripercorrendo il vialetto frettolosamente, con l'unico desiderio di scomparire al più presto da quella situazione.
-Stupida, stupida, ho rovinato tut...- così immersa dai sui pensieri denigratori non si accorse di come Natsu, dopo un buon minuto rimasto a fissare il vuoto, era sobbalzato verso di lei raggiugendola in una sola falcata, afferrandola per le spalle nel chiamarla "Luce" e premendo le labbra contro le sue, arrestando quel flusso di parole nevrotiche.
Natsu la stava baciando, stringendola contro al suo petto con le mani circondate intorno a suoi fianchi e, nonostante lo sconvolgimento iniziale, Lucy rispose a quel bacio aggrappandosi a lui quasi con disperazione, separandosi poi solo a causa della mancanza di ossigeno.
Lei sorrise incrociando i suoi occhi pazzeschi -Ti amo anche io- le mormorò soltanto accarezzandole il naso con il suo, ritornando a baciarla poi con più impeto e -Luce i miei non ci sono fino a stasera- soffiarle malizioso nell'orecchio e Lucy, al settimo cielo, rabbrividì solo un istante prima di acconsentire con un sorriso, trascinata poi  via a mani intrecciate da Natsu.

 

-8- I feel it coming-

The Weeknd ft Daft punk


~Lo scatto della serratura echeggiò per tutto il corridoio del palazzo e, in un cigolare di cardini, Rogue, tenendo ancora ben salda la maniglia tra le dita,  fece spazio a Meldy nel schiacciarsi contro lo stipite, invitandola ad entrare nel piccolo appartamento.
La ragazza compì solo qualche passo in avanti prima di sbarazzarsi del borsone a tracolla, scaraventandolo sul parquet acanto a suoi piedi in un tonfo poco aggraziato, sollevando le braccia per stiracchiarsi meglio, i  suoi muscoli erano ancora un po' intorpiditi a causa delle cinque ore di volo che le era toccato subire.
- Casa di Rogue mi sei mancata!- Esclamò con euforia strappando un sorriso a Rogue che la guardò appena di striscio nel posare verso l'angolo dell'ingresso il trolley della sua ragazza -Se vuoi riposare un po'..- fece per dire prima che un paio di labbra morbide e al sapore di gloss alla ciliegia coprirono le sue. Le braccia esili di Meldy si circondarono intorno al suo collo nel pressare il suo seno generoso contro il petto solido del ragazzo, Rogue per tutta risposta le aveva fiondato una mano tra i boccoli rosa, con le dita premette leggermente contro la sua nuca impossessandosi della sua bocca con famelica passione.
-Mi sei mancato da morire anche tu- soffiò ridente afferrandolo per i capelli corvini, i suoi occhi grandi brillarono quando la mano calda di Rogue stazionò sulla sua guancia in un tacito sorriso -E non ho nessuna intenzione di perdere altro tempo- sussurrò Meldy che in un balzo aveva già stretto le sue gambe intorno a fianchi del ragazzo e assaltato nuovamente la sua bocca.
Erano passati due mesi dalla sua partenza per quel stage che ne comprendeva altri dieci, la relazione a distanza con Rogue si era rivelata più semplice del previsto per quanto riguardava collegamenti tramite computer e quant'altro ma Meldy aveva dovuto sopportare a fatica la mancanza del corpo caldo del suo uomo e ora, riaverlo tra le mani dopo ben sessanta giorni di astinenza, ne era totalmente assuefatta.
Voleva farci l'amore e subito!
Finirono per caracollare sul divano, Meldy a cavalcioni sull'inguine di Rogue che già teso fino allo spasmo, aveva infilato le mani al di sotto della maglietta fin troppo d'intralcio che vestiva il busto della sua ragazza. Qualche mugugno di lei e respiri già smorzati stavano accompagnando il gesto frettoloso di Rogue e quando quell'odioso pezzo di stoffa era in prossimità tra spalle e collo, ecco che lo slancio rumoroso della porta d'ingresso fece sobbalzare i due.
-Ma che?- latrò Meldy col fiatone nel reclinare il collo di scatto, la maglietta rinfilata immediatamente al suo posto da Rogue che -Sting!- aveva latrato in un mix di eccitazione e frustrazione.
Il suo migliore amico barra vicino d'appartamento barra piaga catastrofica, si era mosso per il salotto raggiungendo il divano quasi come se stesse fluttuando dato lo stato semi-comatoso in cui era avviluppato.
-O ciao Meldy, sei tornata- la salutò soffiando dal naso nel gettarsi accanto al lei, ancora aggrovigliata intorno a  Rogue,  e quegli occhi rossi con tanto di borse al di sotto a Meldy non sfuggirono, a malincuore si scostò dal suo ragazzo solo per posizionarsi accanto a Sting e premergli una mano sulla spalla.
-Ei Sting, non avrai litigato con Yuki?- domandò sinceramente in pena, trucidando con lo sguardo Rogue nel registrare il suo sbuffo e -Che c'è? Litigano sempre!- giustificarsi l'istante dopo nel incrociare le braccia al petto.
Sting amava Yukino e Yukino amava Sting, Rogue lo sapeva, come lo sapeva Meldy e come lo sapeva Sting ma ciò non toglieva che litigassero una volta su due.
-Le ho detto che non c' è problema se parte per sei mesi per quello stupido stage ma abbiamo finito per litigare perché sì è un problema- frignò un piangente Sting sapientemente confortato dalle pacche di Meldy.
Rogue per tutta risposta aveva roteato gli occhi al cielo, non che  non ci tenesse a confortare Sting ma in quel momento aveva un piccolo ma vistoso  problema all'altezza del cavallo e poi non era che l'ennesima volta,. Ma sentì una specie di percezione lugubre avvolgerlo da un lato e voltando piano lo sguardo ritrovò lo sguardo omicida e accusatorio di Meldy -Perché non vai a prendergli un bicchiere d'acqua?- e no, non era un invito ma bensì un ordine e spronato dal sorriso gentile quanto falso della sua adorabile ragazza, si sollevò di malavoglia trascinandosi verso la cucina.
In quel caso avrebbe preferito una ragazza un po' più stronza ed egoista...
Con i singhiozzi disperati di Sting ad accompagnarlo, si fermò sulla soglia quando la voce calda di Meldy raggiunse involontariamente le sue orecchie.
-Sai la lontananza fa schifo- stava dicendo a Sting -Io stessa non riesco a crederci come ci stia riuscendo a stare senza Rogue, ma è lui a darmi la forza-
Il cuore di Rogue si era come contratto, rasentandosi contro lo stipite della porta che dava al salone cercò di non farsi vedere.
-Lui sta rinunciando a stare con me per me, sarebbe egoistico da parte mia buttare tutto all'aria e se tu ami Yukino per quanto io ami Rogue sai benissimo di quanto coraggio ci voglia ad amare, di quanto coraggio ci voglia a lasciarla andare col timore che non possa tornare più da te-
Gli occhi di Rogue si sgranarono, toccato da quelle parole e perso nei suoi pensieri non fece più caso a cosa Meldy stava consigliando a Sting, ora il centro dei suoi pensieri era focalizzato tutto su quella ragazza dal sorriso perenne e il cuore grande, che con fare gentile e spiritoso aveva completamente rubato il suo.
Meldy era consapevole di ciò che lui stava facendo per lei e ciò lo rassicurò, ne aveva passato di notti in bianco in preda al totale timore a causa di quella distanza ma ora quelle parole non riferite a lui lo avevano sollevato di colpo.
Sorrise e senza portare nessun bicchiere d'acqua quasi non fu travolto da un uragano biondo, Sting sembrava piuttosto motivato nel lasciare l'appartamento e bofonchiare una serie di : -Grazie- nel raggiungere Yukino per un probabile chiarimento.
Rogue incrociò le braccia al petto osservando Meldy compiaciuto e a distanza, seduta sul divano si era accorta della sua presenza solo qualche istante dopo e, borbottato un: -Che c'è?- , si accigliò nel vederlo scuotere il capo e avvicinarsi a lei lentamente.
-Sei riuscita a liberarti di Sting alla velocità della luce- constatò -Che gli hai detto?-
-Oh nulla di che...- minimizzò lei, arraffando Rogue per la maglietta nel trascinarselo a pochi centimetri dalla sua bocca -E dove eravamo rimasti io e te?- soffiare poi roca.
E Rogue non disse più nulla, a cuor leggero tornò a baciare Meldy non volendo più perdere un solo secondo del tempo a loro disposizione.


Angolino di Daimler: Buona sera amici miei! Mi sono divertita a scrivere questa sorta di Challange, perché si, in origine era una challange ma siccome sono un po' furfante e non riuscivo a seguire le regole, alla fine ho fatto di testa mia e quindi ho creato queste flash ispirandomi alle canzoni. Ho usato un po' tutte le coppie che preferisco (tranne la gruvia ma ci stava bene con quella canzone) e sono anche contenta nell'aver variato un po' e usato anche gli altri canon e crak. Che dire? mi sono divertita molto e magari in futuro ve ne offrirò un altra carrellata se a voi fa piacere :)
Grazie a chi le leggerà!
P.s per la mia stella, perdonami se ti ho sputtanato la Meldy e Rogue!
Un bacione e a presto!!

   
 
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