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Autore: Frozentime    03/03/2017    1 recensioni
Lexa ha un'ossessione: le candele.
Quando il calore di una fiamma è il tuo unico conforto, cosa succede se questo non lo è più?
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Altri, Clarke Griffin, Lexa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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“Andiamo Lexa, un'altra volta!”

“Ma Anya io sono stanca” si lamentò la poco più che dodicenne. “Non voglio che il mio secondo sia un lamentone, un'altra volta!” e la ragazzina sbuffando afferrò il bastone e riprese l'allenamento.

 

“Ok per oggi basta così” disse Anya quasi un'ora dopo. Lexa forse presa dal troppo entusiasmo lasciò cadere tutta l'attrezzatura “Oh grazie, posso andare a giocare ora?” Anya la guardò in modo quasi severo “Ma non eri stanca?” anche se dentro di se rideva per la situazione, “No cioè...io...nel senso...” cercava di salvarsi in qualche modo ma l'unica cosa che riusciva a fare era balbettare qualche scusa, Anya questa volta rise “Muoviti, e stai attenta, ricordati domani l'allenamento è a mezzogiorno” Lexa la ringraziò e corse dai suoi amici.

 

[…]

 

Anya camminava verso la tenda della sua discepola, era in ritardo e questo a lei non piaceva.

“Lexa” la chiamò, ma nessuno rispose “Lexa andiamo, hai la lezione notturna oggi, è la tua preferita” sentì dei singhiozzi provenire dalla tenda.

Entrò e vide la ragazzina raggomitolata vicino al letto, si avvicinò a lei, ma rimase in piedi “Lexa cos'è successo?” sentì un sospiro poi una vocina roca dal pianto “niente”, “ti stai perdendo l'orientamento nei boschi, deve esserci qualcosa” Lexa alzò lo sguardo e si asciugò le lacrime “Oggi stavamo giocando e ho battuto Gavin, lui si è offeso e ha detto che se un giorno dovessero chiamarmi a Polis con gli altri Natblida non supererei la prima sessione”.

Anya sorrise per l'ingenuità della ragazza, non sapeva quanto fosse forte, non conosceva le sue doti, ma lei aveva visto qualcosa in Lexa, o non l'avrebbe scelta come sua discepola. Si abbassò e si sedette vicino a lei. “Sai penso che Gavin sia solo geloso, lui Polis la vedrà solo con il binocolo” Lexa rise alla battuta ma si rabbuiò subito “se avesse ragione? Se dovessero chiamarmi e non fossi all'altezza?”.

Anya si alzò senza dire nulla e uscì dalla tenda, Lexa rimase lì interdetta da quell'azione.

Tornò dopo pochi secondi con un oggetto in mano “Vieni, ti mostro una cosa” Lexa si alzò e la seguì verso il tavolo “Perché una candela?” prima di risponderle Anya l'accese “tu ricordati sempre che quando sarai triste, quando avrai perso tutte le speranze, sarai arrabbiata, quando proverai tutte quelle emozioni difficili, accendi una candela e lasciati trasportare dal suo calore, che ti mostri chi sei veramente, tu sei speciale Lexa, questo non devi dimenticarlo mai e ricordati...”

Lexa l'abbracciò, non le importava se era la sua maestra, aveva bisogno di ringraziarla.

Anya ricambiò ma non si sbilanciò troppo, non era una persona che mostrava facilmente le sue emozioni, però voleva un gran bene a questa ragazza.

“Bene, ora muovi quel sederino e andiamo ad allenarci” Lexa rise e corse fuori pronta per quello che l'aspettava.

 

[...]

 

Ormai aveva 20 anni, era cresciuta, non era più una ragazzina, ma aveva affrontato più cose di quanto una persona normale potesse immaginare.

Non dimenticò mai quello che Anya le disse, quasi che si pensasse che la sua fosse una mania per le candele, ma per lei erano molto di più.

Ne accese una quando vennero a chiamarla dicendo che il giorno seguente sarebbe partita per l'addestramento a Polis e avrebbe abbandonato Anya. Una la sera prima del conclave, aveva paura, ma la fiamma della candela la calmò, così come la sera seguente, reduce del combattimento, dopo aver ucciso tutti i suoi amici, fratelli.

Una quando doveva recarsi al primo appuntamento con Costia, anche se ormai era diventata Heda, era nervosa. Dopo che Nia, regina di Azgeda, catturò quest'ultima, la torturò e le fece trovare la sua testa ai piedi del letto, solo per avere informazioni su Lexa. Era devastata, ma non poteva mostrare il suo dolore, non per il suo popolo, così riempì la sua stanza di tante piccole fiammelle gialle.

Una dopo la notizia della morte di Anya pianse una sola volta in presenza di Indra, ma anche in questo caso trovò conforto nel calore.

Questa pratica era diventata ormai abituale per lei, ma solo con una persona non funzionava: Clarke kom Skaikru.

Non riusciva a capire cosa avesse quella ragazza che la tormentasse tanto.

Da quando era entrata in quella tenda e si erano guardate, aveva capito che c'era qualcosa.

I suoi occhi portavano il colore del cielo e se ne innamorò subito.

Dopo l'abbandono a Mount Weather sapeva di averla ferita, ma sapeva di averlo fatto anche con se stessa.

La stava cercando in tutti i modi e quando Roan la riportò da lei sapeva di averla persa, poteva vedere i suoi occhi spenti, il colore del cielo non c'era più.

Lexa era agitata da questa situazione, sapeva di aver fra le mani una bomba emotiva, Clarke la odiava e aveva piena ragione nel farlo, ma poteva capire che l'aveva fatto per il suo popolo. Lei però era sola, il calore delle sue amate candele non aiutava più come prima.

 

[...]

 

Le cose stavano cambiando lo sentiva. Clarke si preoccupava per lei e questo non poteva che farle piacere. La ragazza però doveva tornare ad Arkadia e tutto quello che avevano costruito rimase in sospeso con un “maybe some day”.

Quello che non si aspettava era che Clarke dopo averla salutata la baciò. Un calore dentro di lei si espanse e si ricordò subito “Tu sei speciale Lexa”. Ecco il calore che cercava, ecco la fiamma. Non riusciva a tranquillizzarsi con la fiamma della candela perché era lei l'unica che potesse farlo.

Appena si separarono le cadde una lacrima e si specchiò nei suoi occhi, poteva rivedere quel cielo limpido, senza nuvole e ora tutto aveva senso. Fecero l'amore, dolcemente e senza fretta, perché in quel momento si dimenticarono del resto del mondo. Nessun popolo da salvare, nessuna battaglia, niente se non le loro anime che finalmente entravano in contatto.

 

 

Dei raggi di luce entrarono dalla finestra, era mattino.

Lexa aprì gli occhi, piano piano, e si ritrovò fra le sue braccia una ragazza, Clarke.

Ancora sentì quel calore dentro di se e anche se aveva paura di svegliarla non resistette e le lasciò un bacio sulla fronte. Sentì un mugugno da parte di Clarke, rimase ferma per quanto poté ma il bisogno di lei la spinse ad accarezzarle distrattamente il braccio.

“Buongiorno” Clarke si era svegliata, anche se teneva ancora gli occhi chiusi, “Ehi buongiorno” rispose Lexa e smise di accarezzarla per paura di darle fastidio “no ti prego continua, mi rilassa” si lamentò Clarke affondando di più il viso nell'incavo del collo dell'altra. Lexa esaudì questo desiderio.

Dopo qualche minuto mentre erano assorte in quel silenzio così pieno di serenità e pace, “Clarke” la chiamò Lexa, la ragazza sapeva che voleva parlare così la precedette “non possiamo solo fingere per un attimo, che ci siamo solo noi due e che tutto quello che importa è questo” disse intrecciando le proprie dita con quelle di Lexa.

“Tu non hai idea di quanto io vorrei poterlo fare, ma tu dovresti essere ad Arkadia ora, il blocco è stato istituito” Lexa stava cercando di farla ragionare e questo Clarke lo sapeva, ma non poteva immaginare quanto lei volesse rimanere su quel letto insieme, abbracciate l'un l'altra e questo lo dimostrava giocando con le loro dita intrecciate. Finalmente Clarke aprì gli occhi.

“Lo so, lo so, troverò un modo per tornare, fosse anche solo gestire il tutto da qui, ma non potevo andarmene senza essere passata da te”

A Lexa non importava se stessero parlando, ma doveva interromperla alzandole il mento con la mano libera e baciandola con una tale passione da farle capire quanto fosse forte il calore che sentiva dentro di se. Fu quando la bocca di Clarke si schiuse che iniziò una lotta per la dominanza del bacio. Si separarono entrambe solo quando rimasero senz'aria. Le fronti che si toccavano, le carezze, le dolci parole sussurrate fino a che Clarke non interruppe tutto per fissare Lexa negli occhi.

“Che c'è?”

“Sei bellissima”

Lexa non riuscì a ringraziare, ma sorrise e sentì le guance più calde.

“Devo chiederti una cosa”

“Chiedimi quello che vuoi” e Lexa ebbe paura di quello che avrebbe potuto chiederle ma rise quando sentì la domanda.

“Lexa perché hai tutte queste candele?”

“Una volta erano la cosa più importante ora credo saranno solo di bellezza”

Lasciandole un casto bacio ringraziò silenziosamente un'amica.

 

 

“...e ricordati che un giorno troverai una persona che colmerà quel vuoto che questa fiamma non sarà più in grado di fare”.





Angolo autrice:
Salve a tutti, questa è la prima storia che scrivo e spero tanto che vi sia piaciuta. E' sempre stato uno dei miei sogni quello di scrivere qualcosa per farlo leggere ad altre persone, ma fino ad adesso mi sono limitata solo ai miei amici.
Non ho molto altro da dire solo ringrazio tutti quelli che leggeranno questa storia e se avete consigli o critiche sono più che felice di ascoltarle.
Grazie a tutti e ricordiamo oggi il "One year without Lexa".
Frozentime :)
 

   
 
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