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Autore: Lady K    04/03/2017    2 recensioni
AU, ma non troppo: in questo mondo parallelo di Detective Conan tutti gli esseri umani sono accompagnati da piccole creature simili a gatti chiamate Nekodachi. I gatti come li conosciamo noi non sono mai esistiti.
Tutto ha inizio col Nekodachi di Conan. Mentre intorno a lui si diffondono i misteriosi Crazydachi, lui deve combattere con i suoi sentimenti.
Quello che prova è sbagliato? E' anche lui un Crazydachi, come Heiji o Jodie?
...E dopo un piccolo gesto, lì su quel divano, tutto cambiò...
Tributo alla AixConan, 1999-2004.
Rating giallo per la lieve presenza di sangue/ferite in alcune scene.
[FF restaurata: è stata ripulita da errori di grammatica/battitura/codice html e altro.
Lo stile di scrittura rimane comunque quello vecchio.]
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Quasi tutti, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo, Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Eccoci... capitolo 17. E' l'ultimo, ragazzi. Sì... e sarà più lungo degli altri perché... non aveva senso spezzettarlo in più parti. Buona lettura, ci sentiamo alla fine.


The Nekodachi

Capitolo 17


L'erba si stirò tutta da una parte fino a formare un cerchio schiacciato, mentre un elicottero si avvicinava lentamente al suolo. Una volta a terra, pian piano il motore si spense e due uomini scesero dal veicolo volante. Entrambi guardarono meravigliati la colossale struttura a pochi metri da loro.
-Ispettore, è questo?- chiese l'agente Takagi.
Prima che l'interessato potesse rispondergli, dalla porta principale sbucarono le teste di tre Nekodachi familiari.
-Sono loro!- esclamò l'ispettore Megure. Nello stesso istante, il trio felino uscì dal tempio e corse incontro ai due poliziotti.
-Sì! Sono loro, ma...- Takagi guardò l'entrata e poi di nuovo le creature.
-Ne manca... ne manca uno, ispettore!-
-Hai ragione!- l'uomo baffuto li squadrò uno ad uno con un'espressione preoccupata. Notò il pelo grigio di Conan, ma non fece alcun commento su di esso.
Intanto, dall'elicottero scesero altri due poliziotti e quattro Nekodachi adulti. Due di loro affiancarono i loro umani e si rivolsero ai piccoli Nekodachi appena salvati.
-State bene?- chiese subito il felino più vecchio, poi i suoi occhi si posarono sulla ferita al collo di Ai. -Abbiamo con noi un medico. Può visitarti mentre viaggiamo.-
-La ringrazio. Ascolti ispettore, Ayumi-chan è fuggita. Non sappiamo dove sia.-
Il Nekodachi di Takagi aprì la bocca stupito, dopodiché riferì la notizia al suo Teemee. Quest'ultimo si rivolse al suo superiore.
-Ispettore Megure...-
-Mhh...-
-Non è tutto... Ayumi-chan non riconosce più nessuno e... e il guardiano del tempio è sparito.- continuò Ai tremante.

-AGENTI! PATTUGLIATE LA ZONA!-

***

-Shinichi...- la voce insicura del dottor Agasa si sentì solo lievemente, lì nella grande camera principale della sua residenza.
Il finto bambino era seduto con la testa china su uno dei divani al centro della sala. Aveva l'espressione assente e gli occhi grigi di tristezza.
-Shinichi, non puoi restare qui mentre il tuo Nekodachi è tornato sano e salvo. Ai-kun, anche tu... perché non andate all'ospedale? Sono tutti lì...-
Con queste parole, anche il Nekodachi del dottore si voltò verso la scienziatina, in piedi a pochi metri da Conan.
Anche Ai era persa nei suoi pensieri. Aveva capito che il detective era distrutto psicologicamente per il pensiero del suo Crazydachi innamorato. Lei, d'altro canto, non sapeva come comportarsi con lui, con la sua Nekodachi, con tutti.

-Ehy amico, stai meglio?- chiese caldamente il Crazydachi di Heiji.
-Sì, tranquillo. Piuttosto, Ai come sta?-
-Sta benone. L'hanno fasciata ben bene, ma per il resto è come nuova!-
Il felino più piccolo abbozzò un sorriso mentre guardava Heiji gonfiare il petto con soddisfazione.
Si trovavano nell'ospedale di Beika; erano tornati quella sera. Avevano già comunicato tutto alla polizia, che ora aveva mandato una squadra più ampia per cercare la Nekodachi di Ayumi. Per quanto riguarda il guardiano perduto, le autorità avevano contattato già molti presidenti del mondo per avvisarli e organizzare una assemblea straordinaria per stabilire il nuovo guardiano e probabilmente anche spostare la collocazione del tempio del cristallo. Ora che ci penso, per spostare il cristallo usano probabilmente il meccanismo della cupola si ritrovò a pensare Conan, ma poi scosse la testa. Questo non è importante. Io e Aì dobbiamo prepararci...
E mentre continuava a pensare, dalla finestra accanto a lui la luce cominciava a scemare. Si sentiva sporadicamente il cinguettio di qualche uccello, e c'era ormai un'aria autunnale.
All'improvviso, Heiji, dalla sua posizione sopra il letto, drizzò le orecchie e si girò indietro. La porta della camera si aprì ed entrò il suo umano.
-Kudo, i medici dicono che non avete bisogno di passare la notte qui. La ferita della tua amica è in ottimo stato.- poi si bloccò e il viso si fece cupo.
-Non capisco perché quello stupido del tuo Teemee non è venuto a trovarti. Appena lo vedo giuro che...-
-Meow...- fece Conan con uno strano tono.
-Oh, vabbè, la smetto. Ma queste cose non le sopporto...-
Il Nekodachi più piccolo si alzò e balzò sul pavimento. -Addio, Hattori.- miagolò in un soffio.
Poi corse fuori dalla stanza in cerca dell'amata.
-E' nella terza camera dopo questa!- gli urlò dietro il ragazzo col ciuffo sbarazzino, poi si mise una mano sulla bocca. Non posso urlare in ospedale, dannazione! Si ricompose e girò la testa verso il suo Crazydachi. Ma aggrottò le sopracciglia alla vista del felino. Non aveva la solita aria spensierata.
Il Nekodachi di Heiji era paralizzato e fissava il punto dove era sparito Conan con un'espressione di puro terrore.

-Il mocciosetto non viene a visitare il suo Nekodachi?- disse Kogoro con voce roca, rivolto alla figlia.
-E' dal dottor Agasa, io... non so proprio cosa gli prende...- sospirò Ran.
Appena pronunciate quelle parole, due piccole sagome schizzarono vicino alle loro gambe, facendo barcollare il detective baffuto, per poi dileguarsi in fondo al lungo corridoio bianco dell'ospedale.
-Uh-oh...- fece l'uomo un po' confuso.
-Uno di loro era il Nekodachi di Conan, ho riconosciuto il pelo tigrato.- commentò stupita Ran.
Poi guardò il padre e continuò: -Non ti sembra incredibile il loro racconto? Il cristallo, il guardiano... e... e Ayumi...-
Kogoro la guardò con una faccia seria, chinò il capo e chiuse gli occhi. Semplicemente, era ancora senza parole.
-Povera bambina... non oso immaginare il suo dolore.-
I loro due Nekodachi, che si erano spostati ai lati al passaggio dei felini, si misero di nuovo uno a fianco all'altro e si guardarono con aria preoccupata.

Una lieve voce da bambino uscì dal gadget dei giovani detective. Il suono era basso ma si sentiva perfettamente in quella stanza buia. Le tende erano accuratamente tirate e le serrande tutte giù. Era una bella camera da bambina. C'era una scrivania con sopra dei fogli e uno zaino di scuola, per terra si trovavano dei peluche sparsi e vi era il familiare ticchettio dell'orologio di Kamen Yaiba. Ma quella sera, con quell'oscurità che regnava su tutta la stanza e l'odore di lacrime che solo un Nekodachi avrebbe percepito, la camera non pareva più tanto accogliente.
-Ayumi-chan, noi ti stiamo vicino. Ricordatelo, ok?-
La bambina non si mosse da sopra il letto e tirò su col naso.
-Ayumi-chan... è tardi, dovremmo dormire...-
-No... non voglio rimanere da sola...- singhiozzò Ayumi.
-Non sei da sola, hai i tuoi genitori... loro ti vogliono bene. Ci siamo io e Genta-kun e il dottor Agasa... e i nostri amici...-
-Mitsuhiko-kun, io... rivoglio la mia Nekodachi... anche se era incontrollabile e la dovevo portare in giro con la corda... anche se mi ha svegliata alle quattro di notte mettendomi le cuffie sulle orecchie quella volta... era la mia Teemee. Tu non puoi capire... nessuno può farlo...-
-Mi spiace... mi spiace Ayumi-chan... io devo andare a letto, non voglio far arrabbiare mia madre... a domani, ciao.-
Il gadget non emise più alcun suono. Qualche secondo passò così, nel silenzio più totale. Poi la bambina avvicinò le mani alla testa e continuò a piangere su di esse.

-Io me ne torno da Kogoro.- aveva annunciato Conan qualche minuto prima.
Era già giunto oltre il cancello della casa di Agasa, ma la bambina dai capelli ramati lo aveva subito raggiunto.
-Kudo-kun, no...-
-No cosa?- il detective la guardò con uno sguardo imperturbabile.
-I nostri... Nekodachi...-
-...Lo so. A quanto pare tu sei più forte di me. Ma ormai anche io cred-...-
-No, no! Intendo, sono loro! Guarda!- Ai lo interruppe con voce squillante, tese il braccio e indicò un punto dietro a Conan.
Il finto bambino si girò indietro, all'orizzonte solo case e il buio nero della notte. Ma poi li vide, due ombre più chiare si stavano facendo velocemente strada lungo la via e nel giro di pochi secondi erano davanti a loro. I bambini non ebbero nemmeno il tempo di fare alcun passo che i due si sedettero e li fissarono con i loro occhi blu-azzurri.
La scienziata si mise le mani sulla bocca e poi si chinò ad abbracciare la sua Nekodachi con le lacrime agli occhi.
Anche Conan si mise in ginocchio a pochi centimetri dal suo Nekodachi, e fissò stupito il suo pelo con una strana espressione. Il suo felino non mostrò vergogna e sostenne il suo sguardo, miagolando: -E' una lunga storia. Sono sempre io...-
Intanto Ai stava ancora tenendo stretta a sé la sua piccola, mormorando tra le lacrime: -La... la mia Teemee...-
-Mi dispiace, mi dispiace per tutto quello che ti ho fatto passare...- sputò Conan tutt'ad un tratto.
-No.- disse il Nekodachi tigrato. -Sono io a doverti chiedere scusa.-
-No, affatto! E' colpa mia... sono... sono uno stupido...-
Il felino non era pronto al suo abbraccio, e quando si sentì al caldo appoggiato al suo petto, mostrò per la prima volta quella notte una sensazione di disagio.
Non va bene... non va bene... Ma nonostante quel pensiero nella mente, non riuscì a trattenersi e un lieve rumore cominciò a vibrare lungo tutto il suo corpo, sempre più forte.
Conan sciolse l'abbraccio e lo guardò dall'alto in basso. -Ma... cos'era?-
-Fusa?- disse l'amica stupita, la quale aveva posato la Nekodachi a terra. Conan si girò d'istinto a guardarla ma poi si rese conto di avere ancora gli occhi umidi e si voltò di scatto dalla parte opposta per non farsi notare. Ai batté le palpebre e continuò a guardare la nuca del suo amato per qualche secondo. Al felino sotto di lei sembrò di vedere un piccolo sorriso sul volto della sua umana. Poi ruotò la piccola testa pelosa verso Conan, e incontrò i suoi occhi. Bastò quello sguardo.
-Vuoi... vuoi essere ancora il mio Teemee?- bisbigliò il bambino col papillon rosso, voltandosi di nuovo in avanti.
-Lo sarò per sempre...-
Conan spalancò leggermente gli occhi e iniziò a tremare.
-...ma non starò accanto a te.-
-Cos-...-
-Io sono un Lovedachi. Il primo al mondo.- annunciò il felino tigrato.
Ai, ancora in ginocchio, spostò lo sguardo prima su Conan e poi sul suo umano, non capendo l'espressione confusa di quest'ultimo. -Cosa? Kudo-kun, cosa sta dicendo?-
E in quel momento i due Nekodachi cominciarono a miagolare all'unisono, un fiume di miagolii che avrebbero capito entrambi i ragazzi rimpiccioliti.
-I frammenti del cristallo di Cristoforo Colombo si stanno sempre più avvicinando. Di conseguenza, pian piano il mondo si riempirà di Lovedachi. Si innamoreranno del Nekodachi "sbagliato" e creeranno liti tra i loro esseri umani. Per questo dovranno compiere il gesto estremo e nel corso di centinaia di anni i Nekodachi non saranno che un vago ricordo-
-Cosa...- disse Ai con un fil di voce, sconcertata.
Conan non riuscì a spiccicare parola e restò come paralizzato a fissare i Nekodachi davanti a lui.
-Non ti creerò più problemi, promesso.- miagolò il Lovedachi.
I cervelli dei bambini non ebbero nemmeno il tempo di elaborare le informazioni. Come uno l'ombra dell'altro, i Nekodachi mossero le zampe velocemente e cominciarono a correre verso la direzione opposta a dove si trovavano i loro umani.
-Addio!- gridarono insieme i felini.
Solo in quel momento Ai e Conan compresero cosa stava succedendo. Si alzarono di scatto e iniziarono anche loro a correre come dei forsennati, tentando di raggiungere i loro cari Teemee.
-No!!!- urlarono i bambini.
-Teemee!!! No!!!!- la voce di Conan risuonò potente in quella stradina del quartiere di Beika.
-Non ti dirò più nulla!! Perdonami! Perdonami!!!- continuò a squarciagola.
Ma i loro Nekodachi stavano guadagnando terreno. Quello col pelo grigio si voltò indietro, ma subito guardò di nuovo avanti, la testa china e le lacrime che uscivano dagli occhi strizzati. Non andremo mai d'accordo. Questa è la decisione giusta. Pensando questo, puntò lo sguardo sulla sua amata. Anche lei lo stava osservando, e come lui lasciava dietro di se una scia di lacrime; ma sorrideva.
Sì. Saremo i primi. Dopo di noi ce ne saranno molti altri. Il futuro dei Nekodachi è nelle nostre mani. E' questo il nostro destino.
E sparirono così all'orizzonte.
Conan e Ai non videro più le loro pellicce bianche e grigie, rallentarono e si fermarono. Non avevano neanche la forza di respirare profondamente dopo la lunga corsa, talmente la disperazione li avvolgeva. Rimasero lì uno accanto all'altra, in quella strada polverosa, sotto il cielo stellato. Nessuno dei due notò l'ombra triangolare che per qualche secondo coprì la luna.
Una luna bianchissima.

-Kudo-kun.-
Dopo un tempo indeterminato, una voce ruppe il silenzio della notte.
-La mia non era una Crazydachi.-

***


Il tocco gentile della sua mano paffuta tranquillizzò la creatura.
-Piccolo... ti sei perso? Dov'è la tua mammina?- una tenera voce risuonò in quel piccolo giardino, proprio accanto alla porta d'ingresso.
-Tesoro! Vieni, entriamo in casa!-
-Un attimo, mamma!-
La bambina bionda si alzò, girò la testa all'indietro un attimo e sorrise, poi corse da sua madre, in piedi vicino al portone con le chiavi in mano.
-Mamma, c'era di nuovo Nuzzy! Ci viene sempre a trovare!-
La donna sorrise ma scosse la testa.
-Cara, te l'ho detto. Non possiamo tenere gatti in casa.-

....

...E finisce così. Già. Spero si capisca il significato profondo di tutto ciò... non so se mi è venuto bene... beh a voi le conclusioni.
Non ho spiegato alcuni fatti che spero si siano capiti da soli, come la colomba di Kaito Kid che sente dall'ispettore Megure le coordinate del tempio, o la particolarità dei Nekodachi a contatto col cristallo che se specchiati nell'acqua non si vedono loro stessi ma i rispettivi umani.
Sono anche rimasti alcuni misteri, come la sorte della Crazydachi di Ayumi e la verità sul guardiano (umano).
Per ora non ho in mente un sequel, credo che lascerò questi misteri per i fan (se esistono fan di 'sta FF xD) Al massimo potrei in futuro fare un remaster dei primi capitoli, visto che sono vecchi di quasi 3 anni.
...Ehhhh lo so ho fatto piangere il vero Conan. Please non commentatemi a palla dicendo "Saraaaa ma così è una OOC1!!11!1!!!". Il rapporto tra umano e Nekodachi è molto forte, non poteva restare freddo come al suo solito. Dannato Gosho -.-
Beh... Fanfiction terminata. Grazie a tutti per aver letto e/o recensito questo delirio di AU, siete fantastici. Per ora... vi saluto =)

Ciaooooooooo!!!!!!!
  
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