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Autore: lmpaoli94    04/03/2017    0 recensioni
Era lì seduta in quel letto d’ospedale. Era ferma immobile. Da troppo tempo non si muoveva. Era quasi un anno che era in coma per colpa di un brutto incidente stradale. I genitori e tutti i familiari non avevano mai perso la speranza. Nemmeno il suo ragazzo Roberto che stava sempre accanto a lei nella certezza che un giorno si fosse risvegliata… Ma un giorno l’arrivo di una ragazza sconosciuta in ospedale che ha avuto lo stesso incidente della sua amata, gli avrebbe cambiato l’esistenza.
Genere: Angst, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Roberto non era mai stato così contento in tutta la sua vita.
Il risveglio di Rebecca però ha compensato solo in parte la sua gioia, visto che si trovava sempre in prigione per il suo crimine.
Ma in quel giorno non ne voleva sapere e non voleva pensare a cose brutte che potessero intaccare la sua giornata magnifica.
Il primo che fu colpito dalla sua contentezza fu il suo compagno di cella Mark.
«Ehilà caro compagno! Giornata felice oggi, non trovi?»
L’uomo pieno di cicatrici fissava il ragazzo giovane con aria sorpresa e confusa. «Mah, se lo dici tu…» «Eeeh… Il sole è alto sopra il cielo e nemmeno l’oscurità della prigione può offuscare»
«MI dici cosa ti sta succedendo? E con chi hai parlato? Con Dio in persona?»
«Dio no, ma la Madonna sì!»
«Caspita! Perché non mi hai chiamato? Così potevo conoscerla di persona» ribattè ironico Mark.
«Ahahah sarà per un’altra volta… Ho una notizia bomba!»
«Ma va’? Non l’avevo capito. Avanti, spara»
«Rebecca, la mia fidanzata, si è finalmente svegliata! Non è una notizia fantastica?»
«Se lo dici tu…»
Mark sembrava interessato più alle notizie sul giornale che stava leggendo, che alle notizie del suo amico. «Mark, cos’hai?»
«Io? Niente. Perché?»
«Pensavo che saresti stato partecipe della mia gioia… Non sai da quanto tempo aspettavo questo momento!»
«Roberto, mettiamo le cose in chiaro… Anche se hai ricevuto una notizia bellissima, questo non fa sì che tu sia libero. Certo, ora la tua vita può riprendere il vigore che da quasi un anno ha perso, però quanto durerà?»
«Mark, non capisco cosa stai dicendo. Dove vuoi arrivare?» domandò il ragazzo con il buio che aleggiava nel suo sguardo.
«Dico solo che finchè rimarrai qui dentro, non sarai fiero fino in fondo, soprattutto se non fai pace con la tua ragazza, visto che l’hai quasi uccisa»
«Questo non ci avevo pensato… Credi che i suoi genitori gli abbiano raccontato tutto?»
«Certo che sì, ragazzo. Se non lo ha fatto sua madre, lo ha fatto sicuramente suo padre o il tuo nemico giurato»
«Maledizione!... Mark, devo andarmene immediatamente da qui»
«Per parlare con la tua ex?»
«Non è la mia ex! Non ci siamo ancora lasciati! O forse sì…»
«Meglio che non diventi più cattivo di quello che posso essere, sennò solo dolori per te… E comunque non puoi andartene da qui. Sei ancora accusato di aver pestato un ragazzo nel cortile della prigione»
«Ma io sono innocente!»
«Lo so bene, ma questo a chi vuoi che importa? A nessuno. Faranno di tutto per sbatterti nella cella di punizione»
«Cosa? Perché non me l’hai detto prima?»
«O prima o dopo non sarebbe cambiato nulla»
«Certo che sarebbe cambiato!... E io che credevo nella giustizia del buon vecchio direttore… A questo punto spero che gli prenda un bell’infarto così ce lo togliamo tra i piedi!»
«Anche se il vecchio morisse, ci sarebbe il suo vice e per quanto ne so io, è molto più crudele del direttore attuale»
«E ti pareva? Qui si va di male in peggio! Mi dici ora che posso fare?»
Mark cercò di pensare ad un valido piano per aiutare il suo compagno.
«Dobbiamo far sì che tu esca prima che tu finisca in cella di punizione, perché non saprei proprio quando torneresti qui…»
«Quanto tempo abbiamo per trovare un valido piano?»
«Si sta facendo buio… Credo fino a domani mattina»
«Allora mettiamoci al lavoro e spremiamo le meningi!»
 
Intanto la signora Palieri, dopo essere stata in prigione a trovare Roberto, era tornata in ospedale per far visita a sua figlia.
Purtroppo per lei non evitò nè il marito nè Angelo.
«Elizabeth! Finalmente sei tornata!» disse il marito al colmo della gioia «Dove sei stata finora?»
«Questi non sono affari tuoi!» ribattè sprezzante la donna ancora visibilmente arrabbiata con il marito.
«Ti prego Elizabeth. Non fare scenate dinanzi a tua figlia e ad ospiti»
«Mamma!» disse con fierezza la giovane Rebecca.
«Sono qui, angelo mio. Come stai oggi?»
«Molto bene, grazie. E tu? Perché stai litigando con papà?»
«Oh, niente di che…»
«È la prima volta che vi sento litigare…» ribattè con aria innocente la giovane donna.
La signora Palieri non rispose a sua figlia, andando a fissare lo sguardo su suo marito.
«Comunque Alfredo, oggi non farò scenate, e non perché c’è ancora quell’impiastro di Angelo. Perché c’è nostra figlia»
Intanto Angelo, visibilmente irritato per gli attacchi della donna anziana nei suoi confronti, avanzò lentamente dentro la stanza della ragazza.
«E buonasera anche a voi, signora Palieri. Signor Palieri»
«Ciao Angelo» rispose timidamente Alfredo.
«Mamma, chi è quest’uomo?»
Alla domanda della figlia, la donna scrutò con sguardo accigliato il nemico della sua famiglia, intenta a fare di tutto per farlo cacciare via.
«Nessuno, figlia mia. È solo un maledetto sconosciuto che vuole rovinarci la vita!»
«Elizabeth, smettila!»
«No, tu smettila di difendere questo qui! Ma non hai ancora capito che è un impostore?!» gridò la signora Palieri furente di rabbia.
Angelo continuò ad avvicinarsi a Rebecca, causando un profondo stato di agitazione nella madre della ragazza.
«Lei si dovrebbe solo vergognare a dire queste calunnie contro delle brave persone» mormorò sottovoce il ragazzo.
«Tu sei tutto tranne che una brava persona! Ora stai lontano da mia figlia, o chiamo i medici!»
«Aspetta mamma…» disse d’un tratto Rebecca interrompendo sua madre.
«Cosa c’è, figliola?»
«Fammi parlare con questo sconosciuto. Sono curiosa di sapere cosa mi dice»
«Rebecca, non mi sembra il caso»
«E perché? Ha paura che io facci del male a sua figlia?» domandò indignato Angelo.
«Ne sarebbe sicuramente capace!» ribattè stizzita la signora Palieri.
«Elizabeth, fai quello che ti dice Rebecca. È stata in coma per un anno intero e non credi che gli dobbiamo almeno un piccolo desiderio?»
La domanda di suo marito, fece vacillare la signora e finì per doversi arrendere.
«Va bene. Mi avete convinto»
«E vorrei farlo in privato» continuò a dire la ragazza.
«Certamente. Per qualsiasi cosa, noi siamo qui fuori» rispose sorridente il signor Palieri.
«Grazie papà»
«Tu Elizabeth non vieni?»
«N-Non ne sono sicura…»
«Andiamo Elizabeth. Siamo qui fuori. Non può succedergli niente» disse il signor Palieri convincendo anche in quell’occasione la signora Palieri che aveva ceduto in due momenti in poco tempo.
Molto raro che accadesse quando era di cattivo umore.
 
Dopo che i coniugi Palieri furono usciti dalla stanza per lasciare soli i due ragazzi, Rebecca fissava intensamente Angelo per capire veramente chi fosse.
«Ciao Rebecca» furono le prime parole che Angelo mormorò.
«Ciao… Chi sei tu?»
«Mi chiamo Angelo. Angelo Ruvini»
«Non intendevo sapere il tuo nome… Voglio solo capire che ruolo avevi nella mia vita prima dell’incidente»
«Ero la persona che ti stava più vicino di tutti. Più dei tuoi genitori»
«Cosa? No, questo è impossibile. Nessuno mi è mai stato più vicino di mio padre e mia madre. Nemmeno Roberto mi è stato tanto vicino come loro…»
«Forse hai le idee un po’ confuse… Forse non ricordi bene gli ultimi momenti prima del tuo grave incidente…»
«Hai ragione… Però mi fido del mio istinto» disse Rebecca con tono trionfante proteggendosi con fermezza alle raffiche di bugie che gli stava raccontando Angelo.
«E dimmi, come ti comportavi standomi vicino»
«In poche parole… Ero il tuo amante»
Quelle parole per la ragazza, furono come una disgrazia imprevista, perché era contraria fermamente in tutto e per tutto al tradimento.
«Cosa? Io la tua amante? Mi dispiace, ma non ti credo»
«So che è una verità un po’ inspiegabile per te… Ma ti dico che è così»
«Ripeto che è impossibile! Non tradirei mai una persona! Anche se è il mio peggior nemico. Io sono una persona fedele»
«Ti giuro che è vero…»
«Non dire idiozie, Angelo!»
«La verità fa male quando ti viene sbattuta in faccia eh? Non ti ricordi i bei momenti che abbiamo passato insieme io e te?»
«Adesso basta. Mi stai facendo innervosire!» brontolò Rebecca alquanto irritata.
«Ti ricordi l’estate scorsa quando siamo andati a fare un giro al lago e abbiamo passato la notte insieme?»
«Smettila ti ho detto!»
Rebecca era arrivata alla sua soglia di sopportazione e per difendersi dalle ingiurie dell’uomo che gli stava dinanzi, alzò la voce e si mise a piangere.
«Cos’è tutto questo rumore?» disse la signora Palieri arrivando in soccorso della figlia.
«Niente, signora Palieri. Niente»
«E allora perché mia figlia sta piangendo?!» domandò furiosa Elizabeth.
«M-mamma…»
«Cosa c’è tesoro? Ti ha fatto qualcosa di male?»
«Fallo andare via. È solo un bugiardo» ribattè la giovane donna con un filo di voce.
«Ma io…»
«Tu! Brutto delinquente che non sei altro! Vattene immediatamente da qui e non farti più vedere!»
«Non ho fatto niente di male…»
«E invece sì! Tu sei il male in persona! Vattene e non fartelo dire un’altra volta!»
Angelo, che ormai non aveva più speranza con la ragazza, cercò di rivolgersi al signor Palieri, scusandosi con l’accaduto.
«Signor Palieri, mi dispiace. Io…»
«Vai ragazzo. Non peggiorare ulteriormente la situazione»
E senza più nient’altro da fare, lasciò l’ospedale con la consapevolezza che la sua missione era fallita.
   
 
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