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Autore: reggina    04/03/2017    0 recensioni
Il difficile periodo post-operatorio, in un reparto neurochirurgico, sviscera i sentimenti più reconditi di due genitori, una giovane fidanzata, un amico, una sorella e un piccolo eroe che ce l'ha fatta di nuovo. Un caleidoscopio di emozioni in cui vorticano speranze, paure, passato e futuro.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Amy Abbott, Bright Abbott
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Tornare a casa è stato bello ma, anche, molto impegnativo.

Colin ha passato le ultime due settimane a cercare di riabituarsi alle persone e alle relazioni con la sua famiglia e gli amici, assorbendo tutte le storie che si sono accumulate durante la sua assenza.

Tutto è nuovo e lui si è sentito un po' come una star di Hollywood finché gli altri non si sono abituati al suo ritorno.

Sa che il successivo passo da compiere è uscire da quella piccola bolla felice e sicura e rituffarsi fuori, nel mondo.

E c'è solo un Caronte che può traghettarlo verso una normalità che sa di conquista, un punto d'arrivo.

Sharon, diventata ormai una mamma super protettiva, ha qualche remora alla prospettiva di un intero pomeriggio con Colin che sfugga al suo occhio vigile e senza che lei risponda prontamente alle sue esigenze.

“Il ragazzo ha bisogno di vivere la sua vita!”

È stata l'inattesa complicità di Jim, che ha deciso di coalizzarsi con Colin carente e desideroso di aria di vera estate e, soprattutto Bright, vivace ed impaziente nella suo mitologico ruolo di Mnemosine, a farla capitolare.


Bright guida senza una meta precisa, percorrendo le stesse strade di cui conosce a menadito ogni ciglio e con una buona musica che gli risuona nelle orecchie, mentre il passeggero al suo lato vive il paesaggio come un bambino stupito.

"Portami a Mills Creek, Bright!"

La richiesta piomba inattesa nel pre-ritornello di Man on the Moon , posta con la pacatezza e la decisione di chi ha bisogno di tornare ad un passato remoto, al punto di partenza del suo personalissimo calvario per essere libero per davvero.

Bright, invece, eviterebbe volentieri di tornare in quel posto, sulla scena del suo crimine, eppure con le mani sudate che impugnano lo sterzo e la gola secca, fa inversione di marcia e guida in silenzio verso la radura erbosa, carniere dei loro fantasmi.


Colin scende con circospezione e, appoggiandosi pesantemente alla portiera aperta, è soggiogato da quell'impotenza di quando prova a ricordare volontariamente qualcosa e non ci riesce.

Le immagini di quel quattro luglio maledetto affiorano chiare e distinte soltanto nei pensieri di Bright, crudeli e complete in tutti i loro dettagli.

La strada impazzita. Gli occhi fiammanti di dolore. Il corpo scomposto ed insanguinato sulla collinetta di fiordalisi. Colin esanime, incosciente. Lui traumatizzato, immobile come un palo mentre una coltre sottile di aghi di pioggia aveva preso a tormentare il suo corpo.

Adesso, un anno dopo, il bosco profuma d'estate. Profuma di resina e di foglie umide, di more e di fragoline.

L'aria è pura e trasparente, attraverso le nuvole fa capolino un sole che non scotta il viso e la pelle; ci sarebbe tanto da guardare e da fare, tutto per ritemprarsi: i due ragazzi non dovrebbero far altro che riposarsi e divertirsi.

In un attimo, invece, la rabbia tende i muscoli sotto la camicia di Bright, gli fa serrare i pugni e contrarre la mascella e i suoi occhi chiari diventano sottilissime fessure.

Indovinando i pensieri che turbinano dietro quello sdegno manifesto, è Colin a vestirsi da domatore di demoni senza perdere la sua tranquillità.

"Sai, il giorno dopo che sono tornato a casa me ne sono rimasto seduto nella mia camera da letto, dove sono cresciuto, e mi sono accorto che nulla era cambiato. Tutto è come prima. Allora mi sono reso conto di quanto sono cambiato io. E non mi riferisco ai capelli, al peso o ai vestiti che mi stanno larghi. Sono cambiati i miei sogni, percepisco le persone in maniera differente, ho capito tutto quello di nuovo che, adesso, è veramente importante per me. Vorrei che ognuno riconoscesse questi cambiamenti, e non sentirmi spaesato a casa più di quanto non lo ero in quello sperduto ospedale. Il passato, adesso, mi tranquillizza Bright: con la sua tristezza, i suoi silenzi e la sua staticità."

È una confessione così intima che il cuore gli martella nel petto. Mettere a nudo la sua anima non è stato semplice ma è proprio questo atto di estremo coraggio dell'amico che convince Bright a tentare di andare d'accordo con il passato e a seppellire il rimpianto.

Intuendo l'andatura traballante di Colin gli è tosto di fianco per sostenerlo.

"Eccomi qui tartaruga zoppa, il tuo carapace protettivo!"

Convinto a non sfuggire più alle responsabilità adulte, parla anche lui con il cuore in mano.

“Voglio cambiare insieme a te, Colin. Questa volta per davvero!”

“Lo so. E abbiamo già cominciato a farlo, senza accorgercene fratello : non mi hai abbandonato mai negli ultimi mesi, hai sempre trovato un minuto per me. È per questo che, oggi, ho voluto portarti qui: per chiudere il cerchio!”

Chiude gli occhi un secondo. Riprende fiato. Riposa un attimo e quando li riapre riesce a rubare una risata a Bright.

“E, ora, abbiamo ancora metà pomeriggio da sfruttare e non voglio rinunciarci per niente al mondo. Salta su amico. Che ne dici di andare al lago e provare a prendere un pesce a mani nude?”

Bright ride ancora, così felice e così grato. Aiuta Colin a salire dal lato passeggero ma, prima di mettere in moto, esita con uno sguardo sornione.

“Ehi nomade dei laghi, lo sai perché i pesci sono muti?”

Colin si gratta la fronte perplesso, poi azzarda la prima ipotesi che gli passi per la testa.

“Perché hanno le branchie?”

Allora Bright si atteggia a finto erudito e incrocia le braccia come un vecchio professore severo.

“Provaci tu a parlare con la bocca piena d’acqua, fratello

   
 
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