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Autore: Ghillyam    05/03/2017    6 recensioni
Se una terrestre portata finalmente a far parte del mondo da lei tanto amato può sembrare un inizio banale per una storia, non lo saranno una profezia misteriosa, il ritorno delle tre streghe più temibili della Dimensione Magica, storie d'amore appassionanti e una minaccia così terribile da ribaltare ogni equilibrio finora conosciuto... ma questo forse dovreste deciderlo voi.
[Dall'ultimo capitolo]
«C’è qualcosa di strano, ragazze, lo sento.»
«Già, comincio a pensarlo anche io. Prima Timmy, adesso Bloom e gli altri sono ancora là dentro. E del mio anello nessuna traccia.»
«Senza contare che Darcy non si è ancora fatta vedere.» concluse Musa.
Sentendosi chiamata in causa la strega delle Illusioni non poté più trattenersi e finalmente rivelò la sua presenza. Avrebbe voluto guadagnare più tempo per permettere alla maggiore di riprendersi, ma le tre bamboline si stavano rivelando più perspicaci del previsto ed era meglio mettere a tacere i loro dubbi prima che riuscissero a mettere insieme i pezzi e capire che ad aiutarle c’era qualcun altro.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai, Crack Pairing | Personaggi: Musa, Nuovo personaggio, Trix, Winx
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Dedico questo capitolo ai miei cole turner Hook che mi hanno chiesto più volte di aggiornare, spronandomi alla grande, e vi dico che è il mio modo per farmi perdonare per tutte le volte che vi faccio arrabbiare (soprattutto uno di voi), portandovi all'esasperazione. Vi voglio bene e grazie per sopportare me e i miei scleri <3

 

Devilix



Il ritmico ticchettio della penna contro il banco era l'unico suono che riempiva la stanza.
Seduta nell'angolo più appartato della classe, Erin si stava dedicando ai suoi compiti di Magico-fisica o, almeno, era quello che stava tentando di fare. Ad un paio di banchi da lei, Jules continuava a fissarla da dietro le spesse lenti dei suoi occhiali rotondi, impedendole di concentrarsi.

Erin sbuffò per l'ennesima volta, senza smettere di picchiettare la penna contro l'angolo del banco, e di nuovo si voltò verso la sua compagna di “cella” per intimarle di girarsi da un'altra parte.
«Smettila. Di. Fissarmi.» scandì la terrestre, quando sentì gli occhi dell'altra strega tornare a perforarla.
«Finchè ti darà fastidio non ho intenzione di farlo.»

«Ti ricordo che sei tu che ci hai messe in questa situazione, non dare la colpa a me.»
«Non mi dispiace stare qui, almeno così avremo tutto il tempo per parlare.» disse la Newroniana, aggiustandosi gli occhiali sul naso.
«Signorine, dovreste concentrarvi sul vostro lavoro e lasciare la chiacchiere da parte.»
«Visto? Perfino una lavagna ti dice di stare zitta.» concluse Erin prima di tornare a concentrarsi sul suo libro.
Non poteva credere di essere finita nell'aula di Detenzione, una Dimensione a sé stante che per qualche motivo a lei sconosciuto si trovava all'interno della stessa Torrenuvola. Era proprio come l'aveva vista alla TV – quando le Trix vi erano state mandate dalla preside Griffin durante lo scontro tra Valtor e le Winx – una stanza scura e opprimente che sembrava galleggiare nel vuoto; anche la famosa Faccia da Lavagna* era uguale a quella che Darcy aveva imbrogliato per non dover scrivere i seicento ingredienti che le avrebbero permesso di andarsene insieme ad Icy e Stormy.
Ciononostante era frustrante trovarsi lì, specialmente se a farle compagnia c'era quell'insopportabile di Jules, che si era impegnata a fondo per farle finire lì.
Era stata pressante, inisistente e intollerabile: ovunque andasse Erin sentiva di avere il suo sguardo puntato addosso, la tartassava di domande e non le lasciava un attimo di respiro, soprattutto quando non si trovava insieme a Fanny e Arya, il che accadeva più spesso di quanto non sembrasse.
Da qualche settimana, quando non era sommersa dai compiti, approfittava di ogni suo momento libero per dedicarsi a degli allenamenti extra con il suo potere e per cercare informazioni sulla profezia, che era il motivo principale per cui si trovava lì, e su Lunaris. Aveva sempre la testa sui libri e tutte le volte che ne aveva l'occasione si recava alla biblioteca di Magix, dove stava spulciando ogni singolo libro che parlasse della storia della Dimensione Magica o dell'arte di predire il futuro. Anche l'archivio magico del castello, dopo una ricerca più approfondita, era stato utile, ma ancora non era riuscita ad avvicinarsi alla cripta segreta: ogni volta che ci provava le si presentava davanti qualche ostacolo e per evitare di combinare qualche disastro aveva deciso di aspettare un po' prima di riprovare ad entrarci.
Inoltre i suoi incontri con le Trix erano aumentati e, dato che si incontravano di notte, preziose ore di sonno erano andate perse, ma Erin sentiva che c'era qualcosa che non andava e si respirava sempre una certa tensione tra le tre sorelle. Lei moriva dalla voglia di sapere di cosa si trattasse, ma non aveva avuto il coraggio di chiedere, sebbene fosse stata tentata di fare ricorso ai suoi poteri per vederci chiaro. Il pensiero di quello che avrebbero pouto fare le streghe se l'avessero colta in flagrante era però sufficiente a farla desistere; poteva servire per il loro piano, ma non dubitava che le avrebbero riservato un trattamento assai poco gentile se si fosse intromessa nei loro affari personali.
Come aveva sempre sospettato, le Trix erano molto riservate e, per quanto le sarebbe piaciuto, Erin sapeva che non si sarebbero confidate con lei, ma questo non le impediva di continure a provare.
«Dove sei stata ieri?»
La voce irritante di Jules ruppe nuovamente il silenzio e questa volta Erin rischiò seriamente di alzarsi per farla tacere lei stessa. Non capiva da dove provenisse tutto l'interesse che la Newroniana nutriva verso le sue attività extrascolastiche e la sua invadenza l'aveva stancata. Era dell'esercitazione a Selvafosca che Jules la tormentava, aveva provato ad ignorarla e per un po' c'era riuscita fino a che, quel giorno, non l'aveva fermata in mezzo al corridoio durante il cambio dell'ora per domandarle dove fosse andata la sera prima. A quel punto Erin aveva perso la poca pazienza che le era rimasta e senza riflettere aveva desiderato che la compagna si ritrovasse appesa a testa in giù, lasciando che la gonna che indossava la facesse rimanere in intimo davanti a tutte; lo scoppio di risate che si era levato dalle altre studentesse e gli scatti delle fotocamere dei cellulari erano stati una breve vittoria prima che la sua rivale riacquistasse il controllo di sé e si vendicasse, costringendola ad unirsi a lei con un incantesimo lanciato a tradimento. La consolazione di Erin era che perlomeno lei indossava un paio di jeans.
C'era mancato poco che si trasformassero, (s)fortunatamente l'intervento di Zarathustra glielo aveva impedito, ma non le aveva risparmiate da una settimana di punizione nella Dimensione di Detenzione, la cui pena maggiore era quella di doversi sopportare per tre ore al giorno senza possibilità di fuga.
«Il volo acrobatico di oggi non ti è bastato?» ringhiò Erin, chiudendo il libro con più forza del dovuto.
«Perchè esci sempre dal castello fuori orario?» insistette l'altra.
«Si può sapere perchè accidenti ti interessa?!» sbottò la rossa, che non sapeva davvero più come svincolarsi da quella situazione a dir poco scomoda. Non che non ci avesse già pensato, ma l'idea che Jules potesse sospettare qualcosa del suo legame con le Trix le sembrava alquanto strana (era stata attenta a non lasciarsi scappare niente) eppure non si sentiva affatto tranquilla.
«Quindi ammetti di non rispettare il coprifuoco? Perchè?»
«Voglio solo sapere perchè hai deciso di controllare ogni mio movimento, la metà delle ragazze rientra dopo l'orario.»
«Tu però esci dopo l'orario.»
Erin si portò la testa tra le mani, esasperata. Per una persona come lei, abituata a starsene per conto suo e a ignorare le persone che le stavano intorno, non era facile convivere con un simile tarlo.
Dopo qualche istante di silenzio decise che forse una mezza verità avrebbe potuto salvarla.
«E va bene, hai vinto. Sì, esco di notte e spesso rientro poco prima dell'alba, se uscissi prima delle dieci la Griffin lo saprebbe e quindi saprebbe che non rispetto il suo stupido coprifuoco, ma il perchè sono ancora affari miei.»
«Signorine, se non smettete di parlare dovrò riportare alla direttrice la vostra insubordinazione.» le riprese Faccia da Lavagna, ma nessuna di loro due vi badò.
«Adesso sei contenta?» chiese Erin, consapevole che la risposta che avrebbe ottenuto sarebbe stata al 90% negativa.
«Potrei andare a dirlo alla Griffin e allora sì che saresti nei guai – ragionò Jules ad alta voce – Ma se lo facessi non potrei continuare ad infastidirti e non saprei mai cosa nascondi.»
«Quindi?» indagò la terrestre, che stava già meditando di farle dimenticare quella conversazione non appena l'avessero conclusa.
«Non dirò niente, per ora, e continuerò a tenerti d'occhio.»
Erin si accontentò e, fingendo noncuranza, tornò a dedicarsi ai suoi compiti. Fece passare qualche minuto, poi si concentrò e con fare deciso pensò Desidero che Jules si dimentichi della nostra chiacchierata e del perchè mi stia assillando con le sue domande.
Con soddisfazione vide la Newroniana scuotere la testa disorientata e  trascorse l'ora di reclusione rimanente con un peso in meno sullo stomaco.
Quando il loro sorvegliante le informò che potevano andarsene, Erin si precipitò fuori dall'aula, passando attraverso la lavagna, e non appena fu fuori strofinò la gemma del suo anello.
In un battito di ciglia Sir Morgan, il suo Guardiano, fu davanti a lei.
«Te la sei cavata bene con quella so-tutto-io, ma che non capiti più che tu ti faccia dare una punizione.» la redarguì lo spirito.
«Come sei pesante – sospirò Erin – Però hai ragione: me la sono cavata bene.»
«Sempre modesta.»
«Sempre. Comunque ti ho chiamato perchè mi serve il tuo aiuto per decifrare un testo che ho in camera, forse può esserci utile.»
«Andiamo allora.»

 

Nel momento in cui si lasciò alle spalle la Dimensione di Detenzione, Jules si guardò intorno per individuare Erin e la vide in fondo al corridoio mentre parlava... con il vento.
Esce di notte e parla da sola. Cosa nasconde quella ragazza?

 

*

 

Erin si fermò per riprendere fiato. Stava volando ad una velocità a cui non era mai arrivata per arrivare quanto prima alla radura vicina all'appartamento delle Trix, che le avevano mandato un messaggio dal tono piuttosto urgente.
Non appena la cena era finita, aveva salutato le sue compagne di stanza ed aveva raggiunto Selvafosca - era venerdì perciò era permesso lasciare Torrenuvola per un'uscita serale - e si era subito trasformata per metterci meno tempo possibile.
La strega fece due profondi respiri poi riprese il suo volo e nel giro di dieci minuti raggiunse il luogo stabilito.
Icy, Darcy e Stormy la stavano aspettando e, come ormai accadeva spesso, pareva che avessero appena finito di litigare; in particolare le due maggiori sembravano piuttosto arrabbiate con la strega delle Tempeste, che se ne stava in disparte, seduta sul ramo di un albero. Erin aveva capito che quella era la sua postazione preferita, probabimente perchè le dava la sensazione di essere a capo della situazione.
«Eccomi. Che succede?»
«Dobbiamo dirti una cosa: c'è una novità.» annunciò Darcy, che tra le tre sembrava quella più tranquilla, anche se quella non era una novità.
«Ditemi tutto.» le incitò Erin, con una punta di curiosità nella voce.
Vedendo che né Icy né Stormy accennavano ad intervenire Darcy proseguì «Ci sono stati sviluppi con la missione.»
«Avete scoperto qualcosa sulla profezia?» la interruppe la terrestre, entusiasta.
«No, intendo la nostra missione.»
«Nostra? Cioè... vostra? Cos'altro c'è?»
Doveva ammetterlo, quella notizia l'aveva colta di sorpresa. Presa com'era dalle sue ricerche non aveva neanche pensato che le Trix potessero nasconderle qualcosa.
Che idiota, avresti dovuto pensarci. Non eri tu che ti vantavi di conoscerle come le tue tasche, cara Irene? si rimproverò, cercando di tenere a freno la delusione e la rabbia.
«Non fare quella faccia, ragazzina – si aggiunse Stormy – Era qualcosa che volevamo dare per certo prima di parlarne con te.»
«Meglio fartelo vedere invece di perdere tempo.» disse Icy, categorica.
La strega del Ghiaccio venne avvolta da una luce blu e quando quella scomparve Erin non riuscì a trattenersi «Oh. Mio. Dio! Sei fantastica. E' una nuova trasformazione, vero? Siete avanzate di livello, è il Devilix? La Griffin ce ne ha parlato, è bellissimo! Come siete riuscite ad ottenerlo?»
Notando le espressioni delle sorelle, la terrestre interruppe il mood fangirl, che ancora non l'aveva abbandonata, e si ammutolì, limitandosi ad ammirare il nuovo abbigliamento della sua Trix preferita: al succinto abito del Disenchantix si era sostituito una sorta di corpetto-body color azzurro ghiaccio, che ricordava un'armatura e che terminava con uno strascico blu notte. Il braccio sinistro era coperto da un guanto fatto dello stesso materiale del bustino ed aveva un fiocco di neve che lo fissava alla spalla, mentre al braccio destro Icy portava un manicotto blu della stessa tonalità della parte inferiore della calzamaglia che portava, che si schiariva man mano. Anche gli stivaletti e il girocollo riprendevano lo stile del corpetto. Il trucco era simile a quello della forma base della strega, mentre i capelli, partendo da una sola coda, da cui sfuggivano le solite ciocche ribelli, si dividevano poi in due per venire legati da elastici differenti.
Era bellissima.
«Ora tocca a voi.» asserì Erin, curiosa.
Darcy e Stormy si trasformarono, rivelando i loro nuovi look, entrambi stupendi.
La strega delle Illusioni indossava un corto e aderente abito viola scuro che aveva, come quello della sorella maggiore, un lungo strascico e in vita era stretto da una fascia che ripredeva il modello armatura così come il guanto destro e gli stivali che, a differenza del solito, erano alti e superavano il ginocchio.
Le due ciocche bionde che di norma le incorniciavano il viso adesso erano strette in una treccia che spiccava in mezzo alla folta chioma di capelli scuri, lasciati liberi lungo la schiena, e il trucco era rimasto invariato dalle precedenti trasformazioni.
Per Stormy valeva lo stesso, ma i suoi indomabili ricci erano spariti per lasciare il posto ad un'acconciatura meno disordinata: i capelli erano piastrati e c'erano anche un paio di fermagli ad assicurarsi che non le finissero sugli occhi.
L'abito della strega delle Tempeste si poteva definire un'armatura – comunque molto elegante – a tutti gli effetti: era un unico vestito, che univa corpetto e stivali, lasciando scoperto solo qualche lembo di pelle e nel suo rosso bordeaux appariva piuttosto minaccioso. Al braccio destro, quello lasciato scoperto dal guanto integrato nel completo, erano legati due nastri e metà del palmo della mano era coperto da un altro guanto.
«Wow! Molto meglio del Believix delle Winx – commentò Erin – Ma, a proposito, cosa avete fatto per ottenerlo?»
A quella domanda due paia di occhi, dallo sguardo accusatore, si voltarono verso la più piccola del trio, che sbuffò sonoramente.
«Dovreste ringraziarmi invece di guardarmi così – disse – Se non fosse stato per me, saremmo ancora in alto mare.»
«Ringraziarti per essere andata a letto con una di quelle farfalline luccicanti?»
La voce di Icy era glaciale e i suoi occhi ancora di più: sentiva che c'era qualcosa che non andava, lo aveva avvertito da subito eppure aveva deciso di non badarci, convinta che la sua fosse solo paranoia e invece aveva ragione a preoccuparsi. Stormy era stata più insopportabile del solito da quando erano state rilasciate, ma anche più schiva ed evasiva; se ne andava spesso senza dire dove né a lei né a Darcy e soprattutto nell'ultimo periodo non sembrava più tanto ansiosa di attaccare le fate come aveva invece suggerito di fare per mesi.
Tuttavia non si sarebbe mai immaginata che fosse quello il suo segreto. Inoltre Darcy, a parte lo sconvolgimento iniziale, non l'aveva presa male quanto lei e Icy temeva che potesse addiritura arrivare ad accettarlo.
«Ehm... scusate, forse mi sono persa un pezzo io: ma chi è andato a letto con chi?»
«Stormy, vuoi spiegare tu?»
«E va bene.»

 

2 settimane prima


Stormy si era appena materializzata nella sua camera, ancora scombussolata per quello che era successo poco prima.
Si era sentita una vera stupida quando si era svegliata nel letto di Musa, ma era stanca e non si era nemmeno resa conto di essersi addormentata. Perlomeno il suo attimo di debolezza si era rivelato utile, se quella guastafeste di Aisha non fosse entrata in casa senza preavviso non le avrebbe trovate insieme e a lei non sarebbe venuto in mente di sfruttare la sua storiella con la fata della Musica per far ottenere il Devilix a lei e le sue sorelle.
Già, le sue sorelle... e adesso come cavolo glielo diceva?
Dovevano approfittarsi fin da subito del divario che sicuramente sarebbe nato nel gruppo delle sei fatine quindi anche lei doveva sbrigarsi a parlare con loro. Non l'avrebbero presa bene.
Stormy strinse i denti e scese di sotto: era la loro occasione migliore e non poteva perdere tempo.
«Ma guarda chi si vede. Ormai ti davamo per dispersa.» disse Darcy quando la vide entrare in salotto.
«Dobbiamo parlare – annunciò la strega delle Tempeste – E non dovete interrompermi perchè è qualcosa di urgente.»
Icy e Darcy si scambiarono uno sguardo stranito, poi la maggiore la invitò a continuare.
Cercando di metterci il meno possibile – e evitando di incrociare i loro occhi – Stormy confessò le sue scappatelle e illustrò il suo piano per avanzare di livello. Le sembrava di essere tornata a quando da piccola ne combinava una delle sue e poi era costretta a raccontare tutto.
Quando finì, si azzardò a controllare le reazioni delle altre due e se Darcy stava mostrando chiaramente la sua rabbia e, sì, anche il suo stupore, Icy era impassibile e quello era peggio. Molto peggio.
«Okay, andiamo a Magix. Dove si trovano le Winx?» chiese la sorella di mezzo con cipiglio severo.
«Saranno in centro, non puoi verificare?»
«Aspetta un attimo.»
Darcy si concentrò per alcuni secondi poi fece comparire l'immagine del gruppo di fate, che si trovavano in una via secondaria della città, probabilmente per raggiungere le due compagne, e dalle loro facce si poteva capire benissimo che non erano affatto contente.
«Perfetto, andiamo.» 
Detto questo, Darcy si teletrasportò fuori dall'appartamento.
«Icy, ascolta...» tentò Stormy, ma quella non la calcolò minimamente e seguì la sorella fuori di lì.
La riccia sospirò, poi fece lo stesso.
Le Winx e gli Specialisti si stavano dirigendo verso il condominio dove vivevano Stella e Musa e stavano discutendo animatamente.
«Ma voi avete capito cosa è successo?» chiese Flora, leggermente perplessa rispetto alla telefonata confusa di Aisha.
«Spero proprio di no, Flora. Non sarebbe un bene, non lo sarebbe affatto.» rispose Tecna, con aria truce. Aveva chiesto a Musa se qualcosa non andasse, se avesse avuto bisogno di sfograsi, ma lei l'aveva liquidata come se niente fosse ed era andata avanti per la sua strada, ignorando lei e le altre Winx.
«Non posso crederci. Pensate che sia uno scherzo?»
«E a che scopo, Stella? Magari Aisha si è sbagliata.» ragionò Timmy, che non riusciva a trovare alcuna logica in quello che stava succedendo.
«Può anche essere. Ma davvero si sarebbe confusa su una cosa così grave?» domandò Brandon.
«Ragazzi, vediamo di raggiungerle e capire bene la situazione prima di fare accuse affrettate.» disse Bloom, con cui concordarono anche Helia e Stella.
Intanto le Trix, poco dietro di loro, stavano seguendo la conversazione con attenzione.
«Che ne dite di liberarci dei bell'imbusti? – propose Stormy – Senza di loro sarà più facile.»
«Ci penso io.» 
Darcy si portò l'indice e il medio di entrambe le mani sulle tempie e indirizzò delle onde psichiche verso Brandon, Timmy ed Helia, che si fermarono improvvisamente con un'espressione vacua in viso.
«Ragazze, forse è meglio se vi lasciamo da sole. Meglio non mettere troppa pressione addosso a Musa.» disse Helia.
«Sì, meglio non stressarla troppo – aggiunse Brandon – Potrebbe non sentirsi a suo agio con noi lì.»
«E' logico.» confermò Timmy.
«D'accordo, allora ci sentiamo dopo?»
«Certo, ciccina.» disse il bel moro, dando un veloce bacio a Stella per poi salutare il resto del gruppo e andarsene, seguito dagli altri due.
Le quattro fate proseguirono e tempo pochi minuti raggiunsero l'appartamento, sempre seguite dalle Trix.
Quando entrarono in casa le ragazze trovarono Musa in preda ad un attacco di panico e un'Aisha decisamente infuriata.
«Okay, siamo arrivate, adesso potete spiegarci che cosa è successo?»
«Sentite, ragazze, posso spiegarvi tutto...»
«O possiamo farlo noi.»
Le Trix fecero il loro ingresso con una naturalezza sconcertante, come se non fosse passato un giorno dai loro combattimenti abituali con le Winx, e tra gli sguardi allibiti delle fate le fronteggiarono.
«Oh no, non ditemi che ci risiamo.» sospirò la principessa di Solaria.
«Non vogliamo combattere.» sottolineò Icy, non nascondendo la nota di disprezzo nella voce.
«Ah no? Perchè sembra che siate qui proprio per questo.» esclamò Tecna.
«Si dà il caso che anche noi vogliamo delle spiegazioni. Se non sbaglio anche voi ne avete bisogno, fatine.»
«Parlate.» si arrese Bloom.
Musa e Stormy si scambiarono uno sguardo pieno di rancore, ma con una punta di complicità, forse dovuta al fatto che entrambe erano state messe sotto torchio dai rispettivi gruppi o magari derivava più dallo stupore di vederli collaborare per evitare che il loro rapporto si spingesse oltre.
Anche se forse era tardi per quello.
Per la seconda volta quel giorno, la strega delle Tempeste si ritrovò a spiegare in che modo fosse nata la relazione tra lei e la Melodyana e perchè.
Le espressioni sui visi delle Winx valevano più di mille parole e già quelle furono una vittoria per le sorelle.
Quando Stormy finì di parlare, gli sguardi di tutte le sue amiche erano puntati su Musa e la ragazza sembrava sul punto di sprofondare. Di nuovo provò a scusarsi «Sentite, ragazze, mi dispiace, ma...»
Fu Aisha ad interromperla, che tra tutte era quella che ce l'aveva di più con lei «No, Musa, è inutile che provi a scusarti. Come hai potuto farlo? Non sei più l'amica che conoscevo, non mi fido più di te e non so se potrò mai tornare a farlo.»

 

Oggi


«E a quel punto abbiamo raggiunto la nuova forma.» concluse la minore delle Trix.
Erin era rimasta senza parole, non riusciva a crederci e si stava trattenendo con tutte le forze per non iniziare con le domande. Una nuova ship da aggiungere a quelle comprendenti Icy e Valtor e Darcy e Riven: quella era una novità... fantastica!
Ma a giudicare da come Icy stava guardando la sorella sarebbe stato più saggio tenere per lei quella considerazione. La terrestre si sforzò di essere pratica «Avrei solo una domanda – Una decina in realtà, ma forse è meglio stare zitta pensò tra sé e sé – Le Winx come l'hanno presa esattamente?»
«Non che ci importi di quello che pensano Bloom e le sue amichette, ma per non rivelarci proprio del tutto, siamo riuscite a teletrasportarci fuori da lì nel mentre della trasformazione.» spiegò Darcy.
«Wow, sempre pronte a tutto.»

«Logico, ma sono convinta che qualcosa abbiano intuito. Sarebbe strano il contrario anche per quei cervelli da gallina.»
«Vero.» ammise Erin, dopodichè continuò con le domande ancora per un po' ed insistette per vedere qualche nuovo incantesimo derivante dal nuovo livello raggiunto dalle streghe e per lunghi minuti le sembrò di essere tornata una bambina, che, seduta davanti alla televisione, ammirava le cose fantastiche che accadevano in quel mondo. A malincuore, però, dovette salutare le Trix per tornare a Torrenuvola, si era fatto piuttosto tardi e almeno qualche ora di sonno voleva recuperarla, perciò salutò le streghe e, provando per la prima volta l'incantesimo di smaterializzazione che le aveva insegnato Icy, si materializzò nella sua camera all'interno del castello.

 

*


All'interno della Gemma Azzurra, Sir Morgan aveva seguito con attenzione tutto il racconto della strega delle Tempeste e, adesso, sedeva pensieroso alla sua scrivania.
Al contrario di ciò che si poteva pensare, l'anello al suo interno era elegantemente arredato – anche se era stato imprigionato non voleva dire che non potesse stare comodo – ed era fornito di ogni ambiente che potesse essere utile alla sua persona.
Il Guardiano era perso nei suoi pensieri, fogli e appunti di ogni genere erano sparsi attorno a lui e nell'ammasso disordinato spiccava una pergamena che riportava la profezia su cui stava indagando con Erin. Era sinceramente affezionato a quella ragazza, era rimasto insieme a lei dal momento in cui sua madre l'aveva partorita e probabilmente era colui che la conosceva meglio al mondo: aveva visto ogni sua sfaccettatura e ogni suo comportamento, non aveva segreti per lui o così si augurava.
Con attenzione rilesse la profezia e, prendendo in mano una foto appoggiata sul tavolo, disse «Che siano loro, Aradia?»

 


*La Dimensione di Detenzione e Faccia da Lavagna compaiono nell'episodio "Furia" della terza stagione.


NdA: lo so, è da pazzi aggiornare a quest'ora, ma - ehi! - I'm back!!!
Lo so, non ci credo nemmeno io. A pochi giorni dal primo anniversario di questa storia, aggiorno di nuovo; l'ispirazione mi è arrivata tutta insieme e ho fatto una full immersion nella scrittura a dispetto di verifiche e interrogazioni (Vi prego salvatemi!!!!).
Okay, la smetto di parlare di me e mi concentro sul capitolo: che ve ne pare? Troppo noioso, troppo scontato, troppo banale? Capitemi, sono in ansia, ho bisogno di certezze. Spero davvero che come ritorno non sia deludente e che sia tutto chiaro, voi che dite?
Va bene, cercherò di non farmi prendere dal panico e inizio a dedicarmi alla stesura dei prossimi capitoli, la scaletta l'ho già buttata giù.
Passiamo ai ringraziamenti, ringrazio:
-Vlad123 per aver recensito lo scorso capitolo;
-Still_Sane per aver aggiunto la storia alle preferie e me tra gli autori preferiti;
-icydarcystormy26 per aver aggiunto la storia alle preferite.
E come sempre Tressa, MartiAntares DarcyRocks99 che sono delle presenze fisse e sempre portatrici di buoni consigli :-)

   
 
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