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Autore: Heartspowl    05/03/2017    4 recensioni
"Doveva partire di nuovo. Lei lo sapeva, se lo sentiva. Anzi, ne era proprio sicura. Ma non poteva accettarlo. Non poteva farla felice e ferirla di nuovo in così poco tempo. "
Una song-fic veloce veloce, dedicata a due cuori sempre lontani ma sempre vicini.
Genere: Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Note dell'autrice

Questa song-fic è nata a caso, quando mi sono resa conto che una delle mie canzoni preferite (Stay, di Zedd ft. Alessia Cara) sembrava quasi parlare della mia OTP, la Sasusaku. 
E' totalmente buttata di getto, per le emozioni che mi ha trasmesso, mista a questa coppia dall'amore disumano e ai limiti dell'incomprensibile.
Spero che questa pazzia dell'una di notte (viva l'Estero (??)) possa esser gradita!
 

Stay


Waiting for the time to pass you by
Hope the winds of change will change your mind
I could give a thousand reasons why
And I know you, and you've got to.

Era partito. Sasuke Uchiha, il Vendicatore, aveva scontato la sua pena in galera per quasi un anno. Sakura era andata a trovarlo tutti i giorni, incessantemente, cercando, provando in tutti i modi a farlo sentire meno solo. Ma dentro di sé lo sapeva, sapeva bene che era solo un elemento esterno. Più di quello non poteva fare. La malinconia di Sasuke era qualcosa che doveva combattere da solo. Una sfida contro sé stesso, contro i suoi demoni più intimi.
Tutta Konoha sapeva che Sakura non era d'accordo sulla prigionia di Sasuke. Secondo lei, quel ragazzo doveva respirare aria pulita, godersi la frenesia della gente, provare a redimersi, col tempo, nei gesti quotidiani.
Ma le era bastato poco per capire che il suo era solo un sogno irrealizzabile. La gente aveva paura, niente e nessuno assicurava loro che non avrebbe dato nuovamente di matto. Né lei né Naruto erano riusciti a convincere Tsunade a ridurgli almeno di un po' la pena. Non con quella pressione sociale.
E quindi aveva passato un anno in un gabbiotto chiuso e buio, inizialmente legato, accompagnato solo dalle visite quotidiane del team 7 e dalla voce di Sakura che gli raccontava ogni novità. E lui l'ascoltava. In silenzio, fissandola, senza osar dire parola. Consapevole dei suoi peccati, della sofferenza causata a quella così forte fisicamente - quanto fragile psicologicamente - ragazza che si preoccupava di fargli visita ogni giorno.
E finalmente il giorno della decarcerazione era arrivato, e, con un sorriso sulle labbra, Sasuke Uchiha l'aveva ringraziata e se ne era andato, chissà dove, chissà per quanto. 
Ma lei l'avrebbe atteso. Anche per sempre, se necessario. Albergando nel suo cuore la speranza che, presto o tardi, sarebbe tornato. 

All you have to do is stay, a minute
Just take your time
The clock is ticking
So stay.

Sakura aveva sempre il sorriso sulle labbra. Lavorava all'ospedale, andava a far la spesa e poi tornava a casa, ed iniziava a cucinare. Per sé. E pensava.
Pensava a quanto sarebbe stato bello se Sasuke non fosse mai partito, se fosse andato a vivere con lei. Se si fosse liberato di quella massa d'odio che lo ricopriva e si fosse lasciato amare come lei era intenzionata a fare da anni.  

All you have to do is wait, a second
Your hands on mine
The clock is ticking
So stay.

E poi era tornato. Nella notte, senza farsi notare. Stanco della sua mancanza, voglioso della sua presenza. E si era piazzato davanti casa sua, senza far rumore, aspettando il mattino. Lei si era alzata, lui aveva bussato, e senza proferir parola l'aveva lasciato entrare, col fiato spezzato. Cosa dire? Cosa fare? 
Aveva iniziato a piangere, piangere come non faceva da un anno. Voleva dirgli così tante cose, così tante frasi che restavano spezzate in gola, mentre tentava di non singhiozzare per sembrare meno ridicola di quanto non fosse convinta di essere. 
L'Uchiha si era avvicinato, l'aveva presa tra le sue braccia, in silenzio. Le aveva fatto poggiare la testa sulla sua spalla, lasciandole il tempo di sfogare il dolore che nascondeva da ormai troppo tempo. Si era scusato, ed erano rimasti lì, per un tempo indefinito. Assieme, per qualche giorno. 

Won't admit what I already know
I've never been the best at letting go
I don't wanna spend the night alone
Guess I need you, and I need to.

Sasuke si era scusato un'ultima volta, o almeno pensava. Sakura lo guardava, con le lacrime che le rigavano le guance e la testa che si muoveva da destra verso sinistra. 
Doveva partire di nuovo. Lei lo sapeva, se lo sentiva. Anzi, ne era proprio sicura. Ma non poteva accettarlo. Non poteva farla felice e ferirla di nuovo in così poco tempo. 
Sasuke aveva cercato di convincerla. "Tornerò presto", le aveva detto. "Non puoi lasciare il tuo lavoro", aveva continuato. Ma non aveva capito che una donna innamorata se ne frega di tutto questo.
La kunoichi aveva preso tutto il necessario, qualche scorta, e gliel'aveva sbattuto in faccia.
"Non mi lascerai sola di nuovo, Sasuke-kun." Si era asciugata una lacrima con un dito. 
"Vengo con te, e non mi fermerai."
All you have to do is wait, a minute
Just take, your time
The clock is ticking
So stay.

Se non voleva restare lui, l'avrebbe seguito lei. Fino in capo al mondo.
  
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