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Autore: EvrenAll    06/03/2017    0 recensioni
Ho una regola.
Sì, giuro: nonostante il mio pessimo comportamento sono riuscito a darmi una regola: mai scopare con una ragazza interessante.
_ _ _
Esperimento\spin-off che parte dal capitolo 27 di Elizabeth, ff nella sezione dei Guns N' Roses.
Un risveglio, solo che da ben altro punto di vista ;)
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Vince Neil
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stalker







È di nuovo in prima fila. La mia stalker.

La bestiolina non toglie gli occhi da me: ho messo una canotta nera questa sera, particolarmente scollata ed una camicia argento sapientemente aperta sul petto. Ho ragione di credere che le piaccia.

Mi lecco le labbra ed annuncio l’ultimo brano.

Uh, c’è anche Eveline, lì vicino.

La musica finisce troppo presto, costringendomi ad abbandonare il microfono sul palco.

Una volta fuori tracanno un’intera bottiglietta d’acqua: fa dannatamente caldo.

La gente ci chiama ancora, come previsto, ed usciamo di nuovo per l’encore. Ormai è tutta un’abitudine ben costruita quindi continuo, canto ancora, ma so che il gruppo mi sta pesando troppo… Mick finge di bere acqua, anche se tutti sappiamo bene che il liquido trasparente nel bicchiere che ha ai piedi è vodka pura, Sixx continua a fare scena e Lee si è alzato in piedi suonando: entrambi si sono fatti un paio di strisce prima di entrare. Diamo del nostro meglio fuori o facciamo finta?

Da quando sono sobrio sto pensando troppo.

Però c’è Faith tra il pubblico, e questo mi fa continuare a cantare fino alla fine.

Vorrei andare a prenderla, ma non posso.

O sì?





 

Rimango appoggiata alla ringhiera dando le spalle al palco aspettando che la folla inizi a disperdersi.

-Cazzo, uno dei migliori concerti della vita!-

Eveline ancora saltella sul posto e tiene tra le mani una bacchetta di Tommy. Continua a rinfacciarmi il fatto che io sia stata con Vince per un intero pomeriggio, ma ha messo da parte il tono aggressivo della prima mezz’ora in cui ci ha visti assieme.

Lo stomaco mi si contorce ricordando alcuni degli sguardi che sono passati tra noi durante questa serata.

-E Vinnie era focoso!- mi dà una spallata stringendo ancora al petto quel pezzo di legno.

-Il nero gli dona, si…- commento e guardo la sala.

Troppa gente, qui al Roxy. Per fortuna che è un posto piccolo e che siamo riuscite a goderci il concerto senza il solito trambusto.

Però l’ho visto guardare i ragazzi durante un assolo, guardarli e smettere di sorridere per un attimo.

È stanco.

-Alla faccia, è proprio un bocconcino…-

Sospira, sognante.

Vorrei urlarle contro specificando come lui sia il mio bocconcino, ma se ho paura di lei che dovrei fare con quelle ragazze che si sono appostate sulla porta del backstage?

-Ho visto come ti guarda, lasciale stare-

Eveline nota la mia aria distratta e mi punzecchia la vita con la punta della bacchetta.

-Non ho detto niente-

-L’hai pensato! Andiamo a bere?-

-Scusa-

Mi giro e impallidisco quando il mio sguardo si imbatte in quello di un omone alto un metro e novanta, dall’altra parte dell’impalcatura.

Porca troia come vorrei venti centimetri di altezza in più a volte.

-Sì?-

-Devo darti questo e assicurarmi che tu lo legga-

Mi porge un pezzo di carta che prendo titubante, Eveline mi si affianca e sento la sua mano sulla spalla mentre apro e leggo.

Mi si incurvano le labbra per un attimo.

-Voglio leggere!-

Le lascio prendere il biglietto ed alzo lo sguardo per salutare la guardia. Quando la individuo sta già sparendo dietro la porta del backstage, quindi mi limito a sorridere.

-Oh ma che carino-

Eveline mi si appoggia addosso.

-Però non so se mi piace il fatto che cerchi di tutelarmi dai membri del suo gruppo, mentre si fa te-

-Se vuoi uno di quei tre sai dove metterti in coda- la stuzzico e lei fa una smorfia.

-Direi che per oggi magari passo- mi segue mentre inizio a farmi strada verso l’esterno.

-Però moro della sicurezza era davvero carino-

In qualche modo usciamo dal locale e riusciamo finalmente a respirare dell’aria fresca.

-Vieni anche tu, non ti abbandono da sola a Los Angeles di notte- le afferro il polso ed inizio a camminare verso il luogo indicato nel biglietto. È a cinque minuti di passo veloce da qui.

-Ma è tuo l’appuntamento!-

-Bimba, ti stuprano-

-E così ci stuprano in due, grazie- sbuffa.

-Non ho voglia di vederti limonare con il mio poster fatto carne ed ossa- si lamenta mentre accelero il passo. Ah le farfalle, odio le farfalle.

-Eve, calma gli ormoni- ridacchio appena, tesa, fermandomi sotto uno dei lampioni e guardandomi attorno.

-Amore mio- mi mette le mani sulle spalle e le stringe sulla mia pelle.

-Mh?-

-Guardami- schiocca le dita davanti al mio viso attirando la mia attenzione.

-Uno: non è ancora qui. Due: so che non lo fai di solito ma non montarti la testa solo perchè quell’uomo era in camera nostra la settimana scorsa. Tre: anche se lo amo ed è il mio preferito lo cedo a te e cazzo, se ti vedo piangere per colpa sua lo eviro-

Sentiamo un colpo di tosse dalla nostra sinistra.

-Mio Dio, che concessioni-

Vince.

Un’altra risata soffocata ci fa girare mentre siamo ancora mezze abbracciate.

Non è solo: il ragazzo moro di prima, con la spilla del backstage, fasciato da una maglia scura e dei jeans ci sta guardando dopo essersi assicurato che non siano stati seguiti da qualche fanatico.

-Cazzo se è carino quello della sicurezza- stringo le labbra per non sogghignare al commento che Eveline ha fatto al mio orecchio.

-È troppo alto- ribatto guardandolo.

-Uh, non per me, fidati-







 

Mark guarda la Eveline, le cui gambe sono fasciate da delle calze scure ed una minigonna in jeans.

-Sicuro di non aver sbagliato persona?-

Ridacchia della mia scelta e scuoto la testa.

-Ti va di accompagnare la mora a casa?- propongo, facendomi sentire dalle ragazze che ci stanno solo ad un paio di metri e continuano a bisbigliare l’una all’orecchio dell’altra.

Eveline mi guarda sorpresa e Faith le da una piccola spinta in avanti facendole perdere per un attimo l’equilibrio e quasi inciampare.

-Grandioso! Iniziamo con le figure di merda!- sbotta arrossendo del suo impaccio e quindi delle sue stesse parole.

Cerchiamo tutti di non ridere mentre lei si sistema la maglia e inizia a passare le dita sulla lunghezza dei capelli, tradendo nervosismo.

-Lo vuoi il passaggio, moretta?-

-Tutto pur di non vederli limonare-

-Muovi il culo Eveline, allora- dico, sfidandola e cacciando un’occhiata alla bionda.

-Buona serata- Mark conclude le chiacchiere e le circonda le spalle con un braccio facendo in modo che si giri ed inizi a camminare.

-Faith fai la brava!-

-Senti chi parla- ridacchia il folletto.

Si allontanano e noi rimaniamo così, fermi, a guardarci.

Faith dondola sul posto e si morde appena il labbro.

-Come hai fatto a scappare?-

-Mark e le porte segrete del Roxy- spiego iniziando a rilassarmi.

-Hai ancora il mio cd- sottolineo.

-Continuiamo a dimenticarcene, che strano- incrocia piano le braccia. Ha freddo. Ha freddo e mi guarda. Rischio di annegarci in quei pozzi scuri.

-Sei triste?-

Mi ha beccato.

Ignoro la domanda e mi avvicino a lei.

-Non sapevo saresti venuta anche stasera-

-Avevo il biglietto da un paio di mesi…- ammette e si fa piccina mentre le passo il chiodo sulle spalle.

-Immagino non fosse previsto un incontro con il cantante- mi assicuro che non cada e la guardo negli occhi color mandorla.

-No- sorride.

Faccio scorrere una mano fino al suo fianco.

-Vince? Una tantum...- mi prende in giro.

Alzo le braccia e mi giro.

-Scusami, scusami-

Scusami se non riesco a toglierti le mani di dosso adesso che ti ho avuta e che mi sono esposto così.

-Idiota- mi mordo il labbro sentendola battermi una pacca sul sedere e camminare fino a riportarsi davanti a me.

-Allora, dove hai la macchina?-

-Una tantum?- gioco con le sue parole prima di iniziare a mostrarle la strada.

-Io non faccio sesso in macchina, Neil- inclina la testa, sfidandomi con il suo sorriso sfacciato.

-Oh, questa castità mi ferisce- porto una mano al petto, fingendo un colpo al cuore.

-Però magari un bacio- propone, umettandosi le labbra.

Mio Dio, odio questi giochi.

Le faccio cenno di avvicinarsi.

-Vieni a prenderlo-

Tentenna e mi si avvicina con lentezza.

-Cosa stiamo facendo, Vince?-

-Non mi interessa-

Le catturo le labbra ed al bussare della sua lingua apro appena le mie lasciandola entrare ed invadendola a mia volta.

Mi piace.

Mi piace da matti.

La bacio di nuovo, torturo il mio dolce preferito, infilando le mani sotto la stoffa blu della sua maglia, quindi la stringo facendola aderire al mio petto.

Voglio proteggerla.

-In genere tendo a dimenticarmi che sono triste, quando appari nel mio campo visivo-

Le do la risposta che stava aspettando mentre faccio scorrere una mano sulla sua schiena fino a sfiorare il laccio del reggiseno.

-Potrei lasciarti una fotografia- propone, facendo la sciocca.

-Preferisco l’originale-

-Anch’io-

Mi schiocca un bacio sul costato e si stringe nella giacca.

-Andiamo?-

Annuisco prendendola per mano.

Camminiamo quasi in silenzio per cinque minuti ed entriamo in auto.

-Cerca di tenere le mani apposto stavolta-

-Io?!-

-Sì, tu- chiudo la portiera, divertito dal suo tono scandalizzato: ha capito fischi per fiaschi.

-Io non ci ho provato con nessuno- incrocia le braccia al petto alzando leggermente il mento, piena di orgoglio.

-Bimba, parlavo della tua rapina-

Le schiocco un bacio sulla guancia e inizio a guidare.

-Ah- si morde il labbro.

-Hai voglia di mettermi le mani addosso, devo intuire?-

-Pf, tanto adesso mi porti a casa, ti faccio assaggiare la torta che ho cucinato ieri e te ne vai-

Illusa: ti sto portando a casa mia, Faith.

-Ti piace cucinare…-

Vediamo quando si accorgerà che ho cambiato strada.

-Mi piace, sì. I dolci si mangiano in compagnia, ed è bello vedere la gente sorridere mentre addenta una buona fetta di crostata all’albicocca o un bignè al cioccolato. Uh, anche i cocktail sono carini da realizzare-

Picchietta le labbra con l’indice, pensando a chissà quale ingrediente.

-Se potessi berrei volentieri qualcosa fatto da te… Cos’hai preparato ieri?-

-Visto che è estate, un cheescake alla menta e cioccolato… Guarda che si può benissimo riuscire a fare qualcosa di buono e analcolico. Non sottovalutarmi-

Ridacchio.

-Va bene, va bene-

Accelero inserendomi sulla statale vuota.

-Vince, dove stiamo andando?-

Se n’è accorta.

-Devo fare una doccia-

La sento sbuffare ed appoggiare le mani sul cruscotto.

-E cambiarmi- aggiungo.

-Mi hai preso in ostaggio-

-Finchè sei consenziente non ci sono problemi- arriccio le labbra verso l’alto ed oso appoggiarle una mano sulla coscia sinistra.

-Puoi prendere le chiavi del cancello? Sono nel cassetto- aggiungo spostandola controvoglia di nuovo sul cambio per scalare. Siamo quasi arrivati.

-Ok, divah-

Fa per aprire, ma mi ricordo di una cosuccia e la fermo.

-No, aspetta!-

-Mmh?-

Mi guarda sospettosa mentre accosto, pronta a spalancare quello stupido cassetto.

-Forse ce l’ho in tasca-

-Vince, non hai le tasche- inizia a ridere di me.

Sono un coglione.

-Dettagli, aspetta-

-Che tieni qui dentro?-

Metto in folle ma quando mi allungo per fermarle le mani ha già scoperto il pacchetto di marshmellow ed ha iniziato a guardare me e quello con faccia enigmatica. Enigmatica e soddisfatta.

-Mangi queste per tenerti in forma?-

Ne prende uno, tenendolo tra indice e pollice, e lo infila in bocca.

-È stato un acquisto istintivo-

Apro il cancello facendo finta di niente.

Sì: ho comprato le dannate caramelle perché erano la cosa più vicina al ricordarmi il sapore delle tue labbra. Caramelle morbide e zuccherate.

E questa donna cucina!

Dannazione.

Fa caldo in questa macchina, come diamine è possibile..?

Inizio a fare manovra, scacciando dalla testa un’immagine fatta di lei e del cioccolato con cui si era sporcata qualche giorno fa.

-Vince?-

Glielo pulisco io il cioccolato di dosso, pf.

-Vince Neil?-

-Eh?-

Spengo e la guardo.

Sorride, ancora.

La voglio mangiare.

-Sei arrostito-

La luce vicino all’entrata la illumina quel che basta per farmi vedere la sua espressione.

-Lo stai facendo ancora-

Allarga il sorriso e in tutta risposta mi giro.

-È troppo buio, non dire cazzate-

Sto arrossendo davvero. Ho le guance in fiamme. Che cazzo mi prende?

-Vince Neil Wharton?-

Inspiro profondamente.

-Dimmi Faith-

-Mi guardi?-

Alzo gli occhi al cielo.

Non faccio nemmeno in tempo a voltarmi che sento il suo profumo e le sue labbra sulle mie.

Mi infila una mano tra i capelli e mi bacia una, due, tre volte. Immerso in quel mondo dal sapore dolciastro mi perdo e rispondo allo stesso modo e ancora e di più.

Potrei rimanere a baciarla per ore senza accorgermene.

Le mordo piano il labbro inferiore tirandolo verso di me mentre mi stacco. Lei mi guarda malandrina poi mi si accoccola addosso in un scomposto abbraccio.

-Credevo volessi entrare in casa-

-Avevo voglia di un bacio al marshmallow-

Non so se riuscirò ad abituarmi ad averla tra le braccia: è così minuta…

-Entriamo, su-

La incoraggio a scendere prima di finire a stringerla di nuovo. Se mi do ascolto rischiamo di non uscire dall’auto.

Dice permesso seguendomi dentro casa e guardandosi attorno.

-Sì: è grande e vuota-

Lascio le scarpe vicino all’entrata e metto le mani sulla cintura sovrappensiero osservandola.

-È su due piani?-

-C’è anche un seminterrato, sai, se si fanno feste…- alzo le spalle. Spero che sia pronta a tutto.

-Allora- le appoggio le mani sui fianchi conducendola piano in sala.

-Questo è il salotto, lì c’è la sala da pranzo e di fianco la cucina. Il bagno è dietro quella porta. E beh, direi che se non hai voglia di una doccia sei libera di esplorare-

Le stringo le mani sulla pelle e faccio aderire il petto alla sua schiena, affiancando la bocca al suo orecchio.

-Vieni su con me?- propongo, cauto, stuzzicando la base della sua coscia destra con le dita.

-Ti aspetto- decreta sicura, lasciandomi inaspettatamente a bocca asciutta.

-Va bene-

Sono talmente fuori fase che il pensiero che lei non entri in camera mia e nel mio bagno quasi mi rasserena: non si mischierebbe alle altre che ho scopato. A quelle non interessanti.

Però d’altra parte una doccia con il sottoscritto…

-Non sai che ti perdi-

Mi umetto le labbra e salgo le scale.

Scherzavo quattro secondi fa: spero che mi segua, tanto sarebbe comunque diverso.

Mi stiracchio davanti allo specchio sospirando e mi spalmo una mano sugli occhi. Ecco la botta di stanchezza del dopo concerto.

Dopo aver tolto le scarpe e i calzini abbandono cintura, maglia e pantaloni ai piedi del letto rimanendo totalmente nudo. Poco male: non ho mai avuto tutto questo pudore.

Attraverso il corridoio e socchiudo la porta del bagno.

Mmh, doccia calda.

Grazie al cielo esiste.






 

Quanto ci metterà a lavarsi un uomo vanitoso come Vince?

Me lo chiedo guardando le scale deserte, tentata dalla proposta che mi ha fatto solo un minuto fa. Però…

Decido di sdraiarmi sul divano bianco ed enorme al centro della sala. Solo appoggiandomici ricordo di avere ancora addosso il suo chiodo nero. Mi giro di lato, immergendo il naso nella stoffa della fodera interna.

Vince.

Vince e il palco.

Vince e i marshmallow.

Mi ritrovo a sorridere come una scema ripensando a quella confezione di caramelle in macchina.

Credo che sia un po’ colpa mia.

L’ha detto che so da zucchero…

Rido sottovoce e abbraccio la sua giacca.

Mi piace, qualsiasi cosa sia quello che c’è tra noi, mi piace.





 


Scendo senza fare rumore e mi metto addosso un cipiglio leggermente risentito.

Niente visite al piano di sopra e chissà dove si è cacciata.

Mi affaccio oltre lo schienale del divano: eccola qui, che guarda il soffitto incantata, con la mia giacca appallottolata sotto la testa e contro il viso.

-Bu-

Sembra risvegliarsi. Mi guarda e sorride.

-Ciao-

Quelle labbra, quegli occhi.

Mi sono davvero vestito?

-Ti vedo rilassata-

-Io ti vedo con le occhiaie- mi fa la linguaccia e addolcisce lo sguardo. Non sarà ancora preoccupata per me..?

-È l’una di notte, tardi per un bravo ragazzo come il sottoscritto-

-Non penserai mica di darmela a bere-

Arriccia la bocca in una smorfia, evidenziando delle morbide fossette sulla pelle chiara. Sulla guancia ha ancora stampato il motivo della cucitura della fodera.

-I’m such a good good boy-

Canticchio sovrappensiero girando attorno al divano e ridacchio nel vederla dispersa: non può conoscere una canzone che deve ancora essere registrata. Appoggio un ginocchio sul divano ed arrivo ad una decina di centimetri dal suo viso.

-I just need a new toy-

Aggrotta le sopracciglia in senso di protesta e mi blocca prima che possa baciarla.

-Ehi-

-Ehi- le faccio il verso.

Sorrido e strofino il naso contro il suo rimanendo ad occhi aperti, lei li chiude e stringe appena le labbra, facendomi solo venire ancora più voglia di abbracciarla.

È come un piccolo peluche.

La mia coperta di Linus.

-Un giocattolo nuovo?-

-I testi non li scrivo io, folletto. Io canto principalmente-

-Sì, credo di averti sentito-

-Ho avuto un’anteprima, quindi?- cerca di continuare, ma la zittisco con un bacio: non ho davvero voglia di parlare di quello. Protesta per un attimo, poi mi infila le mani tra i capelli ancora umidi.

E li tira.

-Ahia-

Mi stacco da lei e la guardo incrociando le braccia.

-Ho fatto piano- si difende, leggermente pentita, mentre mi siedo dalla parte opposta a dove s’è distesa e arriccio il naso.

Davvero? Mi tira i capelli? Che bimba.

-Era un’anteprima?-

Se mi chiede ancora del gruppo la caccio fuori.

Vaffanculo lei, le caramelle e i suoi occhi da cerbiattino innocentemente perverso.

Si sistema piano fino a mettersi in ginocchio e gattonare incerta verso di me. Non sa cosa farsene del mio mutismo, ma non avrà nient’altro adesso.

Eccola: la fanatica dei Motley Crue.

-Posso darti un bacio?-

Parlare del gruppo mi fa scattare come una molla.

Ignora il mio sguardo fisso su di lei ed appoggia le labbra sulle mie per qualche secondo.

Non rispondo.

-Scusa se me la prendo a sentirmi chiamare giocattolo- il suo tono si inasprisce in corrispondenza dell’ultima parola e lo rifà: mi bacia ancora, come ho fatto io l’altra sera quando si era arrabbiata. Continua a farlo fino a quando non dischiudo le labbra e mi lascio andare in un sospiro.

-Scusa se me la prendo a sentirmi categorizzare come un frontman cazzone, identificato con la sua band e con le sue brutte abitudini-

-Io non ho detto questo- specifica, sedendosi a cavalcioni addosso a me.

Cielo, Faith, tesoro, pure il sesso mi concedi per farti perdonare?

-Dettagli- ammetto, stringendo appena le dita sulle mie stesse braccia.

La vocina nel mio cervello mi dice di lasciarla fare e sì, sì, la lascerò fare.

-Dovresti… rilassarti un po’ su tutta questa faccenda del gruppo, del bere, delle droghe, del sentirti giudicato…- fa scorrere le mani sulle mie spalle, sugli avambracci, fino ad intrappolare le mie e sciogliere il nodo che avevo sul petto.

-Faith, tu è bene che non venga nemmeno a sapere in che merda sono stato e sono-

-Lo sai che il cioccolato fa bene all’umore?-

-Pasticciera dei miei stivali, non mi interessa il cioccolato o-

Ancora la sua bocca.

È questa la dolcezza a cui fa riferimento? È questo zucchero? Questo odore fruttato che mi rimane sulla pelle dopo che l’ho stretta troppo che dovrebbe fare bene al mio umore?

Non so nulla sul cioccolato. Conosco solo le labbra di Faith.

Ci ansimo sopra sentendola troppo vicina a me, le mordicchio, le lecco.

Mi ha tentato ed io non riesco a scappare.

Mi stringe lei e non capisco perchè, ma mi sembra di scoppiare.

È troppo piccola per me.

E mi fa stare bene con così poco.

-Dovresti mangiare un quadratino di cioccolato fondente, alla mattina-

Posa un bacio sulla mia fronte e scioglie l’abbraccio con lentezza, tornando a distendersi.

-Non voglio ingrassare-

-Ha meno zuccheri dei tuoi amati marshmallow- ridacchia tra sè mentre mi affianco a lei e faccio in modo che i nostri corpi si incastrino.

-Davvero?-

-Davvero- conferma e mi toglie i capelli dal viso, guardandomi.

-Fare una pausa non aiuterebbe, vero?- è preoccupata. Cosa ha visto su quel palco oltre al cantante di successo?

-Dovrei parlare con Doc, è complicato- nascondo il viso sulla sua maglia e la stringo a me.

-E il cd… siamo abbastanza in ritardo. Preferisco parlare di cioccolato-

Sbuffo chiudendo forte gli occhi.

-Che profumo usi, Faith?-

Sono già più calmo, va già un po’ meglio.

-Ti ho già detto che probabilmente è il bagnoschiuma-

Questa volta la bacio io, spostandomi piano addosso a lei.

Sento le sue piccole mani corrermi sulla schiena e stringermi per avermi più vicino.

Mi tolgo la maglia e sollevo la sua canotta per arrivare alla sua pancia ed al suo seno.

La lecco, la coccolo e finisco per appoggiare il mio viso all’incavo del suo collo, tentando di non pesarle troppo addosso.

-Faith, sto male. Non ho voglia di fare sesso-

-Probabilmente se non ti avessi sentito dirlo non ci avrei creduto- trattiene una risata.

-Tu ti droghi, vero? Non puoi davvero essere così… spumeggiante, anche quando sei quasi nuda sotto un uomo e questo uomo ti ha appena detto che non ha voglia di farlo-

-Vedo le borse che hai sotto agli occhi, Vince, e… tutto il resto- clinica, gruppo, la mia tristezza che non vuole nemmeno citare.

-Quindi siccome non è un problema fisico, magari per questa volta ti perdono-

Piccolo riferimento al fatto che il mio corpo non sia del tutto indifferente a lei. Se iniziassi a muovere il bacino sul suo probabilmente cambierei idea.

-Magari domani mattina- mi sistemo di lato per non darle troppo disturbo, ma decide che preferisce essere infastidita e si appiccica a me, respirando sul mio petto.

-Mi piace farlo di mattina-

Sussurro.

-Di solito quando accade, vuol dire che ho passato la notte con una sola persona e… No, niente, mi piace la mattina-

-Sei dolce, Vince-

Cerco con la mano la coperta che dovrebbe essere sullo schienale e la sistemo su di noi.

-Mmh…- si avvicina ancora. Il suo seno è sul mio petto, le sue labbra sul mio collo.

Svegliarsi con la donna con cui si è andati a dormire la sera prima, trovarla ancora nel letto, ricordarsi chi è e cosa ci fa al mio fianco, non doverla cacciare da casa, ma usare il tempo per stare insieme guardandosi negli occhi…

L’ho già fatto, lo so.

Ma l’idea in questo momento mi sembra speciale.

Domani voglio farla impazzire.



 
  
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