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Autore: Asia Dreamcatcher    06/03/2017    4 recensioni
Johann Schmidt è tornato e con esso le ceneri dell'oscura Hydra, pronta a risorgere.
Ma Teschio Rosso non è solo e Steve Rogers e gli Avengers dovranno vedersela con nuovi nemici. James Barnes sarà costretto, ancora una volta, a lottare contro i propri fantasmi, sperando di non soccombere.
Mentre gli echi di una nuovo guerra risuonano, Captain America e Vedova Nera si ritroveranno ad affrontare una sfida inaspettata, che potrebbe cambiare tutto per sempre.
Terza parte di "Se il passato è alle tue costole, ti volti e lo affronti"
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James 'Bucky' Barnes, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America, Un po' tutti
Note: Cross-over, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Se il passato è alle tue costole, ti volti e lo affronti'
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08 Buon pomeriggio a tutti! Per un soffio sono riuscita a terminare il capitolo in tempo, questa volta è stata davvero una corsa contro il tempo, ma nonostante sono di nuovo qui a postare per tempo!
Allora qui c'è poco da dire questo è la continuazione diretta del capitolo precedente e i guai ovviamente non mancheranno!

Buona Lettura!


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Capitolo Otto: The Show must go on (parte II)

Prima o poi,

la peggiore combinazione possibile di circostanze

è destinata a prodursi”

Arthur Bloch ~ Legge di Murphy



Sharon afferrò gentilmente la mano che Sam le porse, aiutandola a scendere dall'imbarcazione. Sperava davvero che la recita della spietata coppia innamorata stesse funzionando a dovere, perché lei, invece, si sentiva tremare dentro. La mano, con le unghie laccate di un acceso rosso, andò a lisciare pieghe inesistenti del vestito che indossava: un raffinato abito lungo nero, con una generosa scollatura sul davanti, maniche lunghe e un profondo spacco che metteva in mostra quasi interamente la nuda gamba sinistra. Come minimo a James sarebbe venuta una crisi isterica.

Il pensiero del soldato le provocò un lungo brivido, sperò, con tutta se stessa, che stesse bene e che, se tutto fosse andato come doveva, quella notte sarebbe stato nuovamente suo.

A braccetto lei e Falcon percorsero il lungo pontile in legno fino a giungere ad un'elegante villa con evidenti e preziosi ornamenti in gotico veneziano, un lungo portico colonnato conduceva all'interno.

«Sei pronto?» bisbigliò l'agente 13 all'orecchio di Sam, facendolo passare per un sussurro malizioso. Lui si costrinse a sfoderare un sorriso accattivante per non tradire il suo personaggio.

«Per niente. Muoviamoci come se non avessimo appoggio... Prima di tutto troviamo Bucky, io mi occupo di individuare le possibili uscite e uomini-»

«Io penso alle armi chitauriane...» concordò la ragazza rafforzando la presa sulla sua clutch.

L'interno della villa era maestoso; i soffitti a volta erano alti e affrescati, i pavimenti erano in lucido marmo chiaro e gli arredi d'epoca barocca.

Prontamente un cameriere in livrea offrì ai due sotto copertura un vassoio con affusolati calici ripieni di pregiato vino italiano, accettarono e passarono oltre guardandosi attorno con discrezione. Ad una prima occhiata si poteva pensare che il Signore della guerra e la sua compagna stessero ammirando il fascino delle antiche ville veneziane, ma in realtà si stavano assicurando una via di fuga.

Improvvisamente si radunarono tutti nel salone d'ingresso; Sharon si guardò attorno notando che fra i numerosi e facoltosi ospiti vi erano anche alcuni ricercati dalla CIA.

«Miei gentili ospiti» la voce baritonale e divertita di Cesare Belgioioso li accolse, «Benvenuti a Ca' Belgioia, vorrei ringraziare tutti voi per aver viaggiato così lungamente per poter essere qui con noi». L'attuale capofamiglia, nonostante ormai l'età avanzata e i capelli sale e pepe era ancora un bell'uomo dal fisico longilineo, la fronte spaziosa, i lineamenti aristocratici e gli occhi nocciola striati d'oro. Accanto a lui i due figli, la cui somiglianza in quel momento era resa ancora più evidente, osservavano i loro acquirenti con sguardo attento ma compiaciuto.

«Come da consuetudine avrete a disposizione trenta minuti da trascorrere tra i lotti, prima che l'asta cominci» gli occhi scintillarono maliziosi, fece una pausa ad effetto prima di riprendere a parlare «Un assaggio per stuzzicare il vostro appetito...» un risata frivola e divertita si propagò fra gli ospiti.

Subito dopo la folla di acquirenti si disperse iniziando a vagare affamata fra i lotti.

Sharon e Sam si aggirarono tranquillamente fra le merci, tampinati discretamente da Alessandro Belgioioso a cui chiedevano delucidazioni su alcuni pezzi per non destare sospetti. Poi, finalmente, uno dei lotti attirò la loro totale attenzione; il cuore dell'agente 13 sussultò.

Il Soldato d'Inverno, vestito con un sobrio completo nero d'alta sartoria, era stato letteralmente inchiodato alla sedia grazie alle pesanti manette e sorvegliato a vista, tirato a lucido ed esposto come qualsiasi altra merce. Alla vista dei due compagni inarcò pericolosamente un sopracciglio in direzione della ragazza.

Sharon si dovette trattenere dal roteare gli occhi, sapeva che avrebbe disapprovato il vestito. Gli pareva il caso di mettersi a fare il fidanzato geloso in quel momento?

«E' proprio lui...?» chiese leggermente incredulo Sam al maggiore dei fratelli Belgioioso. A quella domanda il naso di Alessandro fremette appena, infastidito.

«Già è proprio il temibile Soldato d'Inverno» rispose con fredda cortesia. Non era nei suoi interessi rendere appetibile una merce della “concorrenza”.

«E' così pericoloso come dicono?» lo provocò l'agente mentre il suo sguardo non lasciava quello di James.

«Di più.» soffiò quest'ultimo continuando a fissarla.

Sam si schiaffò mentalmente una mano in faccia. Riuscivano davvero a flirtare in una situazione come quella?!

Ma Sharon non riusciva a staccargli gli occhi di dosso, sentiva la pelle pizzicare sotto il suo sguardo intenso ma imperscrutabile, ogni suo movimento era strettamente controllato per impedire all'istinto di correre da lui e strappargli quelle dannate manette, riusciva a vedere solo i pericoli che correva quella notte; era intollerabile vederlo prigioniero, la voglia di toccarlo, di sentire la sua presenza rassicurante contro il suo corpo la stava divorando.

«Silenzio» abbaiò Alessandro, sperando vivamente che la sorella non fosse nei paraggi.

Sharon strinse la mandibola e distolse lo sguardo;

«Che dici, caro, potrebbe servirci?» domandò con tono indifferente. Al suo fianco Falcon soppesò la richiesta, gettando occhiate al Soldato incatenato. Quest'ultimo cercò con gli occhi di comunicargli qualcosa, muovendo appena le labbra.

Sam intuì che c'era qualcosa che lo preoccupava, ma ovviamente non poteva chiedergli apertamente che cosa voleva che facesse, doveva limitarsi a tenere gli occhi bene aperti, ben sapendo che se qualcosa preoccupava il Soldato d'Inverno quella cosa avrebbe portato guai a tutti loro.

«Mi sembra difficile da gestire» un lampo compiaciuto attraversò le iridi nocciola del maggiore dei Belgioioso «Ma vedremo intorno a che cifra si aggireranno le offerte...» disse con un sorrise sghembo.

«Mister Belgioioso, io però sono venuto qui per le armi. Quelle americane non bastano più!»

«Mister Kitenge, sono sicuro che la sua richiesta verrà ampiamente soddisfatta stanotte, ma la devo avvertire che non è il solo a desiderare un salto di livello...»;

Sam fece un verso seccato e affilò lo sguardo, come Maria gli aveva insegnato;

«Da chi altro devo guardarmi!» berciò infastidito.

Per Alessandro Belgioioso fu come essere invitato a nozze, le armi chitauriane rientravano fra i suoi lotti, aizzare i compratori fra loro avrebbe reso il prezzo più alto e consegnato a lui un non indifferente vantaggio sull'odiata Allegra.

«Oh non so se ne ha mai sentito parlare, un gruppo terroristico creduto annientato al termine della Seconda guerra mondiale e invece tornato sorprendentemente alla ribalta, l'Hydra.»

«E sono qui con noi stasera?» chiese amabilmente Sharon tenendo a bada l'ansia.

«Sì. Una donna e un uomo. Devo dire che per partecipare a quest'asta ci hanno offerto qualcosa di incredibile valore, credo che sarà uno fra i lotti più desiderati questa sera.»

«E che cosa sarebbe di grazia?»

«Yen...» tossì improvvisamente James Barnes attirando nuovamente l'attenzione su di lui. Sharon e Sam furono attraversati da un brivido. Ti prego fa che abbia sbagliato a sentire... Fa che non abbia detto...

«Psychotron.» asserì fiero Alessandro ignorando il Soldato d'Inverno «Non so se avete sentito parlare della strage in un villaggio russo qualche tempo fa. Ne rimarrete affascinati ve lo garantisco!».

I due acquirenti fecero un sorriso di circostanza. Ora non avrebbero solo dovuto liberare Bucky e distruggere le armi chitauriane ma anche impedire che lo Psychotron finisse nelle mani di chiunque si trovasse in quella stanza.


James Barnes era irrequieto, e il fatto che Sharon si trovasse ad una stanza di distanza da lui e corresse i suoi stessi pericoli non lo aiutava di certo. Il desiderio di liberarsi da quelle manette e correre a proteggerla era quasi una necessità per lui.

Ormai gli acquirenti si stavano tutti radunando nella stanza accanto, l'asta stava per iniziare. Si accorse immediatamente, però, che vi era qualcuno che non aveva tutta questa fretta di raggiungere il resto degli ospiti. Con l'espressione più minacciosa del suo repertorio il Soldato d'Inverno si volse verso l'uomo e la donna che avanzavano verso di lui.

La ragazza doveva avere all'incirca l'età di Sharon. Era alta e sottile, sul viso magro si stagliavano due occhi castano-verdi dal taglio lievemente allungato che lo fissavano maliziosi. I lunghi capelli ramati le cadevano dritti come lame oltre le spalle incorniciandole il volto. Le labbra scure stese in sorriso che era a metà fra il sardonico e l'infantile. Un passo indietro, vi era un ragazzo che doveva avere appena qualche anno in meno di lei, aveva i lineamenti marcati del classico bel ragazzo americano, i capelli erano corti e a spazzola, biondo scuro. Gli occhi azzurri scrutavano seri l'ambiente circostante; James intuì che doveva essere una specie di guardia del corpo, quando però si posarono su di lui ne rimase colpito. Il ragazzo schiuse la labbra boccheggiante, malgrado la sua espressione incerta capì che doveva conoscerlo.

Bucky si sentì ancora più irrequieto, quelle due persone avevano qualcosa di famigliare, sentiva di averle già incontrate prima. Ma era inutile non riusciva a ricordare dove o quando e questo lo spaventò. Non era una buona cosa.

La ragazza si pose davanti a lui, si piegò in avanti, poggiando le mani sulle cosce e mettendo in mostra la scollatura; i loro visi erano molto più vicini di quanto James fosse disposto a tollerare, cercò di non muovere un muscolo.

Il sorriso della rossa nel frattempo si era fatto più ampio e ancora più infantile. Bucky si sforzò di ricordare, le sembrava di averla già vista ma non riusciva a capire. Il panico iniziava a serpeggiare dentro di lui.

«Come siamo seriosi Soldato d'Inverno!» la sua voce era come un coro di campanelle, musicale ma al tempo stesso fastidioso.

«Maes-» la guardia dietro la ragazza sbatté gli occhi sorpreso e probabilmente parecchio confuso, ma fu subito messo a tacere da uno schiaffo ben assestato. A quel gesto Bucky si sentì sprofondare.

«Mio caro non parlare se non sei interpellato.» celiò lei con voce dolce e falsa. I suoi occhi tornarono sul soldato. La sua mano andò ad artigliargli il mento e le sue dita magre tormentarono il suo labbro inferiore fino a graffiarlo e farlo sanguinare.

«Non essere in pena Soldat. Ho come il presentimento che ci rivedremo presto!».

Il ragazzo dietro di lei aveva nuovamente assunto un'espressione atona, imperscrutabile e la seguì ubbidiente mentre si allontanava.


«Aggiudicato per dieci milioni a mister Tamaki!» dichiarò il banditore euforico.

Sharon e Sam si unirono pacatamente agli applausi per l'ennesimo lotto venduto. Se esternamente esibivano un'espressione neutra quasi altezzosa, di chi quelle cifre era abituato a maneggiarle ogni giorno; internamente i due erano sconvolti, se avessero potuto la loro mascella sarebbe crollata fino a toccare terra davanti a tanto denaro speso, senza batter ciglio, con lo scopo di aggiudicarsi un po' di potere nel mondo.

«E adesso signori e signore, vi presentiamo uno dei lotti più prestigiosi di questa sera» il banditore accompagnava le parole con plateali gesti, Allegra Belgioioso fece un sorrisino malizioso mentre i suoi occhi si accesero di un luccichio famelico «Uno dei migliori assassini in circolazione, ha all'attivo oltre due dozzine di omicidi negli ultimi cinquanta anni! Ecco a voi... il Soldato d'Inverno» la folla emise bassi mormorii concitati.

James Barnes venne trascinato sulla pedana, il suo volto era una maschera di ghiaccio e tenebra, lo sguardo insondabile vagava sull'intera sala cercando una sola persona.

Sharon Carter serrò la mascella, vederlo lì su quel palco, peggio di un animale da circo, dopo che quel dannato banditore ne aveva ricordato la fama le causò un'ondata di dolore, ma fu quando iniziò a sentire le offerte che fioccava con velocità assurda che le sembrò di essere precipitata in un incubo.

Falcon intuì i suoi patimenti e le strinse gentilmente la mano iniziando a fare offerte anche lui; anche se lo scopo non era quello di vincere l'asta.

Le cifre avevano superato i cinquanta milioni, Bucky cercava di ignorare quell'odiosa sensazione e teneva fisso il suo sguardo su Sharon, che tentava di trattenersi dall'urlare nauseata, avrebbe voluto salire su quella pedana e proteggerlo, poteva vedere quel desiderio nei suoi candidi occhi color cioccolato. Gli venne quasi da sorridere, cosa aveva fatto lui, Soldato d'Inverno, per meritarsi lei, la ragazza dell'Estate?

«Cento milioni e uno... Cento milioni e due... Aggiudicato per cento milioni al fortunato signore della Corea del Nord!».

L'agente 13 provò un moto d'odio, le dita si contrassero intorno alla pochette, ma si costrinse a scrollare le spalle, doveva essere paziente.

Il prossimo lotto furono le armi chitauriane, ne furono esposte un paio ma il loro reale numero bastava per equipaggiare un esercito di medie-grandi dimensioni. Il banditore aveva appena fatto in tempo ad aprire bocca che le offerte erano iniziate a salire a cifre stellari. Alessandro scoccò alla sorella una pericolosa occhiata, da cui Allegra non si lasciò sfiorare.

Sam provò ad essere competitivo e lui e Sharon capirono immediatamente che la loro principale concorrente era proprio l'Hydra, incarnata nella sinuosa figura di una ragazza dai capelli rame. Entrambi provarono una sensazione di familiarità ma nessuno dei due avrebbe saputo dire il perché. Vi era qualcosa di enigmatico e conturbante in quella ragazza, il suo sorriso mellifluo metteva i brividi.

Come previsto l'Hydra vinse l'asta, a quel punto i due si scambiarono un'occhiata d'intesa; era giunto il momento di agire.


Sharon Carter si liberò della parrucca nera, si tolse i vertiginosi sandali e scivolò fra le ombre seguendo l'uomo della sicurezza che era incaricato di trasferire la merce venduta in un deposito differente da quello di partenza. Per tutto il tempo non fece altro che guardarsi le spalle per vedere se era seguita.

Dopo un tortuoso percorso fra corridoi spogli giunse ad un ampio magazzino interrato in pietra e dai soffitti voltati; a quel punto decise di uscire allo scoperto.

«Mi scusi!» fece con tono stizzito «Stavo cercando il Picasso, sa l'ho pagato una fortuna e-»;

L'agente della sicurezza per un attimo spiazzato si riebbe e assunse un espressione grave;

«Non può stare qui» abbaiò convinto di incuterle timore «i lotti verranno consegnati al termine dell'ast-» la bionda passò subito all'attacco lo colpì in pieno volto con una gomitata, tramortendolo.

«James!» esalò andando verso la teca in cui era imprigionato il supersoldato, aveva solo delle spesse manette ai polsi.

Bucky toccò con la fronte la liscia superficie antiproiettile e la osservò con insistenza;

«Non c'era un altro abito?» fu la prima cosa che disse. In realtà c'erano un milione di cose che avrebbe potuto dire prima di quella, ma come al solito i suoi sentimenti erano in subbuglio, l'amore si mischiava all'angoscia e alla sottile vena di gelosia.

Sharon strabuzzò gli occhi allibita, scosse il capo e continuò a trafficare con la tastierina numerica nella speranza di liberarlo.

«Fra tutte le cose...» masticò divisa fra l'esasperato e il compiaciuto;

«Lo so perdonami. Sharon lascia perdere pensa alle armi chitaurian-» un inudibile spostamento d'aria «SHARON!».

La ragazza fece appena in tempo a scostarsi di un soffio che un pugno si abbatte sulla prigione di James. Fu talmente forte che il vetro si crepò e la teca si rovesciò all'indietro, il Soldato d'Inverno si ritrovò a sbattere violentemente la schiena e rimase per un attimo senza fiato.

Sharon sbatté gli occhi osservando il ragazzo davanti a sé, la sua mano era schizzata di sangue e aveva diverse nocche spaccate a causa del colpo eppure non sembrava sentire dolore. Non sembrava sentire nulla.

Le si scagliò addosso e lei iniziò a combattere in difesa. Parare i colpi si rivelò forse più doloroso che riceverli, si accorse all'istante che quel ragazzo aveva una forza micidiale, riuscì a resistere solo grazie ai svariati allenamenti che aveva fatto con James; non appena poté passo al contrattacco nel mentre con lo sguardo cercava qualsiasi cosa che potesse fare da arma.

Bucky nel frattempo digrignava i denti continuando a colpire con calci mirati il punto in cui il vetro si era incrinato. Cercava di restare concentrato ma i gemiti mozzati dell'agente 13 e i rumori dello scontro non lo aiutavano di certo. Ogni volta che lei si trovava in pericolo la freddezza del Soldato d'Inverno vacillava e forti sentimenti iniziavano ad accavallarsi.

Sharon respinse l'avversario con una ginocchiata ben assestata, ma non appena pensò di riprendere fiato il suo avversario estrasse un pugnale pronto ad usarlo; in quello stesso istante James Barnes ancora ammanettato riuscì a frantumare il vetro, balzò in avanti avvolgendo la ragazza fra le braccia ed esponendo il braccio metallico in cui l'arma andò a conficcarsi.

«Stai bene?» le sussurrò preoccupato all'orecchio. Lei annuì piano, poi lo richiamò notando la presenza della donna dell'Hydra.

«Ma che bel quadretto» sghignazzò Sin puntando la pistola contro i due e facendo fuoco. Bucky e Sharon si gettarono dietro una cassa per ripararsi dai proiettili.

Improvvisamente un trambusto fece distrarre perfino la rossa e il suo agente che perplessi dovettero proteggersi dall'inaspettata carica.

«Abbiamo portato la festa qui» esordì Sam urlando, riferendosi al fatto che oltre a Steve, May e Maria si fossero trascinati dietro uno squadrone d'assalto personale dei Belgioioso.

«Tu!» trillò Sin livida «Liberati di loro» ordinò all'agente N, che senza emettere un fiato caricò contro i nuovi arrivati. Bucky lo intercettò e con un cenno d'intesa a Steve, i due lo affrontarono insieme.

Melinda, Maria e Sam si stavano occupando degli agenti dei Belgioioso mentre Sharon si scagliò contro Sin, il cui obiettivo erano le armi chitauriane.

«Oh e così sei tu Sharon Carter» celiò la rossa con sguardo malizioso «Fatti da parte non vorrai mica rovinare quel tuo bel faccino» ridacchiò «Rumlow potrebbe rimanerci male». Alla bionda si mozzò il fiato a quel nome, scrollò il capo e il suo sguardo si fece severo;

«Fatti sotto stronza!» sibilò.

Fu uno scontro duro, Sharon riusciva quasi a equipararla in quanto ad agilità, ma lo stile di combattimento dell'altra era imprevedibile e ben presto si ritrovò a stringere i denti, frustrata.

«Maria! May! Dobbiamo liberare i prigionieri» strepitò Sam guardandosi attorno, l'agente della sicurezza finì a terra incosciente. Dovevano liberare le persone o non avrebbero potuto procedere, con la coda dell'occhio vide Bucky fargli un cenno in direzione di Sharon e lui annuì d'accordo.

Nel frattempo Steve e James avevano un piano tutto loro per liberare gli ostaggi, afferrarono l'agente dell'Hydra e lo scagliarono violentemente contro un'altra teca che tremò e si aprì a causa del tastierino distrutto.

«Sbaglio o sembra possedere la tua stessa-» iniziò il capitano;

«Forza?» terminò per lui l'amico. Annuì.

«Non è una buona cosa» esalò James affranto, sentì il tocco fermo di Steve e si voltò verso di lui, il suo sguardo cercò di infondergli una certa sicurezza e tranquillità e non poté che essergliene grato.

«Sharon!» urlò l'agente Hill «Questo era l'ultimo!» la avvertì.

«Sam vai...» bisbigliò Sharon al compagno che la stava aiutando ad affrontare la ragazza dell'Hydra.

Sin assottigliò lo sguardo intuendo che c'era qualcosa che non andava, ma la bionda l'attaccò con foga e con una rapidità che non si aspettava la spedì contro un muro facendole perdere il respiro. L'agente 13 estrasse dalla clutch alcuni dischetti di metallo, li attivò e li lanciò sui cassoni contenenti le armi chitauriane.

James allungò il braccio mentre lei gli andava incontro, l'abbracciò e Steve alzò lo scudo. Sam si lanciò verso Maria e insieme a May si ripararono dietro alcune teche ormai vuote.

Lo scoppio fu abbastanza potente da far tremare l'intero deposito, alcuni frammenti di muro e di soffitto crollarono come pioggia a terra. Tutti si azzardarono a guardare in direzione delle casse, il fumo non si era ancora del tutto diradato ma l'obiettivo sembrava essere stato raggiunto. Le armi chitauriane era state dilaniate, pochissime erano sopravvissute all'esplosione, alcune erano arse dalle fiamme.

«Steve!» trillò James mentre nella distrazione generale, l'agente dell'Hydra ne aveva approfittato per rimettersi in piedi – seppur stordito – e attaccare il capitano che volò indietro impreparato.

Bucky e Sam reagirono immediatamente lanciandosi contro di lui, primo a causa del forte legame che intercorreva fra i tre, secondo perché Natasha non ci avrebbe pensato due volte a piantargli a ciascuno una pallottola in mezzo alla fronte se solo a Steve fosse successo qualcosa e pazienza per Sharon e Maria.

Nel frattempo Sin ne aveva approfittato per dileguarsi, zoppicò verso l'uscita livida di rabbia, e infastidita dall'intera situazione. Malgrado ciò un sorrisino divertito scivolò sulle sue labbra ammaccate, si sarebbe divertita un modo a vendicarsi.

Sam colpì N alle gambe mentre James lo sorprese dall'altro lato e Steve lo colpì al petto con una ginocchiata. Ma l'agente dell'Hydra si stava difendendo bene e non sembrava preoccuparsi dei colpi che gli venivano inferti implacabili. Improvvisamente però il suo intero corpo vacillò e la vista gli venne meno, crollò al suolo senza emettere un suono, intorno a lui cocci di un pesante vaso sembravano disegnare un macabro quadro.

«Ci stavate mettendo troppo» affermò Melinda May neutra osservando prima l'agente dell'Hydra svenuto e poi Steve, James e Sam che la fissavano di rimando un tantino allibiti e lievemente imbarazzati.

Tutti si sporsero verso il ragazzo privo di sensi.

«E ora che ne facciamo?».

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Insomma anche questo capitolo è terminato e devo dire, per una volta, in favore degli Avengers... Hanno impedito all'Hydra di acquisire le armi chitauriane, sono addirittura riusciti a catturare un loro agente, certo lo Psychotron ora è in commercio, Sin è scappata e medita vendetta, ecco forse è questo è proprio l'altra faccia della medaglia. Ma almeno nessuno si è fatto male... almeno per il momento. 
Come vedete ho dedicato molto spazio a Sharon e Bucky, e loro ormai sono al centro dell'attenzione alla pari di Natasha e Steve, entrambe queste coppie dovranno affrontare dure prove, riusciranno a superarle? Non vi resta che continuare a leggere! 

Io vi ringrazio una volta ancora per tutto il supporto che ricevo da parte vostra, ne rimango ogni volta commossa ^^ 

Per il prossimo aggiornamento mi riservo di pubblicare tra LUNEDI' 20 e MARTEDI' 21 MARZO o (spero di no) DURANTE LA SETTIMANA, questo perchè la prossima settimana ho degli impegni che mi terranno parecchio occupata purtroppo! Per qualsiasi notizia vi invito a seguire la mia pagina fb "Asia Dreamcatcher" oppure potete contattarmi qui su EFP

A presto!

   
 
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