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Autore: paoletta76    06/03/2017    0 recensioni
Era cominciato tutto con un piccolo rimprovero innocente, detto col sorriso sulle labbra. E la risposta era stata col sorriso, ed una minuscola smorfietta. Una di quelle che solo lui le sapeva regalare.
Non avrebbe mai immaginato che quella risposta al pepe potesse nascondere qualcosa di più.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sarah
 
Era cominciato tutto con un piccolo rimprovero innocente, detto col sorriso sulle labbra. E la risposta era stata col sorriso, ed una minuscola smorfietta. Una di quelle che solo lui le sapeva regalare.
Non avrebbe mai immaginato che quella risposta al pepe potesse nascondere qualcosa di più.
 
Sembrava che Robert ci provasse un sottile gusto perverso, nell’umiliare Liam ad ogni occasione opportuna. Bastava una frase detta nel contesto giusto e la utilizzava rimproverandogli qualcosa, mettendolo in difficoltà, sottraendogli un merito.
Ultima occasione, in linea di tempo, l’attribuirsi pubblicamente l’ennesimo progetto di charity che era stato promosso dal fratello, rubandogli tutti i complimenti e gli applausi, e lasciandolo chiuso in un angolo a masticare amaro. Come stava succedendo sempre più spesso, da quando aveva la corona in testa.
 
Le dava fastidio. Il modo in cui lo faceva, il solo e semplice continuare a farlo. E lo sguardo che gli dedicava, come di trionfo nel vederlo starci sempre peggio.
 
- Non ci stai calcando un po’ troppo la mano, con tuo fratello? – aveva osato, appoggiandoglisi accanto sul bracciolo del divano, di fronte a quel servizio in TV, con la giornalista eccitata per l’ennesima impresa di grandiosa magnificenza del re e il sottofondo degli occhi scuriti del principe cadetto lasciato all’orlo del palco.
- No, tranquilla. Gli voglio bene, e lui lo sa.- le aveva risposto, leggero, con lo sguardo diretto allo schermo.
Quello sguardo. Quello in cui Sarah stentava a riconoscere l’uomo che aveva sposato.
- Sì, ma.. credo gli dovresti un pochino più di rispetto.- aveva ribattuto, mantenendosi neutra e muovendo appena una mano – si è sbattuto il triplo del solito, per quel progetto. E dichiarare pubblicamente che è un’idea tua suona molto come una vigliaccata, nei suoi confronti. Tanto più che so la verità; l’ho aiutato io nel primo input, e-
- E’ il mio fratellino. Non me ne farà una colpa.
- Forse. Però sarebbe giusto che avesse un po’ di spazio anche lui. Se lo merita.
- Se lo merita? – ora lui le sollevava lo sguardo addosso, fra l’ironico e l’interrogativo.
- Sì. Io non so quali fossero i vostri rapporti prima-
- Prima che levasse la corsa a prendersi la mia corona e portarsi a letto la mia fidanzata, felice e contento del fatto che fossi morto in un incidente aereo? O che mi facesse sparare per esserne sicuro?
- Robert.
- E no, cara. Non sono io, quello geloso di suo fratello.
Quella voce ora si caricava di doloroso sarcasmo, e lo sguardo tornava allo schermo, facendosi vuoto ed indifferente.
- Credevo l’avessi perdonato.
- No. Ho detto che non gli avrei fatto nulla. Che non l’avrei denunciato. Ma posso ancora sedermi davanti ad una telecamera e dire la verità; che è stato lui, a metterti una pistola in mano. Ottimo piano, far credere che fossi morto da eroe. E stavolta sul serio. Non ho mai saputo neanche il tuo prezzo.
 
Sarah sentì il gelo attraversarle la schiena, e scivolò lontano dal bracciolo e dal suo tepore. Pugni chiusi, ora sosteneva quello sguardo e ci poteva leggere chiaro e limpido un immenso rancore.
- Allora intendi farla pagare anche a me.- disse, ridotta ad un filo.
- Forse. Forse solo un po’.
- E quindi tutto quello che ci siamo detti finora è stata una bugia. E il tuo piano è stato anche migliore di quello di tuo fratello: prendi la tizia che hanno mandato ad ucciderti, lasciala distruggersi con i sensi di colpa e falle credere che l’hai perdonata, che ti sei innamorato di lei. E sposala, mostra al popolo che l’adori, che la proteggerai per sempre e che vissero tutti felici e contenti. Complimenti, davvero. Il vostro pubblico vi adorerà, vostra maestà. E avrete vinto anche lo scontro con vostro padre ed il referendum per abolire la monarchia.
Un minuscolo ed ironico inchino, con la voce che vibrava di rabbia e di lacrime.
- Beh, lady Sarah.. strategia. Giocavo sempre a scacchi, con mio padre. Mi ha insegnato che tutti i pezzi sono utili allo stesso modo, per proteggere il re.
- E tuo padre era un bastardo che godeva nel giocare con le persone come te? Allora forse è per quello, che Pryce l’ha ammazzato.
- Non ti permettere.- lui era scattato in piedi, la fronteggiava fissandola dall’alto in basso, e tutto, nei suoi occhi e nella tensione del suo corpo, si mostrava minaccioso.
- Avrei dovuto portarla a termine, quella maledetta missione.- sibilò, voltandogli le spalle e scivolando via dal salone.
 
Vomitare. Adesso aveva soltanto una gran voglia di vomitare, più forte ancora che quella mattina, quando la nausea l’aveva sorpresa immersa fra i documenti. L’atto di donazione della nuova casa per Debbie e Carol aveva dovuto aspettare almeno mezz’ora, e quel malessere l’aveva costretta a saltare il pranzo.
 
Eleanor la sorprese con la testa quasi nel gabinetto, ed osò scherzare:
- Ehi, va bene aver fatto lega con mio zio, ma non avrà attaccato anche a te il suo ubriacarsi già a metà giornata!
- No, tranquilla..- aveva mosso appena una mano, lasciando che Rosie mettesse su una smorfia e l’aiutasse a trattenere i capelli lontani da quella schifezza.
- Non hai bevuto niente? Sicura? Guarda che quello t’infila il bourbon anche a tradiment-
- No.. non posso neanche bere.
- Non sarai mica-?
- Incinta, sorella.- Rosie parlò per entrambe, ed il sospiro della regina si fece lungo e pesante.
- Wow..- Eleanor adesso si piegava sulle ginocchia ed andava a circondarle la schiena con un braccio, illuminandosi – sarò zia! E mio fratello-?
- Non lo sa. Non lo sa ancora.- Sarah sollevava un viso rosso e stropicciato, dirigendosi lentamente al lavabo per sciacquarsi e darsi una normalizzata – voglio aspettare la visita, voglio esserne sicura. E devo diglielo io.
- O- ok.- la principessa annuiva, incrociando le braccia – ma a qualcuno lo posso dire?
- LEN.
- Va bene. Quando sarai sicura.- dita a segnare chiusa la zip sulle labbra, ed Eleanor era pronta a cambiare discorso – thè giù in cucina?
 
Erano passati un giorno, due. Robert si muoveva, parlava, faceva tutto come se quella conversazione non fosse mai avvenuta.
Forse un momento di rabbia, s’era detta. In quel periodo il sovrano era decisamente sotto pressione, e sembravano lontani i giorni di gioia e relax del viaggio di nozze speso in giro per il paese. Niente verdi campagne né spuma di mare da respirare a braccia aperte come due comuni mortali; il referendum per l’abolizione della monarchia sembrava sempre più vicino, e il dichiarare al primo ministro che l’eventuale sconfitta non le avrebbe fatto paura non suonava più come una piccola vittoria.
 
Sarah osservava le gocce di pioggia rigare le finestre, e sentiva di averla fatta per prima, la mossa che stava mandando in pezzi il legame con l’uomo che amava.
  
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