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Autore: Hypnotic Poison    06/03/2017    4 recensioni
«Dieci anni dall’apertura del Cafè,» lesse ad alta voce, «Mi sento molto vecchia.»
Baby, I'm dancing in the dark with you between my arms
Barefoot on the grass, listening to our favorite song
Genere: Romantico, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Mint Aizawa/Mina, Purin Fon/Paddy, Ryo Shirogane/Ryan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Perfect
 
 
 
 
 
‘Cause we were just kids when we fell in love
Not knowing what it was
I will not give you up this time
Darling, just kiss me slow, your heart is all I own
And in your eyes you're holding mine
 
 
 
 
L’enorme festone penzolava dalla terrazza al secondo piano, decorando l’intera facciata. Purin lo fissò quasi incantata, un bicchiere di champagne in mano, la testa piegata da un lato.
«Dieci anni dall’apertura del Cafè,» lesse ad alta voce, «Mi sento molto vecchia.»
«Pensa noi,» gemette rumorosa Ichigo «Avevo tredici anni quando ho iniziato a lavorare qua, ancora un anno e arriverò al quarto di secolo!»
«Con ben sette mesi di vantaggio, non ti senti incredibilmente anziana?»
«Ahem.»
«Ma tu non invecchi, onee-san, diventi solo più bella. È ingiusto.»
«Purin, tu sei l’ultima che può lamentarsi.»
«Ve l’ho detto che dovreste venire a fare yoga tutti i giorni con me – sì, tranne te, Minto-chan, lo sappiamo.»
«Dovreste smetterla tutte di lamentarvi, vecchiacce,» la voce irriverente di Taruto le raggiunse dall’uscio dell’entrata, le porte spalancate che mostravano l’interno festante del locale «Se non vi sbrigate finirà tutto il cibo, dopo non riuscirete più a contenere Ichigo.»
«Ah-ah, molto simpatico, davvero. Quand’è che dovete partire per due settimane per riportare i campioni di questo mese?»
«C’è ancora tempo per prenderti in giro, megera.»
La rossa passò accanto al ragazzo, ormai di diverse spanne più alto di lei, e gli diede una giocosa spallata, entrando poi nel Café seguita dalle altre.
Purin si avvicinò all’alieno, ammirando la camicia estiva color burro che indossava e la maniera in cui gli fasciava le spalle larghe. Taruto le sorrise e le prese la mano, tirandola appena più vicina a lui.
«C’è davvero ancora tempo,» la rassicurò a bassa voce.
La bionda sorrise ed annuì, i lunghi capelli biondi che ondeggiarono sulle spalle: «Lo so. Abbiamo un sacco di tempo.»
Fecero tintinnare i calici l’uno contro l’altro e ciascuno prese un sorso, sorridendo sotto i baffi. Lei avrebbe potuto individuare al millisecondo il momento in cui aveva finalmente incominciato a sentirsi così bene: sette mesi prima, quando una certa astronave per i legami Terra-Gea era atterrata nel bosco lì vicino. Senza data di ritorno. E i pezzi del puzzle erano magicamente scivolati al loro posto senza nessuno sforzo, e questa volta era convinta che tutto sarebbe andato perfettamente.
«Vuoi tornare dentro, prima che la vecchiaccia dia l’addio finale ai viveri?»
«Guarda che Ichigo è ancora capace di stenderti.»
«Ah, dovrebbe solo provarci! Le si incriccherebbe solo la schiena. Non è una scimmietta come te.»
Purin rise, incrociò le braccia dietro al suo collo e, incurante come al solito delle persone attorno a loro e della sfumatura rossastra che le guance di lui avevano assunto, lo baciò dolcemente. La posa di Taruto si rilassò dopo qualche secondo, quando le appoggiò una mano sui fianchi e la tenne stretta.
Era da quando erano solo bambini che aveva immaginato come avrebbe potuto essere, ma quello era decisamente meglio di ogni fantasia. Era facile. Era giusto. Era Purin.
«Ora possiamo andare,» cinguettò contenta quando si staccò, come se niente fosse, aggiustandosi la corta gonna bianca a balze del vestito.
Taruto sbuffò divertito, la riprese per mano, e la condusse dentro al locale.
 
 
 
Baby, I'm dancing in the dark with you between my arms
Barefoot on the grass, listening to our favorite song
When you said you looked a mess, I whispered underneath my breath
But you heard it, darling, you look perfect tonight
 
 
 
Ichigo inciampò per l’entrata sul retro, soffocando prima un’imprecazione e poi una risatina carica d’alcol.
«Watch your step, kitten.»
Lei alzò appena gli occhi al cielo, si aggrappò alla ringhiera e iniziò ad armeggiare con i laccetti dei sandali col tacco che indossava: «È colpa di questi maledetti affari,» borbottò, «Io l’avevo detto a Zakuro-san che erano troppo complicati.»
Ryo rise, scendendo di qualche gradino verso il giardino, le mani dentro le tasche del completo blu leggero: «Conosco ragazze, a New York, che ucciderebbero per quelle.»
«Be’, loro stanno uccidendo me.»
Riuscì a togliersi le scarpe con un grugnito soddisfatto e uno strappo, e le tenne in mano mentre anche lei scendeva i gradini e poggiava i piedi nudi sull’erba fresca del giardino.
«Aaaah! Molto meglio ora.»
Il biondo rise ancora, scosse la testa: «Se ti vedesse Minto…»
«Lo fa anche lei, cosa credi,» replicò la rossa, prendendo un sorso dal suo drink, «Non siamo tutte come le tue mitiche donne di Niuuuu Iooork
Lui la guardò con un sopracciglio alzato, le labbra appena piegate nel ricordo del sorriso di prima: «No, non lo siete.»
Ichigo distolse veloce lo sguardo, fissandosi le dita dei piedi che spuntavano dall’orlo del vestito lungo e che si arricciavano soddisfatti contro l’erba.
Era incredibile, dopo tutto quel tempo, l’effetto che Shirogane potesse ancora avere su di lei. Oppure era proprio perché era passato così tanto che lui poteva farla sentire in quel modo. In quegli ultimi anni, lui e Keiichiro avevano continuato a fare avanti e indietro dagli Stati Uniti per tutta una nuova serie di progetti complicati che le facevano venire il mal di testa solo a pensarci, quindi i loro rapporti, se pur frequenti, non erano stati costanti. E tante cose erano cambiate, lui era cambiato. Ora sembrava sempre così rilassati, così contento – non aveva avuto il coraggio di chiedergli perché. Aveva paura della risposta, perché solo stargli vicina… si sentiva di nuovo la tredicenne impacciata che aveva cercato di accantonare in quegli anni.
Il loro rapporto si era evoluto, maturato proprio come loro due, ma lei era ancora in soggezione, per quanto tempo potessero passare insieme nei pochi giorni all’anno in cui lui si tratteneva lì a Tokyo. Shirogane sapeva sempre dove colpirla, stuzzicarla, ghignando che nei doveri degli ottimi amici c’era anche il prendersi in giro quotidianamente.
Ichigo prese un altro sorso e alzò la testa, ondeggiò un po’ al ritmo della musica che usciva dal locale: «Rimanete un po’ almeno ora che è estate?»
Ryo annuì, le mani ancora in tasca: «Dipende da quanto riusciremo a fare da qua, se alcuni documenti verranno accettati via email, eccetera eccetera.»
Lei sbuffò: «Come siete pesanti. Ma non ti stanchi mai di vivere così lontano ed essere sempre serio?»
L’americano piegò la testa: «Chi te lo dice che sono serio?»
«Tu sei Ryo Shirogane,» gli fece il verso lei «Vivi d’aria e di lavoro. E di Star Wars.»
Lui rise di cuore e fece qualche passo verso di lei: «Such a witty, witty kitty cat. Guarda che New York è la città che non dorme mai, c’è sempre un sacco di divertimento.»
«L’hai detto tu che non c’è nessuna come noi.»
Ryo scosse la testa, divertito, e le tese la mano: «Te la ricordi?»
Ichigo tese l’orecchio, riconoscendo una canzone che avevano ascoltato a ripetizione durante un viaggio in macchina verso la spiaggia, qualche anno prima: «Lo sai che non sono capace.»
Lui si strinse nelle spalle: «E tu lo sai che non mi importa.»
Ichigo prese un respiro e poggiò il palmo nel suo, il ronzio dell’alcol che si mischiava al batticuore nel farsi stringere a lui, così tanto più di lei ora, mentre cominciavano a dondolare più sul posto che a ballare per davvero.
La mano destra di Ryo riposava nell’incavo della sua schiena, il pollice che l’accarezzava distratto, lui che canticchiava sottovoce parole che lei non ricordava. Poteva risentire il profumo della salsedine dai finestrini aperti, le risate di Purin nel sedile posteriore, la macchina di Kei che li affiancava scherzosamente. Il sorriso compiaciuto del biondo al volante, un ballo simile tanti anni prima…
Abbassò lo sguardo, arrossendo tra sé e sé, fissò l’orlo del vestito che si arricciava sotto ai suoi piedi, sporcandosi con l’erba umida e la terra.
«Sto rovinando l’abito,» mormorò dispiaciuta, la bocca secca «Sono proprio un pasticcio.»
Sentì la presa di Ryo farsi appena più forte, lui che scuoteva la testa contro di lei, e sussurrava: «You’re perfect.»
Ichigo perse un battito, poi chiuse gli occhi, e continuò a ballare.
 
 
 
When I saw you in that dress, looking so beautiful
I don't deserve this, darling, you look perfect tonight
 
 
 
«Credi che sarà la volta buona?»
Minto prese un sorso e rimase voltata verso Ichigo e Shirogane in giardino, appoggiata ad una parete. «Più aspettano e più crescono le mie vincite, non ho fretta.»
Kisshu ridacchiò compiaciuto, accanto a lei: «Sei perfida, cornacchietta.»
«Credevo di averti detto di non chiamarmi così.»
«Facciamo un’eccezione per stasera, dai.»
La mora gli lanciò una scorsa con la coda dell’occhio, trovandolo a fissare quei due che continuavano a perdersi in loro stessi.  «Shirogane avrà una bella gatta da pelare.»
L’alieno sbuffò divertito: «Non vedo l’ora di stappare lo champagne per quei due.»
Minto corrugò appena la fronte, un accenno di sorriso, ma prima che potesse rispondere, Kisshu si voltò del tutto verso di lei.
«Devo ammettere che questo vestito è molto sexy,» esclamò, un ghigno sfacciato in volto.
Lei si sentì arrossire, ma alzò gli occhi al cielo: «Dirti che è un Valentino vintage sarebbe l’esempio perfetto di perle ai porci.»
«Stavo cercando di farti un complimento, tortorella.»
«Hai bisogno di più pratica.»
Una smorfia maliziosa si disegnò sul suo volto: «Ah sì?»
La ballerina gemette esasperata e si voltò dall’altra parte, verso la sala dove la festa stava ancora continuando. Corrugò la fronte preoccupata quando vide Zakuro di nuovo impegnata in una fitta conversazione con quello che si era presentato con gli Ikisatashi per quella benedetta missione, e che pareva aver preso la modella troppo in simpatia per i suoi gusti. Kisshu seguì il suo sguardo, poi rise.
«Non devi preoccuparti, Eyner è uno a posto.»
«Detto da te, non è comunque rassicurante.»
L’alieno ghignò, poi con un cenno indicò la sala principale: «Forza, smettiamola di fare i guardoni, o ci perderemo la torta.»
Lei finì il suo bicchiere e annuì, incamminandosi davanti a lui. La folla, metà della quale era sconosciuta anche a lei, si stava radunando in cerchio nel mezzo del salone, lasciando lo spazio per l’enorme torta con decine di candeline scintillanti e un bel “dieci” piazzato in cima che Keiichiro stava portando fuori dalla cucina su un carrello.
Minto fece per virare decisa verso Zakuro, ma la mano di Kisshu si chiuse leggera attorno al suo polso, conducendola verso l’altro lato del cerchio, vicino a Retasu.
La verde sorrise contenta ai due nel momento in cui le luci si spensero per far risplendere le scintille sul dolce.
«Forza, venite qua! Dobbiamo spegnere le candeline!!» gridò estasiata Purin verso Ichigo e Ryo, che stavano entrando anch’essi.
Minto si scambiò un’occhiata con l’amica dai capelli rossi, che incastrò il braccio intorno al suo con un sorriso complice e la strinse mentre le cinque ragazze e i due americani si facevano più vicini alla torta. Lei alzò gli occhi al cielo, incrociò per un ultimo secondo lo sguardo di Kisshu, in prima fila insieme ai fratelli, poi sorrise a Keiichiro, che chiese loro: «Siete pronte?»
Loro annuirono poi, ridendo e gridando insieme agli invitati che esultavano applaudendo, soffiarono tutti insieme.
 
 
 
 
 
You look perfect tonight
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
§§§
 
Buonasera fanciullezzeeeeee :D Come avevo temuto, il nuovo album di Ed Sheeran ha fatto subito il suo dovere, e questa canzone che DOVETE ascoltare ha immediatamente fatto nascere questa cosa – che poi sia una schifezza, è una altra questione ^^’’’
Ho “rubato” l’amorevole Eyner da Ria, come saprete, perché ormai è difficile scinderlo da Zakuro XD
 
Spero di sentirvi presto!! Continuate a tifare per Ed Sheeran che qua ce n’è… :D
 
Bacioni!
 
   
 
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