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Autore: Recchan8    07/03/2017    1 recensioni
Lia è una giovane sostenitrice di AVALANCHE, un'associazione anti-ShinRa.
La sua vita cambia radicalmente quando, a causa di un malinteso, viene catturata dalla ShinRa e sottoposta all'intervento per diventare il primo SOLDIER donna della storia. Ma un Turk dai capelli rossi darà alla vita già sconvolta di Lia una svolta inaspettata.
[Storia ambientata agli inizi di Crisis Core]
Genere: Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Reno
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Reno appoggiò il bicchiere di vetro vuoto sulla scrivania ed espirò rumorosamente. Come diavolo ci era finito in quella situazione di merda? Tutti i suoi colleghi erano in missione mentre lui, lui e solo lui, era stato sospeso per quarantotto ore, segregato nel suo ufficio e costretto a bere uno scadente Whisky On The Rocks.
Era tutta colpa di Lia.
Avrei fatto meglio a ucciderla nel suo villaggio”, pensò con rabbia.
Si tolse la giacca nera, la appallottolò e la lanciò contro la porta. Si arrotolò le maniche della camicia fin sopra i gomiti e mise i piedi sulla scrivania, incrociando le dita dietro la nuca.
Nonostante avesse partecipato all'inseguimento e alla cattura della ragazza, Tseng lo aveva punito perché aveva disobbedito ai suoi ordini. Reno aveva provato a far valere il suo punto di vista, ovvero che un successo del genere doveva per forza contare di più di una piccola e banale insubordinazione, ma Tseng non aveva sentito ragioni.
-”Tu mi disubbidisci, io ti punisco”-.
-”Ha dimenticato il frustino, Master”- gli aveva risposto sghignazzando.
Perché non ride mai?”, pensò infastidito allungandosi per prendere la bottiglia di Whisky. Far ridere Tseng era diventato uno dei suoi obiettivi della vita. Nessuno l'aveva mai visto ridere, pochissimi sorridere. Elena si vantava spesso di essere stata “illuminata dal suo sorriso divino”, ma nessuno le credeva.
Quella si fa i peggio filmini mentali su Tseng”, pensò arricciando le labbra in una smorfia di disgusto.
Reno sapeva. Reno sapeva che Elena era segretamente innamorata di Tseng; ma sapeva anche che Tseng aveva un amore segreto, una fiamma di cui nessuno conosceva il nome o l'aspetto. Chissà come avrebbe reagito Elena se avesse scoperto che il suo adorato Tseng non la ricambiava... Il Turk dai capelli rossi sorrise malignamente. Dio solo sapeva quanto adorasse i pettegolezzi e quanto amasse mettere zizzania tra le persone.
Ma oggi sono in vacanza: niente guai, niente pettegolezzi, niente seccature”. Forse quei due giorni di ferie forzate non erano così male come pensava.
Alzò il bicchiere all'altezza degli occhi e lo scosse un poco per sentire il rumore che il ghiaccio produceva scontrandosi contro il vetro. Chiuse gli occhi e lasciò che il lieve e acuto tintinnio gli riempisse la mente.
Tanto ormai non sono più un essere umano, non ha più senso vivere”.
Spalancò gli occhi blu, sorpreso. Perse la presa sul bicchiere, che cadde sulla scrivania e si rovesciò. Reno scattò in piedi facendo rovesciare la poltrona e fissò spiritato il whisky che lentamente scivolava sul pavimento. Si guardò attorno in cerca di qualcosa con cui poter tamponare il liquido ambrato, e ripiegò sulle tende della finestra alle sue spalle. Nello stesso istante in cui Reno si era chinato per terra con un lembo delle tende scure in mano si aprì la porta del suo ufficio.
-”Chi cazzo è?”- ringhiò alzando la testa e facendo capolino da dietro la scrivania.
-”Cosa stai facendo?”- gli domandò Rude chiudendosi la porta alle spalle.
Reno si tirò su in piedi e si mise le mani sui fianchi, sbuffando. Gli indicò prima il bicchiere di vetro, poi il pavimento, e scrollò le spalle. Rude aggrottò le sopracciglia. Abbassò lo sguardo sui suoi piedi e vide la camicia del collega orribilmente appallottolata. Si chinò a raccoglierla e fece del suo meglio per sistemarla.
-”Non dovresti trattare così l'uniforme”- lo riprese con voce ferma e calma.
Reno fece roteare gli occhi e si passò pesantemente una mano sul volto.
-”E' mia, ci faccio quello che voglio”- borbottò. Spalancò la bocca e si batté una mano sulla fronte. Avrebbe potuto usarla per asciugare il pavimento e la scrivania! Perché non ci aveva pensato prima? Lanciò una rapida occhiata alle tende e sospirò. Pazienza, qualcuno prima o poi le avrebbe pulite.
Rude, in piedi e con le larghe spalle appoggiate alla porta, si guardò attorno e strinse le labbra. Qualcosa era cambiato nel suo collega, ma ancora non era in grado di capire cosa, come e perché. Anche Cissnei lo aveva notato ma, non conoscendo Reno come lo conosceva Rude, non si era mai sbilanciata nella diagnosi.
-”E' sempre stato un tipo fumino e imprevedibile; forse ci stiamo preoccupando per niente”- gli aveva detto la ragazza. Rude le aveva sorrise debolmente e aveva annuito anche se, in cuor suo, non era convinto delle parole della collega.
-”Sono venuto a vedere come stavi”- gli disse dopo un po'.
-”Seduto alla mia scrivania con un bicchiere di Whisky On The Rocks. Rovesciato. Stavo bene, direi”-.
Reno tirò su la poltrona e si sedette appoggiando i gomiti sulla scrivania. La superficie era appiccicosa a causa dell'alcool ma Reno non ci diede peso. Intrecciò le dita sotto al mento e indurì lo sguardo.
-”Aggiornami sulla situazione, Rude”- disse imitando Tseng.
-”Cosa vuoi sapere?”-.
-”Che ne so, raccontami qualcosa!”- sbottò mimando il “qualcosa” con le mani. -”Stasera ci facciamo un giro, ti va?”- aggiunse entusiasta.
Rude si sistemò gli occhiali sul naso e annuì. Forse non era così cambiato come pensava.
-”Sapevi che Lia è stata affidata a quel SOLDIER di prima classe che se ne va a giro con quell'enorme spadone?”-.
Rude vide la vitalità lentamente svanire dagli occhi blu dell'amico. Il suo sorrisetto furbo si trasformò in una smorfia irritata e lo vide serrare la mascella. Aveva detto qualcosa di sbagliato?
-”Reno...?”-.
-”Angeal Hewley, sì. Il maestro di Zack Fair”- disse a denti stretti. -”Mi sorprende che un imbecille come lui non sia ancora morto”-.
Rude spalancò gli occhi ma non si scompose. Si schiarì la voce e incrociò le braccia al petto.
-”Hewley è un SOLDIER di prima classe; non vedo come...”- iniziò.
-”Mi riferivo a Fair. Ovviamente”- lo freddò Reno accompagnando le parole con un'occhiata tagliente.
Rude aveva una domanda che gli ronzava in testa da un po'. Visto il recente comportamento di Reno, però, aveva finito col reputarla decisamente inopportuna e fastidiosa. Guardò il ragazzo dai capelli rossi versarsi un altro bicchiere di whisky e scolarselo in un sorso solo, alla goccia. Cissnei si sbagliava: c'era decisamente qualcosa che non andava in Reno, ed era arrivato il momento di fare luce sulla questione.
Rude abbandonò la sua statuaria posizione e si avvicinò alla scrivania. Reno lo guardò dal basso coi suoi affilati occhi blu.
-”Tu hai una strana ossessione per il mezzo-SOLDIER”- disse.
Reno alzò un sopracciglio e scoppiò a ridere. La sua reazione colse alla sprovvista Rude.
-”Una strana ossessione, dici? Suppongo si possa chiamare così la mia costante voglia di farle del male. E' colpa sua se mi ritrovo in questa situazione, sai?”-.
-”In realtà è colpa tua. Sei stato tu a renderla un mezzo-SOLDIER e, di conseguenza, un Turk”-.
-”Io le ho salvato la vita. Dovrebbe essermi debitrice”- ribatté Reno riducendo gli occhi a due fessure bellicose.
-”E' per questo che ce l'hai a morte con lei? Perché non ti ha ringraziato? Non guardarmi così, sto cercando di capire. Non hai mai pensato che forse avrebbe preferito la morte a una vita passata alle dipendenze del nemico?”-.
No, non ci aveva pensato. In realtà ancora non riusciva a capire cosa lo avesse spinto a liberare Lia dalle grinfie del professor Hojo. Nessuno lo sapeva. Sembrava essere un mistero grande quanto quello della creazione dell'universo.
-”Ti preferisco quando parli poco”- borbottò.
-”Immagino”- rispose Rude sorridendo.
Il cellulare di Reno prese improvvisamente a vibrare con insistenza. Il Turk dai capelli rossi allungò una mano e si portò il dispositivo all'orecchio.
-”Lo so: vuoi dirmi che Tseng ci ha ripensato e mi ha dato ragione. Ho indovinato, Hikari?”-. Si scambiò una rapida occhiata con Rude e sorrise sommessamente.
-”Direi di no”- rispose la ragazza dall'altro capo del telefono.
Rude vide il viso di Reno sbiancare di colpo. Il ragazzo riattaccò senza dire una parola e si precipitò fuori dal suo ufficio.
-”Reno!”- lo richiamò l'amico seguendolo subito. -”Cos'è successo?”-.
-”Il reparto medico SOLDIER!”- esclamò fermandosi in mezzo al corridoio. Si guardò attorno spaesato e si voltò verso di Rude. -”Dove cazzo è il reparto medico SOLDIER?!”-.
-”Credo...”- iniziò.
-”Dove cazzo è?!”- ripeté spazientito.
-”Seguitemi”- ordinò Cissnei passando a passo spedito davanti ai due. Reno non se lo fece ripetere due volte e Rude lo imitò. Affiancò la ragazza e si chinò su di lei.
-”Cissnei, cosa sta succedendo?”- le domandò sottovoce.
-”Sapevi che stamattina Verdant è partita per una missione di ordinaria amministrazione con Hewley e Fair?”-.
-”No, ma...”-.
-”Sono dovuti rientrare, a quanto pare a causa di una strana e improvvisa emorragia di Lia”-.
Il trio salì sull'ascensore. Cissnei premette il pulsante del piano SOLDIER. Quando le porte si riaprirono, Reno fu il primo a uscire.
-”La prima a sinistra, poi la prima a destra, terza a sinistra e prima a destra”- gli disse Cissnei.
Reno partì in quarta, avanzando di furia e prendendo a spallate chiunque si ritrovava davanti. Rude guardò Cissnei come in attesa di un oracolo divino. La ragazza dai capelli color miele fece spallucce.
-”Sei tu il suo migliore amico, non io”- si giustificò.
-”Perché Hikari l'ha chiamato?”-.
-”Oh, non lo sapevi?”- gli chiese sorpresa. -”E' stato lui stesso a chiederci di tenerlo costantemente aggiornato sui movimenti di Lia, visto che è costretto a due giorni di ferie”-.
L'ascensore alle loro spalle si aprì nuovamente. Il professor Hojo si frappose malamente tra i due Turk e li scansò con poco garbo.
-”Fatemi passare, non vedete che sono di fretta?!”- quasi gridò. -”La mia creazione, la mia creatura...!”- borbottò tra sé e sé prendendo quella che Cissnei riconobbe come la strada per il reparto medico.
-”Rude, credo che dovremmo seguirlo”-.

 

 

 

 

 

   
 
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