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Autore: simoasr94    07/03/2017    4 recensioni
TRATTO DAL PRIMO CAPITOLO:
Quel giorno Merlin decise che non poteva andare a lavorare, sentiva qualcosa di strano dentro di se,come una cosa che gli bruciava nel petto e allora si alzò di soprassalto, che stesse per accadere? Senza troppi convenevoli i suoi occhi diventarono d’oro e si ritrovò sulle sponde di Avalon. [...]
Ormai la giornata era quasi finita, Merlin avrebbe dovuto tornare a casa, ma non aveva la forza di alzarsi e l’unica cosa che poteva sentire erano gli occhi bruciargli per le troppe lacrime. Ci aveva creduto con tutto se stesso. Improvvisamente sentì dei passi dietro di se e una voce chiamarlo “Ehi.. ehi tutto bene?”, nel sentire quella voce sgranò gli occhi e sentì il cuore fermarsi, quella voce gli era rimbombata nella testa negli ultimi mille anni. [...]
Con tutta la forza che aveva in corpo si tirò sulle gambe, si asciugò le lacrime e con gli occhi ancora arrossati si voltò: era Arthur. Quando il moro si voltò Arthur sentì una fitta al petto e si bloccò, in quegli occhi c’era qualcosa che apparteneva anche a lui, che era suo da sempre, ma come poteva essere?!
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Galvano, Merlino, Morgana, Principe Artù, Un po' tutti | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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YOUR TOUCH IS MY MEMORY

QUATTORDICESIMO CAPITOLO


Arthur era arrivato al parco in orario come gli aveva chiesto Lancelot. Camminando vide che era già lì, chissà cosa doveva dirgli… sperava vivamente per lui che non c’entrasse Merlin o avrebbe reagito davvero molto male. Arthur era sempre stato un tipo possessivo, e ora che aveva riacquistato i suoi ricordi ricordava che lo era con Merlin molto più che con sua moglie e inoltre ricordava quanto lo infastidisse in silenzio il rapporto del cavaliere con il suo servitore. Erano molto amici e su questo non c’era dubbio, ma era un’amicizia diversa da quella che legava Merlin e Gawain, quella non lo turbava, si vedeva che era un’amicizia fraterna; ma quella con Lancelot… quando erano insieme sembrava che celassero un segreto dal quale tutti erano estromessi.

Se non fosse stato che Lancelot era innamorato di Gwen, Arthur poteva giurare che il cavaliere provasse qualcosa per il mago. E ora? Come stavano le cose in questa epoca?! Quando furono vicini si salutarono “Ciao” “Ciao Arthur” Lancelot sembrava un mix tra imbarazzato e preoccupato “Allora… che succede?” “Beh… ecco… non so esattamente come iniziare quindi inizierò dalla cosa più semplice…” Lancelot la stava prendendo alla larga, brutto segno. “Mi sono accorto della frecciatina che mi hai mandato riguardante il fatto di mettermi in mezzo alle tue relazioni e… voglio dire… a te piacciono gli uomini mentre a me piacciono le donne, per questo non riuscivo a capire il motivo per cui mi avessi detto quella frase… ma poi l’ho capito. Ti da fastidio il rapporto che sto instaurando con Merlin…” Lancelot fece una lunga pausa, come ad aspettare che Arthur intervenisse.

Ma il biondo rimaneva in silenzio e lo fissava, chiaro segno di sfida “… Arthur, voglio parlartene perché siamo amici da un’infinità di tempo e perché ti ho sempre rispettato molto. Ecco, il punto è che non so cosa mi stia capitando. Non mi sono mai piaciuti gli uomini e continuano a non piacermi, non mi sono mai sentito attratto da un uomo e non fraintendermi, io non mi sento fisicamente attratto da Merlin, ma… o mio dio non riesco neanche a dirlo ad alta voce..” “Dire cosa Lancelot!” Arthur stava andando su tutte le furie “… io provo qualcosa per Merlin. Non so neanche io cosa perché sono certo che non è attrazione sessuale. Ma, tutto di lui mi attrae: come si muove, come parla, i suoi occhi… è come se in lui vedessi qualcosa di mio. Io provo qualcosa… per Merlin, ma non so cosa. Io… Arthur mi dispiace, mi sento tremendamente in colpa per questo, non lo faccio apposta” aveva detto tutto d’un fiato e sentiva che se non respirava sarebbe svenuto. Arthur era da una parte incredulo di quello che sentiva mentre dall’altra sentiva la gelosia bruciargli dentro “Stai scherzando?” Lancelot lo guardò e si sentì vagamente intimorito “No Arthur… purtroppo no” “Cioè fammi capire… tu dici di non essere gay, però ci provi spudoratamente con il mio ragazzo pensando che io non me ne accorga, poi quando ti rendi conto che me ne sono accorto mi chiedi di vederci per dirmi che sei, non si sa in che modo, attratto da Merlin…” Lancelot abbassò il capo “Si…” disse con un filo di voce “No…” sorrise sarcasticamente Arthur “No… tu stai scherzando…” cercava con tutto se stesso di convincersi che fosse tutta una finta. “E quindi cosa vuoi da me?” “Non lo so, niente… io, Arthur io dovevo solo dirlo a qualcuno e considerando che Merlin è il tuo ragazzo mi sembrava giusto dirlo a te” “Grazie per la considerazione ma è completamente inutile. Lance; lascia stare Merlin.” Disse quella frase con una tale rabbia e possessione che Lancelot era davvero intimorito “Io… Arthur non so neanche come si fa, non lo faccio apposta” “Non mi interessa niente, devi farlo e basta! Lancelot: Merlin è tutto per me. Ma non è un modo di dire, non è come dire “non posso vivere senza di te” e dopo che ti lasci ti sbatti chiunque; io e Merlin non possiamo vivere separati. Non siamo nati per essere separati. Io e Merlin siamo una cosa sola da molto più tempo di quanto chiunque possa immaginare. Stiamo male se non stiamo insieme e si può anche dire che siamo “in pericolo” se stiamo separati. Può sembrare un discorso assurdo ma è molto più complesso di quello che pensi. Non c’è spazio per te. E mi dispiace parlarti in questo modo perché tu sei uno dei miei migliori amici, ma hai veramente una faccia tosta per venire qui a dirmi che sei attratto dal mio uomo. Tu hai Gwen, perché le fai questo?!” Lancelot rimaneva con lo sguardo dritto davanti a se, sembrava riflettere “… Sai, da quando abbiamo incontrato Merlin e tutti tra una battuta e un’altra abbiamo iniziato a parlare di vite precedenti mi sono andato ad informare. Ci sono milioni e milioni di casi in cui persone hanno affermato di essere certe di aver vissuto un’altra vita. E’ lo stesso per noi vero?! Abbiamo vissuto un’altra vita in cui ci conoscevamo tutti?” Lancelot non stava riflettendo ad alta voce, lo stava realmente domandando ad Arthur come se lui sapesse la risposta.

Dal canto suo Arthur sapeva che non poteva rivelare una cosa del genere; Merlin gli aveva spiegato che una persona normale sarebbe potuta impazzire ricordando un’intera vita passata. A lui non era successo perché era nato dalla magia stessa, ma gli altri… non potevano rischiare di perdere i loro amici più cari. Quindi per scoraggiare l’amico Arthur sorrise schernendolo “Tu stai delirando, Lancelot ma ti rendi conto di quello che dici? Anche se fosse possibile cosa vuoi che ne sappia io?” “E allora perché hai detto quelle cose: “siamo una cosa sola da molto più tempo di quanto chiunque possa immaginare” che significa?” “Senti, qui si sta andando fuori binario. Io non so cosa provi per Merlin e non mi interessa, ma ti ripeto, lascialo stare!” a quel punto Lancelot si alzò in piedi stanco di quel litigio “Arthur io non sono gay. Ti ho detto che sento attrazione per Merlin perché è la sensazione che provo, ma non è niente di fisico, sessuale o roba simile. Te l’ho già detto; nei suoi occhi vedo qualcosa di mio, e mi dispiace da morire per questo, non lo faccio apposta. Anche Gawain si sente legato molto a Merlin e…” “Si ma tra voi due è diverso. Gawain non si comporta come ti comporti tu. Il modo di fare di Gawain con Merlin non mi ha mai infastidito, il tuo si… molto!” “Arthur mi dispiace. Io amo Gwen e niente cambierà mai questo. E’ con lei che voglio stare e su questo non c’è dubbio, io… volevo solo chiarirmi con te” Arthur si massaggiò gli occhi con il pollice e l’indice come stanco. Da una parte c’era la sua incessante gelosia e possessione che pulsavano, dall’altra vedeva che quella di Lancelot era più una richiesta d’aiuto per capire cosa gli stesse succedendo che altro. Gli dispiaceva vedere il suo amico cosi, lui e Merlin sono sempre stati molto amici e doveva aspettarselo che o lui o Gawain, se non entrambi provassero qualcosa di strano guardando Merlin.

Arthur era un re, lo era nell’indole, nell’anima, non avrebbe mai smesso di esserlo nemmeno tra un milione di anni e sapeva che ora doveva comportarsi come tale “Ascolta Lance…” iniziò con calma “Io non ce l’ho con te. Certo non mi fa piacere che qualcuno sia in un qualche modo attratto da Merlin ma so anche con certezza che non è tua intenzione portarmelo via. Lui è tutto quello di cui io abbia mai potuto sperare per me, è per quello che al primo pericolo alzo una barriera in nostra difesa. Io capisco il tuo stato d’animo e mi dispiace. Se devo essere sincero, la prima volta che ho guardato Merlin negli occhi, quel giorno al lago, la prima cosa che ho provato è stata una frase che hai detto tu, dentro ai suoi occhi c’è qualcosa di mio. Io… non ce l’ho con te Lancelot e ti ringrazio per averne parlato con me piuttosto che con altri” Lancelot si sentì immediatamente più rilassato e tranquillo. Era orgoglioso di avere un amico come Arthur, era certo che ne esistessero pochissimi “Grazie amico, io ti giuro che non è assolutamente mia intenzione portarti via Merlin, anche perché non penso che lui voglia minimamente staccarsi da te. Mi permetterai ancora di essere suo amico?” Arthur lo guardò stranito “Lui non è di mia proprietà, non scelgo con chi può o non può essere amico. Ora che mi hai parlato e mi hai spiegato la situazione so che non devo preoccuparmi, che il legame che avete tu e Merlin è lo stesso che hanno lui e Gawain quindi non c’è bisogno che mi dia fastidio” Lancelot sorrise rilassato “Grazie amico, parlare con te mi ha fatto decisamente bene. Io ti voglio bene Arthur e voglio che la nostra amicizia non venga scalfita da nulla” Arthur sorrise e porse la mano a Lancelot in segno di pace “E’ tutto ok amico, anche tu sei importante per me. Davvero.” E lo pensava davvero, ma una parte di lui non poteva far a meno di sentirsi comunque stranito dalla situazione.

“Morgana, non verrò con te a fare shopping. Solo perché sono fidanzato con tuo fratello non significa che mi piaccia andare in giro per negozi” Mentre parlava al telefono Merlin sfogliava le pagine di un vecchio libro di Gaius. “Ma dai tesoro non devi farlo per te, devi farlo per me. Lo sai che ti voglio bene, ti sto chiedendo di accompagnarmi perché ti sei innamorato di Arthur, e questo conferma che hai buon gusto” entrambi risero al telefono finché Merlin disse “Sei incredibilmente convincente. Arthur fa bene quando ti chiama strega” Morgana fece un urletto di vittoria al telefono e i due si diedero appuntamento per la mattina successiva.

Poco dopo il mago sentì il campanello suonare e andando ad aprire trovò Arthur “Ciao bellezza, come è andata con Lancelot? Non guardarmi cosi, me lo ha detto Morgana, e mi ha anche estorto un’uscita per negozi domani mattina” Merlin era di buon umore ma vedeva che questa non si rifletteva in Arthur come succedeva di solito. Cosi si fece serio “Arthur… è successo qualcosa?” il biondo si sedette sul divano, stanco. “Tu non hai mai notato niente di strano nel comportamento di Lancelot nei tuoi confronti?” chiese secco “Beh… niente di diverso da come è sempre stato..” alché Arthur scattò “E come è sempre stato, a me da fastidio, e non lo sopporto” “Amore scusa… ma non ti seguo” ogni volta che lo chiamava cosi il re sentiva il cuore sciogliersi e questo riusciva sempre a farlo rilassare non poco “Lancelot mi ha chiesto di vederci, perché doveva confessarmi che prova qualcosa per te…” “.. cosa?” il moro non poté a fare a meno di ridere di cuore “Lancelot, Sir Lancelot quello innamorato di Ginevra da ben due vite? Dai…” Arthur lo guardò male, molto male… “No aspetta, amore non intendo dire che mi stai dicendo una balla solo che… mi sembra strano ecco… non mi risulta che Lancelot avesse inclinazioni maschili” Arthur adorava come Merlin riuscisse ad affrontare con calma e logica ogni problema. Appena si erano ritrovati non era cosi, era sempre nervoso e spaventato da qualcosa, ma ora era diverso, era come se Arthur fosse il suo unico tranquillante, Merlin era tranquillo e sereno perché Arthur era li con lui e per lui, per tutto il resto della loro vita. Mentre pensava queste cose Arthur non poté a far a meno di sorridere, erano una sola cosa e niente e nessuno poteva cambiare questo. Guardando Merlin negli occhi anche l’ipotesi “Lancelot rivale” diventava assurda “Diciamo che mi ha detto che prova qualcosa per te, ma non a livello sessuale o fisico, si sente legato a te da qualcosa che non riesce a capire e questo lo manda in confusione” Arthur fece una piccola pausa “Poi… mi ha detto una frase che è la stessa identica cosa che ho formulato nella mia testa la prima volta che ci siamo guardati negli occhi in questa epoca” Merlin lo osservava parlare, e lo trovava bellissimo. Arthur era una bellezza rara, unica. Era tutto quello di cui lui avesse mai avuto bisogno. Arthur era quella cosa che permetteva all’aria di essere respirata, guardarlo lo metteva in uno stato di tranquillità che Merlin non pensava avrebbe mai potuto provare di nuovo, Arthur era la certezza che tutto sarebbe andato per il meglio in ogni situazione, era quella certezza del “... vabbè, c’è Arthur” c’è Arthur. Arthur c’è ed è lì e sarà sempre lì. Arthur non se ne sarebbe andato. Se fosse stato per loro due Arthur non se ne sarebbe andato neanche la prima volta e li non c’entra niente il destino come tutti gli hanno sempre voluto far credere, quella volta è stato un suo errore per cui però sapeva di aver pagato un prezzo più che salato. Arthur è la sua più grande fortuna. Più della magia, più di qualunque cosa. Merlin sapeva che non avrebbe mai smesso di ringraziare sua madre per aver preso la difficile decisione di mandarlo a Camelot da quel vecchio amico dottore di corte, la corte con un re tiranno, un principe spocchioso e una principessa stupenda ma con un io troppo debole per poter sopportare l’incomprensione e il rifiuto.

Mentre pensava a tutto questo sentiva il cuore scoppiargli d’amore per quell’uomo che era davvero l’altra parte di se, e non era un eufemismo. Perché Merlin era esistito senza di lui, ma non aveva vissuto, non era niente, fino a quando non ha rincontrato quegli occhi davanti al lago che gli aveva prima tolto tutto e poi ridato tutto. “Cosa?” chiese al compagno mentre il flusso dei suoi pensieri cercava di scemare “Nei tuoi occhi c’è qualcosa di mio…” in quel momento si guardarono e i loro occhi trasudavano solo tanto amore “Sono io ad essere tuo!” sibilò il moro “Ed io tuo… è per questo che il solo pensiero che Lancelot potesse provare qualcosa per te mi stava facendo impazzire” ah già, Lancelot. Pensando ad Arthur e a quanto l’amasse Merlin perse il filo del discorso e solo ora si ricordò che stavano parlando di Lancelot che si sentiva legato a lui… “Beh Arthur… è normale che si senta legato a me, anche a Gawain succede la stessa cosa, molto di più rispetto a tutti gli altri e..” “… ma con Gawain è diverso. Gawain non si comporta come se ci provasse con te. Gawain ti ha preso da subito come sua spalla, suo amico fraterno e niente di più, mentre Lancelot… lui è cosi confuso..” “A Lance non piacciono gli uomini e lo sai anche tu. E’ con Gwen che è destinato a stare ed è cosi da sempre. Verso di me non ha quel tipo di sentimento” in quel momento a Merlin si accese la lampadina, capì che cosa differenziava il suo rapporto di oggi con Lancelot a quello con Gawain “Lancelot sa il mio segreto… è una cosa che ha reso il legame ancora più forte, forse più intenso… quando eravamo a Camelot era l’unico con cui potevo essere davvero me stesso, senza riserve. Lancelot pensa di provare qualcosa per me perché il nostro legame era reso più forte e profondo dal fatto che lui conoscesse il mio segreto”  “.. si ok non ha quel tipo di sentimento poi ora, come a Camelot, ogni volta ti parla con quella voce calda e suadente, ti fissa, pensi che non mi sono accorto che ti fissa…” “… so cosa succede a Lancelot” lo interruppe bruscamente Merlin. Arthur lo guardò con faccia interrogativa invitandolo a continuare “Lancelot ha sempre saputo il mio segreto… è per questo che lui sta reagendo peggio” “Aspetta, che cosa?? Lancelot lo sapeva?? Lo ha sempre saputo??” Arthur sentiva la rabbia salire “Beh… lo ha scoperto appena arrivato a Camelot; mi ha sentito pronunciare un incantesimo, per sconfiggere la bestia errante… ricordi?!” Arthur ricordava quel momento, ricordava la rabbia che lo assalì quando trovò Lancelot dormire in camera di Merlin, la prima volta che lo vide. Non riuscì a capire cosa accadde dentro di lui, si sentiva tradito. Sapere che l’uomo che amava aveva condiviso una cosa cosi intima di se stesso, cosi intrisa del suo essere con qualcuno che non fosse lui gli faceva incredibilmente male “Quindi è questo…” iniziò Arthur. Non riusciva a nasconderlo, il suo sguardo era ferito e Merlin capì che quella scoperta per lui era stato un grande smacco “Arthur..” “No, no, aspetta…” lo interruppe il re “… sai posso capire Gaius. Era il tuo mentore, si prendeva cura di te. Ma Lancelot… non ci posso credere” il biondo era immobile, aspettando che Merlin gli dicesse qualcosa, qualsiasi cosa che lo facesse calmare “Arthur, non potevo negare, mi aveva sentito pronunciare un incantesimo.. cosa avrei dovuto dirgli?! No Lance, hai sentito male?” “Ma sei serio, tutto qui?! Bastava che chiunque ti sentisse e avresti confessato? Quindi la mia sfortuna è stata non essere attento o non essere degno?! No per capire. Pensavo di contare qualcosa per te” “Contare qualcosa per me? Arthur tu sei tutto per me… lo sei sempre stato” a Merlin iniziava ad incrinarsi la voce, perché Arthur lo stava trattando cosi?! Addirittura mettere in dubbio il suo amore “Sai… io capisco perché non me lo hai detto, ne abbiamo parlato mentre eravamo diretti ad Avalon e non ce l’ho mai avuta con te per questo. Ma il fatto che Lancelot lo sapesse. E’ pari ad un tradimento per me, scusami Merlin” cosi dicendo prese la sua giacca e se ne andò, lasciando il moro in piedi in mezzo al salone senza saper che fare “Asino del cazzo!” e cosi dicendo Merlin diede una manata al bicchiere che era vicino a lui facendolo cadere a terra in mille pezzi.

Arthur era furioso, un po’ con se stesso per come aveva appena trattato l’uomo della sua vita, un po’ perché non poteva farci niente, si sentiva tradito come mai prima. In confronto quello che gli aveva fatto Gwen non era nulla. Ripensò a tutte le volte che li aveva visti a ridere, mille anni fa, magari scherzavano di un incantesimo che Merlin aveva appena fatto, oppure gli stava dicendo che per non farsi scoprire da lui o da Uther si era inventato delle balle assurde a cui non aveva creduto nessuno. Erano cosi complici. Una complicità su cui Arthur era sempre stato convinto di avere l’esclusiva, ora si sentiva cosi stupido. E ora? Magari se non ci fosse Gwen, Lancelot potrebbe portargli via Merlin. Anche solo il pensiero gli sembrava folle perché sapeva quanto era importante per Merlin, ma la sua gelosia in quel momento sembrava avere la meglio ed ogni cosa anche ovvia veniva messa in discussione. Si sentiva confuso e incredibilmente arrabbiato. Camminava senza una vera meta quando davanti a lui si materializzò Merlin. Ad Arthur quasi venne un colpo, “Ma sei matto?! E se ti vede qualcuno?!” “Userò il flash per fargli scordare cosa hanno visto come i Man in Black” Merlin rispose seccato, decisamente seccato. Quando Arthur fece per dire qualcosa Merlin glielo impedì “Ora stai a sentire me brutta testa di fagiolo. Con me non fai le tue sparate in grande stile e poi esci di scena sbattendo la porta come in un film anni 50. Ti senti tradito da quello che ho fatto, beh lo sai come mi sentivo io a quei tempi? Solo! Solo da far paura. Ero costretto a nascondermi sennò Uther mi avrebbe fatto zompare la testa, ero preoccupato perché provavo qualcosa per te e avevo paura che mi avresti schifato su ogni fronte; primo perché ti amavo e secondo perché ero uno stregone. Sai cos’è stato Lance?! Uno sfogo! Poterlo dire a qualcuno che si sarebbe poi trovato cosi vicino a te per me era una mezza liberazione. Sai quante volte mi ha detto di dirti tutto?! Un’infinità. Ma io mi sono fatto mangiare vivo dalla paura perché la verità è che per te avrei rinunciato a tutto quello ero. Lo farei anche adesso. Farei tutto per te, rinuncerei a tutto e… cazzo farei qualsiasi cosa. E tu te ne vai da casa mia dicendomi che ti senti tradito. Sai che ti dico?! Ti amo, ti amo da fare schifo, ma vaffanculo!” Merlin era furioso, mentre parlava delle lacrime amare avevano iniziato a solcare le sue guance e quando era intento a girarsi per andarsene e abbandonarsi ad un pianto liberatorio, Arthur lo trattenne per un braccio e con poca delicatezza lo attirò a se per chiuderlo in uno degli abbracci più soffocanti e rigeneranti che entrambi avessero mai provato. Avevano i visi nascosti uno nell’incavo del collo dell’altro. Merlin per fermare le lacrime aveva iniziato a stringerlo fortissimo a se perché sapeva che per quanto lo faceva incazzare era l’unico che potesse calmarlo. Arthur mentre ricambiava la forza di quell’abbraccio, senza preoccuparsi se potesse o no fargli male, si sentiva un’idiota, si era comportato come un bisbetico geloso senza chiedere nulla a Merlin ma limitandosi a sentenziare “Sono passati secoli ed ho ancora cosi tanto da imparare. Ti amo vita mia, ti amo tantissimo” Arthur sperava che quelle parole potessero chetare la rabbia di Merlin, ma lui non si mosse, non rispose.

Il biondo sentì per tutto il corpo cospargersi un formicolio ma non riuscì a capire cosa stesse succedendo “Chiudi gli occhi” fu l’unica frase che Merlin formulò. Quando il biondo li riaprì si trovavano in un giardino, un posto bellissimo, lontano da ogni tipo di caos. Merlin delicatamente sciolse l’abbraccio e lo guardò “Dove siamo?” chiese Arthur guardandosi intorno rapito “Questo è stato per molti anni il mio angolo di paradiso” Arthur lo guardò con aria decisamente interrogativa “Siamo in Spagna, Arthur. Mi ero ripromesso che ti avrei portato qui per farti vedere i luoghi dove ho vissuto. Le persone che ho conosciuto. E l’ho fatto” disse il moro con un sorriso puro in volto. Il biondo rimase in silenzio a fissarlo. Il cuore gli stava battendo all’impazzata, per la prima volta in vita sua si sentiva emozionato, commosso “E’ il tuo modo per dirmi che mi perdoni per essere stato una testa di fagiolo?” chiese il Re “E’ il mio modo per dirti che non ti libererai mai di me, per quanto possiamo incazzarci a vicenda” rispose il mago; il biondo sorrise e si avvicinò delicatamente per baciarlo“Ti amo” “Io ti amo. Vieni, devi conoscere una persona. Gli portavo la posta. E’ una vecchietta troppo carina, è nordirlandese. Attento ai suoi abbracci però, potrebbe stritolarti.” Cosi dicendo i due uscirono dal giardino. Arthur notò che si trovava all’interno di quello che doveva essere il parco del paese; Merlin si era fatto il suo angolo di paradiso lontano dagli occhi di tutti. Iniziarono a gironzolare mano nella mano, durante il tragitto Merlin gli aveva raccontato di ogni angolo di quel paese “Dopo mangeremo la paella di Diego, in quel ristorante lì. Non ha rivali fidati” Arthur si sentiva estasiato da tutto quello che vedeva. In confronto a Londra quel paesino era minuscolo, ma gli dava un senso di calore e familiarità che Arthur non se ne sarebbe mai voluto andare. Mentre camminavano, arrivati davanti ad una porta in vietta decisamente rurale a Merlin arrivò un pallone tra i piedi. Alzò gli occhi e incontrò quelli di un ragazzino bellissimo, carnagione olivastra ed enormi occhi scuri “Merlin!!!” urlò il piccolo con una stupenda calata spagnola. “Gonzalo! Còmo estas? Tu abuela?” chiese Merlin. Arthur lo guardava estasiato mentre parlava con quel bambino che nel momento che lo aveva rivisto si era illuminato “En casa” rispose. Si dissero anche altro ma dire che Arthur non capiva una parola era un eufemismo. Quando il ragazzino tornò a giocare con i suoi amici Merlin si girò verso il compagno, Arthur aveva uno sguardo rapito “Parli benissimo. Cosa vi siete detti?” “Gli ho chiesto se sua nonna era in casa. E gli ho chiesto come stava. Per dopo abbiamo già un impegno: dobbiamo andare a giocare con Gonzalo e i suoi amici.” Cosi dicendo sorrise ad Arthur che sembrava entusiasta dell’idea. Quando bussarono alla porta una donnina mingherlina e delicata andò ad aprire “Hola!” disse prima di vedere chi era “Merlin. Ragazzo mio come stai? Che bella sorpresa” “Daisy” disse Merlin con la voce colma di affetto, abbracciando la nonnina “Vi avevo promesso che sarei tornata a trovarvi. Come state?” “Molto bene” rispose la signora, spostando poi lo sguardo sul Re “Tu devi essere Arthur. Dai entrate vi offro qualcosa da mangiare”. Mentre si trovavano all’interno della casa Merlin notò quanto tutto era come lo aveva lasciato e quanto tutto fosse cosi naturale “Abbiamo incontrato Gonzalo fuori, si sta facendo davvero un ometto, e sta diventando bravo con il pallone” disse Merlin sedendosi al tavolo del salone come se fosse la cosa più naturale del mondo “Si… dice che giocherà con Messi un giorno. È una forza della natura quel bambino. Vi ha già scucito una partita a calcio?” i giovani sorrisero come per confermare che si, lo aveva fatto. Arthur si sentiva lievemente in imbarazzo seduto al tavolo di quella signora, ma una parte di se invece  si sentiva incredibilmente a suo agio. “Daisy” pronunciò Merlin “Ve lo avevo detto che ve lo avrei portato…” disse prendendo la mano di Arthur. La signora dall’altro lato del tavolo si allungò per prendere tra le sue esili mani quelle unite dei ragazzi “Te lo avevo detto che facevi la cosa giusta Merlin. Basta guardarvi per capire che eravate destinati l’uno all’altro. Sono molto felice per voi ragazzi. E tu biondino…” disse rivolta ad Arthur “… vedi di trattarmelo bene al mio Merlin altrimenti ti ritroverai contro un intero paese catalano” il biondo rise “Può stare tranquilla Daisy, Merlin è tutta la mia vita e trattarlo male è l’ultimo dei miei intenti” la signora li guardò soddisfatta. “Sai Merlin credo che ora faremo una petizione per farti tornare qui. La postina che c’è ora è sempre imbronciata. Rifiuta i dolci di tutti. Io personalmente non glieli ho mai offerti, sei tu il mio gioiellino non quella scorbutica lì” Merlin in risposta rise sonoramente. Daisy era piuttosto rigida quando decideva che qualcuno non gli piaceva. “Vi fermate per pranzo?” chiese speranzosa la signora “A dire il vero ora abbiamo una partita che ci aspetta ed in cui con molta probabilità saremo stracciati. E poi volevo portare Arthur da Diego. Sa, la sua paella va provata almeno una volta nella vita” l’anziana sorrise “Si sono d’accordo. Fate bene allora” in quel momento la voce di Arthur si fece spazio “Perché non viene con noi?” tutti e tre si guardarono “Beh… Juan è da nostro figlio e non tornerà prima di questo pomeriggio. Si caro,mi farebbe davvero piacere”.

Giocando a calcio Arthur non si era mai divertito cosi tanto. Non capiva nulla di quello che dicevano quei ragazzini, e i ragazzini non capivano lui, ma il bello del calcio è proprio questo: non bisogna capirsi con le parole, basta l’amore per il pallone. Avevano fatto due partite, in cui Merlin ed Arthur erano stati in squadre separate. Bisognava ammettere che la coppia d’attacco Arthur-Gonzalo era devastante. Erano forti davvero. Dopo l’ennesimo gol in cui Arthur si era inginocchiato ad abbracciare il giovanissimo compagno, Gonzalo lo guardò e gli disse indicandolo “Neymar”, Arthur lo guardò e aprendogli la mano per avere un cinque gli ripose “Messi”. Il ragazzino si era molto legato al biondo tanto che finita la partita invece di rimanere con i suoi amici aveva chiesto se poteva andare a pranzo con loro e la nonna.

Trascorso il pranzo, in cui Arthur cercava con non poco imbarazzo di imparare qualche parola in spagnolo, facendo ridere come un matto il ragazzino, i due decisero di tornare a casa, a Londra. Gonzalo era tristissimo all’idea di lasciare Merlin e il suo nuovo grande amico inglese “Merlin” lo chiamò Arthur chinandosi verso il bambino “Puoi farmi da traduttore?” il moro acconsentì “Gonzalo, ti prometto che io e Merlin torneremo molto presto a trovarti. Sei uno dei calciatori più forti con cui abbia mai giocato e quando tornerò ti porterò una maglietta di qualsiasi giocatore che gioca in Inghilterra che tu voglia. Chi ti piace?” quando il mago tradusse il tutto Gonzalo sembrò illuminarsi “Ibrahimovic”: risposta che non aveva bisogno di traduzione. E poi il bimbo continuò “Davvero tornerai a trovarmi?” gli tradusse Merlin “Ma certo piccoletto, e se i tuoi genitori acconsentiranno io e Merlin ti faremo stare un po’ con noi a Londra e ti faremo visitare lo stadio del Chealsea o quello dell’Arsenal, che ne pensi?” Gonzalo abbracciò Arthur fortissimo dicendogli “Ti voglio bene Arthur” il biondo sorrise “Ma sei bravissimo. Imparerai prima tu la mia lingua che io la tua” Merlin continuava a tradurre il tutto vedendo che i due non riuscivano proprio a staccarsi “Dai Re Arthur, dobbiamo andare davvero” disse ad un tratto rivolto al biondo. Il ragazzo si alzò dirigendosi verso Daisy “Signora, grazie mille per la vostra ospitalità” “Grazie a voi per essere venuti” iniziò la signora stritolando Arthur in uno dei suoi abbracci “Ho sentito quello che hai detto al mio nipotino, non credo che i suoi genitori si opporranno a farlo stare qualche giorno con voi dopo che vedranno quanto è legato a voi e soprattutto quanto io metterò una buona parola” disse facendo ad entrambi l’occhiolino “Grazie mille” risposero gentilmente. Dopo mille convenevoli i due tornarono nel parco, entrando nel posto segreto “Merlin…” iniziò il biondo “… grazie per avermi portato qui, per avermi reso partecipe di…. Di tutto questo. Di Daisy e Gonzalo, di Diego e la sua paella, del sampietrino dove si sei ammazzato con la bicicletta e che ancora si ostinano a non voler aggiustare; io… io guidavo un regno eppure non mi sono mai sentito cosi parte di qualcosa, e questo… questo è sempre successo solo grazie a te” il biondo fece una piccola pausa per poi continuare “Ti amo Merlin”.

Il moro, commosso da quelle parole lo abbracciò e gli sussurrò “Sei pronto a tornare?” il biondo chiuse gli occhi poggiando la testa nell’incavo del collo del mago “Vai!” in un attimo si ritrovarono nell’appartamento di Merlin. Sentivano suono provenire dal tavolo della sala, era il cellulare. Li avevano entrambi dimenticati li e prendendoli trovarono centinaia di chiamate tra Morgana, Gawain, Lancelot e Percival “Cazzo…” disse Arthur prendendo il telefono “… ci uccideranno… che cosa ci inventiamo?” il moro rimase in silenzio a pensare “Ottima domanda…. Allora… fuga romantica?” il biondo lo osservò sedendosi sul divano “Scontato ma… plausibile” disse attirando il moro verso di se facendolo mettere a cavalcioni sulle sue gambe “mmm Pendragon… non tentarmi…” “Beh…” mentre il biondo iniziò a parlare il telefono di Merlin suonò di nuovo e sul display spiccava il nome di Gawain “Devo rispondere per forza… sentirai le urla ora…” aprì la chiamata “Pronto” “MA CHE CAZZO DI FINE AVETE FATTO BRUTTI PSICOPATICI!!! CI AVETE FATTO INFARTARE! PENSAVAMO VI AVESSERO RAPITO, UCCISO, CHE FOSTE FINITI SOTTO UN CAMION. MA CHE VI DICE LA TESTA? STAVAMO PER CHIAMARE LA POLIZIA, I SERVIZI SEGRETI, LA CIA… NON ME LO ASPETTAVO UN COMPORTAMENTO COSI DEGENERE DA TE MERLIN. LO SAI CHE TI DICO?! NON TI PERMETTERO’ PIU’ DI ESSERE IL MIO MEDICO PERSONALE E NON TI TRATTERO’ PIU’ COME LA MIA PRINCIPESSINA INDIFESA MA TI LASCERO’ IN BALIA DEL PERICOLO E DEL MONDO INTERO” Merlin aveva staccato il telefono dall’orecchio e le urla del giovane potevano distinguersi tranquillamente “Te lo avevo detto” aveva sussurrato Merlin verso Arthur che rideva di gusto “Gawain… Gawain calmati. Scusami se non ti ho avvisato. Ma Arthur… ha deciso di farmi una sorpresa e mi ha portato fuori città per passare la giornata insieme. Siamo usciti in fretta e furia e abbiamo entrambi dimenticato i telefoni” “Si certo, dimenticato!!! E io sono etero. Sei un idiota Merlin, potevi almeno avvisarmi. O avvisare qualcuno di noi. Ci avete fatto preoccupare da morire” il tono di Gawain era davvero preoccupato “Amico, mi dispiace… ti prego non smettere di essere il mio cavaliere, ho bisogno di della tua protezione. Che ne dici se stasera ci andiamo a prendere da bere tutti insieme al pub, almeno ci faremo perdonare. Si ok, alle undici. Dirò subito ad Arthur di chiamare Morgana. No Gawain non se ne parla, non faremo una penitenza per punizione anche perché non mi fido delle tue idee. Ciao amico, a stasera. Si, ti controllerò la ferita all’occhio, ovviamente” Riagganciando il telefono tirò un sospiro di sollievo. “È andata, ora chiama tua sorella” il biondo acconsentì dicendo che doveva comunque passare a casa. quindi salutò il compagno dandogli appuntamento per la sera. Appena il biondo uscì dall’appartamento Merlin sentì il telefono squillare di nuovo, accorgendosi che a chiamarlo è un numero che non conosce. “Pronto…” risponde con voce incerta “Merlin, ciao. Sono Mordred. Scusami se mi sono permesso ma ho preso il tuo numero dal telefono di Morgana…” il giovane fece una pausa e Merlin intervenne “Mordred… ciao, ho già chiamato Gawain per scusarmi per essere spariti…” “Si… in realtà ti chiamavo per un’altra cosa… io…” la voce di Mordred sembrava incerta “… potremmo parlarne davanti ad un caffè? Per telefono non mi va molto” “Certo, ci vediamo all’Avalon tra mezz’ora ok?!” il ragazzo non si aspettava quell’assenso immediato e ne rimase colpito “Si, grazie mille. A tra poco allora” riagganciando Merlin sentì qualcosa di strano in sé. Era certo che Mordred gli voleva parlare della loro situazione.
 


* Messi e Neymar sono due attaccanti della squadra spagnola del Barcellona
* Ibrahimovic è un giocatore della squadra inglese del Manchester United
* Chelsea e Arsenal sono due squadre i cui stadi si trovano a Londra
 
Angolo autrice:
 
Eccoci qui con l’aggiornamento. Merlin lo aveva detto che avrebbe portato Arthur in Spagna, detto fatto e senza pagare il biglietto! Spero che la storia continui ad essere di vostro gradimento, siamo quasi in dirittura d’arrivo. Grazie a chi ha inserito la mia ff tra le preferite, le seguite o le ricordate, siete davvero molti e non me lo aspettavo e dire che la cosa mi ha commosso è poco. Un grazie speciale a chi recensisce, i vostri consigli sono sempre molto importanti per me. Alla prossima, cercherò di non far passare molto tempo, promesso. Un bacione a tutte/i
   
 
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