Serie TV > Sherlock (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: Lory221B    07/03/2017    6 recensioni
La vita trascorreva tranquilla al 221B. Sherlock cercava nuovi modi per non annoiarsi e John evitava che i passatempi ricreativi del marito distruggessero l'appartamento. Poi, una mattina come tante, la figlia di John si presentò in Baker Street, con una lieta e sconvolgente notizia.
(johnlock) (non tiene conto degli eventi della quarta stagione)
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro personaggio, Irene Adler, John Watson, Mary Morstan, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Signore e signori, visto che questa storia manca su questi schermi da qualche mese (mea culpa) credo sia necessario un breve riassunto delle puntate precedenti. Sperando siate ancora tutt* qui in trepidante attesa di scoprire cosa succederà ancora al povero John, un abbraccio grande e BENVENUTI AL CAPITOLO FINALE (ma non temete, ci sarà un epilogo)

Previously on “Ti presento i miei”
Grace, la figlia appena diciottenne di John e Mary, annuncia non solo di volersi sposare ma che il futuro marito altri non è che il figlio di Irene Adler. Come se non bastasse, Mycroft comunica a Sherlock e John che la Donna probabilmente è coinvolta in una serie di furti e un invito a pranzo nella villa di famiglia si rivela un’ottima occasione per indagare. Almeno per Sherlock lo è, per John è solo un modo per mettere alla prova i propri nervi incontrando prima Irene, poi un quasi ex di Sherlock e alla fine scoprendo un’amara verità: Christopher, il futuro sposo, ha un padre segreto e inaspettato.



Cap. 6 - Furti, ricatti e oggetti contundenti

John non era sicuro se fossero passati secondi, minuti od ore da quando avevano abbandonato la panchina nel parco e si erano chiusi in camera a riflettere. Il bisogno di Sherlock di pensare era naturalmente diverso da quello del marito, cosa che si evinceva già da come si erano sistemati nella stanza. Sherlock era seduto sul letto, schiena alla testiera gambe incrociate e sguardo acuto, mentre John era gettato scompostamente di traverso sul materasso, fissando il soffitto alla ricerca di un’imperfezione nella pittura che lo distraesse dagli ultimi nefasti pensieri.

« Il figlio di Moriarty » ripeté il dottore ancora una volta, quasi una litania.

« Ripeterlo all’infinito non farà cambiare la situazione »

John si alzò di scatto, sorprendendo anche lo stesso Sherlock, che quasi si appiattì contro la testiera dallo stupore.

« E se fosse un suo piano? Se Christopher sapesse di essere figlio di Moriarty e stesse cercando un modo per vendicare la sua morte? » Il pensiero galleggiò in aria, pesante come l’affermazione che il dottore aveva sputato fuori.

« Ammetto di averlo pensato anch’io, ma onestamente non mi sembra abbia la stessa indole di Moriarty »

« Sherlock, ti ricordi Jim l’informatico o Richard Brooks? Ti sembravano pericolosi? Pensaci, quale piano migliore per vendicarsi che corteggiare nostra figlia e attirarci tutti qui? » affermò concitato.

“Nostra figlia”, accadeva ogni tanto che John si riferisse a Grace così, come se fosse figlia di lui e Sherlock, e il detective continuava a trovarla sempre una cosa per cui emozionarsi. Non aveva mai raccontato a John i sentimenti contrastanti che lo avevano invaso la prima volta che aveva visto  la neonata in braccio a Mary, un misto di malinconia e tristezza per l’evento che credeva avrebbe allontanato definitivamente il suo grande amore, condito  al contempo dalla felicità per John, a cui augurava tutto il meglio.

Sherlock era stato troppo offuscato dai sentimenti per John per notare che anche il dottore era pervaso di allegria e amarezza. Fortunatamente Grac enon aveva mai incolpato il detective di niente, nonostante Sherlock fosse stato, suo malgrado, la causa della separazione dei genitori. Ne avrebbe avuto tutto il diritto, invece aveva sempre voluto bene al folle marito del padre e lui non poteva che esserne grato e riconoscente. L’avrebbe protetta in ogni caso, perché aveva promesso che ci sarebbe stato per tutti e tre, perché era la figlia di John e questo contava più di ogni altra cosa, ma l’affetto naturale che aveva per lei aveva consolidato ancora di più il rapporto.

« John, condivido la tua preoccupazione ma dobbiamo essere cauti. Se entriamo in salotto e puntiamo il dito contro di lui senza motivo, Grace davvero non ci parlerà più » affermò il detective.

« Cosa proponi? »

« Andiamo a cena e mantenendo la calma poniamo qualche domanda »

« Sai, credo di non avere più l’età per questo genere di cose » affermò sconsolato il dottor Watson, prima di ricevere un inaspettato abbraccio consolatorio.

« Ne abbiamo passate di peggio » rispose il detective stringendo più forte il marito. Gli abbracci non arrivavano spesso, per questo quando accadeva era ancora più prezioso. Rimasero così qualche secondo, prima di decidere che era ora di entrare in azione.

Scescero le scale in maniera molto differente, Sherlock era concentrato e lucido, attento e pronto, mentre John trascinava una gamba davanti all’altra, mani in tasca e uno sbuffo ogni tre gradini.

« John, ho un’idea » affermò improvvisamente il detective « Chiamo Mycroft e chiedo conferma, tu vai a fare quello che si fa di solito agli eventi sociali »

« Chiacchierare? » Rispose John ma Sherlock stava già cercando il nome del fratello nella rubrica del telefono agitando la mano davanti al marito, come a fargli capire di annoiare qualcun altro.

John scosse il capo e si appoggiò stancamente alla parete dietro di lui. Alzò lo sguardo verso l’alto, attirato dalla luminosità del gigantesco lampadario d’ingresso e quando riportò lo sguardo in basso si trovò davanti Victor, con la sua chioma bionda e il sorriso Hollywoodiano.

« Vorrei conoscere meglio il padre della sposa » fece l’uomo, cordialmente. John cercò di rilassarsi, forse stava esagerando nel vedere nemici ovunque e non era tanto strano che volesse conoscerlo, d’altronde avrebbe celebrato il matrimonio.

« Certo, mi spiace di essere stato un po’ assente in realtà »

« Problemi? » chiese, con un tono che ebbe la capacità di innervosire nuovamente John.

« Problemi di coppia, intendo » aggiunse Victor e John provò a far finta di non aver sentito, perché non aveva motivo di sentirsi minacciato né di farsi manipolare da un pastore anglicano ma forse mettere le cose in chiaro lo avrebbe fatto sentire meglio.

« Hai mai letto il mio blog, Victor? Se lo avessi letto sapresti che non esistono problemi di coppia tra me e Sherlock. Litighiamo, Sherlock mette il muso e io sbatto la porta, poi uno dei due dice qualcosa di buffo o fa qualcosa di carino o semplicemente c’è un nuovo caso e un nuovo psicopatico minaccia Londra e tutto torna al suo posto, come una normale coppia, per cui vai a ondeggiare la chioma da un’altra parte » concluse, con un’espressione che il detective avrebbe definito Watsonesca.

Si allontanò, felice di aver detto in faccia a qualcuno quello che pensava, finalmente, senza dover fingere che tutto andasse bene. Si diresse verso il corridoio dove era sparito il marito, quando intravide un’ombra che si aggirava furtiva. Si nascose velocemente in una nicchia accanto a una delle armature che arredava la villa dei Von Ormstein. Non si trattava di Sherlock, avrebbe riconosciuto la sua ombra tra mille, pertanto l’unico presente in casa che avesse la corporatura per essere il proprietario di quell’ombra era proprio Christopher, suo futuro genero e figlio del diabolico Jim Moriarty.

Vide il ragazzo uscire da una camera e percorrere il corridoio, sembrava avesse qualcosa in mano ma dalla distanza dove si trovava non era certo di che cosa fosse, fatto che gli fece ricordare la litania del marito che lo invitava ad andare dall’oculista.

Sherlock uscì distrattamente da una camera, con il cellulare ancora in mano e lo sguardo perso tipico di quando rifletteva su qualcosa e quello che John vide, o almeno credette di aver visto, fu Victor che alzava un braccio con quel qualcosa in mano che poteva essere un oggetto contundente e si preparava a colpire il detective. Fu un attimo, John si avventò senza pensarci contro il genero, colpì il braccio e lo bloccò contro il muro.

Solo dopo notò lo sguardo terrorizzato del ragazzo, le braccia di Sherlock che lo trascinavano indietro, il cellulare del marito che era volato per aria e il presunto oggetto contundente a terra.

Sherlock si chinò a raccogliere la scatola portasigarette di Christopher e la pose al ragazzo « Scusa, John ha qualche problema con i fumatori » esordì Sherlock e John, che si sentiva l’essere più stupido dell’universo, quasi scoppiò a ridere « Comunque non dovresti fumare di nascosto, tua madre sa che fumi e anche Grace » aggiunse il detective, facendosi serio.
Christopher fissò entrambi spaesato, prese il portasigarette e ritornò velocemente da dove era venuto.

« John, eviterò di dirti quanto le tue azioni stiano superando ogni limite di follia »

« Credevo volesse pugnalarti »

« Con un portasigarette? » chiese spazientito.

« Credevo fosse un coltello. Lo so, devo mettermi gli occhiali. Così sembrerò un vecchio nerd » commentò, senza guardare il marito e sperando che Cristopher non fosse corso da Grace a raccontare l’ultima stramberia del padre pazzo.

***** * *****

Qualche ora dopo erano nuovamente riuniti con il resto della famiglia, seduti a cena attorno ad un tavolo imbandito come mai era capitato di vedere ai coniugi Holmes Watson. La sfortuna volle però che nessuno dei due avesse particolarmente fame, anzi soprattutto lo stomaco del dottore era chiuso come mai gli era capitato nella vita. Continuava a passare nervosamente in rassegna gli ospiti, cercando un indizio, qualunque cosa che confermasse la sua teoria sulle cattive intenzioni di Christopher. Nonostante le convinzioni di John, il ragazzo sembrava davvero non  nascondere alcun lato oscuro.

« John, non hai toccato l’antipasto e tra poco arriverà il primo » sussurrò Mary al suo fianco « Addirittura Sherlock si è sforzato di mandare giù qualcosa. Pensa a Grace per favore »

« Fidati, ci penso »

« Mi spiegate cosa succede? »

John balbettò qualcosa che l’ex moglie comprese subito essere una scusa mal costruita che nascondeva una preoccupante bugia; se nessuno aveva voluto metterla al corrente c'era qualcosa che non andava.

« Stavo pensando » esordì Irene Adler, mordendosi un labbro con un certo nervosismo del tutto inaspettato, spiazzando anche Sherlock che improvvisamente fu molto interessato da quello che la Donna avrebbe rivelato « Che forse dovremmo essere tutti più onesti e ammettere che tutti crediamo che questo matrimonio sia decisamente affrettato»

« Cosa? » chiese Christopher, guardando la madre come se la vedesse per la prima volta.

Sherlock, John, Mary, David e anche padre Victor si fissarono perplessi, finché il padre della sposa non ruppe il silenzio  « Non credevo lo avrei mai detto ma sono d’accordo con Irene »

« John » tuonò Mary, cercando un inutile appoggio in Sherlock che si era completamente isolato dalla conversazione e stava cercando di dedurre il perché la Donna avesse fatto quella scelta, cosa fosse cambiato nelle ultime ore che l’avesse portata a una simile riconsiderazione dell’imminente matrimonio del figlio.

Si erano parlati, lei doveva aver capito che lui sapeva, che aveva intuito la vera paternità di Christopher, ma non aveva alcun interesse a spiattellarlo in giro. Sapeva che lui non avrebbe parlato. Sherlock si ritrovò a chiedersi se la Donna avesse paura di John, non era esattamente la persona più discreta del mondo, eppure per amore avrebbe taciuto. Si era tenuto per sé quello che Mycroft gli aveva detto di Irene e altrettanto avrebbe fatto per il bene di Grace. Era successo qualcos’altro, qualcosa di peggio.

Qualche imbarazzato minuto di silenzio dopo, Grace si alzò da tavola con un cipiglio che a Sherlock ricordò in maniera terrificante la peggior espressione di John quando era prossimo a mollare un pugno in faccia a qualcuno: posa rigida, pugni chiusi e un finto sorriso che celava fiumi di rabbia che a breve si sarebbe scatenata « Sapevo che sarebbe stato complicato » esordì la ragazza « Ma non credevo così complicato. Mamma, lo pensi anche tu? Anche per te è un errore? »

Mary aprì la bocca alla ricerca di parole che non arrivarono e per Grace sembrò essere davvero troppo. Fece per andarsene ma notò con la coda dell’occhio l’espressione risoluta di Sherlock « Grace, siediti per favore » fece lui, alzandosi a sua volta e iniziando a passeggiare teatralmente per la stanza.

« Le carte stanno venendo voltate rapidamente, se mi permettete questa analogia con il poker. Solo che ognuno sta giocando un gioco diverso » affermò, mentre digitava velocemente un sms per Lestrade.

« Cosa sta succedendo? » chiese padre Victor, sentendosi un’incomoda presenza in quella che sembrava già essere una riunione di famiglia.

« Leggi il mio blog » affermò John, volutamente provocatorio « E’ il momento della verità » commentò sorridendo complice a Sherlock e preparandosi alla parlantina veloce del marito.

« Iniziamo voltando le nostre carte, mie e di John. Il fidanzamento tra Grace e Christopher è caduto a fagiolo per i piani di mio fratello. Quando si dice la coincidenza, Mycroft stava indagando su dei furti e aveva dei motivi per credere che Irene Adler ne fosse la responsabile. Ci è andato vicino. Ho chiamato Mycroft e chiesto di controllare non solo gli spostamenti di Irene ma anche degli altri membri della famiglia» fece, continuando a passeggiare per mantenere vivo l’interesse.

« Ora passiamo alle carte di Irene. Ha compiuto dei furti perché è sotto ricatto ma sarebbe stato il caso che madre e figlio avessero avuto una conversazione perché tutto questo caos poteva essere evitato, vero Cristopher? » chiese al ragazzo, che si spostò nervosamente sulla sedia.  « C’è qualcuno che conosce la verità e Irene teme che il figlio non sarebbe in grado di digerirla. Peccato che lui ne sia già al corrente » Affermò, notando lo sgomento sul volto di Irene « E’ piuttosto logico. Ho studiato i furti e non potevano essere commessi da una persona sola, anche Critopher è sotto ricatto, è evidente » aggiunse, fissando il ragazzo, prima di riprendere il discorso.

« Ma veniamo al ricattatore. Deve aver saputo di questo incontro. Non abbiamo ancora avuto modo di conoscere Pomposo senior. Emh, scusate, volevo dire il Granduca  » si corresse, quasi saltellando « La cosa buffa è che anche lui viene ricattato. Siete ricattati in tre e non lo sapete. Tutti e tre avete commesso dei furti nella paura che qualcuno di voi potesse essere ferito dalla verità. Irene e il Granduca temevano per il figlio e Christopher per il padre »

« Di quale ricatto stiamo parlando? » chiese Grace, con voce ferma.

« Christopher è il figlio di Jim Moriarty » rispose Sherlock semplicemente.

Irene allungò una mano verso il figlio, temendo che Sherlock si stesse sbagliando e che lui non ne fosse al corrente, ma il figlio sorrise rassicurante e ricambiò la carezza della madre.

Grace e Mary si fissarono smarrite « Quindi il ricattatore chi sarebbe? » chiese la ragazza, cominciando a credere di non conoscere così bene il futuro sposo come credeva.

« Come ho già detto è qualcuno che sa di questo evento ed è riuscito a recapitare un messaggio ad Irene, avvisandola che doveva far saltare il matrimonio perché io sono un pericolo per i suoi affari, perché era ovvio che sarei arrivato alla verità » fece senza modestia « E’ un uomo scaltro, usa una famiglia nobile per compiere dei furti di oggetti e documenti che poi rivende al miglior offerente. Ovviamente nessuno di loro sa chi sia, non lo hanno visto in faccia, ricevono delle buste conteneti dei messaggi. O meglio, non sanno di averlo visto, eppure è qualcuno che per lavoro sa tutto della loro famiglia: silenzioso, rassicurante, conosce i segreti e non dovrebbe rivelarli ed è qui tra noi » concluse con una pausa ricca di pathos.

Tutti si voltarono verso Victor.

« Ma no, non vedete che è un idiota, non può essere il ricattatore » affermò Sherlock, sconsolato dalla lentezza dei presenti.

« Chi, allora? » chiese John spazientito.

« Il maggiordomo »

Scese un irreale silenzio, attonito, finché tutti scoppiarono a ridere, stupendo Sherlock che si aspettava i soliti complimenti per essere arrivato così brillantemente alla soluzione.

« Il maggiordomo? Il cliché dei libri gialli? » fece John, beandosi dell’espressione oltraggiata del marito.

« E’ un luogo comune che si è diffuso senza motivo, dato che sono pochissimi i libri gialli in cui il colpevole è effettivamente il maggiordomo » rispose serio Sherlock, ma l’ilarità non smise finché le sirene di Scotland Yard annunciarono che era arrivato l’ispettore Lestrade per arrestare il colpevole.


**** * ****

Sherlock e John erano usciti in giardino per controllare che Scotland Yard non si facesse scappare il ricattatore e per dare modo ad Irene e Cristopher di chiarirsi e al resto della famiglia di riprendersi dalla rivelazione.

« Bellissimo non trovi? » chiese improvvisamente Sherlock, fissando il cielo stellato sopra le loro teste, così perfetto lontano dalle luci della città.

John sorrise leggermente guardando prima lui, l’unico “bellissimo” della sua vita e poi il cielo « Grace ha ragione, se lo ama andrà tutto bene, non è troppo presto. Entrambi hanno strambe famiglie alle spalle ed entrambi cercheranno di creare una famiglia normale »

« Lo pensi davvero? »

« Inizio a credere che certe occasioni bisogna coglierle quando è il momento o si potrebbe rimpiangerlo per sempre »

« Hai dei rimpianti, John? »

Il marito lo prese per mano con un sorriso finalmente rilassato « Solo di non averti conosciuto a diciotto anni »

« Ho fatto esplodere un’aula del College a diciotto anni »

John scoppiò a ridere, sentendosi così idiota e così fortunato.

« Quindi torniamo nella villa e diamo il nostro felice assenso al matrimonio? » chiese Sherlock, tenendolo sempre stretto per la mano.

« Direi di sì »


***** *****
Angolo autrice
Eccociiii, scusate davvero per la lunga pausa ma non mi sarei mai perdonata di lasciare una long senza un finale. Spero ci sarete ancora tutti per l’epilogo e che non siate stati travolti dalle deduzioni di Sherlock :-D
Alla prossima, un abbraccio grande!
   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: Lory221B