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Autore: needaname    07/03/2017    1 recensioni
Kappa Kappa, Omega Iota, Eta Epsioln, Sigma Beta e Alpha Beta; cosa hanno in comune?
Semplice, sono confraternite universitarie, della University of South Beacon Hills, prestigiosa università che ogni anno vede arrivare giovani matricole che sognano un futuro radioso, ma che, inevitabilmente, come sa bene chi è già da anni studente, verrà brutalmente schiacciato da estenuanti lezioni ed esami impossibili; perché l'Università è una lotta dura.
E le confraternite lo sanno bene quanto difficile sia sopravvivere, tra esami e lotte a colpi di party.
Perché entrare all'Università è facile, uscirne incolumi è un'impresa titanica.
[Storia senza troppe pretese, in cui tutti sono umani, di vita quotidiana, di amori, esami, tradimenti, cibo take-away, amicizie, party e cose che capitano a tutti] [Beacon Hills è una cittadina universitaria] [alta presenza di OC] [ship con più intrecci di una telenovella]
Genere: Demenziale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Derek Hale, Lydia Martin, Scott McCall, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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Scuse, alcool e sangue 


-e adesso come ti senti?-

-meglio-

ammette in un sorriso sghembo Scott

-meglio nel senso che lo picchieresti di nuovo o meglio nel senso che ci hai già messo una pietra sopra, perché sul serio meriteresti un premio Nobel se ti è bastato così poco per ritrovare la pace interiore-

esclama Stiles, facendosi strada tra la massa di corpi che nascondono il tavolino degli alcoolici

-credevo che mi sarei sentito peggio, ma…-

-stai cercando di dirmi che non t’importa se tra te ed Allison è finita?-

e l’annuire lento, sospirato, di Scott lasciano interdetto l’amico che gesticola animatamente, prima di riuscire a trovare la giusta quantità di ossigeno necessaria per fare fuoriuscire un oceano di parole dalle sue labbra

-state...siete stati insieme per tre anni, tre lunghissimi anni Scott! Vivevate in simbiosi, dove andava uno andava l’altro, sapevate tutto l’uno dell’altro, ridevate, vi divertivate, uscivate tutti i giorni insieme, hai passato un anno intero a dirmi quando fantastica fosse, siete...eravate la coppia delle coppie, l’emblema per eccellenza dell’amore, avevamo scommesso tutti sul vostro matrimonio e tu, un cazzotto e basta, tutto risolto, neppure una sfuriata, un pestaggio come si deve! Un abbraccio ad Allison e un restiamo amici, la risolvi così?-

sbatte le palpebre ripetutamente Scott, si è perso qualche parola, impossibilitato a seguire la velocità con cui le labbra di Stiles sono in grado di muoversi, ma non può fare altro se non annuire, ancora

-dio mio Scott, sei davvero la persona più…più…buona sulla faccia della terra!-

balbetta incredulo l’amico, afferrando due bicchieri ricolmi di quella che, senz’altro, non è birra perché ci vuole qualcosa di più pesante per sopportare l’assurdità 

-fingi almeno di soffocare la tristezza nell’alcool-

lo ammonisce sarcasticamente, poggiandogli la plastica rossa al petto di Scott che si lascia sfuggire una risata, breve, afferrandolo
 
 


-va da lui-

-sta già bevendo-

osserva Derek, incrociando le braccia all’addome

-non trovare scuse ridicole, va da lui-

insiste Erica, assumendo la medesima posa dell’amico

-e cosa dovrei dirgli?-

-scusa se mi sono comportato come l'idiota che sono, ad esempio-

sbuffa la bionda, assottigliando lo sguardo nel vano tentativo di assumere un’espressione minacciosa

-Boyd potresti?-

-sai che potrebbe andare avanti per tutta la sera-

si limita ad aggiungere l’interpellato e Derek sbuffa, roteando gli occhi al cielo

-vi incolperò per ogni insulto-

li avverte, prima di allontanarsi da loro, infossando le mani nelle tasche dei jeans, cercando di mascherare l’agitazione che sta, inevitabilmente, crescendo passo dopo passo.
 


Ammettilo almeno a te stesso, sbuffa per la millesima volta Theo, ripetendosi le parole che Josh gli urlato quella stessa mattina, ammettere cosa? Non ha nulla da ammettere.
Lui non è il tipo di persona che s’innamora, no affatto, non lo è, è geneticamente impossibilitato a provarli certi stupidi sentimenti, se lo è sempre ripetuto, se ne è convinto.
E non sta assolutamente provando alcun genere di emozioni alla vista di Sileny, perfetta come sempre, come ogni dannato giorno, che sorride all’idiota di turno, non sta provando alcuna emozione, men che meno gelosia.
No, gli è completamente indifferente il fatto che l’idiota di turno, questa volta, sia proprio l’ex ragazzo che l’ha usata, tradita e ferita.
Indifferente,
non sta neppure stringendo il bicchiere tra le dita e non è la rabbia che lo sta facendo bere più del dovuto, assolutamente no.

-a quanti siamo, cinque, sei bicchieri? Mi serve, ho scommesso con Corey-

ridacchia Josh, affiancando Theo, indicando l’angolo destro, scorgendo tra il fiume umano la figura dell’amico intento in un acceso scambio di effusioni con quello che, a quanto pare, è diventato il suo ragazzo

-matricole-

borbotta divertito, tornando poi a concentrare lo sguardo a Theo che sembra intenzionato ad ignorarlo

-non può essere Kevin! Ho le allucinazioni-

esclama, sporgendo il busto in avanti, cercando di mettere a fuoco

-è venuta insieme a lui? Gli sta andando a prendere da bere? Devi intervenire!-

conclude infine, indicando la figura di Sileny, poggiata placidamente contro il muro, in attesa che Kevin torni

-mi stai dando degli ordini?-

sibila infastidito Theo, assottigliando lo sguardo

-è un suggerimento energico-

sospira Josh, inspirando spazientito

-diciamo che ricordo ancora fin troppo bene cos’è successo l’ultima volta che ti sei ubriacato da incazzato-

l’apocalisse sarebbe stata meno disastrosa, commenta mentalmente, evitando accuratamente di aggiungere brace al fuoco

-e non voglio doverti venire a trovare in carcere, quindi…va da…mi pare di aver sentito Donovan chiamarmi-

si affretta a dire Josh, prima che la furia, omicida, che plasma le iridi di Theo ricada completamente su di lui, trovando comunque il coraggio di urlare un ultimo

-va da lei!-

prima di svanire tra la folla ammassata all’interno della sala.
Ed è solo un caso se le sue gambe si stiano muovendo verso Sileny, non è assolutamente voluto.
Ed è solo una coincidenza se le si è piazzato davanti, impedendole quasi di esser visibile.

-ciao-

sorride la bruna, sollevandosi sulle punte dei piedi, cercando di scrutare oltre le spalle di Theo

-cerchi qualcuno?-

-veramente sì-

-qualcun altro con cui sprecare il tuo tempo?-

-Kevin, ti ricordi, ti avevo parlato di lui, comunque non…-

-bastardo, stronzo, testa di cazzo, bugiardo, fall…-

-sì, sì, devo avertene parlato-

soffia in una lieve risate Sileny, annuendo energicamente

-solo un po’-

il sorrido sghembo che dischiude le labbra di Theo si tramuta in un ghigno arrogante non appena la figura di Kevin tenta, inutilmente, d’intromettersi

-chi è?-

-qualcuno migliore di te-

soffia beffardo, stendendo il braccio destro al muro, poggiando la mano a sfiorare i capelli di Sileny che sbuffa, scuotendo il capo

-grazie-

sorride la bruna, afferrando il bicchiere offertogli da Kevin che sorride di rimando, spostando lo sguardo a Theo

-ti va se cerchiamo un posto più intimo?-

mormora poi, chinando il capo a sfiorare il collo di Sileny che annuisce, ma ogni tentativo di seguire Kevin gli è precluso da una morsa stretta attorno al polso

-mi fai male-

soffia, fissando le dita di Theo, strette con tale forza attorno alla sua pelle da farla divenire pallida

-non puoi andare-

esclama, allentando la presa, senza riuscire tuttavia ad interrompere quel contatto

-come scusa? E chi saresti, mio padre?-

ghigna infastidita la bruna, un’ombra si posa tra le iridi chiare di Theo, può notarlo chiaramente, sta trattenendo il respiro

-perché vuoi andare?-

-perché…sono venuta con lui e…voglio concedergli una seconda possibilità, vedere come va…-

spiega, tra l’incertezza e la confusione, Sileny, senza riuscire a distogliere lo sguardo da quei mari agitati che vivono negli occhi di Theo

-è una cazzata, stai commettendo una grandissima stronzata-

gli trema la voce mentre lo dice e lo conosce da abbastanza tempo da sapere che quello è il primo sintomo di una rabbia che è pronta ad esplodere

-mi stai facendo ancora male-

mormora in un sussurro così fragile che non è neppure sicura possa essere udito, ma Theo deve averla sentita, le lascia il polso libero, distaccandosi da quel contatto come se la pelle fosse fuoco ardente, istintivamente si massaggia il punto arrossato Sileny, cercando una spiegazione nello sguardo di Theo, concentrato altrove

-divertiti-

ringhia tra i denti, sforzandosi di ignorarle, di impedirsi di seguirne i passi che lenti la portano lontana da lui.
E non è invidia, non è gelosia, non è nessun sentimento quello che prova.
È solo tutto.



-posso?-

chiede, sforzandosi di apparire rilassato, Derek indicando il lato libero alla sinistra di Stiles che sbuffa, voltandosi ad osservare Scott

-ti stavo dicendo dello stronzo che mi ha dato del nerd sfigato?-

finge, palesemente, e non la recita in sé a renderlo evidente, ma l’espressione sbigottita dell’amico, lo conosce sin troppo bene Derek e sa quanto è ingenuo 

-veramente stavam…-

-a già, che è un cretino, superficiale e maleducato e non è neppure così bello come dicono!-

esclama Stiles, impedendo all’amico di rivelare la finzione

-quante possibilità avrebbe di riuscire nell’ardua impresa di scusarsi?-

prova ad adeguarsi alla recita Derek, senza distogliere lo sguardo dalla figura di Scott, sperando che gli giunga chiaro il messaggio di alzarsi e andarsene

-i miracoli non esistono-

soffia cinico Stiles, ma la risatina dell’amico suggerisce tutt’altro

-vado a ved…prender…Liam!-

urla infine Scott, alzando un braccio a mezz’aria, salutando la matricola, visibilmente smarrita tra la folla, balzando in piedi, svanendo ancor prima che Stiles possa urlargli contro il suo disappunto

-non volevo offenderti, ero solo, non mi piacciono i bugiardi-

-sei pessimo anche nello scusarti-

sentenzia il minore, volgendo finalmente lo sguardo a Derek che è costretto a trattenere il respiro, chiedendosi come sia possibile che quelle iridi così intense, così luminose, siano maledettamente stupende

-scusa, possiamo ricominciare dal principio?-

-e le chiami scuse queste?-

alza un sopracciglio Stiles, rigirandosi il bicchiere tra le dita, facendone oscillare il contenuto

-dimmelo tu cosa dire, allora!-

sbuffa, a quanto pare quel ragazzino ha l’innata capacità di fargli perdere la pazienza anche quando non ne avrebbe alcuna intenzione

-fammi un complimento-

ordina Stiles, incastrando le iridi smeraldo del maggiore alle sue e la tensione, l’attrazione, è respirabile nell’aria che li circonda

-come scusa?-

-fammi un complimento, adesso, è il minimo che puoi fare visto che mi hai dato del nerd sfigato e bugiardo-

c’è elettricità nell’aria, tra i loro sguardi, e Derek inspira, dischiudendo le labbra, cercando qualcosa, una qualsiasi parola, che suoni come casuale e semplice

-sei…intelligente-

-che è come dire sei brutto ma-

ride nervoso Stiles, chinando lo sguardo al bicchiere, fallendo nel tentativo di nascondere la delusione

-non ho detto questo-

-no, ma è sottinteso-

-ti è tanto impossibile credere di poter essere intelligente e bellissimo al tempo stesso?-

sbotta infine Derek, ritrovandosi a deglutire a vuoto, completamente impreparato all’improvviso brillare di stupore delle iridi del minore

-bellissimo? Issimo? Bel-lis-si-mo?-

scandisce con fare quasi infantilmente sorpreso le parole

-non va bene neanche questo? C’è un altro sottinteso da intendere?-

sbuffa visibilmente confuso Derek, perché davvero non ha idea di come comportarsi con quel ragazzino pelle ed ossa che riesce, sempre, inevitabilmente, a fargli dubitare di ogni cosa

-non so…è solo difficile da credere, lo stari dicendo così, tanto per farmi contento, per farmi stare zitto, perché non mi sopporti e vuoi pulirti la coscienza, sarà stato Scott a dirti che pretendevo delle scuse, ti stari limitando ad assecondarlo giusto perché è nella tua stessa confraternita e non hai voglia di sentriulu…-

alla fine Derek ha deciso che il modo migliore di far cessare quello sproloqui sconclusionato fosse dare a quelle labbra un altro motivo per cui muoversi e, per alcuni istanti, sembra aver funzionato, sente distintamente il morbido calore della bocca di Stiles agitarsi nella sua ed è un pensiero comune il desiderio di poter ignorare la necessità di riprendere aria

-convincente-

sospira, mordendosi il labbro inferiore Stiles, senza riuscire ad impedire che un sorriso sornione si dipinga sul suo volto

-anche se…sarebbe ancora più convincente se non ci fossero tutte queste perso…-

-ho ancora il tuo libro di greco da restituirti-

lo precede Derek, alzandosi rapido dal divano, indicando con fare vago il piano superiore ed entrambi sanno quanto inutile sia quel libro, ma non ha alcuna importanza; ora sembra essere di vitale necessità.
 


-Scott non vorrei…ma…Hayden…-

-sì, adesso puoi andare-

sorride soddisfatto Scott, che per nessun motivo al mondo si sarebbe permesso di perdere di vista l’amico

-va bene-

esclama enfatizzando ogni lettera Liam, ancora confuso su quanto è appena accaduto, limitandosi a salutare quello che, tecnicamente, dovrebbe essere il suo “fratello maggiore” nella confraternita che, tuttavia, sembra essere troppo smarrito in una gioia che solo lui capisce per potersi accorgere dell’allontanamento rapido di Liam.
E adesso che il suo migliore amico è impegnato in cose che, sinceramente, con tutto il bene che può volergli, Scott non vorrebbe comunque vedere, non gli resta che guardarsi attorno; gioendo internamente per Stiles.
Potrebbe andare a parlare con Sileny, ma sembra essere troppo impegnata anche lei, non avrebbe alcun problema ad avvicinarsi ad Allison o Isaac, se soltanto fossero presenti, ma l’ultima volta che li ha visti era mattina e persino Lydia è irrintracciabile, opterebbe per Theo, ma qualcosa gli suggerisce che sarebbe meno rischioso buttarsi dalla cima di un grattacielo con un paracadute rotto piuttosto che tentare di parlargli.
Ed è solo al suo centesimo giro su se stesso che decide di uscire, infondo comincia anche a mancargli l’aria ammassato tra tutte queste persone.

La brezza primaverile gli sfiora la pelle, facendolo rabbrividire appena, il giardino è vuoto, fatta eccezione per due figure, semi nascoste dietro il tronco dell’imponente albero secolare che troneggia al lato destro dell’imponente, decisamente troppo spazioso, verde che circonda i dormitori degli Alpha Beta.
Assottiglia lo sguardo, gli sembra di conoscere la ragazza, poggiata contro la corteccia.
E impiega meno di due minuti a capire che si tratta di Malia, sarebbe tentato di andare da lei, cercare un po’ di compagnia, ma gli sembrerebbe inappropriato intromettersi, magari il tipo con cui sta parlando potrebbe esserne contrariato.
Vorrebbe fingere di non vedere, ma non è così ingenuo da non capire che il modo in cui le sta stringendo i polsi, il modo in cui la sta schiacciando contro il tronco dell’albero, il modo in cui la sente inveire insulti non è affatto amichevole

-lasciami!-

la sente sibilare infastidita, adirata, mentre le si avvicina lentamente

-non vuoi divertirti un po’?-

e l’eco di uno schiaffo riecheggia all’esterno, convincendo Scott che quella non è affatto una situazione amichevole.
Affretta il passo, pronto ad intervenire verbalmente, pronto a difendere Malia.

Accade rapidamente, prima il grido di dolore strozzato di Malia, spinta con violenza contro il tronco, poi il sonoro riecheggiare del suo corpo che cade al suolo, sotto al peso di quell’uomo che la sovrasta, cercando di tenerla ferma e di farle scivolare i pantaloni lungo le gambe, insinuando una mano tra l’addome e l’elastico.
Accade rapidamente, prima parole di stupore spezzate a metà da un pugno e poi chiazze cremisi che picchiettano al suolo, macchiando le nocche di Scott, si fissa le mani sorpreso dal suo stesso gesto, non è mai stato il genere di persona che ricorre alla violenza

-Scott!-

gli grida Malia, cercando invano di avvertirlo, ma l’assalitore è più rapido di lei, e il gancio sinistro all’altezza dello stomaco fa boccheggiare Scott, che oscilla, cercando di mantenere l’equilibrio, un secondo pugno, all’altezza del mento gli fa mordere la lingua, ferendolo, sente il sapore ferroso del sangue impastargli la bocca, mentre rivoli caldi gli scivolano lungo le labbra e non reagirebbe, Scott non lo farebbe se soltanto non vedesse, con chiarezza, che le intenzioni di quel tipo nei confronti di Malia non sono ancora cambiate.

È rapido, più di quanto si aspettava da se stesso, lo afferra per le spalle spingendolo al suolo, schiacciandolo con il suo peso, colpendolo allo zigomo sinistro e poi allo stomaco e alla mandibola, facendolo tossire bile e sangue.

-basta!-

grida Malia, cercando di intervenire in qualche modo, cercando di impedire che la situazione si capovolga a sfavore di Scott, ma è già tardi.
Ed è solo questione di tempo prima che qualcuno si accorga della confusione, della rissa in giardino.
Ed è solo questione di minuti prima che qualcuno intervenga.

-Scott!-

urla Malia, ma i suoi tentativi di liberare l’amico dal pestaggio vengono preceduti da Isaac e Liam, accorsi assieme alla folla di spettatori.
È Liam, tra i due, a scontrarsi contro il gomito del tipo, istintivamente si porta una mano al naso, constatando che sanguina ed è solo questione di sfortuna, per il mal capitato, che ad intervenire ora non sia più solo Isaac, ma anche il disturbo della gestione della rabbia di Liam che afferra l’assalitore per le spalle, trascinandolo via da Scott e non è uno strano gioco di luci, non è un’illusione, il sangue che copioso sporca il volto del mal capitato e non è un’impressione il dente che rotola tra i fili d’erba e la smorfia di dolore che plasma il volto del mal capitato, ora vittima anche dei pugni chiusi di Isaac.

-stia bene?-

domanda Liam, chinandosi ad aiutare Scott che annuisce incerto, strofinandosi le labbra, sporche di sangue

-Isaac, basta-

cerca di intervenire, richiamando l’amico che, tuttavia, sembra non ascoltarlo

-Isaac-

ripete ancora una volta Scott, ma le sue continuano ad essere lettere al vento

-Isaac!-

urla infine, riuscendo a richiamare la sua attenzione, il biondo lascia ricadere il mal capitato al suolo, che striscia, sollevandosi con fatica, correndo via il più velocemente possibile

-stai bene?-

-sì…sì…sto bene-

sorride Scott, i denti macchiati di rosso, le labbra tempestate di graffi

-grazie-

ed Isaac si sforza di aprirsi in un sorriso che non appia preoccupato, rivolgendo poi lo sguardo alla platea di spettatori

-cos’avete da guardare?-

gli grida contro Malia, allargando le braccia, riuscendo a far diradare la folla, affiancando Scott

-dovresti medicarti, dovresti farti visitare, stai sanguinando-

ed è una sequenza di ovvietà quella che fuoriesce dalle labbra agitate di Malia, ma Scott continua a sorridere scuotendo il capo

-sto bene, davvero…tu…come stai? Ti ha fer…-

le braccia di Malia, strette attorno alle spalle di Scott, ne interrompono le parole

-scusa-

mormora poi, impacciata, nel constatare quanto quel gesto lo abbia fatto sobbalzare ed irrigidire

-forse, dovrei…-

-è meglio se ti vai a stendere-

conclude Isaac, al posto di Scott, aiutando Liam a sorreggerne il peso, rientrando al dormitorio. 


APPUNTI A FINE PAGINA: 

Siccome sto un po' male ho molto tempo per scrivere ed aggiornare, quindi eccomi di nuovo qui. 
Avrei voluto evitare una lieve dose di angst, ma purtroppo non riesco ad evitarmi di scriverne. 
Ad ogni modo spero che questo capitolo vi sia piaciuto, malgrado tutto.
E mi auguro che questo primo momento Sterek non vi abbia delusi troppo. 
Le coppie sti stanno delineando.

Ringrazio tutti i lettori, i recensori e chi continua ad aggiungere tra seguite/preferite/ricordate. 
Davvero grazie mille, 
alla prossima. 
   
 
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