Ringrazio
anche solo chi legge.
Scritta
sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=Kvie1u4hojI. Song: Everytime
we touch.
Buona
festa delle donne!
Scritta
per Ka93 che l'aveva richiesta.
L'eroina
da cui desidero essere salvata
Al
tempo degli dei dell'Olimpo, dei
signori della guerra e dei re che spadroneggiavano in una guerra in
tumulto, il
genere umano invocava il soccorso di un eroe per riconquistare la
libertà.
Finalmente arrivò Xena, l'invincibile principessa guerriera,
forgiata dal fuoco
di mille battaglie.
Gabrielle
strisciò all’indietro, il sangue le scendeva lungo
la gamba ferita. Digrignò i
denti, stringendo al petto il bastone. I capelli biondi le ricadevano
disordinati intorno al viso, le ciocche le aderivano al viso sudato
sporche di
sangue e di sudore.
Uno
degli uomini rise sguaiatamente, abbattendo la catena che teneva in
mano.
“Potresti
aiutarmi!” gridò Gabrielle, voltandosi. Ares,
seduto su uno dei rami degli
alberi inarcò un sopracciglio. Incrociò le
braccia al petto e scrollò le
spalle.
“Perché
dovrei? Mai sentito parlare del fatto che gli dei non
s’intromettono negli
affari umani?” domandò. Gabrielle
digrignò i denti e abbatté la propria arma su
una delle mani di uno degli aggressori, facendolo ringhiare di dolore.
Quest’ultimo
estrasse la spada che portava alla cintola. Si voltò verso
gli altri due uomini
che lo accompagnavano.
“Con
chi parla?” domandò.
“Sarà
pazza” rispose quello armato di catena.
“Chi
caz*o se ne frega? Io me la voglio solo fare”
sibilò il terzo, aveva un’ascia
che teneva con entrambe le mani.
Si
udì un urlò e Gabrielle sorrise, arrossendo. Le
fronde degli alberi alla loro
sinistra frusciarono e i rami ondeggiarono.
Un
cerchio di metallo schizzò nella loro direzione,
tagliò la gola a quello armato
di ascia, il cui cadavere precipitò a terra con un tonfo
sordo, colpì un masso
mandando scintille e tornò indietro, ferendo al braccio
quello armato di spada.
L’arma cadde a terra e l’uomo gridò,
tenendosi il braccio da cui zampillò del
sangue.
“Lo
sapevo che sarebbe arrivata” borbottò Ares, chiuse
gli occhi e sbadigliò
nascondendosi la bocca con la mano.
Xena
fece una serie da capriole in aria con il suo urlo da guerra acuto e
prolungato, atterrò davanti ai due avversari.
“Putta*a!”
gridò quello armato di catena. Cercò di colpire
l’avversaria al viso, Xena
schivò spostandosi di lato. Alzò la mano e
afferrò al volo il suo cerchio
rotante.
“Non
vi conviene farla arrabbiare” disse Ares. Gabrielle si rimise
in piedi e le sue
iridi azzurre brillarono.
Xena
sfoderò la spada e schivò l’altro
aggressore che, utilizzando il braccio sano,
aveva sfoderato un coltello e aveva cercato di trafiggerla.
Tagliò di netto la
testa al nemico armato di catena e saltò
all’indietro, evitando un altro
affondo di coltello. La gonna a frange di pelle e borchie che indossava
si
alzava ai suoi movimenti, facendo intravedere le sue gambe.
Ares
si sporse osservando le cosce sode della guerriera. Ghignò,
socchiudendo gli
occhi, guardandola muoversi con movimenti scattanti e i muscoli in
tensione. Si
voltò verso Gabrielle e la vide lanciare il suo bastone
verso l’unico nemico
rimasto. Questo lo evitò, Xena prese l’arma al
volo e la utilizzò per colpirlo
al viso. Gli spezzò il naso con un urlo, il sangue le
schizzò sul viso.
Xena
ghignò, socchiudendo le labbra piene, mostrando i denti
candidi. Il sangue le
scivolò lungo i capelli mori che facevano contrasto con i
suoi intensi occhi
blu.
L’uomo
si voltò e scappò via, correndo. Il pugnale gli
cadde nella fuga.
Gabrielle
corse e abbracciò Xena, che la strinse al petto e le
accarezzò i capelli
biondi.
La
divinità socchiuse gli occhi e sorrise, guardando le due.
<
Sapevo che, alla fine, preferivi essere salvata da lei, Gabrielle
> pensò.