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Autore: Najara    08/03/2017    6 recensioni
Un tonfo alle sue spalle la fece sobbalzare, segno che era ancora provata dopo quello che era successo.
“Mi dispiace, non volevo spaventarti.” Le disse Supergirl, entrando dal balcone.
[...]
“Senti… stavo per cenare, tu devi volare via per salvare il mondo o ti va di farmi compagnia? Dopo tutto mi piacerebbe sdebitarmi: è imbarazzante il numero di volte in cui mi hai salvato la vita.”
Missing moment da inserire pochi minuti prima della fine dell'episodio 2x15 (dunque contiene SPOILER).
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Kara Danvers, Lena Luthor
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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SPOILER episodio 2x15

 

 

Solo un sogno

 

Lena sistemò gli ultimi dossier liberando finalmente la sua scrivania. Non era stata una giornata leggera, dopo aver passato ore e ore su polverosi e noiosi bilanci era stata gettata giù dal balcone e salvata da Supergirl. Non si poteva dire che non aveva avuto altri momenti emozionanti nella sua vita, in particolare da quando era arrivata a National City, ma quello si piazzava in alto nella sua classifica. Sospirò pensando a Alana, la sua segretaria, era ovvio che era lei la talpa, doveva solo decidere se denunciarla alla polizia o usarla contro sua madre. Pensierosa guardò il cellulare, Kara non le aveva più risposto, era così dispiaciuta per lei, avrebbe preferito non darle quel consiglio, malgrado fosse la cosa migliore da fare: ma postare online il suo articolo le aveva fatto perdere il lavoro e lei non si perdonava per averglielo consigliato.

Un tonfo alle sue spalle la fece sobbalzare, segno che era ancora provata dopo quello che era successo.

“Mi dispiace, non volevo spaventarti.” Le disse Supergirl, entrando dal balcone.

“Non è niente, solo che non vado pazza per i tuffi nel vuoto e sono ancora un po’ tesa.” Le fece un sorriso e notò che la supereroina non era vivace come sempre. “È successo qualcosa?” Chiese subito. “Ho visto al telegiornale che sei riuscita a salvare gli alieni catturati da mia madre…”

“Sì, ecco, sono qui per questo, volevo ringraziarti: senza la tua informazione non sarei mai arrivata in tempo.”

“L’ho fatto volentieri.” Le rispose subito, sorridendo.

“Hai rischiato la tua vita per farlo, mettersi nel mirino di Cadmus non è mai privo di pericoli, sono stata sciocca a pensare che tua madre non potesse arrivare al punto da farti davvero male.” Lena sbatté le palpebre sorpresa poi si strinse nelle spalle.

“Farò quel che devo per fermarla e per aiutare.” Supergirl la guardò un lungo istante poi annuì e lei le sorrise. “Oltretutto la faccia dei due tirapiedi di mia madre quando mi hai riportato sul balcone è stata impareggiabile!” Per la prima volta vide il viso dell’eroina aprirsi in un sorriso e la imitò. “Senti… stavo per cenare, tu devi volare via per salvare il mondo o ti va di farmi compagnia? Dopo tutto mi piacerebbe sdebitarmi: è imbarazzante il numero di volte in cui mi hai salvato la vita.”

 

Kara osservò il viso pieno di aspettative di Lena Luthor e pensò che dopo tutto le doveva un appuntamento.

“Volentieri.” Accettò e vide gli occhi della donna brillare soddisfatti.

La giovane Luthor l’accompagnò nell’attico dove, evidentemente, abitava. Su di un tavolo, apparecchiato per uno, vi era, in attesa sotto delle campane, un’abbondante cena.

“Il cuoco pensa che io stia deperendo… prepara del cibo per, minimo, tre persone.” Le fece un sorriso divertito, mentre aggiungeva le stoviglie per lei. Non appena scoprì le campane con il cibo fumante Kara sentì lo stomaco borbottare, il cibo appariva delizioso. Lena dovette notare il suo apprezzamento perché rise soddisfatta.

“Serviti pure.” La incoraggiò e lei non si fece pregare.

Con un inizio simile la cena non poteva che presentarsi ottima e infatti Lena fu un ospite perfetta, Kara si ritrovò a chiacchierare di Krypton, dei suoi genitori, della sua infanzia e del suo arrivo sulla Terra, si sentiva così a suo agio con Lena che dovette fare attenzione a non dire troppo. Era bello avere qualcuno con cui parlare e che la ascoltasse con tanta attenzione e interesse.

“Quindi sembri essere una buona amica della sorella di Kara.” Disse, dopo che lei ne aveva ripetuto più volte il nome.

“Ehm… sì.” Disse arrossendo un poco e chiedendosi se non avesse parlato troppo.

“E… Kara?” Lena si era fatta titubante ed era la prima volta nella serata che si mostrava tesa.

Kara?”

“Sì, siete amiche, non è vero?”

“Sì, immagino che si possa dire così.” Con imbarazzo sfuggì gli occhi attenti di Lena arrossendo ancora.

“Sono preoccupata per lei.” Ammise e quando lei la fissò perplessa si spiegò: “Oggi mi ha scritto che l’hanno licenziata.”

“Già… ma ha fatto la cosa giusta, gli alieni di National City dovevano essere avvisati del pericolo che incombeva su di loro.” Lena annuì, ma aveva sul viso un’espressione pensierosa. “Credi che…” Iniziò a chiedere, ma Lena la interruppe, chiaramente aveva seguito un suo filo di pensieri.

“Il fatto è che non ho mai visto nessuno con tanta passione e amore per il proprio lavoro, lei ci mette il cuore e l’anima. Non scrive per il gusto della notizia, ma perché così aiuta le persone. A modo suo ti assomiglia.” Sorrise del paragone e non notò il suo improvviso rossore. “E poi è brava! Ha un dono con le parole e ho paura che si perda d’animo e che decida di fare qualcos’altro nella vita…”

“Potrebbe essere un bene, potrebbe trovare qualcosa che la soddisfi altrettanto.” Sul volto di Lena apparve la perplessità, poi la donna si strinse nelle spalle.

“Lo spero, ma la sua era una vocazione: scrivere era importante per lei, la rendeva completa, le dava uno scopo e le permetteva di realizzarsi. Mi fa male al cuore vederla soffrire perché ha perso qualcosa che amava tanto.” Kara sbatté le palpebre sorpresa nel sentire un tono tanto dolce e personale sulle labbra di Lena Luthor che aveva lo sguardo perso nel vuoto mentre pensava a lei. Erano amiche, certo, ma non credeva che Lena tenesse così tanto a lei o che la capisse così profondamente.

Rimase in silenzio chiedendosi cosa rispondere quando la donna la fissò con uno sguardo strano.

“È imbarazzante... ma volevo sapere una cosa…” Lena si agitò sulla sedia, distolse gli occhi da lei fissando il tavolo, mentre con la mano iniziava a giocare con il bracciale che aveva al polso, segni evidenti della sua tensione. Kara la guardò altrettanto tesa: Lena aveva forse capito la sua identità?

“Qualsiasi cosa sia, Kara non esiterà a risponderti, mi parla spesso di te.” Affermò, cercando di perdere tempo, di distrarla o di farla desistere.

“Oh.” Lena alzò lo sguardo fissandola, aveva un rossore sospetto sulle guance e il suo cuore batteva più veloce ora.

“Stai bene?” Le chiese Kara, all’improvviso preoccupata, che volesse chiederle come dire a Kara che era malata? “Il tuo battito cardiaco è accelerato.” Si spiegò nel vedere il suo sguardo interrogativo e questa volta non ci furono dubbi: Lena Luthor arrossì violentemente.

“A volte dimentico i tuoi super-sensi.”

“Perdonami, non volevo apparire indiscreta.” Si scusò dandosi della sciocca per aver detto una cosa simile.

“No… no, non ti scusare. Sto bene. È il soggetto a starmi particolarmente a cuore.” Cercò di spiegare Lena, lei la guardò perplessa, forse non stava parlando della sua identità e neppure di una malattia…

Kara?” Chiese e vide la donna annuire. La conversazione stava diventando davvero strana.

“Quello che volevo sapere è se c’è, nella vita di Kara, una persona speciale.” Kara sbatté le palpebre sorpresa a quelle parole, mentre, lentamente, capiva la domanda e ne scorgeva le implicazioni. Le sue guance si colorarono e lei si alzò in piedi incapace di stare ferma.

“Ehm… ehm…” Iniziò, poi si rese conto di indossare il costume di Supergirl: doveva controllarsi! “Kara… sì, no…” Lena la fissava stupita da quella reazione a dir poco eccessiva. “Kara ha qualcuno, sì. Sì.” Disse alla fine e vide Lena annuire piano. Il cuore della donna che aveva battuto veloce durante la domanda, ora rallentò. Lena abbassò lo sguardo e poi lo rialzò, un sorriso triste sulle labbra.

“Lo immaginavo, una ragazza così speciale merita qualcuno di altrettanto speciale, lei non ha mai detto niente o fatto riferimento a qualcuno, malgrado ormai chiacchieriamo spesso assieme… è così riservata, ma…” Le sue labbra tremolarono appena, ma poi la donna annuì. “Sono felice di sapere che accanto a lei vi sia qualcuno che la ama e che saprà sostenerla e spingerla a fare ciò che più ama: scrivere.” Affermò decisa. “Ammetto che avrei voluto essere io… ma…” Fece un sorriso amaro.

“Io… ecco…” Kara si chiese in che diavolo di situazione si fosse messa, non avrebbe dovuto accettare quella cena.

“Mi spiace se ti ho messo in una situazione imbarazzante, ma non potevo chiederlo direttamente a lei, è ovvio.” Lena prese il suo bicchiere di vino e lo sorseggiò pensierosa. “Ti sei mai innamorata di qualcuno che è perfetto? Qualcuno che al suo primo sorriso ha saputo riempire il vuoto emotivo che ti mangiava l’anima, qualcuno di così puro e vero da toglierti il respiro?” Kara arrossì, mentre Lena alzava gli occhi, ora lucidi, su di lei.

“Perché… perché non le dici a lei queste parole?” Mormorò e si chiese come mai il suo cuore battesse così forte nel petto ora che quello di Lena era così lontano.

La donna la guardò, a lungo, poi scosse la testa.

Kara è unica, non posso rischiare di perderla. Non posso rischiare di incrinare la nostra amicizia. Se fosse stata libera… forse… ma non è il caso, quindi… ti pregherei di non farne parola con lei.” Nel vederla annuire, si strinse nelle spalle scuotendo piano la testa, poi vuotò il bicchiere.

“Qualcuno saprà amarti come meriti.” Mormorò allora Supergirl e lei alzò gli occhi fissandola.

“Come merito? Un Luthor non merita nulla, se si avvicinano a me è per avere favori, per usarmi o disprezzarmi.”

“Non io.”

“Tu lo fai per Kara.” Ritorse Lena, addolcendo quelle parole dure con un sorriso. “Lei potrebbe chiedere alle montagne di spostarsi e loro lo farebbero.” Gli occhi della donna si erano fatti di nuovo morbidi e Kara sentì un brivido scorrerle lunga la schiena, un brivido caldo.

“Io lo faccio per te.” Mormorò, non riuscendo a distinguere le sue due parti, Kara e Supergirl. Quella situazione la confondeva. Lena sapeva essere così intensa, i suoi occhi chiari sembravano volerle leggere nell’anima e le sue parole erano così profonde e cariche di…

Supergirl...?” Kara si rese conto di essere a pochi centimetri dalla donna, i suoi occhi passavano veloci dagli occhi pieni di domande della donna alle sue labbra che sembravano una promessa di risposte. Con un brusco passo indietro Kara si allontanò, il viso in fiamme, il cuore in subbuglio.

“Perdonami.” Disse, mentre leggeva sul viso della donna tutta la confusione creata dalla sua strana reazione. “Grazie per la serata… ehm… devo andare.” Riuscì ancora a bofonchiare, poi, veloce, sparì dall’appartamento, incapace di sostenere lo sguardo della donna un istante ancora.

 

***

 

Kara era seduta alla finestra e guardava la città, ascoltandone i suoi mille rumori.

Aveva perso il lavoro quel giorno, un lavoro nel quale credeva e che amava, profondamente e l’unica che aveva capito era lei, Lena… lei che era stata così coraggiosa da mettersi contro Cadmus e per quello era quasi morta, lei che sapeva sempre dirle le parole giuste, che sapeva ascoltarla, che leggeva i suoi articoli, che la riempiva di complimenti… lei che la guardava con occhi luminosi e felici… lei che l’amava così tanto da non volerglielo dire per non rischiare di perderla.

Abbassò il capo appoggiandolo sulle ginocchia.

Aveva salvato Alex e gli alieni rapiti. Perché si sentiva così triste? Come Supergirl era importante, forse, fare la reporter era solo una copertura e non era un dramma se ora non poteva più scrivere. Lena non sapeva che lei era anche l’eroina di National City, per lei essere una reporter non era tutto… e poi aveva Mon-El che, a modo suo, l’amava. E allora perché era triste? Perché non essere più Kara Danvers, reporter al CatCo Magazine, le spezzava il cuore? Perché nella mente vedeva due occhi pieni d’amore? Occhi che non appartenevano a Mon-El? Ma che erano chiari e pieni di vita, dolci e forti, comprensivi e incoraggianti… e così seducenti…

Sospirò, Lena Luthor era innamorata di lei.

Sentì bussare alla porta, si alzò e andò ad aprire, era Mon-El con la cena. Non gli riferì che aveva già mangiato. Il giovane era di buon umore e nel vedere il suo viso abbattuto le disse che avrebbe trovato un altro lavoro, Kara cercò di fargli capire cosa aveva perso, cercò di vedere il lui la stessa comprensione che aveva visto in Lena, la stessa sensibilità, sperò che Mon-El potesse darle ciò che Lena aveva desiderato per lei: un supporto, un conforto, un aiuto. Ma lui non capì la sua sofferenza e lei non poteva mostragliela con un sospiro rinunciò. Prese il viso del giovane tra le mani, lo baciò e si specchiò nei suoi occhi. Perché le veniva da piangere?

“Forse essere Supergirl e avere te, può bastarmi.” Disse e sentì il suo cuore stringersi dal dolore le lacrime che minacciavano di inondare i suoi occhi. Avrebbe voluto piangere e disperarsi, avrebbe voluto avere la forza di capire cosa voleva per davvero, ma non poteva, tutta la sua vita era in bilico, aveva perso troppo quel giorno per permettersi di mettere in discussione anche i sentimenti nel suo cuore.

“Lo spero.” Rispose il ragazzo si tese verso di lei per baciarla e lei cedette, chiuse gli occhi e lo baciò. Aveva bisogno di sentire qualcuno vicino, aveva bisogno di soffocare il dolore e lui era lì.

 

L’ufficio di Lena Luthor era illuminato dalla luce, Kara non era sicura di quello che faceva lì, a fluttuare davanti al palazzo del L-Corp, fissando la donna che lavorava.

Atterrò sul balcone e Lena si voltò sorpresa.

Supergirl... non mi aspettavo di vederti così presto…” Kara entrò con passo deciso, la testa bassa, il cuore che batteva troppo veloce nel suo petto.

“Devo parlarti di quello che hai detto a cena.”

“Oh… va bene…” Disse, confusa, la donna. Kara si voltò a guardarla e sentì un bizzarro sfarfallio nello stomaco, Rao quanto era bella. Prese il coraggio a due mani e parlò.

“Quello che mi hai detto è stato così… intenso che ha scosso tutto quello che sapevo, su di me, su di te, su di… noi…” Sorrise nel vedere gli occhi di Lena sgranarsi nella sorpresa. “Non so definire cosa… provo, ma…” Si era avvicinata parlando e ora le loro labbra erano vicinissime, Kara chiuse gli occhi.

Kara…?” Chiese piano Lena ad un soffio dalle sue labbra e lei sentì il cuore della donna iniziare a battere veloce.

“Sì.” Mormorò per poi posare le labbra su quelle morbide di Lena.

Rao, era stata cieca, ora, finalmente vedeva.

Si separò dalla donna dopo quel leggero bacio e sorrise. Lena era sconvolta, si vedeva, ma i suoi occhi scrutavano il suo volto ritrovando la somiglianza che, chissà come, prima le era sfuggita.

“Non… non credevo che fosse possibile, ma penso di aver appena scoperto che Kara Danvers è ancora più eccezionale di quello che potevo immaginare.” Sussurrò la donna e poi si morse il labbro posando lo sguardo di nuovo sulle sue labbra, non era difficile capire le sue intenzioni.

“Aspetta…” La interruppe lei, poi appoggiò la fronte alla sua. “Prima di… fare questo… tu ed io, assieme… io devo… chiarire con una persona.” Le accarezzò il viso, mentre lei annuiva comprensiva.

“Aspetterò tutto il tempo necessario… Kara.” Sorrise assaporando quel nome.

Kara si separò da lei lentamente e poi raggiunse la finestra, le lanciò un ultimo sguardo e poi si lanciò nel cielo, il cuore che batteva veloce, un sorriso felice sulle labbra.

 

Kara?” Una voce assonnata la svegliò, riscuotendola. Aprì gli occhi sorpresa e vide Mon-El che la fissava. “Stavi parlando nel sonno.” Le comunicò il giovane.

“Co…cosa?” Chiese, il viso che diventava rosso.

“Va tutto bene?” Le domandò allora lui, perplesso dalla sua reazione, e lei annuì.

“Solo un sogno…” Mormorò e il ragazzo le sorrise per poi stringerla tra le braccia e tornare a dormire. Kara sentiva ancora le farfalle nello stomaco per quello che aveva sognato, ma il suo cuore ora era sprofondato. Solo un sogno… era stato solo un sogno.

 

***

 

Lena ruotò nel letto, all’improvviso sveglia. Aveva sognato Kara, come sempre, ma era stato strano, perché Kara indossava il costume di Supergirl. Sospirò e scosse la testa, ma non aprì gli occhi mentre si passava la mano sulle labbra. L’aveva baciata, nel sogno l’aveva baciata. Ma era solo un sogno… solo un sogno.

 

 

 

Note: Missing moment per voi! Sì, lo so che non è quello che volete leggere… non è neppure quello che io voglio scrivere… ma spero che vi sia piaciuto lo stesso, anche se è un po’ frustrante e triste e tutte assieme vorremmo urlare a Kara di darsi una dannata mossa, mollare Mon-palla-al-piede-El e tuffarsi tra le braccia innamorate e degne di lei di Lena-baciami-sono-perfetta-Luthor.

 

L’episodio 2x15 ci ha dato tante gioie, ma c’è sempre spazio per un missing moment SuperCorp. Sogno il giorno in cui tutto sarà così perfetto che io non avrò più bisogno di scrivere una parola! ;-)

 

Fatemi sapere cosa ne pensate, lo sapete che noi autori non aspettiamo altro che leggere le vostre impressioni…

Ciao ciao

  
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